libri

“Il seggio del peccato”, presentazione a Santhià venerdì 4 aprile

“L’unico rovello consisteva nel trovare un’occupazione che rendesse meno noiose quelle ore e qui il maresciallo calò l’asso: una bella merenda sinoira, sfruttando la vicinanza dell’osteria che era fornita di ogni ben di Dio e di una cuoca di indubbia (e positiva!) fama. L’idea venne approvata all’unanimità e, una volta coinvolto anche l’oste del Passero, messa in pratica. Spostata l’urna in un angolo, il tavolo venne coperto con una grande tovaglia a quadretti bianchi e rossi e, come d’incanto, comparirono le vivande: pane, salame, formaggio e frittate; carne e zucchine in carpione, acciughe al verde e al rosso, vitello tonnato, insalata russa e capricciosa, tomini elettrici, tome da accompagnare con il miele o la cugna”. Marco Travaglini nel nuovo libro dal titolo “Il seggio del peccato. Vite e dicerie di strapaese tra laghi, monti e vigne” da cui abbiamo tratto il brano sopra riportato, ci porta a conoscere il Piemonte, dalle valli al confine con la Svizzera ai laghi, dal Canavese fino a Torino, con la sua gente laboriosa, i suoi ambienti, le atmosfere e le tradizioni, come ad esempio la merenda sinoira di cui abbiamo appena letto. Per conoscere altre storie e curiosità legate al Piemonte segnaliamo l’incontro con l’autore, in dialogo con Simona Paonessa, che si terrà venerdì 4 aprileSANTHIA’ (VC), presso la biblioteca civica di via Dante alle ore 17,30.

Marco Travaglini

“L’enigma della Maschera” di Paolo Lanzotti, un avvincente thriller storico nella Venezia del ‘700

Informazione promozionale

IL LIBRO

Lasciati gli Angeli Neri, Marco Leon vive una vita apparentemente tranquilla come bibliotecario di un anziano nobilhomo veneziano. Gli Angeli gli mancano, ma lui ha scelto Marion e non si pente della propria decisione. Tuttavia, la sua vecchia vita è sempre in agguato. A sorpresa, Alvise Geminiani chiede d’incontrarlo. È stato ucciso un sicario dell’Inquisizione, Fabio Groggia. Il sicario era incaricato di eliminare un dalmato, Ivo Stupich, ma aveva eseguito l’ordine in modo stranamente maldestro, per poi sparire per qualche giorno.

La vicenda va chiarita, anche perché potrebbero coinvolgere un patrizio veneziano: Enea Dorigo. Inoltre, alcuni fatti sembrerebbero portare al Lazzaretto Vecchio, importantissimo presidio veneziano contro le epidemie. Geminiani gli chiede di tornare fra gli Angeli segretamente – per adesso, nessuno dovrà saperlo, neppure i suoi uomini – e occuparsi del caso. Incerto, Marco accetta di riflettere sulla proposta, subordinandola comunque all’opinione di Marion.

Per caso, al colloquio ha assistito, non visto, Luciano Pasqui, il gazzettiere che si firma Duprè, Questi rimane molto colpito dall’incontro fra i due. Conosce Leon come un tranquillo borghese curioso e un po’ ingenuo. Cosa ci fa insieme a un uomo come Geminiani, sempre alle prese con gli intrighi della politica? Intuisce l’esistenza di una trama interessante e inizia a scrivere una serie di articoli in cui sostiene che il caso Groggia, contrariamente a quanto dicono dalle autorità, non è stato risolto. Le indagini continuano in segreto e sono state affidate a un uomo misterioso – Duprè si astiene da fare nomi – che gira sempre mascherato. Per lui, tutto ciò significa che a Venezia sta accadendo qualcosa.

 

Le indagini di Marco iniziano da Giuseppina, la sorella di Groggia, una ex prostituta affetta da sifilide, a cui Fabio ha lasciato una grossa somma di denaro, di provenienza dubbia. Da lei viene a sapere che Fabio aveva una relazione con una certa Viola. Parallelamente, viene trovato proprio il cadavere di Viola, la moglie del priore del Lazzaretto Vecchio, Vincenzo Bisson.

Marco si rende conto che non potrà condurre le indagini da solo. Geminiani gli affianca quindi i suoi due fedeli Angeli, Lorenzo e Gabriele: gli unici, a parte loro, che dovranno essere al corrente del suo ritorno. Anche Dupré continua nella sua personale indagine giornalistica e, grazie a un informatore, viene a sapere delle voci che circolano a proposito dell’esistenza di un gruppo di agenti segreti, di cui nessuno è a conoscenza. Questo, ovviamente, rinfocola la sua curiosità.

