

“NON I RUSSI MA LA MANCANZA DI LAVORO E’ IL NOSTRO NEMICO!”
Il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ha dichiarato:
“Invito la Presidente Meloni che sarà oggi a Torino a venire nel quartiere di Mirafiori o in qualunque altro quartiere popolare per vedere cosa significa l’impoverimento della città. Così potrà capire fino in fondo perché è completamente sbagliato che il suo governo stanzi decine di miliardi per aumentare le spese militari sottraendoli alla sanità, all’istruzione, all’assistenza dei più deboli. Cara Meloni, il nostro nemico non sono i Russi a cui lei vuole fare la guerra ma la mancanza di lavoro e il peggioramento delle condizioni di vita della maggioranza dei torinesi”.
“Essere persone perbene o lasciare che il male trionfi”
In piazza Palazzo di Città la teca che contiene l’automobile blindata sulla quale a Capaci viaggiavano tre uomini della scorta del Giudice Falcone, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Magliano: “Oggi, di fronte a quest’auto, siamo chiamati a una scelta; quella, come diceva Edmund Burke, per cui basta che gli uomini perbene non facciano nulla perché il male trionfi”
“Perché il male trionfi, basta che gli uomini perbene non facciano nulla”. Così diceva Edmund Burke, con un aforisma che vale a maggior ragione per la lotta alla criminalità organizzata, nella quale è vitale l’impegno di tutti, cittadini, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, Forze dell’Ordine.
Oggi in piazza Palazzo di Città è stata esposta la teca che contiene la Quarto Savona 15, la vettura blindata su cui viaggiavano, e sono caduti, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, i tre agenti della scorta del giudice Giovanni Falcone, che guidava un’altra auto con a bordo la moglie Francesca Morvillo, periti anch’essi nella strage di Capaci. “Perché il male non trionfi, le persone perbene devono essere uniti e impegnarsi – commenta Silvio Magliano, capogruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale -; davanti a quest’auto siamo tutti chiamati a una scelta, se essere o no persone perbene. Una scelta che vale per i rappresentanti delle istituzioni, per gli imprenditori, gli artigiani, i liberi professionisti, l’associazionismo, le giovani generazioni: la criminalità organizzata è interessata a tutti i settori, si insinua in tutti gli ambiti. Tocca a noi decidere se e come reagire, e come sostenere chi decide di denunciare. Senza questa scelta, non c’è possibilità di lotta: senza persone perbene, non esiste una società libera e democratica”.
“Tra le piccole attività commerciali del nostro Paese rientrano quelle dei panificatori che, spesso, sono composte da un numero ristretto di addetti, una decina tra laboratorio e locale per la vendita al dettaglio. Assimilare queste attività alle industrie alimentari, come avviene con il vigente codice Ateco e non farle rientrare nelle microimprese è, a nostro avviso, sbagliato. Si rischia di penalizzare un settore vitale e le conseguenze sarebbero particolarmente negative. Un decreto legislativo del 2008, per esempio, valuta l’Ateco come criterio di riferimento per la classificazione del rischio: un panificio con un ridotto numero di addetti non può, e non deve, essere equiparato ad industrie alimentari di grandi dimensioni e, quindi, considerato a ‘rischio alto’. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere una risoluzione della problematica e tutelare le piccole attività commerciali della federazione italiana panificatori. Anche l’associazione piemontese dei panificatori, infatti, ha espresso fondate preoccupazioni: auspico che il ministero dia una risposta in tempi rapidi”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, dopo avere presentato un’interrogazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze per la tutela delle piccole attività commerciali della panificazione.
Strasburgo, 12 mar – “Oggi la Commissione ci propina l’ennesima strategia per rilanciare l’industria europea, dopo averla affossata con le sue stesse mani. Eppure nel Piano Industria Pulita non riusciamo a vedere ravvedimenti sostanziali: confermata la folle corsa verso l’elettrico, sussurrata appena l’espressione “neutralità tecnologica” e snobbato bellamente l’uso del nucleare per fini civili. Di fronte al tracollo dell’auto elettrica, anziché fare retromarcia sul Green Deal, in modo del tutto incoerente Bruxelles decide di investire 850 milardi di euro per costruire carri armati – ma da quando i carri armati sono green? – e senza alcun mandato parlamentare, chiedendo ancora una volta enormi sacrifici a quei cittadini che, a causa delle politiche scellerate Ue, non riescono ad arrivare a fine mese. Il problema è che, mentre qui dentro si perde tempo a giocare a Risiko, la Cina ogni giorno ci soffia fette di mercato e ogni minuto che passa senza aiutare le nostre imprese è una pietra tombale sulla competitività europea”.
Così l’eurodeputata Isabella Tovaglieri (Lega), componente della commisione Industria, è intervenuta nella sessione plenaria di Strasburgo nel corso del dibattito sul Clean Industrial Deal.