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Yoga a raggi liberi: l’evento al Green Pea di Torino sabato 22 giugno

Lo yoga come strumento per superare le barriere del corpo e – sopratuttodella mente e come mezzo per arrivare alla piena conoscenza di sé. E’ questo lo spirito che muove Patrizia Saccà- ex campionessa paralimpica e uno dei nomi più rilevanti del panorama torinese sportivo- come si evince dal suo ultimo libro “Il saluto alla Luna- Yoga a raggi liberi”– edito Laskmi editore. Il testo verrà presentatosabato 22 giugno alle ore 18.00 presso l’innovativa struttura  “Green Pea” di Torino. La presentazione sarà previamente introdotta da una lezione dal vivo da parte dell’autrice che darà la possibilità di provare in maniera gratuita il suo metodo.

Patrizia Saccà è stata una campionessa paralimpica per 28 anni conquistando 18 titoli italiani, Bronzo alle Paralimpiadi di Barcellona ‘92 in team, Paralimpiadi di Pechino 2008 in team 4° posto oltre ad aver preso parte a 5 mondiali e 12 campionati Europei e averne vinti altrettanti.

 

Il libro è il suo secondo lavoro dopo la pubblicazione nel 2018 del “Saluto al Sole a Raggi Liberi” (dove inizia ad utilizzare il nome spirituale Toshini Davi) e dove già sperimentava e insegnava metodi alternativi per praticare l’antica disciplina orientale. L’atleta mette nuovamente a disposizione la sua capacità creativa e la lunga esperienza nel campo dando vita a nuovi metodi per praticare il suo metodo di yoga  e “superare così le limitazioni fisiche e sperimentare l’unione di corpo-mente-spirito”. 

 

Questo libro diventa, quindi, rappresentazione della particolare tecnica da cui prende origine il libro – il saluto alla luna appuntoe altri asana ovvero posizioni inventate dalla Saccà ed appositamente studiate per esser svolte in posizione seduta e/o in piedi. Nel libro, oltre a consigli pratici e metodi volti al migliore svolgimento della pratica, vi sono diversi approfondimenti dedicati alla cura e al rispetto del proprio corpo e della propria mente. Per questo il testo si pone come un strumento per “praticare” la disciplina a tutto tondo e tentare di sperimentare difficile connubio di raggiungimento dell’equilibro tra il mondo corporeo e quello spirituale.

 

Patrizia Saccà da anni, attraverso libri e lezione guidate, è alla guida di “Yoga a raggi liberi” grazie al quale porta avanti il suo metodo di insegnamento dello yoga che è divenuto per lei non solo perno centrale della sua attività professionale ma anche strumento di conoscenza della propria interiorità.

VALERIA ROMBOLA’

La bottiglia senza “buscion”

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La primavera stava per lasciare, senza grandi rimpianti, il passo all’estate. Grandi nuvole nere s’addensavano sulla vetta delle montagne. L’aria si fece elettrica, segno che il temporale stava per scatenarsi. Audenzio Remolazzi , intento a falciare il fieno nel prato, guardò il cielo che si faceva sempre più scuro e s’affretto a raccogliere quant’aveva tagliato per evitare che la pioggia imminente facesse marcire il maggengo.

Tra sé e sé disse : “Ah, quando il monte mette il cappello, conviene lasciare la falce e metter mano al rastrello”. E diede voce anche a Bartolo che stava riposandosi appoggiato con la schiena  al tronco di un melo. “Oh.. Sacrebleu”, fece quest’ultimo, stirandosi. “Ho dormito come un sasso Colpa della frittata con le cipolle che è come una droga; mi piace ma mi crea un peso sullo stomaco che chiama l’obbligo di un riposino”. Guardò il cielo e borbottò: “Secondo me, Audenzio, è un temporale varesotto, poca acqua e gran casotto”. Tanto rumore per nulla, dunque? Nel dubbio, per non saper leggere e scrivere, s’impegnarono entrambi a rastrellare il fieno per poi raccoglierlo nel covone che andava coperto con una cerata. Ma più che dal cielo e dal temporale, il rumore più forte veniva dalla strada che saliva verso la Contrada delle Ciliegie. Stava passando una moto Guzzi, guidata dal proprietario, tal Arturo Brilli. Pareva un aeroplano intento a rullare sulla pista prima del decollo.” Guardalo là, l’Arturo. Sta passando con la sua moto taroccata che fa un gran fracasso e poca strada. Guarda che scia di fumo che lascia! Per me gli manca  qualche rotella in testa. Va sempre in giro colorato come l’Arlecchino di carnevale, cantando a squarciagola le canzoni d’osteria. Ah, no c’è più religione. Son diventati tutti matti”.