Casualmente, Marion intercetta una lettera con la quale Geminiani informa Marco della morte di Viola e decide di prendere l’iniziativa. La donna è stata uccisa in una casa “equivoca”, di proprietà di una certa Agostina Bellin. Marion vi si reca e interroga la donna, col proposito di riferire tutto a Marco.

Nel frattempo, il Leone è a Poveglia: una piccola isola della laguna. L’indagine l’ha condotto, infatti, a parlare con Giorgio Zonta, il comandante della nave su cui era stato imbarcato Fabio Goggia pochi giorni prima di venire ucciso. Nel colloquio spunta il nome di Enea Dorigo – il patrizio forse implicato nella vicenda – e questo suscita la violenta reazione del comandante e di uno dei presenti nella locanda in cui alloggia.

Lorenzo ha avuto l’incarico di dare un’occhiata al Lazzaretto e, con sua grande sorpresa, si rende conto che tra i facchini e i barcaioli che lavorano sull’isola c’è una sua vecchia conoscenza: Giovanni Braga, uno degli sgherri di Santino Jovich, il contrabbandiere. La scoperta lo mette in allarme.

L’AUTORE

Paolo Lanzotti è nato a Venezia e si è laureato in filosofia all’università di Padova. Lettore onnivoro, con predilezione per la divulgazione storica e quella scientifica, ama la musica classica e il teatro di prosa. È autore di diversi romanzi gialli e libri per ragazzi.

L’enigma della maschera è il quinto romanzo della serie «Le indagini di Marco Leon», dopo I guardiani della laguna, Le ragioni dell’ombra, Le carte segrete della Serenissima e L’alchimista della laguna, già apparsi in queste edizioni.

 

Il romanzo si trova nelle librerie fisiche e on line.

Un Viaggio nell’Introspezione Femminile e nelle Magie della Maternità alla Libreria Belleville di Torino

Il mondo della narrativa contemporanea ha offerto  una riflessione profonda sulla condizione femminile, passando dal confronto con l’introspezione personale alla scoperta delle connessioni tra generazioni di donne.  Presso la Libreria Libreria Belleville di Torino si sono confrontare infatti tre autrici: Serena Vinci, Valeria Bianchi Mian e Elena Biondo.
Le scrittrici hanno offerto uno spunto unico e potente su questi temi, utilizzando la magia, l’astrologia e la psicoscrittura per esplorare l’universo complesso della femminilità.
Nel suo ultimo romanzo, Elena Biondo ( scrittrice e psicologa) con il libro Malaluna, propone una riflessione intima e incisiva sulla figura della donna attraverso il filtro dell’astrologia e della sorellanza. La protagonista, psicologa e astrologa, utilizza l’astrologia come strumento per guidare l’introspezione dei suoi personaggi, ma è la sua relazione con la sorella a costituire il cuore del racconto. Mentre la sorella è un personaggio che si dedica completamente agli altri, la protagonista si ritrova a fare i conti con la propria vita e i sogni di ragazza dimenticati. L’introspezione diventa un viaggio alla ricerca della propria identità, contro il rischio di perdersi tra le aspettative esterne e le relazioni che la legano agli altri. Il tema della sorellanza e delle relazioni interpersonali si intreccia con la scoperta di un passato che, spesso, i figli non conoscono mai: la giovinezza dei genitori, i desideri e i sogni di generazioni precedenti. L’autrice invita a non considerare mai come “mancante” la propria vita, ma a scoprire la forza insita nella volontà e nell’intenzione di accettare ciò che si ha, senza farsi travolgere dal dolore di ciò che manca. Un concetto che riaffiora anche nel lavoro, dove la protagonista si confronta con l’ossessione della perfezione e con il desiderio di liberarsi da credenze limitanti, sfidando il concetto stesso di “lavoro perfetto”.
Parallelamente, Serena Vinci racconta nel suo “Ragazze Selvagge” anche il mondo delle bambine attraverso una serie di romanzi che esplorano il delicato momento della formazione della femminilità, con protagonistetra gli 11 e i 13 anni. Le sue storie si discostano dalle fiabe tradizionali, abbracciando temi di violenza e realismo crudo. Tra oggetti magici e simbolismi profondi, le ragazze del suo mondo non sono mai passivi oggetti del racconto, ma protagoniste attive del loro destino, spesso legate alla natura selvaggia e al rapporto profondo con gli animali, come i lupi che diventano alleati salvifici. In queste storie, la magia non è solo un fenomeno esterno, ma la capacità di sopravvivere a sé stesse, di sottrarsi alle costrizioni della società e di riappropriarsi di un destino libero. La scrittura di Vinci non è solo un racconto di crescita, ma una riscrittura del concetto stesso di fiaba, dove le bambine diventano protagoniste di un cammino di riconciliazione con la propria natura.
Dall’altra parte, Valeria Bianchi Mian, psicoterapeuta e autrice de “Le Signore dei giochi”, intreccia la saggezza magica e l’analisi psicologica per esplorare il complesso rapporto delle donne con la maternità. La maternità, intesa sia come scelta che come destino, è il cuore pulsante del romanzo, un tema che Bianchi Mian analizza con una sensibilità rara. La scrittrice, che ha sviluppato il concetto di mixare tarrocchi e psicoterapia, crea un universo dove la luna e il carro sono simboli portanti. La luna, con la sua forza simbolica legata ai ritmi ciclici della vita e della trasformazione, fa da sfondo ai rituali delle protagoniste, mentre il carro rappresenta il movimento e la transizione, il passaggio da uno stato all’altro. L’autrice, che ha lavorato con donne ai margini della società, esplora anche la dimensione più oscura della femminilità, quella che ammette la “cattiveria” come parte integrante dell’essere donna. Questa consapevolezza di sé, del proprio potere e delle proprie ombre, è ciò che rende le protagoniste del libro autentiche e consapevoli.Nel romanzo di Bianchi Mian, inoltre, emerge la “psicoscrittura”, una pratica creativa che permette alle protagoniste di entrare in contatto con il proprio inconscio, di esplorare le loro emozioni e storie interne attraverso il diario e la scrittura. Questa tecnica diventa terapeutica, un mezzo per guarire e per affrontare le difficoltà quotidiane, un potente strumento di crescita interiore.
Le autrice , con le loro opere, non solo raccontano storie di donne, ma invitano a riflettere su come la magia, l’introspezione e la consapevolezza possano diventare strumenti di liberazione personale.
VALERIA ROMBOLA’

