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Silvia Caroline, “ambasciatrice” di Torino

Quest’anno, Torino si è affermata come una delle città più dinamiche e vivaci del panorama culturale e artistico internazionale. Grazie alla combinazione di eventi straordinari e figure di rilievo che l’hanno rappresentata con passione, il 2024 ha segnato un capitolo di rinascita per la città. Tra queste spicca Silvia Caroline, influencer, promotrice culturale e ambasciatrice torinese della moda e della sostenibilità, che ha saputo portare il fascino sabaudo su palcoscenici internazionali.

Con il suo impegno instancabile e il profondo amore per la città, Silvia Caroline ha contribuito a far risplendere Torino non solo attraverso i suoi eventi ma anche grazie alla sua personalità magnetica. In un’intervista esclusiva, Silvia ci racconta alcune delle esperienze che hanno caratterizzato quest’anno, offrendo uno sguardo dietro le quinte della sua affascinante carriera.

Un viaggio nei ricordi e nelle emozioni: dai 60 anni di Vogue Italia al Festival del Cinema di Venezia

Alla domanda su come si è sentita a partecipare alla celebrazione dei 60 anni di Vogue Italia , Silvia risponde con una nota nostalgica:
“È stato un momento magico, mi sono ritrovata a percepire sensazioni speciali che mi hanno riportato alla mia prima sfilata nel lontano 2011 . Quando ami la moda, è come se ti scorresse nelle vene: è una passione viscerale che o hai, o non hai.

Il Cinema fa parte della mia quotidianità sin da quando ero piccola, difatti anche la mia partecipazione al Festival del Cinema di Venezia mi ha reso entusiasta nel potermi confrontare un talenti del mondo del Cinema”.

Un altro evento clou per Silvia è stato il Festival del Cinema di Venezia. Esserci, racconta, è stato un traguardo personale ed emotivo:
“Pensavo solo a far andare tutto bene. Il momento più emozionante è stato pochi secondi prima di percorrere il red carpet. Mi sono sentita piccola di fronte ai grandi del cinema, ma anche orgogliosa : ho sempre lavorato sodo, amo imparare e crescere Quel momento mi ha ripagata di tutto.”

Moda sostenibile e passione per il profumo

Silvia ha anche brillato durante il Camera Moda Sustainable Fashion Awards 2024 , dove ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare sull’impatto ambientale dell’industria della moda:
“È straordinario vedere come alcuni brand stanno davvero cambiando le cose, educando alla sostenibilità attraverso le loro creazioni. La moda può essere tanto bella quanto responsabile.”

Un altro tema a lei caro è la profumeria di nicchia, una passione che descrive quasi poeticamente:
“Io amo il mondo del profumo: è tramite gli odori che spesso comincio a scrivere. Come riaffiorano i ricordi chiusi nei cassetti, così fanno le fragranze. In questo momento dell’anno prediligo sentori caldi e speziati, come vaniglia, oud, sandalo e bergamotto.”

Silvia condivide con entusiasmo l’apertura della prima Scuola di Alta Profumeria in Italia, l’ASP, un progetto nato proprio in Piemonte, che mira a diffondere la conoscenza di questo raffinato universo.

Torino, il cuore di tutto

Ma per Silvia, Torino rimane sempre al centro. Partecipare alla prima di Manon Lescaut al Teatro Regio è stato un momento speciale:
“Torino è la mia città, la mia casa, come una sorella. È velata da un mistero e una malinconia che la rendono unica. Raccontarla e portarla ai confini del mondo per me è un onore.”

E ancora:

Ho partecipato, per la mia prima volta, all’’opening del Torino Film Festival alla sua 42 edizione, è per me un onore poter presenziare ad un evento conosciuto e dall’importanza internazionale sul nostro territorio.

Guardando al futuro, Silvia ha deciso di continuare il suo impegno sia per Torino che per la moda sostenibile, coinvolgendo sempre più la comunità locale:
“Torino ha un potenziale immenso. Ama rimanere un po’ in disparte, ma chi la conosce a fondo non può che innamorarsene. Io sono qui per farla brillare, in ogni modo possibile.”

Un futuro radioso per Torino e Silvia Caroline

Con personalità come Silvia Caroline, il 2024 sarà ricordato come un anno fondamentale per la rinascita di Torino. Grazie alla sua dedizione, al suo amore per la cultura e la sostenibilità, e alla sua capacità di portare la città sotto i riflettori internazionali, Torino si prepara a un futuro pieno di nuove opportunità.

