politica

Askatasuna, Scanderebech: “Si apra un bando serio rivolto a soggetti diversi”

L’INTERVENTO DELLA CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA A PALAZZO CIVICO

«Se si procederà con un nuovo bando per l’assegnazione dell’immobile, la richiesta minima e sensata è che non venga rivolto nuovamente ai soggetti che hanno eluso il Patto di Collaborazione. Quei soggetti hanno fallito miseramente, lasciando l’immobile ancora occupato.
Chiediamo quindi che vengano individuati soggetti diversi, perché non siamo disposti a tollerare ulteriori sprechi di risorse pubbliche. In caso contrario, la responsabilità dovrebbe ricadere direttamente sul Sindaco e sulla sua maggioranza, anche a livello economico sul bilancio della Città.
Per mesi ci è stato detto che non credevamo nella possibilità che il Patto potesse andare in porto; per una volta, il Sindaco metta davanti l’interesse collettivo della città, restituendo l’immobile a un’associazione credibile, senza soggetti che direttamente o indirettamente si rifacciano ad Askatasuna.
Chiediamo l’apertura di un bando serio, con finalità sociali, anche a livello europeo. Un sistema di punteggi potrebbe valorizzare progetti che coinvolgano la popolazione anche quella palestinese e gli studenti presenti in città, prevedendo, ad esempio, la possibilità di destinare parte dello spazio all’accoglienza di profughi palestinesi o di famiglie i cui bambini sono stati ricoverati nei nostri ospedali cittadini.
Con questo ribadiamo il nostro impegno per la causa palestinese: non si tratta di una provocazione, come sostenuto da alcuni media, ma basta con il “gioco delle tre carte”. Piena solidarietà agli agenti feriti e ferma condanna agli atti di violenza.
E ci auguriamo che il Sindaco prenda le distanze da chi all’interno della sua Giunta contraddice la sua volontà di recedere il Patto e batte cassa forse per rimanere all’interno della coalizione affinché lo stesso Patto riparta con i medesimi soggetti coinvolti.
Infine, ringraziamo il Sindaco per aver respinto, in aula lo scorso lunedì, la mozione di accompagnamento al DUP che chiedeva la revoca del Patto e per aver dato seguito, a distanza di sole 60 ore, a quanto richiesto.
Sindaco, si dimetta, ha fallito. Ma ha vinto la legalità dopo 29 anni!».

Pompeo (PD): “Sul nuovo ospedale di Cambiano servono garanzie immediate”

“La bocciatura del mio odg è un grave errore, la Giunta si assume una responsabilità pesante verso i territori di Moncalieri, Chieri e Carmagnola”

22 dicembre 2025 – “Il nuovo ospedale unico di Cambiano rappresenta un investimento importante, ma non può diventare un salto nel buio per tre territori che, oggi, possono contare su presidi fondamentali per l’emergenza e l’urgenza. Per questo avevo presentato un ordine del giorno collegato al PSSR, che purtroppo la maggioranza ha scelto di bocciare senza fornire alcuna garanzia concreta” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo, esprimendo forte preoccupazione per la decisione assunta dal Consiglio regionale.

“Il mio atto di indirizzo chiedeva alla Giunta di impegnarsi a garantire i livelli di tempestività nell’erogazione dei servizi di emergenza e urgenza sanitaria previsti dal decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992, nei territori di Chieri, Carmagnola e Moncalieri quando saranno sostituiti dall’Ospedale Unico di Cambiano. Parliamo di due DEA e un Pronto Soccorso che oggi assicurano interventi tempestivi a oltre 310 mila abitanti. Il trasferimento di tutte le attività nel nuovo ospedale rischia di allungare i tempi di risposta, in contrasto con gli standard nazionali che prevedono interventi entro 8 minuti in area urbana e 20 minuti in area extraurbana. La Giunta ha scelto di ignorare questo rischio” prosegue Pompeo.

“La maggioranza ha respinto anche la richiesta di chiarire il destino degli edifici che oggi ospitano i tre ospedali, e di valutarne la trasformazione in Ospedali di Comunità, Case di Comunità, Unità di Continuità Assistenziale o altre strutture territoriali, come previsto dal DM 77/2022. È inaccettabile che interi territori possano essere privati di punti di riferimento essenziali senza un piano chiaro, trasparente e condiviso. La Regione non ha saputo dire se intenda mantenere attivi i DEA e il Pronto Soccorso fino alla piena operatività del nuovo ospedale, né quali servizi resteranno radicati nelle comunità locali. Sono in gioco la salute e la sicurezza di centinaia di migliaia di cittadini” incalza la Consigliera dem.

