Valentina Cera
Giulia Marro
L’attacco alla sede de La Stampa e’ gravissimo e non può restare senza risposta politica anche perché, la sottovalutazione delle violenze delle ultime manifestazioni, è all’origine degli atti di ieri. I giornali sono un pilastro della democrazia. Bisogna dire basta a tali atti di violenza e richiamare tutte le forze politiche e sociali alle loro responsabilità. L’Udc esprime piena solidarietà a tutti i giornalisti della testata e condanna fermamente chi usa la violenza come strumento di lotta politica. Il confronto libero, il dibattito tra posizioni anche opposte , il rispetto delle opinioni diverse e dell’uomo sono le basi della democrazia e della convivenza civile. Dire basta con forza alla violenza o alla giustificazione della violenza è l’unico modo per ritornare alla convivenza pacifica . Forte critica alle farneticanti affermazioni della Albanese .
Paolo Greco Lucchina, Commissario Regionale UDC
Mino Giachino , commissario cittadino UDC Torino
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Come tutti ben sappiamo, e da sempre, in politica conta chi detta l’agenda politica. E
programmatica. Al di là e al di fuori della stessa forza numerica ed elettorale. Basti pensare ad
alcune correnti, come ad esempio alla sinistra sociale di Carlo Donat-Cattin nella Dc dove,
malgrado la sua percentuale largamente minoritaria all’interno del partito, riusciva a condizionare
la costruzione del progetto complessivo del partito. O all’esperienza del Ppi di Franco Marini e
altri dirigenti Popolari dell’epoca che parteciparono attivamente all’elaborazione del progetto della
coalizione di centro sinistra al di là, appunto, della forza numerica del partito. E gli esempi si
potrebbero, come ovvio, moltiplicare. Perchè nella politica, come quasi sempre capita anche se
viviamo in un contesto post ideologico e a volte, purtroppo, anche post politico, il “potere delle
idee”, come lo chiamava sarcasticamente Sandro Fontana, continua ad essere non una variabile
indipendente ai fini della credibilità e della levatura della classe dirigente. Politica
amministrativa. A livello locale come a livello nazionale.
Ora, e per venire all’oggi, c’è un aspetto che non possiamo non evidenziare. E cioè, dov’è
possibile per chi crede nel progetto di un Centro riformista e di governo, plurale e autenticamente
democratico e soprattutto per chi vuole praticare una credibile “politica di centro”, riuscire a
dettare l’agenda politica? Pur non essendoci più quel ”potere delle idee” che ha caratterizzato
larga parte delle classi dirigenti dei partiti della prima repubblica. Tuttavia, al netto del
cambiamento profondo della geografia politica italiana, è indubbio che si tratta di un’impresa
quasi impossibile nel campo dell’attuale sinistra italiana. Per ragioni obiettive se non addirittura
oggettive, come è ovvio per chiunque non sia accecato dall’ipocrisia o dalla propaganda. E
questo perchè gli azionisti di maggioranza di quel campo sono semplicemente riconducibili alle
diverse espressioni della sinistra italiana: da quella radicale a quella massimalista, da quella
populista a quella estremista, da quella ideologica a quella classista e pan sindacale. Per il resto,
come si suol dire, c’è posto solo in tribuna per osservare la partita.
Nel campo avverso del centro destra, l’indubbia ed altrettanto oggettiva leadership politica,
carismatica e di governo di Giorgia Meloni è talmente forte e palese che gli altri contributi politici
e culturali sono certamente importanti ma drasticamente ininfluenti ai fini della concreta possibilità
di condizionare il progetto politico complessivo della coalizione alternativa alla sinistra. Chi
sostiene il contrario sa di dire una cosa non vera e neanche oggettiva.
Forse, e sempre restando sull’importanza di dettare l’agenda politica per quanto riguarda il
progetto di un Centro riformista e di governo, forse è arrivato il momento di rileggere e riscoprire
l’iniziativa di quel “Patto per l’Italia” elaborato nel lontano 1994 da Franco Marini, Mino
Martinazzoli, Mario Segni e molti altri leader politici dell’epoca che ebbero il coraggio e
l’intelligenza di costruire un autentico “polo di centro” che poi fu decisivo nelle elezioni
successive. Un “Patto” culturalmente plurale, politicamente riformista e socialmente avanzato che
oggi dovrebbe avere anche il compito di mettere in discussione quel bipolarismo selvaggio e
quella radicalizzazione del conflitto politico che sono all’origine della crisi della politica
contemporanea e, forse, anche di un sempre più inquietante astensionismo elettorale.
