politica

Viglione, il socialista che amava il Piemonte

Il primo dicembre del 1988 perdeva la vita Aldo Viglione, vittima di un incidente stradale nei pressi di Moncalieri  Tra i tanti protagonisti del primo mezzo secolo della Regione un posto di rilievo spetta senz’altro a lui. Cuneese di Morozzo, socialista d’antico stampo, è stato come si usava dire un tempo un “politico di razza” dotato di realismo, grande concretezza e spiccata personalità. Un piemontese a tutto tondo, fiero della sua origine, capace di far emergere nella sua “piemontesità” non il sentimento campanilistico, ma la ferrea convinzione della capacità della regione e della sua gente di poter ancora “fare” la sua storia con dignità e coraggio. E tutto ciò riassumeva lo spirito che l’accompagnò nel far conoscere l’istituzione regionale, il suo ruolo, le competenze. Un impegno che fu tragicamente interrotto a sessantacinque in quella tragica notte di 37 anni fa.  Il Piemonte che auspicava Aldo Viglione era un territorio “forte della sua storia e del suo carattere; presente, attivo, partecipe e propositivo nell’ambito nazionale proprio attraverso la Regione”. Una personalità forte, attiva, profondamente antifascista. Teneva molto alla sua esperienza da partigiano sui monti del Cuneese, in valle Grana con Duccio Galimberti e Ignazio Vian. Era ancora studente in Giurisprudenza quando, tre giorni dopo l’annuncio dell’armistizio, raggiunse la Val Pesio e, col nome di battaglia di “Aldino”, divenne partigiano della Brigata Val Grana. “Aldino” si distinse subito tra i suoi compagni di lotta, tanto che il 15 dicembre 1944 ricevette il delicato incarico di commissario della Brigata Val Pesio della III Divisione Alpi. Mantenne la sua funzione sino alla Liberazione, anche se il 17 dicembre fu catturato durante un rastrellamento dai nazifascisti. Imprigionato nei Forti di Nava il giovane Viglione riuscì ad evadere dopo dieci giorni di carcerazione e a tornare alla testa della sua formazione. Nel 1945 alla Liberazione, si iscrisse al Partito Socialista che rimase per sempre il “suo” partito. Nel 1946 conseguì la laurea in Giurisprudenza, iniziando la professione forense. Quasi in contemporanea si dedicò all’impegno politico e amministrativo. Dopo l’elezione nel consiglio comunale di Boves, città simbolo della Resistenza piemontese e italiana, Aldo Viglione fece parte dell’amministrazione della “provincia Granda” che lo vide tra i protagonisti, appassionato e presente. Dal 1969 al 1972 venne eletto segretario della Federazione provinciale socialista di Cuneo. In quel periodo avvenne quello che potremmo definire il “grande incontro” con la neonata Regione. Eletto fin dalla prima legislatura, per diciotto anni – dal 1970 al 1988 – ricoprì varie cariche, identificando la sua stessa vita con l’Istituzione regionale. Nominato assessore della prima giunta regionale, divenne nel 1973 presidente del consiglio regionale. Nel quinquennio 1975-1980 fu chiamato a presiedere la Giunta di Palazzo Castello proprio nella fase di decollo dell’Ente, negli anni in cui si portava a compimento il trasferimento delle funzioni dallo Stato previste dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del luglio 1977. Per la Regione Piemonte furono gli anni della Legge di Riforma urbanistica, del primo Piano di sviluppo regionale, del Piano sanitario, dell’istituzione dei Parchi regionali, intesi come reale patrimonio della collettività, di una mirata politica del patrimonio che portò all’acquisizione di ville e dimore storiche come Palazzo Lascaris e i Castelli di Rivoli e Ivrea. In quel tempo, insieme a Dino Sanlorenzo e tanti altri, Aldo Viglione si impegnò a fondo sul versante della difesa della nostra democrazia negli anni bui del terrorismo. Se il nostro Paese è riuscito a sconfiggere il terrorismo molto deve a quegli uomini, tra i primi ad intuire che per isolare i violenti bisognava discuterne con la gente, mobilitare le forze sane, fare appello ai cittadini. Lo storico Giuseppe Tamburrano lo ricordò così, a dieci anni dalla morte: “Aldo Viglione è morto sul campo: in un incidente d’auto, reduce da una delle sue innumerevoli visite nei paesi, nei villaggi, nelle comunità del suo amato Piemonte, ove si recava, non solo per adempiere i suoi doveri di rappresentante delle popolazioni locali, ma vorrei dire soprattutto per rispondere ad un suo fortissimo bisogno di essere tra la sua gente, parlare con loro, sentire dalla loro viva voce le riflessioni, i suggerimenti, le attese, le critiche e trovare per tutti, non solo una parola buona, ma una parola giusta”. Un ritratto fedele di quello che fu un “autentico uomo del popolo di stampo antico” che con una punta di orgoglio ricordava di aver visitato tutti i 1206 comuni del Piemonte. Un uomo che seppe salire al più alto livello del potere locale e regionale dimostrando le sue qualità di amministratore senza mai dimenticare “le sue terre”. Come disse ancora Tamburrano è probabile che Viglione si sarebbe riconosciuto volentieri in questa frase di Pietro Nenni: “Vorrei che alla mia morte i lavoratori dicessero: è morto uno come noi, uno di noi”.

