“Le famiglie non possono più aspettare”
26 novembre 2025 – “Abbiamo provato, in tutti i modi possibili, a modificare il Ddl Marrone, avanzando proposte concrete e migliorative, ma non siamo stati ascoltati e le nostre proposte sono state accettate solo in minima parte cosi come le osservazioni di Sindaci e sindacati. Il voto del Gruppo Pd sarà, pertanto, contrario” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.
“Il provvedimento affronta il tema degli alloggi chiusi per mancanza di manutenzione, ma rischia di sottrarre abitazioni che potrebbero essere rese assegnabili, affidandole a un ente terzo senza garanzie sui tempi e senza alcuna risposta immediata all’emergenza abitativa. Con 5 mila alloggi oggi non assegnabili, servono investimenti certi e immediati, non operazioni sperimentali a lungo termine. E occorre rivedere, in modo completo e non frammentato, la legge n.3/2010 sull’edilizia sociale, adeguandola alle nuove e drammatiche esigenze di una società caratterizzata da un netto aumento della vulnerabilità sociale” aggiunge la Presidente del Gruppo Pd.
“Ci aspettiamo dalla Giunta Cirio che, finalmente, affronti concretamente il tema e proponga un vero piano casa. Serve una nuova riforma, servono più risorse e investimenti per il recupero delle case popolari, non spot occasionali. Le famiglie che continuano a attendere la casa non possono più essere ignorate” conclude Gianna Pentenero.
POLITICA
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Elezioni regionali, astensionismo e carenza di classe dirigente
Realizzate entro i cinque anni dall’entrata in vigore del PRQA scala al 2030
Torino, 26 novembre 2025 – Un’altra delle richieste presentate dalle Associazioni delle Aziende agricole piemontesi trova riscontro nella normativa grazie a un emendamento al Piano stralcio Agricoltura presentato dal Consigliere Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale), Presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale, approvato oggi dall’Assemblea di Palazzo Lascaris. Le coperture alle concimaie realizzate entro i cinque anni precedenti all’adozione del Piano regionale della Qualità dell’Aria andranno adeguate affinché vengano rispettati i nuovi limiti alle emissioni inquinanti entro il 2030 e non più entro i cinque anni dall’approvazione del Piano Stralcio, cioè il 2028.
“L’emendamento che ho presentato e che è stato approvato dal Consiglio regionale con l’avallo della Giunta – commenta Sergio Bartoli –, permette di allineare tutte le scadenze previste nel Piano, evitando una data intermedia, quella del 2028, che non appare in nessuna altra previsione del Piano Regionale della Qualità dell’Aria. Il PRQA, infatti, prevede una serie di misure volte rientro delle emissioni entro gli attuali limiti con scadenza 2025 e una seconda serie di prescrizioni, volte ad una ulteriore riduzione degli inquinanti presenti in aria ambiente, con scadenza al 2030, finalizzate al rispetto dei valori, non vincolanti, previsti nell’ambito della Organizzazione Mondiale della Sanità. Le Aziende potranno così pianificare, anche economicamente, gli interventi necessari per il nuovo adeguamento entro una scadenza già indicata nella normativa”.
“Il decreto di espulsione per ragioni di sicurezza emesso contro Mohamed Shahin, Imam della moschea Omar Ibn Al Khattab di via Saluzzo a Torino, insieme all’arresto di Don Ali, il cosiddetto capo dei maranza, ricorda che a Torino esiste ancora la legge. Da una parte c’è il Governo che fa rispettare le norme, dall’altra c’è il sindaco Lo Russo che continua a flirtare ambiguamente con gli ambienti anarchici, autonomi e pro Palestina legati ad Askatasuna. Ognuno sceglie da che parte stare: noi staremo sempre dalla parte della legalità e della sicurezza dei cittadini. Per questo, dopo questa espulsione, torniamo a lanciare un appello sulla realizzazione del più grande centro islamico con moschea nel quartiere Aurora, a Torino. La cacciata dell’Imam per le sue posizioni di favoreggiamento del terrorismo islamico deve suonare per tutti come un campanello d’allarme”. Lo dichiarano il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretari provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.
BEINASCO, PIANEZZA, CUMIANA E VIGONE
Ieri Giovanni La Valle, Direttore dell’Asl To3, ha scritto ai quattro Sindaci e alla Giunta regionale per comunicare la fine di un’esperienza virtuosa iniziata vent’anni fa.
26.11.2025 – Sotto la scure della spending review dell’assessore regionale Riboldi finiscono anche le 4 storiche case della salute della nostra Regione, nate vent’anni fa a Beinasco (Borgaretto), Pianezza, Cumiana e Vigone. Questa è la sanità in salsa Fratelli d’Italia: invece di estendere all’intera Regione il modello sorto nell’Asl To3 e diventato presto un fiore all’occhiello delle cure di prossimità, si tagliano i fondi e si cancella tutto, nascondendosi dietro alla necessità di introdurre il nuovo modello delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali).
Le Case della Salute rappresentavano un modello sanitario perché consentivano ai medici di dedicarsi all’attività clinica e delegare a segreterie e infermieri le altre attività.
Qualcuno spieghi a Riboldi che la spending review per risanare i conti malati della sanità piemontese non si fa tagliando la sanità territoriale, ma verificando la spesa farmaceutica e gli appalti per pannoloni e altri dispositivi sanitari.