 

Audenzio Remolazzi, in pensione dopo quasi quarant’anni passati in fabbrica, era fatto all’antica. Scuoteva la testona per mostrare tutto il disappunto per le abitudini di quel “ragazzaccio” che non aveva nessuna voglia di lavorare e, giunto ormai alla soglia dei quarant’anni, non riusciva a smettere di essere quel che era: un pelabròcch, un buono a nulla. Da una settimana i suoi vecchi genitori erano partiti per il mare della Liguria con il viaggio organizzato da Don Goffredo per i pensionati della parrocchia e lui che faceva? Se la spassava, avanti e indietro, a zonzo. “E’ proprio vero il proverbio: via il gatto, ballano i topi. Eh,sì. E quel topo lì, in assenza dei suoi che lo frenano un po’, si scatena a ballare giorno e notte”. Remolazzi, appena mi ha visto uscire dal bosco con in mio bastone da passeggio, ha subito attaccato bottone anche con me. “Ma l’ha visto l’Arturo, quella canaglia? Pensi che ieri sera dava del tu al prevosto come se fossero vecchi amici. Io glielo avevo detto a don Goffredo, di non dargli troppa confidenza. Eh sì, che glielo avevo detto; la troppa confidenza fa perdere la riverenza. Ma lui, uomo di chiesa sempre in giro a cercar di salvare anime, niente. Mi ha risposto di aver pazienza, di aver fiducia che il “ragazzo, crescendo, capirà come comportarsi”…Ha capito? Deve ancora crescere, quel furfante del Brilli.

 

Roba da matti”. A dire il vero era difficile dar torto a Remolazzi ma che si poteva fare? Se non erano riusciti i suoi genitori a “raddrizzarlo” fin da piccolo, figurarsi ora che aveva passato i quaranta e aveva la testa più matta che mai. Tra l’altro, aveva il vizio di bere. Era uno di quelli che – per far in fretta a tracannare – stanno sempre con la bottiglia “senza buscion”, senza tappo. Pensate che una volta si era preso una sbornia tale che scambiò la barca a remi di suo padre per un motoscafo e gridò a tutti che gli avevano rubato il motore. Si recò persino al commissariato dei Carabinieri per sporger denuncia, picchiando pugni sul tavolo e urlando come una bestia, tanto che al povero maresciallo Valenti e al suo fido aiutante, il  brigadiere Alfio Romanelli, non restò altra soluzione che sbatterlo in gattabuia per qualche ora, finché gli si diradassero i fumi dell’alcool. Visto che nei circoli, nei bar e nelle osterie del paese e dei dintorni si guardavano bene dal dargli da bere perché esagerava e dava in escandescenze, il Brilli, tenendo fede – ironia della sorte – al suo stesso cognome, pigliava il treno o il battello e andava a “tracannare” in altri lidi, cambiando destinazione di volta in volta.

A chi cercava di moderarlo, come è capitato talvolta anche a me, rispondeva che “Quando c’è la sete, la gamba tira il piede”. Un modo per dire che, pur di soddisfare il proprio bisogno, non contava la distanza. Il maresciallo Valenti era stato testimone di un altro episodio. Un sabato sera, di turno con una pattuglia per i consueti controlli sul rettilineo che porta dal paese a quello confinante, più o meno all’altezza della seicentesca chiesa della Madonna del Carmine, incrociò il motocarro di Giovanni Guelfi con a fianco Arturo. La cosa strana era che quel motocarro era privo del vetro anteriore e in quelle condizioni non avrebbe potuto circolare. Il mezzo del Guelfi, a causa del gelo di quell’inverno che tutti ricordavano tar i più rigidi degli ultimi anni, aveva subito dei danni e il più serio tra questi era l’aver sottovalutato la crepa che, in meno di un amen, aveva provocato la rottura in mille pezzi del vetro.  Pur essendo ormai sul finire della primavera, non aveva ancora provveduto a sostituito. Andava in giro così, faccia al vento, evitando di circolare nei giorni di pioggia. Quella sera, appena videro l’Alfetta dell’Arma sul ciglio della strada, imprecarono alla sfortuna. Guelfi voleva fare una inversione a “u“ e tornare indietro.

Fu Arturo adavere, tuttavia, una brillante idea: far finta che il vetro fosse al suo posto, integro. E come? Con il più semplice degli accorgimenti: facendo finta di pulirlo con un fazzoletto. Così passarono, con noncuranza, davanti agli attoniti carabinieri. Mentre Giovanni guidava, fischiettando il ritmo di una polka, Arturo s’impegnò a “pulire” l’inesistente vetro con un grande fazzoletto bianco. Il maresciallo Valenti, a bocca aperta, se li vide passare davanti al naso con il fazzoletto svolazzante e i capelli scompigliati dal vento. Il dubbio che l’avessero fatto apposta, con quel candido fazzoletto che – agitato in aria – sembrava v
oler far “marameo” ai tutori dell’ordine, non abbandonò mai il maresciallo. Ma volete mettere l’alzata d’ingegno, il tocco d’artista, la prova di disperato e incosciente “coraggio”? Così la raccontò, scuotendo la testa, Audenzio Remolazzi. Nel frattempo, con l’aiuto di Bartolo, avevano raccolto e messo al sicuro il fieno. Appena in tempo per evitare il peggio, considerato che non si trattò di un “temporale varesotto” ma di un acquazzone in piena regola
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Marco Travaglini

Spotorno e Noli, il mare a due passi dal Piemonte

Quando si parla  della nostra regione spesso, e con poco entusiasmo, si evidenzia che non c’è il mare.

 

E’ vero il Piemonte non è deliziato da nessuna spiaggia, è geograficamente innegabile ma raggiungere splendide coste e deliziosi borghi marini non è una impresa troppo avventurosa.

