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Miss mamma Italiana è di Orbassano

Lo scorso fine settimana, a Parma, si è svolta la 29° Finale Nazionale di “Miss Mamma Italiana GOLD 2022”.

Miss Mamma Italiana” è il primo concorso nazionale di bellezza e simpatia, con marchio registrato, dedicato alla figura della mamma, una produzione di esclusiva nazionale della Società Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti.

Il concorso è riservato a tutte le mamme italiane ed è suddiviso in tre categorie: fascia di età 25/45 anni (le cui Fasi Finali si è svolgeranno dal 5 al 10 settembre a Bellaria – Riviera Romagnola), la fascia “Gold”, per le mamme aventi un’età tra i 46 ed i 55 anni e la fascia “Evergreen”, per le mamme con più di 56 anni.

Il concorso, giunto quest’anno alla sua 29° edizione non vuole premiare solo la bellezza ma intende valorizzare il ruolo della mamma come donna impegnata in famiglia, nel lavoro e nella società.

“Miss Mamma Italiana” sostiene Arianne, Associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che colpisce 4 milioni di donne italiane in età fertile.

 

Le mamme finaliste, provenienti da diverse regioni italiane, hanno sfilato prima in abito elegante, poi in costume da bagno, tutte hanno sostenuto una prova di abilità come cantare, ballare, cimentarsi in esercizi ginnici e in varie prove creative o sportive.

La giuria ha proclamato vincitrice, con la fascia, la corona ed il trofeo di “Miss Mamma Italiana GOLD 2022” ELENA CERCHIARO, 51 anni, casalinga, di Noventa Padovana (Padova), sposata con Stefano e mamma di Tommaso e Sebastiano, di 20 e 17 anni.

“Miss Mamma Italiana GOLD 2022” è una bellissima donna con i capelli castani e gli occhi verdi, dolce, solare e simpatica, con la passione per il ballo.

 

Altre fasce sono state assegnate dalla giuria:

“Miss Mamma Italiana GOLD DAMIGELLA D’ONORE” ELENA TASSINARI, 53 anni, cuoca, di Castrocaro Terme (Forlì), mamma di Francesco e Michelangelo, di 30 e 20 anni;

 “Miss Mamma Italiana GOLD SPORTIVA” ILARIA DANIELI, 48 anni, titolare di una palestra, di Montecchio Precalcino (Vicenza), mamma di Nicolò di 18 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD FASHION” EMANUELA LOCATELLI, 46 anni, agente di viaggio, di Corbetta (Milano), mamma di Riccardo di 5 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD GLAMOUR” VALERIA FONTANA, 50 anni, titolare di un centro danza e fitness, di Caldogno (Vicenza), mamma di Leonardo e Beatrice, di 18 e 15 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD IN GAMBE” ROSA FUNARO, 47 anni, avvocato, di Napoli, mamma di Angelo di 10 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD DOLCEZZA” SOLIDEA BRAMANTE, 50 anni, assistente di cura, di Maccagno (Varese), mamma di Melissa, Bruno ed Angelica, di 23, 16 e 12 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD SPRINT” SANDRA CAPELLO, 50 anni, imprenditrice, di Ferrere d’Asti (Asti), mamma di Alessio e Francesca, di 13 e 9 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD SORRISO” ENRICA BONAMICI, 55 anni, estetista, di Porto Viro (Rovigo), mamma di Sebastian di 29 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD RADIOSA” LORETTA LICCIARDI, 50 anni, impiegata, di Orbassano (Torino), mamma di Martina di 20 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD ROMANTICA” SILVIA TULIANI, 54 anni, impiegata amministrativa, di Siena, mamma di Sofia di 21 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD SOLARE” VALENTINA NIOI, 47 anni, barista, di Assemini (Cagliari), mamma di Martina di 13 anni;

“Miss Mamma Italiana GOLD SPONSOR TOP” a pari merito, MARINA DI LUZIO, 55 anni, cuoca, di Ravenna, mamma di Alex e Manuel, di 36 e 27 anni e CHIARA DI DONATO, 49 anni, casalinga, di Firenze, mamma di Alessio ed Alberto, di 15 e 10 anni.

 

Elena Cerchiaro e le altre mamme vincitrici di questa edizione saranno protagoniste del Calendario “Miss Mamma Italiana GOLD 2023”, giunto quest’anno alla sua 20° edizione.

L’evento è stato presentato da Barbara Semeraro e da Barbara Petrella. Nel corso della serata, la Società Te.Ma Spettacoli, ha assegnato il Premio alla Bellezza legato alla figura della Mamma e della Donna ad Angelika Schmid, con questa motivazione: “Ad Angelika Schmid, il riconoscimento Premio alla Bellezza, per le sue doti umane e imprenditoriali profuse da oltre 30 anni nella gestione di quell’angolo di paradiso terrestre che è Villa Eden The Leading Park Retreat di Merano (Bolzano). Caratteristica che è valsa a Villa Eden numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali e l’apprezzamento incondizionato della stampa italiana ed estera”.

