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Il disturbo da accumulo

Alcune trasmissioni TV devono la loro fortuna al sempre più frequente disturbo da accumulo, chiamato con il termine inglese hoarding che, tra gli altri significati, ha anche quello di accumulo, incetta, ammassamento.

Da qui il termine accumulatori seriali usato per designare quanti ne siano affetti.

E’ una patologia psichica che porta un individuo a non disfarsi di nulla di ciò di cui entra in possesso, arrivando al punto di non riuscire più a vedere il pavimento e, spesso, a non potersi più muovere nell’appartamento.

Tale patologia, che in forma lieve si manifesta in moltissime persone, specie anziane, assume livelli di pericolosità se concomitante ad altri disturbi neurologici o psicologici, spesso accelerata da eventi quali lutto, abbandono, infortunio, ecc.

Le vittime sono in maggioranza donne, solitamente con bassa scolarità e ceto sociale disagiato.

Ma vediamo in dettaglio: spesso l’accumulatore arriva a non gettare nemmeno i rifiuti, raccoglie oggetti per strada (come farebbe un ferrivecchi) e li porta a casa accumulandoli sempre più per il puro gusto di accumulare, senza catalogarli, senza ordinarli e, soprattutto, senza valutare le conseguenze che ciò possa avere dal punto di vista igienico e sociale (l’olfatto dei vicini, invece, se ne accorge eccome).

Tralasciando l’aspetto legale dell’appropriazione di ogni res derelicta trovata in giro, come una patologia che si aggravasempre più anche l’hoarding tende a peggiorare col passare del tempo; in molti casi, avvisato dai vicini dell’accumulatore seriale, chi è intervenuto si è trovato davanti scene degne di un film horror: accumuli di feci (degli animali domestici e, spesso, umane), cibi scaduti ed avariati, rifiuti ormai decomposti con le finestre spesso coperte da masserizie, rifiuti, mobili.

E’ evidente che sia quasi impossibile parlare di prevenzione in questi casi; il soggetto che diventa accumulatore seriale non si rende conto della pericolosità del suo stile di vita anche perché spesso il disagio mentale da cui è affetto lo rende avulso dalla realtà.

Come ho già avuto modo di scrivere in passato, la soluzione più efficace è il buon vicinato, l’azione sociale di amicizia, vigilanza, conforto che i vicini di casa, sempre, dovrebbero esercitare: non vedi da alcuni giorni il tuo vicino, oppure non lo vedi uscire a gettare l’immondizia ma solo rientrare dalla spesa, il suo aspetto denota trascuratezza? Perché non parlargli, o contattare i suoi figli o, nei casi accertati, un assistente sociale?

Si può evitare l’insorgere di patologie più gravi per chi sia vittima di quello stile di vita e gli / le si permette di vivere in un ambiente idoneo.

La società attuale da un lato si chiude a guscio nei confronti delle richieste di aiuto, anche tacite, che ci provengono quotidianamente da chi ci circonda ma dall’altro è pronta a giudicare, criticare, reprimere a parole ogni comportamento anche se, in ultima analisi, è identico al nostro.

Mentre nei decenni scorsi la famiglia, pur con i distacchi dovuti a matrimoni e impegni di lavoro, rimaneva comunque in contatto quotidiano ora, complice un lavoro che spesso ci porta addirittura a migliaia di chilometri e l’aumento delle famiglie mononucleari, è facile diradare i contatti e non riconoscere richieste di aiuto che si manifestano anche solo con la tristezza della voce, con il cambiamento di orari dei pasti o delle telefonate o con palesi manifestazioni di alterazione.

La famiglia patriarcale, pur con i difetti che ogni società reca con sé, aveva il pregio di unire sotto un unico tetto gli educatori, le baby sitter, le badanti, la cuoca; ora, ritenendo di aver realizzato una evoluzione con l’indipendenza, il lavoro all’esterno e l’aumento dell’età media ci accorgiamo che, in realtà, siamo più soli, più fragili, più poveri.