 

Con un ora e mezza di macchina, prendendosela comoda e traffico permettendo soprattutto nei week end estivi, si arriva nella vicina e ridente Liguria. Percorrendo infatti l’autostrada Torino-Savona si possono raggiungere destinazioni davvero incantevoli che meritano attenzione almeno quanto le desiderate e gettonate mete costiere del sud. Spotorno e Noli, mete liguri tra le più vicine partendo da Torino, sono due piccoli e gradevoli gioielli curati dove passare qualche giorno o semplicemente fare una gita in giornata.

Spotorno, la prima venendo da Savona, contigua a Bergeggi, è situata nella Riviera di Ponente tra Punta del Maiolo e Punta del Vescovado. E’ caratterizzata da una lunga spiaggia sabbiosa e piccoli ciottoli con molti stabilimenti balneari coloratissimi, ariosi e spaziosi tra cui uno dedicato ai nostri amici pelosi, la spiaggia attrezzata dedicata ai cani Pluto Beach. Il lungomare è decorato da piccoli giardini, fascinose ville dai colori vivaci,  hotel, locali e il martedì un simpatico mercatino crea movimento e vitalità .Accogliente, allegra e frequentata, moderatamente meno delle colleghe più “alla moda”, questa piccola cittadina, oltre alla spiaggia, ha un bel centro storico, caratteristici carruggi (i vicoli tipici delle cittadine liguri), case variopinte con balconi fioriti, la chiesa della Santissima Annunziata con opere d’arte del ‘600 e ‘700, graziosi negozi e locali dove fare shopping estivo e godersi un aperitivo o una cena col rumore delle onde in sottofondo. Se si ha voglia poi di girare nell’entroterra, all’interno del Parco del Monticello è possibile visitare l’Oratorio di Santa Caterina, caratteristico per la facciata in stile barocco, e il Castello, originario del XIII secolo ma riedificato dopo l’abbattimento nel XVI secolo, parte integrante di un sistema difensivo insieme alle torri e ad una struttura quadrangolare, costruito per far fronte ai frequenti attacchi di quel periodo da parte dei Saraceni. Il mare cristallino e dalle diverse sfumature di azzurro, nuovamente bandiera blu dopo diversi anni, vanta aree naturali riconosciute e protette come quella della vicinissima Isola di Bergeggi, sito di interesse comunitario (SIC).

Più avanti percorrendo l’Aurelia, 15 minuti a piedi se si ha voglia di camminare godendosi il panorama, troviamo Noli. Questo delizioso borgo medievale, considerato uno tra i più belli della Liguria, e inserito nella guida dei “Borghi più belli d’Italia, è apprezzato sia per le sue spiagge e meravigliose calette nascoste   ma anche per i  retrostanti e rilassanti paesaggi montani. Diversi sono i sentieri e le aree verdi da percorrere in alternativa all’escursione  marina. Tra i più suggestivi troviamo il Sentiero del Pellegrino, circondato da bellezze naturalistiche, storiche e archeologiche che con 2 ore e mezzo circa di cammino porta dal Collegio e Chiesa di San Francesco fino alla Baia dei Saraceni per poi terminare al borgo di Varigotti.

Arrivando a Noli si notano subito la cinta muraria, le due torri medievali, quella dei quattro canti e quella comunale, il Palazzo del Comune, simbolo dell’antica Repubblica di Noli, mentre il Castello domina e signoreggia dal monte Ursino. Dante  citò Noli nella Divina Commedia, nel Purgatorio, e diversi furono i personaggi illustri, come Giordano Bruno e Cristoforo Colombo, che di passaggio nel borgo lasciarono tracce della loro visita.

Percorrendola all’interno, nelle minuscole vie d’altri tempi non può sfuggire il suo patrimonio architettonico-artistico fatto di Chiese, come quella di San Paragorio dell’XI secolo o quella di San Pietro, la nuova Cattedrale del XII, che si trova nell’omonima piazza. Anche qui il Castello, che si può raggiungere a piedi sebbene il marciapiede non sia sempre presente, si ergeva a difesa della cittadina. Per visitarlo all’interno è preferibile verificare gli orari, ma qualora non fosse aperto la vista che offre la sua posizione  vale comunque la passeggiata.

In tardo pomeriggio e in serata questo borgo e il suo lungomare, diventano magici e pieni di atmosfera grazie a numerosi locali, ristoranti, candele accese, aperitivi, negozi caratteristici che creano uno scenario di relax e divertimento gioioso e vacanziero.

MARIA LA BARBERA

 

Infospotorno.com

Infonoli.com

Animali, spettacoli e magia al bioparco Zoom

Quest’estate, un palinsesto ricco di novità animerà Zoom fino a tarda sera con tantissimi eventi e con un’offerta di intrattenimento capace di coinvolgere, divertire e educare.

Esibizioni teatrali al chiaro di luna, show di magia e abili illusionisti, animazione per bambini e, a partire da luglio, tanta musica live.

Il 21 giugno (ore 20.45) in occasione della Giornata Mondiale della Giraffa, ospite d’eccezione il duo Gi&Raf: Raf, ventriloquo, illusionista ed attore salirà sul palco insieme all’inseparabile e dispettosa giraffa Gi.

il 22 e 29 giugno (ore 21:45) le due Magic Night con Luca Bono: giovane illusionista, campione italiano di magia.