 

Già da sabato 06 agosto, la Te.Ma Spettacoli, tornerà “in pista” con le nuove selezioni per l’edizione 2023. Le iscrizioni al Concorso sono gratuite, maggiori informazioni si possono ottenere contattando la segreteria di “Miss Mamma Italiana” al numero 0541 344300 o consultando il sito www.missmammaitaliana.it

 

Chi ti ha fatto la diagnosi? Un cane

Il naso di un cane è sempre al lavoro, che si tratti di annusare qualcosa all’interno della casa, rintracciare un odore nel parco, rallegrandosi quando nelle nostre cucine, avverte il profumo di tutto ciò che di buono ci stiamo preparando.

È proprio grazie alla sua incredibile capacità di riconoscere gli odori che un cane può, per certi versi, vedere e di conseguenza capire il mondo che lo circonda.

Il suo senso più sviluppato, l’olfatto gli consente di compiere un’analisi dell’ambiente dei suoi aromi percepiti con il naso, organo che può essere mille volte migliore di quello umano, e, mentre il cervello dell’uomo è dominato dalla parte visiva, il cervello dei cani è dominato dalla parte relativa all’aspetto olfattivo.

Non tutti i cani, pur disponendo di un olfatto portentoso, presentano le stesse caratteristiche in quanto ad abilità nel riconoscere i vari tipi di odori dell’ambiente in cui siamo immersi.

La razza con il maggior numero di recettori olfattivi è il Bloodhound con 300 milioni di recettori, ma anche il Beagle, il Labrador, il Golden Retriever e il Pastore Tedesco non scherzano; tutte queste razze possono percepire e riconoscere oggetti a noi invisibili. Tipico è il caso del Lagotto e della sua straordinaria abilità a indicare il luogo esatto dove si trova, ben nascosto sotto un più o meno profondo strato terroso, un prelibato tartufo.

Il disegno del naso di un cane è come l’impronta digitale di una persona, è unico e irripetibile, lo utilizza per respirare, ma anche per ottenere una serie di dati per lui molto importanti; lo fa annusando l’ambiente attraverso le narici che può usare separatamente, mantenendo un flusso d’aria costante: in pratica la sua esplorazione olfattiva, avviene in 3D.

Le submicroscopiche particelle aromatiche vengono captate dai recettori olfattivi che, attraverso un complesso intreccio di reti neuronali, inviano il risultato all’area cerebrale deputata al loro riconoscimento, un’area che in ogni cane è la più sviluppata.

È interessante notare che i cani sono in grado di percepire lo scorrere del tempo, cioè sono coscienti dell’ora grazie alla differente composizione e concentrazione degli odori percepiti nel luogo in cui si trovano.

Una tale caratteristica, un vero e proprio talento naturale, non poteva lasciare indifferenti gli studiosi che ci hanno abituato a vedere le simpatiche bestiole impegnate nei compiti più disparati, dal salvataggio, alla ricerca di droghe di qualunque tipo e al ritrovamento di denaro ben occultato, ma una delle scoperte più interessanti è stata quella riguarda l’applicazione della loro abilità al controllo della salute degli esseri umani.

Studi specifici hanno infatti dimostrato che un cane può rilevare i cambiamenti dello stato di benessere nelle persone che gli stanno accanto con una precisione che ha dell’incredibile ed è un’idea non più nuova, ma che viene presa, sempre più spesso in considerazione nello studio clinico di numerose patologie, in particolare le neoplasie.

Era infatti il 1989 quando una donna raccontò al medico che il suo cane annusava con insistenza un animale domestico a cui era stata accertato un tumore. In seguito, vennero riportati molti aneddoti simili che hanno indotto i ricercatori a iniziare gli studi seguendo l’intuizione della possibilità di individuare la patologia con l’aiuto dell’olfatto canino.

Sulla base di questa conoscenza, i ricercatori stanno tutt’ora dedicando le loro energie al perfezionamento di un innovativo metodo di screening precoce e non invasivo per i tumori, per individuare quali siano i composti specifici che i cani sono in grado di riconoscere per formulare quella che, a tutti gli effetti, può essere definita “la loro diagnosi”.

Studi specifici hanno dimostrato che i cani sono in grado di differenziare le cellule tumorali dalle cellule sane in laboratorio, semplicemente annusandole. Altri studi riguardanti questa tematica, sono inoltre effettuati in diversi laboratori in tutto il mondo. In Germania, ad esempio, i cani sono stati in grado di identificare l’anomalia aromatica nel respiro di persone affette da cancro ai polmoni. Un altro risultato è stato raggiunto in Francia da Olivier Cussenot, urologo e oncologo del Tenon Hospital di Parigi, il quale ha evidenziato la capacità dei cani di rilevare il cancro alla prostata nelle urine. Ancora altre sperimentazioni hanno dimostrato che i cani possono rilevare il cancro intestinale, semplicemente annusando le feci del paziente.

Recenti sperimentazioni hanno dimostrato che i cani addestrati alla ricerca di patologie utilizzando l’olfatto, sono in grado di identificare un paziente positivo al Covid-19 in meno di un secondo e con un tasso di accuratezza fino al 94%, secondo uno studio preliminare del Medical Detection Dogs, con sede nel Regno Unito.

