politica

Ravello, FDI: “Postolimpico, 18 milioni per voltare pagina”

“RESTITUIAMO NORMALITA’, SU IMPIANTI PAGATO IL PREZZO DI SCELTE IDEOLOGICHE”

 
“C’è l’orgoglio per lo svincolo dei fondi che permetteranno, finalmente, di voltare pagina sul postolimpico, ma anche un briciolo di amarezza: Comunità e territori delle valli olimpiche pagano il prezzo di scelte ideologiche, quelle che portarono Torino ed il Piemonte a essere tagliati fuori dai Giochi di Milano-Cortina. C’è chi ha scelto, purtroppo, la strada della decrescita e della desertificazione montana, noi di contro restituiamo normalità e siamo pronti a sostenere percorsi che, nel rispetto dell’ambiente, offrano opportunità turistiche e occupazionali, soprattutto in ottica di destagionalizzazione dell’offerta”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte e Presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Lascaris.

“Credo – continua Ravello – che il Ministro Abodi, il Commissario Coccolo, la Giunta regionale e i Comuni olimpici sul territorio abbiano lavorato in sinergia, ottenendo un risultato concreto e apprezzabile. E’ stato messo un punto a una vicenda che, tra poche luci e molte ombre, si trascina da troppi anni. Ora andiamo a capo, con la consapevolezza di dover favorire un processo che abbandoni il concetto di ‘post’ e che sposi programmazione, futuro e nuove sfide”.

Gondrand, Conticelli (Pd): “Bene i lavori, ora attenzione all’area Sempione”

“Sono finalmente in corso le operazioni di demolizione dell’ex complesso Gondrand, in Barriera di Milano. Un’area dismessa da anni, che è diventata ricettacolo del degrado che ha progressivamente te invaso tutta la zona, dal parco Sempione alla ex piscina”.
Lo dichiara la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli.
“L’intervento, atteso da tempo, segna l’avvio di un processo di rigenerazione importante per il quartiere: dalla metro 2 al nuovo complesso sportivo e natatorio. Ci vorrà del tempo – osserva Conticelli – ma intanto l’abbattimento e la messa in sicurezza del perimetro delle due ex fabbriche  potranno dare respiro al territorio.
“Ora l’attenzione dovrà concentrarsi sulla vigilanza nelle altre aree di trasformazione, a partire dalla ex piscina e dalla residua parte di parco, ad oggi invasi dallo spaccio e dal consumo di droghe – sottolinea la consigliera dem -. Avevamo chiesto una presenza cosa dell’interforze, accanto ad un intervento dell’Asl trattandosi di dipendenze importanti – aggiunge Conticelli -. Su questo *siamo  ancora in attesa che l’assessore Marrone si attivi,  dato che  ha dichiarato di avere a cuore la vicenda”
“L’amministrazione comunale sta facendo la propria parte rispetto alle scadenze dei progetti di riqualificazione, auspico che la stessa sensibilità si manifesti da parte degli altri livelli istituzionali, dalla Regione alla Prefettura.- conclude Conticelli