Sergio Motta

Abilmente, dall’uncinetto alla calligrafia

  • Il Salone di Italian Exhibition Group arriva per la prima volta a Lingotto Fiere da giovedì 20 ottobre, fino a domenica 23
  • Oltre 160 espositori e centinaia di corsi e dimostrazioni per quattro giorni dedicati al Do It Yourself
  • Dai corsi di calligrafia a quelli di uncinetto, dai workshop di legatoria artigianale alle decorazioni natalizie fino alle letture animate per i più piccoli, tutte le novità del settore e i laboratori esperienziali assieme alle creative più amate e tante attività per le famiglie

www.abilmente.org

 È arrivato in città un carico di ispirazioni creative: a Lingotto Fiere è tutto pronto per l’esordio Abilmente Torino, il Salone delle Idee Creative di Italian Exhibition Group. Da giovedì 20 a domenica 23 ottobre, la community di appassionati di Do It Yourself è attesa da oltre 160 espositori e un’offerta completa di materiali, strumenti, corsi e tecniche per realizzare lavori handmade di cucito e filato, decorazioni e bijoux, uncinetto, calligrafia, legatoria artigianale e tecniche pittoriche.

 

Dimagrimento, Cristina Sartorio presenta in esclusiva a Torino il programma ‘Allurion’

Il noto medico chirurgo estetico scelta come testimonial dell’inedito e innovativo palloncino gastrico anche per Santa Margherita Ligure.

Dimagrire è fra i termini più ricercati fra i top trends di Google. Lo sa bene Cristina Sartorio, noto e stimato medico chirurgo estetico torinese seguitissima sui social, scelta sotto la Mole come testimonial d’eccezione per il lancio del programma ‘Allurion’.

Un modo diretto ed efficace per iniziare a raggiungere il proprio peso ideale sentendosi sazi unendo l’opportunità di insegnare e trasferire al paziente uno stile di vita completamente sano, supportato e incentrato su un palloncino gastrico biocompatibile unito a tutta una serie di validi strumenti digitali di supporto alla perdita del peso. Un metodo collaudato chegarantisce una perdita di peso considerevole e prolungata rispetto alla sola dieta e all’esercizio fisico. Ma, soprattutto, unapossibilità concreta per tutte quelle persone che hanno sperimentato varie tipologie di dimagrimento possibili e immaginabili senza però aver avuto la costanza di proseguire nel tempo”, esordisce Cristina Sartorio, titolare di due studi medici affermati e all’avanguardia con il meglio della tecnologia dedicata alla medicina del benessere sia a Torino che a Santa Margherita Ligure.

Per poi proseguire: “Il palloncino gastrico, occupando spazioall’interno dello stomaco, aumenta il senso di pienezza e rallenta il transito del cibo. Questo fa sì che si produca per il paziente la possibilità di prendersi del tempo, e nel mentre orientarsi verso scelte più consapevoli rispetto a un’alimentazione più sana evitando la fame compulsiva: che, mai come in questo preciso momento storico, e specialmente dal Covid in poi, continua a divorare moltissimi soggetti”.

Ma c’è di più: “Allurion è supportato da un’App dedicata, da una bilancia intelligente, e da un orologio che vanno a tracciare e intrecciare i comportamenti alimentari del paziente con la perdita di peso. Motivando l’individuo a mantenere uno stile di vita sano. Un approccio nuovo rivolto in special modo ai soggetti adulti di età superiore ai 18 anni in sovrappeso, o alle prese con problemi di obesità manifesta con un indice di massa corporea pari o superiore a 27. Un palloncino gastrico esente da anestesia, endoscopia e chirurgia: esso viene ingerito sotto forma di capsula, e nell’arco di 15 minuti viene gonfiato nella cavità gastrica. Per poi sgonfiarsi dopo circa 16 settimane ed essere così espulso in maniera naturale. In media i pazienti perdono il 10/20 % del peso corporeo grazie a questo innovativo programma.

Si tratta in buona sostanza di un presidio medico che, grazie all’aiuto del medico, accompagnerà il paziente per i sei mesi successivi all’introduzione del palloncino ad avere più consapevolezza nel suo modo di alimentarsi. E che, soprattutto, lo porterà ad avvicinarsi a uno stile di vita salutare mediante l’acquisizione progressiva di una chiara coscienza del nutrimento.

Ringrazio ‘Allurion program’ per avermi scelta quale medico su cui puntare per la diffusione del metodo a Torino, in special modo per essersi accorti del connubio fra i valori umani e professionali alla base del mio modo di vedere e sperimentare nuovi punti di contatto tra medicina e tecnologia al servizio del benessere”, chiosa l’autrice del fortunato bestseller ‘La Bellezza dell’Imperfezione’ (HCA Edizioni).