Le lettere salveranno il mondo

Litteris servabitur orbis è una frase latina di grande importanza. In lingua italiana equivale a “il mondo sarà salvato dalle lettere”.

Durante il periodo oscuro delle leggi razziali l’acronimo di questa frase, ovvero L.S.O, venne usato dall’editore fiorentino ebreo Leone Samuele Olschki per poter stampare i suoi libri. Una lunga storia quella della casa editrice che fondò nel 1886 e tutt’ora attiva con migliaia di titoli in catalogo e molti periodici tra i quali l’Archivio storico italiano, la più antica rivista italiana ancora edita. Leo Samuele Olschki, figlio di un tipografo della Prussia orientale, si era trasferito in Italia seguendo il percorso dei tanti personaggi come Rosenberg & Sellier, Sperling & Kupfer, Hoepli, Le Monnier, Loescher, Scheiwiller, attratti dal sogno di  realizzare nel nostro paese un’attività editoriale. Dopo aver vissuto e lavorato a Verona, Venezia e per tanti anni a Firenze l’emanazione delle leggi razziali del ’38 lo costrinse  all’esilio a Ginevra, dove morì il 17 giugno del 1940. Quell’acronimo, oltre a rimarcare una grande verità e rivendicare il proprio diritto d’autore evitando d’incorrere nella repressione antiebraica che rappresentò una delle pagine più vili della storia italiana, era un grido di libertà e d’avvertimento. ” Dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli esseri umani “, scriveva nella prima metà dell’800 il poeta tedesco Heinrich Heine. Un monito tragicamente anticipatore di quei “roghi di libri” organizzati nel 1933 nella Germania nazista durante i quali vennero bruciati tutti i volumi che non corrispondevano ai canoni imposti dall’ideologia del regime dalla croce uncinata. Quei roghi, pensati per distruggere “lo spirito non tedesco”, vennero organizzati dalla Deutsche Studentenschaft, associazione degli studenti tedeschi. Una follia negazionista che venne salutata da Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich come un ottimo modo “per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”. Quale fu la logica conseguenza nemmeno la pur pessimistica profezia di Heine poteva lontanamente immaginarlo e tutto il mondo scoprì l’orrore delle persecuzioni, delle deportazioni nei lager e dell’olocausto. Eppure sono in molti ad aver dimenticato la storia, minimizzandola o relegandola negli angoli polverosi della memoria. “Chi nega la ragion delle cose, pubblica la sua ignoranza”, scriveva Leonardo da Vinci mezzo millennio fa. In un tempo cupo e difficile dove si legge sempre meno, dove la cultura viene presentata come un peso e l’ignoranza si accompagna quasi sempre all’arroganza, c’è poco da stare allegri. Un antidoto ci sarebbe ed è racchiuso in quella frase piena di speranza: “il mondo sarà salvato dalle lettere”. A patto che non rimanga solo una frase.

