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Scrittura olistica… per “ascoltare e ascoltarsi”

Il “mondo olistico” incontra la passione per la scrittura, in uno specifico corso che si terrà a Pianezza

Aperte le iscrizioni

Pianezza (Torino)

Cinque giorni di “Scrittura olistica e creativa”. E “terapeutica”. No, non sgranate gli occhi! La “scrittura olistica” (tranquilli!) è solo un filone della più ampia cultura o filosofia alla base del cosiddetto “benessere olistico” (dal greco antico “olos”, termine dal significato di “interezza” e “totalità”) con radici in antiche origini filosofiche orientali (India e Cina soprattutto, VI – XII secolo) e ben fermo nell’idea che ogni aspetto del nostro essere – fisico, emotivo, mentale e spirituale – contribuisca alla nostra salute, al nostro benessere e al nostro ben stare (con noi stessi e con gli altri) in generale. Con tale espressione vuole dunque intendersi semplicemente l’approccio ad un tipo di “scrittura totalizzante”, scrittura in grado di“rallentare la corsa, per ascoltare e ascoltarsi”. Non solo per narrare ciò che sta al di fuori o intorno a noi, ma per meglio conoscere e studiare il nostro “essere qui e ora”. Il che “permette di aprire gli orizzonti ed analizzare gli eventi e noi stessi con altri occhi, dandoci la possibilità di mettere in pratica l’armonia mente-corpo-spirito”. Scrivere, insomma, “per sentirci meglio”. E “scrivere di tutto”. Di ogni emozione, di ogni dubbio o sorpresa, del tuo essere e del tuo stare in un determinato momento e in un determinato luogo . In modo totalizzante. Per trovare una voce nel silenzio. Un bagliore nel buio. Una mano che ti guida. E non occorre essere già provetti mestieranti di penna, basta sentire un minimo di interesse per la scrittura, per l’annotare di te e della tua vita su un foglio bianco. Pronto a diventare pagina di confessione, un semplice strumento cui affidarti per dare sfogo alle tue ansie, ai tuoi sogni, alle tue paure e alle tue speranze.

Ad aiutarci in ciò può allora essere interessante seguire uno specifico corso di “scrittura creativa e terapeutica” per l’appunto, in programma a Pianezza, che prenderà il via mercoledì 26 marzo prossimo, ma per il quale sono già aperte le iscrizionicinque incontri, della durata di un’ora e mezza, organizzati e tenuti da Roberta Carozzi, naturopata o “Life coach”, e da Chiara Priante, giornalista e docente. Incontri che si terranno in “spazi aperti” ancora da concordare o, in caso di maltempo, nello studio della stessa naturopata in “Villa Bricca”, a Pianezza.

Ogni incontro sarà dedicato a uno dei cinque sensi. Si parte dall’“aromaterapia” per stimolare l’olfatto e dalla “musicoterapia” per lasciar fruire emozioni sospinti dall’udito; e, poi, esercizi ad hoc per risvegliare le “papille gustative”, “colori” per capire meglio come funziona la vista, “giochi” per il tatto. “ Tutti stimoli – spiega Chiara Priante – che, poi, ci porteranno a scrivere, a tirare fuori quello che abbiamo dentro: che sia un’emozione, un ricordo che arriva da lontano, una storia che avremmo sempre voluto raccontare”. In ogni incontro, un senso coinvolto e una storia. “Tra giochi di lessico, esercizi di scrittura creativa collettiva, trucchi per potenziare la nostra osservazione del quotidiano, brani di penne celebri da imitare, l’obiettivo è crescere attraverso le parole. E la cura da mettere nello sceglierle: con queste, disegniamo la realtà, immaginaria o reale che sia”.

Le lezioni sono in programma mercoledì 26 marzo, mercoledì 2, 9 e 16 aprile mercoledì 7 maggio, sempre alle 18,30. Il costo è di 20 euro a incontro o di 80 euro per l’intero corso.

Sottolinea ancora Roberta Carozzi“Attraverso una maggiore consapevolezza dei ‘cinque sensi’, si impara a muoversi con maggior curiosità e creatività nel mondo interiore e nella realtà che ci circonda: la percezione di quest’ultima è sempre e solo soggettiva. Ognuno coglie e ricorda la parte della realtà più aderente ai propri sensi: rielaborarla attraverso la ‘scrittura olistica-terapeutica’ permette di creare nuove visioni e consapevolezze funzionali al nostro benessere”.

Info e iscrizioni: via Whatsapp 340/3244152 o 328/1767403; via mail arte.rapiaolistica@gmail.com

g.m.

