Nel libro “Una vita in Dono”, a “Palazzo Conti di Bricherasio”
Domenica 14 luglio
Bricherasio (Torino)
L’incontro rientra nella quinta edizione di “Bellezza tra le righe”, rassegna (che nasce, attraverso incontri e presentazione di libri e letture, “per guardare al futuro e acquisire nuovi punti di vista e strumenti per meglio viverlo e comprenderlo”) organizzata da alcune fra le più prestigiose dimore storiche del Pinerolese, in programma – dopo l’avvio di domenica 30 giugno scorso – fino a domenica 13 ottobre. Tema di quest’anno: “Ci vuole coraggio”. Un tema che affronta con grande determinazione e “coraggio”, per l’appunto, il libro “Una vita in dono” (“ed. 99 Edizioni”), opera di Claudia Roffino (torinese,docente liceale di Latino e Greco) insieme a Barbara Di Clemente, che verrà presentato domenica prossima 14 luglio, alle 17, nel giardino di “Palazzo Conti di Bricherasio”, residenza storica costruita fra Sei e Settecento ai piedi del Castello di Bricherasio, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai Francesi, venne riconquistata dai Savoia.
Contenuto di grande attualità e di profondo valore etico-sociale, “Una vita in dono” è la storia di un’adozione, di un parto in anonimato e di una figlia (la stessa scrittrice) non riconosciuta. Una storia, dunque, autobiografica, in difesa delle donne e della scelta di “partorire in anonimato”. Troppo spesso, infatti, si parla di loro con assoluta e impietosa superficialità e troppo spesso si abusa, di conseguenza, del termine “abbandono”. La “presunta” vittima, Claudia, si schiera invece, in una non semplice autobiografia di 314 pagine, dalla parte della presunta “colpevole”. Sua madre. Che Claudia difende nella sua sicuramente non facile scelta. Quella donna, non conosciuta ma immaginata (attraverso le parole di Barbara Di Clemente) che l’ha messa al mondo e che Claudia non conoscerà mai, per una duplice scelta: quella della donna, che scegliendo il non riconoscimento alla nascita della bambina optò per non essere nominata per cento anni nella documentazione ufficiale come madre biologica e quella di Claudia stessa, che dopo essersi interrogata per una vita su questa scelta si schiera a suo favore, difendendo il “parto in anonimato” come una tutela fondamentale per i bambini e per le donne che non possono o non vogliono essere madri. Due storie. Due vite. E intorno un fitto intreccio di esistenze: quelle di chi ha accolto, amato e cresciuto Claudia, quelle di chi ne ha messo in questione le origini portandola a interrogarsi su sé stessa e quelle di chi ha accompagnato la madre biologica nel suo percorso dopo una decisione troppo spesso oggetto di un giudizio semplicistico.
“Una vita in dono” è, quindi, una difesa della “libertà delle donne” e dei “diritti dei bambini”, nella forma di un invito alla società contemporanea a pensare “con più delicatezza e più profondità i concetti di famiglia e adozione”.
Il libro è stato scritto facendo “interviste in vari ospedali” del Piemonte e della Lombardia, da Torino, Novara a Milano e raccogliendo testimonianze di assistenti sociali, ginecologi, infermieri e operatori dei reparti di Neonatologia. “Io sono nata– afferma Roffino – in tutta sicurezza, in ospedale, per questo non riesco a dire di essere stata abbandonata. Vedo dietro questa scelta la consapevolezza della mia madre biologica di non farcela, ma di decidere per me un’altra possibilità. È forse questo che mi ha permesso di condurre la mia ricerca, da adulta, nel modo in cui ho scelto di farlo”.
Gli incontri di “Bellezza tra le righe” sono compresi nel biglietto di ingresso valevole sia per gli interni sia per il parco. E’ consigliabile prenotare la visita per gli interni e al parco (con visita guidata) al costo di 8 euro, gratuito fino a 10 anni.
