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L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Virginia Feito “Mrs March. La moglie dello scrittore” -HarperCollins- euro 19,00
La Mrs. March del titolo è la moglie di uno scrittore di successo che ha appena pubblicato un romanzo di cui tutti parlano, e lei sta organizzando un party per festeggiare l’evento. Siamo in un appartamento dell’Upper East Side di Manhattan. Le vetrine delle librerie sono tutte dedicato al nuovo libro che sta vertiginosamente scalando le classifiche.
Mrs. March incarna la tipica mogliettina devota al genio con cui ha l’onore di condividere la vita, fiera del suo successo, e piacevolmente cullata dal rassicurante tran tran altoborghese. Non ha ancora avuto il tempo di leggere il best seller ed è da questa mancanza che scatta un travolgente noir psicologico. Perché per puro caso viene a sapere che tutti pensano che la protagonista del libro di Charles sia lei. Onore o disgrazia?
Forse più la seconda, dal momento che scopre che il personaggio tragi-comico è Johanna, una prostituta che non attrae più nessuno. Gran bella botta per una donna che inaspettatamente si scopre incerta e insicura, dubbiosa, laddove prima aveva la strada lastricata da comode pseudo certezze.
Da quel momento la sua vita svolta completamente e lei si ritrova dilaniata da dubbi, sospetti: nulla sarà più come prima. Ed è con occhi totalmente diversi che affronta il quotidiano.
Spia il marito e si chiede chi sia davvero, muta il suo modo di rapportarsi al figlio, alla colf e al suo lussuoso appartamento in uno dei palazzi più lussuosi della Big Apple.
Tutta la sua vita si scardina. Quando poi scopre tra i documenti di George i ritagli di giornale relativi al ritrovamento del cadavere di una ragazza scomparsa nel paese dove George è spesso ospite del suo editore, sospettare proprio il marito è un attimo…. E forse anche una sorta di vendetta. Mrs. March inizia una indagine tutta sua, ma anche un nuovo bilancio della sua vita.

 

Charmaine Wilkerson “Dolce nero” -Frassinelli- euro 18,90

E’ il romanzo di esordio della giovane scrittrice americana, ma di origini caraibiche, che ha vissuto in Giamaica e da 10 anni si è trasferita a Roma. Il libro ha subito ottenuto un enorme successo e ispirerà una serie tv prodotta da Oprah Winfrey.
Dolce amaro è il tono che caratterizza questa storia che parla di rapporti familiari difficili, di un segreto come lascito testamentario, e del “black cake”, un dolce tipico dei Caraibi.
Siamo in California nel 2018, Eleanor -originaria di un’isola caraibica- prima di morire ha lasciato un lungo messaggio vocale che l’avvocato di fiducia deve fare ascoltare ai figli con i quali il legame si era sfilacciato da tempo.
Soprattutto quello con la figlia Benny che, dopo un’accesa lite, se ne era andata, trasformando un diverbio in guerra fredda. 6 anni prima non era tornata neanche per il funerale del padre, mentre la madre e il fratello Benny l’avevano inutilmente attesa davanti alla bara.
Byron, invece, era rimasto accanto ai genitori, ed ora a 45 si ritrova orfano e parecchio arrabbiato. Da anni è in rotta con la sorella, che però questa volta si presenta per conoscere le ultime volontà materne.
Senza spoilerare troppo… posso anticiparvi che il messaggio vocale di Eleanor spalanca la porta su un passato lontano. Su un segreto di quelli che scombussolano la vita di chi resta e scopre che la sua famiglia era tutt’altra cosa da quella che conosceva.
Fondamentalmente è un romanzo di spessore e delicato.
Mette a nudo i legami affettivi che tengono insieme una famiglia -rancori compresi- e c’è anche la scoperta inaspettata che, a volte, una verità spinosa viene taciuta per amore e senso di protezione verso chi amiamo.

William Faulkner “Bandiere nella polvere” -La nave di Teseo- euro 22,00
Faulkner è uno dei nomi sacri della letteratura mondiale. Nato a New Albany, nel Mississippi, nel 1897, e morto 64enne nel 1962, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1949. Fu anche sceneggiatore, poeta e drammaturgo, autore di molti romanzi, tra i più famosi: “L’urlo e il furore” (1929), “Mentre morivo” (1930), “Luce d’agosto” (1932) e “Assalonne, Assalonne” (1936).
Negli ultimi anni della sua vita visse a Hollywood e scrisse le sceneggiature di alcuni film di successo.

Ora torna in libreria in un’edizione in versione integrale e nuovamente tradotto, grazie all’attenzione della casa editrice “La nave di Teseo”, alla quale va il merito di riaccendere i riflettori sullo scrittore che seppe cantare l’America del profondo sud, degli anni della depressione, attraverso un imponente affresco familiare.
Finì di scriverlo nel 1928 e se lo vide rifiutare da ben 12 editori. Lo rimaneggiò, e ne tagliò le parti più indigeste, riuscendo così a farlo pubblicare nel 29 con il titolo “Sartoris” (invece di “Flags in the dust”).

E’ un romanzo corale, epico, intriso di una prosa a volte involuta e biblica; l’inizio della sua fervida attività e di una carriera che ha lasciato il segno nella letteratura a livello planetario.
La storia è ambientata nell’immaginaria contea di Yoknapatawpha che si ispira a quella di Lafayette da cui proviene Faulkner, ed è il racconto di una dannazione; quella del protagonista e della sua famiglia, del Sud con i suoi mille problemi.

