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Orchiday, Mostra Mercato Internazionale di Orchidee

PERAGA GARDEN CENTER

 

19 e 20 Febbraio 2022

Via Nazionale 9, Mercenasco (TO)

Ingresso libero e gratuito

 

Sabato 19 e domenica 20 febbraio torna da Peraga a Mercenasco (TO) ORCHIDAY, la Mostra Mercato Internazionale di Orchidee giunta quest’anno alla sua settima edizione.

Peraga, uno dei Garden Center più grande d’Italia – con i suoi 12.000 mq dedicati a chi ama il verde dove piante e oggetti d’arredo si alternano come nelle migliori selezioni di Pinterest – è pronto ad accogliere appassionati e collezionisti per un appuntamento fatto di bellezza, eleganza, armonia e ricercatezza.

Tantissimi i visitatori attesi, nel pieno rispetto delle normative anti Covid, migliaia le piante in mostra, più di 500 gli esemplari di orchidee da scoprire, di specie diverse e provenienti da ogni parte del mondo: orchidee dai fiori spettacolarmente colorati e profumati, piccolissime, che profumano al calar del sole o che mostrano la propria bellezza per un solo giorno.

5 gli espositori presenti: Orchideria di Morosolo (VA), Il Sughereto (GR), OrchisMundi (BL), Varesina Orchidee (VA), Le Orchidee del Lago Maggiore (VB). A curare l’allestimento e la selezione il grande esperto e collezionista Giancarlo Pozzi, vero punto di riferimento della floricultura italiana; sono più di 50 gli ibridi da lui creati e registrati presso l’Orchid Register della Royal Horticultural Society di Londra, “l’anagrafe” mondiale delle orchidee.

 

Non solo un’esposizione meravigliosa ma anche l’occasione per imparare a riconoscere e amare questo fiore tropicale la cui bellezza, sensualità ed eleganza riempie gli occhi e stimola le endorfine, con effetti benefici anche sulla salute e sull’umore. Per due giorni il Peraga Garden Center di Mercenasco si trasforma in un giardino unico al mondo dove ammirare centinaia di varietà di orchidee, tra cui esemplari rari e a rischio di estinzione a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

 

Punte di diamante della mostra la Scaphosepalum, l’orchidea “in miniatura” tipica delle foreste dell’Ecuador caratterizzata da piccoli fiori color limone; l’Oerstedella, originaria del Nicaragua, dall’elegante portamento che piega verso il basso, con foglie e rametti molto esili e fiorellini a grappolo color lilla; le bellissime Cattleya che, nell’habitat naturale crescono su alberi e rocce e tante altre varietà imperdibili.

 

www.peragashop.com

La Festa dell’Orgoglio locale a Eataly Lingotto: cuochi, produttori e artigiani

E il Barolo Festival per raccontare la biodiversità del nostro territorio

 

Dal 18 al 27 febbraio a Eataly Lingotto c’è la Festa dell’orgoglio locale: 10 giorni per celebrare i nostri territori e la biodiversità insieme a cuochi, produttori e artigiani locali.

Quando si parla di orgoglio locale, qui in Piemonte non si può fare a meno di pensare ai territori che circondano e abbracciano le città, fra monti, colli e valli e le tante eccellenze che la natura ci offre.

Eccezionalmente per alcune giornate uniche arrivano così a Torino alcuni ristoratori e osti abituati ai paesaggi di montagna. Lunedì 21 a pranzo e cena sarà ospite delle cucine di Eataly la Casetta del Gad, che porterà le sue pizze creative a lunga lievitazione con impasto da mix di farine direttamente da Oulx, Alta Valle Susa. Martedì 22 invece sarà il turno di Brieis Relais Alpino, albergo diffuso ricavato dalla completa ristrutturazione di una borgata alpina, incastonato in un piccolo angolo di paradiso, a 1500 mt tra le montagne incontaminate della Valle Maira, in provincia di Cuneo. Da provare assolutamente le loro ravioles, il flan di Nostrale della Valle Maira e il bonet profumato alla lavanda. Giovedì 24, infine, arriva il rifugio Fontana Mura, nel cuore del parco naturale Orsiera-Rocciavrè, ai piedi del Colle della Roussa, il valico che collega la Val Sangone con la Val Chisone. La loro cucina è quella classica di quota, con una grande attenzione alle materie prime: polenta di pignoletto rosso, Toma di Lait Brusc, sformato di patate e toma e altre ricette della tradizione saranno in menu eccezionalmente per quel giorno.