Per info e prenotazioni: Palazzo Conti di Bricherasio, via Vittorio Emanuele II 7, Bricherasio (Torino); tel. 366/6866556 o www.palazzocontidibricherasio.com o palazzocontidibricherasio@gmail.com
La novità di quest’anno è che la rassegna si è anche dotata di un sito: www.bellezzatralerighe.it, dove vengono caricate le registrazioni di tutti gli incontri.
g.m.
Nelle foto: “Palazzo Conti di Bricherasio”, Claudia Roffino, Cover “Una vita in dono”
Non rullano più i Tamburi della Pioggia
Trieste e le ombre dei suoi fantasmi
Trieste, ricca di storia sul crinale carsico e crocevia di frontiere contese, è la città più settentrionale del Mediterraneo e più meridionale della Mitteleuropea. Una città “luogo dei luoghi”, protagonista dei racconti “I fantasmi di Trieste”(Bottega Errante Edizioni, 2018). L’autore, Dušan Jelinčič, giornalista della RAI e alpinista, uno degli scrittori italiani di lingua slovena più autorevoli e apprezzati, traccia una personale mappa della memoria che si intreccia con vicende misteriose e “fantasmi”. Come ogni città con un passato importante, complesso e sofferto, Trieste si porta addosso i segni di ferite mai rimarginate e di irrisolti conflitti. I luoghi di questo percorso con ampi tratti autobiografici – Jelinčič a Trieste ci è nato e vive in una casa del primo Carso, ai bordi dell’altipiano affacciato sul golfo che si apre davanti al porto e alla piazza Unità d’Italia – s’intrecciano con le persone, i protagonisti di queste storie. Nei racconti prendono corpo immagini della città vecchia, del tram di Opicina – che sale fino all’omonima frazione sull’altipiano del Carso – e dei rioni di San Giacomo, San Giovanni e San Giusto. Si sente quasi l’odore salmastro del mare e il fischiare della bora, si possono immaginare le onde che s’infrangono sul molo Audace dove nel 1914 ( quando si chiamava ancora molo San Carlo) attraccò la corazzata “Viribus Unitis”,nave ammiraglia della marina Imperiale con a bordo le salme dell’Arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sofia, uccisi nell’attentato di Sarajevo. Sullo stesso molo, quattro anni più tardi, giunse il cacciatorpediniere “Audace” della marina italiana. Era il 3 novembre del 1918, finiva la prima guerra mondiale e la nave che diede il nuovo nome a quella lingua di terrà in mezzo al mare, vi sbarcò un battaglione di bersaglieri. Oltre al paesaggio fisico ci sono i luoghi dell’anima e le storie di personaggi veri, come nel caso di Diego de Henriquez che morì la sera del 2 maggio del 1974 nell’incendio del suo magazzino, dove dormiva solitamente coricato dentro una bara di legno, portando con se i suoi segreti. Un personaggio straordinariamente singolare, triestino erede di una famiglia di ascendenza nobiliare spagnola, raccoglitore di ogni genere di materiale bellico e ideatore del Civico Museo della Guerra per la Pace. La sua morte lasciò molti dubbi e forse, come fa supporre il racconto di Jelinčič. Diego de Henriquez ricopiò in due dei suoi diari, prima che venissero cancellate, le scritte lasciate dai prigionieri nelle celle della Risiera di San Sabba, lo stabilimento per la pilatura del riso che i nazisti trasformarono in lager. Morì a causa di questo, vittima di un incendio doloso? Cercando tra le voci e le scritte dei morti della Risiera venne a conoscenza di verità scomode sull’unico campo di sterminio in Italia? Cosa aveva scoperto?I nomi dei collaborazionisti triestini, qualcuno divenuto poi una figura rispettata della comunità locale? Aveva dato un volto a chi, denunciando i suoi concittadini di religione ebraica, aveva contribuito a toglierli di mezzo, arricchendosi? Volti che riappaiono, come fantasmi, assumendo le sembianze in un altro racconto di un anziano seduto sul tram di Opicina che assomiglia come una goccia d’acqua ad un volto che si intravede in una foto di cinquant’anni prima accanto a Odilo Globocnik,il nazista calato a Trieste per fare della Risiera un