Tutte le informazioni sul sito www.cristinasartorio.com e sulla Pagina Facebook Medicina Estetica Cristina Sartorio e su Instagram al profilo @dr.cristinasartorio.

Sapori d’autunno tra jazz, arte e pizze contemporanee

PIANOB ospita ancora una volta l’innovazione della musica manouche interpretata in live dal duo Alessandro Di Virgilio (di AccordiDisaccordi) e Giacomo Rosso, con le suggestioni di gusti mediterranei rappresentati dalle pizze contemporanee create a doc dal suo eccellente pizzaiolo Angelo.

Un mix di tre tipi di pizze variegate tra loro, con le commistioni dei sapori e dei profumi della zucca, delle castagne, dei funghi e delle noci, capaci davvero di deliziare anima e gusto .
Fra i protagonisti della serata esporrà le sue opere anche l’artista Fabrizio Riccardi.

Un momento davvero unico questo, capace di far incantare e riaffiorare lo spirito di una Torino che vanta l’ospitalità storica del jazz, del gusto e dell’arte.
Non potete mancare a questo appuntamento amabilmente autunnale !!!!
Incentiviamo la città avallando la bellissima iniziativa che il PIANOB ha creato per noi, presenziando quindi numerosi a questo evento unico nel suo genere, al fine di riabbracciare i valori preziosi che la contraddistinguono, essendo così anche grati ai locali come questo per aiutarci a farlo.

PIANOB : via Mazzini 23/C
Chiamare per prenotazioni il numero : 011.884377

Cultura cubana, al Mercato Centrale c’è il festival!

Programma completo disponibile al seguente link

 

Il Mercato Centrale Torino, luogo di incontro e socialità al centro di un’attività per comunicare la ricchezza della varietà multiculturale, organizza dal 20 al 23 ottobre 2022 la prima edizione del Festival della Cultura Cubana, manifestazione che aspira a diventare un evento di richiamo per il territorio e la comunità.

Quattro giorni dedicati alla conoscenza dell’Isola e del suo popolo, mediante una programmazione giornaliera da mattina fino a sera, aperta a tutti.

Sono previsti incontri, talk di approfondimento tematici, workshop, musica dal vivo per ascoltare e vivere la grande musica cubana con musicisti di fama internazionale, proiezioni cinematografiche, mostre e lezioni di ballo sotto la supervisione dei maestri cubani.

La manifestazione è organizzata da Mercato Centrale Torino con la partecipazione dell’Ambajada de la República de Cuba en Italia, il Ministerio de Cultura de la República de Cuba e grazie anche al contributo di Daiquiri Tours, Milestone Tour Operator, Sano Giusto Solidale, Cuba Tierra Libre, Lavazza La Reserva de Tierra, Mondi Caffè, Centro Studi Italia Cuba e in media partnership con Radio GRP.

Mercato Centrale ospiterà una mostra di artiste e artisti visivi cubani e verrà animato da stand e allestimenti dedicati all’artigianato. Si potrà acquistare l’autentica Guayabera, creazione di stilisti italo-cubani.

Tutti i giorni alle conferenze prenderanno parte personalità assai autorevoli della cultura italiana con forti connessioni cubane. Ospite speciale David Riondino, famoso cantautore e attore italiano, che animerà l’incontro di sabato 22 ottobre con il professore di architettura Michele Paradiso dialogando di arte, costume e credenze popolari.

In più, segnaliamo la partecipazione di: Madelen Gonzalez-Pardo Sanchez – Consigliera per il Turismo Cubano, Rocco Sporviero – Responsabile Solidarietà e Cooperazione internazionale, Associazione Nazionale di amicizia Italia-Cuba, UnionCamere Piemonte e ancora, intellettuali e professori dell’Università degli Studi di Torino.

Il Festival è gratuito e aperto al pubblico.

 

Caffè Vergnano apre al pubblico le porte dell’Accademia

Il giorno Martedì 25 Ottobre dalle ore 10.30 alle ore 14.30, Caffè Vergnano aprirà al pubblico le porte
dell’Accademia Vergnano a Chieri (TO), in occasione della celebrazione dei suoi 140 anni e facendo
seguito al grande successo dell’iniziativa nella prima edizione nel mese di marzo presso lo
stabilimento di produzione a Santena (TO).

