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Il castello di Agliè, una residenza sabauda nel Canavese

Bellezza, arte, poesia e un po’ di cinema

Eretto nel XII secolo dalla famiglia dei conti San Martino nell’omonimo borgo, uno dei più famosi del canavese, fino al 1600 il Castello di Agliè mantenne l’aspetto di un forte con tanto di muraglia difensiva e fossato.

I primi interventi per renderlo dimora furono fatti a fine secolo dal Conte Filippo che affidò il progetto all’architetto Amedeo di Castellamonte: venne rivisitata la facciata interna, creata la cappella e le due gallerie. Nel 1764 fu venduto al re Carlo Emanuele III dando inizio così alla prima epoca sabauda e divenendo una delle residenze estive reali. Vengono ricavati nuovi appartamenti, edificata la chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, collegata al castello così che i membri della famiglia potessero raggiungerla senza essere visti, ampliato il giardino in stile italiano, costruita la fontana dei Fiumi, Dora Baltea e Po, con le belle sculture dei fratelli Collino. Durante il governo di Napoleone venne ceduto perdendo così il tono regale e sontuoso e venendo utilizzato invece come ricovero per i poveri.

Carlo Felice a inizio del 1800 lo rivolle fortemente e gli ridiede un aspetto sfarzoso grazie anche all’intervento dell’architetto Michele Borda che introdusse gli arredi in stile Carlo X, costruì un teatro gioiello e inserì una bella collezione di opere d’arte. Nello stesso periodo vennero introdotti diversi reperti relativi a vari scavi archeologici che Maria Cristina di Borbone, moglie di Carlo Felice, aveva seguito personalmente nel Lazio.

Nel 1939 il castello fu venduto allo Stato con la gestione della Soprintendenza ai Monumenti e dei Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte che ancora oggi si occupano del suo mantenimento e della sua salvaguardia. Dal 1997 è parte del Patrimonio Unesco e del circuito dei Castelli del Canavese.

Grazie alla sua bellezza ed eleganza i visitatori sono in costante aumento, la varietà di stili architettonici che si sono susseguiti storicamente e i diversi spazi interni ed esterni da visitare: i saloni, la biblioteca, il teatro, la cappella, i giardini pieni di alberi secolari e serre, attraggono turisti e curiosi da tutta Europa.

Al Castello di Agliè furono dedicati alcuni versi dal poeta Guido Gozzano che durante le sue vacanze di bambino giocava sul piazzale antistante ed è stato un meraviglioso sfondo cinematografico dove sono state ambientate alcune fiction come Elisa di Rivombrosa e Maria José, un luogo dunque dove la magia dell’arte, le storie legate alle famiglie reali, la grandiosità architettonica e la bellezza nella natura si intrecciano conferendogli lo status di meraviglia non solo piemontese ma del mondo intero.

Maria La Barbera

L’anatra Dolores e gli uccelli sul lago d’Orta

Dal Piemonte / C’è una importante via di passaggio degli uccelli sulle sponde del lago d’Orta. Stormi di chiurli, gallinelle, beccaccini, attraversano il cielo insieme alle anatre che, volando in formazione, disegnano una grande “V”.

Anche i trampolieri, in certe occasioni, passano al volo sulle sponde del lago, senza però farvi sosta a causa delle rive tagliate a picco nella roccia e dell’assenza di quelle spiagge acquitrinose che prediligono.Tra i palmipedi nuotatori si distinguono senz’altro i germani reali, frequentatori assidui da novembre ad aprile, quando tirano il fiato riposandosi sulle acque. Garganèl e morette dal ciuffo, cazzulott e fischioni dalle allegre grida si accompagnano, a fasi alterne, con maestosi cigni, smerghi, resegott e svassi. Tra le varie colonie di gabbiani c’è n’è uno, il gabbianello (marenchìn) che un tempo appariva solo con le grandi piene e a grossi stormi, per la gioia dei cacciatori che – dalla terraferma o in barca – non perdevano l’occasione di mettere alla prova la loro mira. Le folaghe, a coppie o in piccoli stormi, si fermano nell’anfiteatro cusiano per tutta la durata dell’inverno, sfruttandone il clima lievemente più mite. I martin pescatori e le cincie, come i merli acquaioli, si trovano nei pressi dei torrenti che si versano nel lago.