I cani potrebbero diventare così il nuovo alleato per individuare il Coronavirus negli spazi pubblici, dato che un singolo cane può esaminare fino a 250 persone in un’ora; un tale risultato è più veloce delle attuali metodiche con PCR, la reazione a catena della polimerasi con trascrittasi inversa, quello che, al momento, è il test molecolare maggiormente utilizzato in laboratorio,

La diagnosi viene dunque fatta semplicemente facendo annusare ai cani i campioni (maschere, calze e magliette) di pazienti positivi al Covid; questi vengono premiati se indicano correttamente un campione positivo o se ignorano uno negativo.

È stata anche superata l’insidiosa prova in “doppio cieco”, in cui il cane, il tecnico e l’istruttore non sanno quali campioni sono positivi o negativi. In questo modo si elimina qualsiasi segnale che il cane potrebbe percepire per indicare la risposta corretta.

I cani con le prestazioni più elevate hanno rilevato l’odore del virus con una sensibilità fino al 94,3% (ovvero un basso rischio di falsi negativi) e una specificità fino al 92% (ovvero un basso rischio di falsi positivi).

In entrambi i casi, si tratta di un valore superiore all’accuratezza raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la diagnosi di Covid-19.

I problemi da affrontare, volendo coltivare e approfondire questa metodica, sono rappresentati essenzialmente dal poter disporre della grande quantità di tempo da dedicare all’addestramento dei cani, che dovrà essere effettuato da operatori qualificati per lunghi periodi, e dal conseguente impegno economico richiesto.

Un altro problema, che forse varrebbe la pena prendere in seria considerazione, è quello di poter programmare la realizzazione di test olfattivi per cani all’interno di strutture ospedaliere.

È necessario proseguire in questa direzione, anche se la strada è ancora lunga da percorrere; sarà dirimente individuare le proteine che i cani riconoscono come patologiche e specifiche sia per il Covid, che per le patologie tumorali.

La convivenza cane-uomo, non padrone, ma protettore di un essere vivente che riteniamo a torto inferiore acquista, alla luce di queste sperimentazioni, un ulteriore valore enorme, da aggiungere all’amore incondizionato che il cane può donare a chi ha la fortuna di incontrarlo e di accoglierlo nella propria famiglia perché sarà sempre attento che tutto sia in armonia, rallegrando le nostre esistenze con la loro gioia di vivere, nel momento in cui avvertono attorno a loro tristezza e depressione senza dimenticare che, nel caso ci si accorga che indugia a fiutarci più di quanto non faccia abitualmente, forse potrebbe essere una decisione saggia quella di prenotare un controllo medico.

Rodolfo Alessandro Neri

Storie di giardini, orti e amore per il verde

A raccontarle, l’architetto-paesaggista Monica Botta nei giardini di Casa Lajolo a Piossasco

Domenica 31 luglio, ore 18

Piossasco (Torino)

“Tutti hanno bisogno di bellezza come di pane, luoghi in cui giocare o pregare, ove la natura possa curare e rallegrare e dare forza all’animo e al corpo insieme”: quanto suonano vere e, oggi più che mai, di stretta attualità le parole di John Muir, ingegnere, naturalista e scrittore scozzese (1838 – 1914), con cui Monica Botta apre il suo libro “Caro giardino, prenditi cura di me” (Ed. LDN-Milano), che sarà presentato domenica prossima 31 luglioalle ore 18, a Piossasco in un giardino di rara bellezza, come quello di “Casa Lajolo”, dimora storica di metà Settecento appartenente dal 1850 ai conti Lajolo di Cossano! Incontro letterario, ma non solo. Pagine in cui, al piacere della lettura, s’accompagnano argomentazioni scientifiche volte a sottolineare l’importanza del “verde”, di un parco, di un giardino per il “ben-essere” dell’uomo. Di anima, corpo e mente. L’autrice, novarese, è un architetto paesaggista, esperta nella progettazione di “giardini terapeutici” e il libro mette insieme ciò che ha raccolto negli ultimi dieci anni del suo lavoro: storie di chi ama l’orto, di chi cerca raccoglimento spirituale nel parco di un monastero, di chi vive un giardino privato come un vero regno. All’interno, anche il racconto delle esperienze di quattro “giardini terapeutici”, progettati dalla professionista e realizzati in diversi contesti socio-sanitari italiani. “Di questi giardini, che hanno come obiettivo il benessere dei fruitori, viene raccontata – si spiega – l’esperienza di un utilizzo diverso, che attiva i sensi e stimola le persone a godere dello spazio verde: dall’esperienza di un ragazzo autistico alla golosità di una nonnina per i fichi al piacere della lettura in giardino alle prime luci dell’alba”. Il tutto osservato direttamente dall’autrice che ha voluto sottolineare l’importanza che la natura può avere sulla vita delle persone, soprattutto di quelle che hanno necessità, tornando al giardino e alla natura, di trarre il massimo beneficio in un momento delicato del loro stato di salute. Quello di Monica Botta è un libro che guarda alle “fragilità umane” e a come si possano lenire i disagi ricorrendo ad attimi di gioia, restituendo bellezza alla vita attraverso le cure di un giardino. La prefazione è stata affidata a  Marco Martella, storico dei giardini che vive e lavora a Parigi, dove ha fondato la rivista “Jardins”. Martella, appassionato e pratico di giardinaggio, sostiene nel suo scritto che “il giardino ripara quel margine di umanità che resiste in noi”. In chiusura, la postfazione di Giuseppe Barbiero (biologo, ricercatore di Ecologia e direttore del LEAF – Laboratorio di Ecologia Affettiva dell’Università della Valle d’Aosta), mette in evidenza “come tutti abbiamo un sentimento di affiliazione alla natura e che è proprio l’ipotesi all’origine della biofilia”.