Il 1975 (annus horribilis anche a Torino) 50 anni dopo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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Il 1975 fu  un anno orribile della storia italiana (solo il ‘77 e il ‘78 furono peggiori per gli assassini di Casalegno e di Moro) perché la violenza della contestazione gruppettara stava imperando in modo selvaggio. Fu l’anno in cui, chiamato dal prof. Emilio Papa a tenere il mio primo seminario alla Facoltà di Scienze politiche di Torino sui due manifesti degli intellettuali fascisti ed antifascisti di Gentile e Croce scritti nel 1925, mi trovai in seria difficoltà perché una parte degli studenti si era iscritto solo perché con il seminario veniva fiscalizzato l’esame. Malgrado i miei sforzi volti a  condurre il seminario su una direttrice rigorosamente storica, come era stato il libro di Papa sui due manifesti del 1958, ci furono tentativi di introdurre in modo rozzo temi politici legati all’attualità che non avevano nessun legame con il Seminario.  Ci fu persino chi obiettò in modo ridicolo che non si doveva parlare di Gentile che era stato con Mussolini anche a Salò. Fui fermissimo nell’impedire o almeno a contenere  interventi inappropriati. Più che un seminario fu una serie di mie lezioni, il  che mi rivelò nel giro di pochi anni il decadimento degli studi universitari.  Pochissimi studenti a conclusione del seminario furono in grado di elaborare una ricerca che avesse anche un minimo di valore scientifico. Anche in ragione di ciò Papa volle intervenire ad un colloquio conclusivo del seminario in cui emerse la tendenza ad “attualizzare” il tema.
Ma il 1975 fu per me anche un periodo di insegnamento in un istituto superiore di Torino con sede nella precollina torinese nel quale un soviet di professori ex sessantottini  tentò, riuscendovi, di creare un clima politico irrespirabile, complice un preside allora vicino al  “Manifesto” destinato ad una lunga traversata del deserto che lo portò tanti anni dopo a finire a destra. Quando entrai la prima volta in quella scuola, vedendo tutti in giacca a vento (solo io avevo il cappotto),mi domandai se stessero tutti  tornando dalla montagna. Capii poi che era una uniforme come l’eskimo. Il Soviet impose votazioni per alzata di mano su tutti i temi su cui i docenti dovevano esprimersi, l’abolizione dei libri di testo a vantaggio di striminzite e improvvisate biblioteche di classe, l’abolizione delle lezioni frontali sostituite con i gruppi di studio durante i quali i professori leggevano il giornale. Una docente disse che lei riteneva la lezione una imposizione dall’alto di tipo fascista che andava abolita  in una scuola davvero “democratica”.
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Fu un disastro con la scuola occupata per un altissimo numero di giorni da una esigua minoranza di studenti esaltati. Fu davvero un fatto  eccezionale che non capitarono incidenti gravi perché le premesse per la violenza c’erano tutte. Ovviamente l’anno scolastico fu totalmente improduttivo e si concluse con una promozione generalizzata. Fu un vero peccato che penalizzò gli studenti provenienti da famiglie non abbienti i quali avrebbero  potuto avvantaggiarsi della scuola per la loro crescita culturale e civile. Fu un anno perso per centinaia di studenti che furono presi in giro dalla demagogia più greve. Il clima di intolleranza fece sì che per alcuni mesi anch’io chinai la testa silenziosamente ,anche attanagliato da problemi personali che angustiarono molto quel periodo Dopo qualche mese con alcuni colleghi ritirammo su la testa e, nei limiti del consentito, ci ribellammo al Soviet anche perché il preside si rese conto che così non si poteva andare avanti. A Torino non si arrivò mai alle chiavi inglesi che uccisero Sergio Ramelli, anche se il rogo a cui fu condannato  lo studente Roberto Crescenzio, resta a testimoniare una pagina indegna di cronaca torinese in cui fu coinvolta “Lotta continua” . Il clima di certe scuole torinesi, rileggendo come si viveva nelle scuole milanesi, non era molto diverso. Anche all’Università vivemmo anni bui. Le mie in modi  non confrontabili furono   due esperienze indimenticabili anche a 50 anni di distanza.