Quante volte siamo stati in barca, silenziosi e immobili, per assistere alle evoluzioni, alla pesca, ai canti e agli amori di questi pennuti? Un’anatra che ribattezzammo Dolores perché con il becco, quando le gettavamo dei pezzi di pane, imitava il suono delle nacchere, si avvicinava spesso alla barca, mostrando di non aver timore. Nessuno di noi è cacciatore. Non ci va nemmeno giù che, tra le canne delle rive tra Pettenasco e Orta, dalle parti di Pella o nei pressi delle foci del Pescone e della Fiumetta, si nascondano quei predoni a due gambe, armati di doppietta, pronti a sparare ad ogni volatile. Non di rado, insieme a Giuanin, passando davanti ai canneti abbiamo fatto un chiasso del boia, affondando rumorosamente i remi in acqua o cantando a squarciagola: le anatre così scappavano via e i cacciatori restavano lì, con il colpo in canna e la rabbia in corpo. Una rabbia che, a volte, si scaricava in urla e male parole nei nostri confronti, quando non addirittura in minacce più pesanti. Ma noi non ci siamo mai fatti intimorire; nemmeno quella volta che uno di quei matti ci sparò addosso una rosa di pallettoni che si conficcarono nella fiancata della barca di Giuanin Luccio che, in preda all’ira, guadagnata la terraferma batté palmo a palmo la riviera con l’intenzione di prendere a calci nel sedere quel matto con la spingarda.

Una mattina d’inverno, dopo che i paesi del lago si erano svegliati sotto uno strato leggero di neve che incipriava tetti e alberi, siamo rimasti a lungo a guardare le anatre che s’immergevano nell’acqua fredda. Durante le loro immersioni erano capaci di percorrere anche più di duecento metri senza riemerge, questi straordinari sottomarini pennuti. Persino la nostra Dolores, forse per compiacerci e ottenere in cambio il boccone di pane, passava da un lato all’altro della barca nuotandoci sotto. Il dottor Rossini, un giorno, venne in barca con noi con tanto di macchina fotografica. Era, secondo le nostre regole, un aggeggio consentito, canne da pesca a parte. Scattò un’infinità di foto, molte delle quali veramente belle con quei giochi di riflessi sull’acqua, i colori dei piumaggi, i tuffi e le emersioni, le scie iniziali delle zampette palmate a tracciare momentanei solchi nell’acqua prima che si librassero in volo. Le foto, stampate in bianco e nero e a colori furono montate su grandi pannelli ed esposte nel salone di Santa Marta a Omegna. Non solo: il dottore, da alcune di queste immagini trasse l’ispirazione per alcuni straordinari acquerelli, confermandosi un artista di rara sensibilità. E di ferma e indiscussa impronta animalista che, tanto per esser chiari, non guasta mai.

Marco Travaglini

Alla scoperta delle Gipsoteche del Piemonte

A riscattare le gipsoteche dal lungo periodo in cui i gessi sono stati sottovalutati, una graduale rivalutazione ha fatto comprendere come le opere preparatorie siano indispensabili per illustrare la genesi delle sculture tradotte in marmo e bronzo.

Il Piemonte possiede 5 gipsoteche che favoriscono il confronto tra scultori vissuti tra metà ottocento primo novecento ognuno con proprio stile seppure col gusto della moda dell’epoca.

Famosa la gipsoteca Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato con gessi e terrecotte, del tutto simili al risultato finale, toccati unicamente dalle mani del più importante scultore simbolista italiano la cui poetica si fonda su scienza positivista, pseudo scienza e ideismo, assertore della morte come terreno fertile di vita poiché lo spirito è immortale.

Dal naturalismo de “il boaro” si passa al “bacio” di sentore scapigliato e ai monumenti funebri; stupenda la cappella sepolcrale Hierschel de Minerbi col funerale della vergine influenzato dallo stiacciato Donatelliano.

A Bistagno la gipsoteca Giulio Monteverde formatosi nella bottega di Giovanni Bistolfi, padre di Leonardo, contiene gessi realisti col tema sociale del lavoro oltre ai classicheggianti per monumenti funebri.