Per chi lo desideri, dopo l’incontro, che fa parte della rassegna “Bellezza tra le righe”, organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso” con il contributo della Regione Piemontealle 19aperitivo su prenotazione e omaggio dall’orto.

Incontro con l’autore compreso nel biglietto di ingresso alla Casa e al giardino: 8 euro. Aperitivo su prenotazione 10 euroPrenotazione obbligatoria: “Casa Lajolo”, via San Vito 3, Piossasco (Torino); tel. 333 327 0586 o info@casalajolo.it

g.m.

Nelle foto:

–       I giardini di “Casa Lajolo”

–       Cover “Caro giardino, prenditi cura di me” (Ed. LDN-Milano)

Il “torinese” comandante Mark e i Lupi dell’Ontario

Le avventure, narrate nell’omonimo fumetto, sono nate più di cinquant’anni fa – nel 1966 – ad opera di un trio di autori torinesi che si facevano chiamare “EsseGesse”, già autori di personaggi famosi nel mondo dei fumetti come Il grande BlekCapitan MikiKinowa Alan Mistero

L’incubo dei soldati inglesi è un fortino su un isolotto, difeso dalle acque del lago Ontario. Lì vivono i Lupi dell’Ontario e il loro leggendario capo, il Comandante Mark. Le sue avventure, narrate nell’omonimo fumetto, sono nate più di cinquant’anni fa – nel 1966 – ad opera di un trio di autori torinesi. I tre ,che si facevano chiamare “EsseGesse”, erano Pietro Sartoris, Dario Guzzon e Giovanni Sinchetto, già autori di personaggi famosi nel mondo dei fumetti come Il grande BlekCapitan MikiKinowa Alan Mistero. Le avventure del Comandante Mark si svolgono in meno di un decennio, tra il 1773 e il 1781, nella zona del lago Ontario, al confine tra il Canada e quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti d’America, durante la Guerra di indipendenza americana. Mark è un comandante dei Lupi dell’Ontario, un gruppo di patrioti volontari che combatte contro le Giubbe rosse di Re Giorgio III d’Inghilterra. Rimasto orfano da bambino, Mark  –  cresciuto col padre adottivo in un villaggio di pellerossa –  abbraccia la causa dei patrioti americani quando scopre che suo padre, un capo dei “Figli della Liberta”, è stato impiccato dalle Giubbe Rosse. Quì irrompe la storia vera, poiché  Sons of Liberty ( i Figli della Libertà) erano i membri di una società segreta che si poneva l’obiettivo di combattere la madrepatria, dato che questa imponeva pesanti dazi sulla colonia d’oltremare, dallo zucchero alla stampa. Tra le loro azioni più clamorose ci fu quella al porto di Boston, quando alcuni di questi patrioti, travestiti da pellerossa, attaccarono una nave carica di tè , gettarono a mare l’intero prezioso carico. A dividere le peripezie con il Comandante ci sono diversi personaggi come il calvo e coraggioso Mister Bluff, con il volto incorniciato da una folta barba ispida, ex corsaro ed ex compagno di lotta del padre di Mark o El Gancho (un rude marinaio con un uncino alla mano destra). Discorso a parte merita Gufo Triste, capo indiano con l’indole del menagramo, sempre pronto a dispensare le massime del suo trisnonno stregone,  improntate al pessimismo e profetizzanti sciagure e guai. Da Gufo Triste e da Flok, il cane pelle, ossa e peli di Mister Bluff, nascono le migliori scenette della serie, essendo l’obiettivo preferito di questo cane ossuto  il sedere da addentare del capo delle tribù dei Grandi Laghi che, a sua volta, non perde occasione per rendere pan per focaccia al povero cane, tendendogli i più strampalati trabocchetti. Ciò non toglie che i due, al momento  opportuno, quando si tratta di combattere contro le odiate Giubbe Rosse inglesi, sfoderano un grandissimo coraggio. Infine, Betty: biondina dal viso acqua e sapone che incarna l’eterna fidanzata dei personaggi dei fumetti e, in questo caso, del Comandante Mark del quale è gelosissima. Fra i “cattivi” inglesi, il più delle volte sbaragliati dai Lupi dell’Ontario, un cenno va dedicato al crudele e spietato colonnello Sparrow e al maggiore Stoddard.  Nelle tavole che narrano le avventure dei nostri eroi non mancano i pirati, i contrabbandieri della peggior specie e gli indiani corrotti dall’acqua di fuoco,orribile intruglio dove al pessimo whisky si mescolavano gli ingredienti più disparati e nocivi. Le avventure del Comandante Mark sono state pubblicate nei 281 numeri della Nuova Collana Araldo, caratterizzandosi rispetto alle altre ( come ad esempio quelle di Tex o di Zagor) , per gli episodi sempre autoconclusivi e raramente a puntate. Storie a fumetti che, oltre tutto, si racchiudevano in 64 pagine rispetto alle 98 dello standard bonelliano, dedicando le restanti pagine ad altri personaggi della Essegesse come i già citati Alan Mistero e Il Grande Blek, oppure Kerry il Trapper. La ragione del successo di questa serie a fumetti è racchiusa  nella caratterizzazione dei personaggi. Il comandante Mark è il prototipo dell’eroe senza macchia e senza paura che lotta per gli ideali di libertà. E’ bello, giovane, aitante ed elegante, con la sua giubba e il berretto di castoro, oltre ad essere abilissimo nella scherma e dotato di una mira infallibile.La serie iniziata nel settembre del 1966 terminò nel gennaio del 1990 con il numero 281 ( “L’ultima vittoria” ) nel quale Mark e Betty si sposano e gli americani – guidati da  George Washington –  vincono sugli inglesi, ottenendo l’indipendenza dalla corona. Le avventure del Comandante Mark e dei suoi “lupi”,  per quanto agli occhi dei più critici possano apparire scontate, sono riuscite a mantenere il loro fascino proprio per essere fuori dal tempo e immutate negli anni. Ed è per questo che, leggendole ancora oggi, riescono a suscitare ancora delle piacevoli emozioni.