Nelle foto: Chiara Priante e Roberta Carozzi

Turismo Torino e Provincia, storie di successo su TikTok

La strategia vincente per portare Torino da città sottovalutata a star della piattaforma di video-sharing più in voga del momento

Il progetto vede coinvolti BTREES, agenzia di comunicazione con sede a Torino, Biella e Reggio Emilia, e Turismo Torino e Provincia, l’ente preposto alla promozione della provincia di Torino. Una collaborazione di valore che oggi si traduce in una delle sole tre storie di successo sul sito ufficiale di TikTok per la categoria “Retail/Travel” in Italia.

La collaborazione nasce a dicembre 2023 dall’esigenza di Turismo Torino e Provincia di raccontare le unicità della città e del territorio circostante attraverso un linguaggio nuovo, curioso e trendy, con l’obiettivo di conquistare un pubblico giovane e variegato come quello di TikTok.
BTREES ha risposto all’esigenza elaborando una strategia basata su contenuti rivolti a un pubblico ben definito, sull’instaurare relazioni di valore con gli utenti e sulla creazione di collaborazioni solide con creator e influencer molto amati dai cittadini.
A tutta l’attività di contenuti social, si è affiancata una solida strategia pubblicitaria mirata all’aumento di follower. I risultati sono stati notevoli: in un solo anno di collaborazione il profilo TikTok di Turismo Torino e Provincia ha registrato un aumento di 21Mila follower, quasi 4 milioni di visualizzazioni video e più di 100Mila interazioni.
A livello creativo, BTREES ha utilizzato un approccio TikTok Native mirato all’intrattenimento e alla novità, come ricerca di suoni in tendenza, adattamento dei trend del momento e il coinvolgimento di creatori di contenuti. Parallelamente, ha unito competenze tecniche legate all’analisi delle ricerche degli utenti, e alla sponsorizzazione, analizzando ogni contenuto per adattare pubblico e investimento.
Vedere il progetto ideato per Turismo Torino e Provincia tra le success stories sul sito ufficiale di TikTok è una soddisfazione enorme. Credo fermamente che il fattore determinante per questo risultato sia il feeling tra il team d’agenzia e il team di Turismo Torino e Provincia: obiettivi chiari, libertà d’azione un supporto concreto ci hanno accompagnati dal primo giorno” Filippo Bondi, Strategic Business Development Manager – BTREES.
La chiave per conquistare il pubblico di TikTok, portando Torino e la sua provincia a diventare vere star della piattaforma, è stata la scelta di dare visibilità alle diverse anime della città – food, outdoor, arte, eventi, storia, accessibilità, lifestyle – facendo leva su emozioni, suoni, divertimento e curiosità. La campagna, infatti, permette agli utenti che conoscono Torino di scoprire luoghi nascosti e caratteristiche ancora poco conosciute, e agli utenti che non l’hanno ancora visitata di capire l’unicità della città e le sue diverse personalità.
“L’apertura del canale TikTok è stata una vera sfida, essendo un canale che utilizza un linguaggio nuovo e diverso dagli altri canali social. Collaboriamo con BTREES in costante allineamento per raccontare Torino e l’intero territorio della provincia in modo innovativo, emozionale e coinvolgente. Il coordinamento tra i team è fondamentale per garantire una comunicazione autentica e strategica, raggiungendo un pubblico giovane e digitale. I risultati sorprendenti dimostrano come sperimentare nuovi approcci possa portare grandi opportunità di crescita e visibilità, rafforzando il legame con la nostra community e conquistandone di nuove” Marcella Gaspardone – Dirigente di Turismo Torino e Provincia.
Negli ultimi anni, BTREES ha collezionato diversi progetti di successo: la strategia di lancio del canale per Roadhouse, prima catena di food retail a sbarcare su TikTok; la strategia B2B vincente per Emilgroup, noto brand emiliano per la produzione di superfici in gres porcellanato, e per Billoo, applicazione dedicata al risparmio sulle bollette, quest’ultima finita in shortlist ai TikTok award 2023.

