politica

Voucher scuola, AVS: “Bene i fondi ma problema di equità, tempi e trasparenza”

Accogliamo positivamente lo stanziamento di ulteriori risorse che hanno permesso di ampliare la copertura del Voucher scuola. Era un passo necessario e lo diciamo da tempo.
Allo stesso tempo, però, molte famiglie ci stanno scrivendo con la stessa domanda, semplice ma inevitabile:
“Com’è possibile che si finanzino integralmente le rette delle paritarie mentre migliaia di studenti delle scuole statali e dei CFP restano esclusi dai contributi per libri, materiale didattico e trasporti?”
Una domanda che nasce dai numeri: per il Voucher A, destinato alle rette delle scuole paritarie, sono state finanziate il 100% delle domande ammesse fino a un ISEE di 26.000 euro, con un importo medio superiore ai 1.500 euro. Per il Voucher B, rivolto agli studenti delle scuole statali e dei CFP per l’acquisto di libri di testo, materiali didattici e trasporto, anche dopo l’iniezione di nuove risorse la copertura si è fermata a un livello molto più basso: sono stati finanziati solo gli studenti con ISEE fino a 8.258 euro. Il risultato è che migliaia di famiglie con ISEE basso, pur pienamente entro la soglia di bando di 26.000 euro, continuano a restare escluse dagli aiuti per le spese scolastiche essenziali.
È anche per evitare questa evidente sproporzione che avevamo presentato l’Ordine del Giorno 368, chiedendo tre interventi chiari: più risorse sul Voucher B, un tetto ISEE più basso per il Voucher A e una graduatoria unica basata sul reddito. Tre misure semplici, che vanno tutte nella stessa direzione: prima si aiutano le famiglie che hanno davvero difficoltà.
Perché chi oggi resta escluso dal Voucher B ha spesso redditi molto basso, 1.000, 1.600 euro al mese, e figli che frequentano la scuola pubblica. Sono famiglie che devono affrontare la spesa dei libri ad agosto, degli abbonamenti ai mezzi a settembre, del materiale didattico a inizio anno: spese che non possono essere rimandate.
A questo si aggiunge un tema decisivo: i tempi di pubblicazione del bando e delle graduatorie. Il bando è stato aperto dal 27 maggio al 27 giugno, ma fino a un mese prima dell’apertura non era stata ancora comunicata alcuna data ufficiale, lasciando le famiglie nell’incertezza. La prima graduatoria è uscita il 12 agosto, quando le scuole avevano già definito l’adozione dei libri e le famiglie si trovavano costrette ad anticipare la spesa per libri e materiali didattici. Il secondo aggiornamento è arrivato il 20 ottobre, quando gran parte della spesa principale era ormai già sostenuta. Solo il 27 novembre è stata raggiunta la copertura totale delle domande ammesse, a quasi fine primo quadrimestre.
Va sottolineato che i voucher non prevedono rimborsi: le famiglie non possono recuperare le spese già effettuate, e i voucher sono vincolati esclusivamente a libri di testo, materiali didattici e trasporti acquistabili dopo l’emissione del voucher stesso. Di conseguenza, la funzione del contributo si riduce drasticamente quando arriva in ritardo rispetto ai tempi reali della vita scolastica.
Infine, c’è un problema di comunicazione: parlare genericamente di “tutte le domande finanziate” senza distinguere tra Voucher A e Voucher B crea confusione e rischia di alimentare false aspettative.
Accogliamo dunque con favore ogni passo avanti, ma continuiamo a chiedere ciò che è doveroso: equità nella ripartizione, tempi compatibili con le esigenze delle famiglie e informazione chiara, completa e trasparente.
Perché strumenti come il Voucher scuola sono davvero efficaci solo quando le politiche pubbliche rispettano i tempi della vita reale, evitando lo scollamento tra decisioni politiche e bisogni concreti delle famiglie.
Alice Ravinale
Valentina Cera
Giulia Marro

Ruffino (Azione): “A Moncalieri serve continuità: sì a Lorenzo Mauro”