Al centro ci sono i Sartoris, ricchi proprietari terrieri il cui capostipite, colonnello John, aveva combattuto nella guerra civile contro i nordisti; considerato un eroe, aveva costruito anche la ferrovia locale. Ma lui non c’è più e i tempi sono cambiati.
Ora l’ultimo dei Sartoris, Bayard Jr. ha 26 anni: è bello e dannato, dilaniato dal senso di colpa per essere tornato dalla guerra in Europa sopravvivendo al fratello gemello John, precipitato con il suo aereo da combattimento.
E’ alle prese con una vita che non gli corrisponde, sempre in bilico tra disperazione, alcol, velocità pericolosa –che sia su 4 ruote o in groppa a un cavallo lanciato al galoppo sfrenato. E’ avviluppato nella maledizione della sua stirpe, pericolosamente attratta dal rischio e sempre pronta a sfiorare la morte.
Gli fanno da corollario altri personaggi memorabili, tra i quali: la moglie Narcissa Benbow e il fratello Horace, l’arzilla zia Jenny, il contabile di fiducia Byron.

Bianca Pitzorno “Donna con il libro. Autoritratto delle mie letture” -Salani- euro 16,00
In queste tenere e colte pagine, la scrittrice 80enne -autrice televisiva e traduttrice- compone un memoir che la riporta bambina; alle prime letture, poi via via lungo il percorso della sua esistenza.
E’ un inno alla bellezza dei libri, l’entusiasmo per ogni nuova copertina che cela avventure, vite altrui, narrazioni che aiutano a crescere e a formarsi un’idea del mondo e della vita. I libri come potente antidoto alla solitudine, medicina per lo sconforto e le delusioni, possibilità di viaggiare ovunque restando in poltrona, ma scoprendo angoli di mondo, civiltà e culture che magari non raggiungeremo mai di persona.
Il libro è una dichiarazione di amore assoluto della scrittrice verso i libri che ha amato, ma anche verso quelli meno entusiasmanti, la cui lettura ha fatto comunque parte della sua vita. I volumi hanno occupato un posto di rilievo fin da quando –bambina precoce- li ha scoperti, ha preso il primo in mano e di lì è sbocciata una passione che l’ha accompagnata fino ad oggi. Nella sua carrellata si mescolano felicemente ricordi, momenti di vita familiare e un bel tratto di storia italiana.
Da Salgari a Mann, lungo le collane storiche come quella dei classici della “BUR”, attraverso le letture più amate e l’abbandonarsi alle pagine di nomi tutelati della caratura di Steinbeck, Henry James, le sorelle Bronte e tantissimi altri. Un libro da prendere anche come spunto per colmare lacune che ancora abbiamo.

 

Marco Varvello “Londra anni venti” -Bompiani- euro 17,00
Giallo, love story, riflessione sugli avvenimenti dell’ultimo decennio, dalla Brexit alla pandemia di Covid: questi sono gli ingredienti principale del romanzo del corrispondente da Londra per la Rai, volto noto e tra i giornalisti più esperti della “perfida Albione”.
Protagonisti sono George e Allegra, diversissimi tra loro, provenienti da ambienti e mondi distanti; eppure si amano, incuranti del giudizio altrui. Sfondo di questa love story sono gli anni venti del 2000, un paese in travaglio e profondi cambiamenti.
George, figlio di nordirlandesi immigrati a Londra, ex taxista, ora è autista di Tir e una notte viene minacciato nel porto di Belfast. Nonostante sia un uomo tutto d’un pezzo, conservatore e fautore della Brexit, finisce suo malgrado coinvolto nel rapimento di un funzionario della dogana da parte di una cellula di terroristi irlandesi.
Allegra ha un background del tutto diverso; ottime scuole e conoscenze altolocate, è una giornalista rampante del “Sunday Times”, autrice di inchieste di spessore e attenta alle mosse dei politici schierati a favore della Brexit.
Due entità tanto differenti, entrambi arrabbiati e irrisolti, si buttano l’uno nelle braccia dell’altra e vivono la loro passione nel chiuso del lockdown, una sorta di rifugio dal mondo che fuori preme con i suoi mille problemi.

Ma visto che questi non sono tempi placidi e normali, prima o poi George e Allegra dovranno fare i conti con la realtà esterna al loro nido d’amore. Scenario della storia è una Gran Bretagna sempre più chiusa in se stessa, che ha staccato gli ormeggi con il continente, ha scelto di uscire dall’Unione Europea, e lo strappo è tutt’altro che indolore.

 

Il nuovo libro di Massimo Salvadori al Polo del ‘900

DA UN SECOLO ALL’ALTRO

Lunedì 5 dicembre alle 18 nella sala900 del Polo del ‘900 si presenterà il nuovo libro di Massimo Salvadori, “DA UN SECOLO ALL’ALTRO. Profilo storico del mondo contemporaneo 1980-2022” Donzelli Editore. Con l’autore parteciperanno Francesco Tuccari e Pier Paolo Portinaro.

 

Massimo L. Salvadori, studioso delle dottrine politiche, professore emerito dell’Università di Torino, si fa storico del proprio tempo. Dal governo di Margaret Thatcher in Gran Bretagna e dalla presidenza di Ronald Reagan negli Stati Uniti arriva ai nostri giorni attraverso il crollo dell’Unione Sovietica e del suo impero. Quarant’anni di vicende che hanno cambiato la storia del mondo fra le accelerate trasformazioni provocate sia dagli straordinari progressi scientifici e tecnologici, sia dalla globalizzazione dell’economia. Un grande libro di scenario per comprendere come le vicende geopolitiche degli ultimi quarant’anni abbiano condotto a una nuova recrudescenza dello scontro tra due blocchi, e come l’Europa abbia in larga parte mancato la sua funzione storica di unione e di pace.