A Rima la casa museo di Pietro Della Vedova possiede gessi provenienti dallo studio di Torino con predilezione per gli angeli, affascinante la Cleopatra orientaleggiante.
A Savigliano la gipsoteca di Davide Calandra, allievo come Bistolfi, di Odoardo Tabacchi con bozzetti veristi di destinazione domestica e gessi liberty oltre a gessi per monumenti funebri tra cui quello per il principe Amedeo di Savoia inaugurato a Torino nel 1902.

A Verbania la gipsoteca Paolo Troubetzkoy propone gessi, terrecotte, bronzi, marmi antiaccademici scapigliati e impressionisti, in particolare figure muliebri e animali dal singolare aspetto picchiettato e sfaldato.

Giuliana Romano Bussola

I Templari in Monferrato

Alla scoperta del Piemonte/ Gabiano, centro della Valcerrina è un comune ricco di storia e di tradizioni. Pertanto, nel viaggio alla scoperta della Valcerrina Sconosciuta sarà necessari tornarvi più volte nel prossimo futuro. La chiesa parrocchiale del capoluogo è dedicata a San Pietro Apostolo ma c’è nel borgo anche un altro edificio religioso, sia pure di minori dimensioni merita attenzione. E’ la cappella di San Defendente, situata nel centro storico del paese nella borgata cosiddetta del “Rollino” appena prima dell’ingresso principale del Castello, proprietà dei Cattaneo Adorno. Negli ultimi anni è diventata, la sera del Venerdì Santo, una delle tappe iniziali della Via Crucis Animata che è organizzata dalla parrocchia e che ormai attira molti partecipanti, anche dalle province vicine di Asti, Vercelli o della Città Metropolitana di Torino. Lo scorso anno, venendo incontro ad un’idea del parroco del paese, don Carlo Pavin, alcuni componenti dell’Associazione Templari d’Italia, a titolo assolutamente gratuito, ne hanno ripulito e risistemato gli interni. Intanto è stata avviata una precisa ricerca storica sulle origini dell’edificio di culto dalla quale sono emersi alcuni particolari interessanti. Molti ritrovamenti hanno portato a considerare particolarmente anche la figura di un altro Santo, San Biagio, al quale era dedicata una chiesa eretta sulle fondamenta di un castrum romano situato sulla collinetta che domina la borgata di Case Richetta (Ca’d’Ruchetta). Di questa antica chiesa risalente all’anno 1600 rimane poca cosa: nel luogo dove era sita si intravedono ancora tracce delle fondamenta; i mattoni di cui era fatta furono riutilizzati, dopo la sua decadenza, per costruire l’edificio dell’Asilo Infantile “Durazzo Pallavicini”, ora sede dello Story Park.

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La presenza della bella pala d’altare raffigurante San Biagio, traslata nella cappella di San Defendente insieme a diversi arredi ed oggetti sacri, catalogati scrupolosamente dai Templari, testimoniano quanto anche questo Santo fosse venerato dalla gente locale; inoltre, all’entrata del castello, una formella ritrae e ricorda il Santo Vescovo Biagio. Perciò il Parroco vorrebbe co-intitolare la chiesetta di San Defendente anche al Vescovo Martire San Biagio e ripristinare la festa di S. Defendente (2 gennaio), come da antica tradizione gabianese. Occorre a questo punto aprire un’incidentale e fare un riferimento alla chiesa di San Biagio. Una pregevole pubblicazione, a tiratura molto limitata di Mario Richetta, già sindaco di Gabiano, sulla storia della sua famiglia recupera alla memoria collettiva quanto accaduto e ricorda che “Sul Brik di San Biagio, vie era una chiesetta dedicata al Santo, con un suo quadro che fu poi portato nella chiesa di San Defendente vicino al Castello. Nel 1922 la chiesa era con il tetto distrutto e il fattore del Castello decise di portare il quadro a San Defendente e recuperare gran parte dei mattoni per usarli nella costruzione dell’Asilo Infantile di frazione Serra”. Ritornando a San Defendente giova ricordare che era un soldato della Legione di Tebe d’Egitto, guidata da San Maurizio, che fu martirizzato con alcuni compagni di fede ad Agauno, in Francia, presso l’odierna Marsiglia, dove la Legione era accampata. Il Santo è invocato contro il pericolo dei lupi. L’eccidio avvenne mediante decapitazione sembra intorno al 286 d.C. Durante l’episcopato di Teodoro, vescovo di Martigny, verso il 380, si trovò un cimitero gallo – romano e si pensò che fosse il luogo di sepoltura dei Martiri, per cui il presule fece erigere una chiesa in loro onore trasferendovi le reliquie. Il culto prse a diffondersi e a loro vennero dedicate chiese, basiliche, abbazie. Nell secondo XIV San Defendente gode va di un largo culto nell’Italia Settentrionale, venendo rappresentato vestito da militare.