“In questi anni Moncalieri è cresciuta, diventando più attrattiva, moderna e sicura. Azione è abituata a lavorare con pragmatismo e per questo motivo, di fronte a risultati evidenti tradotti in opere completate, valorizzazione del centro storico, interventi su cultura, innovazione e servizi, riteniamo opportuno ottenere continuità. È importante, dunque, raccogliere l’eredità dell’amministrazione Montagna attraverso la candidatura di Lorenzo Mauro, proprio perché, di fronte alla sfida per la politica territoriale, abbiamo lo stesso linguaggio e la stessa visione per una città che deve poggiarsi su basi solide e verificabili”.
Così Daniela Ruffino, deputata e segretaria di Azione Piemonte, a sostegno della candidatura di Lorenzo Mauro a sindaco per Moncalieri.
“Da questo approccio, quindi, nasce la decisione di Azione di aderire alla coalizione che si presenterà al voto a Moncalieri. Una scelta che compiamo con senso di responsabilità, dopo aver riscontrato una piena convergenza sui temi che per noi rappresentano gli assi portanti dell’azione pubblica. È fondamentale sapere programmare e non rincorrere le emergenze: ovvero, rigenerare i propri spazi, controllare il consumo di suolo, integrare con coerenza urbanistica, ambiente e mobilità. La coalizione risponde appieno a questa impostazione per noi fondamentale” – osserva la segretaria di Azione Piemonte.
Secondo Ruffino “c’è concordanza anche su tre assi che riteniamo strategici: il sostegno alle imprese, con la valorizzazione delle filiere e il lavoro di sinergia con formazione e ricerca; la coesione sociale, rendendo protagoniste scuola, sanità, cultura e politiche abitative in grado di dialogare con il tessuto urbano; la qualità della governance, intesa come una responsabilità amministrativa basata sulla trasparenza in primis, e sul dialogo con i cittadini. Siamo convinti che Moncalieri possa diventare un polo innovativo e un centro solido, migliorando la qualità della vita dei cittadini”.

Torino, Lega: Lo Russo stracci patto collaborazione con Askatasuna

 “Lo Russo esca subito dall’ambiguità: stracci il patto di collaborazione con Askatasuna, come la Lega chiede sin dall’inizio di questa scellerata decisione, e chieda lo sgombero immediato dell’immobile, che è di sua proprietà e che continua a essere la base operativa della maggior parte delle azioni violente che ormai a Torino si ripetono durante tutte le manifestazioni.” Dichiarano i deputati della Lega torinesi Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto che aggiungono: “L’assalto a La stampa è stato il gravissimo epilogo di mesi di violenze contro le forze dell’ordine, contro un commissariato, passando per i blocchi ferroviari a Porta Susa e Porta Nuova, fino ad arrivare alle devastazioni dei negozi del centro. La città è sotto scacco da parte di antagonisti e centri sociali che da anni godono di una sorta di impunità culturale e politica grazie a chi continua a strizzare loro l’occhio, legittimandoli e normalizzandoli. Servono decisioni nette, a tutela della stampa, dei cittadini, delle forze dell’ordine che ogni giorno difendono il nostro territorio”.

UDC: “Occorre una forte risposta politica alla violenza”

 “La linea dell’amministrazione su Askatasuna è sbagliata”

L’attacco alla sede de La Stampa e’ gravissimo e non può restare senza risposta politica anche perché, la sottovalutazione delle violenze delle ultime manifestazioni, è all’origine degli atti di ieri. I giornali sono un pilastro della democrazia. Bisogna dire basta a tali atti di violenza e richiamare tutte le forze politiche e sociali alle loro responsabilità. L’Udc esprime piena solidarietà a tutti i giornalisti della testata e condanna fermamente chi usa la violenza come strumento di lotta politica. Il confronto libero, il dibattito tra posizioni anche opposte , il rispetto delle opinioni diverse e dell’uomo sono le basi della democrazia e della convivenza civile. Dire basta con forza alla violenza o alla giustificazione della violenza è l’unico modo per ritornare alla convivenza pacifica . Forte critica alle farneticanti affermazioni della Albanese .