Marco Travaglini

Una sfida a colpi di incipit

Decima edizione del primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori, a Bardonecchia sabato 29 marzo

Il primo Talent letterario dedicato agli aspiranti scrittori quest’anno compie dieci anni. La tappa di Bardonecchia nel Torinese è prevista sabato 29 marzo a palazzo delle Feste. Presenta l’attrice,  autrice e comica Giorgia Goldini, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

Incipit Offresi è un format a tappe, la sfida si gioca a colpi di incipit all’interno di luoghi di svago e cultura, ma anche attraverso gare di scrittura nelle più partecipate manifestazioni e letture animate nei mercati: 16 tappe in 9 Regioni (Piemonte, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta). L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti, promuovere la lettura e valorizzare le biblioteche come luoghi di promozione e valorizzazione culturale. In 9 anni Incipit Office ha scoperto 150 nuovi autori, pubblicato oltre 75 libri e coinvolto circa 11 mila spettatori l’anno, 30 case editrici e 85 biblioteche nelle 198 tappe (167 organizzate in Piemonte e 31 in altre Regioni) per un totale di 10 mila e 200 km percorsi. Incipit Offresi è un format innovativo ideato e promosso dalla Fondazione ECM Biblioteche Archimede di Settimo Torinese, Compagnia di San Paolo, in sinergia con Regione Piemonte e la città di Settimo Torinese, oltre alla Associazione Pagina 37, Scuola Holden, Emons Edizioni e Federazione Unitaria Italiana Scrittori. Si tratta di un vero e proprio talent della scrittura dove, in un contesto informale, gli attori della filiera del libro possono incontrarsi e avviare nuove collaborazioni, promuovere la pubblicazione di nuovi libri e scoprire nuovi talenti. Nell’ambito del progetto sono organizzati dei percorsi formativi in collaborazione con Circolo dei Lettori e Scuola Holden per i partecipanti al campionato, con l’obiettivo di migliorare la qualità delle opere in concorso e per affinare le competenze creative degli aspiranti scrittori e scrittrici. Tra le novità della decima edizione la Holden metterà in palio un corso di scrittura e sarà istituito il Premio Archimede Book, riservato agli under 35, che prevede la pubblicazione  di una raccolta di racconti su temi indicati dall’organizzazione. I partecipanti, in una sfida una contro l’altro, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit o raccontare il proprio libro. Il concorrente che secondo il giudizio del pubblico in sala avrà ottenuto più voti passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi per la lettura del proprio incipit prima del giudizio della giuria tecnica, che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato, il vincitore o la vincitrice di tappa si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. Il vincitore di tappa si aggiudicherà un buono libro del valore di 50 euro. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescati potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma il prossimo giugno. Il primo e il secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1500 euro e di 750 euro. Saranno inoltre messi in palio il Premio Scuola Holden con un corso di scrittura, il Premio Italo Calvino con partecipazione gratuita al prestigioso premio, i premi Golem e Leone Verde con la pubblicazione dell’opera, il Premio Miraggi costituito da una lampada artistica fatta di libri, il Premio Indice Libri del Mese della Fondazione Circolo dei Lettori e il Premio Archimede degli under 35 con la pubblicazione del proprio racconto nella raccolta Archimede Book. La partecipazione agli Incipit Offresi è gratuita e aperta agli scrittori maggiorenni e non di tutte le nazionalità. Gli scrittori dovranno presentare l’incipit della loro opera che non superiore le 1000 battute, oltre a una descrizione dei contenuti dell’opera di 1800 battute come limite massimo. L’incipit deve essere inedito, le opere autopubblicate sono parificate alle inedite perché prive di regolare distribuzione. La gara si svolgerà in lingua italiana e la possibilità di partecipare è garantita fino a esaurimento posti.

