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Fabio Chillemi, “L’ombra nascosta delle cose”: storie misteriose di vite, morte, sentimenti

Informazione promozionale

Un medico in pensione dal carattere pignolo ed estremamente razionale è tormentato dall’impulso di mettere nero su bianco una storia stupefacente che mette a dura prova il suo punto di vista della vita, concreto e senza sfumature.

IL LIBRO

Il medico Ermete Sigfrido, vedovo e ormai in pensione, un giorno qualunque esce di casa e, vagando per le strade della sua città, capita in un bazar di oggetti usati, gestito da Pedro, un peruviano dalle fattezze particolari e dall’aria misteriosa, che diventerà il suo amico e la sua guida. Lì scopre improvvisamente di possedere un potere di cui non sa nemmeno il nome: tutto comincia con un piccolo crocifisso d’oro e proseguirà con un incredibile viaggio attraverso il tempo, tra la memoria degli oggetti e i ricordi sepolti all’interno della sua mente. Come in una sorta di autoanalisi, il dottore scriverà le storie che i manufatti gli raccontano.

L’AUTORE

Fabio Chillemi è nato a Messina nel 1973. Dopo la maturità classica nella città natale, si è laureato in Lettere Classiche con una tesi sull’enigmistica greco-latina.

Appassionato enigmista, oggi si diletta in particolare con l’arte degli anagrammi. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Pensieri e Frammenti di luce, quest’ultima con lo pseudonimo di Michael Fiboli (la cui pagina Facebook ospita i suoi versi più recenti). Dal 2002 vive in Friuli, a Pordenone, dove insegna Italiano e Storia in un istituto professionale.

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L’ombra nascosta delle cose” di Fabio Chillemi

Ebook: 1,91 €

copertina flessibile: 15,37 €

copertina rigida: 20,00 €

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LINK DI ACQUISTO

https://www.amazon.it/dp/B0DQJZJNKB

FABIO CHILLEMI

“Io di amore non so scrivere”. Al “Circolo dei lettori” Giulia Muscatelli

Lunedì 24 febbraio, ore 19

“Che cos’è l’amore per gli adolescenti?”. Bella domanda. Una di quelle di fronte alle quali potresti andare avanti come un fiume in piena a parlare per ore o, viceversa, stare lì (aria fra l’imbronciato e il perplesso) muto come un pesce. Già, che rispondere? La risposta potrebbe esservi suggerita da un libro. L’ultimo libro (dopo “Balena”, edizioni “nottetempo”, 2022 e il podcast “Sotto le unghie”, “Mondadori Studios”, 2023) della scrittrice torinese e docente di “Scuola Holden”, Giulia Muscatelli.

Dal titolo “Io di amore non so scrivere” (“add” editore), il libro verrà presentato, lunedì 24 febbraio (ore 19), al “Circolo dei lettori” di via Bogino 9 (tel. 011/8904401) a Torino, in collaborazione con il Festival “Contemporanea. Parole e storie di donne” di Biella. Ad accompagnare nella presentazione l’autrice, sarà Pietro Turano, attivista (consigliere nazionale “Arcigay” e vicepresidente “Arcigay Roma) ed attore, noto soprattutto per la serie “Netflix Skam Italia”.

L’evento si inserisce all’interno del programma di “lèggère trasformazioni”, la stagione della “Fondazione Circolo dei lettori”. “Contemporanea”, invece, tornerà al “Circolo” per l’anteprima del “Festival di settembre”,sabato 12 aprile: i dettagli del programma saranno presto annunciati.

Ma tornando alla domanda di prima. Ricordate?“Che cos’è l’amore per gli adolescenti?”: Giulia Muscatelli potrebbe proprio venirci in aiuto. Nel suo libro, infatti, traduce in racconti le parole che ragazzi e ragazze usano per parlare dell’amore, scoprendo che la narrazione che ne fanno gli adulti non sempre li rispecchia.

“Per cinque mesi – ricorda Giulia – sono andata in giro a chiedere a ragazzi e ragazze di raccontarmi come scrivono e parlano di amore e di sesso. Sono stata in scuole, associazioni, librerie, biblioteche, gruppi autogestiti, ho redatto ‘form online’, ho tormentato le piccole donne della mia famiglia, mi sono nascosta nei bagni di un liceo in cerca di una conversazione sussurrata, di segreti e confessioni, e ho finto di ascoltare la musica sul pullman per origliare i discorsi di adolescenti sudati in viaggio verso casa. Ho consolidato una convinzione che all’inizio di quest’avventura mi echeggiava nella testa come un’inquietudine latente: la più impreparata sull’amore sono sempre io. Poco importa. Quello che conta è ciò che ha detto Matteo alla fine di un incontro: questo non è il mio libro, questo è il nostro libro. Aveva ragione, e non avrei potuto fare altrimenti. Perché io di amore non so scrivere”.

Ahinoi! Non è che la risposta, buttata lì in due parole, sia poi così chiara, ma forse un piccolo spiraglio per non farci intrappolare dal “periglioso” quesito può anche darci una mano ad aprirlo. O, se non altro, ad approfondire il tema recandoci ad ascoltare la Muscatelli dal vivo al “Circolo” di via Bogino. Che ne pensate?