Paolo Greco Lucchina, Commissario Regionale UDC
Mino Giachino , commissario cittadino UDC Torino

Ma dove il Centro può dettare l’agenda?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Come tutti ben sappiamo, e da sempre, in politica conta chi detta l’agenda politica. E
programmatica. Al di là e al di fuori della stessa forza numerica ed elettorale. Basti pensare ad
alcune correnti, come ad esempio alla sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin nella Dc dove,
malgrado la sua percentuale largamente minoritaria all’interno del partito, riusciva a condizionare
la costruzione del progetto complessivo del partito. O all’esperienza del Ppi di Franco Marini e
altri dirigenti Popolari dell’epoca che parteciparono attivamente all’elaborazione del progetto della
coalizione di centro sinistra al di là, appunto, della forza numerica del partito. E gli esempi si
potrebbero, come ovvio, moltiplicare. Perchè nella politica, come quasi sempre capita anche se
viviamo in un contesto post ideologico e a volte, purtroppo, anche post politico, il “potere delle
idee”, come lo chiamava sarcasticamente Sandro Fontana, continua ad essere non una variabile
indipendente ai fini della credibilità e della levatura della classe dirigente. Politica
amministrativa. A livello locale come a livello nazionale.

Ora, e per venire all’oggi, c’è un aspetto che non possiamo non evidenziare. E cioè, dov’è
possibile per chi crede nel progetto di un Centro riformista e di governo, plurale e autenticamente
democratico e soprattutto per chi vuole praticare una credibile “politica di centro”, riuscire a
dettare l’agenda politica? Pur non essendoci più quel ”potere delle idee” che ha caratterizzato
larga parte delle classi dirigenti dei partiti della prima repubblica. Tuttavia, al netto del
cambiamento profondo della geografia politica italiana, è indubbio che si tratta di un’impresa
quasi impossibile nel campo dell’attuale sinistra italiana. Per ragioni obiettive se non addirittura
oggettive, come è ovvio per chiunque non sia accecato dall’ipocrisia o dalla propaganda. E
questo perchè gli azionisti di maggioranza di quel campo sono semplicemente riconducibili alle
diverse espressioni della sinistra italiana: da quella radicale a quella massimalista, da quella
populista a quella estremista, da quella ideologica a quella classista e pan sindacale. Per il resto,
come si suol dire, c’è posto solo in tribuna per osservare la partita.

Nel campo avverso del centro destra, l’indubbia ed altrettanto oggettiva leadership politica,
carismatica e di governo di Giorgia Meloni è talmente forte e palese che gli altri contributi politici
e culturali sono certamente importanti ma drasticamente ininfluenti ai fini della concreta possibilità
di condizionare il progetto politico complessivo della coalizione alternativa alla sinistra. Chi
sostiene il contrario sa di dire una cosa non vera e neanche oggettiva.

Forse, e sempre restando sull’importanza di dettare l’agenda politica per quanto riguarda il
progetto di un Centro riformista e di governo, forse è arrivato il momento di rileggere e riscoprire
l’iniziativa di quel “Patto per l’Italia” elaborato nel lontano 1994 da Franco Marini, Mino
Martinazzoli, Mario Segni e molti altri leader politici dell’epoca che ebbero il coraggio e
l’intelligenza di costruire un autentico “polo di centro” che poi fu decisivo nelle elezioni
successive. Un “Patto” culturalmente plurale, politicamente riformista e socialmente avanzato che
oggi dovrebbe avere anche il compito di mettere in discussione quel bipolarismo selvaggio e
quella radicalizzazione del conflitto politico che sono all’origine della crisi della politica
contemporanea e, forse, anche di un sempre più inquietante astensionismo elettorale.

Ecco perchè il progetto di Carlo Calenda se adeguatamente costruito e radicato nei territori
potrebbe essere una ghiotta occasione per far sì che il Centro riformista e di governo ritorni a
dettare l’agenda politica.

25 treni in più, Magliano (Lista Cirio): “Servizio decisivo per famiglie e studenti”

Con il nuovo orario invernale, in vigore dal prossimo 15 dicembre, 25 treni in più del Servizio Ferroviario Metropolitano SFM3, da e per Bardonecchia, fermeranno nei giorni feriali alla stazione di Sant’Antonino-Vaie, aggiungendosi a quelli della tratta di Susa che normalmente servono la stazione della Bassa Valle.

La fermata anche dei convogli della linea Torino PN-Bardonecchia offrirà ai residenti di gran parte della bassa Valle di Susa maggiori opportunità per gli spostamenti verso il capoluogo con un treno in pratica ogni mezz’ora in entrambe le direzioni.