“Serve una programmazione seria, non slogan. I sindaci, gli operatori sanitari e i cittadini meritano risposte precise e soluzioni strutturali, non l’ennesimo rinvio. La bocciatura del mio odg è un segnale preoccupante: continueremo a vigilare perché la riorganizzazione dell’ASL TO5 non si traduca in un depauperamento dei servizi. La Giunta oggi ha perso un’occasione per dare certezze ai territori” conclude Pompeo.

Gli emendamenti di Bartoli: “Un Pssr più equo e concreto”

“SANITÀ PIÙ VICINA AI CITTADINI E AI TERRITORI”

Piano Socio-Sanitario 2025–2030

«Una sanità che non chiede ai cittadini di adattarsi ai servizi, ma servizi che si adattano alle persone e ai territori».
Con questo obiettivo il Consigliere regionale Sergio Bartoli ha presentato un pacchetto di emendamenti al Piano Socio-Sanitario Regionale 2025–2030, approvati in Aula, per rafforzare la sanità territoriale e ridurre le disuguaglianze, in particolare nei Comuni periferici, montani e a bassa densità abitativa.

Gli emendamenti intervengono su più fronti, con un filo conduttore chiaro: equità territoriale, prossimità delle cure, innovazione sostenibile e coinvolgimento delle comunità locali.

Tra i principali contenuti:
• modelli di sanità che va incontro ai cittadini, con unità mobili, ambulatori itineranti, telemedicina e diagnostica di prossimità;
• rafforzamento del ruolo dell’Infermiere di Famiglia e Comunità;
• potenziamento dei servizi di salute mentale nei territori periferici;
• introduzione di percorsi riabilitativi innovativi basati sulla neuroplasticità, come il Metodo Feldenkrais;
• maggiore coinvolgimento dei Comuni e dei Consorzi socio-assistenziali nella programmazione dei servizi;
• definizione di una governance chiara per Case della Comunità, COT e Ospedali di Comunità;
• prenotazioni più semplici, con il supporto diretto del medico per anziani e persone fragili;
• introduzione sperimentale dell’Autopsia Virtuale (Virtopsy), tecnologia già utilizzata in Europa, più rapida, più precisa e rispettosa, riconosciuta anche a supporto delle attività della magistratura.

«Si tratta di emendamenti che non comportano nuovi oneri finanziari – sottolinea Bartoli – ma che rendono il Piano più concreto, moderno e vicino ai bisogni reali dei cittadini».

Un ringraziamento all’Assessore alla Sanità Federico Riboldi e a tutto il suo ufficio per la disponibilità e il confronto costante, al gruppo della Lista Civica Cirio Presidente e a tutti i Consiglieri regionali che hanno condiviso e approvato gli emendamenti, dimostrando che sulla sanità si può e si deve lavorare insieme.

Askatasuna, Blengino (Radicali): violenze inaccettabili

“Gli scontri messi in atto da settori dei centri sociali torinesi dopo lo sgombero di Askatasuna sono inaccettabili. Nell’esprimere piena solidarietà agli agenti rimasti feriti, non possiamo che registrare con preoccupazione la reazione di una parte della sinistra, incapace di distinguere tra conflitto politico e violenza organizzata.
Askatasuna è stata coinvolta più volte in azioni squadriste, dall’assalto alla sede de La Stampa fino a episodi di sabotaggio di infrastrutture. Non si tratta di dissenso, ma della messa in scena di un immaginario violento, che nulla ha a che vedere con la libertà di espressione o con la critica democratica. Sarebbe un errore gravissimo confondere la battaglia contro un Governo illiberale, come quello guidato da Giorgia Meloni, con la legittima e doverosa azione di sgombero nei confronti di chi gioca a fare il terrorista, utilizzando la violenza come linguaggio politico”. Così Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani.