Marco Travaglini

Magliano (Lista Cirio): “Libertà educazione: positivo esaurimento  graduatoria Voucher”

La Regione Piemonte anche quest’anno ha destinato risorse aggiuntive ai Voucher scuola, finanziando tutte le 4.579 domande per il Voucher A “iscrizione e frequenza” da utilizzare nelle scuole paritarie primarie o secondarie di primo e secondo grado, come richiesto anche dall’Ordine del Giorno “Voucher scuola tipo A: la Regione garantisca la piena libertà di educazione”, primo firmatario Silvio Magliano, Capogruppo della Lista Civica Cirio Presidente PML, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 7 ottobre.

«Ringrazio l’Assessore Chiorino e la Giunta per aver dato riscontro a tutte le 4.579 richieste ammesse in graduatoria per il Voucher “Iscrizione e frequenza”, come previsto anche dal mio Ordine del Giorno – commenta Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio regionale -; mi stupiscono, sempre e ancora, le polemiche strumentali che contrappongono questo Voucher a quello legato all’acquisto di libri e servizi per il diritto allo studio: un conto la libertà di educazione, garantita dalla Legge che definisce le scuole paritarie come parte integrante del sistema scolastico pubblico; altra cosa, invece, è parlare di diritto allo studio. Pensare di contrapporre due diritti mi sembra una posizione difficile da sostenere. Continueremo a lavorare con l’Assessore Chiorino per mettere in campo azioni che rendano sempre più chiara la differenza tra le due misure».

I Voucher scuola sono uno strumento per sostenere chi ha figli in età tra i 6 e i 21 anni che devono ancora conseguire un titolo di studio. Per il finanziamento totale delle domande per i voucher di tipo A-iscrizione e frequenza, la Regione ha stanziato 6 milioni e 394 mila euro. Delle 4.579 domande Voucher A finanziate, 1.211 appartengono a famiglie con una fascia ISEE sotto i 10.000 euro. Sono invece 2.022 quelle nella fascia compresa tra 10.000 e 20.000 euro e 1.346 quelle tra i 20.000 e i 26.000 euro.

Zangrillo al convegno di Forza Italia “La casa al centro”

“La casa rappresenta uno dei temi più importanti per il futuro del Paese – ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo –  difendere la casa significa tutelare la libertà delle persone di vivere in un’abitazione sicura e accessibile. Per questo motivo è fondamentale rafforzare il confronto con istituzioni, associazioni, imprese e cittadini per continuare ad adottare interventi concreti volti a migliorare la vita dei cittadini”.
Nel suo intervento, il ministro ha ricordato il ruolo centrale della Pubblica amministrazione nei processi di rigenerazione urbana: “Una città che cambia necessita di istituzioni capaci di rispondere con tempestività ed efficacia ai bisogni sempre nuovi di cittadini e imprese. Ecco perché la semplificazione delle procedure è una leva decisiva per la crescita delle nostre comunità”.