CRISTINA TAVERNITI

Lady Poopise

PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani

Curiosando su Instagram alla ricerca di personaggi, aziende di famiglia più o meno grandi, negozi particolari , tutti aventi come comune denominatore l’essere di Torino o provincia, mi sono imbattuta in questo nome: Lady Poopise. Curioso, ho pensato, chi sarà mai questa signora?
Lady Poopise è una performer torinese di Burlesque, un’antica forma di spettacolo teatrale nata nel periodo dell’Inghilterra Vittoriana, caratterizzata da un’ironia pungente che si trasformava in satira contro la classe dirigente. Con il passare degli anni lo spettacolo ha perso il suo carattere sovversivo ed è diventato una sorta di varietà dove la donna, grazie anche a meravigliosi e scenografici costumi da pin-up per lo più succinti ma mai volgari, diventa protagonista della storia messa in scena.
La sua più acclamata performer, l’americana Dita von Teese, ha riportato in auge il Burlesque negli anni duemila e da allora questo tipo di spettacolo si è sempre più diffuso; nella sola Torino, mi racconta Lady Poopise, ci sono due scuole di Burlesque, Amazing Flamingo Art Studio di Vanille Bon Bon e quella di Mara Scagli, inoltre tutti gli anni si tiene l’International Cabaret Burlesque Festival al Teatro Q77 in corso Brescia.
Perché hai scelto di diventare una performer di Burlesque?
“Tre anni fa, durante una lezione di canto, ho conosciuto un’insegnante di questa fantastica arte e dopo averle fatto vedere un mio numero le ho chiesto d’inserirmi nel suo spettacolo e da allora non mi sono più fermata. Sono partita avvantaggiata in quanto la danza, il canto e la passione per la moda e gli abiti degli anni ‘30, ‘40 e ‘50 sono sempre stati la mia passione.”
“ Dal primo Festival al quale ho partecipato, ho capito che per essere una performer lo devi essere a 360 gradi- spiega Lady Poopise- io canto dal vivo, ballo, spesso invento il mio ‘act’ (la storia), creo e cucio personalmente gli abiti di scena, quante ore passate a cucire strass, paillettes, perline e piume! La musica ha un ruolo importantissimo, può essere funky, rock, blues, classica, jazz,  dipende dalla storia, se è Classic o Comic; lo spettacolo finisce sempre con uno strip-tease, mai nudità totale, basato sulla seduzione, non sulla volgarità”.
Si tratta di uno show divertente, colorato che per le sue ambientazioni spesso ci porta agli anni ‘40, ‘50 o al periodo dei Varietà, dei Musical, spettacoli colmi di lustrini, luci e balletti.
Il Burlesque è l’arte che celebra il corpo e la sensualità senza falsi moralismi, sempre con un tocco d’ironia , “ l’aspetto teatrale si mescola al gioco di seduzione, sdrammatizzando la sensualità attraverso il cabaret e l’umorismo, mostrando e giocando con il proprio corpo in modo libero”.
“ La parte fisica è impegnativa – continua Lady Poopise- le performance richiedono preparazione sia per quanto riguarda la danza e il canto ma anche per la coordinazione e la presenza scenica, la reazione del pubblico è uno degli aspetti più gratificanti, si crea infatti una grande empatia tra la performer e chi guarda”.
Attraverso il Burlesque possiamo dunque entrare in contatto con il nostro corpo, imparare a vivere la sensualità con gioia, senza paura di osare e liberarci dalle imposizioni sociali per celebrare davvero chi siamo senza alcun tipo d’inibizione o vergogna.

La Perla di Torino apre all’evento più magico dell’anno: “Ho fatto l’albero”

Sabato 14 e domenica 15 dicembre, La Perla di Torino riapre le porte per l’evento più magico del Natale:”Ho fatto l’albero”, un workshop rivolto a un pubblico di ogni età, durante il quale sarà possibile decorare e personalizzare un albero di Natale di cioccolato guidati dai maestri cioccolatieri dell’azienda. Un‘occasione imperdibile per realizzare un regalo speciale arricchito di dettagli unici. Il pubblico, composto da adulti e bambini, sarà accompagnato da maestri cioccolatieri nelle decorazioni di un albero di cioccolato. Sarà possibile dare libero sfogo alla fantasia personalizzando l’albero secondo i propri gusti. Un’occasione imperdibile per realizzare un dono natalizio artigianale e speciale, creato a mano e arricchito da dettagli unici. Al termine dell’attività ogni partecipante dovrà portare a casa la propria creazione  confezionata con cura da un’elegante packaging completo di nastro e fiocco. Ogni partecipante riceverà un kit che comprenderà un albero di cioccolato scelto al momento della prenotazione con variante tra cui latte, fondente, bianco, pistacchio e senza lattosio, indumenti quali camice, guanti e calzari per accedere in sicurezza al laboratorio, strumenti per la decorazione  tra cui cioccolato, pasta da zucchero e sac a poche, oltre a una confezione natalizia realizzata a mano dal team de La Perla. Il workshop si terrà presso il laboratorio dell’azienda situata in Lungodora Colletta, a Torino.