Andrea Ferraris, l’arte del fumetto spiega la vita

Allievo del grande illustratore Emanuele Luzzati e influenzato dal fumetto di denuncia sociale di Andrea Pazienza, anche lui suo maestro, dopo un breve esordio come scenografo, la passione totalizzante per il fumetto lo porta a Bologna, alla scuola di Vittorio Giardino, Marcello Jori e dello stesso Pazienza ‘enfant prodige’ del fumetto italiano dalla breve vita, dissipata e geniale:

questa la formazione artistica e intellettuale di Andrea Ferraris, genovese, mio amico da una vita. Eclettico, levantino giramondo, mette a frutto questa esperienza didattica nelle storie ideate e illustrate per il Topolino della Disney, in quindici anni di attività professionale, svolta in lunghe permanenze lavorative a Parigi e a Barcellona, scelte come città cosmopolite e d’ispirazione artistica e ideale.
Mantenendo ferma questa sua fonte principale di reddito (oggi per l’azienda americana collabora soprattutto per i paesi del nord europa) da alcuni anni a questa parte si è dedicato in parallelo alla realizzazione di graphic novels. In frequente collaborazione con la moglie Daniela, anche lei cartoonist, soggettista e inchiostratrice. Divenuto per questa via, forte innovatore sul piano della creatività narrativa, sperimentatore nel disegno, sul piano del contenuto espressivo. Entrambi attualmente insegnano l’arte seriale del fumetto all’Accademia Albertina di Belle Arti qui a Torino, ultimo loro approdo di vita e lavoro e dove la figlia adottiva Sarvari ha studiato al Liceo Gioberti. Andrea Ferraris ha così iniziato la sua attività di graphic noveler, raccontando in balloons, con la consulenza dell’ etnologo e giornalista Giacomo Revelli, la vita agonistica del ciclista italiano dei primi novecento Ottavio Bottecchia. Muratore in Francia e dissidente durante la dittatura racconta anche della sua misteriosa morte, avvenuta durante il ventennio, si disse proprio per mano di squadristi fascisti. Fu ritrovato cadavere accanto alla sua bicicletta, nei pressi di una strada sterrata, nelle sue campagne friulane nel 1927. Il mistero sulla reale causa della sua scomparsa permane ancora oggi. ( Andrea Ferraris –  Giacomo Revelli   ”Bottecchia”  edizioni Tunuè, €. 12 in libreria e online ). L’ ipotesi del decesso per un pestaggio subito che fu fatta in quegli anni tra le molte altre, mai trovò conferma ufficiale, certa e definitiva. Ma fu ventilata negli anni recenti, anche da giornalisti specializzati nella storia del ciclismo, come il noto e compianto Gianni Mura di Repubblica, che scrisse su quel caso di «morto scomodo» al regime mussoliniano. Successivamente spinto dal suo impegno sociale, politico e culturale mai appagato,  il fumettista ligure, si è recato sul campo con il regista cinematografico e sceneggiatore Renato Chiocca durante l’estate di alcuni anni fa, al confine tra lo stato del Messico e quello del Texas. Ne trasse un reportage a fumetti vissuto dall’interno e descritto come in ‘presa diretta’ sulla condizione sociale e di vita dei migranti messicani. Costretti dalla fame e dagli stenti e a rischio della vita a scavalcare il muro di cemento e filo spinato innalzato dagli americani tra i due paesi. Moltitudini in cerca di lavoro e opportunità di sopravvivenza, al seguito delle famiglie e del sogno americano, divenuto un vero e proprio incubo e una tragedia umanitaria.Demonizzati e vilipesi dalle politiche autarchiche trumpiane, divenuti reietti e pretesti politici, anche per larga parte delle opinioni pubbliche liberal delle nostre opulente, egoiste e indifferenti democrazie occidentali. ( Andrea Ferraris – Renato Chiocca, ” La cicatrice” , edizioni Oblomov € 9.35 in libreria e disponibile su Amazon).
Concludo citando  l’ ultima fatica di Andrea Ferraris: ” Una zanzara nell’ orecchio, Storia di Sarvari’’ ( Einaudi, Super ET 2021, 128 pgg. € 14.50). Fumetto autobiografico della felice vicenda di adozione, integrazione e paternità della figlia Sarvari. Costruzione famigliare condivisa con la moglie Daniela da Mumbai in India all’Italia, in un arco temporale molto ampio. Storia dell’ ottenimento dell’ adozione attraverso viaggi, intoppi burocratici e difficoltà di ogni genere. La lingua universale dell’ amore si conclude idealmente con l’ultima strip del testo. Ma prosegue anche nel qui e ora del nostro accidentato, caotico e avventuroso presente.

Aldo Colonna

I libri più letti e discussi nel mese di novembre

Consueto appuntamento mensile con i libri più letti e discussi a novembre nel gruppo FB Un Libro Tira L’Altro, Ovvero Il Passaparola Dei Libri.

Tasmania, ultimo romanzo di Paolo Giordano che si cimenta con una complessa storia a più voci; Gli Scorpioni, di Giuliano Pavone ambientato in un’estate mediterranea piena di luce ma anche piena di una sottile inquietudine; Dove Non Mi Hai Portata, di Maria Grazia Calandrone dove ripercorre le sue origini, quando a otto mesi è stata lasciata su una coperta, sotto un albero, in un parco, a Roma. Senza un biglietto. Ma una lettera inviata ad un giornale in cui sono scritti i dati anagrafici della piccola, e la volontà suicida dei suoi genitori.

Gli speciali del Passaparola

Segnaliamo il sito www.direaesthetica.com sito fondato da Giovanni Sacchitelli che ha scelto questa originale forma di comunicazione per condividere racconti, articoli, scritti vari su tematiche diverse, nel nome di un confronto su parametri estetici delle parole dei contenuti. Lettura impegnative per lettori impegnati.

Incontri con gli autori

Mese ricchissimo di interviste! La nostra redazione ha incontrato Paolo Vinotto, ligure trapiantato a Milano è l’autore emergente che conosciamo questa settimana: già collaboratore di importanti riviste digitali, è l’autore del romanzo storico L’Hurrita (Arpeggio Libero, 2022) primo volume delle Cronache Di Akkad e suo esordio letterario.