Marco Travaglini

 

Torino Magazine Estate 2022 è in edicola Presentato in Casa Martini 

A Pessione di Chieri

Serata di grande fascino quella di martedì 26 Luglio per la presentazione agli ospiti intervenuti in Casa Martini a Pessione di Chieri del nuovo numero estivo di Torino Magazine, il periodico che da trentaquattro anni narra la città con una visione a 360°su vicende, tendenze ed eventi e che collabora attivamente con il territorio valorizzando le eccellenze locali.

Considerato uno tra i magazine metropolitani europei più conosciuti ed apprezzati, vanta una storia che le sue cover raccontano con i molti volti dei protagonisti che di volta in volta ospita nelle sue pagine. In questo numero tra i vari servizi anche un’intervista esclusiva al gruppo degli “ Eugenio in Via Di Gioia ” che hanno ispirato la copertina e che raccontano del loro amore per Torino.

Tema della serata è stato il talento dei luoghi, da affrontare con una logica contemporanea ma che prende le mosse dal concetto del “ genius loci “ dell’antico mondo romano, così come i luoghi di talento da celebrare e di cui siamo estremamente ricchi.

A fare da cornice alla presentazione del nuovo numero un prestigioso spazio che è ricco di storia e di tradizione piemontese: Casa Martini, certamente un luogo di talento, che si affaccia sul mondo con alle spalle, presente dal 1864, l’ultracentenaria fabbrica Martini & Rossi, storica icona protagonista dell’aperitivo italiano ed importante brand del Made in Italy nel mondo.

“ Ogni metropoli ha le sue immagini, persone, canzoni, pensieri che in un istante ti dicono dove sei – dice Guido Barosio, Direttore responsabile di Torino Magazine e de Il Piemonte – Sto parlando dell’identità e della fierezza, ciò che rende indimenticabili quegli spazi urbani vissuti, viventi e vitali che sono le città. Fierezza e identità è la capacità di risvegliare, di raccontare, di portare l’antico ed il nuovo a braccetto, di creare un  mood  efficace che sia “ Torino“.

Patrizia Foresto

                                                                                        

Apre il primo pic nic bar d’Italia!

Per tutti gli appassionati di picnic, ecco un indirizzo da non perdere!

Nello scenario incantato della Valle Argentera, in Val di Susa, in Piemonte, nel comune di Sauze di Cesana, tra boschi, valli, cascate e sentieri, apre il 30 luglio, per tutta l’estate, il primo PicNic Bar d’Italia!

Una vecchia struttura di pietra ristrutturata grazie ai fondi dell’Unione Europea – il “Tomino” -, un grandissimo prato circondato da una natura incontaminata, plaid e cuscini già sistemati, qualche tavolo con le sue panche.

L’idea è di Pic Nic Piemonte in collaborazione con Gerla 1927 che hanno scelto questo luogo incantato per organizzare una location che già promette di essere la meta perfetta per tutti coloro che vogliono partire per un’escursione fra i sentieri della valle ma anche per chi vuole concedersi un momento di relax lontano dal caos della città e decide di fermarsi nel prato, godendo di un’atmosfera country-chic.

Il Tomino sarà anzitutto il punto di ritiro dell’immancabile cestino da picnic a Km0, preparato fresco tutte le mattine da Gerla 1927 nel suo locale di Sansicario, da consumare in loco o da portare nello zaino.

Il menù strizza l’occhio ai prodotti locali: Semidolce con prosciutto cotto e burro d’alpeggio (la Valle Argentera è famosa per i suoi alpeggi che producono formaggi vaccini e di capra), vitello tonnato alla salsa monferrina e cappero, crostini di polenta con tomino boscaiolo, insalata di pasta con pomodorini, olive taggiasche e toma. Per chiudere un dolce preparato dalla Pastry Chef Evi Polliotto.

I più piccoli troveranno nella loro box un paninetto cotto e formaggio, uno alla frittatina, crostata, acqua e succo di frutta.

Il Picnic Bar offrirà anche bevande, panini e taglieri per gli escursionisti di passaggio, da accompagnare a bibite, una selezione di birre e vini.

Picnic box a partire da €20, bambini € 15.