In programma anche un appuntamento gourmet e stellato, con una speciale cena a 4 mani: martedì 22 febbraio alle ore 20 Ugo Alciati, 1 stella Michelin per Guido Ristorante a Serralunga d’Alba, incontra negli spazi del suo nuovo locale torinese Giù da Guido all’interno dell’Enoteca di Eataly, Piergiorgio Siviero, 1 stella Michelin per Lazzaro1915 a Pontelongo in provincia di Padova. Tradizioni di famiglia e forte legame con il territorio caratterizzano entrambe le cucine, sempre proiettate alle ricette classiche ma con un tocco di innovazione ed estemporaneità. Entrambe inoltre sono da diversi anni premiati dalla Guida Michelin con 1 stella. Da quest’anno poi Lazzaro1915 ha ottenuto la stella verde, per la particolare attenzione alla sostenibilità, elemento che lo accomuna con chef Alciati, il cui ristorante Guido è all’interno del Villaggio Narrante, riserva bionaturale e la cui cucina da sempre ha una cura particolare per l’ambiente e l’eccellenza della materia prima. Per una serata eccezionale, i due chef hanno pensato ad un percorso di gusto, dal Piemonte al Veneto. In accompagnamento una selezione di vini a cura dei Cantinieri di Eataly Lingotto. (€ 80 a persona, su prenotazione)

Mercoledì 23 febbraio sarà invece l’occasione per conoscere da vicino una giovane ma già molto solida realtà della campagna del cuneese, direttamente dalla voce della sua fondatrice: sarà ospite infatti Sara Olocco, di Braja Farm, realtà agricola di Sommariva Bosco in provincia di Cuneo, orto e cascina, bottega ed enoteca online, punto di incontro e luogo di ritrovo. Il progetto Braja, in piemontese “urla”, nasce dalla terra che la giovane imprenditrice ha ereditato dalla sua famiglia: un orto abbandonato da anni che Sara ha ricominciato a coltivare, producendo frutta e verdura nel massimo rispetto della natura e recuperando anche varietà antiche e in disuso. L’appuntamento è per le ore 20 negli spazi in Enoteca a Eataly Lingotto (€ 55 a persona, su prenotazione).

Anche un piatto iconico dell’italianità come la pizza si può declinare in vari modi per raccontare i prodotti e le tradizioni del territorio: ecco allora il Giro d’Italia in 8 pizze, domenica 20 febbraio alle ore 20. Una grande degustazione di pizze per scoprire la biodiversità dei territori e delle eccellenze italiane. (€ 28 a persona, su prenotazione)

Non mancheranno infine i Tour del negozio, per vivere un’esperienza sensoriale a 360°. Assieme ad una guida interna si andrà alla scoperta di curiosità e aneddoti degli artigiani del cibo e si potranno assaggiare prodotti unici: il percorso parte dalla panetteria e prevede 15 stuzzicanti degustazioni itineranti. Appuntamento per sabato 19 febbraio alle ore 18.30 (€ 15 a persona, su prenotazione). E per un’esperienza speciale, venerdì 18 febbraio alle 19 ecco l’Eataly Tour 2.0: 5 assaggi in giro per il negozio e poi a seguire una cena con i grandi piatti della tradizione di Eataly (€ 40 a persona, su prenotazione).

Grande evento di chiusura della Festa dell’Orgoglio locale non poteva che essere il Barolo Festival, da venerdì 25 e fino a domenica 27 febbraio: 3 giorni dedicati al re dei vini, il Barolo, e ai grandi vini dei territori del Piemonte. Venerdì e sabato in programma due serate di degustazione nell’Enoteca di Eataly Lingotto, la più grande della città per grandezza e varietà – l’Enoteca di Eataly ospita oltre 35.000 bottiglie e più di 5.000 etichette -. Saranno presenti 15 produttori, che racconteranno e faranno assaggiare le loro etichette, più di 50! Dai grandi nomi del vino, come Borgogno, Fontanafredda, Marchesi di Barolo, Fenocchio, a Ettore Germano, Domenico Clerico e La Spinetta, storiche piccole cantine nel cuore delle Langhe, passando per la produzione di alcune rappresentanti delle Donne del vino, come Sandra Vezza e la sua Astemia pentita, o ancora le eccellenze artigiane come Principiano, che pigia ancora l’uva con i piedi e mantiene i raspi nel mosto, usa solo lieviti indigeni ed esegue rimontaggi manuali. Questi e tanti altri nomi saranno i compagni di un viaggio tra le colline piemontesi, calice alla mano. (ticket da 40€ a persona con degustazioni illimitate).