Questo mese abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro Quadri di Cardano, autore del thriller La Verità Non Conta (NeP, 2022) il suo primo romanzo, un perfetto mix di giallo, storia familiare e giornalismo d’inchiesta.

Abbiamo incontrato Paolo Mirti, giornalista e scrittore, torna in libreria con Il Campione E La Bambina (Raffaello Editore, 2022) nel quale racconta la vicenda umana e sportiva di Gino Bartali che, durante la Seconda Guerra Mondiale, collaborò alla salvezza di molti cittadini di religione ebraica.

Nicola Ricciardi, giovane autore maddalonese, è un noto e prolifico creatore di aforismi e autore di saggi e poesie: oggi torna in libreria con Pensieri Di Luce (auto-pubblicazione, 2022 ) e noi l’ abbiamo intervistato per farlo conoscere ai nostri lettori.

Per novembre è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Buone letture!

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

Elizabeth Day “La gazza” -Neri Pozza- euro 19,00
La maternità è la grande protagonista di questo romanzo-thriller psicologico della scrittrice e giornalista inglese Elizabeth Day che ammanta la vicenda con il tocco dell’esperienza personale. Lei per 10 anni ha provato inutilmente ad avere un figlio, ha attraversato il dolore di 4 aborti spontanei, l’ultimo nel 2020 all’inizio del lockdown; ed è lì che è scattata la gestazione di “La gazza” dove la scrittrice mette nero su bianco il significato e l’impatto emotivo di anni di tentativi faticosi e stremanti dagli esiti fallimentari.
Al centro della vicenda ci sono il complesso concetto di maternità surrogata e i dubbi che pone, l’infertilità della coppia e quanto si è disposti a fare ed accettare pur di avere un figlio.
Le protagoniste sono due donne, Marisa e Kate. La Day ha concepito questo bellissimo romanzo in due parti che corrispondono alle loro divergenti versioni dei fatti.

Margaret è una giovane scrittrice e illustratrice di libri per bambini con un passato doloroso alle spalle. E’ stata abbandonata dalla madre quando aveva 7 anni, cresciuta in collegio, diventata adolescente era scappata per andare alla ricerca della donna che l’aveva messa al mondo, ma era finita ubriaca vittima di un predatore che l’aveva violentata.
Ora pare che le cose stiano marciando nella direzione giusta perché ha incontrato Jake che incarna tutto quello che desidera: è affidabile, equilibrato, ha un buon lavoro, la ama e lei aspetta un figlio da lui.
A incrinare l’idillio arriva la loro inquilina Kate, la cui presenza scivola velocemente nell’invadenza e finisce per essere ingombrante agli occhi di Marisa. Kate e Jake sembrano avere un’intesa che travalica il consueto rapporto tra padrone di casa e affittuaria. Tutto precipita quando Marisa scopre i messaggi tra i due.

Ed ecco il colpo di scena magistrale che ribalta tutto e sorprende il lettore presentandogli un’altra versione della vicenda e una coppia ben diversa.
A stare insieme da 7 anni sono Kate e Jake, si amano, ma lei non è riuscita a dargli l’agognato figlio. Ha attraversato l’inferno delle inseminazioni artificiali, le terapie ormonali, i ripetuti aborti spontanei e le continue delusioni.
Poi la decisione di ricorrere a un’altra donna che sia disposta a portare in grembo l’embrione creato in vitro, ovvero la maternità surrogata.

Ed ecco entrare in scena Marisa che però ha qualche problema con la realtà e una patologia ben precisa… e non voglio anticiparvi troppo perché il gusto di questo libro sta anche nella progressiva scoperta e nel ribaltamento della prospettiva iniziale. Chi è la gazza del titolo? Ladra e foriera di sventura?

Un romanzo scritto sulla propria pelle dalla Day che pone spunti di riflessione notevoli.
Cosa spinge una donna a fare di tutto pur di avere un figlio; perché un’altra si presta a portare avanti una gravidanza sapendo che dopo il parto la genitorialità legale verrà trasferita a una coppia che neanche conosce; chi è la vera madre di quella creatura tanto desiderata e messa al mondo da una terza persona.

 

Tessa Hadley “L’arte del matrimonio” -Bompiani- euro 18,00
E’ un’intrigante storia di incroci affettivi-amorosi questo romanzo della scrittrice inglese (nata a Bristol nel 1956) che racconta le dinamiche di un quartetto di coniugi-amanti-amici le cui esistenze vengono stravolte da un evento tragico che li spinge a cercare nuovi equilibri.
E’ il secondo romanzo pubblicato in Italia di questa autrice abilissima e fuori dalle mode che ha esordito a 46 anni e da allora ha al suo attivo 8 romanzi e 3 raccolte di racconti.
Protagoniste sono due coppie mature formate da Zachary e Lydia, Alex e Christine; la prima più upper class, mentre la seconda arranca con difficoltà per arrivare a fine mese. Si conoscono, sono amici stretti e si frequentano da quando avevano 20 anni; ora ne hanno più di 50 e le loro storie si sono intrecciate, scomposte e riannodate nel corso del tempo.
Il brillante e generoso Zach (il più risolto dei quattro) per 30 anni ha fatto da àncora di salvezza agli altri e
quando viene stroncato da un infarto, nella sua prestigiosa galleria londinese, getta nel caos le vite del gruppo.
A partire dalla pigra e indolente moglie Lydia che si ritrova sola e disperata; l’amica Christine artista insicura che Zach aveva sostenuto fin da subito come mercante d’arte; l’ombroso Alex, poeta in cerca di fama, ma di scarso successo, che aveva ripiegato sull’insegnamento.