Per partecipare è necessario compilare il modulo di prenotazione sul sito www.laperladitorino.it, indicando il numero dei partecipanti, la data e l’orario desiderato. La durata dell’evento sarà di 90 minuti.

Mara Martellotta 

Nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco

Sabato 23 e domenica 24 novembre, dalle 9 alle 20.30, Ernyaldisco presenta nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco. Un appuntamento con ingresso gratuito dove appassionati e collezionisti potranno tuffarsi tra CD, dischi, vinili, nuovi, usati e da collezione.

La Fiera sarà un vero e proprio paradiso per i collezionisti e nostalgici del suono analogico, proponendo una vasta selezione di dischi in vinile a 33 e 45 giri, MIX e CD, sia nuovi, sia usati, fino ad arrivare a pezzi da collezione. Gli appassionati potranno immergersi in un universo musicale che spazia dal rock al jazz, dal punk alla musica classica, dal soul ai cantautori italiani, passando per generi come i metal, la psichedelica, il funky e molto altro. Durante l’evento i visitatori avranno l’opportunità di acquistare, vendere, scambiare i propri dischi, avvalendosi della competenza degli espositori presenti. Sarà un’occasione unica per incontrare altri appassionati, condividere storie, consigli e momenti di pura passione musicale, entrando a far parte di una vera e propria community.

 

Mara Martellotta

“Foto Modelli dell’anno” parata di stelle a Borgaro

Una parata di stelle del mondo dello spettacolo sarà protagonista venerdì 22 e sabato 23 novembre in occasione della fase finale del concorso Foto Modelli del’Anno by Paolo Formia al Teatro Atlantic presso il B&B Hotel di Borgaro Torinese, concorso che vedrà la sua finalissima domenica 24 negli Studi di Canale Italia e Rubano (Padova)

‘Antipasto’ del ricco parterre di stelle sarà venerdì 22 con la serata dedicata altalento condotta da Jacques Avella, noto autore di programmi televisivi (ha lavorato tra gli altri con Paolo Limiti) che sarà affiancato da Denise Piretto, canavesana- Special guest saranno il notissimo Antonio Razzi, l’attore Stefano Sala, Joss Procino, astrologo e giornalista, il cantante Sario e attore e artista Davide cantore.

Sabato 23, invece, in una serata ad inviti ci sarà la semifinale nazionale del concorso Foto Modelli dell’anno nato da un’idea del dinamico del canavesano Paolo Formia organizzatore ed autore televisivo di lungo corso con ripetute collaborazioni con Rai e Mediaset. Gli ospiti sono tutti di alto livello a partire da Gabriel Garko attore e modello (‘Il bello delle donne’, ‘L’Onore e il Rispetto’,  solo per citare alcune delle fiction che l’hanno visto protagonista), la cantante Orietta Berti uno dei volti più noti della televisione italiana, vincitrice di 6 dischi d’oro, 7 di platino e 2 d’argento, oltre che giudice fisso di Io Canto Generation, notissimo ed amatissimo ballerino, coreografo ed insegnante, Federico Moccia, regista e sceneggiatore figlio d’arte (è figlio di Giuseppe che con lo pseudonimo di Pipolo firmò insieme a Castellano moltissimo programmi di successo) e regista della Master Class con i partecipanti al concorso,  Antonio Razzi nel ruolo di presidente di giuria, Elena Russo attrice di cinema e madrina della manifestazione e poi ancora il cantautore Pierdavide Carone (sue le bellissime ‘Di Notte’ e ‘Nanì’) che recentemente ha presentato il suo ultimo album, Stefano Sala, Gianluca Mach, Joss Procino, il Mago Heldin che si è esibito davanti al Papa, Davide Cantore, Sario, Tomas Fierro.

La serata sarà condotta da Jacques Avella e dalla bellissima Giulia Moon, con Paolo Formia.

La finalissima nazionale invece si terrà domenica 24 novembre negli studi televisivi di Canale Italia a Rubano in Provincia di Padova e verrà condotta da Adriana Volpe e Jacques Avella con la partecipazione di Raimondo Todaro, ballerino notissimo per la sue partecipazioni a Ballando con le Stelle, Garrson Federico Moccia, Pierdavide Carone, Elena Russo, Gianluca Mech, Antonio Razzi, Joss Procino, Mago Heldin, Davide Cantore, Tomas Fierro Sario.

MASSIMO IARETTI

La colazione fuori è il nuovo “aperitivo”? Un trend sempre più amato

 

Fare colazione fuori sta rapidamente diventando una delle attività più amate, non solo per iniziare la giornata, ma anche come vero e proprio rito sociale. 

Un momento di pausa che sta conquistando sempre più persone, spingendo molti torinesi a scoprire nuovi locali o a tornare nelle caffetterie di fiducia per concedersi un piacere semplice ma gratificante. 

Ma cosa c’è dietro questo nuovo trend che sta spopolando anche nel capoluogo piemontese?