Non si rimarrà naturalmente a stomaco vuoto, grazie alle tapas pensate per l’occasione dall’Executive Chef di Eataly Lingotto, Patrik Lisa: pulled pork, pane burro e acciughe ma anche golose focaccine in versione sabauda, con vitello tonnato. Anche la cucina di Giù da Guido, il nuovo locale della famiglia Alciati dentro l’Enoteca di Eataly, proporrà alcuni sfizi: tortilla di polenta con baccalà mantecato, bistecchine di lingua con bagnetti e altre golosità saranno in menu esclusivamente per le due serate di degustazione.

E domenica, immancabile il Pranzo della domenica: un menu langhetto a cura di Giù da Guido. Si inizia con un omaggio al Carnevale, con le bugie salate accompagnate a salumi locali e poi si prosegue con gli immancabili Plin di Lidia Alciati, la “Agnolotti Queen” secondo il Los Angeles Times, la polenta macinata a pietra di Mulino Marino condita con cervo, fino all’ormai famoso gelato al fiordilatte mantecato al momento: la chef di Giù da Guido Laura Greco ha pensato a piatti che esprimono la tradizione e il confort che si associano sempre al pensiero della tavola domenicale (€ 45 a persona, su prenotazione). Disponibile un percorso di abbinamento vini, ovviamente Barolo, da degustare con i consigli degli esperti sommelier di Eataly. In alternativa c’è l’imbarazzo della scelta, tra tutte le proposte a scaffale in Enoteca, tra le quali scegliere liberamente.

Il Festival del Barolo è anche il momento perfetto per imparare sempre di più su questi vini incredibili. Ecco allora in programma alcuni appuntamenti didattici a tema. Martedì 22 febbraio con “Di Barolo in Barolo” si andrà alla scoperta di 3 diverse annate di questo vitigno, apprezzandone le caratteristiche peculiari e le differenze. Venerdì 25 è invece il momento della “Masterclass verticale di Barolo Fontanafredda”: al centro dell’attenzione 5 annate, da degustare con la guida dell’esperto enologo Giorgio Lavagna. E infine domenica 27 febbraio dalle 16.30 “Torino Wine Week incontra… Mauro Marengo”: una degustazione gratuita curata da Torino Wine Week insieme a Mauro Marengo, titolare dell’azienda vitivinicola omonima. L’azienda, fondata da Francesco Marengo nel 1950 a Novello, è a conduzione famigliare e dal 2015 vinifica, grazie alla terza generazione, con profonda attenzione per i tempi della natura sia in vigna che in cantina.

 

Ecco il calendario completo della Festa dell’Orgoglio locale:

Venerdì 18 febbraio, ore 19 | Eataly Tour 2.0: degustazioni e cena | 40 €

Sabato 19 febbraio, ore 19 | Eataly Tour | 15 €

Domenica 20 febbraio, ore 20 | Giro d’Italia in 8 pizze | 28 €

Lunedì 21 febbraio, a pranzo e cena | Casetta del Gad, Oulx TO

Martedì 22 febbraio, a pranzo e cena | Brieis Relais Alpino, Marmora CN

Martedì 22 febbraio, dalle 18.30 alle 20.30 | Di Barolo in Barolo | 40 €

Martedì 22 febbraio, ore 20 | Cena a 4 mani: Lazzaro1915 e Ugo Alciati | 80 €

Mercoledì 23 febbraio, ore 20 | Braja Farm incontra Eataly | 55 €

Giovedì 24 febbraio, a pranzo e cena | Rifugio Fontana Mura, Coazze TO

Venerdì 25 febbraio, dalle 18.30 alle 20.30 | Masterclass verticale di Barolo Fontanafredda | 60 €

Da venerdì 25 a domenica 27 febbraio | Barolo Festival

Venerdì 25 e sabato 26 febbraio, dalle ore 18 alle 23 | Degustazioni in Enoteca | 40 €

Domenica 27 febbraio, ore 13 | Il pranzo della domenica | 45 €

Domenica 27 febbraio, dalle 16.30 alle 18.30 | Torino Wine Week incontra… Mauro Marengo | Gratuito

 

Per maggiori informazioni: www.torino.eataly.it

 

Invecchiamento di successo: mito o realtà?

L’Università della Terza Età, sede di Cuneo, organizza lunedì 21 febbraio alle ore 15, presso il cinema Monviso (via XX settembre 14), una conferenza sul tema: “Invecchiamento di successo: mito o realtà?”. Interverrà Giancarlo Isaia, Professore di Medicina Interna e Geriatria, Università di Torino e Presidente dell’Accademia di Medicina di Torino.

Un soggetto anziano, ma ancora molto attivo e capace di interagire in maniera partecipativa con la rete sociale, di mantenere normali o accettabili capacità intellettive, un soddisfacente grado di autosufficienza e discrete capacità di spostamento autonomo, può essere definito come “invecchiato con successo”.