Nuvola Lavazza compie 6 anni e festeggia il suo compleanno con la mostra “The Torineser”

La mostra è visitabile dal lunedi al sabato, sino al 15 settembre 2024 presso l’atrio della Nuvola Lavazza in Via Bologna 32.

 

Nuvola Lavazza, la sede del Gruppo Lavazza, compie 6 anni e in occasione di questo nuovo anniversario, ospita la mostra “The Torineser”, che sarà aperta al pubblico, all’interno dell’atrio di Nuvola Lavazza, da sabato 15 giugno fino al 15 di settembre 2024.

Fondata nel 1895 a Torino, Lavazza ha mantenuto nel tempo una forte connessione con la sua città.

Attraverso il suo percorso di sviluppo internazionale, che l’ha portata a diventare un gruppo multinazionale, conosciuto in tutto il mondo, Lavazza ha sempre mantenuto vivo il contatto e il dialogo con la città di Torino, il territorio e la sua comunità, anche attraverso l’attivazione di progetti di community engagement.

Nuvola Lavazza, il complesso architettonico firmato dall’architetto Cino Zucchi, si trova nel quartiere Aurora di Torino ed è stato pensato come uno spazio dinamico e aperto alla condivisione, un ecosistema articolato in una pluralità di espressioni, che unisce gli Uffici del Gruppo al Museo Lavazza, uno dei musei d’impresa più innovativi d’Italia, alla Piazza Verde, il giardino botanico che si trova nel cuore del complesso, al ristorante stellato Condividere, al Bistrot Casa Lavazza e alla Centrale, lo spazio destinato agli eventi.

Un unico luogo in cui bellezza, cultura, cibo, arte e nuove idee si incontrano per stimolare un continuo e vivace racconto, unendo Lavazza e Torino con il resto del mondo.

Ed è proprio per l’attenzione che da sempre Lavazza pone sul territorio e sulla valorizzazione delle sue bellezze architettoniche, artistiche, di design e di food, che l’azienda ha trovato nel format “THE TORINESER”, una affinità valoriale.

In questi 6 anni, infatti, Nuvola Lavazza ha accolto nel suo Museo quasi 400.000 visitatori e ospitato più di 400 eventi nella Centrale coinvolgendo circa 200.000 persone.

“Torineser in mostra” nell’atrio di Nuvola

Dal desiderio di narrare la città di Torino, attraverso l’illustrazione grafica, nasce “The Torineser”, un progetto collettivo che riunisce più artisti illustratori sotto un’unica visione: creare le copertine di una rivista immaginaria. Diverse e complementari, poetiche e umoristiche, ironiche o realistiche, queste illustrazioni sono finestre aperte su una città affascinante e tutta da scoprire.

“The Torineser” vuole rappresentare Torino nella sua quotidianità, con le sue luci e ombre, con le storie celebri dei suoi abitanti e i suoi angoli meno conosciuti. Ispirato al celebre “The New Yorker”, anche nel formato e nell’estetica, il progetto seleziona ogni settimana la copertina più creativa.

L’esposizione presenta una selezione di opere di diversi artisti, tra i quali il collettivo Truly Design e Ilaria Urbinati che catturano l’essenza di Torino, realizzando un viaggio visivo nella quotidianità e nell’arte del caffè. Le opere esposte rappresentano momenti di vita quotidiana a Torino, con una particolare enfasi sul caffè come simbolo culturale.

Truly Design e Ilaria Urbinati

Truly Design cattura l’essenza della città, celebrando l’incontro tra il ritmo quotidiano e l’arte del caffè, simbolo della cultura torinese. In una composizione surreale una figura femminile si staglia tra elementi urbani, immersa in un’architettura di portici. In questo scenario, coesistono due momenti distinti di vita cittadina: una pausa caffè e una passeggiata per le vie di Torino.

Ilaria Urbinati evoca l’essenza di Torino offrendo una visione poetica del rapporto tra la città e il caffè. Una donna sorseggia un caffè davanti a una finestra che affaccia su Piazza Carlo Alberto. Lo sguardo si rivolge verso l’esterno dove le tende si sollevano delicatamente rivelando la Mole Antonelliana. Tra dettagli sottili e simbolismi raffinati si palesa l’identità di Torino con l’esperienza del caffè.

Gli altri illustratori in esposizione sono:

Helga Aversa, Aurora Bartoli, Katia Boarino, Chiara Chinaglia, Alessandro Damin, Luca Grassi, Erica Lazzeri, Nice and the Fox, Cinzia Piazza, Luna Ronco, Alessandra Sartoris, Valerio Sigismondi, Taccigram, Andrea Tomasino, Vittoria Zorzi.

The Torineser” è curato e supportato dal team di Curve Creative Studio, che garantisce la qualità dei contenuti nonché il rispetto del lavoro degli illustratori.  

La felicità si può imparare

Spopolano i corsi di psicologia positiva, qualsiasi cosa pur di essere felici.