Il lutto inaspettato di colui che era la struttura portante del quartetto scaraventa i superstiti in un mix di dolore, senso di vuoto, ricordi di viaggi e crisi superate a fatica. E’ la storia di due amiche del cuore e due amici altrettanto legati le cui vite si erano intersecate nel passato. Da giovani studentesse entrambe le ragazze si erano invaghite di Alex, nonostante fosse già sposato e con un figlio, e si erano offerte alla coppia come babysitter.
Poi Alex aveva presentato loro il suo ricco amico Zachary che dopo un flirt (poco convinto) con Christine, aveva finito per sposare l’intraprendente Lydia, ossessionato dalla sua bellezza.
Invece Alex aveva divorziato dalla moglie ed era convolato a nozze con Christine.
Ed ecco lo scambio delle coppie che in questa formazione procedono nella vita tra nascite dei figli, interessi artistici comuni, gite a Venezia e amicizia cementata negli anni.

Ma la morte di Zach risconvolge gli equilibri e le cose precipiteranno quando l’inconsolabile e seduttiva neo vedova Lydia si trasferisce a casa – e letteralmente, nel letto- di Christine e Alex.
Grazie alla bravura di Tessa Hadley, che miscela sapientemente continui flashback, vi addentrerete nelle dinamiche emotive dei protagonisti, svelate e descritte con spietata lucidità.

 

Lauren Elkin “Flaneuse” – Einaudi- euro 19,95

“Flâneuse” è il corrispettivo femminile del termine “Flâneur” che nell’800 indicava la figura affascinante, un po’ esteta e un po’ vagabondo, che amava vagare per le vie cittadine.
Delle avventurose Flâneuse in gonnella ci parla la studiosa, traduttrice e saggista americana Lauren Elkin, nata e cresciuta a New York ma che ha trascorso 20 anni a Parigi, con incursioni a Tokyo, Venezia e Hong Kong, prima di fermarsi a Londra dove vive attualmente.
Scrive proprio con un intrinseco spirito da Flâneuse, lei che è l’emblema di una donna libera che ama macinare chilometri camminando alla scoperta dei luoghi che attraversa e senza una precisa meta.
In questo libro tra romanzo e saggio ricostruisce le vite di alcune donne del passato che incarnarono perfettamente lo spirito delle Flâneuses.

Con le sue ricerche è risalita a quella che può essere considerata l’antesignana del genere. Pioniera sarebbe stata la pittrice Marie Bashkirtseff, giovane aristocratica russa e pittrice di talento che attraversò in lungo e in largo Parigi e ne scrisse nel 1879 (in uno degli 8 volumi del suo diario) prima di morire di tubercolosi a soli 25 anni. All’epoca era rivoluzionario per una donna uscire dalla sicurezza delle mura domestiche e andare alla scoperta della città, dei suoi anfratti e delle vite che erano passate per gli stessi viottoli in passato. Marie sapeva di avere poco tempo da vivere e quindi nulla da perdere a sembrare quasi trasgressiva.

La Elkin ripercorre anche le camminate di altre donne famose o meno; dalla scrittrice di origine caraibica Jean Rhys che si inoltrò nella Ville Lumière e creò protagoniste che come lei amavano avventurarsi senza destinazione, osservando e pensando, vivendo e scoprendo.
Chi invece risolse il problema di eventuali molestie mentre si avventurava da Flâneuse fu George Sand che usciva vestita da uomo. E come non citare anche Virgina Woolf che scrisse un saggio sullo “street haunting” ovvero l’arte di mettere in relazione quello che si incontra per strada con i fantasmi della nostra immaginazione.

Ad arricchire il libro ci sono anche i resoconti della Elkin che la vita ha portato in varie città del mondo; ci racconta le sue esperienze personali di Flâneuse che si avventura mossa da inarrestabile intelligente curiosità per le strade di Parigi, Tokio e New York, fantastica esploratrice urbana.

 

Maurizio Vanelli “Flâneries. Passeggiate Parigine” -Mattioli 1885- euro 12,00

Ci si perde nella bellezza delle strade meno battute della Ville Lumiere in questo piccolo e prezioso libriccino di Maurizio Vannelli -medico, professore e giornalista- che ama Parigi e condivide con noi lettori le sue suggestioni.
Diciamo che queste pagine torneranno utili soprattutto a chi ha in mente di scoprire una città diversa da quella dei soliti tour turistici; qui c’è un tocco di raffinatezza che ci fa vivere Parigi con un’attenzione volta a piccoli dettagli, a odori, fragranze, colori, alle mille anime della città vissuta con passione da amanti.
Vannelli è l’emblema del Flâneur, camminatore che non conosce stanchezza e procede scoprendo ad ogni passo sempre qualcosa di nuovo.
La Parigi che vediamo attraverso i suoi occhi si ammanta di aneddoti, dettagli architettonici, storia passata e vite che l’hanno attraversata.
Dai suoi infiniti appunti scritti su iconici Moleskine (che fanno subito scoperta e viaggio come ci ha insegnato Bruce Chatwin) alla fine emerge una Parigi caleidoscopica inedita. Tante riflessioni e suggestioni che ha annotato mentre aspettava il métro o passeggiando lungo gli argini della Senna, alzando gli occhi verso edifici, o avventurandosi tra parchi, boulevard, fontane, viottoli e anfratti tutti da scoprire.
Un libro da mettere in valigia se pensate ad un viaggio a Parigi, per vederla con occhi nuovi e con una guida eccezionale in tasca….e magari assaggiando le bontà tipiche delle pâtisseries, delle épiceries e dei bistrots che caratterizzano Parigi.