Il risveglio sociale

Fino a qualche anno fa, la colazione fuori era sinonimo di una rapida bevanda presa al volo, magari al bancone di un bar, per poi proseguire con il ritmo frenetico della giornata. Oggi, però, questo concetto è stato completamente ridefinito. 

Fare colazione fuori è diventato un vero e proprio appuntamento conviviale, un momento in cui prendersi una pausa dai ritmi serrati della settimana lavorativa. 

Nel fine settimana, in particolare, sta sostituendo altre tradizioni sociali, come l’aperitivo o la cena. Si tratta di un’occasione per ritagliarsi uno spazio tutto per sé, per fermarsi a riflettere, per godersi una chiacchierata con amici o familiari, magari assaporando una brioche appena sfornata accompagnata da una calda tazza di caffè o tè.

Questo fenomeno non riguarda solo le grandi città, ma anche Torino, che sta vivendo una vera e propria esplosione di locali specializzati nella colazione. 

Ogni angolo della città offre opzioni diverse: dai bar storici con le loro tradizioni, ai caffè gourmet che puntano su lievitati e bevande ricercate, fino ai nuovi locali più moderni che propongono alternative healthy e alternative vegane. In ogni caso, la colazione è diventata un’occasione da vivere e da condividere.

Un momento di relax e gusto a prezzi accessibili

Uno dei motivi per cui la colazione fuori sta prendendo piede è senza dubbio il vantaggio economico che comporta rispetto ad altri pasti. 

Se pranzi e cene tendono ad avere prezzi più elevati, la colazione è un’opzione più accessibile, ma non per questo meno gustosa. 

Molti locali offrono proposte di qualità, come croissant artigianali, yogurt freschi con frutta e muesli, e altre prelibatezze, a un prezzo contenuto. Questo permette alle persone di concedersi un piccolo lusso quotidiano senza incidere troppo sul budget.

Inoltre, la colazione fuori offre un’alternativa piacevole e rilassante alla routine, creando un’occasione perfetta per socializzare. Torino, con i suoi numerosi caffè e pasticcerie, è diventata una vera e propria meta per chi ama iniziare la giornata con calma, senza rinunciare al buon cibo. Il rito della colazione, quindi, non è più solo un bisogno, ma un vero e proprio momento di piacere.

Brinner: La tendenza che stiamo vivendo

Accanto al fenomeno della colazione fuori, un altro trend che sta crescendo a Torino e in altre città italiane è quello del “brinner”, ovvero la colazione a cena. Il brinner è una vera e propria moda gastronomica che unisce la colazione alla cena, unendo i comfort food tipici del primo pasto della giornata con piatti più sostanziosi. 

Uova strapazzate, pancakes, bagel, toast e dolci tipici delle colazioni più classiche diventano i protagonisti anche della cena, creando nuove occasioni di convivialità.

Questo trend, che sta spopolando nelle metropoli, è una delle espressioni del desiderio di sperimentazione, di ritrovare il piacere dei cibi comfort, ma anche di ridurre la rigidità nelle abitudini alimentari. Torino, città storica con una forte tradizione culinaria, sta vivendo questo fenomeno con entusiasmo, facendo diventare il “brinner” un appuntamento sempre più gettonato, che unisce la convivialità alla scoperta di nuovi sapori e tendenze.

La colazione è il nuovo aperitivo? Sicuramente un’ esperienza che conquista Torino

La colazione fuori sta diventando una tradizione a Torino, un appuntamento da non perdere per chi cerca un angolo di relax prima di affrontare la frenesia quotidiana. 

Questo trend non solo offre un’alternativa gustosa e conveniente, ma rappresenta anche un momento di socializzazione e scoperta gastronomica, che spinge sempre più persone ad esplorare nuovi locali ea fare della colazione un’esperienza da vivere e condividere.

Che si tratti di un caffè caldo con un cornetto fresco o di una colazione a base di piatti innovativi, Torino è pronta a continuare a questo rito quotidiano che ha conquistato anche i torinesi più esigenti.

CRISTINA TAVERNITI

Le zucchine in carpione, gustosa tradizione

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Le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine ideali per reintegrare i sali minerali

 

Le ricette devono essere veloci, facili da preparare, leggere ma allo stesso tempo saporite. E le zucchine, quelle verdi chiare, tenere e dolci, ricche di acqua e vitamine sono  ideali per reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione, molto gradevoli nel gusto e versatili nelle diverse preparazioni. Un modo goloso per cucinarle e’ con una gustosissima marinatura.

Ingredienti:

 

1 kg.di zucchinette

1 cipolla bianca

2 spicchi di aglio

1 rametto di salvia

6 foglie di basilico

origano fresco

½ bicchiere di aceto di mele

½ bicchiere di olio evo

sale q.b.