Già da qualche tempo, soprattutto durante e dopo il periodo pandemico, si sono moltiplicati i corsi di psicologia positiva, una didattica che insegna la felicità o perlomeno propone una strada in discesa per raggiungerla utilizzando regole, suggerimenti precisi e anche la pratica. Non solo, quindi, teoria o ipotesi sul come spingersi versolo stato di grazia tanto ambito, ma una scienza vera e propria che si avvale di lezioni e compiti a casa. I numeri sono da capogiro. Un esempio? La psicologa Laurie Santos, insegnante a Yale ha 3,8 milioni di iscritti in tutto il mondo e il suo è corso più seguito in più di 300 anni di storia dell’Università; inoltre è stato creato un podcast –  “Happiness Lab”- che conta più di 65 milioni di download. Il corso “Leadership and Happiness” dell’Università di Harvard, invece, esaurisce regolarmente i 180 posti a disposizione, per coloro che non riescono a partecipare in presenza le lezioni sono garantite online.

Sembra quindi che, anche se non si è nati con il dono della letizia, sia possibile impararla, sia concepibile acquisire nozioni su come conquistarla, su come essere felici.

Ma cosa è la psicologia positiva? Di cosa si occupa?

Il benessere personale e la qualità della vita sono l’obiettivo, il centro e l’oggetto di studio della “psicologia positiva”. Secondo Martin E. P. Seligman, lo psicologo statunitense a cui è riconosciuta la paternità di questa scienza, la psicologia deve dedicarsi anche agli aspetti positivi dell’esistenza umana: emozioni gradevoli, potenzialità, virtù e capacità dell’individuo. La qualità della vita è un tema  sempre più all’attenzione della medicina, della sociologia e della psicologia in generale e gli aspetti ed avvenimenti positivi presenti nella nostra esistenza costituiscono una protezione per la salute fisica e mentale.

Sono diversi gli argomenti trattati durante questi corsi che mirano,innanzitutto, ad una inversione di tendenza, ad un deciso e consapevole cambiamento di alcune nostre abitudini e attitudini. In cima alla lista c’è la questione temporale, la nostra inclinazione a pensare troppo al futuro e fare riferimento al passato, principale produttore di sensi di colpa e rimpianti. Per perseguire la felicità e la serenità è necessario stare nel presente, collocarsi nel qui e ora, non spostare ne’ avanti ne’ indietro il nostro pensiero. Troppo spesso siamo tormentati da ciò abbiamo sbagliato, da cosa non è andato bene, dai nostri presunti fallimenti; la mente si concentra sui trascorsi, presumibilmente negativi, creando frustrazione e di certo non producendo, in tale modo, uno stato positivo. Allo stesso modo speculare sul futuro avvantaggiandosi eccessivamente sulle cose che dovremmo fare o che succederanno non ci permette di vivere pienamente la nostra vita attuale.

Un altro elemento importante  su cui si concentrano le lezioni di felicità è la gratitudine, è importante essere riconoscenti per quello che si ha, fare una lista delle cose belle della nostra vita, sentirsi fortunati contrastando un’altra inclinazione molto frequente che è quella di lamentarsi, di pensare che si potrebbe avere di più magari utilizzando uno strumento, perlopiù frustrante, come quello della comparazione. Inseguire mete impossibili, avere modelli irraggiungibili, spesso poco reali, non fa bene. E’ costruttivo cercare di migliorare la nostra vita, tuttavia, essere grati per ciò che si ha è il primo passo verso la felicità.

I pensieri negativi, invece, vanno non scacciati ma limitati. Concedere spazio alle considerazioni ostili va bene, accettarle è necessario perché reprimerle avrebbe un effetto  dannoso. Il suggerimento è quello di dedicargli un tempo fisso, anche giornaliero, per esempio 10 minuti al giorno, poi basta!

Infine ci sono gli altri, gli amici, la famiglia, le persone intorno a noi. Saper stare soli è determinante, e spesso necessario, ma la felicità va cercata anche nell’ insieme, in compagnia, socializzando, condividendo, ridendo insieme, giocando. La solitudine prolungata, l’isolamento e la non connessione con gli altri provoca tristezza e infelicità mentre l’amicizia, la vicinanza, gli altri possono procurare quella gioia che ci permette di affrontare le cose della vita con la sicurezza del supporto e, spesso, del mutuo soccorso . La cosa importante è ridurre le aspettative, non pretendere gesti o dimostrazioni, ma vivere le persone, stare semplicemente insieme a loro.

Sapere di poter essere felici, di poter migliorare il nostro stato d’animo dando spazio alla serenità è molto incoraggiante e innovativo. Scardinare quelle credenze secondo le quali si nasce con delle attitudini, con un carattere e una personalità seguendo la sola teoria dell’ineluttabilità, del non riparabile è possibile e anche doveroso, come lo è darsi la possibilità di stare bene, di superare quelle abitudini e attitudini mentali che ci fanno vivere uno stato di negatività e malcontento.

Maria La Barbera 

Europei, pescato fresco e novità gastronomiche con Daniele Meini. Questa è l’estate al Mercato Centrale

 

 

L’estate di Mercato Centrale Torino sarà contraddistinto da tre note: gli Europei, il pescato fresco e le novità gastronomiche. Una nuova bottega si unisce alla grande famiglia degli artigiani di Mercato Centrale Torino, giusto in tempo per festeggiare la stagione estiva. Il Mercato Centrale Torino festeggia l’arrivo dei Campionati Europei di Calcio 2024 con una speciale programmazione al secondo piano. Sabato 15 Italia Vs Albania, giovedì 20 Spagna Vs Italia e lunedì 24 Croazia Vs Italia, le partire degli Azzurri saranno le assolute protagoniste delle serate di festa in Spazio Fare e in terrazza, al secondo piano del Mercato Centrale. Un video wall mostrerà le partite alla platea e, nel frattempo, il nuovo artigiano del Mercato Centrale, Daniele Meini, allestirà un’area dove si potranno trovare tutti i piatti tipico da stadio, dall’hot dog al panino con salamelle, al formaggio, ai peperoni arrostiti e cipolla e, ovviamente, un accompagnamento di birra.