Scopri la magia di Tulipani Italiani: a Grugliasco sono 380mila

La stagione 2025 è alle porte, manca poco all’apertura. Nel campo di Arese, vicino a Milano, vi aspetta il più
grande U-PICK GARDEN d’Italia, dove potrete immergervi in un mare di colori tra 660.000 tulipani bellissimi e
variopinti, coltivati con cura per regalarvi un’esperienza unica. Nel frattempo, alle porte di Torino, nel campo
di Grugliasco, abbiamo piantato 380.000 splendidi fiori, pronti a sbocciare e a creare un panorama mozzafiato.
Una stagione ricca di emozioni e bellezza naturale vi attende, per vivere momenti indimenticabili a contatto con
la natura!
Nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi di bulbi importati dall’ Olanda, continuiamo con
passione a rendere i nostri campi un luogo unico e magico, dove la natura si esprime in tutta la sua bellezza. Ogni
anno cerchiamo di migliorare, introducendo nuove varietà di fiori (in questa stagione abbiamo aumentato il
numero di bulbi di Narcisi, Iris e Allium), installazioni uniche e attività per tutte le età, affinché ogni visita diventi
un’esperienza indimenticabile. La nostra missione è creare un legame speciale tra uomo e natura, promuovendo
uno stile di vita sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Con il vostro supporto e il vostro entusiasmo, possiamo
continuare a far sbocciare un futuro più verde, pieno di emozioni e colori. Restate connessi sui nostri canali
Instagram, Facebook, TikTok e Twitter per non perdere le novità e condividete con orgoglio i vostri momenti
più belli!
L’apertura dipende dalla temperatura e dalla stagione primaverile; i due campi apriranno probabilmente tra il
15 e il 22 marzo 2025 per continuare indicativamente fino alla fine di aprile. Vi aspettiamo per festeggiare la
Pasqua passeggiando e raccogliendo splendidi tulipani. La fioritura durerà al massimo sei settimane. Saremo
aperti 7 giorni su 7 dalle 9.00 alle 19.30, sabato e domenica dalle ore 8.30 fino alle 19.30. La pioggia non ci
spaventa. Saremo aperti anche nei giorni di brutto tempo, che dona ai fiori vita e freschezza. Approfittate di
questa occasione unica per immergervi nei colori e nei profumi della primavera! La chiusura è prevista solo nel
caso di mal tempo pericoloso per i visitatori.
Ogni giorno i filari nei campi cambieranno, trasformando il paesaggio in uno spettacolo unico e irripetibile! I
bulbi selezionati con cura, dai precoci ai tardivi, permetteranno ai visitatori di vivere l’esperienza di raccogliere
tulipani e immortalare momenti speciali per tutta la durata dell’evento. Come sempre, ci dedichiamo con
passione a offrire tulipani di qualità superiore, dai colori vivaci e intensi. Nel nostro Show Garden, un vero
paradiso per gli amanti dei fiori, potrete scoprire le varietà, lasciarvi incantare dalla loro bellezza e divertirvi
a cercare e raccogliere i vostri preferiti tra i filari multicolore.
Siamo ad Arese, in Via Luraghi 1, nel cuore del Parco delle Groane, immersi nei campi che si trovano di fronte
a IL CENTRO, nella suggestiva area conosciuta come La Valera. Desideriamo esprimere la nostra profonda
gratitudine alla direzione de IL CENTRO di Arese per il continuo supporto e la collaborazione costruttiva che ci
hanno dimostrato negli ultimi anni; un sentito ringraziamento anche al Comune di Arese e al corpo di Polizia
Locale di Arese, che con grande professionalità e disponibilità ci affiancano, garantendo sempre un prezioso
sostegno alle nostre attività.
Il campo di Grugliasco rappresenta per noi una straordinaria opportunità di condivisione e crescita. Grazie alla
collaborazione con l’Agriturismo Cascina Duc e alla famiglia di agricoltori che ci ospita, possiamo entrare in
contatto diretto con una realtà autentica, dove tradizione e innovazione si incontrano in armonia. Grugliasco,
con il suo fascino storico e il suo impegno per la sostenibilità, ci ispira ogni giorno a fare del nostro meglio per
valorizzare il territorio. L’entusiasmo e il calore dei visitatori sono il motore che ci spinge a crescere e a
migliorare, rendendo ogni stagione unica e indimenticabile. Continuare insieme questo cammino ci riempie di
gioia e gratitudine.

Edwin, Nitsuhe

Ecomuseo dei Seggiolai di Azeglio, una storia antica che inizia con “un pezzo di legno”

C’era una volta… “un pezzo di legno” scriveva Carlo Lorenzini, in arte Collodi. Anche questa storia inizia con un pezzo di legno, ma il legno non è destinato a diventare burattino, bensì una sedia impagliata che in comune con Pinocchio ha avventure, viaggi e un legame stretto con i suoi artigiani: il seggiolaio, il cadregat in dialetto e l’impagliatrice, l’ampajaura.