Lavare le zucchine, spuntarle e tagliarle a tronchetti. In una larga padella soffriggere la cipolla e l’aglio affettati, aggiungere le zucchine e rosolare mescolando ripetutamente a fuoco vivace per 10 minuti, aggiungere gli aromi, salare e sfumare con l’aceto, proseguire la cottura per altri 2 minuti. Lasciar marinare in frigo per almeno un giorno. Servire freddo. Croccanti e gustose.

Paperita Patty

Auto: dopo 100 anni ritorna la Temperino

Da Torino il ritorno della Temperino: un secolo dopo, il sogno di un’automobile italiana innovativa rinasce con la Eco-Vetturetta Temperino

Torino, 18 novembre 2024 – A cent’anni dalla chiusura della storica azienda fondata dai fratelli Temperino, pionieri dell’automobilismo italiano, il celebre marchio torinese torna a nuova vita con un progetto visionario: la Eco-Vetturetta Temperino, un quadriciclo elettrico pesante di categoria internazionale L7e, che unisce design, innovazione tecnologica e sostenibilità.

Il progetto, guidato da Lazzaro Garella, amministratore unico e titolare del marchio, rappresenta un omaggio alla tradizione torinese e piemontese dell’automobile, reinterpretata con uno sguardo al futuro. Garella, noto per la sua esperienza nelle eccellenze industriali del territorio e per la tradizione familiare legata al mondo dell’innovazione, ha saputo raccogliere il testimone dell’eredità Temperino, rilanciando il marchio con un’idea che fonde storia e modernità.

La rinascita della Temperino Automobili porta con sé un forte legame con l’innovazione tecnica che caratterizza la storia della famiglia Garella. Esempio emblematico è il contributo del nonno di Lazzaro Garella, Pilade, che durante la Seconda Guerra Mondiale sviluppò i celebri gassogeni Simplex, dispositivi che permettevano ai veicoli di utilizzare il gas di legna come carburante, senza modificare la struttura originaria.
Un secolo dopo Temperino torna a raccontare una storia di innovazione, confermandosi simbolo di un’eredità che guarda al futuro.

Una vetturetta per la mobilità sostenibile del futuro

La Eco-Vetturetta Temperino, progettata e realizzata interamente a Torino, è un quadriciclo elettrico pesante che coniuga caratteristiche tecniche all’avanguardia con una grande attenzione al design. Ideata dallo stesso Lazzaro Garella, che ha predisposto il concept delle linee, e disegnata dal designer Giorgio Caprioglio, questa vettura a due posti si presenta come una soluzione ideale per la mobilità urbana ed extraurbana sostenibile.

Le sue principali caratteristiche tecniche includono:

  • Potenza massima: 15 kW (20 CV)
  • Velocità massima: 80 km/h
  • Autonomia: fino a 200 km con una singola carica
  • Prezzo: compreso tra i 13.000 e i 15.000 euro, in base agli allestimenti disponibili

Un elemento distintivo è rappresentato dalla versione “Torino allestimento Lenci”, che celebra la tradizione artigianale torinese. Questa variante prevede:

  • Sedili e pannelli interni rivestiti in una rivisitazione contemporanea del celebre Panno Lenci, un materiale iconico legato alla tradizione tessile piemontese.
  • Rifiniture e dettagli realizzati in Tecno Ceramica Lenci, che conferiscono un tocco di raffinatezza e unicità al modello, rendendolo un vero capolavoro di design e artigianato.

Un futuro ricco di novità

La presentazione ufficiale della Eco-Vetturetta Temperino è prevista per settembre 2025, ma il progetto non si ferma qui. Sono già in fase di sviluppo altre versioni con future collaborazioni di eccellenze torinesi, come:

  • La versione decappottabile, in uscita nel 2026.
  • La Temperino Barchetta 8/10, una vettura commemorativa che vedrà la luce nel 2027, ispirata al primo modello storico della Temperino, la celebre 8/10 HP.

Una storia che guarda al futuro

Fondata nel 1906 a Torino come Officina Temperino, l’azienda dei fratelli Maurizio, Giacomo, Carlo e Secondo si distinse per la capacità di innovare e per la visione avanguardista, che portò alla creazione della prima utilitaria italiana. La Temperino 8/10 HP, presentata dopo la Prima Guerra Mondiale, fu una vera rivoluzione: leggera, economica e versatile, con un motore bicilindrico a V da 20 CV e un peso di soli 300 kg.
Conquistò anche il successo nelle competizioni, come la Sassi-Superga e il Giro del Sestriere, trovando mercato non solo in Italia, ma anche all’estero, fino in Inghilterra.

Il fallimento della Temperino nel 1924 sembrò segnare la fine di un’epoca, ma la passione e l’ingegno di Lazzaro Garella riportano oggi il marchio alla ribalta. Il nuovo progetto non è solo un omaggio alla storia, ma un ponte verso il futuro, grazie alla collaborazione con eccellenze locali come il Politecnico di Torino e all’utilizzo di tecnologie e materiali innovativi.