L’evento è gratuito e a ingresso libero fino a esaurimento posti.

Preferibile la prenotazione a info.torino@mercatocentrale.it

La grande novità di quest’estate al Mercato Centrale sarà il fatto che Daniele Meini curerà l’area food degli europei. Sua sarà la nuova bottega della mozzarella e dei formaggi, che proporrà i migliori prodotti caseari e i formaggi più ricercati attraverso la selezione dei migliori produttori. Dopo un percorso nella ristorazione che l’ha portato a collaborare anche con il maestro Gualtiero Marchesi, Daniele Meini ha aperto il suo caseificio a Volterra e ha approfondito la conoscenza dei formaggi che oggi selezione per la sua bottega al Mercato Centrale : dalla robiola alla mozzarella, i formaggi della nuova bottega di Meini vengono affiancati a una proposta di taglieri di salumi, verdure, panini succulenti e deliziosi gnocchi al pecorino romano o parmigiano, cucinati direttamente nella forma di formaggio. Oltre a questa proposta, l’artigiano Daniele Meini inaugurerà per l’estate una bottega temporary all’ingresso del mercato, tutte le settimane dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 17, con un’offerta di centrifugati freschi a base di frutta, verdura e toast, panini preparati sul momento e da mangiare godendosi il fresco del dehor. Tra le novità estive del Mercato Centrale segnaliamo la promozione della bottega del pesce L’Angolo del mare, che vanta una delle proposte ittiche più interessanti e di qualità della città. Ogni domenica sera i piatti del menù della bottega (fatta eccezione e l’errore il plateau royale e la grigliata mista ) saranno vendute al prezzo incredibile di 9.90 euro, con la possibilità di aggiungere un contorno a 3 euro. Molte, quindi, le occasioni per fare un salto questa estate al Mercato Centrale di Torino.

 

Mara Martellotta

Sofar Sounds: l’evento musicale misterioso a Torino

E’ un venerdì sera qualunque a Torino, una di quelle serata che portano con il sapore di un’ estate che fa fatica ad arrivare ma che mette ugualmente voglia di uscire. Per questo si va in centro, al civico 45/A di Via Maria Vittoria dove ha sede quella che un tempo era una ex officina trasformata ad oggi una vera e propria boutique di architettura che prende il nome “Officina8A”.

Lo studio d’architetti associati è uno spazio bellissimo in cui, tra ampie scrivanie e pianti rampicanti, si ha la sensazione di essere in un luogo in cui la creatività fa da padrona. Ed è questa la perfetta location che Sofar Sounds Torino ha scelto per ospitare il concerto del mese di maggio.

Sofar Sounds un format internazionale- nato a Londra nel 2009 ed oggi attivo in più di 400 città in tutto il mondo spaziando da Parigi a New York Cityla cui intenzione è quella di trasformare uno spazio inusuale in una location per concerti intimi e delicati dove la musica faccia da padrona assoluta alla scena. Non solo il luogo, ma anche le modalità di fruizione sono diverse da quello a cui siamo normalmente abituati: gli spettatori possono sedersi direttamente per terra o su cuscini e portarsi qualcosa da bere da casa e, proprio da lì, assistere al concerto che prende vita nella stanza. Questo ambiente crea immediatamente un’atmosfera intima data dalla forte vicinanza- fisica ed emotiva- tra l’artista e il pubblico e da vita ad una vera e propria magia.

L’intenzione del format è quella di plasmare un’ irripetibile atmosfera che è non è realizzabile in altri luoghi e che vuole esprimere dal nome scelto per questo evento ovveroSofarche sta per songs from a room”, canzoni da una stanza, ideata dai creatori da Rafe Offer, Rocky Start e Dave Alexander.

Il centro della scena rimane la musica, che viene appositamente scelta dalla squadra di curator di ciascuna città che selezionano gli artisti per la serata tra band emergenti, ma anche cantanti affermati. In alcuni Sofar internazionali hanno preso parte alle esibizioni anche alcuni cantanti che avrebbero poi calcato i palchi di tutto il mondo.

E anche a Torino, l’ultimo venerdì di maggio, questa magia si è ripetuta al Sofar che si è svolto nello studio di “Officina8A” dove per più di due ore si sono esibiti 3 artisti che hanno avuto la capacità di intrattenere il pubblico con la musica da loro scritta e prodotta. Diversi per stili e tipologia di approccio musicale, l’ultimo Sofar Sounds Torino ha ospitato gli artisti Zoë,
Leandro
e il gruppo The Spell Of Ducks. La diversità di genere musicale dei 3 protagonisti ha permesso al pubblico di spaziare su note e stili molto diversi fra di loro dando la possibilità di sperimentare di diversi sound, che hanno reso l’intrattenimento ancora più interessante. L’organizzazione del Sofar Sounds Torino è curata da un impeccabile squadra di volontari che, grazie ad una perfetta organizzazione, gestiscono tutte le sfumature dell’evento: dal marketing, alla scelta degli artisti, passando per la selezione del locale alla comunicazione via social.