Novalesa, Pompeo (Pd) chiede impegno Regione per i 1300 anni dell’Abbazia

“Nel 2026 ricorrerà il milletrecentesimo anniversario della fondazione dell’Abbazia SS. Pietro e Andrea di Novalesa, un sito di straordinaria importanza storica, culturale e spirituale per il Piemonte, per il nostro paese e per l’Europa. Ho presentato un’interrogazione per sapere dall’Assessore alla Cultura che cosa la Regione intenda fare per celebrare in modo adeguato questa importante ricorrenza, se siano previste azioni specifiche per la promozione e la valorizzazione turistica dell’Abbazia di Novalesa e del suo contesto paesaggistico, se verranno stanziati fondi regionali a sostegno delle celebrazioni e, in caso affermativo, quale sia l’entità e la destinazione di tali risorse. Infine, vorrei capire quali forme di collaborazione la Regione Piemonte intenda attivare con gli enti locali, con la Città Metropolitana di Torino, con il comune di Novalesa, con le istituzioni culturali, religiose e le associazioni del territorio per la realizzazione dei programmi celebrativi” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.
“La presenza di affreschi medievali di eccezionale qualità, il ruolo di centro culturale e di conservazione del sapere, così come il suo posizionamento lungo la Via Francigena, fanno dell’Abbazia di Novalesa un punto di riferimento imprescindibile anche per il turismo culturale e religioso. Le recenti iniziative di riqualificazione, grazie ai fondi europei del PNRR, e l’installazione permanente “il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, testimoniano il continuo impegno nel valorizzare ulteriormente questa straordinaria realtà. La presenza di un flusso annuo di oltre 15.000 visitatori, unitamente alla gestione attenta da parte della comunità benedettina, rendono l’Abbazia un elemento di grande attrattiva per la Val Cenischia.” prosegue la Consigliera regionale PD.
“Il Comune di Novalesa, nella bassa Valle di Susa, ai piedi del Moncenisio, ha un particolare pregio storico e paesaggistico, anche per accogliere le celebrazioni legate all’Abbazia, in un’ottica di sviluppo locale, rilanciando le strutture ricettive stesse del Comune, che sta affrontando un periodo di forte declino demografico e economico.” sottolinea la Consigliera Dem.
“Ritengo, pertanto, fondamentale che la Regione Piemonte, in sinergia con la Città Metropolitana di Torino, le istituzioni locali, culturali e religiose, definisca tempestivamente una strategia condivisa per le celebrazioni del 2026 che dovrebbe prevedere un programma di eventi articolato, il coinvolgimento di scuole, università, studiosi e cittadini, nonché azioni di promozione turistica e culturale. Lo scopo è non solo celebrare un traguardo storico, ma anche rafforzare e rilanciare il ruolo dell’Abbazia e del territorio, incentivando il turismo culturale e religioso, con benefici concreti per le comunità locali”, conclude Laura Pompeo.

Sicurezza lavoro, Ruffino: “premi e penalità per le imprese”

“Non bastano gli spot della ministra Calderone per fermare la tragedia quotidiana dei lavoratori morti sul lavoro e uccisi dal lavoro. Le regole varate negli ultimi anni evidentemente non funzionano perché il numero delle vittime è in costante, drammatico aumento. Più utile pensare a un sistema di premialità e di penalità fiscali per le imprese che non risultano in regola. Alzare lo standard di sicurezza ha dei costi, è ovvio, una parte di questi possono essere dedotti dalle spese. Nel caso di incidenti mortali nelle imprese che usufruiscono di aiuti diretti o indiretti dello Stato, una volta accertato il mancato rispetto di quelle regole vanno cancellati gli aiuti e chiesto il rimborso di quelli goduti in precedenza. Il livello di civiltà di un Paese si misura anche dal rispetto della vita di chi lavora e contribuisce con la sua opera alla ricchezza di tutti. Ma è vergognoso pensare che quella ricchezza possa costare la vita a chi la produce”.

Così l’on. Daniela Ruffino (Azione)

Dibattito in Sala Rossa sui disordini del 25 aprile

In apertura della seduta del Consiglio comunale, a seguito di richieste di vari consiglieri di opposizione (Liardo, De Benedictis) e di maggioranza (Viale, Fissolo e Garione), il sindaco Stefano Lo Russo ha riferito in aula sui momenti di tensione verificatisi in concomitanza con la fiaccolata per l’anniversario della Liberazione e sulle azioni violente condotte nei confronti di una sede di Fratelli d’Italia nella mattinata del 25 aprile.