“Con la nuova Eco-Vetturetta TEMPERINO vogliamo riportare in vita lo spirito pionieristico che ha reso la Temperino un marchio leggendario,” ha dichiarato Lazzaro Garella, amministratore unico di Temperino Automobili.
“Non si tratta solo di celebrare il passato, ma di creare un prodotto che guardi al futuro, capace di offrire innovazione, eleganza e sostenibilità.”

Un progetto di rinascita per Torino

Il ritorno della Temperino rappresenta anche un simbolo del rilancio di Torino come capitale dell’innovazione automobilistica. La Eco-Vetturetta TEMPERINO è progettata e realizzata interamente in città, dimostrando che il territorio torinese, grazie alle sue risorse industriali, artigianali e accademiche, è ancora in grado di proporre eccellenze a livello internazionale.

A un secolo di distanza, la storia della Temperino non si è conclusa, ma si rinnova con un progetto che unisce radici e futuro.

“Vittoria Vintage”, il Second Hand di lusso a Torino

E’ una scommessa vinta quella di Vittoria Vintage che 14 anni fa, a Torino, ha aperto il suo negozio di articoli griffati di seconda mano, pezzi iconici a prezzi abbordabili.

All’epoca era una novità e lei è stata lungimirante perché il second hand funziona. Esattamente il 17 novembre cade l’anniversario dell’apertura di questo scrigno di autentici tesori, racchiusi in una manciata di metri quadrati nel blasonato quartiere a ridosso della Gran Madre.
Vittoria è diventata un volto noto che quotidianamente ci diletta con le storie su Instagram. Momenti piacevoli e istruttivi in cui -oltre a presentarci i capi del negozio decantandone qualità e attrattive- racconta anche aneddoti e retroscena del mondo della moda, ripercorre le biografie dei grandi stilisti. Potremmo definirle pillole di stile.
Abbiamo incontrato questa bella signora bionda charmant che si illumina di immenso mentre racconta con dirompente passione il suo mondo intriso di buon gusto e bellezza.
Lo stato di salute del second hand?
Come tutti i settori merceologici subisce battute d’arresto; anche noi viaggiamo di pari passo con la crisi…e oggi la sentiamo. Ma le nostre clienti trovano sempre qualcosa per tutte le tasche e possono togliersi qualche sfizio.  E’ importante il gusto con cui selezioniamo i capi da vendere. Non è facile e ho visto vari negozi chiudere.
Cosa c’è dietro l’angolo per questo settore?
Prevedo un grande ritorno al sartoriale, che costa meno di un brand, e la continua nascita di modiste-stiliste che creano le loro collezioni. Aumenteranno gli outlet che rivendono le grandi firme, i cui costi saliranno alle stelle. La giacca griffata dagli odierni 1900 euro tra qualche anno balzerà a 2500; sempre più inaccessibile. Saranno presi d’assalto i negozi vintage dove potersi permettere mise di qualità. Mi auguro che abbiano un’espansione tale da riempire una via, e che diventi un’abitudine quotidiana frequentarli.
Lei prima faceva tutt’altro, perché ha cambiato rotta?
Arrivo da studi e ambizioni artistiche, poi per 10 anni ho lavorato in banca. Qualcosa è scattato quando è morta una mia collega, con la quale due giorni prima facevo shopping e 48 ore dopo non c’era più. Mi si è aperta una finestra, ho capito che siamo niente e volevo fare qualcosa di mio e di maggior peso nella mia vita. Il mio capo diceva che ero un’abile oratrice e direi che il commercio richiede anche questa dote.
Perché proprio il second hand?
Sono sempre stata appassionata di moda, una spendacciona che dilapidava lo stipendio in scarpe, vestiti e borse. Questo non è un lavoro che puoi fare se non hai quell’inclinazione; una volta che compri, poi sai anche cosa vendi. Amavo indossare ed accostare capi di abbigliamento e accessori acquistati nei mercatini; quando li smettevo, scoprii che le mie amiche si ammazzavano per averli. E’ allora che iniziai a pensare a un negozio di questo tipo.
Il suo primo incontro con il lusso di seconda mano?
Fin da ragazza spendevo la paghetta in giornali di moda, compravo nei mercatini dell’usato, dal Balon a Londra e Parigi; in mezzo a montagne di abiti scovavo magari una giacca di Montanà, Valentino o Ferrè. Un po’ c’era la conoscenza, un po’ l’intuito e un po’ la fortuna; ma in verità è il pezzo che ti sceglie. Da allora quando qualcosa mi colpisce non lo lascio e raramente mi sbaglio.
Come descrive il suo negozio?
Per prima cosa non voglio che metta soggezione perché vendo pezzi di alta moda o ricercati. Ho pensato di dargli l’impronta di una cabina armadio, una stanza dove tutto è un po’ in calcolato disordine: una giacca appoggiata sulla sedia la sera prima, le décolleté che non sono state riposte nella scarpiera. Qui ci si sente a proprio agio e un po’ come a casa propria.
Come sono stati gli inizi?
Difficili: qualcuno mi dava solo sei mesi di vita, ed è scaturita anche l’invidia. Ma sono stata ripagata quasi subito da quelle che ancora oggi sono clienti affezionate. Ho aperto il negozio anche con tante cose belle che erano mie, e a volte mi sono pentita di averle vendute.
Come si è costruita una conoscenza così vasta e approfondita del mondo delle griffe?
Comprando, leggendo, viaggiando, studiando, e se dimentico qualcosa consulto i miei cataloghi di moda. Ho tutti i volumi dello scibile umano sui grandi nomi dell’haute couture e mi aggiorno costantemente. Molto l’ho imparato ascoltando le vendeuse preparate di una volta, le dame che mi spalancavano i loro armadi e le signore più grandi; a partire da mia mamma e mia zia, ex modella negli anni 70’.