Con “Porte aperte in Accademia” Caffè Vergnano offrirà l’opportunità a tutti i coffee lover, di
conoscere il rito e la cultura del caffè attraverso una visita, che parte proprio dalle sue radici più
profonde nella storica casa di famiglia del XIX secolo e ora centro di eccellenza dedicata all’arte del
caffè.

Un vero e proprio percorso che porterà a scoprire la chiave del successo di una tazzina di espresso
Caffè Vergnano, simbolo di italianità all’estero.
Si respirerà quindi profumo di caffè nella scuola di alta formazione, che accoglie baristi e
professionisti da tutto il mondo ed è divenuta punto di incontro tra l’esperienza secolare dell’azienda
e chi “sta dietro il bancone”.

Ma l’Accademia è molto più di una scuola. È infatti un vero e proprio luogo di scambio e crescita,
dove condividere esperienze, ricercare la qualità e sviluppare una crescita professionale per offrire
al consumatore un servizio impeccabile.

Per il pubblico, sarà inoltre un momento di condivisione per conoscere i valori della famiglia Vergnano
che dal 1882 porta avanti una storia fatta di tradizione, innovazione, dedizione e coraggio. Una storia
di scelte importanti, prese con passione, ingrediente fondamentale che alimenta da sempre tutti i
progetti del brand facendoli crescere ed arricchendoli.

All’iniziativa “Porte aperte in Accademia” seguirà nella stessa giornata e a partire dalle ore 17.30, il
secondo appuntamento dell’ormai celebre cena con autrice (su iscrizione) “Women Supper Club”,
ospitata proprio negli spazi dell’Accademia Vergnano dove, da un sogno di Carolina Vergnano e
Angela Frenda, sta poco per volta prendendo forma la Women Food Library, cioè la prima libreria
aperta a tutti e consultabile, che raccoglie le opere di autrici contemporanee e del passato, grandi
classici del mondo food ma anche titoli più sperimentali e innovativi.

Ospite d’eccezione della seconda serata di Women Supper Club sarà l’autrice di “Cucinare Stanca”
Sofia Fabiani e durante la cena si potranno gustare alcuni piatti ispirati proprio ai suoi libri più celebri,
chiacchierare e vivere un piacevole momento di condivisione.

Caffè Vergnano
Caffè Vergnano è una delle più antiche torrefazioni italiane a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da
140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle
miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.
Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 179 Caffè Vergnano 1882, la catena di
caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.

La favola delle zucche di Andezeno

Sulla collina chierese a pochi chilometri da Torino

 

Ad Andezeno, a venti chilometri da Torino, nella bella terra del chierese già in direzione del Monferrato e di Asti, c’è la casa delle zucche. E’ una casetta ” vecchio Piemonte ” con le persiane azzurre, pergole e pergolati, tanti colori, calde atmosfere che in questo periodo autunnale prendono vita. Varcato il cancelletto, perché qui tutto è a misura d’uomo, all’interno di questo insolito angolo  di terra piemontese, incontriamo tante zucche, di ogni tipo e colore, per ogni occorrenza. Per la nostra tipica ” torta monferrina” ce n’è un tipo, per i risotti e le zuppe saporite quella che sembra uscita dalla tavolozza di un pittore del Cinquecento e poi quella che ha un retrogusto di castagna e quella che viene chiamata “zucca degli spaghetti” perché all’interno ha tanti filamenti che assomigliano alla nostra amata pasta nazionale da condire con burro e formaggio a volontà. E poi quella indicata per farne marmellata con la sua ricetta scritta a mano su un foglietto e consegnata all’uscita, senza contare le tante zucchette da decorazione e quella maestosa della carrozza di Cenerentola e tanti nomi bellissimi ma ricordarli tutti è impossibile.

All’esterno,nel giardino attorno alla villetta, svariati carretti ricolmi di trecce d’aglio e di cipolle, di erbe odorose, di mazzi di pannocchie, di zucche variegate, lunghe, tonde, oblunghe ed il pensiero corre a ricette di casa, antiche e attuali mentre il ricordo va ai dipinti fiamminghi del XVI secolo e ai ritratti del nostro milanese Giuseppe Arcimboldo. E’ il regno di Alessandro Menzio la cui azienda agricola ne produce, regolarmente biologiche, da tanti anni e già l ” Avocat ” , parliamo di Gianni Agnelli, era un suo fedele ed affezionato cliente che non mancava mai una stagione per fare rifornimento di questo dono prezioso della nostra terra e chiacchierare amabilmente con  Alessandro. Ad attenderci suo figlio Luigi, laureato in agricoltura biologica, che ci accompagna e ci racconta storie affascinanti di momenti vissuti e di personaggi incontrati, aneddoti curiosi, ricette da conservare oltre alle sue conoscenze di agronomo.