“Sono circa 400 le procedure semplificate in ambiti chiave come ambiente, energia, turismo e sanità – ha evidenziato il ministro Zangrillo –  proprio questa settimana è stato approvato in via definitiva un disegno di legge che prevede interventi importanti sul fronte della sanità con l’erogazione di alcuni servizi nelle farmacie, su quello della scuola permettendo l’acquisizione dei documenti attraverso una piattaforma unica e per molti altri ancora. Abbiamo uniformato i modelli standardizzati su tutto il territorio, anche per l’edilizia, e avviato un importante progetto di digitalizzazione e interoperabilità dei SUAP, grazie a un investimento di circa 100 milioni di euro”.

L’incontro è stato anche l’occasione per ribadire la posizione di Forza Italia sul valore della casa: “Per noi di Forza Italia, la casa è il cuore della vita familiare e le città sono il luogo in cui si costruiscono relazioni, memoria e futuro – ha concluso il ministro Zangrillo –  Il nostro impegno è assicurare regole certe e servizi sempre più efficienti per cittadini e imprese”.

Mara Martellotta

Giachino: “Aeroporto Torino solo 13°, ma quarta città per abitanti”

L’aeroporto di Torino continua a dare un apporto alla economia cittadina e regionale al di sotto delle sue possibilità. Anche nel 2025 solo tredicesimo in Italia mentre la nostra Città è la quarta per numero di abitanti come dimostra il report.
Mancanza di collegamento con le aree economiche più importanti dalle quali potrebbero arrivare una clientela business. Sovente chi viene a Torino per affari e costretto ad arrivare a Malpensa o Linate pernotta a Milano e a Torino ci viene solo per l’appuntamento business. Tutto questo succede sia perché gli azionisti privilegiano altri aeroporti sia per la scarsa attività fieristica di Torino sia per la assenza di iniziativa da parte del Comune di Torino.
Rilanciare le fiere , i congressi e i collegamenti del nostro aeroporto confrontandoci con gli azionisti tra cui il S. Paolo sarà una delle nostre priorità.
Mino GIACHINO 
Commissario torinese UDC

Sant’Anna, PD: “Non è pianificazione, ma confusione mascherata da modernità’”

1° dicembre 2025 – “La delibera che la Giunta sottopone all’esame del Consiglio regionale non rappresenta una semplice riorganizzazione tecnica, né tanto meno un aggiustamento amministrativo. È un’operazione politica che smantella il progetto sanitario più importante per il Piemonte degli ultimi trent’anni, scaricando il peso di questa scelta sulle categorie più fragili: donne in gravidanza e bambini. Il progetto di trasformare l’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) in un IRCCS autonomo, a cui si aggiunge l’incomprensibile accorpamento con l’Ospedale Sant’Anna, scorporandolo dal futuro Parco della Salute, è un’operazione che solleva gravi criticità economiche, cliniche e organizzative” dichiarano il Consigliere regionale del Partito Democratico Mauro Salizzoni e la Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Gianna Pentenero.

“Dall’analisi del testo si evince chiaramente che si tratta di un paradosso economico e gestionale.
Isolato, costretto a duplicare i costi e a pagare per consulenze che oggi sono gratuite: questo sarà il destino del nuovo IRCCS. Ogni consulenza specialistica fornita dal polo per adulti – dalla neurochirurgia alla diagnostica avanzata – non sarà più una collaborazione interna, ma una prestazione da fatturare, con milioni di euro di costi aggiuntivi. A tutto questo si somma la necessità di ricreare da zero l’intera macchina amministrativa e gestionale, duplicando servizi già centralizzati come informatica, gare, manutenzione, ingegneria clinica e farmacia. Un aggravio di spesa non quantificato e difficilmente sostenibile” spiegano gli esponenti dem.