Poi non mi sono mai vergognata di chiedere a persone più esperte. Ma se compri una borsa di Chanel, Prada, Gucci, Hermes o altri, poi sai anche riconoscerle.
Predilige qualche stilista in particolare?
Li amo tutti. Oltre ai più famosi e ricercati, strada facendo, mi sono interessata anche a quelli meno blasonati, che vantano grande qualità, ma non tutti li conoscono. Sono un’infinità e ognuno di loro merita un podio perché ha fatto qualcosa di meraviglioso.
Come si smascherano le contraffazioni?
Purtroppo il mondo del contraffatto viaggia così velocemente che devi essere più aggiornata di chi lo fa. Però c’è sempre quel particolare che ti lascia incerta e perplessa; allora, con un po’ di istinto, conoscenza e il tatto, si riesce a scansare un fosso. In verità tutti possono essere fregati; la volta che mi è successo sono andata direttamente nella boutique di riferimento e il dubbio mi è stato tolto. Mi capita di ricevere oggetti non idonei che cortesemente rifiuto. Preferisco tenere 4 pezzi vintage, tipo la borsa della nonna in coccodrillo, piuttosto che rischiare di averne una finta.
L’identikit di chi le lascia i capi da vendere.
L’esperienza in banca mi ha insegnato che gli argomenti difficili da trattare sono soldi, figli e le case, che i torinesi non aprono facilmente agli estranei. Fin dall’inizio sono stata avvantaggiata dalla conoscenza di signore che mi stimavano; allora come oggi mi invitano per un caffè e mi danno libero accesso alle loro cabine armadio da favola.
Ogni volta entro in una storia e alcune sono meravigliose: rimandano a cene galanti, incontri d’amore, capi custoditi fin dal giorno in cui hanno conosciuto il marito.
Riemergono anche aneddoti degli anni in cui le grandi firme sartoriali di casa nostra andavano alle sfilate parigine delle grandi Maison, poi tornavano a casa con i bozzetti e confezionavano i capi dalla grande allure.
Chi li acquista?
In linea di massima la clientela è medio alta, con una forbice di età piuttosto ampia; dalla ragazza 25enne alla signora 70enne. C’è chi se ne intende e chi cerca l’affare.
Che rapporto instaura con le clienti?
Innanzitutto le ascolto, e normalmente scatta la fiducia. Bisogna anche avere il coraggio di dire che magari quel tal vestito non è donante. Mai mettere il guadagno al primo posto. Voglio che le mie clienti si sentano bene e stiano davvero al meglio con i miei capi di abbigliamento.
Come è nata l’idea delle stories su Instagram?
Ho sempre pubblicato foto, come fosse una vetrina. Da circa 4 anni con i video online sicuramente ho ampliato il pubblico e dove non arriva la cliente nuova, in un certo senso, vado io da lei. Sono seguita anche da uomini che cercano regali per le compagne. La verità è che questi articoli dovrebbero vendersi da soli.
La sua formula è particolare, come ha trovato il tono giusto?
Mi piace raccontare la genesi dei capi che propongo. In definitiva vendo il superfluo e non è facile. Bisogna saper presentare e promuovere il pezzo usato, far capire alla persona che starebbe benissimo con quell’abito o quella borsa. E’ giusto che sappia la meraviglia che sta comprando: è un piccolo, unico, tassello della storia della moda che si ha la fortuna di portare a casa, a un prezzo decisamente inferiore a quello esorbitante in boutique. L’affare lo fa chi lo compra, non chi lo vende. Una frase che fa male è «ma come è possibile che costi così tanto una cosa usata..» senza considerare che da 10,000 euro del nuovo si passa ai 5000 del second hand.
E’ stato difficile presentarsi in video?
Io rifaccio le storie anche 5, 10, 15 volte, non è mai buona la prima. Da brava Vergine ascendente Gemelli – anche se come dico sempre, mi rappresenta meglio ascendente bionda- tendo ad essere una perfezionista e se inizio qualcosa lo porto avanti. La mia cifra è sempre autoironica, scherzo sui miei difetti quando indosso un capo.
I siti online che vendono griffe di seconda mano, per esempio Vestiaire Collective, vi danneggiano?
Non direi, anzi ci danno un aiuto, proprio perché a volte noi vendiamo un capo a un prezzo ancora inferiore a Vestiaire che è un enciclopedia a livello mondiale e una forbice di paragone. Comunque anche sui siti autorizzati bisogna sempre fare attenzione; se c’è il servizio di concierge si spende qualche euro in più, ma è una garanzia e se prendono loro una cantonata è sempre responsabilità fisica di qualcuno.
Consigli di acquisto?
Ormai possediamo di tutto e, come dice una mia cliente «abbiamo più vestiti che giorni di vita». Bisognerebbe trovare il coraggio di buttare quello che non è di buona fattura, tutto il fast fashion. E’ un investimento avere un maglione in cachemire di Loro Piana che non andrà mai alla fine, piuttosto che due maglioni sintetici che costano poco meno. Si può sempre andare incontro alle clienti. Io ritiro anche pezzi sartoriali non griffatissimi ma belli ed eccellenti.
Chi è Vittoria Vintage oggi?
All’inizio i miei sacchetti erano anonimi, poi quando ho capito che il mio negozio stava diventando di tendenza li ho personalizzati. Oggi è bello avere sotto l’albero un pacco regalo siglato “Vittoria Vintage”. E’ un marchio.