Dopo aver dato lettura di una relazione della Polizia Locale inerente ai fatti, il sindaco ha espresso il proprio profondo dispiacere per episodi che hanno rovinato lo spirito della fiaccolata del 25 Aprile, che è una festività che ha lo scopo di unire e non certo di dividere, perché i valori della Resistenza sono dentro alla nostra Costituzione repubblicana.

Lo Russo ha condannato il fatto che sia stato impedito a dei manifestanti di portare nel corteo le bandiere dell’Unione Europea e dell’Ucraina, ribadendo che l’Amministrazione comunale esprime pieno e totale sostegno alla causa ucraina rispetto all’invasione russa. In questi anni, ci sono stati incontri alcuni amministratori locali ucraini, come il sindaco di Kharkiv, poiché Torino vuole essere in prima fila nel processo di pace e nella futura ricostruzione di quel Paese. Come vicepresidente dell’ANCI con delega alle relazioni internazionali, il sindaco sta lavorando per rendere la conferenza internazionale sulla ricostruzione dell’Ucraina, promossa dal ministro Tajani e prevista per i giorni 10 e 11 luglio a Roma, un evento importante al quale possano partecipare i Comuni italiani.

Il vilipendio della bandiera europea, poi, è sbagliato – ha aggiunto il sindaco –  perché i valori per i quali sono caduti tanti partigiani sono la base valoriale entro la quale è nata e cresciuta l’UE (la quale ha purtroppo rallentato un processo di integrazione che avrebbe dovuto essere più rapido).

 Sui danneggiamenti alla sede di FdI, e ha espresso la propria solidarietà ha detto che si è trattato di fatti dannosi per la democrazia e per l’articolazione democratica del pensiero, poiché occorre tutelare la libertà di espressione: compresa – ha evidenziato – quella di tirare ortaggi contro un pupazzo che raffigurava lo stesso sindaco, fatto quest’ultimo, avvenuto dopo la fiaccolata della Liberazione, che non lo ha turbato. Il dibattito politico può anche essere muscolare, ma violenze e danneggiamenti vanno evitati e la parte giusta è chiaramente delineata, ha concluso Lo Russo: è quella dei tanti ragazzi caduti per consentire a tutti noi 80 anni di democrazia e libertà di espressione, consentendo inoltre all’Italia un ruolo di protagonista nell’Unione Europea.

All’intervento del sindaco ha fatto seguito un vasto dibattito, qui di seguito riportato in sintesi.

Silvio Viale (Lista Civica Lo Russo Sindaco + Europa) Esprime solidarietà al Sindaco soprattutto per l’assalto al palco. Sottolinea come in un corteo del 25 aprile possano convivere bandiere palestinesi o della brigata ebraica. Alla fiaccolata evidenzia come non ci sia stata una contestazione ma un servizio d’ordine ufficiale della manifestazione che ha impedito ad alcune forze politiche di partecipare. Occorre capire chi abbia dato l’ordine di fermarle e deve essere fatta luce con l’Anpi su chi abbia gestito il servizio d’ordine per una libertà che è stata calpestata.

Simone Fissolo (Moderati) sottolinea come la piazza abbia espresso posizioni politiche diverse da quelle del Consiglio Comunale. E’ necessario chiedersii dove stia il problema. Poco tempo fa il Consiglio ha parlato dei valori del manifesto di Ventotene ma, evidenzia, impedire a bandiere europee la partecipazione alla manifestazione, vuol dire non avere chiaro cosa sia stato il 25 aprile e non conoscere il sogno di coloro che hanno combattuto per la libertà. Se il Consiglio comunale sostiene l’Ucraina, non si può non ammettere bandiere che ricorda un Paese che soffre.

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima): Esprime solidarietà a tutte quelle persone alle quali è stato impedito di partecipare alla manifestazione. Torino, sottolinea, resta capitale dell’eversione, non è accettabile che la città resti in mano a collettivi al di fuori della legge.

