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Che gran “cinquina” di scrittrici a “Contemporanea”!

Nell’ultimo appuntamento dell’anno, il Festival ideato dalla biellese “BI-BOx – APS” chiude nello storico “Palazzo Ferrero” con cinque ospiti di alta classe

Sabato 13 dicembre, ore 15,30 – 19,30

Biella

Non poteva brindare al nuovo anno con “bollicine” migliori “Contemporanea. Parole e storie di donne”, il Festival “al femminile” realizzato a Biella da “BI-BOx-APS” (a cura di Irene Finiguerra e Barbara Masoni), giunto al suo ultimo round del 2025 con un appuntamento, in programma sabato 13 dicembre (dalle 15,30 alle 19, 30), che vedrà dialogare e invitare al dialogo cinque autrici sicuramente di gran richiamo impegnate a raccontarsi e a raccontare le loro ultime produzioni letterarie. Cinque incontri che si terranno presso lo storico “Palazzo Ferrero” (corso del Piazzo, 25), per chiudere insieme l’anno, in compagnia di parole storie idee ed emozioni ruotanti intorno ai temi delle relazioni, fra quotidianità e antiche consuetudini mai del tutto sopite. Cinque scrittrici in dialogo con il pubblico, in un critico suggestivo interfacciarsi fra loro e le loro ultime opere. I loro nomi: Maria Grazia CalandroneIrene FacherisTiziana FerrarioMariachiara Montera e Linda Laura Sabbadini.

Scrittrice, poetessa, drammaturga e artista visiva, sarà la milanese Maria Grazia Calandrone, già finalista (fra i numerosi “Premi”) allo “Strega 2021”, ad aprire i giochi, portando a Biella il suo recente “Dimmi che sei stata felice” (“Einaudi”, 2025): un romanzo, ambientato sull’insolito – per un libro di Narrativa – litorale di “Nuova Ostia”, che “mescola vicende intime e tensioni collettive” (tra Aurora, psicologa cinquantenne, già nonna, e Viola, illustratrice, nasce un sentimento intenso), nato da un’accurata indagine storica che attraversa il periodo dalla Seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, seguendo le esistenze di ben tre generazioni di donne.

“Tutti gli uomini hanno lo straordinario privilegio di potersi far ascoltare da un altro uomo”: parole decise, dal contenuto e dai sottintesi ben chiari espressi un giorno da Irene Facheris (seconda ospite di “Contemporanea”), anche lei milanese, formatrice e attivista, dal 2014 impegnata nelle “soft skills” e nelle “tematiche di genere”. Ebbene, proprio da quelle sue succitate riflessioni e parole,  è nato prima un podcast di interviste, “Tutti gli uomini – voci maschili si raccontano per cambiare”, in cui si esprimeva l’idea che il ruolo del maschile nell’eliminazione della violenza di genere fosse centrale, anche se non semplice, e poi il libro (“Tlon”, 2025) che sarà presentato a “Contemporanea” e in cui sono state raccolte decine di testimonianze di uomini che parlano di sé, delle relazioni, delle difficoltà e delle possibilità di cambiamento. Un accorato invito ad aprire un dialogo autentico, per capire e trasformarsi.

Terzo incontro, quello con con Tiziana Ferrario, celebre volto televisivo, scrittrice e giornalista, inviata di guerra (dall’Afghanistan al Medio Oriente all’Africa) e politica estera (corrispondente da New York), nominata nel 2003 “Cavaliere al merito della Repubblica” dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nello staff del TG1 fin dai primi Anni ’80, la Ferrario metterà al centro del suo incontro a “Palazzo Ferrero”, la sua “Anna K” (“Fuoriscena”, 2025). In particolare, gli anni finali di Anna Kuliscioff, la “signora del socialismo”, dal 1912 alla vigilia del fascismo: un periodo attraversato da guerre, lotte politiche, passioni civili e figure femminili straordinarie. Quello mirabilmente tracciato da Tiziana Ferrario è un ritratto potente di una donna che ha segnato la storia italiana, narrato da un’altra donna, una delle più importanti giornaliste del nostro Paese.