 

“Io e Giorgio”, la storia intensa di Faletti raccontata dalla moglie

IL LIBRO DI VERONICA IANNOTTI: “IO E GIORGIO” LA BIOGRAFIA DI ROBERTA BELLESINI FALETTI

Roberta Bellesini racconta la sua vita e il marito Giorgio Faletti

Si intitola “Io e Giorgio” il nuovo libro della giornalista e scrittrice Veronica Iannotti, edito da Real Press. La biografia di Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, che racconta della sua vita insieme al marito.
La Iannotti racconta la storia intensa di una donna lontana dalle luci dei riflettori e di un artista amatissimo, poliedrico e geniale, rimasto immortale nel cuore di chi lo ha conosciuto e seguito. La vita di Roberta e Giorgio narrata attraverso gli occhi di una moglie che del marito raccoglie e prosegue i progetti, diventandone l’eredità artistica e personale.
Roberta parte dagli albori della sua giovinezza per arrivare all’incontro con Giorgio, alla loro vita insieme, ai retroscena, raccontando ciò che si cela dietro al personaggio. Gioie e difficoltà di una vita vissuta pienamente e appassionatamente, per un uomo mancato troppo presto e una donna che dovrà riscoprire se stessa molteplici volte, per rinascere a nuova vita. Un percorso costellato da grandi successi, momenti bui e profonda ironia.

“Io e Giorgio” è il primo volume di una collana intitolata “Il canto delle cicale”, un insieme di biografie dedicate a raccontare storie di donne, attraverso le quali affacciarsi su tanti, diversi mondi – spiega l’autrice Iannotti – Questo, è un progetto a cui tengo moltissimo e a cui penso da diversi anni. Sono felice di avergli dato vita e continuerà attraverso molte altre storie, sto già lavorando alla prossima dedicata ad un personaggio noto al grande pubblico”.


Questo libro persegue anche una finalità sociale, parte del suo ricavato sarà donato a sostegno di Aziende Ospedaliere del Piemonte, per i reparti di terapia intensiva neonatale e oncologia e a finanziamento di borse di studio per la ricerca oncologica.
Veronica Iannotti è giornalista e biografa monferrina. Dirige lo Studio di Servizi Editoriali Real Press sito in provincia di Alessandria, dove si occupa di pubblicazioni e comunicazione. Già giornalista televisiva, è dipendente della Camera dei Deputati, per il Gruppo Misto, Ufficio Stampa, fino al 2013. É stata Consigliere Comunale e di Unione Collinare. Dal 2016 è membro della Giuria della Stampa del Festival di Sanremo.
Il libro è prenotabile scrivendo a info@realpress.it Per info: www.realpress.it

 

(Nella foto, da sinistra, Roberta Bellesini e Veronica Iannotti)

Visite guidate gratuite alla nuova sala della Biblioteca della Regina Margherita di Savoia

Amici Biblioteca Nazionale di Torino

In occasione Torino Film Industry previsto dal 24 al 30 novembre, la Biblioteca Nazionale Universitaria, giovedì 24 novembre alle ore 13 e alle ore 15, organizza due visite guidate gratuite alla nuova sala espositiva dedicata alla Biblioteca della Regina Margherita di Savoia (1851-1926).
La mostra sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16.


Nel corso del 2022, l’intero fondo librario – composto da 13.560 volumi – è stato oggetto di un nuovo ambizioso progetto, promosso dalla Biblioteca Nazionale in collaborazione con Culturalpe s.c., volto alla conservazione, valorizzazione e libera fruizione della raccolta tramite la revisione inventariale e la catalogazione informatica di tutte le opere in essa comprese, in funzione del loro trasferimento dai depositi alla Sala mostre della Biblioteca, secondo un allestimento permanente atto a favorirne una conoscenza quanto più ampia e trasversale possibile. Attraverso inedite linee narrative e l’ausilio di apparati multimediali, i visitatori sono invitati a camminare tra le belle scaffalature del fondo, in cui i libri rispettano l’ordine catalografico voluto dalla sovrana e, grazie alla realizzazione di speciali librerie espositive, possono vedere esposte alcune decine di volumi, scoprendo così i gusti letterari e le relazioni culturali che la Regina Margherita seppe coltivare durante tutta la sua vita.

La Mostra è divisa in cinque filoni tematici:
• Le “perle” della Regina: tesori editoriali tra prime edizioni e legature di pregio;
• la Corte di Margherita: il salotto della Regina tra diplomazia e cultura;
• Margherita POP: tutto per l’Italia;
• oltre la corona: una donna moderna;
• una Savoia: storia e orgoglio di appartenenza

Inoltre propone alcuni temi di approfondimento e vede esposti oltre 120 volumi appartenuti alla prima Regina d’Italia. È accompagnata anche da audio e video interattivi per una fruizione più agile e approfondita del materiale.
A livello cinematografico, la Regina Margherita è stata cultrice delle arti, compresa la nuova per l’epoca, settima arte. Inoltre la Regina Margherita insieme al Re Umberto I è stata la protagonista di una delle prime pellicole girate in Italia commissionata dai i fratelli Lumière nel 1896 al regista torinese Vittorio Calcina.

Ingresso gratuito, richiesta la prenotazione

Per informazioni e prenotazioni: bu-to.eventi@cultura.gov.it

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Helga Flatland “Una famiglia moderna” -Fazi Editore- euro 18,00

Helga Flatland è una giovane scrittrice norvegese (nata nel 1984) da tenere d’occhio, perché questo romanzo – che nel suo paese è stato pubblicato nel 2017- ha vinto il Premio dei Librai Norvegese. E c’è da augurarsi che vengano presto tradotti in italiano anche gli altri suoi libri di successo (dei quali uno per bambini).
C’è chi l’ha definita l’Anne Tyler norvegese, altrettanto brava nello scandagliare luci e ombre di quel microcosmo che è la famiglia. Invece per stile di scrittura quasi cinematografico e decisamente scorrevole, oltre che per i temi trattati, rimanda alle atmosfere profonde e coinvolgenti di Ingmar Bergman.

