EDITORIALE
Il nuovo governatore – se Chiamparino sarà – si troverà nel difficile ruolo di “anatra zoppa”, alle prese con uno o due consiglieri determinanti, e quindi pressoché onnipotenti, per la vita di una legislatura sempre in bilico e in ostaggio? Che guaio per il Piemonte. In tal caso, era meglio quando si stava peggio
Non hanno tutti i torti i compagni del “Manifesto” a scrivere che il compito di Sergio Chiamparino è paragonabile a “battere un rigore a porta vuota”. Sulla carta tutti i sondaggi concordano nel dire che contro Superchiampa, nemmeno il Padreterno. La scelta suicida del centrodestra di frazionarsi in tre con altrettanti prtetendenti alla carica di governatore (Gilberto Pichetto per Forza Italia e Lega, Guido Crosetto per Fratelli d’Italia ed Enrico Costa per Ncd) potrebbe teoricamente far dormire l’ex sindaco olimpico tra due guanciali. Ma c’è un ma.
Escludendo tra i papabili governatori il candidato de L’altro Piemonte a sinistra, Mauro Filingeri, quella che sarebbe potuta rivelarsi come una sfida all’ultimo sangue tra i tre principali blocchi ideologici rappresentati sostanzialmente da berlusconiani, renziani e grillini, con lo spezzettamento del centrodestra ha messo quest’ultimo fuori dai giochi. Alcuni osservatori, respirando l’aria che tira, si spingono a pronosticare che i Cinque Stelle possano addirittura vincere.
Il movimento, auspice il pienone di folla per il comizio di Beppe Grillo in piazza Castello, sta mietendo consensi in tutta la regione e otterrà di certo un notevole successo elettorale. Il candidato pentastellato Davide Bono, forse anche grazie al suo nuovo look elettorale lievemente imborghesito da barba e capelli sfoltiti, non diventerà governatore ma ruberà voti pure al tradizionale bacino berlusconiano.
Alla fine, come sempre sarà una questione di numeri. E che numeri, saranno quelli piemontesi. Tutto fa pensare che la maggioranza del nuovo presidente – se Chiamparino sarà – nascerà così risicata da costringere il governatore a cercare alleanze o con gli stessi grillini o con frange collaborazioniste del centrodestra. Ma sia M5S, sia Ncd per bocca di Angelino Alfano, negano la possibilità di accordi del genere. Tempo al tempo.
Facciamo nostra un’espressione anglosassone declinata in chiave subalpina: Chiamparino, seppur indossando i panni di Superchiampa vincitore, potrebbe trovarsi calato nel difficile ruolo di “anatra zoppa”. Sarà in balìa di uno o due consiglieri determinanti, e quindi pressochè onnipotenti, nel decidere la linea di una legislatura sempre in bilico e in ostaggio? Che bel guaio per il Piemonte. In tal caso, si stava meglio quando si stava peggio.
Cristiano Bussola
(Foto: il Torinese)