A chiudere la ben combinata “cinquina” saranno Mariachiara Montera e Linda Laura Sabbadini. Salernitana di nascita ma oggi residente a Torino, la prima, foodwriter e content creator presenterà il suo ultimo libro “Sugo” (“Blackie Edizioni”, 2025), in cui emerge tutta la sua predilezione per il tema – racconto “cibo”, in pagine che invitano però a “guardare oltre il piatto, per illuminare le dinamiche che ci hanno reso le persone che siamo”. Statistica e pioniera negli studi di genere e già direttrice “ISTAT”, la seconda, arriverà a Biella con il suo “Il Paese che conta. Come i numeri raccontano la nostra storia” (Marsilio, 2025), libro in cui l’autrice ricostruisce la storia recente dell’Italia da una prospettiva unica, restituendo il ritratto di un Paese per molti aspetti diverso da quello che si penserebbe: un Paese dove gli uomini si dilettano nel ricamo e le donne preferiscono l’enigmistica, ma anche dove “più di sei milioni di italiane hanno subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita”. E per finire con gusto una bella “tavola imbandita”. Un ricco banchetto sì, ma a base di libri. “Disposti sopra i piatti, legati da nastri o poggiati su tovaglie di lino, i volumi – spiegano le organizzatrici – diventano i veri invitati a questo banchetto ideale. Ogni libro è un posto a tavola, un invito a sedersi, a condividere parole, storie, pensieri. La tavola è imbandita come per le grandi occasioni. Ma al centro, invece del convivio del cibo, c’è il convivio delle idee”.

g.m.

Nelle foto: Maria Grazia Calandrone (Ph. Barbara Ledda); Irene Facheris; Tiziana Ferrario (Ph. Mirta Lipsi_5) 

La “conversione” di Vito. A Fossano, secondo appuntamento di “Granda in Rivolta”

Con la presentazione del libro di Vito Alfieri Fontana “Ero l’uomo della guerra”

Domenica 14 dicembre, ore 18

Fossano (Cuneo)

Da fabbricante d’armi a coraggioso “cacciatore” di mine. Un gran salto. E una storia di redenzione, tormentata e dolorosa, quella che racconta Vito Alfieri Fontana nel suo libro (scritto a quattro mani con il giornalista Antonio Sanfrancesco“Ero l’uomo della guerra. La mia vita da fabbricante d’armi a sminatore” (Ed. Laterza, 2023). Libro che, insieme al suo autore, sarà protagonista di presentazione e discussione nella serata organizzata a Fossano (Cuneo) dall’Associazione “Grande in Rivolta”domenica 14 dicembre (alle 18) presso la “Vineria in Piazzetta” di via Garibaldi 40.

Un appuntamento sicuramente di grande attualità, visti i tempi di incredibile ferocia bellica che da più parti tormentano il nostro mondo. Senza segnali concreti e credibili, nonostante i proclami (proclami al vento!) da parte dei Potenti “burattinai” della Terra, di possibili venti di pace all’orizzonte. “Un appuntamento – sottolineano gli organizzatori – di profonda riflessione sulle responsabilità individuali e sull’industria bellica”, tanto più nella sua messa in gioco di esperienze personali che, ancor oggi, sono dolorosi strappi nella carne di chi a quel “gioco al massacro” ha prestato una parte importante della propria vita, delle proprie competenze e dei propri guadagni.

Al centro dell’incontro fossanese, infatti, sarà lo stesso Vito Alfieri Fontana, ingegnere e per circa vent’anni, dal 1977 al 1993, la mente della “Tecnovar italiana” di Bari, una delle più grandi aziende produttrici di “mine antiuomo” e “anticarro” a livello mondiale. In quel periodo, Fontana ha progettato, costruito e venduto oltre due milioni e mezzo di mine antiuomo. E forse non avrebbe mai smesso, se a un tratto nella sua vita non avesse deciso di imboccare, a seguito di una profonda crisi d’identità e di coscienza, la sua personale “via di Damasco”, alla ricerca di quella miracolosa “luce” capace di sconfiggere definitivamente le “tenebre” dell’anima. Ma, soprattutto, a fare di lui un altro uomo fu la semplice innocente domanda del figlio allora di otto anni Ma papà, con il lavoro che fai anche tu sei un assassino? Parole ingenue e, nello stesso tempo, terribili che toccano a fondo il cuore di Fontana e che nell’immediato gli fanno decidere di dare una svolta alla sua vita e di chiudere, nel 1993, con l’azienda di famiglia, proprio in parallelo con l’avvio della “Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo”.