L’attività, sviluppatasi a partire dalla metà dell’Ottocento, coinvolge gran parte delle famiglie del Comune di Azeglio e si sviluppa a tal punto da riuscire a dare impulso non solo al commercio locale, ma a creare flussi stabili verso il Nord Italia, la Svizzera, la Francia e gli Stati Uniti, affievolendosi, per poi cessare del tutto intorno agli anni ’80 del secolo scorso, travolta dalla produzione in serie, dalle macchine e dall’utilizzo di quella tecnologia che ha tutto uniformato, spazzando via il calore del passato a vantaggio della freddezza di un presente sempre più rapido e superficiale. Nel 2004, con grande impegno e amore, i volontari dell’Associazione ARTEV hanno creato l’ecomuseo “La Cadrega fiurja”, un piccolo gioiello che custodisce e sottrae al trascorrere del tempo il racconto della nascita della produzione e dell’impagliatura delle sedie, un luogo di gozzaniana memoria dove regna non il rimpianto, ma semplicemente quella sottile malinconia che tutto avvolge e tutto rende caro.

Ai locali si accede attraverso una piccola scalinata che da piazza Massimo d’Azeglio scende verso via XX Settembre, costeggiando la Torre Campanaria e la Chiesa Parrocchiale. Una lungo e ampio ingresso ospita numerosi esemplari di sedie sottratte al trascorrere del tempo, sedie umili per la cucina contadina e sedie eleganti per la sala da pranzo, sedie impagliate con la lesca, l’erba palustre che con la paglia di segale costituisce la seduta, e sedie alle quali si intreccia la canapa, sedie che si fronteggiano e si affiancano, richiamando alla mente la “Sedia di Vincent” e la “Sedia di Gauguin” dipinte da Van Gogh, in apparenza vuote, ma evocative di presenze, di volti, di storie, di emozioni. Non poteva mancare la ricostruzione della sala da pranzo o salotto con i manufatti azegliesi, con il servizio “buono” che nessuno utilizzerà, con il canapè impagliato sul quale non siederà nessuno, con i volti sottratti per sempre al trascorrere del tempo da uno scatto fotografico. “Fuga delle stanze morte! Odore d’ombra! Odore di passato!”, citando Gozzano. E poi la cucina con l’angolo per impagliare e il laboratorio di falegnameria del cadregat con gli utensili, gli attrezzi, le sedie incompiute, la paglia ancora da intrecciare. Questo sito espositivo che dovrebbe essere conosciuto e protetto, come conosciute e preservate devono essere le nostre radici perché il presente e il futuro non si possono costruire senza passato, senza origini, senza un punto dal quale partire e al quale tornare, rappresenta solo una cellula dell’Ecomuseo, che si compone anche del “Sentiero della lesca”, il percorso naturalistico nel bosco e sulla sponda azegliese del lago di Viverone, dove si può osservare l’erba lacustre usata per l’impagliatura, e dovrebbe coinvolgere la vecchia fabbrica di sedie fondata nel 1879 dal cav. Santina, in regione Pila, nella quale i macchinari funzionano ancora. Una via dell’anima, un ritorno alle origini e alle storie delle generazioni che ci hanno preceduto, di quegli antenati che vivono nelle memorie e nei gesti ripetuti, oltre che nei nostri cuori e che un umile oggetto come una semplice sedia può riportarci, per caso, alla mente, simile alla “madeleine intinta nell’infuso di tiglio del ricordo”.

 

Barbara Castellaro

 

Visite su prenotazione

P.za M. d’Azeglio – 10010, Azeglio

0125 72537 / 3398151581

artev@libero.it

Le Maschere di 40 comuni piemontesi a Palazzo Lascaris

Clima di festa e atmosfera d’altri tempi, nella giornata di mercoledì 12 marzo, nell’atrio delle carrozze di Palazzo Lascaris, da poco restaurato, dove le maschere tradizionali di una quarantina di comuni piemontesi si sono date appuntamento per essere ricevute dal Presidente del Consiglio Regionale Davide Nicco e prendere parte all’evento “Maschere a Palazzo”.

“In un mondo sempre più globalizzato – ha dichiarato il Presidente Nicco accogliendo le maschere – il Carnevale diventa occasione per far festa, ma anche per stare insieme e socializzare. Le maschere rappresentano una sorta di baluardo per valorizzare e tramandare storie e tradizioni di ogni singolo comune”.

Tra nobili e popolani, principi azimati, dame imparruccate e artigiani con i propri strumenti di lavoro, le maschere e iloro accompagnatori hanno avuto modo di visitare le sale auliche del piano nobile, la Sala dell’Ufficio di Presidenza e l’Ufficio del Presidente, la Sala delle Gesta di Sansone e quella delle Allegorie, oltre alla mostra “Orizzonte bianco” allestita al piano terra nella galleria Spagnuolo.

“Palazzo Lascaris è la casa di tutti i piemontesi – ha ricordato Nicco – sempre aperta a chi intenda visitarlo”.