“Come abbiamo ribadito più volte un ospedale pediatrico non può essere un’isola: ha bisogno di contare sugli specialisti dell’adulto. Separare l’OIRM dal contesto integrato della Città della Salute significa spezzare una rete di protezione che oggi salva vite ogni giorno. In caso di emergenza, ogni minuto perso per trasferimenti e procedure burocratiche può costare una vita. Lo stesso vale per il Sant’Anna: scorporarlo significa indebolire la sicurezza delle pazienti, costrette a percorsi più lunghi e rischiosi. Il confronto con gli altri IRCCS pediatrici è impietoso: l’OIRM registra circa 13.000 ricoveri annui, contro i 30.000 del Gaslini e del Meyer e i 75.000 del Bambin Gesù. L’attrattività da fuori regione è ferma al 6%, contro medie che arrivano al 43%. La Regione Piemonte spende 13,6 milioni di euro per ricoveri fuori regione (mobilità passiva), mentre l’OIRM ne attira solo per 1,88 milioni (mobilità attiva). Anche la casistica trattata non è da polo nazionale: solo il 6% dei ricoveri è ad alta complessità. Nonostante ciò, il progetto chiede nuovi posti letto, nuove sale operatorie e più personale, quando già oggi l’occupazione media è bassa e il rapporto ricoveri/medico è superiore ai benchmark nazionali” aggiungono Salizzoni Pentenero.

“La conseguenza più grave di questa operazione è il rallentamento del Parco della Salute e della Scienza, il vero progetto strategico atteso da anni. Le Molinette attuali sono al collasso strutturale e il Parco rappresenta la risposta a questa emergenza. Lo scorporo, invece, paralizza e ostacola il percorso, moltiplicando tavoli decisionali, diluendo responsabilità e allungando i tempi. Si sta frenando il progetto strategico con un’operazione satellite confusa, costosa e clinicamente pericolosa sottolineano i Consiglieri regionali Pd.

“Quella presentata dal centrodestra non è pianificazione sanitaria, ma confusione amministrativa mascherata da modernità. Il Gruppo Pd chiede che delibera sia subordinata alla preventiva presentazione e approvazione di un Piano attuativo completo, corredato da analisi economico-finanziaria e organizzativa. Prima i dati, poi le decisioni: solo così si tutela davvero la sanità piemontese” concludono Salizzoni e Pentenero.

Mauro SALIZZONI – Consigliere regionale del Partito Democratico

Gianna PENTENERO – Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale

Monopattini e bici in via Piol a Rivoli: raccolta firme di Fdi

In via Piol continuano a sfrecciare biciclette e monopattini a velocità elevatissima, nonostante il divieto vigente. Si tratta di una situazione ormai sotto gli occhi di tutti, che mette quotidianamente a rischio la sicurezza di pedoni, famiglie e commercianti.
È evidente che il fenomeno non si sta risolvendo da solo. Tuttavia, una soluzione esiste ed è concreta: intensificare i controlli, dispiegando le forze dell’ordine sul territorio e procedendo, quando necessario, con le relative sanzioni. Un’azione resa ancora più efficace se accompagnata da un’adeguata risonanza mediatica, in grado di rafforzare il messaggio di legalità e rispetto delle regole.
Accanto all’aspetto repressivo, è però fondamentale un intervento di prevenzione e sensibilizzazione. Per questo riteniamo utile organizzare incontri di educazione civica con la Polizia Locale e le Forze dell’Ordine negli istituti scolastici, affinché le nuove generazioni possano comprendere fin da giovani l’importanza del rispetto delle regole e della sicurezza stradale, valori che oggi sembrano troppo spesso essere messi in secondo piano.
Proprio con questo spirito e con l’intenzione di proporre e diffondere questi contenuti e queste soluzioni che il Circolo di Rivoli di Fratelli d’Italia scende in campo, promuovendo una raccolta firme su un tema sentito e condiviso dai cittadini, che stanno rispondendo in modo eccellente e con grande partecipazione.
Ancora una volta, come già avvenuto per la raccolta firme sulla rotonda di corso Primo Levi, a vincere sono i problemi reali e la volontà concreta di risolverli, non l’ideologia.
Durante questi giorni di raccolta firme, un altro aspetto ci colpisce, ed è quello che, sui temi tecnici, a differenza di quelli squisitamente politici, non importa quale sia la bandiera, l’importante è portare avanti le istanze per cercare soluzioni.
Come al solito è possibile firmare presso i nostri banchetti, contattandoci ad info@fdirivoli.it o 379 186 7072