Per l’acquisto delle box si consiglia la prenotazione a Pic Nic Piemonte, cell. 349.3246420.

Per tutti gli amanti del picnic diretti verso altre mete, il servizio Picnic Box è disponibile, solo su prenotazione, anche da Gerla 1927 a Torino, in Corso Vittorio Emanuele II 88.

www.gerla1927.com

www.picnicpiemonte.com

 Imbarchino dà il via a una grande festa nel giorno del suo terzo compleanno

 Imbarchino dà il via a una grande festa nel giorno del suo terzo compleanno e, per l’occasione, ripropone in versione ridotta il modello di apertura senza sosta 24h testato a settembre 2021Dalle ore 8:00 di sabato 23 luglio alle 03:00 di lunedì 25 Luglio, Imbarchino celebra quindi i suoi tre anni di riapertura al pubblico, con uno speciale programma di eventi non-stop, insieme a RBL | Radio Banda Larga, Imbarchino Soundsystem, APART, Tai Rona e PiroPiro, Kid Carmine, TSAO!, Cinemambiente.

 

Fra le tante iniziative culturali proposte, oltre a guardare insieme l’alba nella splendida cornice del Po, anche una proiezione cinematografica, una mostra ed uno Sleeping Concert. Iniziative che vedranno protagonisti artisti locali e stranieri, tra cui il collettivo multidisciplinare APART, i musicisti Tai Rona e PiroPiro, e infine le band indipendenti TSAO! e Kid Carmineoltre alla crew di dj Imbarchino Soundsystem – queste ultime tre composte da membri del team fisso di Imbarchino.

 

Sabato 23 luglio, dalle ore 17, va in scena la Mostra & DJ-Set a firma APART, la community internazionale di artisti multidisciplinari contemporanei a cavallo tra pittura, arti visive, street art e musica, con la partecipazione di ben nove aristi e cinque selector musicali.

Si prosegue alle 22:00, con Space Cake, il programma radiofonico condotto da Spacerenzo su RBL.MEDIA che torna in onda dopo una lunga pausa, in occasione del terzo compleanno di Imbarchino, con una diretta speciale di 4 ore in compagnia di amici e selector musicali, fino alle 2 del mattino, in filodiffusione all’Imbarchino dalla cabina di RBL e in diretta su www.rbl.media.

 

Domenica 24 Luglio è in programma l’atteso sleeping concert  SPRAWL, una listening session notturna curata dal dj, selector e musicista israeliano Tai Rona, accompagnato da improvvisazioni live del musicista barese PiroPiro.

Nate come pratiche di ascolto collettivo nella natura durante il lockdown, le  listening session SPRAWL (termine inglese per “distendersi”) portano gli ascoltatori ad abbandonarsi al sonno tra musica ambientale e suoni familiari che portano rilassatezza, benessere e contatto col mondo del sonno. La sessione di SPRAWL avrà luogo in Sala Remi all’Imbarchino e condurrà i suoi ascoltatori in un viaggio onirico dalle 2:00 fino all’alba alle 6:00 circa. A seguire una colazione all’Imbarchino, inclusa nell’ingresso alla listening session (prenotabile online su Eventbrite) per cominciare al meglio una nuova giornata e guardare l’alba sul fiume insieme ai selector di Imbarchino Soundsystem, che si riuniscono accompagnandoci con la loro musica, fino alle 12:00.

In serata inoltrata, di fronte alla collinetta dell’imbarchino, Andrea e Simone del team di Imbarchino si esibiranno live con i propri progetti musicali, rispettivamente Kid Carmine e TSAO!, dalle 19:00 alle 21:00.

 

L’apertura continuativa di Imbarchino per il suo compleanno si concludono con il quarto appuntamento di ImbarKino – Il Cinema nel Prato con la pellicola islandese “La Donna Elettrica“, presentata in collaborazione con Cinemambiente, il festival internazionale di cinema dedicato a tematiche ambientali.

 

Il modello ‘Imbarchino sempre aperto’, seppur in forma più ridotta, è il frutto di un esperimento riuscito avvenuto nel mese di settembre 2021, testando lo scenario di apertura 24 h, 7 giorni su 7 che ha riscosso  un grande successo di pubblico ed elevati risultati numerici, con ad alti flussi di frequentazione. (Fra gli effetti ottenuti a settembre, una media di circa 520 accessi quotidiani, fra le 64 attività gratuite realizzate nel corso della settimana di apertura ininterrotta – di cui 30 tra la mezzanotte e l’alba – erano inoltre state prodotte 74 ore di dirette radio, nel solo orario notturno.)

 

I numeri prodotti mostrarono già allora come i flussi abbiano ottenuto l’effetto di migliorare anche la frequentazione dell’area circostante il Parco, per preparare un esame, sorseggiare un drink, far parte di un programma radiofonico o godersi un concerto all’alba in una zona verde della Città, rendendo quest’area della città più viva e accessibile, soprattutto in orari della giornata che fino a qualche tempo fa non era abitudine frequentare.