All’iniziativa era presenti le Consigliere Marina Bordese e Gianna Pentenero, oltre ad alcuni Sindaci dei comuni rappresentati. Per la Città di Torino hanno preso parte le maschere Brindor e Caterinetta, oltre alla Lavandera e ij Lavandè d’ Bertula, il Conte Filippo e la Contessa Caterina di Agliè, le maschere in stile veneziano di Almese, il Gran Giardiniere e la Bella Cussotera di Brandizzo, il Marchese Teodoro I di Chivasso, il Re Peperone e la Bela Povronera di Carmagnola, i Conti di Casalborgone, i Conti di Baldassano di Gassino Torinese, il Conte Mombello Ugonetto e la Contessa Agnesina Gorreno di Moncalieri, il Conte Verde e Bona di Borbone di Rivoli, il Nobile del Castello di Revigliasco, i Conti Vagnone di Trofarello, i Conti Cremieu di Venaria Reale. Per la provincia di Asti sono intervenuti i Signori di Rivalba e Catelnuovo Don Bosco, per la provincia di Biella Gipin e Catlin a di Biella, per la provincia di Cuneo Ciaferlinx di Saluzzo e Monsù e Madama Ramassa di San Giorgio.

Mara Martellotta

Scienza di confine. Non ancora provata, ma in attesa di…

Venerdì 14 marzo il GARAGE DI ARTE e CULTURA propone una conferenza che sarà di sicuro impatto.

Siamo da secoli immersi nella realtà scientifica, una realtà che per approvare ogni scoperta deve sottoporla a verifiche ripetibili in laboratorio. Una volta dimostrata l’autenticità della scoperta, questa sarà infine presentata a esperti internazionali che ne valideranno accettazione e utilizzo pratico, almeno quando possibile (l’astronomia ha scienze provate ma poche volte praticamente utilizzabili).

Ci sono però avvenimenti, esistono storie, testimonianze, ritrovati archeologici che, pur nell’impossibilità di poter fornire prove tangibili, ci invitano a domande su chi veramente siamo e se la realtà che ci circonda è così limpida e lineare come ci viene raccontata.

La serata del prossimo venerdì si incentra attorno all’eredità spirituale ed intellettuale di Giancarlo Barbadoro, indiscusso leader de IL LABORATORIO DEL GRAAL, scomparso qualche anno fa.

Colto studioso di Religioni, antropologia, archeologia, ha lasciato in eredità al Gruppo un approccio alla conoscenza non convenzionale, non dogmatico, non vincolato a pregiudizi e preconcetti culturali o intellettuali, come le sue pubblicazioni hanno sempre dimostrato.

Alla ricerca di intelligenze diverse” – per esempio – è un suo famoso testo del 1991 nel quale l’argomento della ricerca della vita “al di fuori” della nostra realtà planetaria assume connotati amplissimi che superano i confini entro cui questo argomento viene spesso relegato.

Tornando alle prime righe di questa breve presentazione, quali sono i confini di cui si deve occupare la cosiddetta Scienza? Chi o cosa ha doveri e diritti di stabilire cosa sia “vera “scienza e cosa non lo sia? E soprattutto su quali basi poggerebbero questi limiti?

L’intelligente termine di “Scienza di Confine” considera proprio questo aspetto, mettendo sul tavolo non angolari risposte, ma certamente domande alla nostra sete di Sapere.

Esobiologia, ufologia, reperti archeologici o paleontologici, a detta di molti sono temi desueti e anacronistici perché non spiegabili con i sopracitati metodi convenzionali.

Giancarlo Barbadoro ha, però, lavorato tutta la vita per indicarci che tanti ritrovamenti, testimonianze o vestigia misteriose (per esempio l’esistenza della mitica Città di Rama) sebbene non provate scientificamente, non sono smentibili perché irreali, ma restano mute testimonianze ancora in attesa di Risposte. Sono quindi Scienza… anche se di confine!

Esiste poi un altro inquietante aspetto da considerare. Il passato, anche prossimo, ha visto studiosi di altissimo livello non accettati o espulsi dai consessi ufficiali per non essersi piegati a centri di potere economico e politico (e a volte per il semplice fatto di essere Donne e non Uomini, oppure di colore, religioni o etnie non gradite) subendo persecuzioni e avversioni di ogni sorta.

Il caso dell’ingegnere serbo-croato Tesla, vittima di tanti insabbiamenti, ma contemporaneamente una delle menti più brillanti del suo tempo, spicca fra i tanti esempi (se ne parlerà al convegno di venerdì). Per finire, come scrisse il filosofo americano Popper, per distinguere la scienza dalle pseudoscienze, questa deve essere sottoposta a tentativi di falsificazione, prove empiriche tendenti a confutarla.