Massimo Iaretti

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Si ringraziano per i loro contributi a questa tappa, don Carlo Pavin, Edi Trentin e Mario Richetta.

 

 

Asti, la Rotonda e i Cavalieri di Malta

Asti e il suo passato, dal Medioevo all’epico Cinquecento, dalle rovinose invasioni del Barbarossa ai pellegrini e ai crociati diretti in Terra Santa fino ai valorosi Cavalieri astigiani che combatterono con l’Ordine di Malta contro i turchi

Al fondo di corso Alfieri una “Rotonda” medioevale con pianta ottagonale ricorda la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Fu costruita, nei primi decenni del 1100, a imitazione della celebre chiesa della Città Santa, sulla scia dell’entusiasmo e dell’esaltazione della conquista di Gerusalemme nella prima crociata. La “Rotonda” fa di Asti una piccola “Gerusalemme italiana”, una delle tante Gerusalemme d’Italia disseminate sul territorio della penisola. Gerusalemme è ovunque in Italia, si direbbe. La presenza musulmana nei luoghi santi e l’avanzata in Asia degli ottomani nel Quattrocento avevano reso più complicato e rischioso il tradizionale pellegrinaggio dei cristiani verso la città di Gesù. Per sostituire il cammino religioso in Terra Santa sorsero così i Sacri Monti, di cui il Piemonte è costellato, una serie di cappelle collocate sulle fiancate delle montagne per riprodurre i luoghi santi gerosolimitani oppure vennero edificate in varie città riproduzioni della Rotonda dell’Anastasis o dell’edicola del Santo Sepolcro.

 

La Rotonda astigiana, purtroppo oggi soffocata dal traffico della zona, fa parte del complesso del Battistero di San Pietro o Chiesa di San Pietro in Consavia, costituito in origine da quattro edifici eretti tra il XII e il XIV secolo nel borgo omonimo, che per molti secoli ospitò i Cavalieri gerosolimitani di San Giovanni. Asti stessa fu sede del Priorato Gerosolimitano di Lombardia (comprendeva Piemonte, Liguria, Lombardia, Parma e Piacenza) il cui Priore risiedeva nella chiesa di San Pietro in Consavia. La Rotonda vuole essere una copia del luogo santo, fatta costruire dal vescovo Landolfo quasi mille anni fa, per dare la possibilità a molte persone di seguire un pellegrinaggio nella propria regione, che era molto meno pericoloso, meno lungo e meno costoso di quello in Palestina. All’interno della Rotonda si trovano otto colonne collegate tra loro da archi circolari e un fonte battesimale marmoreo del Cinquecento. Nei secoli successivi il complesso fu utilizzato come Battistero e subì molte ristrutturazioni che alterarono la sua architettura caratteristica e solo negli anni Trenta un restauro conservativo riportò la chiesa alla sua antica struttura medievale.

 