Ecco perchè il progetto di Carlo Calenda se adeguatamente costruito e radicato nei territori
potrebbe essere una ghiotta occasione per far sì che il Centro riformista e di governo ritorni a
dettare l’agenda politica.
Il Ministro della Difesa accusa la Rai: “Questo è il livello dell’informazione…”
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Crosetto: “Mai detto di voler reintrodurre la leva obbligatoria”
Con il nuovo orario invernale, in vigore dal prossimo 15 dicembre, 25 treni in più del Servizio Ferroviario Metropolitano SFM3, da e per Bardonecchia, fermeranno nei giorni feriali alla stazione di Sant’Antonino-Vaie, aggiungendosi a quelli della tratta di Susa che normalmente servono la stazione della Bassa Valle.
La fermata anche dei convogli della linea Torino PN-Bardonecchia offrirà ai residenti di gran parte della bassa Valle di Susa maggiori opportunità per gli spostamenti verso il capoluogo con un treno in pratica ogni mezz’ora in entrambe le direzioni.
Silvio Magliano, Presidente del Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, da sempre vicino alla Valle di Susa e a Sant’Antonino, ha lavorato insieme all’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, per dare riscontro alla richiesta dei Comuni della zona, oltre a Sant’Antonino e Vaie, Sant’Ambrogio, Chiusa di San Michele, Condove, Borgone e Bruzolo: “Ringrazio davvero l’Assessore Gabusi per aver dato riscontro alle necessità del territorio: questi treni in più sono davvero importanti per i pendolari, per gli studenti, per tutti gli abitanti della bassa Valle di Susa e rappresentano un incremento dell’attrattività del territorio. Se il nostro obiettivo è valorizzare le aree interne e renderle più vivibili, questo cambiamento non può che partire dall’incremento dei servizi. Mi rallegro che il dialogo con il territorio e con gli Enti Locali abbia prodotto un altro risultato importante”.
Soddisfatto anche il sindaco di Sant’Antonino di Susa, Andrea Andolfatto: “La nuova fermata feriale a Sant’Antonino di Susa produrrà un notevole impatto sulla vita dei nostri cittadini”.
Esprimono soddisfazione anche l’Assessore Donata Cappuccio e il Vicesindaco Roberto Giuglard: “Ringraziamo l’Assessore Marco Gabusi per la disponibilità e l’attenzione verso il territorio e i cittadini della bassa Val Susa e il Consigliere regionale Silvio Magliano, da sempre vicino alla nostra valle e a Sant’Antonino, per l’impegno profuso nel rendere possibile l’incremento del servizio. Questo prezioso risultato si deve certamente anche al Presidente dell’Unione Montana Valle di Susa, Pacifico Banchieri, e a tutti i Sindaci dei Comuni della tratta che hanno sottoscritto la richiesta: Silvano Barella di Sant’Ambrogio, Riccardo Cantore di Chiusa di San Michele, Jacopo Suppo di Condove, Diego Mele di Borgone e Roberto Barbon di Bruzolo. Lavorando insieme possiamo ottenere risultati importanti per il nostro territorio”.
“Le famiglie non possono più aspettare”
26 novembre 2025 – “Abbiamo provato, in tutti i modi possibili, a modificare il Ddl Marrone, avanzando proposte concrete e migliorative, ma non siamo stati ascoltati e le nostre proposte sono state accettate solo in minima parte cosi come le osservazioni di Sindaci e sindacati. Il voto del Gruppo Pd sarà, pertanto, contrario” dichiara la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero.
“Il provvedimento affronta il tema degli alloggi chiusi per mancanza di manutenzione, ma rischia di sottrarre abitazioni che potrebbero essere rese assegnabili, affidandole a un ente terzo senza garanzie sui tempi e senza alcuna risposta immediata all’emergenza abitativa. Con 5 mila alloggi oggi non assegnabili, servono investimenti certi e immediati, non operazioni sperimentali a lungo termine. E occorre rivedere, in modo completo e non frammentato, la legge n.3/2010 sull’edilizia sociale, adeguandola alle nuove e drammatiche esigenze di una società caratterizzata da un netto aumento della vulnerabilità sociale” aggiunge la Presidente del Gruppo Pd.
“Ci aspettiamo dalla Giunta Cirio che, finalmente, affronti concretamente il tema e proponga un vero piano casa. Serve una nuova riforma, servono più risorse e investimenti per il recupero delle case popolari, non spot occasionali. Le famiglie che continuano a attendere la casa non possono più essere ignorate” conclude Gianna Pentenero.
POLITICA
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Elezioni regionali, astensionismo e carenza di classe dirigente