Due anni dopo, inizia quella che lui stesso definisce la sua “seconda vita”: da “armaiolo” diventa “sminatore”, trascorrendo quasi vent’anni, dal 1999 al 2016, nell’area balcanica (Kosovo, Serbia, Bosnia) come “capo missione” per progetti umanitari, prima con l’“Ong Intersos” e poi con la “Cooperazione italiana”.
Ho progettato, costruito e venduto due milioni e mezzo di mine antiuomo. Ne ho tolte migliaia, per quasi vent’anni… Dal punto di vista numerico, il bilancio è impari. Da quello della mia coscienza pure, perché il male compiuto resta. Per sempre” scrive Fontana nel suo libro.
Il libro non è solo una storia personale di redenzione, “ma un’analisi cruda e senza reticenze – si sottolinea – del mondo delle armi, che interroga ciascuno sulle responsabilità rispetto ai fatti della storia”. Si parla della quantità di mine prodotte – del modello di punta la “Tecnovar” ne produceva 3mila al giorno – e della loro micidialità. L’autore affronta anche temi come l’uso dell’uranio impoverito e l’impatto disastroso delle armi sui civili.
Al termine della presentazione, ci sarà la possibilità di cenare e intrattenersi con l’autore e il co-autore. Per l’apericena è richiesta la prenotazione ai numeri 0172/633706 o 331/7502831.
Intanto giovedì 11 dicembre proseguono gli appuntamenti di “Granda in Rivolta” alla “Biblioteca di Trinità” (Cuneo); ospite Giulia Arduino, ricercatrice del “Laboratorio di Storia delle Alpi”, che presenta “Che ne sarà di noi? Ricordi di partigiani piemontesi a ottant’anni dalla Liberazione” (“arabAfenice”, 2024), portando testimonianze preziose sulla Resistenza piemontese.

 

Per ulteriori info: “Granda in Rivolta”, Fossano (Cuneo); tel.0172/633706 o grandainrivolta@gmail.com

 

g. m.

 

Nelle foto: Vito Alfieri Fontana; Cover “Ero l’uomo della guerra. La mia vita da fabbricante d’armi a sminatore” (Ed. Laterza, 2023); Vito Alfieri Fontana nelle vesti di “sminatore”

 

Gioco a somma zero

Mi è arrivato quasi un mese fa. Ho dovuto aspettare nel leggerlo perché mia moglie lo ha intercettato prima del sottoscritto. Dopo le prime 50 pagine mi ha detto: bello, debbo assolutamente finirlo.
Finito, il verdetto è stato perentorio: molto bello.
Mia moglie ha ragione ed io aggiungo una cosa:  molto ma molto ben scritto. Come è che si dice? Il tempo vola via e non riesci nel smettere nel leggerlo. Ammetto, ero titubante per un motivo: Matteo Rossomando è, per me soprattutto un amico e fratello di una mia cara amica. Diciamolo pure, un amico di famiglia. Dunque avrei potuto non essere obbiettivo. Con quel ragionevole distacco che la lettura deve avere. Ma vi assicuro che la coppia Fabio Girelli e Matteo Rossomando sono una ottima coppia letteraria. Non solo un occasione di lettura ma anche una occasione per fare graditi doni natalizi. “Gioco a somma zero”, edito da Capricorno, è una cavalcata nella nostra città. In particolare la sua collina sempre affascinante, all’interno della professione avvocatizia. Del resto Matteo Rossomando è tra più stimati avvocati civilisti di Torino.
Il romanzo va oltre il classico  poliziesco per essere e diventare una moderna rappresentazione del presente. Dove potere, corruzione, e sentimenti umani difatto si mischiano a tal punto e diventare un tutt’uno. Ultima cosa, ho sempre stimato l’autore, in questo caso gli autori maschi che riescono ad “interpretare” ruoli femminili. Vedere la realtà da un altro punto di vista. La famosa altra meta’ del cielo. Ripeto, da leggere e regalare agli amici ed amiche.

PATRIZIO TOSETTO

Rassegna dei Libri del mese

NOVEMBRE 2025

Il libro più discusso  a novembre sul nostro gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri è stato il romanzo di Alcide Pierantozzi, Lo Sbilico che affronta il delicato tema del disagio psichiatrico e ha toccato il cuore di molti lettori.

Natale è alle porte e non può essere Natale senza un libro da leggere o regalare! Se vi servono idee o suggerimenti, venite con noi per un giro in libreria!