Attualmente il complesso del Battistero di San Pietro è costituito da tre edifici: la chiesa quadrata di San Pietro del Quattrocento, la Rotonda, innalzata come chiesa del Santo Sepolcro, con la torre del XII secolo e il chiostro, una parte del quale era occupato dall’ospedale dei pellegrini, e una Casa Priorale, sede oggi del Museo archeologico e paleontologico. Furono numerosi i Cavalieri astigiani che combatterono in Oriente per l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, fin dai tempi della sua nascita nel 1113, e tanti furono quelli che difesero l’isola di Malta dal Grande Assedio della flotta ottomana nel 1565, una delle pagine gloriose della storia militare dell’Ordine. Tra questi ultimi si ricordano in particolare Giovanni Francesco Pelletta, morto combattendo per difendere il forte di Sant’Elmo, Vasino Malabaila e Giorgio Cacherano che diede, tra l’altro, un ingente contributo per la costruzione della città della Valletta. Va ricordato anche Pietrino del Ponte, priore di Asti, che giunse a Rodi all’inizio del Cinquecento, partecipò alla trionfale battaglia navale di Alessandretta del 1509 e diventò Gran Maestro dell’Ordine di Malta dal 1534 al 1535, anno della sua morte, succedendo a Philippe Villiers de l’Isle Adam. È sepolto nella concattedrale di San Giovanni a Malta. Sir Steven Runciman, nella sua monumentale Storia delle Crociate, ci parla anche di un altro famoso astigiano vissuto nel Trecento. Si tratta di Enrico d’Asti, della nobile famiglia astese dei Comentina, patriarca latino di Costantinopoli. Al comando di una squadra navale cristiana Enrico d’Asti sconfisse l’emiro di Smirne che infestava le acque dell’Egeo con atti di pirateria. Dopo l’occupazione della città i cavalieri cristiani cercarono di invadere anche l’entroterra ma furono sconfitti. Enrico d’Asti morì da martire e fu beatificato dalla chiesa cattolica. Le sue spoglie si trovano nel Duomo di Asti.

Filippo Re

 

Il Giro d’Italia 2021 parte da Torino

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A 10 anni di distanza dall’ultima volta, e nel 160° anniversario dell’Unità d’Italia, Torino e la Regione Piemonte ospiteranno la Grande Partenza del Giro d’Italia

Domani alle ore 14.oo, inizierà da Torino il Giro d’Italia di ciclismo. A 10 anni di distanza dall’ultima volta, la città di Torino e la Regione Piemonte ospiteranno ospiteranno la Grande Partenza del Giro d’Italia. Dopo quasi 2 anni di eventi bloccati, manifestazioni sportive cancellate e attività commerciali chiuse a causa delle “misure anti-Covid”, il Giro d’Italia sembra aver ridato un po’ di vita e di colore al capoluogo piemontese.

Il Giro si aprirà appunto sabato 8 maggio con un cronopologo individuale di 9 km per le vie della città. La tappa partirà dalla sontuosa piazza Castello e proseguirà fino in piazza Gran Madre, passando dal Valentino e da corso Moncalieri.

La seconda tappa si svolgerà invece nella giornata di domenica 9 maggio e sarà la suggestiva Palazzina di Caccia di Stupinigi a fare da sfondo alla partenza prevista per le 12.40. I ciclisti dovranno affrontare la sfida di 179 km per poi giungere e far riposare le proprie bici nella cittadina di Novara.

La terza tappa partirà appunto da Novara per poi concludersi 187 km dopo a Biella.

Un evento quello del Giro d’Italia che comporterà notevoli cambiamenti alla viabilità torinese e “piemontese” ma che rappresenta, quest’anno come non mai, una competizione sportiva dal sapore di libertà.

 

 Simona Pili Stella

Le iniziative del Consiglio regionale in occasione dell’8 maggio, Giornata mondiale della CRI

CROCE ROSSA ITALIANA: #INARRESTABILI ANCHE IN PIEMONTE

Il grande impegno del territorio durante l’emergenza Covid, una catena di volontariato sempre più lunga.

Quello appena trascorso è stato un anno di straordinario volontariato che ha visto la Croce Rossa Italiana impegnata in prima linea nella lotta al Covid -19 ma anche nel sociale, in tante altre piccole e grandi emergenze e attività quotidiane.

Il Comitato Regionale della Croce Rossa in Piemonte è il più grande d’Italia per numero di volontari: ben 22.000 sui 150.000 italiani. E sono proprio i numeri del Piemonte e dare la misura della generosità e del grande impegno che ha coinvolto l’intera Regione, i 95 comitati sul territorio in 171 comuni, durante la pandemia.

Da febbraio a dicembre 2020 si possono contare 145.000 giornate di lavoro, 727 mezzi attivati che hanno coperto il 95% dei trasporti sanitari, decine di migliaia le iniziative del Tempo della Gentilezza: consegna pacchi e farmaci consegnati, buoni spesa. Inoltre sono stati numerosissimi i volontari temporanei, molti dei quali si sono avvicinati durante la pandemia e hanno voluto poi entrare stabilmente a far parte dell’Associazione.