Ci introduce in un percorso interessantissimo ed accogliente all’interno dei locali dove è difficile camminare per le tantissime zucche che, come un tappeto,  ricoprono il pavimento e che sembrano essere lì curiose della loro nuova destinazione, in attesa che i golosi acquirenti si chinino su di loro nel gioco della scelta che si ripete stagionalmente da anni, perché chi giunge qui per la prima volta tende a ripetere l’esperienza negli autunni a venire. Luigi, infaticabile e sempre presente al cliente, conosce tutto del mondo delle zucche e con infinita pazienza e calma ci porta a scoprire ed a scegliere tra i tanti tipi dai nomi curiosi, Violina, Hokkaido, Turbante, Moscata, Padana Tonda, Delica etc. Ci parla di antiche varietà, rare ed insolite, cultivar autoctoni e ci divertiamo un mondo, appassionandoci ogni volta come se fosse la prima. In questo periodo la porta è sempre aperta, i colori ed i profumi dell’autunno pervadono l’aria che si fa di giorno in giorno più frizzante e genuina. Ogni anno è un appuntamento immancabile e si torna a casa carichi di zucche e trecce di cipolle con la promessa di ritornare presto per vivere un tempo senza pensieri né problemi e ritrovandosi per un poco bambini, nel nostro bel Piemonte, con la speranza di restare perennemente innamorati delle nostre tradizioni , della nostra terra ed affascinati da chi si incontra per l’unicità irripetibile di ognuno.

Venendo via nasce spontaneo un sorriso all’idea di ” regina zucca” seduta sul suo trono e voltandosi a salutare Alessandro e Luigi non ci si stupirebbe nel vedere arrivare la carrozza di Cenerentola trainata da un tiro a quattro di bellissimi  cavalli perché entrando qui, in casa Menzio, sembra veramente di essere calati in una fiaba senza tempo.

Patrizia Foresto

 

Azienda Agricola Menzio
Corso Vittorio Emanuele II, 69
10020 Andezeno ( Torino )
Tel. 011 – 9434458

                                                                                      

Visitare Piemonte e Sicilia anche per far shopping

In occasione della TTG Travel Experience, la fiera internazionale B2B del turismo che si svolge a Rimini dal 12 al 14 ottobre, Arcus Real Estate, società della galassia Percassi, ha presentato i suoi Outlet Village a migliaia di operatori del settore che hanno partecipato al più grande marketplace italiano del tursimo.

 

Il nostro Paese beneficia di un’offerta turistica di eccellenza e della reputazione di patria della moda e dello shopping riconosciuta in tutto il mondo: la combinazione di questi due elementi dà agli operatori del settore l’opportunità di offrire ai propri clienti un mix di grande appeal per il turismo internazionale. La collaborazione tra le strutture ricettive, i tour operator e le “destinazioni dello shopping” assume sempre più un ruolo strategico e genera una nuova opportunità per l’offerta turistica del Bel Paese. Si può infatti scegliere una meta di viaggio per svariate ragioni: culturale, benessere, divertimento, ma sempre più spesso ormai è la possibilità di visitare una destinazione anche per lo shopping a condizionare l’itinerario del viaggio. Se lo shopping ha rappresentato in passato una componente accessoria del viaggio, oggi gli acquisti stanno assumendo rilievo crescente in ambito turistico, diventando sempre più una delle motivazioni primarie della scelta della meta turistica, soprattutto per i turisti extra-EU.

 

A conclusione della stagione turistica estiva, i numeri del turismo in Italia si sono riavvicinati a quelli del periodo antecedente al Covid, facendo tornare le presenze turistiche ai livelli pre-pandemia. Piemonte e Sicilia sono tra i protagonisti di un trend che vede attenzione crescente da parte degli operatori turistici long haul, che organizzano viaggi di gruppo e FIT nella Penisola da nord a sud, grazie al patrimonio culturale, all’offerta enogastronomica ed alle ricchezze del territorio che queste due regioni hanno da offrire.