Certamente la genetica è di fondamentale importanza per condizionare lo stato di salute degli individui: in particolare negli anziani, determinando una variabile risposta agli eventi stressanti, è in grado di condizionare la qualità dell’invecchiamento. Occorre tuttavia precisare che è possibile influenzare in senso positivo questa evoluzione, adottando stili di vita virtuosi, con particolare riferimento all’astensione dal fumo, dall’alcol e dagli eccessi alimentari, ad una regolare attività fisica, alla prevenzione dell’obesità, del diabete, delle carenze nutrizionali e di patologie che influenzano la qualità della nostra esistenza.

Il relatore è autore del libro “Invecchiare senza invecchiare”, Pacini Editore, 2018.

Fino a San Valentino apre lo store Adisco

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UN’OCCASIONE PER SOSTENERE LE ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE CONTRIBUENDO ALLA REALIZZAZIONE DI REPARTI DI SERVIZIO PER L’OSPEDALE INFANTILE REGINA MARGHERITA

 Lo Store Adisco Piemonte di via Lagrange 5D a Torino riapre da  martedì 1° febbraio in occasione della festa di San Valentino. L’apertura si aggiunge ai tradizionali appuntamenti di Adisco Piemonte legati al Natale e alle festività pasquali.

 

Un nuovo importante appuntamento per i sostenitori di Adisco Sezione Piemonte, che potranno trovare all’interno dello shop tante idee regalo in un allestimento rinnovatoTante le novità disponibili in occasione della festa degli innamorati: bouquet di rose, scatole con composizioni floreali, cioccolatini e tanti accessori a tema, oltre a gioielli, bijoux e capi di abbigliamento, per offrire un regalo speciale (e solidale) alle persone amate.

 

L’intera somma raccolta dagli acquisti sarà infatti destinata alla realizzazione di reparti di servizio  per l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

 

Lo Store sarà aperto fino al 14 febbraio, con orario continuato dalle 10:30 alle 19; domenica 6 e domenica 13 febbraio il negozio rimarrà chiuso.

Romantica Torino: anche il capoluogo piemontese si ricorda dei suoi innamorati

Sapete cari lettori, è difficile scrivere un pezzo su San Valentino senza scivolare nella retorica e nella banalità. È assai complesso trattare d’amore dribblando l’ovvietà delle frasi da “bigliettino regalo”. D’altro canto è da sempre che l’uomo si confronta con tale sentimento: poeti, scrittori, artisti hanno tentato nei secoli di descriverlo, questo “amore”, studiosi e psicanalisti hanno provato a spiegarlo e i più timorosi si sono pure convinti di riuscire a rifuggirlo.

Non farò qui una dissertazione articolata su che cosa sia l’amore, né proporrò un elenco di citazioni mirate per farvi commuovere, al contrario vorrei intrattenervi raccontandovi delle origini di questa strana festività, che da tempo immemore esalta la passione amorosa.
Certo, siamo onesti, con l’avanzare dell’età tali concetti si allontanano dal podio delle questioni importanti, siamo tutti proiettati sul lavoro, sulla casa, sul portare i bambini a scuola e – soprattutto- sulle varie attività pomeridiane, siamo così sommersi dagli impegni “davvero” essenziali da non avere più tempo da perdere dietro a tali smancerie.
È materia da adolescenti questa, perché solo in quel momento dell’esistenza abbiamo la sfrontatezza necessaria per vivere appieno uno stato d’animo così totalizzante. Solo in quel lasso di vita siamo così coraggiosi da mettere ogni cosa in secondo piano, pur di stare qualche ora insieme alla nostra dolce metà. Credo allora sia giusto che i veri protagonisti di questa giornata siano i ragazzi, a maggior ragione ora, in un periodo storico così difficile, in cui non solo una pandemia ha stravolto la quotidianità della vicinanza, ma i social e la digitalizzazione sfrenata stanno distaccandoci dalla realtà e dal concreto.

Per queste motivazioni mi piace l’idea di poter scrivere di tale festa melensa, perché forse ogni tanto c’è bisogno di un po’ di retorica.
Un giorno, quello di San Valentino, dedicato a chi si vuole bene e a coloro che ancora si tengono la mano dopo tanto tempo insieme, ma soprattutto una ricorrenza rivolta a chi brucia, a chi desidera, a chi aspetta irrequieto che il telefono squilli, a chi prova quell’ “excrucior” di cui parla Catullo nei suoi impareggiabili versi.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona.” (Dante, “Inf.”,V, 103), dice Francesca del suo Paolo.
Eccole qui le eterne parole di Dante, antiche e immortali, citatissime e mai eguagliate. Eccole qui le uniche parole adatte per tale occasione.
Quelli che sono gli amanti più famosi della letteratura hanno da sempre influenzato poeti e artisti, la loro fama si è protratta attraverso le epoche come fonte d’ispirazione obbligata per chiunque voglia anche solo pensare all’argomento amoroso. La potenza dell’Opera dantesca non si leviga, non si usura, nemmeno oggigiorno quando le terzine dall’andamento anaforico vengono utilizzare per incartare cioccolatini da distribuire alle masse dei consumatori.