La famiglia del titolo è composta da due genitori intorno alla settantina e i loro tre figli, Liv, Hellen e Häkon, ormai adulti e con le loro vite da gestire.
Il romanzo inizia con la vacanza in Italia organizzata dal padre, Sverre, che sta per compiere 70 anni e per l’occasione, dopo 20 anni, ha radunato tutta la famiglia; figli, loro consorti e nipoti.
Ed è proprio mentre sono tutti insieme nella casa sul litorale laziale che lancia la notizia bomba «Abbiamo deciso di separarci» e la madre rincara «…negli anni ci siamo allontanati l’uno dall’altra..».
E’ un autentico terremoto psicologico che mette in moto stati d’animo altalenanti, incapacità di comprendere una decisione tanto tardiva quanto irrevocabilmente definitiva. I tre figli della coppia si ritrovano completamente destabilizzati.
La Flatland sviluppa la narrazione e dimostra la sua bravura, dando voce, a turno, ai tre figli.
Ognuno ha la sua versione della vita familiare: ricordi, bisticci, gelosie, alleanze, attenzioni ricevute… il complesso groviglio della convivenza. Ognuno metabolizza a modo suo la separazione di quelli che erano stati i pilastri della loro infanzia, adolescenza e anche maturità; perché sembravano una coppia collaudata e solida intorno alla quale i figli avevano costruito il loro modo di intendere i rapporti familiari.

E man mano che Liv, Hellen e Häkon si aprono al lettore in monologhi interiori scopriamo molto delle loro vite di adulti, i loro problemi, le direzioni prese e quelle imprendibili, il loro modo di intendere il rapporto di coppia.
Da quello difficilissimo di Hellen che, al momento dell’annuncio paterno, sta affrontando il suo inferno personale; il desiderio suo e del marito di un figlio che però si perde tra aborti spontanei, tentativi meccanici ed estenuanti, inseminazione artificiale.
La vita matrimoniale di Liv, madre di Agnar e Hedda che assorbono il suo amore e le sue attenzioni. E infine il fratello minore e particolarmente coccolato, Häkon, che rifugge relazioni monogame e in qualche modo stabili.

 

Leila Slimani “E noi balliamo” -La nave di Teseo- euro 20,00
Leila Slimani nata in Marocco, a Rabat, nel 1981, è stata la prima donna marocchina a vincere il prestigioso Premio Goncourt con “Ninna nanna” nel 2016, ed è una delle voci femminili più interessanti nell’odierno panorama letterario.
“E noi balliamo” è il secondo volume di una saga familiare che racconta tre generazioni, dal 1946 ad oggi, tra Marocco, Francia e New York.
Nel precedente “Il paese degli altri” protagonisti erano i suoi nonni; mentre in questo entrano in scena i suoi genitori. Al terzo, sulla sua generazione, sta ancora lavorando.
Siamo nel 1968, a Meknes, dove il nonno marocchino Amin, talentuoso agronomo, è riuscito a trasformare una proprietà arida e difficile in una florida azienda agricola. La nonna alsaziana Mathilde lo ha conosciuto nel 1944, se ne è innamorata e lo ha seguito in terra straniera; ma si sente trascurata e spaesata in un paese che non è il suo.
Sono comunque dell’idea di godersi un po’ di più la vita dopo tanti sacrifici: Amin felice di essere stato ammesso al Rotary Club e ai ricevimenti della borghesia; mentre Mathilde reclama una piscina nel giardino di casa.
La nuova generazione è rappresentata dai due figli della coppia, Aȉcha e Selim. Lei da bambina ribelle pupilla del padre, ora è cresciuta e ha studiato medicina a Strasburgo; mentre il fratello che era un ragazzino biondissimo e magro, coccolato dalla madre, fa i conti con un padre col quale non c’è intesa e cerca di capire quale potrebbe essere il suo futuro.
Aȉcha al suo ritorno a Meknes inizia una relazione con il brillante studente di economia, Mehdi, mentre il fratello patisce il fallimentare rapporto con un padre che trova ingombrante e poco portato a capirlo.
Poi c’è un parterre di altri personaggi, ognuno di loro si muove in un Marocco indipendente ma diviso tra i valori arcaici, il passato coloniale e le tentazioni della modernità importata dall’occidente.
In questo romanzo le donne sono l’epicentro della vita emotiva e sociale della famiglia, e c’è anche il confronto tra, da un lato la libera e indipendente Aȉcha, che gode della possibilità di un lavoro che le procura anche rispetto; dall’altro sua madre Mathilde che non ha potuto studiare per colpa della guerra, e patisce il gap rispetto alla figlia della quale però è orgogliosissima.
Scorrono pagine in cui con sensibilità e bravura, Leila Slimani, mette a fuoco anche il confronto generazionale, con Selim e Aȉcha che stentano a capire i genitori.

 

A cura di Giulia Caminito e Paola Moretti “Donne d’America” -Bompiani- euro 20,00