 

Con Torino Outlet Village e Sicilia Outlet Village, i progetti premium di Arcus Real Estate sono ormai vere e proprie “Shopping Tourism Destination”: poli di attrazione turistica, oasi del lusso pensate per soddisfare le esigenze del visitatore con un’offerta di brand varia e di alto profilo, servizi di ospitalità 5 stelle, apertura sette giorni su sette e soprattutto prezzi scontati tutto l’anno fino al 70%.

 

La presenza di Arcus Real Estate alla fiera per la promozione del turismo mondiale in Italia è concepita come momento di incontro con i tour operator e con gli operatori del settore, volto a presentare i progetti di Outlet Village, ormai delle vere e proprie shopping tourism destinations.

A conclusione della fiera, Arcus Real Estate ha organizzato 2 post tour a cui parteciperanno 23 tra i più importanti buyer della fiera TTG che avranno così modo di scoprire il territorio siciliano e piemontese, vivere l’esperienza in prima persona e poterla così trasmettere ai propri clienti una volta rientrati in patria.

 

Scents of Sicily” è il nome del tour riservato al Sicilia Outlet Village che porterà i buyers a scoprire il meraviglioso territorio della Sicilia Orientale con visite guidate di Ortigia, del Parco Archeologico Neapolis di Siracusa, del Sito Unesco di Villa Romana del Casale a Piazza Armerina. Non mancherà inoltre la visita della città di Noto, perla del barocco italiano e del caratteristico borgo di Marzamemi. Tappa immancabile quella al Sicilia Outlet Village per qualche ora di shopping e relax tra i 140 negozi dei brand più famosi.

 

Discovering Piedmont”, il secondo tour, dedicato al Piemonte, include la visita guidata del centro della città di Torino e dell’imperdibile Reggia di Venaria e del Museo Egizio, accompagnate da esperienze enogastronomiche immersive tra cui la degustazione del gianduiotto, dei vini del territorio e del prelibato tartufo di Alba. A conclusione la visita al Torino Outlet Village, boutique outlet a soli 10 minuti da Torino per qualche ora di divertimento e shopping.

 

Entrambi i post tour sono la testimonianza della sinergia degli Outlet Village con il territorio circostante, attraverso la riscoperta delle eccellenze locali e della promozione attiva delle destinazioni.

About Arcus Real Estate

Arcus Real Estate è una società italiana della “galassia” Percassi fondata nel 2006 e specializzata nella commercializzazione e gestione di progetti immobiliari per il retail di lusso, outlet e full price. Tra i progetti di successo della società vi sono Sicilia Outlet Village (2010) che conta oggi oltre 140 boutique dei marchi più prestigiosi, Torino Outlet Village (marzo 2017) che ha confermato ogni attesa di successo e Roma Outlet Village entrato recentemente nel portafoglio dei progetti dell’azienda ed attualmente oggetto di un restyling completo, oltre alla recente commercializzazione della terza fase di Orio Center che ha portato la presenza di marchi premium per la prima volta in un centro commerciale.

“Complimenti, prof.! Lei non cambia mai!”