Io Sono Cleopatra (Neri Pozza, 2025) di Natasha Salomon è una buona idea se amate il romanzi storici:

Cleopatra è la nuova regina d’Egitto e  non si lascia intimorire dalle trame di Tolomeo o da Cesare, l’uomo forte di Roma che nelle mani della regina sarà solo una pedina del grande gioco di potere. O forse qualcosa di più…

Se amate il fantasy, non perdete. Galaphile (Mondadori, 2025) di Terry Brooks che ritorna nel mondo di Shannara per raccontare come tutto è iniziato, addentrandosi in un’epoca cruciale e finora inesplorata, che cambierà per sempre il volto delle Quattro Terre.

Se amate i saggi e la storia contemporanea, potreste leggere

C’Era Una Volta In Italia. Gli Anni Ottanta, di Enrico Deaglio e Ivan Carozzi (Feltrinelli, 2025) in libreria dal 3 dicembre.

Un decennio raccontato come un grande romanzo civile, costruito attraverso cronache, voci, immagini, fatti, sogni, mode e paure. Una narrazione corale in cui la Storia entra nelle case con il telegiornale e la pubblicità, con le stragi e con la musica.

Buona lettura e buone feste!

Consigli per gli acquisti

 Questa è la rubrica nella quale diamo spazio agli scrittori emergenti, agli editori indipendenti e ai prodotti editoriali che rimangono fuori dal circuito della grande distribuzione.

La Teoria delle Dinamiche Risonanti – Diplomazia Economica e Politica della nuova Era (Youcanprint, 2025) è il nuovo saggio saggio in cui Fabio Presicce fonde la logica della meccanica con l’interpretazione dei fenomeni geopolitici contemporanei, offrendo una lettura scientifica per l’interpretazione del nostro presente, alla disperata ricerca di un nuovo ordine, per comprendere quali rischi e minacce possano esservi  occultati.

Sì Viaggiare, di Aldo Campostrini (auto-pubblicazione, 2025), un libro che racconta  non tanto l’esperienza turistica, quanto la scoperta del mondo, l’arricchimento personale e il valore sociale legato all’idea di lunghi viaggi.

Dite Addio A Luana Green è il nuovo giallo di Marco Alberici (auto-pubblicazione, 2025), che riporta i suoi lettori a Milano, per seguire la terza  indagine del commissario Marco Manfrè: un giallo classico, dalla trama realistica e dalla narrazione  scorrevole.

Incontri con gli autori

Abbiamo intervistato per voi  Claudia PicciniFabio Presicce e Gabriella Genisi.

 

Per rimanere aggiornati su novità e curiosità dal mondo dei libri, venite a trovarci sul sito www.ilpassaparoladeilibri.it

 

“Francesco. Il primo italiano”. Cazzullo presenta il suo ultimo libro

 

Ospite “di casa” al “Villaggio Narrante” della “Fondazione Mirafiore”, Aldo Cazzullo presenta il suo ultimo libro dedicato al “Poverello di Assisi”

Sabato 6 dicembre, ore 18,30

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Appuntamento tradizionale, nell’ambito dei “Laboratori di Resistenza Permanente”promossi dalla “Fondazione Mirafiore” di Serralunga d’Alba, quello con Aldo Cazzullo, giornalista (origini albesi), scrittore, saggista nonché autore teatrale che, sabato prossimo 6 dicembre presenterà, alle 18,30, nel “Villaggio Narrante” di Fontanafredda, il suo ultimo libro “Francesco. Il primo italiano” (ed. “HarperCollins”, cover da Cimabue e da quel suo “Ritratto” vicino alla “Maestà” affrescata nella“Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi”) pubblicato in occasione degli ottocento anni dalla morte del “Poverello di Assisi”, nato Giovanni di Pietro di Bernardone (Assisi, 1181/’82 – 1226), proclamato Santo nel 1228 da Papa Gregorio IX e dichiarato, insieme a Santa Caterina da Siena, “Patrono d’Italia” nel 1939 da Papa Pio XII.

Certamente fra le firme più autorevoli del giornalismo italiano, Cazzullo, da oltre 35 anni racconta l’Italia e il mondo sulle colonne de “La Stampa” prima (dal 1888) e del “Corriere della Sera” poi, quotidiano di cui oggi è “vicedirettore ad personam” e responsabile della pagina delle “Lettere”. Con oltre trenta libri all’attivo e un palmarès di Premi veramente da “record”, oltre alla conduzione del programma “Una giornata particolare” su “La7”, Cazzullo (sua l’ultima intervista televisiva all’infinita Ornella Vanoni, andata in onda  in esclusiva cinque giorni dopo il 21 novembre, giorno della sua scomparsa) è capace di trasformare la storia in “racconto vivo, avvicinandola a chi ascolta con chiarezza, rigore e passione civile”.