La catapultano su un’altra galassia, cosa porta con sé?
Tutta la famiglia compreso il cane, taccuino e biro, un cappotto, un bel paio di scarpe comode, e le borse una dentro l’altra tipo matrioska, dalla più grande alla più piccola.
La borsa più bella al mondo?
La Bagonghi di Roberta di Camerino.
LAURA GORIA

Più di 130.000 visitatori alla Paulaner Oktoberfest Torino

Oltre 130.000 visitatori, circa 55.000 litri di birra, 47.000 piatti serviti e 16 giorni di festa con la tradizione bavarese sotto la Mole.  Carlo Pallavicini: «Il maltempo non ha scoraggiato torinesi e turisti. Ottima sinergia con il Luna Park e con le istituzioni cittadine. Non vediamo l’ora di tornare il prossimo anno».

 Spillato l’ultimo boccale di birra, Paulaner Oktoberfest Torino chiude la prima edizione con un bilancio più che positivo: oltre 130.000 i visitatori hanno partecipato ai 16 giorni di grande festa al Parco della Pellerina, sfidando le intemperie che hanno colpito la città nei giorni di evento.

Con più di 47.000 piatti serviti, tra cui 10.000 stinchi di maiale, 7.000 schnitzel, 4.000 primi piatti, 3.800 porzioni di gulasch di manzo, 2.000 würstel e 2.200 taglieri di salumi e formaggi, i partecipanti hanno potuto assaporare il meglio della cucina bavarese. Immancabili i tipici bretzel, con 21.000 porzioni, che contendono il record ai dolci, serviti in 20.000 porzioni. Ma la vera regina dell’Oktoberfest è stata la birra Paulaner circa 55.000 litri spillati durante la manifestazione. Il tutto rallegrato dalla musica del gruppo musicale bavarese, che al suono di ‘in alto i boccali’ ha trascinato tutto il pubblico in cori e brindisi collettivi.

«Grazie di cuore a Torino – commenta Carlo Pallavicini, della società organizzatrice Partners Eventi – per averci accolto con tanto entusiasmo e partecipazione. Un sincero ringraziamento va a tutte le istituzioni, alle autorità locali e ai nostri partner, ma anche ai ragazzi e alle ragazze che hanno contribuito al successo dell’evento, dimostrando professionalità e dedizione per tutti i 16 giorni di festa. Grazie allo staff di Paulaner Oktoberfest Torino, alle loro famiglie e amici, e agli organizzatori del Luna Park, con cui la collaborazione è stata davvero eccezionale».

Chiusa la prima edizione, si guarda già al futuro. «Se la città ci darà la sua fiducia – prosegue Carlo Pallavicini – saremo pronti a tornare il prossimo anno, con novità e nuove sinergie, per soddisfare e festeggiare ancora meglio con il nostro fantastico pubblico e tutto il territorio». Un saluto che guarda al futuro, con la promessa di un’esperienza ancora più coinvolgente per il prossimo Paulaner Oktoberfest Torino.

Per aggiornamenti e novità: www.oktoberfest.torino.it e i canali social ufficiali.