luogo di morte. Jelinčič, nei suoi racconti parla anche delle sfide calcistiche allo stadio Grezar, intitolato al mediano triestino che perì con tutto il resto della squadra del Grande Torino nella tragedia di Superga, del vecchio bagno asburgico “La lanterna”, più noto come “El Pedocin” ( il piccolo pidocchio) dove un muro lungo 74 metri e alto tre divide tra uomini e donne la spiaggia di ciottoli bianchi. E’ lì che l’autore, in gioventù, fece l’amara scoperta di essere considerato con disprezzo uno “sciavo”, in quanto sloveno di Trieste. Ci sono poi le storie dove il protagonista è James Joyce, che visse a lungo in città, completando la raccolta di racconti Gente di Dublino, diverse poesie oltre al dramma Esuli e ai primi tre capitoli de l’Ulisse, il libro che gli diede fama internazionale. In uno dei luoghi più belli della città, il Ponterosso che attraversa il Canal Grande, nel quartiere teresiano, un monumento in bronzo raffigura lo scrittore irlandese mentre cammina, assorto nei suoi pensieri, con un libro sottobraccio e il cappello in testa. La targa, riprendendo la “Lettera a Nora” del 1909, recita: “la mia anima è a Trieste”. Joyce, parafrasando Dušan Jelinčič, fa parte dei “fantasmi gentili”, come lo psichiatra Franco Basaglia che iniziò dal San Giovanni di Trieste la rivoluzione che portò all’abolizione degli ospedali psichiatrici con la legge 180. “La libertà è terapeutica”, venne scritto sui muri bianchi di quella “città dei matti” che rinchiudeva dietro le sbarre, con un “fine pena mai” chi era segnato dalla malattia. Grazie a Basaglia Trieste diventò la città del riscatto di tante persone, come nel caso di Olga, una “ex matta” che racconta la sua storia all’autore. I ricordi vagano e s’imbattono in Julius Kugy, l’alpinista che aveva cercato ovunque sulle alpi Giulie la Scabiosa Trenta, rarissimo fiore delle alpi slovene. Guardando l’immagine della piantina incollata su una pergamena ingiallita, la descrisse così: “..ecco la graziosa creatura di luce, sul calice d’argento finemente merlettato, vestita di bianco splendente, trapunta di tenere antere d’oro! Non era ormai una piantina, era una piccola principessa del paese dei sogni”.Kugy si era fatto costruire un organo che suonava personalmente nella chiesa di via Giustinelli. Una chiesa di proprietà della comunità armena, data in affitto ai cattolici di lingua tedesca e oggi semi abbandonata, esempio di degrado e incuria. In fondo è proprio Trieste, città di grande tradizione europea e crogiuolo di etnie, ricca di contraddizioni e oscuri sensi di colpa che si racconta in questo libro. E Dušan Jelinčič, con la sua scrittura coinvolgente, ne amplifica la voce.
Marco Travaglini
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Fa ben sperare il recente ritorno sulla scena pubblica della principessa del Galles e futura regina Kate Middleton in occasione del Trooping the Colour. Prima sua comparsa dopo 173 giorni di assenza per motivi di salute che hanno scatenato infinite ipotesi e fake news.
Rivederla bella ed elegante come sempre, anche se dimagrita, comunque sorridente e forte come una roccia, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. Riconferma la tenacia e il senso del dovere di questa giovane donna amatissima dai sudditi, attenta e dolce verso i suoi bambini, in totale sintonia con il marito William.
Significativo dell’amore della famiglia reale nei suoi confronti è stato anche il cambiamento del protocollo che ha posizionato il re accanto alla nuora; accomunati dalla malattia e dalla battaglia contro il cancro; lei grata e sorridente, lui commosso. Un gran bel ritratto di famiglia.
E mentre le cure pesanti e debilitanti continuano per il re e la principessa, molti cercano di fare il punto della situazione sul ruolo presente e futuro della Monarchia inglese. Vale dunque la pena leggere alcuni libri sull’argomento. Due recentissimi e due più datati, ma comunque illuminanti.