Tempus fugit, e siamo arrivati al giorno più romantico dell’anno. Ancora una volta, il 14 febbraio gli innamorati si regaleranno un po’ di tempo per loro, magari una cena al lume di candela o un weekend  clandestino in qualche baita montana, o semplicemente qualcuno poggerà una rosa sul tavolo apparecchiato di casa, per far sorridere la persona amata di quello stesso sorriso con cui ci si innamora da adolescenti. La giornata è celebrata in quasi tutta Europa, nelle Americhe e nell’Estremo Oriente, si tratta di una ricorrenza assai vetusta, che affonda le sue radici in usanze pagane in seguito dimenticate. Per tale ricorrenza la nostra Torino offre diverse possibilità di festeggiamento: cene romantiche nei ristoranti del centro e non solo, musei con ingresso ridotto, aperitivi panoramici o ancora pernottamenti in magnifiche location appena fuori il capoluogo piemontese. Lo sappiamo, quando si tratta di “fare festa” i torinesi difficilmente si tirano indietro.
La città, per questa occasione, si tinge di rosso, negozi e locali hanno già allestito le vetrine con cuoricini e sagome di innamorati e per le vie si respira un’aria di romanticismo dilagante.
Quel che vorrei far emergere è che da sempre l’amore è esaltato e festeggiato e credo sia un bene che tale evento, seppur commercializzato e talvolta banalizzato, permanga ancora oggi, affinché rimanga viva la possibilità di ricordarci di quel sentimento che davvero ci rende uguali.

Lo spiega bene l’Amico Gufo in Bambi, tutti ci “rincitrulliamo”, l’innamoramento ha gli stessi effetti sugli scettici e sulle persone più sensibili, non dipende dall’etnia o dalla nazionalità, così come un cuore infranto non ha sesso e non ha genere, in quell’occasione piangiamo tutti allo stesso modo. La festività, istituita nel 496 da papa Gelasio I, prende il nome dal santo e martire Valentino di Terni e si diffonde prima di tutto in Francia e in Inghilterra, grazie al contributo dei Benedettini. È bene sottolineare la presenza di diversi santi denominati Valentino e non sempre la tradizione è chiara su chi in effetti debba essere preso a riferimento. La ricorrenza si sostituisce alla festa pagana dei “Lupercalia”, contribuendo allo scopo ultimo di cristianizzare le festività romane.
I Lupercalia si svolgevano a metà febbraio, considerato il mese purificatorio, durante i giorni nefasti, che vanno dal 13 al 15. I rituali sono eseguiti in onore del dio Fauno, nella sua accezione di Lupercus, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi. Proprio il 15 febbraio è indicato come giorno culmine del periodo invernale, in questo momento le belve selvatiche sentono maggiormente i morsi della fame e si spingono più di sovente vicino alle greggi, che di conseguenza necessitano di più protezione.
Sono diverse le fonti a cui si può attingere per avere un’idea di come si svolgessero tali rituali, tuttavia è nelle “Vite Parallele” di Plutarco che possiamo ritrovare una minuziosa descrizione della festa.