Silvio Magliano, Presidente del Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, da sempre vicino alla Valle di Susa e a Sant’Antonino, ha lavorato insieme all’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, per dare riscontro alla richiesta dei Comuni della zona, oltre a Sant’Antonino e Vaie, Sant’Ambrogio, Chiusa di San Michele, Condove, Borgone e Bruzolo: “Ringrazio davvero l’Assessore Gabusi per aver dato riscontro alle necessità del territorio: questi treni in più sono davvero importanti per i pendolari, per gli studenti, per tutti gli abitanti della bassa Valle di Susa e rappresentano un incremento dell’attrattività del territorio. Se il nostro obiettivo è valorizzare le aree interne e renderle più vivibili, questo cambiamento non può che partire dall’incremento dei servizi. Mi rallegro che il dialogo con il territorio e con gli Enti Locali abbia prodotto un altro risultato importante”.

Soddisfatto anche il sindaco di Sant’Antonino di Susa, Andrea Andolfatto: “La nuova fermata feriale a Sant’Antonino di Susa produrrà un notevole impatto sulla vita dei nostri cittadini”.

Esprimono soddisfazione anche l’Assessore Donata Cappuccio e il Vicesindaco Roberto Giuglard: “Ringraziamo l’Assessore Marco Gabusi per la disponibilità e l’attenzione verso il territorio e i cittadini della bassa Val Susa e il Consigliere regionale Silvio Magliano, da sempre vicino alla nostra valle e a Sant’Antonino, per l’impegno profuso nel rendere possibile l’incremento del servizio. Questo prezioso risultato si deve certamente anche al Presidente dell’Unione Montana Valle di Susa, Pacifico Banchieri, e a tutti i Sindaci dei Comuni della tratta che hanno sottoscritto la richiesta: Silvano Barella di Sant’Ambrogio, Riccardo Cantore di Chiusa di San Michele, Jacopo Suppo di Condove, Diego Mele di Borgone e Roberto Barbon di Bruzolo. Lavorando insieme possiamo ottenere risultati importanti per il nostro territorio”.

Ruffino (Az): “Azione a Rivoli nel segno della concretezza”

“La nascita del gruppo consiliare di Azione a Rivoli è un passo importante per il nostro partito che troverà una decisa rappresentanza istituzionale in una città fondamentale del Piemonte, con i suoi 50 mila abitanti. Grazie alla tenacia di Katja Agate, saranno portati all’attenzione del consiglio i provvedimenti utili ai cittadini di Rivoli, in un’ottica di condivisione e risoluzione delle problematiche attraverso proposte valide e concrete. La voce di Azione, come ha sottolineato Katja, arriva in consiglio comunale con l’intenzione di farsi ascoltare con garbo e rispetto. Sono certa che l’impegno sarà massimo: saremo aperti al dialogo costruttivo e partecipativo per contribuire allo sviluppo della città”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata e segretaria di Azione in Piemonte.

Pentenero (PD): “Serve un vero piano casa, non sperimentazioni”

 “Le famiglie non possono più aspettare”

26 novembre 2025 – “Abbiamo provato, in tutti i modi possibili, a modificare il Ddl Marrone, avanzando proposte concrete e migliorative, ma non siamo stati ascoltati e le nostre proposte sono state accettate solo in minima parte cosi come le osservazioni di Sindaci e sindacati. Il voto del Gruppo Pd sarà, pertanto, contrario” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.

“Il provvedimento affronta il tema degli alloggi chiusi per mancanza di manutenzione, ma rischia di sottrarre abitazioni che potrebbero essere rese assegnabili, affidandole a un ente terzo senza garanzie sui tempi e senza alcuna risposta immediata all’emergenza abitativa. Con 5 mila alloggi oggi non assegnabili, servono investimenti certi e immediati, non operazioni sperimentali a lungo termine. E occorre rivedere, in modo completo e non frammentato, la legge n.3/2010 sull’edilizia sociale, adeguandola alle nuove e drammatiche esigenze di una società caratterizzata da un netto aumento della vulnerabilità sociale” aggiunge la Presidente del Gruppo Pd.

“Ci aspettiamo dalla Giunta Cirio che, finalmente, affronti concretamente il tema e proponga un vero piano casa. Serve una nuova riforma, servono più risorse e investimenti per il recupero delle case popolari, non spot occasionali. Le famiglie che continuano a attendere la casa non possono più essere ignorate” conclude Gianna Pentenero.