Il team torinese è composto da Bruno Bertelli (curator), Giacomo Bera, Elena Rajteri e Giovanni Zabardi (alla produzione), Asya Benedini (alla Direzione artistica), Carlo Conversano
(
fotografo), Vittorio Elia e Alberto Costa (in qualità di videomaker) e da Angelo Tarditi, Matilde Capello (alla comunicazione).

Per partecipare ai prossimi eventi torinesi è necessario inserire la propria email sul sito ufficiale dell’evento (https://www.sofarsounds.com/) e, se selezionati, si dovrà attendere la conferma. Da lì a pochi giorni prima dell’evento verrà comunicata la location, che rimane misteriosa fino all’ultimo momento. Sofar Sounds si conferma, quindi, come un’iniziativa internazionale unica nel suo genere che finalmente anima la notte anche della nostra città.

Valeria Rombolà

Al Forte di Vinadio” tornano ad esplodere i profumi di primavera

“Forte in fiore”

Sabato 8 e domenica 9 giugno

Vinadio (Cuneo)

Il “Forte” (insieme alle Fortificazioni di Fenestrelle ed Exilles, fra i più significativi esempi di architettura militare dell’arco alpino) già di per sé val bene una visita. Se poi per due giorni diventa prezioso ed eclettico “palcoscenico” di manifestazioni improntate all’esposizione del ricco patrimonio culturale di un territorio più che mai fertile e generoso sotto vari aspetti, allora si moltiplica l’interesse di un weekend (o anche solo di qualche ora) da passare fra le sue mura, che, su tre livelli, racchiudono ben 10 chilometri di percorsi interni. Fatto erigere da Carlo Alberto di Savoia nel 1834 e completamente restaurato negli anni Duemila, il “Forte Albertino” di Vinadio (Cuneo), sabato 8 (dalle 14 alle 21) e domenica 9 giugno (dalle 9,30 alle 19) torna ad  aprire le porte ai colori e ai profumi della primavera con la quarta edizione di “Forte in fiore”, la mostra mercato “dedicata alla natura, alla creatività e all’artigianato” organizzata da “Fondazione Artea”in collaborazione con il Comune di Vinadio, negli spazi del “Rivellino” e nel Fossato di “Porta Francia”. Oltre alla presenza di espositori provenienti da tutta Italia, l’evento sarà arricchito da un fitto programma di “proposte culturali”, attraverso incontri, approfondimenti, spettacoli, laboratori e momenti di piacevole intrattenimento.

Per partecipare a “Forte in fiore” è previsto un biglietto a tariffa unica di 3 euro, con ingresso gratuito riservato ai bambini fino ai 10 anni e, per il solo pomeriggio del sabato, ai residenti nel Comune di Vinadio. Con una promozione speciale, al costo di 5 euro, sarà inoltre possibile aggiungere alla visita della “mostra-mercato”, il percorso multimediale “Montagna in Movimento”, la mostra “Messaggeri Alati” e l’“Orto segreto”.

Per ulteriori info: tel. 0171/1670042 o www.fortedivinadio.com

D’obbligo un bel giro di ricognizione alla “mostra-mercato”, dove gli espositori promuoveranno le eccellenze della Valle Stura e del territorio, insieme a realtà e prodotti provenienti da altre zone d’Italia per presentare un’offerta assolutamente ricca e variegata: piante grasse, da frutto, aromatiche e ornamentali, specie botaniche rare, rose antiche e moderne, fiori stagionali e da collezione, così come prelibatezze

enogastronomiche, accanto (per cambiar discorso!) a pregiati tessuti orientali, abiti e accessori sostenibili della moda upcycling e opere di artigianato. Di tutto e di più.

Nello spazio “Rivellino”, anche quest’anno sarà presente la “Libreria” di “Forte in fiore”, con manuali e opere dell’editoria cuneese e dove, sotto il titolo di “Storie di vita in montagna” si terranno anche talk e spettacoli teatrali e musicali, dedicati in particolare, quest’anno, alle tante sfaccettature dell’universo montano visto da una prospettiva femminile, con “Donne forti” (sabato 8, alle 15,30) – finestra aperta e reale sulle ragioni e sulle conseguenze del vivere e lavorare in montagna – e con l’incontro (sempre sabato 8, alle 16,30) con donne “di montagna” protagoniste di imprese sportive straordinarie, dall’“indigena” Stefania Belmondo (orgoglio azzurro dello sci nordico, vincitrice di ben 23 gare di “Coppa del Mondo” e 10 “medaglie olimpiche”) a Katia Tomatis (campionessa nazionale di scialpinismo, passata da un sicuro lavoro in banca a gestire oggi un suo rifugio in Alta Valle Stura) e a Linda Cottino (giornalista e grande appassionata di sport montani). Ad intervallare gli interventi, sono previsti canti tradizionali della cultura popolare occitana. A chiudere la serata (alle 18,30) sarà lo spettacolo teatrale “Corde Rosa. Trame di donne in vetta” di Elena Lo Muzio: sei monologhi interpretati da Ancilla Oggioni.