Riboldi sta tagliando presidi territoriali fondamentali come Via del Ridotto e Via le Chiuse a Torino, ed ora Vigone, Cumiana, Beinasco e Pianezza. A giugno avevamo esultato per il rinnovo della convenzione delle 4 case della salute con l’Asl To3 fino a fine anno, nelle more della trasformazione in AFT. La Valle aveva assicurato che a tutto il personale, anche dopo la nuova scadenza di fine anno, sarebbe stata garantita la continuità contrattuale. Il contributo ASL (che era su base pro capite, cioè 7,5 euro pro capite all’anno) a giugno era stato trasformato in un contributo su base progettuale e lievemente ridotto perché alcuni servizi sarebbero stati svolti direttamente dall’Asl. In prospettiva, era stato detto, la casa della salute di Vigone sarebbe diventata una casa della comunità “hub”, mentre le case della salute di Cumiana, Pianezza, Borgaretto e anche Collegno sarebbero diventate case della comunità “spoke”.
Ieri invece è arrivata la retromarcia.
Un modello che ha fatto da apripista in Piemonte cessa di esistere. È un segnale drammatico non solo per l’Asl To3, ma anche per tutte altre buone pratiche che abbiamo ragione di credere verranno presto tagliate.
Monica CANALIS – consigliera regionale PD
“Torino diventa laboratorio della droga istituzionale”
“Quello che temevamo è accaduto: nonostante gli allarmi, le denunce, i numeri drammatici sul consumo di stupefacenti, la Circoscrizione 7 ha dato via libera alla famigerata stanza del buco. Altro che contrasto alla droga: qui siamo alla sua istituzionalizzazione, con il timbro ufficiale della politica e della sinistra. Mentre i quartieri chiedono sicurezza, legalità e presìdi delle Forze dell’Ordine, la maggioranza risponde offrendo un luogo protetto dove bucarsi in tranquillità. È una resa ufficiale, politica e morale.” Così Roberto Ravello, vice capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale del Piemonte.
“Colpisce – e indigna – che a guidare questa operazione sia proprio chi dovrebbe difendere il territorio. Il presidente di Circoscrizione Luca Deri arriva addirittura a raccontare che così si ‘riduce il danno’ e si ‘agganciano’ le persone verso la disintossicazione. La realtà – continua Ravello – è l’esatto opposto: si manda un messaggio devastante, soprattutto ai più giovani, normalizzando l’idea che la droga sia un elemento con cui convivere, da gestire in spazi dedicati anziché da combattere con ogni mezzo. La chiamano stanza del consumo consapevole, ma l’unica consapevolezza è quella della sconfitta: si rinuncia alla prevenzione, si umilia il lavoro delle Forze dell’Ordine, si insultano le famiglie che ogni giorno lottano contro il dramma della tossicodipendenza.”
“Torino è già tra le prime città d’Italia per uso di stupefacenti, le piazze di spaccio sono sotto gli occhi di tutti, interi quartieri sono ostaggio della droga e cosa fa la sinistra? Decide di offrire un tetto ‘legale’ al consumo. Altro che politiche ‘insufficienti’, come dice Deri: qui siamo alle politiche sbagliate, pericolose, complici di un sistema che trasforma una piaga sociale in un servizio quasi para-sanitario. Fratelli d’Italia – conclude Ravello – non si rassegnerà mai a questa deriva. La droga non è un diritto da esercitare in un salottino protetto, è un dramma da estirpare. Chi oggi brinda per l’approvazione di questa mozione si assume la responsabilità di un segnale gravissimo: dire ai nostri giovani che le Istituzioni, invece di tirarti fuori dall’inferno, ti accompagna fino alla siringa. L’apoteosi della follia”.
“Servono investimenti adeguati. Stiamo lavorando per servizi più efficienti e accessibili, indipendentemente dal fatto che si viva in città, in cintura o nelle aree interne”
Torino, 25 novembre 2025 – «Ascolto e confronto diretto con i territori sono indispensabili per costruire una sanità realmente vicina ai cittadini»: così Sergio Bartoli, Consigliere regionale (Gruppo Lista Civica Cirio Presidente PML) e Presidente della V Commissione – Ambiente, portando il suo saluto, ha aperto l’incontro dedicato al Piano Socio Sanitario Regionale organizzato dal Sindaco di Ozegna, Federico Pozzo, con la partecipazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, e alla presenza di sindaci, amministratori, autorità e professionisti del settore sanitario. Bartoli ha aggiunto che «il Canavese merita attenzione e investimenti adeguati, e stiamo lavorando perché i servizi siano sempre più efficienti e accessibili, a prescindere se uno viva in cintura, in periferia o nel centro città».
Nel dare il benvenuto ai presenti, il sindaco Federico Pozzo ha sottolineato come «sia un onore aver ospitato un momento di confronto così fondamentale per la nostra Regione», ringraziando l’assessore Riboldi per «una disponibilità al dialogo che non è mai scontata» e ribadendo la collaborazione quotidiana con il consigliere Bartoli. Pozzo ha quindi ricordato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul territorio: «La sanità è un pilastro essenziale e il nostro Canavese non deve essere dimenticato: deve essere al centro, insieme a tutte le altre realtà piemontesi, perché la salute è un diritto che deve essere garantito a tutti, a prescindere da tutto».
L’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi ha illustrato le linee principali del nuovo Piano, ricordando come «questo momento di confronto sia nato da un lavoro comune e condiviso». Ha spiegato che «il Piano è il risultato di un lavoro approfondito, sviluppato insieme all’assessore alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, con l’obiettivo di modernizzare la rete dei servizi e ridurre le disuguaglianze». Riboldi ha inoltre assicurato che «già nel 2026 saranno visibili i primi risultati concreti» e ha confermato che il dialogo con i territori continuerà, perché «la sanità deve essere realmente universale e accessibile a tutti, senza distinzione di area geografica».