Robert Hardman “Carlo III. Il nuovo re”
-Rizzoli- euro 20,00
Robert Hardman è lo scrittore britannico esperto dei Windsor, biografo reale con una corsia preferenziale e che per questo libro ha potuto accedere agli Archivi Reali del castello di Windsor. Inoltre ha intervistato i membri della famiglia reale e altre persone autorevoli, come i primi ministri del regno di re Carlo III.
Quello che scrive è più che serio e spazza via anche le parecchie notizie fasulle. Il libro inizia facendo luce sui retroscena degli ultimi giorni di vita della sovrana Elisabetta II. Evento nefasto che segna l’inizio del regno del figlio, e qui Hardman ci offre pagine ricche di rivelazioni, retroscena, sfide, ripicche, dolori.
Re Carlo III aveva la corona nel suo destino dal giorno in cui è venuto al mondo; ha atteso pazientemente il suo turno e nel frattempo si è preparato ad assolvere i suoi molteplici doveri. Oggi è lui a dettare le regole a corte, ma è anche chiamato a prendere mille decisioni, non solo come re della Gran Bretagna ma anche di altri 14 Paesi.
Emerge a chiare lettere la caratura di quest’uomo colto, raffinato, attento all’ambiente e ai ceti più deboli. Incluso il modo stoico con cui sta affrontando i colpi dolorosi inferti da un destino beffardo. Perché a pochi mesi dall’agognata incoronazione, Re Carlo ha dovuto subito fare i conti con il cancro suo e dell’altra figura fondamentale, l’amatissima nuora Kate.
Senza spoilerare troppo, in queste scorrevoli oltre 400 pagine scoprirete anche le dinamiche dietro la defezione dei Sussex, le loro accuse e i complessi rapporti tra i membri della famiglia reale.
L’importanza e lo spessore della regina Camilla che è la roccia del sovrano.
Il carattere dell’erede William, responsabile e dedito alla famiglia, il suo rapporto con i figli, il sostegno alla moglie e un’idea di futuro regno secondo la sua personalità.
Antonio Caprarica “La fine dell’Inghilterra” -Sperling & Kupfer- euro 19,90
Il titolo è provocatorio ma è anche quanto si potrebbe evincere dall’analisi sociale e politica svolta dal giornalista e scrittore Antonio Caprarica, uno dei massimi esperti delle vicende reali britanniche dopo anni come corrispondente Rai a Londra.
Dopo il nefasto 1992, questo 2024 è decisamente l’altro anno pessimo per i Windsor. Sono stati colpiti da eventi pesanti come macigni. Svolte negative che hanno contribuito a sfoltire il numero dei working royals e possono rendere la monarchia un’istituzione obsoleta e debole agli occhi dei contribuenti inglesi.
Caprarica ripercorre le dinamiche dei fatti più gravi accaduti ai Royal e lo fa in modo documentato e attento.
La defezione e le accuse -scritte e via tv- del principe Harry e della moglie Meghan. Dalla California hanno tradito non solo re Carlo, ma anche spalancato un solco difficilmente colmabile con l’erede al trono, il responsabile William.
Poi c’è pure l’ostracismo verso il principe Andrea coinvolto nello scandalo Epstein.
Quell’idea di efficienza e stabilità garantita dalla regina, ora sembra venire meno, e la monarchia appare decisamente indebolita. Staremo a vedere ….
Omid Scobie “Endgame” -Solferino- euro 23,00
Il sottotitolo recita: «Dentro la famiglia reale: tra rivalità, segreti, vendette, si gioca il futuro della monarchia». L’autore Omid Scobie è stato royal editor per “Harper’s Bazar”, ha collaborato con tv e da oltre 12 anni racconta la corona inglese. Da alcuni è definito «cheerleader di Harry e Megan» e in effetti il suo sguardo pende a favore dei Sussex.
Questo libro è dell’anno scorso e molte cose sono successe in seguito, ma resta interessante il resoconto dell’autore sulle dinamiche che serpeggerebbero tra i Windsor, i gossip e le analisi delle faide interne.
Scobie dà credito alle accuse rivolte dalla coppia ribelle alla famiglia reale, descrive in modo impietoso figure che viceversa sono molto amate, accusandole anche lui di razzismo.