Mara Martellotta

“Cadere nutre la terra. Poesie 1976-2022”: Giuseppe Goffredo alla Belgravia

Il poeta pugliese presenta in libreria venerdì 28 marzo il suo ultimo volume di poesie

Venerdì 28 marzo prossimo, alle ore 18.30, presso la libreria Belgravia di via Vicoforte 14 D a Torino, il poeta editore Giuseppe Goffredo presenterà il suo libro “Cadere nutre la terra- Poesie 1976-2022”, un’antologia poetica che raccoglie il percorso poetico dell’autore. La raccolta accoglie testi che vanno da “Poesie di Provincia” fino a “Cadere nutre la terra”, un cammino che si dipana andando avanti in un tempo lungo quarant’anni di una poesia che non ci si stanca di leggere tanto è vita. Modererà l’incontro il poeta Gian Giacomo Della Porta.

Nelle poesie di Goffredo si riscontrano impegno civile e un’inquietudine interiore che rendono la poesia lucida e viscerale. Nella poesia di questo autore tutto è detto con il candido denudamento di una parola vergine, molto evidente nella sua valenza sociale.
Giuseppe Goffredo esprime nei suoi versi un tono e un ritmo personalissimi che mettono in evidenza l’importanza della tematica sociale, non così comune nel panorama della poesia italiana contemporanea.

“Una poesia che riesce a dire come fosse la prima volta” – ha osservato il noto critico letterario e saggista Alfonso Berardinelli – o ancora il poeta Dario Bellezza, che nel 1978 la definì “Una poesia miracolosa, che viene da lontano, matura nelle sue estati contadine una forza e violenza che apparentandolo a Rocco Scotellaro, pure lo aggiorna in questa sua volontà di unire l’impegno diretto delle nuove generazioni meridionali ad un riscatto vero, che sappia fare i conti con il progresso e con l’idra che lo divora”. Maurizio Cucchi, nel 2003, scrisse di Giuseppe Goffredo:”Un poeta di grande carattere, una figura tra le migliori di una generazione”.

L’autore, nato ad Alberobello, in Puglia, nel 1956, è poeta, scrittore, editore e saggista, laureato in Filosofia.

Per la poesia ha pubblicato “Fra muri e sogni” (Einaudi,1982),”Paesaggi di Maggio” (Mondadori, 1989),”Elegie Empiriche” (Guerini e Associati, 1995). Per la Poiesis Editrice, casa editrice che Giuseppe Goffredo dirige dal 1995, sono stati pubblicati “Nessuna solitudine è più verde dell’azzurro dopo ogni spavento” (2015) e “Nelle voci del mare perdute” (2019). Nel 1987 gli è stato assegnato il Premio Pier Paolo Pasolini.

Mara Martellotta

Il seggio del peccato

Il 28 marzo uscirà nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglini, Il seggio del peccato, pubblicato nella collana narrativa da Infinito Edizioni, con l’introduzione di Sergio Chiamparino

Già dal sottotitolo – vite e dicerie di strapaese tra laghi, monti e vigne – si intuisce il senso dei racconti che si svolgono in terra piemontese, dalle valli al confine con la Svizzera ai laghi, dal Canavese fino a Torino, raccontando la nostra regione attraverso la sua gente laboriosa, i suoi ambienti, le atmosfere che ci trasportano negli angoli più profondi e suggestivi della campagna e della montagna, della grande città e della provincia. Vizi e virtù della gente semplice, furbizie e ingenuità, sono narrati in uno spaccato in salsa genuinamente subalpina di quella grande commedia umana che, quotidianamente, scorre con la stessa intensità delle acque del Po.