Giachino (UDC): Ieri una bruttissima giornata per Torino”

“Pesante sconfitta della Amministrazione Comunale. Torino non è scesa in piazza contro chi aveva assaltato La Stampa e in piazza sono scesi coloro che l’hanno assaltata”

Caro Direttore,
Scrivo a Te per dirlo anche alla politica democratica e all’associazionismo torinese.
Ieri è stata una bruttissima giornata per Torino , sconfitta la Amministrazione comunale che tentava un accordo con quelli di ASKATASUNA , spinta da un ex magistrato molto vicino alla lotta dei No Tav e da alcuni esponenti del sindacato e della sinistra .
Torino non è scesa in piazza dopo l’assalto a La Stampa e dopo il blocco delle stazioni ferroviarie  e invece sono scesi in piazza coloro che hanno assaltato La Stampa e che hanno bloccato le stazioni ferroviarie.  Nessuno può tirarsi fuori perché abbiamo visto tutto e ascoltato tutto sui video in diretta del Corriere della Sera o di Torino Cronaca .
Ai microfoni degli organizzatori si sono alternati i portavoce di Askatasuna che hanno urlato chiaramente il loro programma a partire dal “non abbiamo delegato a quattro politici di strapazzo le decisioni sul nostro futuro” a “non abbiamo paura di far paura”.
Far aprire il corteo da un gruppo di genitori con bambini era chiaramente una messa in scena perché la ideologia di chi ha per vent’anni occupato Askatasuna e’ una ideologia alternativa e antisistema che si è rafforzata in tanti anni di battaglie dove era possibile farle in particolare contro il cantiere della TAV. La lentezza dei lavori ha aiutato di fatto la lotta di Askatasuna e l’ha fatta assurgere a simbolo nazionale. Ieri la guida la avevano ragazzi che quando ci fu la prima opposizione alla TAV erano appena nati o andavano alle elementari. Il tentativo di legalizzare Askatasuna li ha aiutati tantissimo a crescere . Così come avere in tutta Italia 125 occupazioni di stabili rischia di diventare una miscela esplosiva .  Governare una Città o un Paese è un compito difficile e la sinistra ha fallito . La regola è che se si tratta si sospende la lotta . Qui trattavano e nel frattempo i ragazzi di Askatasuna continuavano ad assaltare il cantiere italiano della TAV e partecipando ai cortei dei pro PAL li usavano per bloccare stazioni ferroviarie  fino all’assalto a La Stampa. Il fallimento della Amministrazione ieri è stato sublimato dalla partecipazione di un assessore comunale , di una consigliera regionale e di altri esponenti politici e sindacali al corteo conclusosi con l’assalto alle forze dell’ordine a fianco a fianco con ragazzi che denti gli zaini avevano pietre, bombe carta etc.
Dopo 32 anni di amministrazioni di sinistra Torino non solo e’ impoverita e ancora in cerca di un futuro ma ha lasciato crescere un movimento antagonista che ormai è una guida a livello nazionale. Un movimento antagonista che se ne frega dei nuovi poveri, dei quartieri periferici dove sono cresciuti  il degrado e la insicurezza. Un Movimento  che ora alla lotta alla Tav aggiunge la lotta contro il settore dell’aerospazio e della difesa. In altri tempi la sinistra democratica avrebbe chiesto le dimissioni alla Giunta comunale. E’ evidente che Torino deve voltare pagina con una nuova Amministrazione che rilanci la economia e il lavoro , la risposta migliore ai problemi sociali.
Ora si capirà quanto fu importante la mia iniziativa che portò il  10 Novembre 2018 alla grande Piazza Castello SITAV con la quale senza insultare o spaventare nessuno salvammo l’opera più importante per il futuro di Torino e del Paese.  Non è il momento delle auto candidature a guidare alla Città, e’ il momento di chiamare a raccolta la stragrande maggioranza dei torinesi che non vuole fare paura a nessuno , che vuole fare uscire la Città dal declino e vuole costruire un futuro migliore per tutti i torinesi a partire dai ragazzini che ieri erano in testa al corteo , per gli abitanti di Vanchiglia , di Barriera, Aurora, Mirafiori.
Mino Giachino
UDC Torino

Askatasuna, AVS-SE: “Siamo con la Costituzione antifascista”

 

In difesa di uno spazio della cittadinanza e di un percorso di solidarietà.

“Oggi migliaia di cittadini e cittadine si sono mobilitati per difendere uno spazio comune dalla repressione che questo Governo vuol far passare per tutela della sicurezza pubblica.

Tra di loro c’eravamo anche noi, non solo come rappresentanti delle istituzioni, ma anche come cittadini antifascisti che credono in un futuro diverso rispetto alla deriva autoritaria in cui ci sta trascinando il Governo.