Attenzione e rispetto sono il denominatore comune di azioni che non hanno razza, genere o colore ma in tutto il mondo si ispirano ad7 principi fondamentali: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità.

07-05-2021 Conferenza stampa in occasione dell’8 maggio Giornata mondiale della Croce Rossa

Nel futuro di Croce Rossa Italiana in Piemonte c’è l’impegno ad implementare ancora la rete di assistenza sociale per essere sempre più capillari sul territorio, anche in partnership con aziende pubbliche e private.

La pandemia ha sicuramente reso ancora più vulnerabile e “dimenticato” chi già lo era, oltre ad aver avvicinato all’indigenza molte persone. I Comitati del Piemonte hanno visto un incremento delle famiglie assistite anche a causa delle chiusure e dei licenziamenti avvenuti nell’ultimo anno ma, grazie alla generosità delle comunità donatrici e delle aziende che hanno voluto supportare la Croce Rossa Italiana, è stato ed è tutt’ora possibile aumentare il numero di persone assistite e la qualità dell’assistenza

A breve CRI aprirà un Hotspot a Porta Nuova per offrire tamponi rapidi gratuiti soprattutto alle persone più in difficoltà. Un progetto realizzato grazie al Gruppo Fs che ha messo gli spazi a disposizione della CRI e in collaborazione con FS e grazie al finanziamento della Commissione Europea.

CRI Piemonte è orgogliosa di poter partecipare alla campagna vaccinale: come Struttura Operativa del Servizio Nazionale di Protezione Civile fornisce i propri volontari per la gestione della logistica e dei flussi all’interno degli hub vaccinali. Altro ruolo è il supporto alla somministrazione del vaccino anti-Covid 19, per mezzo di medici e infermieri della Croce Rossa Italiana.

Tutti i giorni, ma in particolare l’8 Maggio – Giornata Mondiale della Croce Rossa – è importante ribadire che nulla di tutto ciò che viene fatto quotidianamente sarebbe possibile senza i volontari che rappresentano il passato, il presente ma soprattutto il futuro dell’Associazione. L’8 maggio è l’occasione per ribadire il prezioso contributo degli over 60 e il ruolo fondamentale dei giovani.

Per festeggiare l’8 maggio l’Anci ha invitato i comuni italiani a illuminare di rosso i propri monumenti. Un’iniziativa simbolica alla quale il Piemonte ha risposto con entusiasmo. Nella notte dell’8 maggio comuni e monumenti si tingeranno di rosso, dai tre ponti storici di Torino alla Torre civica di Crescentino, da “La Bollente” di Acqui Terme al Municipio di Verbania.I comuni esporranno la bandiera della Croce Rossain omaggio all’Associazione.

Proprio in occasione dell’8 maggio, fino al 16 maggio, Palazzo Lascaris ospiterà la mostra fotografica “Inarrestabili… da sempre”, realizzata con il sostegno del Consiglio regionale attraverso gli Stati generali della Prevenzione e del Benessere.Una trentina di immagini per raccontare una storia di volontariato lunga oltre 150 anni. La mostra è allestita all’Urp del Consiglio regionale dal 7 al 16 maggio per celebrare l’operato della Croce rossa in tutte le sue declinazioni. Provenienti dall’archivio storico della Croce rossa italiana e da quello del Consiglio regionale, gli scatti documentano una presenza capillare sul territorio, anche in Piemonte, e un’azione a 360 gradi: dalle numerose attività di soccorso e dalla tutela della salute al supporto nelle emergenze e catastrofi naturali, dagli interventi di inclusione sociale alla formazione, soprattutto dei giovani. Un racconto suggestivo, che alterna foto d’epoca e immagini attuali, per testimoniare – oggi come un tempo – l’impegno dei volontari della Croce rossa, sempre #Inarrestabili al fianco di chi ha bisogno.

Sempre il Consiglio regionale ha voluto celebrare la Croce Rossa del Piemonte con un video dal forte impatto emotivo che illustra in un excursus suggestivo di immagini i sette principi fondamentali su cui si basa l’operato di CRI: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità.