Non fa sconti al futuro re William; lo incolpa di avere deliberatamente escluso Henry dalla vita di corte, cita episodi al riguardo e lo ritiene refrattario a riallacciare i rapporti con il fratello. Inoltre, sempre secondo Scobie, William avrebbe un atteggiamento non sempre lineare anche nei confronti del padre e idee molto diverse sul futuro della monarchia.
Più di 500 pagine di fatti e contro fatti da prendere con le dovute cautele; comunque un interessante contraltare rispetto a come i Windsor vengono normalmente rappresentati dagli esperti accreditati a palazzo.
Tina Brown “Dietro la corona” -Vallardi- euro 22,90
Questo libro è stato pubblicato nel 2022 e la Brown compie un excursus sui passaggi che maggiormente hanno segnato le vicende della Corona. Risale alla morte della principessa Diana e arriva fino a quella della regina Elisabetta, concentrandosi su alcuni colpi di scena, rivalità e defezioni.
Tra gli argomenti principali su cui si sofferma ci sono i rapporti tempestosi tra Harry e William con aneddoti e testimonianze per lo più risapute.
L’arrivo di Meghan Markle – che la Brown accusa di essere un’autentica arrampicatrice sociale- è stato decisamente un momento di rottura. L’ex attrice americana ha innescato dissidi, incomprensioni e rivalità che hanno condotto alla Megxit, con i conseguenti danni soprattutto a livello affettivo e di relazioni tra i royals.
La giornalista racconta anche tanti altri dettagli interessanti tra i quali il ruolo di Camilla e i suoi rapporti con i figliastri, le fissazioni di re Carlo come la pretesa di avere stirati i lacci delle scarpe. Tanti aneddoti e rivelazioni inedite su una delle famiglie più importanti e chiacchierate del mondo.
La storia dei Cavalieri Templari
Templari, ancora Templari. La mole di libri sui Cavalieri medioevali cresce sempre di più perché il fascino della ricerca templare consiste proprio nel non avere mai fine.
Un romanzo accattivante e intrigante
L’AUTRICE
II talento paga sempre. Ed è questo il caso della vicentina Roberta Melli, che pochissime settimane fa è tornata in libreria con il suo quarto romanzo, il thriller Il mio nome è Cesare Lombroso, edito dalla casa editrice brianzola Leone Editore, e che già sta facendo incetta di consensi, sia tra lettori che appassionati. Grafologa forense, esperta di insetti e appassionata di maratona, per scrivere le sue adrenaliniche pagine l’autrice ha tratto ispirazione dalla celebre e storica figura del medico antropologo padre della criminologia moderna: Marco Ezechia, detto Cesare Lombroso.
Preceduto dai romanzi “Senza tregua”, “In vetta al mondo” e “Possessione”8, tutti pubblicati da Leone Editore, quest’ultimo romanzo segna il ritorno della scrittrice dopo una lunga pausa: «In realtà non ho mai smesso di scrivere – spiega Melli – ho solo rallentato il ritmo per dare spazio ad altri impegni. Sono felice di essere tornata in libreria e che i lettori continuino ad apprezzare ciò che scrivo, tante sono le manifestazioni di apprezzamento che ricevo ogni giorno sui miei canali social, tramite mail e di persona.
Significa che sto facendo un buon lavoro, e che continuerò a farlo».
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Valutazione: 5/5
Eccoci al consueto appuntamento con i libri più letti e commentati dalla community di Un Libro Tira L’Altro Ovvero Il Passaparola dei Libri nel mese di giugno, 2024.
Hanno tenuto banco tre titoli molto recenti, segno che i lettori rimangono attenti alle nuove tendenze della narrativa.
Triste Tigre di Sinno Neige, una cruda e lucida storia di abusi e lotta per la giustizia; La Casa Delle Sirene di Valeria Galante, saga familiare e romanzo storico allo stesso tempo; stesse caratteristiche per Il cognome delle donne, di Aurora Tamigio, a conferma di come questo genere di narrativa incontri decisamente i gusti del pubblico.