Nicola Carlone
Coordinatore Circolo
Fratelli d’Italia Rivoli

Testo raccolto
Da Enzo Grassano

Voucher scuola, AVS: “Bene i fondi ma problema di equità, tempi e trasparenza”

Accogliamo positivamente lo stanziamento di ulteriori risorse che hanno permesso di ampliare la copertura del Voucher scuola. Era un passo necessario e lo diciamo da tempo.
Allo stesso tempo, però, molte famiglie ci stanno scrivendo con la stessa domanda, semplice ma inevitabile:
“Com’è possibile che si finanzino integralmente le rette delle paritarie mentre migliaia di studenti delle scuole statali e dei CFP restano esclusi dai contributi per libri, materiale didattico e trasporti?”
Una domanda che nasce dai numeri: per il Voucher A, destinato alle rette delle scuole paritarie, sono state finanziate il 100% delle domande ammesse fino a un ISEE di 26.000 euro, con un importo medio superiore ai 1.500 euro. Per il Voucher B, rivolto agli studenti delle scuole statali e dei CFP per l’acquisto di libri di testo, materiali didattici e trasporto, anche dopo l’iniezione di nuove risorse la copertura si è fermata a un livello molto più basso: sono stati finanziati solo gli studenti con ISEE fino a 8.258 euro. Il risultato è che migliaia di famiglie con ISEE basso, pur pienamente entro la soglia di bando di 26.000 euro, continuano a restare escluse dagli aiuti per le spese scolastiche essenziali.
È anche per evitare questa evidente sproporzione che avevamo presentato l’Ordine del Giorno 368, chiedendo tre interventi chiari: più risorse sul Voucher B, un tetto ISEE più basso per il Voucher A e una graduatoria unica basata sul reddito. Tre misure semplici, che vanno tutte nella stessa direzione: prima si aiutano le famiglie che hanno davvero difficoltà.
Perché chi oggi resta escluso dal Voucher B ha spesso redditi molto basso, 1.000, 1.600 euro al mese, e figli che frequentano la scuola pubblica. Sono famiglie che devono affrontare la spesa dei libri ad agosto, degli abbonamenti ai mezzi a settembre, del materiale didattico a inizio anno: spese che non possono essere rimandate.
A questo si aggiunge un tema decisivo: i tempi di pubblicazione del bando e delle graduatorie. Il bando è stato aperto dal 27 maggio al 27 giugno, ma fino a un mese prima dell’apertura non era stata ancora comunicata alcuna data ufficiale, lasciando le famiglie nell’incertezza. La prima graduatoria è uscita il 12 agosto, quando le scuole avevano già definito l’adozione dei libri e le famiglie si trovavano costrette ad anticipare la spesa per libri e materiali didattici. Il secondo aggiornamento è arrivato il 20 ottobre, quando gran parte della spesa principale era ormai già sostenuta. Solo il 27 novembre è stata raggiunta la copertura totale delle domande ammesse, a quasi fine primo quadrimestre.
Va sottolineato che i voucher non prevedono rimborsi: le famiglie non possono recuperare le spese già effettuate, e i voucher sono vincolati esclusivamente a libri di testo, materiali didattici e trasporti acquistabili dopo l’emissione del voucher stesso. Di conseguenza, la funzione del contributo si riduce drasticamente quando arriva in ritardo rispetto ai tempi reali della vita scolastica.
Infine, c’è un problema di comunicazione: parlare genericamente di “tutte le domande finanziate” senza distinguere tra Voucher A e Voucher B crea confusione e rischia di alimentare false aspettative.
Accogliamo dunque con favore ogni passo avanti, ma continuiamo a chiedere ciò che è doveroso: equità nella ripartizione, tempi compatibili con le esigenze delle famiglie e informazione chiara, completa e trasparente.
Perché strumenti come il Voucher scuola sono davvero efficaci solo quando le politiche pubbliche rispettano i tempi della vita reale, evitando lo scollamento tra decisioni politiche e bisogni concreti delle famiglie.
Alice Ravinale
Valentina Cera
Giulia Marro

Ruffino (Azione): “A Moncalieri serve continuità: sì a Lorenzo Mauro”

