In un’epoca fatta di notifiche, velocità e distrazioni continue, ritagliarsi un’ora di silenzio condiviso per leggere un libro è un gesto che ha qualcosa di poetico. E anche di profondamente politico. È questo lo spirito di Abracabook | Book Party, il format nato alla Scuola Holden, che in questo aprile ha riempito ancora una volta la sala grande del Circolo dei lettori a Torino, in compagnia della scrittrice Francesca Manfredi.
Il concept è semplice quanto potente: ciascunə porta il proprio libro, si siede su un cuscino colorato e legge, in silenzio, per circa un’ora. Poi si chiudono i libri e si apre un momento di dialogo libero e orizzontale, senza palchi, né scalette. Solo parole che nascono dall’ascolto.
Non solo un evento, ma un manifesto culturale
Da Manhattan al cuore delle città italiane
In un tempo che corre veloce, c’è chi sceglie di fermarsi. A Manhattan lo fanno nei Reading Rhythms, leggendo in silenzio tra sconosciuti. A Torino, succede nella sala grande del Circolo dei Lettori, tra cuscini colorati, libri aperti e parole condivise. Qui, grazie ad Abracabook, leggere insieme è diventato un gesto di comunità. E di controcorrenza dolce.
Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, nel 2012 negli Usa nacquero i Silent Book Club come risposta alla iperconnessione. A Manhattan in particolare, con Reading Rhythms, il format è esploso nel 2023.
In questo ritorno all’essenziale e al piacere della lentezza e confronto letterario con dialogo e pagine da sfogliare, Abracabook ha molte affinità con l’esperienza americana appena citata.
Ma un tocco italiano viene aggiunto: la presenza di autori affermati o emergenti, resa possibile dalla Scuola Holden, storica fucina di narratori fondata da Alessandro Baricco.
Ma cos’è davvero Abracabook?
La nostra redazione, con l’inviata Cristina Taverniti, l’ha domandato direttamente ai suoi organizzatori, in particolare a Lorenzo Carnielo, project manager del progetto e anima dei book party, e a Francesca Manfredi, ospite dell’ultima edizione.
Book Party: quando leggere insieme diventa un atto rivoluzionario
“Crediamo che, in un mondo sempre più frenetico e iperconnesso, fermarsi per aprire un libro sia un gesto rivoluzionario. La vera identità di Abracabook — come spesso accade quando c’è di mezzo un’urgenza collettiva — è venuta fuori agendo: abbiamo organizzato il primo book party e poi, un po’ alla volta, abbiamo definito il format. È tra un evento e l’altro, ascoltando, che ci siamo resi conto del cuore della faccenda: quanto sia fondamentale costruire e presidiare spazi offline, lenti, non performativi, dove ritagliarsi del tempo per leggere.”
Non solo lentezza: anche libertà, accessibilità, orizzontalità. “Un altro valore per noi fondamentale è l’assenza di gerarchie intellettuali”, aggiungono. “Senza nulla togliere ai contesti accademici, che in Italia sono forti e necessari, è importante avere spazi più informali dove confrontarsi sulla letteratura. Non a caso siamo tuttə sedutə per terra, su cuscini colorati: partecipanti e ospiti.”
Il legame con gli eventi americani e i tre desideri
Come già introdotto, Abracabook ha molte affinità con esperienze nate negli Stati Uniti negli ultimi anni. In particolare, con i Silent Book Club, nati nel 2012 a San Francisco, e con Reading Rhythms, incontri che ci hanno fatto sognare e desiderare anche oltreoceano.
“Sì, quei movimenti sono stati per noi una grande ispirazione”, confermano gli organizzatori. “C’è un bisogno collettivo di spazi come questi, e stanno germogliando in tutto il mondo. Per noi è bellissimo, perché vuol dire che l’intuizione è giusta.”
C’è un tratto comune: la voglia di rallentare, di leggere insieme ma senza vincoli. Tuttavia, Abracabook si distingue per tre desideri unici o meglio tre regole non scritte:
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Porta il libro che vuoi – dal classico al manga.