Ma non è il nostro caso perché focus sarà la testimonianza di fatti e reperti non ancora sottoposti a falsificazioni perché … solo ancora in attesa di prove concrete.

SCIENZA DI CONFINE – I casi più clamorosi ai confini della scienza.

Relatori Gianluca Roggero e Roberto Garosci. Moderatrice Rosalba Nattero.

In collaborazione con RADIO DREAMLAND www.radiodreamland.it

VENERDI’ 14 MARZO, ore 21.00 presso il GARAGE DI ARTE E CULTURA, piazza Statuto 15 Torino – ingresso libero

Per informazioni 011530.846

Ferruccio Capra Quarelli

“Oltre il fashion gap”, la moda di domani secondo IED Torino

 

 

“La moda è da sempre il riflesso della società e delle sue mutazioni, testimone dei cambiamenti culturali e identitaria del proprio tempo- racconta Paola Zini, direttrice di IED Torino – Parte da qui il progetto di un fashion film che non documenti solo una sfilata, ma sia un viaggio emozionale nel contesto del “caos creativo” che oggi i fashion designer si trovano ad affrontare”.

“Fashion Gap” è una pellicola dietro le quinte con diverse chiavi di lettura che, attraverso le immagini di backstage e di momenti progettuali, tra i rumori della città di Torino e testimonianze dal vivo, esplora a fondo come prendano vita le proposte creative degli studenti del Corso Triennale in Fashion Design e dà voce alla loro visione di un futuro possibile.

Ne è nato un manifesto che immagina un domani dove la qualità prevale sulla quantità, che guarda al passato reinterpretando i codici classici in una nuova prospettiva contemporanea.

Dieci outfit, progetto di tesi di altrettanti giovani stilisti, sono protagonisti del video realizzato dallo studio Comodo64 e dal regista e fotografo di moda Ivan Cazzola che, con uno sguardo originale e provocatorio, porta sullo schermo il processo creativo e le idee che lo hanno ispirato.

L’era di contrasti che vive la moda oggi, in bilico tra l’effimero dell’immagine digitale che alimenta un mercato sempre più veloce e la spinta verso il ritorno all’artigianalità, diventa lo spunto di partenza per indagare i temi più diversi, dall’impatto degli oggetti sulle relazioni sociali e sulla necessità di riscoprirne l’essenza, alla ricerca di un rifugio interiore e protezione attraverso la moda, alla rappresentazione della fluidità del tempo e della sua percezione, fino all’analisi critica della nostra società. Ciascun progetto unisce elementi di arte, moda e design, indagando il rapporto tra individuo e collettività, invitando alla riflessione sull’equilibrio ecologico, l’evoluzione delle idee e l’impatto del passato sul presente , attraverso tecniche innovative e simbolismi che sfidano la visione tradizionale della realtà.

“In IED – continua Paola Zini – stimoliamo i nostri studenti a vivere il fashion design non solo come una forma estetica, ma anche come un’opportunità per riflettere e rispondere alle sfide del presente con creatività e consapevolezza, senza perdere di vista la cultura e l’arte sartoriale che hanno reso celebre la tradizione italiana”.

Attraverso il confronto costante con i docenti e la coordinatrice del corso Alessandra Montanaro, gli studenti hanno prima prototipato virtualmente e poi partecipato attivamente alla produzione dei capi della propria linea, selezionati e confezionati con l’aiuto dei docenti di modellistica, Ilaria Turchetti e Gianpiero Capitani, con le pelli e i tessuti messi a disposizione dalle aziende leader Rino Mastrotto e Berto.

Ne sono nate collezioni che, seppur diverse nel concept e nelle tecniche di realizzazione, riflettono però una visione ben precisa, quella del corso di Fashion Design di IED Torino, che si distingue per una metodologia progettuale che unisce la cura per il dettaglio all’uso di strumenti digitali, come l’innovativo software CLO3D, con una grande attenzione a ogni fase della produzione, dallo sketch a mano libera fino al confezionamento dell’abito finito.

In classe gli studenti acquisiscono, infatti, capacità tecniche e artistiche, imparando a selezionare i materiali e a valorizzare la manualità. In questo approccio si innesta anche una particolare sensibilità alla sostenibilità e all’inclusività, promuovendo una moda che assimila le istanze delle nuove generazioni e celebra la diversità, permettendo a ogni giovane designer di sviluppare un proprio stile attraverso un percorso creativo che culmina in una tesi espressiva e personale.