La ricorrenza è legata ai cicli di morte e rinascita della natura, alla sovversione delle regole e alla momentanea distruzione dell’ordine sociale. Grazie a tali attività la comunità viene purificata ed è quindi possibile la sperata “rinascita”. Vengono costituiti chiassosi cortei, i partecipanti indossano maschere e travestimenti, rimettendo in atto il caos primigenio da cui scaturisce il processo di rigenerazione. Di tali celebrazioni permangono, seppur mediate dalla morale cristiana, alcune abitudini riferibili alla tradizione del Carnevale.
Durante i Lupercalia vengono portati avanti riti specifici, tra questi è bene ricordare la peculiare usanza legata al propiziare la fertilità delle donne: le fanciulle scendono in strada e si abbandonano ai colpi vibrati delle fascine di rami stretti con spaghi, inferti dai giovani. Così gli uomini regrediscono alla condizione ancestrale e divina della libera sessualità, impersonata proprio dal dio Fauno-Luperco. Secondo le fonti, anche le donne in dolce attesa partecipano a questi momenti e, come le altre componenti, si sottopongono spontaneamente e di buon grado ai colpi inferti dagli uomini, nell’ottica di facilitare la procreazione e rendere il proprio figlio forte e di buona costituzione. Una festività ben specifica e difficile da mascherare per i cristiani, l’escamotage utilizzato da Papa Gelasio I consiste nel mantenere una sorta di richiamo all’amore, cancellandone l’aspetto carnale ed elevandolo ad “amore etereo”, in riferimento al Santo Valentino, protettore degli innamorati.
Come precedentemente accennato, non si sa con certezza quale San Valentino debba essere venerato il 14 febbraio, probabilmente Valentino di Terni, ma forse un Valentino morto a Roma nel 274. Quest’ultimo sarebbe stato giustiziato per aver celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il romano e pagano Sabino, secondo la storia i due giovani morirono insieme proprio mentre il Santo li benediceva, Santo che di lì a poco sarebbe stato decapitato. Che ci ricordiamo o meno di queste faccende, l’importante – questa la mia opinione – è che il giorno di San Valentino valga ancora qualcosa, almeno per quei romantici che perdurano nel credere in questa sciocchezza dell’amore, che ancora si battono per un gesto carino, per la cavalleria, che forse non sarà tanto apprezzata dalle femministe più sfrenate, ma che a me, personalmente, piace tanto.

Alessia Cagnotto

 

La vera storia di Sanremo

Vi racconto la vera storia del Festival 2022 partendo dall’origine dei tempi…

Nel Paradiso terrestre Dio si sentiva solo. Un giorno disse: “Creo l’universo”.

Detto, fatto; schioccò le dita e disse: “Fiat lux!” e subito apparve una fiammante Fiat 500. Resosi conto dell’errore, la buttò via e creò le stelle.

Che spettacolo!

Così bello che iniziò subito a cantare: Sull’Arno DARGEN si specchia il firmamen…”

Passò poi agli animali, iniziando da un MAHMOOD (antenato degli elefanti) e da una anaconda (antenata di ANA MENA), che viveva attorcigliata a un ramo di LAURO.

Poi disse: “Ora tocca al genere YUMAN”. Modellò due sagome di fango, un uomo ed una donna, per alitar loro sul viso e portarli alla vita. Ma purtroppo nell’avvicinarsi s’inciampò, cadde rovinosamente sulle sagome, mescolandole irrimediabilmente e dando vita a … DRUSILLA, un affascinante mix di genere.

Dopo 9 mesi il nuovo essere diede alla luce (non si sa come, ma a quei tempi poteva accadere di tutto.,..) due gemelli cui diede nome Romolo e Remo, due BRAVI bimbetti che sgambettavano felici nell’Eden. Strano a dirsi, Romolo era BLANCO e Remo era MORO (non si sa come, ma a quei tempi poteva accadere di tutto.,..).

Un giorno, quel discolo di Remo, lanciando un sasso, ruppe il vetro del salotto buono di Dio, che si arrabbiò moltissimo e li fece cacciar via dal Paradiso da SANGIOVANNI.

Remo ne subì un forte choc, soffriva di violente VIBRAZIONI e feroci bruciori di stomaco che lo obbligavano a prendere spesso un AKA 7EVEN..

La mamma (o papà? Chissà?) lo rimproverava spesso per quello che aveva combinato e lui reagiva piangendo: “Ma metti sempre IL DITO NELLA PIAGA, basta!”.

 

 

Il tempo passava…

Un giorno arrivò un ROMANO residente sul lago di NOEMI che faceva un tour elettorale (voleva diventare onorevole per smettere di lavorare), accompagnato dalla sua RAPPRESENTANTE DI LISATA.

Remo, curioso, chiese: “Come si chiama?” e lui rispose: “Elisa!”; e Remo: “Monna?” (perché era molto colto e sapeva tutto di Leonardo da Vinci). Gli promisero il voto in cambio della promessa di una villetta a Sabaudia, ma il fellone, una volta eletto, sparì nel nulla (niente di nuovo sotto il sole…).

Un altro giorno arrivò il principe RANIERI di Monaco, un tipo molto HIGHSNOB, con la moglie EMMA alla testa delle sue TRUPPI ben equipaggiate nelle loro armature di FERRERI. Si fermò a mangiare da loro gustando prelibatezze di ogni tipo, fra cui IRAMA arrosto (piatto tipico siriano), RKOMI con funghi (torta salata nigeriana) e TANANAI affumicato, un costosissimo salame giapponese (prezzo 1.000 euro al chilo più IVA!).

Purtroppo il gruppo, dopo il pranzo luculliano, partì verso la Riviera ligure e, arrivato sul ponte MORANDI, precipitò nel vuoto; di loro non si seppe più nulla.