Siamo fradici per gli idranti che ci hanno lavati mentre percorrevamo via Vanchiglia pacificamente, amareggiati per l’esito della giornata, frutto dello sgombero e di un clima di tensione e paura alimentato dalla militarizzazione del quartiere di Vanchiglia, voluta dal Governo.

Ogni violenza e provocazione per noi è sbagliata.

Restiamo fermamente convinti che non ci sia alternativa alla prosecuzione di un percorso collettivo e partecipato sullo spazio di corso Regina 47.

L’Assessore Jacopo Rosatelli non deve difendersi da niente: lui, come tutti noi, sta dalla parte della Costituzione, agisce alla luce del sole, con trasparenza e coerenza, mentre chi chiede le sue dimissioni partecipa a missioni oscure in Donbass a sostegno di regimi autoritari, ed è fra coloro che vogliono una Torino militarizzata e cercano sempre, scientemente, di alimentare e accrescere la tensione” – lo dichiarano il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la Capogruppo di AVS alla Regione Piemonte, Alice Ravinale, e la Capogruppo di SE al Comune di Torino, Sara Diena.

Askatasuna, perchè la sinistra tollera la violenza?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

.
C’è un aspetto che, francamente, rischia di diventare sempre di più un mistero fonte di
contraddizione e ambiguità. E cioè, ma com’è possibile che di fronte alla decisione di smantellare
– scelta purtroppo tardiva – del centro sociale torinese Askatasuna la sinistra torinese, o meglio la
stragrande maggioranza della sinistra torinese e anche nazionale, contesta la scelta degli
organismi istituzionali preposti di fronte ad un centro sociale che in questi anni si è contraddistinto
per una feroce ed inaudita violenza che ha messo in campo? A livello torinese, piemontese e
soprattutto sul versante nazionale?

Ora, il tema della discordia è molto semplice. Da un lato abbiamo un centro sociale che è tutt’altro
che un centro di socializzazione, di elaborazione culturale, di promozione politica, di convivialità
democratica o di approfondimento tematico. Si tratta, come tutti sanno – ma proprio tutti a Torino
e in Piemonte – di un luogo che soprattutto esercita e pratica la violenza. Una violenza brutale che
viene scagliata a viso aperto contro tutto ciò che si ritiene che possa anche solo minimamente
ostacolare l’azione di questo sedicente centro sociale.

E qui veniamo al punto politico di fondo. E cioè, se è comprensibile che il partito del trio
Fratoianni/Bonelli/Salis difenda a spada tratta tutti i centri sociali disseminati in Italia – essendo il
partito, appunto, che è il prolungamento di quelle esperienze cosiddette sociali – stupisce che
altre forze di sinistra, a cominciare dai 5 stelle e da alcuni settori del Pd, contestino una scelta del
genere o, peggio ancora, continuino tutto sommato a difendere una esperienza come quella di
Askatasuna. Certo, si tratta di un atteggiamento politico ben noto e che non si ferma alla vicenda,
peraltro complessa e drammatica, del centro sociale torinese. Perchè, purtroppo, c’è un nodo
irrisolto nel rapporto tra la sinistra, soprattutto l’attuale sinistra italiana, e il tema della sicurezza,
della tutela della legalità, della difesa del ruolo e della mission delle forze dell’ordine e, in ultimo,
della garanzia per i cittadini di poter vivere in un clima di pace e di sicurezza pur nel rispetto di
tutto ciò che è sinonimo di dissenso, di manifestazioni di piazza e di contestazione politica. Ed è
un nodo, questo, che continua ad attraversare l’universo della sinistra italiana nelle sue multiformi
sfaccettature e che non trova soluzione. E la drammatica situazione del centro sociale torinese,
uno i tra i più violenti e spietati a livello nazionale di quella galassia, non fa altro che riproporre
questa eterna contrapposizione. E cioè, da un lato una difesa sperticata di chi garantisce in tutte
le forme possibili l’ordine pubblico e, dall’altro, coloro che mettono sistematicamente in
discussione ogni scelta che punta deliberatamente a garantire e a ricercare la sicurezza dei
cittadini. Su questo versante, non ci possono essere visioni ideologicamente contrastanti. Perche
il nostro paese ha già conosciuto in un triste passato le contraddizioni di una parte politica che ha
sostanzialmente minimizzato tutto ciò che era riconducibile alla violenza. Speriamo sia una lezione
che nessuno possa o debba dimenticare. Soprattutto nel campo della sinistra estremista,
ideologica e massimalista.