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Nessun esperto in cattedra – l’ospite è una guida, non un professore.
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Vietato vergognarsi – «Una volta una ragazza ha detto: “Non leggo da anni”. Eravamo tutti lì per lei» ricorda Carnielo.
“Per dirla in breve: ad Abracabook puoi chiacchierare con il tuo scrittore o la tua scrittrice preferitə, trovandolə sedutə sul cuscino davanti al tuo. Come se fossi con un amico al bar.”
Il Circolo dei lettori: cuore culturale a Torino e casa perfetta per Abracabook
Ospitare un evento come Abracabook | Book Party al Circolo dei lettori a Torino non è solo una scelta logistica: è una dichiarazione d’intenti.
Questo luogo, che si affaccia con elegante discrezione da Palazzo Graneri della Roccia, è molto più che uno spazio per la cultura.
È un simbolo della città, uno di quei rari luoghi capaci di far sentire chiunque – lettrici e lettori forti, ma anche semplici curiosi – parte di qualcosa.
Fondato a Torino nel 2006, progetto della Fondazione Circolo dei lettori, il Circolo (che oggi ha sedi anche a Novara e Verbania) è diventato negli anni un punto di riferimento imprescindibile per la vita culturale torinese. Accoglie ogni mese decine e decine di eventi – incontri con autori, festival, gruppi di lettura, cicli tematici, approfondimenti sul romanzo, la non fiction, pensieri sul presente e il mondo di oggi–diventando un rifugio per chi ama le parole ma anche per chi cerca ispirazione, confronto, bellezza.
La sua forza sta nella capacità di aprirsi: non è mai stato un luogo chiuso o elitario, ma una casa condivisa. È amato dai torinesi – e non solo da chi legge molto – proprio perché è accogliente, inclusivo, attraversabile. C’è chi entra per una chiacchiera, chi per un tè, chi per ascoltare, chi per raccontare. È uno spazio vivo, intergenerazionale, che ha saputo conquistarsi un posto speciale nel cuore della città.
Ecco perché l’incontro tra Abracabook e il Circolo è stato così naturale.
Il Book Party nell’era moderna in Italia
Chi partecipa ad Abracabook? Non solo lettori forti.
“C’è chiunque. Ci sono lettorə compulsivə, persone che leggono per lavoro, ma anche chi ha ripreso in mano un libro dopo anni. Ci sono studentə, pensionatə, genitori, artistə, lavoratorə. Persone di tutte le età. La cosa più bella è che si crea un clima che permette a chiunque di sentirsi a suo agio. All’ultimo book party una persona ci ha detto ‘sembra di leggere mettendo più a fuoco le cose’. È bellissimo, ed è intergenerazionale.” Ci confermano i membri dell’organizzazione.
“Chi partecipa porta con sé un libro, una storia, un punto di vista. C’è chi si porta il libro che sta leggendo, chi deve leggere per lavoro e lo fa con noi. L’autore o l’autrice che modera non ha il ruolo di esperto, ma di guida empatica. Perché di palchi ce ne sono tantissimi, soprattutto nella cultura; di luoghi orizzontali, non performativi, dove esprimersi secondo le proprie possibilità, no. E vanno costruiti.”
Un riferimento viene anche da un video virale in cui il poeta Edoardo Prati difendeva la libertà di leggere Dante “alla TikTok”:
“Continuare a credere in una Cultura con la C maiuscola, con qualcuno degno di parlarne e qualcuno no, fa solo male alla cultura stessa. Ecco: noi aggiungiamo che tuttə devono anche avere il diritto di parlarne, di quell’emozione.”
E se dovessimo descrivere Abracabook in breve?
“Un movimento culturale di Scuola Holden che crede nel potere rivoluzionario di pochi gesti semplicissimi: fermarsi, aprire un libro, leggerlo e parlarne.”
Ecco cosa è accaduto il 5 aprile a Torino. E cosa accadrà ancora a Torino e in Italia.
CRISTINA TAVERNITI