Travaglini, scrittore e collaboratore de Il Torinese, ama dare voce soprattutto alla gente comune, a quel mondo piccolo ma non minore col quale ha sempre voluto convivere, assimilandone i problemi, le speranze, le gioie e i dolori, con particolare attenzione alla storia passata, a tempi meno facili ma più ricchi di semplicità, di saggezza antica, di umanità. “Ogni racconto è un po’ come si svolgesse davanti ad un dipinto, ad una fotografia che rappresenta i paesaggi di quelle parti di Piemonte che fanno da scenografia alla narrazione”, scrive l’ex sindaco di Torino. “ Dalla barriera torinese ai caffè del centro di Torino, dalla val Formazza al lago Maggiore, da Viverone a Pavone ai tanti altri borghi canavesani, fino al viaggio “contiano” (nel senso di Genova per noi), che qui muove dalla bassa Lomellinese. Ma chi, specie fra i piemontesi di provincia, soprattutto delle generazioni più “antiche”, non ha voluto andare a vedere il mare magari per la prima volta e a mangiare il pesce a Genova?”. Sergio Chiamparino sottolinea come si tratti di “racconti ricchi di riferimenti storici, di notizie su luoghi, edifici storici, di curiosità, ricostruzioni di antiche tradizioni e motti popolari, molte cose che si ignorano o almeno io ignoravo. Infine, c’è una vena ironica che attraversa tutti i racconti, leggerezza e profondità al medesimo tempo, la scrittura è scorrevole la lettura molto piacevole. In fondo, cosa si può chiedere di più ad un racconto?”.

“Mi fai una storia?” A Druento il Festival di Lettura per bambini da 0 a 6 anni

E’ giunto quest’anno alla sua terza edizione

Venerdì 21 e sabato 22 marzo

Druento (Torino)

Giunta quest’anno alla sua terza edizione, è l’unica iniziativa del genere organizzata in Italia. “Mi fai una storia?” è un “Festival di Lettura” rivolto a bimbi piccolissimi, dagli 0 ai 6 anni, età in cui ancora, generalmente, non si legge. E che quest’anno anticipa i tempi, con inizio allo scoccar della primavera, i prossimi venerdì e sabato 21 e 22 marzo, in un luogo simbolico: la nuova “Biblioteca” di Druento (Torino), in via Morello 10, dedicata ad Ipazia D’Alessandria, matematicaastronoma e filosofa dell’antica Grecia, a capo della “scuola neoplatonica” di Alessandria, dove insegnò filosofia e astronomia. Completamente gratuito, il progetto é organizzato dall’Associazione “Il Bambino Naturale” (nata nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della genitorialità “ad alto contatto”) e “Il Leone Verde Edizioni”, in collaborazione con la “Biblioteca Civica Multimediale” e il patrocinio del “Comune di Druento”, sotto la direzione artistica di Anita Molino che con questa scelta ha deciso di portare in giro per la provincia di Torino l’iniziativa, ospitata nelle prime due edizioni a Settimo Torinese.

Il titolo si ispira a un libro di Elisa Mazzoli, ospite dell’edizione 2025: il volume – pubblicato dalla torinese “Il Leone Verde”, riprende una domanda che, spesso, i più piccoli rivolgono ai genitori o ai nonni, perché inventino loro delle “storie”. “Mi fai una storia?”, per l’appunto. Obiettivo del Festival rispondere a un’esigenza del bambino e mettere al centro – spiegano gli organizzatori – un comportamento al quale  andrebbe abituato fin da piccolissimo: leggere con i propri genitori, ascoltando la voce, seguendo e interpretando i disegni, commentando gli spunti offerti dalle pagine”.

In due giorni il Festival prevede, da un lato, un incontro, il venerdì 21 (dalle 17 alle 19), pensato per genitori, nonni, educatori, insegnanti, formatori, con idee e suggerimenti da parte di Elisa Mazzoli su come leggere a bambini 0-6 anni, come avvicinarli ai libri, come creare preziosi momenti di condivisione a casa e a scuola.

Dall’altro, propone, il sabato 22 (dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18), numerosi incontri e laboratori. Sabato mattina l’apertura è per i “piccolissimi”, età 0-3 anni: potranno avvicinarsi ai libri, scoprirli, toccarli, cullati dalle parole e attenti alle immagini.  Poi, toccherà alla fascia 3-6 anni, scoprire una “coccola diversa”, quella che passa leggendo assieme un volume. Alle 11,30, un “laboratorio montessoriano”, per bambini dai 3 ai 6 anni, sul valore dell’espressione personale nell’attività del disegno, tenuto da Isabella Micheletti, scrittrice, “educatrice Montessori” e formatrice nei corsi dell’“Opera Nazionale Montessori”.

Il pomeriggio di sabato è dedicato alla “musica”, con Laura Bossi e Chiara Marangoni, musiciste specializzate nel cosiddetto “metodo Gordon”, che proporranno tre concerti speciali, facendo leva sul fatto che “il bambino sviluppa la sua attitudine alla musica nei primi anni di vita attraverso un’esposizione che rispetti le sue grandi capacità di ascolto e di assorbimento”: i piccoli in biblioteca ascolteranno canti melodici e ritmici, senza parole, che seguono il principio di “varietà, brevità e ripetizione”.