Diario minimo urbano…vedere e ascoltare per credere

Gianni Milani

Mi capita spesso. E, devo essere sincero, per un verso mi rallegra e mi fa il “pieno” di narcisistico piacere. Per un altro, però… però però. Mi dà anche un po’ di fastidio. Eh, la fate semplice voi. Perché? Ve lo dico subito. Perché mi costringe, qualche minuto dopo l’avvenuto “complimento” a fare i conti con la nuda e cruda verità. Il tempo passa e, per chi è vissuto ben bene a cavallo fra la metà del secolo breve e il terzo millennio  in corso, con i piedi ormai saldamente piantati a molte miglia dalla giovinezza e, in numero considerevole, dalla mezza età (non quella dantesca del mezzo del cammin di nostra vita che ai tempi del Sommo Poeta equivaleva pressappoco alle trentacinque primavere)  il conto degli anni sul groppone si fa un tantinino pesante. Di solito rispondo ma quindi ero già vecchio allora! Dai, a quanti di voi sarà capitato. E per voi mi riferisco a quelli che si ritrovano a par mio nello spazio temporale problematico (per vari motivi che vi lascio immaginare) di cui prima parlavo. Però, complimenti! Li porta proprio bene i suoi anni! In tanti ce lo siamo, almeno una volta nella vita (confessatelo!) sentito dire all’esplicita dichiarazione della nostra età. E, perbacco, l’ho detto, fa pure piacere. Ma significa anche quanto sei vecchio! E questo, confessiamocelo, fa un po’ meno sorridere. Diciamo pure pane al pane e vino al vino! Qualche mattina fa l’ennesima riprova. Solita sgranchiatina di gambe per rodare e oliare le giunture. Il giardino a due passi da casa. Imbocco via Rosta (che ancora oggi lo scemotto che l’ha trasformata con un geniale colpo di pennello in “via Crosta” non s’è ancora deciso – o chi per lui – a cancellare), allungo, si fa per dire, il passo fino al solito bar per il solito caffè, quand’ecco, all’angolo con via Bianzé, un ciuffo scatenato di capelli ricci affrontare su una vecchia (anche lei!) due ruote la curva – direzione corso Francia con la grinta e l’abilità di uno spavaldo trapezista voleggiante e pienamente a suo agio a dieci metri d’altezza. Manco fosse Top Gun – Filippo Ganna da Verbania. Ci guardiamo. Gli occhi si cercano nella memoria. Una frazione di tre, dico, tre secondi. Martina, gridacchio (grido e ridacchio). Prof., ma allora mi ha riconosciuta! Battuta ben comprensibile. Sarà passata una ventina abbondante d’anni, dall’ultima volta che ci eravamo visti. Terza (non ricordo più la sezione) alla media “Pascoli” di piazza Bernini. Allora lei avrà avuto un tredici anni, oggi ne ha trentasei. Insegna per una cooperativa che si occupa (mi pare d’aver capito) di disagio minorile alla vicina media “Nigra”. Bravissima alunna, intelligente, socievole, sveglia, perspicace. Ottimo elemento. Sarà anche, non ne ho dubbi, un’ottima insegnante. Salutoni, baci (io con tanto di fedele mascherina al naso) e abbracci. E mamma? E il fratellone? Gira che ti rigira si arriva al (solito) dunque. Ma, prof., sa che lei è sempre uguale! Non dimostra proprio i suoi anni! E solita, amara risposta. Sarà che già vent’anni fa dimostravo più anni di quelli che avevo! Grazie, comunque, Martina. E’ stato bello rivederti. E bello anche l’immediato riconoscerci a vicenda. Al primo colpo d’occhio. Oggi i miei primissimi alunni, se conto anche quelli delle prime supplenze ante-laurea, saranno tutti fra i 40 abbondanti e i 50. Quelli della “Pascoli” li vedo abbastanza di frequente. Compresi i loro genitori, più o meno miei coetanei. Abitiamo tutti in zona. Un abbraccio ancora e poi Martina scappa, vola, sempre alla Top Gun – Filippo Ganna da Verbania. Deve correre a lezione. Io mi avvio per il solito caffè. Mi sento felice. Felice di aver visto Martina. Felice, penso, di aver seminato per strada, negli anni, parole e parole che hanno in fondo lasciato buoni segni. Certo, rimane il doppio rimbombo nel cuore di quel solito “complimento” – “avvertimento”. Complimenti, prof., lei proprio non dimostra la sua età! Ma quanti anni sono passati? Quanti ne porto sulle spalle! Hai un bel dire – a parte i soliti inghippi alla schiena, alle spalle, alle gambe che quando mi alzo da una sedia ci vanno dieci minuti per fargli riprendere il giro – mi sento ancora lo spirito dei ven’anni! Lo spirito, sì! Ma tutto il resto? E via! Mi vengono in mente le parole del caro vecchio Mark Twain La vita sarebbe infinitamente più felice se potessimo nascere all’età di ottant’anni e gradualmente avvicinarci ai diciotto. Non male. Ma a queste preferisco pur sempre la bizzarra genialità di quelle della grandissima Alda Merini  Ci sono adolescenze che si innescano a novant’anni. Mitica Alda! Lo volesse il Cielo!

Gianni Milani

Lode della manualità

Non sono un nostalgico dei tempi andati, ma spesso nel confronto tra ieri e oggi quest’ultimo esce perdente su molti aspetti.