Ferrante De Benedictis (FDI): le parole del sindaco, rimarca, sono importanti, solidarietà al sindaco come figura politica non solo come persona. Considera quanto avvenuto il 24 aprile una situazione studiata per escludere. Ricorda la necessità di ricordare il ruolo degli alleati nella Liberazione dell’Italia, non solo dei partigiani. E’ grave che l’esclusione di alcuni gruppi sia venuto non dai collettivi ma dal servizio d’ordine di una manifestazione patrocinata dalla Città.

Per Giuseppe Catizone, se è doveroso ringraziare chi ha permesso di rendere libero questo Paese, il 25 aprile deve però essere la festa di tutti gli italiani e alla manifestazione ci dovrebbero essere solo bandiere italiane. Ma se sono consentite quelle della Palestina allora possono esserci anche quella Ucraina, della Nato e di tutti quelli che si ritrovano attorno a questi principi. Per il consigliere del gruppo della Lega, prendere di mira il sindaco equivale a imputargli di non prendere decisioni in merito a questioni che creano una distanza netta fra coloro che amano questa città e altri che la vorrebbero nel buio più assoluto.

Enzo Liardo (FdI) ha ringraziato il sindaco per la solidarietà ricevuta in Aula, solidarietà che non aveva percepito arrivargli dai giornali. Per il consigliere rimane il problema di uno squilibrio mediatico che denuncia la poca attenzione dedicata all’attacco subito il 25 aprile da una sede del suo partito.

Per Elena Maccanti (Lega) va aperta una riflessione su quanti ancora pensano che alla manifestazione del 25 aprile possa partecipare solo una parte e alcune bandiere. Altra riflessione riguarda il mondo antagonista che pensa di poter decidere chi può partecipare ad alcune manifestazioni e continua ad usarle come terreno di scontro con le forze dell’ordine e le istituzioni. Per Maccanti, il sindaco ha deciso di aprire un folle dialogo con un che adesso si sente padrone di mettere a ferro e fuoco ogni singola manifestazione di piazza. Occorre dare un segnale forte e un’idea chiara di città, di legalità e di rispetto delle regole.

Claudio Cerrato (PD) dichiara il proprio rammarico per i fatti accaduti il 24 sera ed esprime la solidarietà al sindaco e ai militanti di Fratelli d’Italia per l’attacco subito. Ma ricorda come la Liberazione fu patrimonio di tutte quelle forze che si riconoscevano nella lotta partigiana. 54mila partigiani caduti e 17mila militari italiani che dopo l’8 settembre si unirono agli alleati, posizionati dalla parte giusta di questo Paese e non asserviti al fascista governo fantoccio schierato con i nazisti. Uno sforzo che ci permette oggi di parlare di libertà e democrazia.

Federica Scanderebech (Forza Italia) Il punto di vista del Sindaco è in gran parte condiviso. A lui esprime solidarietà così come alle forze dell’ordine. Sottolinea la gravità di aver dato fuoco alle bandiere europee ed esprime vicinanza all’Ucraina.

Sara Diena (Sinistra Ecologista): Evidenzia come il 24 aprile abbiano comunque sfilato bandiere ucraine, unione europee. Sarebbe importante, sottolinea, che da destra non solo arrivi solidarietà a chi è stato tenuto fuori dal corteo, ma anche la partecipazione alla manifestazione

Tiziana Ciampolini (Torino Domani): Ringrazia a tutti coloro che hanno sfilato in pace. In una fiaccolata che si è svolta in modo composto e le forze dell’ordine hanno svolto i loro interventi in modo rapido ed efficace.