Partito Liberaldemocratico: Askatasuna, decisioni giuste al momento sbagliato

Il Partito Liberaldemocratico di Torino, il Segretario provinciale Francesco Aglieri Rinella esprimono
preoccupazione per la gestione del caso Askatasuna di questi giorni.
«Lo sgombero di Askatasuna, il corteo e le violenze di ieri sera dimostrano anzitutto una cosa», ha
dichiarato il segretario provinciale, «lo scontro tra centro destra e centrosinistra, anche a livello
locale, genera cortocircuiti dannosi per tutti: entrambe le fazioni hanno preso la decisione giusta al
momento sbagliato. Da un lato abbiamo il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo che corregge solo ora
la decisione di collaborare con una realtà che da trent’anni penalizzava l’immagine di Torino e
vandalizzava proprietà pubbliche. Dall’altro abbiamo un governo e un ministro degli interni che
decidono di mettere in atto solo ora lo sgombero per danneggiare Lo Russo e la sua giunta. La
risoluzione di Piantedosi di sgomberare Askatasuna a pochi giorni dal Natale, nel week end che per
il commercio di prossimità rappresenta buona parte dei profitti dell’anno, danneggerà i
commercianti e cittadini dei quartieri limitrofi».
Il Partito Liberaldemocratico di Torino prende quindi atto delle conseguenze dannose della politica
di contrapposizione fra i due poli: 10 agenti feriti con pietre e bottiglie, scuole di quartiere chiuse e
i leader di Askatasuna che minacciano di invadere le strade nel periodo in cui la cittadinanza fa gli
acquisti di Natale. «I cittadini sono esasperati dai danni alle loro proprietà, agli immobili, alle
automobili e agli esercizi commerciali», continua Francesco Aglieri Rinella, «e sono stati frustrati sia
dalla proposta di accettare possibili collaborazioni con i responsabili di tali danni, sia dalla tempistica
con cui il Governo ha scelto di agire. Mentre la sede di Reale Mutua in Corso Siccardi si barrica
temendo i disordini dei prossimi giorni, noi ribadiamo con forza che la continua contrapposizione
tra destra e sinistra genera solo errori, e che le decisioni vanno prese non contro la parte politica
avversa, ma nell’interesse dei cittadini, e quindi al momento giusto».

Askatasuna: “Oggi Rifondazione in piazza”

Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino ha dichiarato:
“Oggi Rifondazione Comunista parteciperà alla manifestazione di Protesta contro la chiusura del Centro Sociale Askatasuna di Torino.
Come abbiamo già detto nei giorni scorsi consideriamo lo sgombero voluto dal governo e condiviso dal sindaco di Torino un atto demente che trasforma un problema politico in un problema di ordine pubblico. Non a caso oggi i media di regime già prevedono una manifestazione con scontri di piazza e cioè si apprestano a raccogliere esattamente i frutti mefitici che il governo vuole generare con la sua azione demente.
Il motivo di questo accanimento è assai semplice: a Torino in questi mesi vi è stata una fortissima mobilitazione contro il genocidio del popolo palestinese. A queste mobilitazioni ha partecipato uno schieramento sociale molto ampio. Il governo ha cercato una prima volta di bloccare lo sviluppo del movimento e di trasformarlo in un problema di ordine pubblico con l’arresto dell’Imam Mohamed Shahin.
Grazie alla mobilitazione popolare che ha visto in prima file varie autorità religiose, questo tentativo non è riuscito e la Magistratura ha impedito – per ora – la deportazione di Mohamed evidenziando che il governo si era mosso con puro spirito repressivo e non certo nel rispetto delle regole.
Dopo questa vittoria politica e nonviolenta del movimento contro la guerra torinese e italiano il governo ha allora deciso di sgomberare Askatasuna e di bastonare la prima manifestazione spontanea di protesta. Il governo in altri termini, non riuscendo ad averla vinta in termini politici sul movimento, è alla ricerca dello scontro, ben sapendo che questa è la strada migliore per ridurre la partecipazione e isolare le mobilitazioni di piazza.
Per questo oggi saremo in piazza a protestare, a mani nude e non violenti come sempre, perché pensiamo che il tentativo del governo vada respinto e che Torino merita di meglio di questa riedizione del periodo scelbiano.
Infine, il sindaco, se si è pentito della connivenza con il governo Meloni nello sgombero di Askatasuna, faccia un atto politico chiaro: venga alla manifestazione ed esprima in questo modo la scelta del dialogo”.
cs