Nell’incontro di sabato prossimo a Serralunga d’Alba, lo scrittore spiegherà il perché della “nascita” (dopo aver ricostruito l’eredità dell’impero romano e aver attraversato le grandi narrazioni bibliche) del “suo” Francesco, uomo capace – con la potenza delle sue scelte e la forza del suo esempio – di essere voce suggestiva e trascinante per l’umanità del suo tempo non meno che per quella d’oggi.

Il racconto prende avvio da un’affermazione sorprendente: “Di uomini così ne nasce uno ogni mille anni. Duemila anni fa Gesù. Nel millennio precedente Buddha. Nel millennio successivo san Francesco”. Attorno a questa intuizione prende forma un viaggio affascinante nella vita del “Poverello”: l’adolescenza segnata dagli ideali cavallereschi, la rottura con il padre, la celebre “spoliazione” in piazza, l’incontro con il Papa e con Santa Chiara, il mistero delle “stimmate”, fino alla distruzione delle prime biografie che raccontavano un Francesco troppo “umano” per i gusti dell’epoca. Ma il libro non si limita alla ricostruzione delle vicende storiche: affonda la narrazione nelle pieghe del sociale dove il suo messaggio continua a vivere anche oggi, attraversando l’arte, il cinema, la letteratura, l’impegno civile e la spiritualità di milioni di persone. San Francesco emerge così non solo come “Patrono d’Italia”, ma come il “primo vero italiano”, autore del celebre “Cantico delle Creature” (1224), la prima poesia in lingua volgare, “ispiratore di Dante, Petrarca, Boccaccio, Giotto, Manzoni fino a De Gasperi” e dunque anticipatore di quell’“umanesimo” moderno, che invoca ancora oggi rispetto per il Creato tutto, per la dignità della persona, per la donna e per gli ultimi. Temi che, attraverso di lui, arrivano da lontano, pur essendo, ad otto secoli di distanza, di strettissima e impegnativa attualità.

“Con il suo racconto limpido, Aldo Cazzullo – sottolineano gli organizzatori – accompagnerà il pubblico della ‘Fondazione’ in un percorso che intreccia storia, identità e memoria collettiva, restituendo l’attualità di un messaggio che attraversa i secoli e che oggi, in un mondo attraversato da crisi, conflitti e incertezze, risuona più che mai necessario”.

L’ingresso agli appuntamenti della “Fondazione Mirafiore” è libero, su prenotazione dal sito www.fondazionemirafiore.it

Per ulteriori info: “Fondazione Mirafiore”, via Alba 15; Fontanafredda (Cuneo); tel. 0173/626424o www.fondazionemirafiore.it

g.m.

Nelle foto: Aldo Cazzullo e cover “Francesco. Il primo italiano”

 

Oliva al “Pannunzio” presenta “La prima guerra civile”

MERCOLEDÌ 3 DICEMBRE ALLE ORE 17.30

Al Centro Pannunzio in via Maria Vittoria 35 h  il giornalista Carmine FESTA in dialogo con l’autore, presenterà il libro di Gianni OLIVA “LA PRIMA GUERRA CIVILE. Rivolte e repressione nel Mezzogiorno dopo l’unità d’Italia”, Mondadori Editore. Presiede Pier Franco QUAGLIENI che ricorderà in apertura la socia Gianna BUSSI PASSAGGIO mancata nei giorni scorsi.

Vèstiti. La psicologia dietro l’abbigliamento

Il libro di Daniela Prandi dedicato allo stile, alla personalità e all’autostima

I vestiti parlano. Raccontano di noi, della nostra personalità, dei nostri stati d’animo. Ogni giorno davanti ad un armadio decidiamo come presentarci al mondo, ma non è una semplice scelta, si entra, infatti, in una sfera che coinvolge diversi temi oggetto di ricerca e approfondimento nell’ambito umano. La psicologia dell’abbigliamento, nella fattispecie, è la disciplina che esplora il legame tra ciò che indossiamo e come ci sentiamo, ci percepiamo e veniamo identificati dagli altri.