Giachino: “Parte zoppo il programma della Lista civica di Lo Russo” 

Caro Direttore, 
Lo Russo , che è più intelligente di quanto lo valutino molti, avendo capito che i risultati insufficienti dei primi 42 mesi della sua Amministrazione lo mettono a rischio, da alcuni mesi sta pensando di più a vincere di nuovo le prossime elezioni che a risolvere i problemi di Torino. Consapevole di non esser riuscito a  rilanciare Torino ,che da 25 anni ha una crescita economica inferiore non solo alle altre Città ma anche alla media nazionale, il Sindaco ha messo su un team di esperti per preparare un nuovo programma a conferma che la squadra che aveva vinto nel 2021 malgrado l’appoggio del direttore de la Stampa , che l’aveva definito il più preparato , ha fallito il suo compito. La sinistra che governa Torino dal 1993 , che ha presentato 3 piani decennali che non sono riusciti a rilanciare  mai la Citta’,  non ha mai presentato il Bilancio consuntivo come fanno normalmente  i bravi manager privati. Così non si è accorta del Declino. Eppure bastava guardare come feci io i dati del PIL del 2006 l’anno delle Olimpiadi per accorgersi che la Città cresceva meno della media nazionale e che Turismo e cultura non bastavano per darle una nuova prospettiva.  Ma la sinistra a partire da Castellani , sbagliando, aveva già deciso di non puntare più sulla industria e la Città da allora cresce molto poco. Per trovare trent’anni di bassa crescita come questi bisogna andare all’800. Ma le giunte di sinistra oltre a non dire nulla sulla vendita della FIAT alla Peugeot, hanno fatto di peggio puntando solo sul Centro della Città dimenticando e abbandonando la periferia a partire da Barriera di Milano, difesa solo da qualcuno di noi del Centro Destra e da due grandi Parroci della Madonna della Pace poi spostati  chissà perché, a S.Mauro. Lo Russo ha fatto però un grave errore appoggiando in Europa la scellerata decisione che puntando tutto sull’auto elettrica ha affossato l’industria dell’auto europea ora sta cercando i fondi arabi per rilanciare il Palazzo del Lavoro che gli ultimi sindaci vergognosamente hanno lasciato andare in rovina. In questi anni abbiamo rischiato di perdere la TAV, l’opera di gran lunga più importante che ci rimetterà nel mercato europeo del futuro , per fortuna che io con la collaborazione delle madamin abbiamo avuto il coraggio di organizzare quella grande manifestazione di piazza Castello che convinse Salvini a votare contro la Mozione NOTAV dei cinque stelle.  Ora il Sindaco punta tutto su una squadra nuova per studiare il futuro di Torino senza chiedere scusa di aver sbagliato programma e squadra come vediamo dal disastro dei trasporti, dal grande ritardo a risolvere piazza Baldissera , dal grave ritardo a costruire la linea 2 della Metropolitana, dai gravi problemi della sicurezza e dall’aumento impressionante di gente che dorme sotto i portici. Leggo gli strilli dei partitini di centro esclusi dalla nuova lista ma in questi 42 mesi chi li ha sentiti sui problemi di Torino? L’intervista domenicale a La Stampa del prof.Garibaldi sul programma di lavoro del nuovo gruppo che studierà cosa possono dare Università e Terziario, forse pensando ai commercianti che sono stati i più penalizzati dalla bassa crescita economica della Città, dimostra che si parte col piede sbagliato.  La priorità oggi per Torino è quella di difendere l’industria che tra l’altro genera il terziario più avanzato,  il settore automotive e in particolare l’indotto che a causa del taglio degli ordini e’ in grave difficoltà.  La politica torinese che non si era accorta che nell’ultima finanziaria di Draghi non c’era una lira per il settore dovrebbe chiedere a Roma e alle Banche non i posti inutili nelle Fondazioni ma un Fondo di garanzia al credito alle aziende dell’indotto . Si ripete l’errore di Castellani che invece di difendere la FIAT quando era possibile negli anni 90, punto’ tutto sul turismo che non riesce a sostituire l’apporto che ci dava l’industria. Ecco perché Torino dopo trent’anni di declino deve cambiare squadra in Comune. Questa volta però i torinesi, a partire dalle periferie , dovranno andare tutti a votare e votare politici competenti e combattivi. Una battuta scherzosa. Garibaldi fu importantissimo per unire l’Italia ma dietro di lui c’era Cavour, il grande statista-stratega , colui che vide in anticipo le scelte infrastrutturali e produttive da fare ma Lo Russo, non me ne voglia, di Cavour non ha proprio le sembianze.
Mino Giachino
SITAV SILAVORO