Affranto, Remo si trasferì in un ridente luogo della costa ligure, dove piantò un FIORELLO che si moltiplicò rapidamente dandoalla costa il nome di Riviera dei fiori.

La gente gridò al miracolo, e alla sua morte lo proclamò subito Santo, intitolando a lui il borgo che così divenne SanRemo.

E ogni anno a febbraio gli abitanti festeggiano la sua memoria, ringraziando Dio di aver loro donato cotanto personaggio, cantando in processione l’inno sacro “AMA DEUS!!!!”.

 

NOTA: Il testo è stato anche inserito su Youtube sotto forma di animazione. Potete godervelo cliccando sul seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=PObf4VINx5s

Gianluigi De Marchi

Piemonte Italia, “quattro stagioni molte occasioni”

Con il portale www.piemonteitalia.eu dal 2010 la Regione Piemonte promuove la cultura e le attività turistiche del territorio.

Piemonte Italia è uno dei siti più completi e aggiornati sugli eventi culturali e turistici piemontesi. Immagini selezionate e contenuti turistico-culturali completi e dettagliati sono la cifra distintiva del portale.

Il sito è dedicato agli appassionati di arte e cultura, agli amanti dello sport e delle attività all’aria aperta, alle famiglie e, in generale, a tutti coloro a cui piace scoprire curiosità locali.

Piemonte Italia è aggiornato quotidianamente da una redazione web. Oltre agli eventi, il sito dispone di molteplici contenuti di interesse quali musei, abbazie, castelli, alberghi, ricette, ristoranti e molto altro ancora.

Potete trovare Piemonte Italia anche sui canali Social: Facebook, Instagram, Twitter e Youtube.

DIY: do it yourself

Si rompe una cosa a casa? Forse non è necessario ricomprarla o portarla a riparare. Vogliamo riciclare vecchi oggetti ridandogli una nuova vita o cambiandone la destinazione d’uso?

Sì, si può fare tranquillamente con creatività e fantasia. Cassette della frutta che diventano tavolini o librerie, un vecchio copertone trasformato in una comoda cuccia per il cagnolino oppure lattine che diventano lampade di design. Tutte, o quasi tutte, le nostre cose, risposte magari da anni in cantina in attesa di essere buttate, possono mutare in nuovi oggetti come la zucca di Cenerentola che diventa una carrozza. Ovviamente é bene capire se ci sono tutte le condizioni per intraprendere il lavoro e soprattutto essere certi di operare in sicurezza, ma a parte questo e con l’aiuto di diversi siti che dispensano consigli ed idee, si può addirittura rinnovare interamente la casa in maniera low cost e con la soddisfazione di aver prodotto tutto da soli. D’altronde il detto dice Chi fa da sé fa per tre. Ci sono vari siti che possiamo consultare alla ricerca di indicazioni utili, Pinterest, per esempio, è un mondo, un pianeta di idee, uno scenario immenso di ispirazione, Bricoportale.it è ricchissimo di suggerimenti e guide per i diversi lavori del fai da te, Bricoliamo.it contiene video tutorial per ogni tipo di intervento e anche le informazioni per visitare le fiere a tema. Ovviamente anche Youtube rappresenta un importante supporto perché con i suoi video è capace davvero di illustrarci come fare qualsiasi cosa. Le statistiche dicono che il DIY è un fenomeno in crescita, una passione in aumento per chi ama le attività di autoproduzione casalinga ma anche l’opportunità, sempre più apprezzata, di non dover ricorrere agli acquisti, non sempre economici purtroppo, quando si guasta una cosa o quando si ha bisogno di un nuovo mobile. Pur vivendo in un momento in cui si è bombardati dalla pubblicità, dalla spinta agli acquisti e dal febbrile desiderio di avere sempre tutto nuovo e alla moda, questa pratica del fai da te sta prendendo piede e sta interessando una grande fetta della popolazione, l’Italia è, tra l’altro, uno dei paesi che ne sta beneficiando di più. Oltre ad essere una pratica utile che aiuta le tasche sostenendo il risparmio economico , il Do It Yourself è anche terapeutico, un esercizio per la nostra mente. Essere impegnati in varie attività pratiche è un toccasana per il nostro cervello, aiuta a ridurre lo stress ed è un supporto nella cura della depressione. Si producono gli ormoni del benessere, si medita concentrandosi sull’attività che si sta svolgendo, allontanando così altri tipi di pensieri, e si migliora l’autostima nel constatare le proprie abilità. E’ inoltre un potenziatore di creatività, è capace infatti di far emergere tutte quelle nostre attitudini e predisposizioni, che altrimenti, probabilmente, rimarrebbero inespresse.