La forte influenza dell’estetica urban, che identifica lo stile e richiama anche il contesto territoriale e il background in cui si sviluppa il corso, Torino ex città industriale con una storica vocazione all’innovazione, ritorna anche nel video. Il palcoscenico in cui sfilano i modelli sono, infatti, le strade di San Salvario, ma soprattutto gli ambienti della nuova sede Marconi di IED Torino, il cui progetto di riqualificazione, realizzato all’insegna dell’uso consapevole delle risorse e firmato dallo studio di architettura Mercante Testa, invita a trasformare l’ordinario in straordinario. Cuore pulsante dei nuovi spazi sono i laboratori di sartoria e accessori, dove i capi prendono vita, nel video e nella realtà. Qui e nell’Archivio gli studenti possono sperimentare materiali, filati, stoffe per approfondire la conoscenza delle diverse fibre e texture e lasciarsi ispirare.

In questo nuovo hub creativo trovano casa in particolare gli oltre 250 studenti iscritti ai corsi dell’area moda, dai Trienni in Fashion Design e Design del gioiello e accessori, ai corsi di Formazione Continua in Visual Merchandising e Clo 3D al Summer Camp in Fashion Graphics. Si tratta di un ampio ventaglio di opportunità di studio per esplorare le nuove tendenze e trasformarle in ispirazioni, imparare le tecniche e i processi di lavorazione, collaborando con alcuni dei più importanti brand del settore italiani e internazionali.

 

Mara Martellotta

Empatia. Sentire, comprendere e accettare gli altri senza giudicare

“Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l’impressione migliore che speravi di dare” diceva Francis Scott Fitzgerald. Questa è l’empatia, l’ inestimabile capacità di accogliere e sentire l’altro, di comprendere le sue emozioni e conoscere la sua esperienza senza calarsi nel giudizio o attivare una valutazione. 

E’ una facoltà abbastanza in controtendenza con il contemporaneoin contrasto con uno scenario sociale e culturale dove l’autocelebrazione, la continua competizione e l’egocentrismo sono le nuove virtù di riferimento e dove ascoltare l’altro anteponendo i suoi bisogni ai nostri, seppur episodicamentesembra un indicatore di  antiquata debolezza. Tuttavia qualcosa si è mosso, proprio in questo ultimo periodo questa gentildonna vestita di altrui sensazioni e conoscenza si è presentata alla nostra porta. L’esperienza di questo virus vissuta in condivisione,  la chiusura, il senso di impotenza, l’incertezza e il disorientamento che questo “veleno” ha portato con sé hanno stimolato la nostra capacità di  “coinvolgimento empatico”. Eravamo tutti lì, e parzialmente lo siamo ancora, a riorganizzarci la vita, il tempo, il lavoro, praticando rinunce e aspettando pazientemente che tutto finisse. Questa avventura ci ha costretto a “sentirci” di più, ci ha messo in una inedita posizione di comprensione.

Sapevamo perfettamente cosa provavano gli altri, in che situazione fossero, quali erano le difficoltà giornaliere da affrontare, sia emotive che pratiche. Bisogni, speranze, frustrazioni e nuove strategie di sopravvivenza ci hanno unito inevitabilmente e collocato sulla stessa lunghezza d’onda.Ecco cosa è l’empatia, non solo la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, ma avere ugualmente cognizione di ciò chel’altro sta vivendo, possedere le informazioni necessarie che ci garantiscano di poter  comprendere appieno la sua condizione di vita. Non solo implicazioni di tipo emotivo o sentimentali dunque, ma anche un impegno di tipo cognitivo, come afferma Lori Gruen autrice del bellissimo libro “La terza via dell’empatia”, e un lavoro continuo di aggiustamento e “calibrazione” del nostro esercizio empatico.

Pensare infatti che l’attività percettiva di cui siamo detentori sia innata o  esclusivamente connaturata è un errore, quest’ultima necessita di un lavoro giornaliero di ricerca, di sintonizzazione e rivisitazione, questo per non cadere in una eccessiva complicità sensoriale, tipica delle persone molto sensibili, o scadere, al contrario, nella completa e mancata identificazione e immedesimazione con il prossimo. Questa “percezione morale” va alimentata dunque, nutrita e sviluppata. Una mano ce la possono dare gli animali afferma la Gruen,che, capaci molto più di noi di entrare in comunione percettiva con i loro simili, sono in grado di partecipare emotivamente alla loro vita soddisfacendo così bisogni di assistenza e vicinanza. La loro spiccata  predisposizione allosservazione del comportamento altrui e la conseguente spinta all’ identificazione li rende maggiormente empatici degli appartenenti alla categoria del genere umano.