Ce ne parla nel suo libro, Vèstiti. La psicologia dietro l’abbigliamento, molto interessante e concreto, Daniela Prandi che ha fatto della sua passione per la psicologia e per gli abiti un percorso lavorativo combinato, che mira a far lavorare in modo sinergico il dentro e il fuori, l’identità e l’immagine. Questo volume, organizzato tra teoria e pratica, vuole essere uno stimolo a vestirsi con la consapevolezza dei messaggi e dei poteri che l’abbigliamento possiede, ma anche una raccolta di riflessioni utili a conoscere e riconoscere la propria personalità.

La Prandi racconta “prima di avviare questa attività lavoravo nell’orientamento professionale e nella formazione e dopo 20 anni ho deciso di passare dai file ai fili, dai monitor agli specchi. Questo passaggio è avvenuto gradualmente inserendo il tema della vestemica all’interno di diversi corsi e attraverso la creazione di un progetto, portato avanti con Sabina Rosso, che si chiamava Habitus da leader, il cui focus era quello di vestire la propria leadership. In quel periodo, inoltre, mi occupavo anche di coaching e collaboravo con uno studio dove potevo coordinare le mie attività; desideravo, tuttavia, un posto tutto mio e quindi mi sono detta perché’ non aprire un negozio? Una soluzione dove prodotto e servizio si fondono per lavorare sullo stile? È nato così PersonAtelier la cui vision è quella di poter vedere più persone sempre piu’ soddisfatte ed orgogliose di chi sono e come sono, dentro e fuori”.

Vèstiti è il prodotto, tradotto in un manuale, di anni dedicati alla consulenza di stile, alla offerta di vestiti ed accessori, di gesti dedicati al potenziamento dell’autostima. Nello scritto troviamo i significati terminologici di moda e abbigliamento in relazione alla psicologia, ci si pone quesiti e si restituiscono le relative risposte sul linguaggio degli abiti, sull’identità, l’immagine e lo stile.

Il libro di Daniela Prandi, dunque, non è semplicemente un libro sulla moda, sugli outfit giusti o di tendenza è uno stimolo alla conoscenza di sé attraverso ciò che vestiamo e indossiamo, perché gli abiti e gli accessori sono la nostra seconda pelle, l’estensione del nostro se’, una maniera di comunicare a chi ci circonda la nostra identita’.

www.personatelier.com

Maria La Barbera

“Oltre il Ghiaccio”. Il nuovo romanzo di Nadia Lanzi tra resilienza, coraggio e seconde opportunità

Informazione promozionale

Dopo il successo di Come fuoco sul ghiaccio, la scrittrice milanese Nadia Lanzi torna in libreria con Oltre il Ghiaccio, il secondo capitolo della sua saga sentimentale che ha conquistato lettori di ogni età grazie alla capacità di intrecciare emozione, intensità narrativa e realismo psicologico.

Lanzi, già nota per la sua sensibilità nel raccontare gli intrecci del cuore e le fragilità dell’età adolescenziale, in questo nuovo lavoro compie un ulteriore passo avanti: la sua scrittura si fa più matura, più incisiva, senza perdere quella delicatezza emotiva che contraddistingue il suo stile. Le atmosfere rimangono quelle che hanno fatto innamorare i lettori, ma la narrazione si apre a sfumature più profonde, mettendo al centro temi universali come la resilienza, la capacità di rialzarsi dopo una caduta, e il coraggio di mettersi in gioco anche quando tutto sembra remare contro.

In Oltre il Ghiaccio ritroviamo Elisa e Christian, i protagonisti del primo romanzo, in una fase nuova della loro vita: più consapevoli, più segnati dalle esperienze, ma anche più pronti a confrontarsi con ciò che temono davvero. La loro crescita personale diventa la chiave del racconto. Non più solo l’incontro che sconvolge, ma il percorso che costruisce. Non più la passione travolgente come fine, ma come punto di partenza per capire chi si vuole essere davvero.

Tra sfide professionali, scelte difficili e fragilità che riaffiorano, i due protagonisti imparano a guardarsi con occhi nuovi e a non dare per scontato ciò che la vita può ancora offrire. È un romanzo che parla di seconde opportunità — quelle che spesso spaventano più delle prime — e del potere della fiducia, verso l’altro e verso sé stessi.