Eurodeputati a Torino per occupazione e politiche educative

Una delegazione di deputati del Parlamento europeo, membri della commissione Occupazione e affari sociali, ha  concluso una serie di incontri presso la Fondazione europea per la formazione (ETF) e Piazza dei Mestieri sui temi dell’impiego, dell’istruzione e della competitività.

Il gruppo, composto da Dennis Radtke (PPE, Germania), Letizia Moratti (PPE, IT), Vivien Costanzo (S&D, DE), Pierfrancesco Maran (S&D, IT) e Benedetta Scuderi (Verdi/ALE, IT), ha incontrato martedì 15 aprile la direttrice dell’ETF, Pilvi Torsti, e la sua squadra per discutere i servizi principali dell’agenzia e le sue attività nei diversi Paesi partner, dall’Ucraina ai Balcani, dal Mediterraneo all’Asia Centrale.

Mercoledì 16 aprile, la delegazione ha visitato la fondazione Piazza dei Mestieri. Guidati dal Presidente Dario Odifreddi, gli eurodeputati hanno incontrato autorità locali, docenti e studenti, e partecipato a un dibattito sulle politiche educative e sociali. Nel corso della mattinata sono intervenuti: la sottosegretaria alla Presidenza della Regione Piemonte Claudia Porchietto, l’assessore per le politiche sociali del Comune di Torino Jacopo Rosatelli, il rettore del Politecnico di Torino Stefano Paolo Corgnati, la vicerettrice Maria Chiara Zanetti, il presidente della fondazione Compagnia di San Paolo Marco Gilli e la presidente della fondazione Cassa di risparmio di Torino Anna Maria Poggi.

Al termine della missione, Dennis Radtke, che ha guidato la delegazione, ha commentato: “La formazione e il lavoro sono elementi chiave per la vita delle persone e insieme la costruzione democratica, soprattutto in questa delicata fase storica. In queste giornate presso ETF e Piazza dei Mestieri a Torino, abbiamo potuto approfondire i bisogni dei cittadini della porta accanto e sono bisogni a cui l’Europa deve rispondere, come la penuria di manodopera, il mismatch del mercato del lavoro, il miglioramento della competitività. Argomenti su cui il Parlamento europeo lavorerà con attenzione in questa legislatura.”

Ucraina, Ruffino: “Italia e Ue non saino spettatori della resa”

È di tutta evidenza, tranne a chi non vuol vedere o sentire, che le proposte americane, giustamente rifiutate da Volodymyr Zelensky, prevedono la resa incondizionata dell’Ucraina all’aggressione del dittatore russo. Non esiste un piano di pace americano, dal momento che Donald Trump è il semplice portavoce delle richieste di Putin che prevedono la rinuncia ucraina a ogni sovranità sulla Crimea e la cessione delle quattro province occupate dall’esercito russo.
Trump e Putin agiscono sull’Ucraina esattamente come, nel 1939, Ribbentrop e Molotov agirono nei confronti della Polonia, dividendo il Paese. La presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri si presentino urgentemente in Parlamento per illustrare la posizione del governo nell’ambito dell’Unione europea e quindi la linea che l’Italia intende sostenere in riferimento alla proposta dell’amministrazione Trump. Nessuno può desiderare che un giorno venga rimproverato alla nostra generazione di essere rimasta vilmente spettatrice quando la democrazia veniva umiliata a Kiev.
Così l’on. Daniela Ruffino di Azione.