Incontri con gli autori
Nel mese di giugno abbiamo intervistato
Chiara Vittorini autrice di Quei Marinai (Bookabook, 2024), una storia di dipendenza affettiva molto toccante e drammatica.
Federica De Paolis, autrice di Da Parte di Madre (Feltrinelli, 2024) L’incredibile storia di una madre e una figlia, tra identità, amore e inversione di ruoli; Ben Pastor scrittrice scrittrice italiana naturalizzata statunitense che ha deciso di dare un seguito ideale a I Promessi sposi nel suo ultimo romanzo La Fossa Dei Lupi (Mondadori).
Per questo mese è tutto. Vi invitiamo a seguire Il Passaparola dei libri sui nostri canali sociali e a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
L’isola del libro
Rubrica settimanele a cura di Lura Goria
David Nicholls “Tu sei qui” -Neri Pozza- euro 20,00
L’acclamato scrittore inglese (nato a Eastleigh nel 1966) prima di dedicarsi alla narrativa ha studiato per diventare attore ed ha lavorato a lungo per la BBC, realizzato adattamenti shakespeariani e firmato serie di successo. Il suo romanzo “Un giorno” del 2009 è diventato un film con Anne Hathaway e Jim Sturgess.
In “Tu sei qui” tornano i temi cari all’autore e accattivanti per i lettori; amore, amicizia e l’arco di 10 giorni di narrazione. Qui i protagonisti stanno vivendo in pieno la crisi di mezza età.
Michael è un professore di geografia in fase di divorzio, ma ancora innamorato della moglie.
Marnie è una correttrice di bozze ed editor free lance, single dopo alcune deludenti esperienze e il matrimonio con un pessimo soggetto. Ora nel suo futuro il genere maschile non è più contemplato.
Entrambi, dopo essere stati feriti dalla vita e disorientati dal mondo, stanno costruendosi una nuova dimensione, ed hanno scelto una rassicurante solitudine. E Nicholls riesce a narrare perfettamente quella sorta di zona grigia che aleggia tra amore e amicizia, lo fa anche attraverso dialoghi illuminanti sullo stato d’animo dei personaggi.
Un’amica comune li spinge a intraprendere un lungo viaggio, infiniti chilometri zaino in spalla e scarponi ai piedi. Durante il tragitto scopriamo due solitudini e due anime ferite che poco a poco imparano a conoscersi e confrontarsi.
Julya Malye “Le ragazze della Baleine” -Mondadori- euro 20,00
L’autrice parigina è il nuovo fenomeno letterario francese con al suo attivo 4 romanzi, di cui il primo scritto quando aveva solo 15 anni. In queste pagine esplora anfratti dimenticati dalla storia, con protagoniste alle prese con destini difficili.
Siamo nel 1720 all’ospedale psichiatrico femminile la Salpêtrière dove sono internate donne ai minimi scalini della scala sociale: prostitute, orfane, povere o colpevoli di qualche reato.
La madre superiora, Marguerite Pancatelin, deve selezionarne 90 da caricare sulla nave Baleine per spedirle nella Louisiana dove sposeranno coloni francesi che hanno occupato i territori nel Nuovo Mondo.
Ufficialmente sono volontarie; in realtà vengono selezionate dalla direttrice che le sceglie in parte per sottrarle a pene durissime alle quali sono state condannate magari anche ingiustamente. Altre, invece, chiedono di partire per non separarsi da una compagna.
Partendo dall’elenco dei nomi di queste sventurate, Julia Malye, immagina e traccia il destino di tre di loro che seguiremo oltreoceano dove la loro sorte finirà per compiersi.
Genevieve, denunciata dalla sua padrona e accusata di aver aiutato ad abortire donne disperate. Petronille, di nobili natali ma decaduta e ripudiata dalla famiglia per tutta una serie di motivi che scoprirete leggendo. Charlotte che è stata abbandonata appena nata alla Salpêtrière; è lei a chiedere di partire per non staccarsi dall’amica Étiennette.