Con uno stile più maturo, un ritmo narrativo curato e un’attenzione particolare ai dialoghi e alle dinamiche emotive, Nadia Lanzi firma un’opera che non è solo il naturale seguito del suo esordio, ma il consolidamento di una voce narrativa che si sta facendo riconoscere per delicatezza, autenticità e profondità.

Altra novità di quest’opera è l’auto-pubblicazione. L’Autrice, vittima dei classici raggiri tipici degli editori che sfruttano l’ingenuità degli autori emergenti, in quest’opera ha messo tutta sé stessa, non solo nella scrittura ma anche nell’editing, nell’impaginazione e nella grafica della copertina, dando palese visione delle sue abilità a 360°.

Oltre il Ghiaccio è un romanzo che racconta la forza dell’amore quando diventa scelta consapevole, e non più soltanto destino. Un invito a credere che, anche dopo il gelo, possa nascere qualcosa di sorprendentemente vivo.

 

Nadia è molto attiva sui social, dove ama dialogare con i suoi lettori, condividere retroscena della scrittura e aggiornamenti sui suoi progetti.
📍 Facebook: https://www.facebook.com/share/14MUKRX8iiZ/
📍 Instagram: https://www.instagram.com/nadia_lanzi?igsh=aGV6M2pxNjZid21w

La storia vera del rapinatore che sfidò legge e destino in “Chi ha polvere spara”

Venerdì 5 dicembre alla Libreria Belleville

La libreria Belleville (Piazza De Amicis 80/E) accende i riflettori sul nuovo romanzo di Donato MontesanoChi ha polvere spara. L’appuntamento è fissato per venerdì 5 dicembre alle 18.30: a dialogare con l’autore sarà la giornalista Valeria Rombolà, per un incontro che promette di unire letteratura, cronaca e memoria storica.

Al centro del libro la figura di Pancrazio Chiruzzi, detto Pan: un ragazzo nato in Basilicata e cresciuto tra vicoli, mare e fuochi d’artificio, costretto a emigrare a Torino durante gli anni delle grandi migrazioni interne. Qui scopre l’altra faccia del sogno industriale: discriminazione, fatica in fabbrica, sfruttamento. La rabbia lo spinge oltre il confine della legge, trasformandolo in uno dei rapinatori più astuti e ricercati del Paese.
Nel romanzo, Montesano racconta una vita in bilico tra amicizia, fedeltà e crimine. Per Pan il colpo perfetto è quello senza spari: la violenza non serve a chi ha la testa e gli amici giusti. Le sue rapine – in banche, uffici postali, treni in corsa, furgoni blindati – attraversano l’Italia e l’Europa, senza mai un ferito. Dietro l’ombra del fuorilegge emerge però l’uomo, costretto infine a fare i conti con scelte, perdite e amori impossibili.
Chi ha polvere spara nasce da una storia vera. Chiruzzi, tra gli anni ’70 e il 2000, accumulò ricchezze ingenti – oltre un miliardo di lire a soli 22 anni – restando però indipendente da mafia e criminalità organizzata. Dopo 36 anni complessivi di detenzione, si è poi dedicato alla divulgazione della propria esperienza e alla sensibilizzazione sulle condizioni carcerarie.
Montesano, classe 1991, originario di Tricarico (MT), si è imposto nel panorama letterario fin dai primi esordi. La sua raccolta I grandi scrittori non mangiano, vincitrice del Premio Giovane Holden e candidata a numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Campiello 2018, è stata definita dalla Biblioteca Centrale di Torino “uno dei migliori esordi del 2018”.
Pubblicato nel 2023, Chi ha polvere spara ha ottenuto il Premio Speciale Giallo Grottammare 2024, è stato selezionato dal Book Database della Film Commission Torino Piemonte e presentato al Salone Internazionale del Libro 2025 tra gli autori rappresentativi della Basilicata. La storia di Chiruzzi ha recentemente catturato anche il mondo del podcast, approdando in due tra i format più ascoltati del Paese: One More Time di Luca Casadei e Non Aprite Quella Podcast di J-Ax.
Un incontro, quello del 5 dicembre, che promette di restituire non solo la cronaca di una vita al limite, ma anche il ritratto di un’Italia che cambia, tra lotte operaie, speranze di riscatto e scelte che segnano per sempre il destino di un uomo.