Uno di questi sono gli effetti del periodo del boom economico, del benessere degli anni ’60 che ci hanno portato ad uno stile di vita al quale non eravamo preparati, con il risultato che ora non siamo più abituati alle restrizioni attuali.

Mi riferisco, per esempio, alle riparazioni domestiche sia intese come interventi su impianto elettrico ed idraulico, serrande e serramenti, sia come riparazione di elettrodomestici o mobili e tinteggiatura.

Un tempo era molto più comune di ora mettere le mani quando qualcosa non andava, salvo chiamare l’artigiano se proprio era un problema irrisolvibile da noi: nella mia famiglia, sia da parte di mamma che di papà, tutti tinteggiavano le pareti di casa, sostituivano un interruttore, montavano un lampadario o sostituivano lo scarico del lavandino. E se proprio non potevano (assenza, impedimento fisico, urgenza) c’era, comunque, qualcuno degli amici in grado di farlo. Non parliamo poi di traslochi: si noleggiava un furgone (e prima ancora lo si chiedeva al fruttivendolo o al meccanico) e ci si organizzava, magari impiegandoci il triplo del tempo.

L’avvento dell’elettronica nelle automobili (che rende impossibile il 90% delle riparazioni se non sei un ingegnere e soprattutto se non hai le apparecchiature adatte), la costruzione di elettrodomestici che non si riparano più (provate ad aprire un TV attuale), le norme che quasi ogni anno rendono le apparecchiature in tuo possesso energeticamente obsolete (fra un po’ dovranno allungare le etichette per farci stare tutte i + della lettera A) hanno reso le riparazioni domestiche una pratica per pochi addetti ai lavori. Per le riparazioni che ancora potremmo fare, invece, non abbiamo più tempo perché tra ufficio, prendere i figli a scuola, andare in palestra e poi il calcetto alla sera siamo stravolti. Tanto c’è l’artigiano che, entro 15-20 giorni arriverà.

Ma la manualità porta con sé due importantissimi fattori: da un lato realizzare o aggiustare qualcosa (che ci appartenga o no) contribuisce ad aumentare la propria stima ed aumenta la creatività. Quanti di noi si lamentano perché il proprio lavoro non è tangibile? Immaginate un informatico che crea pagine web, programmi per PC o app, ma fisicamente non c’è traccia del suo impegno. Certo, riceverà la giusta ricompensa (o, almeno, dovrebbe) per il lavoro svolto ma presto il suo lavoro verrà sostituito da nuove versioni, da upgrade, o abbandonato.

Altro fattore non meno importante è il contatto con l’oggetto creato, la scelta del materiale, la rifinitura, la colorazione: pensate alla Pietà del Bernini, o al Davide di Michelangelo o al Perseo che decapita Medusa del Cellini o, molto più modestamente ma non per questo immeritatamente, ai lavori di ebanisteria che il falegname in paese realizza su richiesta.

Personalmente sono convinto che trasporre in un oggetto ciò che si sente, ciò che si vuole comunicare predisponga l’individuo verso toni più dolci, verso disposizioni d’animo migliori. Concentrarsi per trasformare un pensiero, un concetto in un oggetto aiuta a migliorare anche se stessi, in un gesto quasi catartico.

Lasciare una traccia, piccola o grande che sia, del proprio passaggio in questo mondo, da una casa realizzata bene ad una scultura che testimonia a distanza di secoli le fattezze di un eroe, da una cassapanca intarsiata alla riparazione della carrozzeria di un’automobile sono, ognuno a modo suo, piccoli gesti che migliorano un po’ il nostro mondo.

Non è insolito vedere persone fragili migliorare il proprio handicap se adibiti a lavori creativi manuali, dalla riparazione di biciclette alla costruzione di bambole, dal restauro di mobili e oggetti antichi e moderni alla pittura su vetro, ceramica o altro materiale ma è altrettanto vero che negli ultimi anni più di prima cerchiamo tutti un passatempo, un hobby per quando andremo in pensione o per i momenti di stress: dal bricolage, al giardinaggio, al collezionismo vedere crescere sotto i nostri occhi ciò che abbiamo contribuito, giorno dopo giorno, a creare è una soddisfazione impareggiabile.

Se, in più, abbiamo risolto subito il problema senza aspettare per giorni che l’artigiano fosse libero ed abbiamo risparmiato cifre non indifferenti abbiamo quasi raggiunto il nostro ikigai.

Sergio Motta