Sempre nello Spazio del “Rivellino”, da non perdere “CROUSET – Fiore all’occhiello della Valle Stura”, il programma di attività ed offerte culinarie curato dal Gruppo “La Rasdouireto” per avvicinare il pubblico alla tradizionale “pasta fresca”, la “crouset”, di Vinadio, attraverso un “laboratorio per bambini” (sabato, alle 15) e una “dimostrazione live” per adulti, in programma domenica, dalle 10 alle 18. Un’autentica squisitezza! Che sarà possibile gustare, sabato a cena e domenica a pranzo, nei vari ristoranti locali, in accoppiata con un’ampia offerta di sughi e condimenti. Da leccarsi i baffi!

g. m.

Nelle foto: immagini di repertorio e Mostre “Messaggeri Alati” e l’“Orto segreto”

Open House: il nostro viaggio tra il Centro e zona Lingotto

Grazie ad Open House quello appena passato è stato per Torino un weekend alla scoperta delle più belle case, palazzi e luoghi di interesse culturale della città che per due giorni hanno aperto le porte rendendoci partecipi della loro magia e bellezza. Il format internazionale, che nell’annata precedente ha coinvolto 20730 visitatori per 41170 visite, si riconferma anche per il 2024 come uno degli eventi più apprezzati dai cittadini garantendo, attraverso tour guidati e approfonditi, il vero spirito di questa iniziativa:“un invito alla coperta, una grande festa per la curiosità e il senso di appartenenza”. I luoghi visitabili si estendevano per tutta la città offrendo la possibilità di esplorare  zone meno conosciute e molto diverse per stile e cultura, ai fini di carpire al meglio la versatilità della città.

Società Canottieri Caprera- Zona Centro

Affacciato sulla sponda del fiume Po e costeggiato dall’imponente Ponte Umberto I, in una location nascosta e affascinante sorge uno dei circoli di canottaggio più antichi d’Italia e tra le più importanti della città: la Società Canottieri Caprera.

La storia secolare del circolo inizia nel 1883 per volontà dei soci fondatori che già appartenevano alla Società ginnastica, dalla quale decisero di separarsi, dando vita ad una associazione completamente dedicata al canottaggio. Il nome della stessa viene scelto per rendere omaggio all’ isola sarda in cui era spirato Garibaldi. L’uguale richiamo alla tradizione garibaldina vi è anche nella scelta iniziale del colore delle divise sociali completamente rosse. L’affascinante storia di questo posto è anche legata alla sua ubicazione che divenne definitiva solo nel 1914 quando la sede ufficiale venne finalmente inaugurata e definitivamente messa appunto nel 1929 con la costruzione di un ampio laboratorio di rimessaggio e manutenzione delle imbarcazioni. La Società Canottieri Caprera è stata in grado di distinguersi grazie alle eccellenti squadre di atleti che all’interno di questo posto si sono formate e hanno avuto modo di partecipare anche a competizioni olimpioniche. Sarà per questo che l’impressione che si ha entrando è quella di un luogo in cui vi sia un perfetto connubio tra la storia secolare sportiva che risiede al suo interno e la capacità di sapere integrare la modernità del tempo attuale. Questo anche grazie alle numerose attività, sportive e non, che il circolo è stato in grado di offrire rendendolo un vero luogo di socialità torinese: dalla sala di burraco, al ristorante con l’ampio terrazzino, ai campi da tennis, alla piscina e alla terrazza che verrà inaugurata proprio sabato 8 giugno. La caratteristica unica e affascinante di questo posto rimangono le ampie sale che ospitano le barche e i relativi pontili affacciati sul Po dal quale è possibile immergersi nell’atmosfera naturale e meditativa di questo posto, che permette di dimenticarsi di essere in una città.


Casa MOI(TO)– Zona Lingotto
Una casa completamente ripensata come un vero percorso tra arte e architettura e messa a nuovo per dare nuova vita e futura speranza ad un quartiere controverso passato- nel giro di pochi anni- dalla vivacità del periodo delle Olimpiadi del 2006 alle numerose difficoltà sopraggiunte gli anni successivi.

L’idea di Casa MOI(TO) nasce dalla creatività indiscussa delle due Architette Silvia Scalia e Silvia Somma, che già dal nome dell’appartamento hanno convintamente riportato all’interno delle mura la vivacità del quartiere circostante. Il MOI era, infatti, il grande Mercato Ortofrutticolo all’ Ingrosso che per anni è stato il centro nevralgico della zona. Non solo il nome, ma anche le decorazioni della parete della casa- create mediante la tirata ad hoc dalle colla della piastrelle- riprendono le forme e la disposizione del Mercato circostante. Un appartamento su due piani curatissimo per dettagli e giochi di luce, ove ogni angolo trova la sua perfetta funzionalità nell’ambiente complessivo. Il pavimento riprende la tecnica del Kintsugi ovvero delle riparazioni effettuate con il filo d’oro” e diventa così espressione del profondo lavoro che le due architette hanno messo nella realizzazione dello stesso. Il tocco finale della casa è l’utilizzo del pezzo originale di un vecchio modello della ‘500 trasformato in un angolo bar che diventa rievocazione dell’ antica storia del quartiere Lingotto.

Valeria Rombolà