E’ in arrivo a Ivrea “La grande invasione”

Appuntamento nel capoluogo canavesano per presentare la XIV edizione del “Festival della lettura”. Ospite lo scrittore Domenico Starnone

Venerdì 28 novembre, ore 18,30

Ivrea (Torino)

“… Piace agli eporediesi e vari viaggiatori
a semplici curiosi e veri intenditori,
pure a chi per dispetto alla sua signora
si evira impunemente a due passi dalla Dora.
Fra riva destra e riva sinistra non fa distinzione:
si tiene a
 Ivrea, è La grande invasione

Così simpaticamente, e con non poca goliardia, definiscono “in versi” la loro creatura, nata nel 2013, ad Ivrea, Marco Cassini e Gianmario Pilo. Il primo operante a Torino in “ADD editore” e a Milano per “Accento edizioni” e per la rivista multimediale “Lucy”; il secondo, fondatore delle case editrici “minimum fax” e “SUR”, nonché direttore didattico della “Scuola del libro” di Roma. Sono loro i geniali inventori de “La grande invasione”, l’eporediese “Festival della lettura” che si appresta ad inaugurare, dal 30 maggio al 2 giugno del prossimo anno, la sua XIV edizione, insieme alla più piccina “La piccola invasione” dedicata ai lettori più giovani e curata da Marianna Doria, studentessa di “Magistrale in Editoria” a “La Sapienza” di Roma, e Ludovica Giovine, studentessa di “Filologia letteratura e storia dell’antichità” a Torino.

I tempi non sono stretti, ma già venerdì 28 novembre prossimo, ad Ivrea si terrà un doppio appuntamento preparatorio all’arrivo dell’atteso Festival che “piace agli eporediesi e a vari viaggiatori” per citare ancora un versetto della succitata ironica presentazione a firma (almeno, penso) della coppia Cassini – Pilo.

Il ritrovo è alle 18,30, presso l’“Auditorium Mozart” (corso Massimo d’Azeglio, 69) e prevede, fra l’altro, un incontro con lo scrittore – anche per cinema e teatro – napoletano Domenico Starnone, “Premio Strega 2001” con il romanzo “Via Gemito”, che presenterà il suo ultimo libro “Destinazione errata” (Einaudi), attraverso cui l’autore aggiunge un nuovo tassello alla sua esplorazione della fragilità della coppia, luogo di delizie e di sofferenze, una “sintesi dei disastri di cui è capace il genere umano”.

Incontro “di qualità”, programmato non a caso per segnalare le alte aspettative del Festival e per svelarne alcuni passi importanti. Primo fra tutti il ritorno delle “Lezioni” della “Grande invasione”, guidate da professionisti esperti in diverse discipline, dalla Musica alla Storia, dalla Poesia alla Politica. Ognuno accompagnerà il pubblico in un ideale viaggio in tre tempi, ma ciascuna delle lezioni può essere ascoltata anche singolarmente.

Accanto al ritorno di ospiti eccellenti già presenti in passato, sono numerose le “new entry”: le firme musicali Maurizio Blatto e Giulia Cavaliere, i giornalisti e scrittori Stefano Liberti e Matteo Miavaldi, l’economista Alessandro Giraudo, il duo eporediese Claudio Bovo e Norberto Patrignani e il trio di scrittrici Viola ArdoneChiara Tagliaferri e Chiara Valerio.

L’impostazione delle lezioni di quest’anno, divise per “pacchetti tematici”, è frutto di un dialogo con il pubblico dell’“Invasione”: il programma è costruito in modo che lezioni di discipline simili non si sovrappongano, e che possano quindi essere seguite tutte, nell’arco della giornata, per un totale di 18 cicli e 54 lezioni tenute da 22 ospiti.

I biglietti verranno messi in vendita a partire da venerdì 28 novembre e si potranno acquistare presso la “Galleria del Libro” (via Palestro, 70; tel. 0125/641212 o ivrea@ubiklibri.it ) e online sulla piattaforma “Eventbrite”.

Ogni lezione ha il costo di 7 euro, ma sono previste diverse formule di abbonamento.

La copertina del “libretto” che contiene il programma delle “lezioni” è a cura dell’illustratore toscano Francesco Chiacchio, che sarà protagonista di una delle mostre programmate nell’ambio del “Festival”, in collaborazione con “Caracol Art Gallery”.

Per ulteriori info e aggiornamenti del programmawww.lagrandeinvasione.it

Gianni Milani

Nelle foto: Franco Chiacchio Cover programma lezioni “Grande invasione” (Ph. Ghirigori Agency); Domenico Starnone; Cover “Destinazione errata” di Starnone