Dalla nostra storia recente dunque, dai fatti che ci hanno reso protagonisti involontari e impauriti, si rende necessario comprendere che abbiamo bisogno di empatia, di reciprocità, di scambio emotivo e conoscitivo. Al netto di ogni retorica e lungi dal conseguimento di facili adesioni cariche di sentimentalismi, dobbiamo convincerci che viaggiare abbandonati sul nostro binario, escludendo dalla nostra vita ogni corrispondenza con l’altro da noi, non può che portaci ad una malinconica solitudine.

Maria La Barbera

Entertainment Center di Beinasco. Flash apre le porte del divertimento a Torino

A pochi passi da Torino apre Flash Beinasco, il nuovo entertainement Center che rivoluziona gli spazi per il retail con un’offerta più ampia dedicata alla socializzazione, allo svago e al divertimento. Flash Beinasco è un luogo dove trovare piste da bowling interattive, un kartodromo indoor da 3.700 mq comprensivo anche di un’area food e arcade, negozi, spazi dedicati al gaming e al fitness oltre al più grande ristorante di sushi della città. Un nuovo modello di centro commerciale pensato per chi vuole arricchire il proprio tempo libero e quello della famiglia.

Il progetto sviluppato dal Gruppo Building e gestito da Odos Servizi, riflette crescente interesse verso luoghi destinati ad attività culturali e ricreative che superino l’acquisto di beni di consumo nell’intenzione di spesa con gli italiani. Come evidenziato da recenti indagini, in particolare le generazioni più giovani si stanno allontanando dalla ricerca di uno status attraverso il consumo, privilegiando esperienze capaci di offrire appagamento personale e benessere emotivo. Per rispondere a queste tendenze è nato Flash Beinasco, un luogo dove il fitness, il shopping e la felicità potranno fondersi in un’unica esperienza. Situato strategicamente lungo strada Torino, una delle principali arterie d’accesso al capoluogo sabaudo, con i suoi oltre 18 mila mq coperti, Flash Beinasco è una vera e propria oasi dell’intrattenimento, facilmente raggiungibile da tutta l’area metropolitana torinese per servire circa 1 milione e mezzo di persone. Dietro questo progetto innovativo vi è la visione del Gruppo Building, realtà consolidata nella costruzione di centri commerciali in Italia e all’estero. Con Flash, il Gruppo conferma il suo impegno nel modi di disegnare e vivere le città, creando spazi che uniscano un’architettura a misura d’uomo e d’ambiente, a una migliore qualità della vita.

“Flash rappresenta la nostra idea di come dovrebbero evolversi gli spazi commerciali nel futuro, attenti ai bisogni della gente – afferma Luca Boffa, CEO del Gruppo Building – abbiamo pensato a un luogo dove le persone possano venire non solo per fare acquisti, ma per vivere esperienze coinvolgenti. Dobbiamo ridefinire gli spazi urbani per adattarli ai cambiamenti sociali, a partire dai luoghi del commercio fino ad arrivare agli spazi civili e privati e per il tempo libero, con l’obiettivo di migliorare la vita quotidiana. L’entertainment center Flash Beinasco si prepara ad accogliere oltre 7 milioni di visitatori l’anno, offrendo una vasta gamma di servizi e attività. Il divertimento è garantito dall’innovativa sala bowling, Xgamer interactive bowling, dotata di 14 piste con percorsi luminosi e animazioni, e dall’emozionante esperienza di K1 Speed, con i go-kart elettrici per chi cerca un tocco di adrenalina. Per il benessere della forma fisica, i visitatori possono contare sui centri del benessere Just woman e Fit Active, e su centro odontoiatrico Dentalpro. Tra i ristoranti presenti spiccano MIk Sushi e RIS – storie di riso, perfetti per gli amanti della buona cucina. Lo spazio dedicato allo shopping include marchi come Shun Fa, Action, Boxeur des Rues, Lukito e Pepco, mentre per la cura della casa e della persona è presente uno store di “Acqua & Sapone”.

“Flash Beinasco, acronimo di Fitness Life Style Adventure Shopping Happiness, non è solo una galleria commerciale, ma un autentico centro di intrattenimento e svago – dichiara Luca Verpelli, AD Odos Servizi – grazie a una visione chiara e innovativa Flash intende puntare sulla qualità del tempo trascorso al suo interno offrendo un ambiente ricco di stimoli, capace di rispondere alle esigenze di un pubblico in trasformazione e sempre più eterogeneo. L’obiettivo è che il centro diventi un punto di riferimento per la comunità e per il territorio , capace non solo di soddisfare bisogni pratici ma di contribuire al benessere di chi lo frequenta”.

Mara Martellotta