“La Croce Rossa è il simbolo del soccorso per eccellenza – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia – Ringrazio i tantissimi volontari che quotidianamente impegnano parte del loro tempo nel dare sostegno al prossimo. Un vero e proprio esercito del bene che con dedizione, professionalità e capillarità è da sempre al servizio dell’intera comunità. Colgo l’occasione nella Giornata mondiale a loro dedicata per ringraziarli per il prezioso e indispensabile lavoro svolto durante tutta questa pandemia. Vorrei poi rivolgere l’invito alla Croce Rossa regionale, di prendere parte al nostro tavolo degli Stati generali per la prevenzione e il benessere. Organo che è stato creato per dialogare con le diverse associazioni e realtà che operano nel campo della prevenzione in ambito sanitario sul territorio regionale”.

“Lavorare al fianco delle istituzioni – ha dichiarato Vittorio Ferrero, Presidente Croce Rossa Italiana, Comitato del Piemonte – è fondamentale. Ci spinge a fare di più, a farlo bene e a lavorare con sempre maggiore passione per le nostre comunità. Ringrazio a nome di tutti i Comitati del Piemonte il Consiglio Regionale e il Presidente Allasia per la vicinanza che hanno voluto manifestare nei confronti della Croce Rossa. In una giornata come l’8 Maggio è fondamentale rafforzare la sinergia che la Croce Rossa ha con le istituzioni pubbliche e che cerchiamo di onorare ogni giorno come ausiliari, per le persone e per le nostre comunità”.

 

Fondi per le strade di montagna

Parere favorevole a maggioranza, in prima Commissione del Consiglio regionale,  per l’emendamento alla norma finanziaria 2021-2023, che stanzia per l’anno 2021 1.500.000,00 (500 mila per spese correnti e 1 milione per spese in conto capitale) a sostegno della valorizzazione delle strade di montagna di interesse turistico.

Con la votazione della Commissione bilancio, presieduta dal consigliere Carlo Riva Vercellotti (FI)la proposta di legge 60, il cui primo firmatario è il consigliere Paolo Bongioanni (FdI), può ora tornare in aula per la discussione generale.

La proposta di legge intende avviare interventi e progetti dedicati alle strade storiche di montagna che vanno dalla promozione del loro valore culturale, ambientale e turistico, alla loro mappatura, la loro gestione ordinaria, la realizzazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, la riqualificazione delle strutture ricettive o degli edifici e dei manufatti di pregio storico che insistono su tali itinerari, la promozione dei servizi turistico-sportivi correlati alla loro fruizione.

Turismo Torino e Provincia, servizio garantito nonostante la pandemia

Con la presenza del 93% degli aventi diritto, si è tenuta la 25esima Assemblea Soci di Turismo Torino e Provincia – che annovera 82 soci tra pubblici e privati – presieduta dal Presidente Maurizio Vitale.

Pur fronteggiando una stagione turistica profondamente compromessa dall’emergenza Covid19, Turismo Torino e Provincia ha comunque garantito il servizio di accoglienza: aperti i 13 Uffici del Turismo per 9 mesi con oltre 96mila contatti/passaggi ed oltre 330mila richieste di informazioni evase.

L’azione si è concentrata sulle esigenze degli operatori turistici e sulla realizzazione di percorsi formativi a loro dedicati; sul consolidamento delle reti internazionali, a cui TTP è associata, quali European Cities marketing e Dèlice, utili alla condivisione di best practice e aggiornamenti sui trend turistici; su progetti di rilancio come “Torino a Cielo Aperto” e la campagna di influencer marketing #torinotales (in collaborazione con la camera di Commercio di Torino) unitamente alla promozione del turismo lento e outdoor; sono stati inoltre aperti sia il nuovo Ufficio del Turismo a Sestriere che l’avveniristica vetrina all’interno di Green Pea; è proseguita la partecipazione virtuale alle principali fiere di settore (Fitur a Madrid, Bit a Milano, TTG Italia a Rimini).

Sul fronte congressuale, nel 2020 sono stati acquisiti 12 eventi a partire dal 2022 sino al 2025 per un totale di 6250 partecipanti stimati in oltre 218mila pernottamenti.

Le relazioni social registrano (Facebook +5%, Instagram+33% e Linkedin + 36%) una sensibile crescita del 37% di visualizzazione nei mesi estivi sul portale turismotorino.org; intensa inoltre l’attività sui media nazionali.