“Abbiamo scelto simbolicamente l’inizio della primavera – dichiara Anita Molino, direttrice artistica della manifestazione – per celebrare i più piccoli e un gesto, quello della lettura ad alta voce e condivisa, che va incoraggiato e praticato sin dalla più tenera età. Un gesto di cura, di vicinanza e di relazione: tutti gli ultimi studi e le ricerche da parte di pedagogisti e neuropsichiatri mettono in luce l’importanza della lettura condivisa con i piccolini, che risulta avere effetti benefici sul neurosviluppo e un’influenza positiva sul rapporto che il bambino avrà da grande con i libri”.  Un gesto che sarà al centro di laboratori, ma sarà anche oggetto della riflessione con genitori e operatori, in questa edizione druentina che non dimentica tematiche care al festival quali la “musica” e il “metodo Montessori”.

Obbligatoria la prenotazione a: ufficiofamiglie@comune.druento.to.it

Per il programma dettagliato: www.mifaiunastoria.it

G.m.

Nelle foto: immagine di un laboratorio con i bimbi, Elisa Mazzoli e Isabella Micheletti

Nuova vita ai vecchi libri! Nasce a Torino la “Biblioteca condivisa e diffusa”

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Già aperti i primi spazi, insieme alle “buche delle lettere” dove lasciare pensieri scritti a mano

Giovedì 20 marzo, prima inaugurazione

I libri non si buttano. Mai! Neppure quando li hai letti (anche più volte) e ne hai le pareti piene. Del resto, Una stanza senza libri – scriveva già ai suoi tempi (l’attribuzione è incerta, ma assolutamente condivisibile) il grande Cicerone – è come un corpo senz’anima. E l’anima non si butta certo al macero. Ci mancherebbe! Si può offrire, quale segno di amicizia e d’amore. Quello sì. Così come i vecchi libri, cui proprio non riusciamo più a trovare un posto nelle nostre librerie. O semplicemente, anche in questo caso, come gesto di generosa amicizia verso il prossimo. Uno scambio. O un atto di solidarietà verso chi, forse, non può permettersi il pur semplice acquisto di un libro. Da queste considerazioni, nasce l’idea di una vera e propria “Biblioteca condivisa e diffusa”, nata “per salvare libri usati dall’abbandono e dal macero, dando loro una nuova vita libera, in spazi sociali e culturali accessibili ed inclusivi”. Intelligentemente “colpevoli” (si fa per dire!) della bella pensata, le cosiddette “Compagne di Banco”, alias Elena Forno (oggi occupata in “UniTO”, nel 2024 il suo primo libro “I motori della Rivoluzione” per “Buendia Books”) e Chiara Avidano (free lance in vari settori comunicativi, nel 2022 autrice della raccolta di poesie “Misto Archivio” per “Neos Edizioni”), che compagne di banco lo sono state veramente, al “Liceo classico Alfieri”, per poi ritrovarsi a scrivere un blog, da marzo 2024, e a promuovere incontri di “lettura silenziosa condivisa”, i “silent reading party” che spopolano in Europa, e momenti di presentazione e riflessione con scrittori, sempre entrambe fedeli all’obiettivo di “tenere il filo della realtà al di là della rete”. Il che vuol dire sfidare e sfidarsi con non poco coraggio, anche oltre i giochi della quotidiana realtà.

Di qui, per l’appunto, il progetto, per ritornare a bomba, della “Biblioteca condivisa e diffusa”.  Già pronte le prime due sedi. Il primo spazio si inaugura giovedì 20 marzo, alle 18,30, al “Villino Caprifoglio”, in viale Medaglie d’Oro 88, “bizzarra casetta del Valentino che pare uscita da una fiaba classica”, un tempo gestito dalle “Biblioteche civiche”, oggi rinato grazie alla presa in carico della struttura da parte di “Campo Base”, progetto sociale di “1Caffè Onlus”, fondato nel 2011 dall’attore torinese Luca Argentero e da Beniamino Savio (attuale presidente), pensato per erogare servizi agli enti del “Terzo Settore”.