 

L’Alzheimer e l’inquinamento del pianeta: una relazione pericolosa da far terminare il prima possibile

Nella nostra società, sempre più tecnologica, la popolazione vive in condizioni assai migliori
rispetto alle generazioni del passato e la vita tende ad allungarsi sempre più e, di conseguenza le
persone, con il passare degli anni, sono sempre più soggette a un decadimento fisico e cognitivo.
Quest’ultimo è legato a una più o meno rapida involuzione cerebrale tale da condurre l’anziano in
uno stato, più o meno grave, di demenza. Fra queste forme la più comune è il morbo di Alzheimer,
una malattia progressiva, le cui caratteristiche sono rappresentate per lo più dalla perdita di buona
parte delle capacità intellettive, in particolare della memoria, con conseguenti gravi disagi nella vita
quotidiana, in cui vi saranno notevoli difficoltà per il suo nomale svolgimento.
L’Alzheimer è una malattia inesorabilmente destinata a peggiorare nel corso degli anni. Nelle sue
fasi iniziali, la perdita di memoria è modesta, ma con il progredire della malattia, gli individui
perdono la capacità di continuare correttamente una conversazione e non sono più in grado di
riconoscere il loro ambiente. È possibile rallentare temporaneamente, ma non arrestare, il
peggioramento dei sintomi della demenza e migliorare la qualità della vita delle persone colpite
dall’ Alzheimer e quella dei loro familiari. Le cause dell’insorgenza della malattia comprendono
probabilmente una combinazione di fattori genetici, lo stile di vita e le condizioni ambientali in cui i
pazienti si trovano a vivere. L’importanza di uno qualsiasi di questi fattori nell’aumentare o
diminuire il rischio di sviluppo del morbo di Alzheimer può variare da persona a persona. La
malattia si presenta con il carattere di malattia genetica dominante; oltre l’età, vi è una maggiore
incidenza della malattia nel sesso femminile in proporzione maggiore rispetto ai pazienti di sesso
maschile; inoltre, si devono tenere in debita considerazione le alterazioni dovute a esiti di traumi
cranici. La malattia di Alzheimer rappresenta il 60-80% dei casi di demenza e non fa parte del
corredo sintomatologico involutivo proprio dell’invecchiamento; il maggiore fattore di rischio noto
è l’aumento dell’età, e la maggior parte delle persone affette da Alzheimer ha mediamente circa 65
anni, ma esistono forme in cui la malattia ha un esordio assai precoce.
A tutte le cause fino ad ora accertate, recenti studi hanno dimostrato che l’insorgenza della malattia
sia facilitata, fino al 40% di aumento dei casi, in ambienti in cui vi sia un elevato inquinamento
atmosferico.
Il miglioramento della qualità dell’aria, in particolare in zone in cui vi sia una bassa circolazione di
veicoli a combustione può migliorare le capacità cognitive della popolazione, riducendo in maniera
significativa il rischio di contrarre la malattia. Per inquinamento atmosferico si intende l’alterazione
dell’aria che respiriamo, in particolare nelle aree urbane dove, oltre ai gas di scarico, le analisi
chimiche hanno dimostrato la presenza di composti dannosi, quali metalli e minuscole particelle
sospese nell’aria. La maggior parte delle ricerche si è concentrata su un componente
dell’inquinamento atmosferico noto come particolato fine o PM 2.5 – minuscole particelle sub-
millimetriche 40 volte più piccole del diametro di un capello umano, che vengono inalate
inconsapevolmente, non essendo avvertibile la loro presenza.
L’esposizione a lungo termine, o il trovarsi occasionalmente esposti ad alti livelli di inquinamento
atmosferico, nel lungo periodo risultano pericolosi, poiché si verificano condizioni patologiche in
grado di determinare danni consistenti ai principali apparati dell’organismo perché la struttura del
corpo umano è altamente interconnessa ed è per questo motivo che, oltre a polmoni, apparato cardio
circolatorio e fegato, il danno da inquinamento ambientale, colpisce anche il cervello poiché è
verosimile che, le sostanze inquinanti, veri e propri veleni, raggiungano le cellule cerebrali
attraverso il flusso sanguigno.
Studi sui topi hanno dimostrato una correlazione evidente fra la respirazione di aria inquinata e il
danno cerebrale: i topi che sono rimasti esposti all’aria inquinata proveniente da strade ad alta
intensità di traffico, mostrano cambiamenti biologici, corrispondenti ai danni cerebrali tipici delle
neuropatie degenerative ed in particolare dell’Alzheimer, fra questi un aumento dei livelli della
proteina amiloide, uno dei segni distintivi di tale malattia, anche se i ricercatori puntualizzano che ,
​a seguito di studi di imaging del cervello umano, un aumento della proteina amiloide del cervello,
da solo, non significa necessariamente che possa svilupparsi la malattia di Alzheimer.
Gli studi effettuati in varie parti del mondo hanno infatti dimostrato come gli anziani che vivono in
luoghi con una maggiore riduzione dell’inquinamento atmosferico, possano subire un declino più
lento della loro funzione cognitiva e, di conseguenza, abbiano minori probabilità di soffrire di
qualsiasi forma di demenza.
È dunque importante che si lavori nella direzione auspicata dalle correnti giovanili che chiedono a
gran voce di poter vivere in un ambiente più sano e pulito. Sono loro i futuri fruitori dell’ambiente
di cui adesso le generazioni più anziane sono responsabili, non essendovi più dubbi che la riduzione
dell’inquinamento atmosferico causato, ad esempio, dai veicoli a combustione, può migliorare la
funzione cognitiva dei cittadini e ridurre il rischio di vari tipi di demenza, in particolare il morbo di
Alzheimer.
Un indubbio beneficio, dunque, capace di avere un notevole impatto non solo sulla salute della
popolazione, ma anche sull’economia globale, poiché, a cascata, è causa di insorgenza di malattie
con conseguente aumento delle spese mediche, intasamento delle strutture sanitarie e inevitabile
diminuzione della produttività dei lavoratori. L’inquinamento atmosferico esercita inoltre una
influenza negativa sui terreni, sulle foreste e le acque in genere con un meccanismo che perpetua il
diffondersi di un ambiente insalubre in cui siamo immersi che vede, proprio a causa di queste
condizioni, l’aumento dell’anidride carbonica, il responsabile principale del cambiamento climatico,
di cui proprio in questi giorni vediamo le nefaste conseguenze sul pianeta, in grave sofferenza come
mai è avvenuto prima.
Il legame diretto fra inquinamento e Alzheimer è dunque, senza dubbio alcuno, un ulteriore motivo
per accelerare l’introduzione di abitudini più sobrie nella gestione della nostra vita, a cominciare da
una migliore ottimizzazione del traffico urbano, imponendo una graduale rinuncia alle abitudini
legate ad un ancor troppo eccessivo consumo di combustibili fossili, evitando la follia di quelli che
appaiono inutili e disastrosi comportamenti dell’ essere umano, capaci solo di creare danni
irreversibili al macrocosmo del pianeta che, inevitabilmente, si ripercuotono in maniera negativa,
nel microcosmo rappresentato dalle strutture del nostro perfetto, ma delicato, organismo.
Rodolfo Alessandro Neri