Nel corso dell’Assemblea è stata approvata all’unanimità l’attività svolta nell’anno 2020 ed il relativo bilancio di esercizio, sono state condivise le cinque direttrici sulle quali il Consiglio di Amministrazione ritiene di focalizzare la strategia di sviluppo turistico di Torino e della sua Città Metropolitana: investimenti, coopetition, creatività, infrastrutture e governance.

Maurizio Vitale  Presidente di Turismo Torino e Provincia  fa riferimento al Tourism New Deal richiamandosi alla necessita di “Una Governance Fisica per evolvere Turismo Torino e Provincia in soggetto partecipato da tutti i qualificati stakeholder economici del territorio e dotato di efficaci strumenti d’intervento; e una Governance Digitale: una piattaforma intelligente, volta a profilare e orientare il visitatore verso una esperienza sartoriale e sostenibile; volta a promuovere la destinazione ed abilitare la commercializzazione in tempo reale dei beni e servizi delle risorse turistiche, allineando la ricca offerta del nostro territorio alla domanda“.  

Il futuro dell’artigianato piemontese dipende (anche) dai vaccini e dal Recovery Plan

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Dalla seconda indagine trimestrale congiunturale del 2021 elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte emerge un contesto di grande difficoltà in cui le speranze di ripresa sono appese all’efficacia della campagna vaccinale ed alla prospettiva di intercettare almeno una parte delle risorse del Recovery Plan.

Il saldo delle previsioni della produzione totale è  ancora  negativo,  ma risale dal – 47,68% al

-26,37%.

Per quanto concerne  l’acquisizione  di  nuovi ordini, nel saldo  si affermano i pessimisti con

-42,77% in lieve peggioramento rispetto al -41,40% della precedente rilevazione.

Le proiezioni di carnet ordini sufficienti per meno di un mese scendono dal 52,21% al 46,29%; quelle di carnet da uno a tre mesi salgono dal 38,08% al 39,61%; quelle di carnet superiore ai tre mesi salgono dal 9,71% al 14,09% ponendo in luce le aspettative delle imprese di riuscire ad acquisire commesse di lavorazione di lungo periodo.

Il saldo delle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni è ancora negativo, ma risale dal -49,94% al -37,67%.

Sul fronte dell’andamento occupazionale, si registra un saldo ancora negativo, ma in miglioramento, passando dal -27,84% al – 15,06%.

Per quanto concerne le previsioni di assunzione di apprendisti la negatività del saldo si riduce dal -40,77% al -29,29%

Le previsioni di investimenti per ampliamenti programmati per i prossimi 12 mesi salgono dal 7,23% all’8,38%; le stime di investimenti per sostituzioni aumentano dall’11,33% al 13,37%; coloro che non hanno programmato investimenti diminuiscono dall’81,45% al 78,25%.

Le stime di regolarità negli incassi salgono dal 54,37% al 61,24%; le previsioni di ritardi scendono dal 45,09% al 38,40%.

“Gli artigiani – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – continuano a tenere duro nonostante l’ecatombe economica in cui le chiusure legate al COVID hanno gettato il sistema produttivo. La crisi ha colpito duramente il tessuto economico e sociale, ma le imprese artigiane mostrano ancora una volta grande capacità di reazione e vogliono contribuire al rilancio del Paese e a dare un futuro alle nuove generazioni, con senso di responsabilità e coscienza civica. Per questo confidano in un impegno deciso delle istituzioni per accelerare la campagna vaccinale ed attuare, mediante il Piano nazionale di ripresa e resilienza, le riforme strutturali necessarie alla ripresa dell’economica ed alla ricostituzione della fiducia della collettività.”

“Tra le misure necessarie – conclude Felici – ricordo la riconferma degli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, la proroga a tutto il 2023 del superbonus 110%, la valorizzazione degli appalti a km zero, oltre ad una proroga delle moratorie sui mutui e ad un ulteriore stop degli adempimenti fiscali”.

La seconda indagine trimestrale 2021 dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata condotta sulla base dei riscontri ad un questionario telematico a cui ha risposto un campione di 2.250 imprese artigiane piemontesi selezionate nei comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.