Il secondo punto, in attesa di apertura, è invece nell’“ex scuola” di via Rubino 2, a Mirafiori Nord, che il Comune di Torino ha dato in concessione a “I buffoni di corte”, associazione che lavora con la disabilità cognitiva e coi giovani: attualmente l’edificio è oggetto di ristrutturazione e, appena sarà pronto, ospiterà un’altra costola della “Biblioteca”. La caccia è aperta anche per il reperimento di altre sedi sul territorio cittadino. “Entrambi questi luoghi – spiegano le ‘Compagne di Banco – offriranno uno spazio per i libri a disposizione di chi desidera leggerli, prenderli in prestito o tenerli, magari riportandone uno in cambio di quello presoIntorno ai libri, coordineremo anche incontri a tema per dare vita a momenti di comunità, legati dalla condivisione e dallo scambio. L’idea è uscire dal mondo digitale che assorbe e svuota, ritrovando spazi fatti di empatia e tempi lenti. E non è tutto.

In parallelo, infatti, Elena e Chiara lanciano anche il progetto “Le parole tra noi da salvare”, legato al recupero delle “cassette delle lettere”, ormai per “Poste Italiane” inutili reperti da rottamare (in tempi di abbandono dell’antica – così bella! – modalità di comunicare con carta e penna) e, invece, per le due fanciulle, poeticamente utilizzabili come “contenitori di pensieri e parole”. “Noi andiamo in controtendenza– precisano – e invitiamo le persone a prendere carta e penna e ridare senso al gesto dello scrivere, come momento intimo di cura verso la persona a cui si pensa ma anche verso sé stessi. Si dà spazio al pensiero che, dalla mente, passa alla mano e scende nelle lettere tracciate su carta. Quindi, è davvero parola pensata”.

Le “cassette delle lettere” saranno a disposizione dei torinesi in alcuni luoghi strategici: il Villino Caprifoglio” al parco del Valentino, la “Casa del quartiere Bagni pubblici” di via Agliè, l’“hub culturale” di via Baltea 3, la “nuova sede” dell’associazione culturale “I buffoni di corte” di via Rubino, la “Casa nel parco” di Mirafiori Sud. In questi luoghi, durante gli incontri aperti di lettura e scrittura organizzati da “Compagne di Banco”, ma anche nei momenti liberi (le cassette sono aperte e disponibili), “si potranno depositare i propri pensieri di carta, le proprie lettere mai spedite, le parole che si vogliono in qualche modo salvare e conservare”.

Infine, l’invito lanciato da Elena Forno e Chiara Avidano: quanti avessero libri da donare o spazi in grado di accogliere la “Biblioteca condivisa e diffusa” possono scrivere a info@compagnedibanco.it

Sempre sul sito www.compagnedibanco.it si possono anche consultare tutti gli appuntamenti del progetto finora programmati.

Gianni Milani

Nelle foto: Le “Compagne di Banco” e alcuni dei libri “salvati” e destinati alla “Biblioteca condivisa e diffusa”

Belgravia: presentazione di “Sussurri dall’anima” e “Incendi – poesie indocili”

 

Editi da Paola Caramella Editrice

La Libreria Belgravia e Paola Caramella Editrice promuovono un doppio appuntamento culturale giovedì 20 marzo, alle ore 18.30. Saranno presentati i libri “Sussurri dall’anima”, dell’autrice Ilenia Dell’Aquila, e “Incendi-poesie indocili”, del poeta Fabio Partemi. Gli autori dialogheranno con la giornalista Mara Martellotta e l’avvocato Alberto Cochis, già moderatori di una passata presentazione. Questo appuntamento fa parte dell’evento “Comunità attiva – la settimana della comunità educante”.

Il pubblico si confronterà con gli autori Ilenia dell’Aquila e Fabio Partemi, che presenteranno rispettivamente un romanzo e una silloge di poesie. L’importanza della parola è il fil rouge che unisce due opere sostanzialmente diverse, sorelle nella capacità di “creare mondo”, un pensiero che di riporta a “Le Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, fondamentale per creare il mondo che li circondava.

Nel romanzo di Ilenia Dell’Aquila, “Sussurri dall’anima”, si viene guidati nell’inconscio di Aura, la giovane fanciulla protagonista della vicenda, affetta da una malattia che le ha strappato violentemente la vita da adolescente.

Le poesie di Fabio Partemi, contenute nella silloge “Incendi – poesie indocili”, si immergono negli stati d’animo ricchi di vuoto, di assenze amorose e di estraneità dal mondo in cui si vive, e i versi paiono rappresentare la salvezza dell’uomo ancor prima di quella del poeta.

Gian Giacomo Della Porta