Maria La Barbera

Rivoli, la consegna delle chiavi della Città e l’investitura del Conte Verde

Come da tradizione, questa mattina è avvenuta la consegna delle chiavi della Città di Rivoli e l’investitura del Conte Verde Amedeo VI di Savoia, insieme a sua moglie Bona di Borbone.

Un momento importante per la città. Sempre questa mattina si sono esibiti gli Sbandieratori insieme al Gruppo Storico. “Ora attendiamo il 68° Carnevale di Rivoli. Stiamo lavorando – osserva il vicesindaco Laura Adduce – per un nuovo progetto ambizioso che possa regalare momenti di gioia e spensieratezza per i grandi e i piccini “il Carnevale in piazza” con tante attrazioni e novità”.

Il Tubolario, dissacrante gioco di parole degli anni ’80

Sul finire degli anni Settanta, con la legge 833 del 1978, venne istituito il servizio sanitario nazionale. In seguito a quella che, a buon diritto, è ricordata come la vera e grande riforma sanitaria italiana, cominciarono a circolare una marea di piani sanitari regionali e locali infarciti di frasi ripetitive, roboanti e, come capita spesso, incomprensibili ai più.

Due professori, dotati di uno spiccato senso dell’ironia, ribellandosi a quest’alluvione di parole e di  frasi inutili, inventarono il GAPS, acronimo che stava per “Generatore Automatico Piani Sanitari”.Il professor Marco Marchi dell’Istituto di Biostatistica ed Epidemiologia dell’Università di Pisa e il prof. Piero Morosini, direttore di laboratorio dell’Istituto Superiore di Sanità, grazie alla notizia della loro “invenzione” si guadagnarono la prima pagina del Corriere della Sera.

La Tecnogiocattoli Sebino, ditta bresciana famosa per aver prodotto il famoso bambolotto “Cicciobello ( e anche i suoi  fratelli multietnici: Cicciobello Angelo nero e Cicciobello Ciao-Fiù-Lin, dai tratti somatici tipicamente orientali) li contattò all’inizio degli anni ’80 per sviluppare l’idea e dar vita al Tubolario, riadattando le frasi del Gaps, sostituendo i termini ed i riferimenti  squisitamente sanitari con la finalità di poterlo proporre in un linguaggio più “politichese”. La confezione che  venne messa in vendita (su licenza dei due inventori) consisteva in una scatola contenente tre tubi con riferimento ad altrettanti temi : il linguaggio politico-sindacale, le frasi d’amore e un gergo sportivo (in particolare riferito al mondo del calcio). Di quei “tubolari” ne furono vendute migliaia di copie. In seguito, anche per problemi legati alla corresponsione dei diritti d’autore ( che furono negati a Marchi e Morosini per l’uso collaterale del tubo quale contenitore di cioccolatini) il rapporto con la fabbrica di giocattoli di Cologne si concluse senza lo sviluppo di altre versioni del gioco, com’era nelle intenzioni originarie. Durò poco la storia, ironica e dissacrante, del “Tubolario”, gioco intelligente che prendeva di mira l’abitudine assai diffusa ad esprimersi per frasi fatte, luoghi comuni, ed altre forme più o meno omologate di discorso che caratterizzano il linguaggio specialistico di politici, giornalisti ed altri personaggi che, spesso, gicano con le parole per comunicare senza dire niente che possa comprometterli.

Un esempio? Ecco una frase del “Tubolario”: “L’indicazione della base/ persegue/ il ribaltamento della logica preesistente/in una visione organica e ricondotta a unità /evidenziando ed esplicitando /in termini di efficacia e di efficienza / l’adozione di una metodologia differenziata”. Non male, vero? Eccone un’altra: “Il nuovo soggetto sociale/ presuppone/ un organico collegamento interdisciplinare/con criteri non dirigistici/fattualizzando e concretizzando/nei tempi brevi, anzi brevissimi/un indispensabile salto di qualità”. Le frasi,organizzate sotto forma di un discorso dall’apparenza logica, di fatto non esprimono un bel niente, ma danno la sensazione di volerlo fare. Il “Tubolario”, realizzato con l’uso di una settantina di brevi periodi stampati su sette cilindri rotanti, consentiva, a chi avesse deciso di utilizzarlo, di improvvisare un numero imprecisato di frasi ad effetto, senza mai dire niente di concreto. Nonostante ormai sia un oggetto di culto, sentendo alcuni dei protagonisti dei talk show televisivi (termine di lingua inglese che significa, tanto per essere pignoli, “spettacolo di conversazione o programma di parole”), parrebbe che non sia stato relegato nel baule dei ricordi ma venga tutt’ora usato con disinvoltura.

Marco Travaglini