Beer food, cibo e musica a Carmagnola

TRE GIORNI ALL’INSEGNA DEL DIVERTIMENTO, DEL BUON CIBO, DELLA BIRRA ARTIGIANALE CON TANTA MUSICA ED ATMOSFERE LATINE CON IL ‘BEER FOOD FESTIVAL LATINO’ DAL 29 AL 31 LUGLIO

 

A fine luglio, da venerdì 29 a domenica 31, a Carmagnola si incontrano la cucina tradizionale latina, le leccornie degli streetfooder italiani e il sapore e la qualità dei birrifici artigianali.

Saranno presenti anche alcuni stand di artigianato tipico.

 

La ‘Città del Peperone’ ospiterà in piazza Italia, ingresso via Gobetti, ilBeer Food Festival Latino’, offrendo un cocktail vincente tra buona cucina, buon bere e tanti momenti di spettacolo dal ritmo sudamericano, un vero e proprio ‘ponte’ tra i due mondi, il tutto a cura di D&N Eventi, associazione Chef dal Mondo e CreativaMente, con il patrocinio del Comune.

 

E la proposta è davvero varia e rivolta a tutti: si inizia il venerdì con DJ e ‘Schiuma party’, dedicato ai più giovani e ‘aperitivo’ per il sabato quando ci saranno scuole di ballo, Percussioni, Samba e Reggae con i Timbales, artisti latini e, a seguire, ancora musica e DJ. Infine la domenica carmagnolese sarà animata dal Reggaetondei Bandyta e dalla partecipazione di scuole di ballo con ballerine e ballerini professionisti.

 

Inoltre, poiché il ‘Beer Food Festival Latino’ è organizzato pensando a tutti, per l’intera durata dell’evento saranno presenti giochi gonfiabili per il divertimento di grandi e piccini.

 

Si può seguire il programma aggiornato su

 

https://www.facebook.com/deneventisrl

 

https://www.deneventi.it

Una ragazza di Bardonecchia alle finali di Miss Grand Prix

Yaremi Tournour il 6 agosto a Pescara tra le 24 pretendenti

C’è anche una ragazza di Bardonecchia (TO) tra le 24 aspiranti reginette che sabato 6 agosto a Pescara andranno a caccia della prestigiosa fascia di “Miss Grand Prix” nella finalissima nazionale presentata da Jo Squillo.
La studentessa 19enne Yaremi Tournour, 1,69 di altezza con l’ambizione di diventare una fotomodella, sarà in Abruzzo già la sera di giovedì 4 agosto per partecipare alla serata di presentazione delle 24 finaliste in piazza del mare a Giulianova (TE) condotta dall’attore e influencer Luca Onestini.
Sabato sera poi la finale per contendersi la corona posata lo scorso anno sulla testa della bresciana Gabriella Bonizzardi che, come da tradizione, incoronerà a Pescara la nuova reginetta.
Trampolino di lancio per numerose protagoniste nel mondo dello spettacolo, della televisione e del cinema (tra le altre Tessa Gelisio, Raffaella Fico, Carlotta Maggiorana), il concorso di bellezza organizzato da patron Claudio Marastoni è uno dei più conosciuti e consolidati in Italia, forte di una storia ormai più che trentennale e di una struttura organizzativa capace anche di battere il lockdown (Miss Grand Prix si è infatti regolarmente svolto anche nel 2020 e 2021).
Per seguire l’avventura in finale di Yaremi basta collegarsi ai canali social (Fb e IG) del concorso: Miss Grand Prix.