Quando pensiamo alla letteratura americana tra 1850 e 1950 ci vengono subito in mente nomi tutelari come Melville, Twain, Faulkner, Hemingway e tanti altri, ma coniugati soprattutto al maschile. E nel frattempo le donne scrivevano? Di cosa, dove, come e quando, venivano considerate, erano pubblicate?
Parte da questa domanda l’egregio lavoro di Caminito e Moretti che sono andate alla ricerca di 18 autrici di quel secolo. Hanno ricomposto la mappa di donne di valore che però sono rimaste nelle retrovie della fama, sottovalutate, ignorate, senza diritti d’autore, spesso dimenticate.
La stessa domanda dovevano essersela posta nel 1973 le studiose Alice Walker e Charlotte Hunt che si misero alla ricerca della tomba dimenticata della scrittrice di colore Zora Neale Hurston. Per tutta la vita aveva scritto ma gli editori non le avevano mai pagato i diritti, lasciandola tanto indigente da non potersi nemmeno permettere un funerale; ci pensarono i vicini di casa che con una colletta le assicurarono almeno un misera fossa.
Questo è un caso emblematico della scarsa considerazione di cui beneficiavano le donne scrittrici negli anni in cui l’America veniva raccontata anche da loro, a cavallo tra due secoli in cui i cambiamenti furono importantissimi. Dalla guerra di secesssione all’abolizione della schiavitù (nel 1865, anche se la segregazione sarebbe durata altri 100 anni), dalla grande depressione agli anni del proibizionismo, passando per la battaglia per il diritto di voto femminile e l’emancipazione.
Un secolo in cui l’America crebbe e le donne erano lì a raccontare tutto, alcune otterranno una certa visibilità, ma le più faranno fatica.
In questa preziosa antologia troviamo racconti inediti in Italia, alcuni di autrici più conosciute, altri di donne di cui non abbiamo mai sentito parlare.
Si inizia con Djuna Barnes, nata in una capanna, poi passata per il Greenwich Village di New York e approdata a Parigi; Rebecca Harding che raccontò la vita delle donne nelle ferriere; Kate Chopin che rischiò di essere completamente dimenticata; e c’è anche un racconto della più nota Edith Wharton, vincitrice del Premio Pulitzer, ma conosciuta più per i romanzi che non per il suo lavoro in tempo di guerra e per i magnifici racconti.

Poi ci sono testi scovati dalle autrici in angoli seminascosti di donne che scrissero pagine mirabili con cui raccontarono le loro vite, i loro tempi, le loro passioni e delusioni; testimoni abili nel mettere nero su bianco la loro creatività e delle quali scopriamo i nomi in queste pagine. Perché si le donne c’erano e scrivevano, solo con molta più fatica degli uomini…..

 

Lucinda Riley “Delitti a Fleat House” -Giunti- euro 19,80

Il valore aggiunto di questo thriller -scritto e organizzato secondo la migliore tradizione giallista britannica- è anche nel fatto che sia l’ultimo lavoro della scrittrice irlandese stroncata da un tumore l’11 giugno 2021.
Lo ricorda nella prefazione il figlio primogenito della scrittrice che è stato uno dei coautori delle sue opere.

Lui è Harry Whittaker ed insieme hanno creato la fortunata saga per bambini “My Angels”. Scopriamo che “Delitti a Fleat House” è l’unico poliziesco scritto dalla Riley nel 2006, ma ancora mai pubblicato.
Lucinda Riley (nata nel 1966) aveva iniziato a lavorare come attrice di cinema, teatro e tv; il suo primo romanzo l’aveva dato alle stampe all’età di 24 anni. Da allora aveva inanellato una lunga sfilza di best seller; a fermarla è stato un maledetto cancro all’esofago diagnosticato nel 2017 e contro il quale ha lottato fino alla resa finale.

Dunque è con una certa emozione che entriamo nel cuore della vicenda ambientata nell’antico e monacale dormitorio di Fleat House della St. Stephen’s School, nella splendida campagna del Norfolk.
E’ lì che una figura misteriosa si aggira furtiva e sostituisce due pillole sul comodino della camera dell’alunno Charlie Cavendish. Quando il ragazzo rientra prende le solite pasticche contro l’epilessia di cui soffre da anni, ma in una manciata di minuti stramazza al suolo e muore.

Si pensa subito a una crisi epilettica che gli è stata fatale. Ma il padre di Charlie è un potentissimo avvocato londinese e pretende sia fatta un’autopsia.
Il risultato indica una traiettoria diversa da quella del caso.
Inoltre entriamo nella vita della vittima, rampollo viziato di una famiglia ricca e altolocata; con il padre, William Cavendish, in rotta di collisione con quel figlio che anziché seguire le orme dell’avvocatura era portato più al divertimento e allo scarso impegno.
Poi molto altro emergerà sul ragazzo, il bullismo nella scuola, i ruoli svolti da preside, insegnanti e responsabili vari, e verranno alla luce parecchi segreti legati al passato dei vari personaggi.

E’ solo la prima morte del romanzo, e sull’intricato caso viene chiamata a lavorare l’ispettrice Jazmine “Jazz” Hunter che ha lasciato da poco il suo lavoro per una disavventura personale che l’ha spinta a prendersi un anno sabbatico, e si è appena comprata un cottage a pochi chilometri dalla scuola pensando a una nuova direzione da dare alla sua vita.
Un’eroina bella, bravissima nel suo lavoro, acuta e intelligente, stimata da colleghi e superiori, ma incappata in un matrimonio sbagliato dal quale sta cercando di risollevarsi. E sarà lei a dipanare la complessa matassa di questo scorrevole crime, di cui ovviamente non anticipo altro…se non che avrete diversi colpi di scena a tenervi incollati alle pagine

Libriamoci: i libri… quelli forti

Oggi si è svolto, nella Biblioteca civica di Crescentino, l’evento “Libriamoci: i libri…quelli forti” promosso dall’Istituto “Calamandrei” nell’ ambito della settimana dedicata alla lettura nelle scuole. Gli allievi hanno scelto brani tratti da opere di autori italiani e stranieri, lasciandosi guidare da storie e personaggi che hanno regalato loro emozioni ed insegnamenti. Il progetto ha avuto come referente Ilaria Rey, professoressa di Lettere, in collaborazione con i docenti Luca Amirante, Alberto Averono, Francesco Brancaccio, Erika Di Martino, Manuela Ferraris, Laura Gualeni e Gianna Pastè. L’obiettivo della giornata non è stato solo quello di accompagnare il pubblico, collegato in diretta Facebook, in una piacevole lettura, ma dimostrare che serve coraggio per leggere ad alta voce, esprimersi in Inglese e Francese, vincere la propria timidezza e le proprie paure.