“In questi anni Moncalieri è cresciuta, diventando più attrattiva, moderna e sicura. Azione è abituata a lavorare con pragmatismo e per questo motivo, di fronte a risultati evidenti tradotti in opere completate, valorizzazione del centro storico, interventi su cultura, innovazione e servizi, riteniamo opportuno ottenere continuità. È importante, dunque, raccogliere l’eredità dell’amministrazione Montagna attraverso la candidatura di Lorenzo Mauro, proprio perché, di fronte alla sfida per la politica territoriale, abbiamo lo stesso linguaggio e la stessa visione per una città che deve poggiarsi su basi solide e verificabili”.
Così Daniela Ruffino, deputata e segretaria di Azione Piemonte, a sostegno della candidatura di Lorenzo Mauro a sindaco per Moncalieri.
“Da questo approccio, quindi, nasce la decisione di Azione di aderire alla coalizione che si presenterà al voto a Moncalieri. Una scelta che compiamo con senso di responsabilità, dopo aver riscontrato una piena convergenza sui temi che per noi rappresentano gli assi portanti dell’azione pubblica. È fondamentale sapere programmare e non rincorrere le emergenze: ovvero, rigenerare i propri spazi, controllare il consumo di suolo, integrare con coerenza urbanistica, ambiente e mobilità. La coalizione risponde appieno a questa impostazione per noi fondamentale” – osserva la segretaria di Azione Piemonte.
Secondo Ruffino “c’è concordanza anche su tre assi che riteniamo strategici: il sostegno alle imprese, con la valorizzazione delle filiere e il lavoro di sinergia con formazione e ricerca; la coesione sociale, rendendo protagoniste scuola, sanità, cultura e politiche abitative in grado di dialogare con il tessuto urbano; la qualità della governance, intesa come una responsabilità amministrativa basata sulla trasparenza in primis, e sul dialogo con i cittadini. Siamo convinti che Moncalieri possa diventare un polo innovativo e un centro solido, migliorando la qualità della vita dei cittadini”.

Torino, Lega: Lo Russo stracci patto collaborazione con Askatasuna

 “Lo Russo esca subito dall’ambiguità: stracci il patto di collaborazione con Askatasuna, come la Lega chiede sin dall’inizio di questa scellerata decisione, e chieda lo sgombero immediato dell’immobile, che è di sua proprietà e che continua a essere la base operativa della maggior parte delle azioni violente che ormai a Torino si ripetono durante tutte le manifestazioni.” Dichiarano i deputati della Lega torinesi Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto che aggiungono: “L’assalto a La stampa è stato il gravissimo epilogo di mesi di violenze contro le forze dell’ordine, contro un commissariato, passando per i blocchi ferroviari a Porta Susa e Porta Nuova, fino ad arrivare alle devastazioni dei negozi del centro. La città è sotto scacco da parte di antagonisti e centri sociali che da anni godono di una sorta di impunità culturale e politica grazie a chi continua a strizzare loro l’occhio, legittimandoli e normalizzandoli. Servono decisioni nette, a tutela della stampa, dei cittadini, delle forze dell’ordine che ogni giorno difendono il nostro territorio”.

UDC: “Occorre una forte risposta politica alla violenza”

 “La linea dell’amministrazione su Askatasuna è sbagliata”

L’attacco alla sede de La Stampa e’ gravissimo e non può restare senza risposta politica anche perché, la sottovalutazione delle violenze delle ultime manifestazioni, è all’origine degli atti di ieri. I giornali sono un pilastro della democrazia. Bisogna dire basta a tali atti di violenza e richiamare tutte le forze politiche e sociali alle loro responsabilità. L’Udc esprime piena solidarietà a tutti i giornalisti della testata e condanna fermamente chi usa la violenza come strumento di lotta politica. Il confronto libero, il dibattito tra posizioni anche opposte , il rispetto delle opinioni diverse e dell’uomo sono le basi della democrazia e della convivenza civile. Dire basta con forza alla violenza o alla giustificazione della violenza è l’unico modo per ritornare alla convivenza pacifica . Forte critica alle farneticanti affermazioni della Albanese .

Paolo Greco Lucchina, Commissario Regionale UDC
Mino Giachino , commissario cittadino UDC Torino