Le osserveremo nel periglioso viaggio nel mare gelido dell’Atlantico, a bordo del veliero che durante la lunga traversata diventa la loro casa. Poi nel Nuovo Mondo dove sposeranno uomini disillusi e dovranno fare i conti anche con una natura che vince su tutto.
Chiara Bianchi “Il canto della fortuna” -Salani- euro 19,00
Il romanzo ripercorre la parabola di vita ascendente di un personaggio unico che ha fatto la storia dell’editoria italiana. E’ Angelo Rizzoli, nato il 31 ottobre 1889, figlio di un povero ciabattino analfabeta che si suiciderà per disperazione. Cresce in un orfanotrofio come “martinitt”, ovvero orfano poverissimo, senza prospettive di futuro.
Ma lui non è semplicemente uno dei tanti miserabili scaraventati in una vita di stenti.
Angelo è fatto di acciaio inossidabile, intelligente sopra la media, ha capacità eccezionali, sviluppa grandi idee, lavora duramente per costruirsi un avvenire diverso, pensa in grande e vola altissimo.
Risparmia lira su lira, azzarda e firma cambiali, fatica notte e giorno e, appena maggiorenne, nel 1912, con un compagno di orfanotrofio, apre una piccola tipografia. E’ solo l’inizio.
La donna che veramente conta nella sua vita è la moglie Annina Marzorati, anche se all’apice del successo le donne lo attireranno sempre molto e lui non è certo tipo da rinunciare alle occasioni che il destino gli mette lungo la strada.
Ma il fulcro della sua esistenza è soprattutto la lungimiranza che lo porta a intravedere l’informazione come la chance del futuro su cui puntare. L’occasione per il grande salto gli si prospetta quando insegue il sogno di diventare editore e acquista 4 testate con bilanci in rosso, di proprietà di Mondadori che vuole disfarsene.
Angelo nel 1927 le compra per 40 mila lire e le trasforma in riviste di punta del mercato italiano. Nelle pagine della biografia si ripercorre la sua avventura umana e imprenditoriale, fatta di giornali, libri e film, in un alternarsi di luci e ombre, inclusa la debolezza per il rovinoso gioco d’azzardo.
Chiara Bianchi ricostruisce anche gli intrecci dei suoi discendenti, e pennella gioie e dolori di una dinastia indimenticabile, con tutte le traversie che l’hanno costellata.
Josè Maria Eça de Queiroz “I Maia”
-Edizioni Settecolori- euro 28,00
Eça de Queiroz è una sorta di monumento letterario portoghese, autore ottocentesco di stampo realista che amava descrivere il versante periglioso e romantico della vita, e mettere in luce quanto le grandi passioni possano essere dannose.
“I Maia” è il dodicesimo libro di una saga scandita da tanti episodi di vita sentimentale. Sottesa a tutta l’opera c’è una sottile e acuta ironia con cui l’autore sottolinea come la società dell’epoca aspirasse alla modernità, facendo però solo ripetuti passi indietro. L’accostamento spontaneo è con il nostro “Gattopardo” e il suo baricentro: le cose devono cambiare per restare esattamente come sono.
Secondo Eça de Queiroz il desiderio di progresso che vibrava a Lisbona, di fatto veniva frenato dall’indolenza insita nella saudade portoghese, scaturita dalla perdita delle colonie e delle ricchezze. La saudade nostalgica di cose possedute e poi perse per sempre.
“I Maia” è la storia di tre generazioni e le loro diverse reazioni alle traversie della vita.
Capostipite della dinastia è Alfonso de Maia, uomo vecchio stampo. E’ sposato con una donna di salute malferma e completamente sottomessa ai voleri del marito; adorante nei confronti dell’unico figlio che è riuscita a mettere al mondo, Pedro.
Ma il rampollo è penalizzato dalla fragilità e dalla tendenza all’autodistruzione.
Informazione promozionale
“La consapevolezza di un cavaliere templare” è il titolo dell’ opera dello scrittore Nicola Carrieri, nato a Manfredonia ma residente a Caluso, titolare di uno studio di consulenza e formazione in materia di sicurezza sul lavoro, decreto 81.