 

E, a proposito, del biellese Festival “Contemporanea”, mi pare doveroso ricordare che sabato 22 febbraio parte anche ufficialmente la nuova stagione di“Contemporanea Giovani”, iniziativa rivolta alle nuove generazioni, con un ciclo di laboratori creativi dedicati ai bambini e alle loro famiglie dal titolo “Leggimi forte! Viaggio tra le pagine e le emozioni”, in collaborazione con “Le PortaLibri”. Con i libri e gli albi illustrati a fare da guida, ogni volta verrà affrontato un tema diverso: il primo appuntamento, che si terrà alla Galleria “BI-BOx Art Space” di Biella (via Italia, 38), alle 10, è dedicato all’“Inverno”. La partecipazione è consigliata ai bambini nella fascia d’età tra 3 e 7 anni (costo 15 Euroa bambino).

 

Sempre sabato 22, infine, si conclude anche il corso di “Contemporanea – Le Scomposte” a cura di Maria Laura Colmegna: l’ultima lezione si terrà sempre alla Galleria “BI-BOx Art Space” con un incontro dal titolo “Tove Jansson: tanto scrivere per parlare a tutti”, con la giornalista Laura Pezzino. Artista e scrittrice di fama mondiale, Jansson (1914-2001) è oggi considerata la scrittrice più famosa del suo Paese, la Finlandia, per la “Saga dei Mumin” e i racconti per adulti, ma non è stata solo questo. Pittrice, illustratrice, drammaturga e, soprattutto, creatrice di mondi, le cose che amava di più nella vita erano lavorare, costruire e amare. La sua vicenda artistica si è incrociata con la storia del Novecento, le guerre mondiali, le leggi contro l’omosessualità, la condizione femminile. In questa lezione, Pezzino ripercorrerà la sua biografia attraverso la lente delle stagioni, in una lettura originale della produzione di questa eccezionale artista tutta da riscoprire. La lezione si svolge dalle 16,30 alle 18 e ha il costo di 15 Euro.

 

Per info: segreteria.contemporanea@gmail.como tel. 347/1663856

 

Gianni Milani

 

Nelle foto: Giulia Muscatelli, Cover “Io di amore non so scrivere”, Le PortaLibri e Laura Pezzino

“Torino città delle donne” al Circolo dei Lettori

Un omaggio alla citta’ e alle sue protagoniste

Mercoledi’ 19 febbraio alle 19 sara’ presentato al Circolo dei lettori di Torino il libro “Torino citta’ delle donne -nelle parole di 22 protagoniste”. Insieme all’autrice, Maria La Barbera (nella foto), parteciperanno l’Assessora alla Cultura di Torino Rosanna Purchia, il vice direttore della Stampa Gianni Armand Pilon e lo storico Gianni Oliva.

Torino citta’ delle donne e’ una interessante e vivace collezione di interviste fatte a 22 torinesi, di origine e di adozione, attraverso cui l’autrice, giornalista e sociologa, racconta  l’affezione per Torino, le sue potenzialita’ e la gratitudine nei confronti di una citta’ che non ha bisogno di assomigliare ad altre.  Le  straordinarie torinesi  che hanno partecipato a questo progetto editoriale posseggono una visione complessa e articolata della citta’ e hanno un comune denominatore: l’amore per Torino . Un tema importante trattato nel libro e’ quello del lavoro che andrebbe intrapreso per  fare di Torino  un luogo ancora piu’ attraente, sviluppare ulteriormente le sue potenzialita’ e risolvere quei problemi che la tengono ancora  troppo salda al suo  passato nonostante sia indiscutibilmente una laboratorio di idee e rappresenti un modello ispirazionale.

Le 22 protagoniste del libro sono:

Maria Caramelli, Evelina Christillin,  Maria Luisa Cosso, Sara D’Amario, Elena D’Ambrogio Navone, Elsa Fornero, Alessandra Giani, Paola Gribaudo, Piera Levi-Montalcini, Marina Marchisio, Licia Mattioli, Camilla Nata, Margherita Oggero, Enrica Pagella, Antonella Pannocchia, Laura Pompeo, Paola Prunastola Filippi di Baldissero, Fulvia Quagliotti, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Giulietta Revel, Carola  Vallarino Gancia Bianco di San Secondo Biondi, Tiziana Viora.

 

 

Furio Colombo che insegnò a raccontare New York

Se oggi si racconta New York, come Federico Rampini o Antonio Monda, lo si deve soprattutto a lui: Furio Colombo.
È giusto precisare New York, perché le corrispondenze dalla Grande Mela, prevalevano su quelle dal resto degli Stati Uniti. Si che ormai da decenni, ogni rete Rai o Mediaset ha il suo inviato dal Nuovo Mondo. Lo ricordo da universitario aggirarsi a Torino, ‘visiting professor’ per le aule di Palazzo Nuovo, col suo andare dinoccolato e un po’ snob. Classe 1931, nativo di Chatillon in Val d’Aosta, da una famiglia ebraica laica e assimilata, laurea in giurisprudenza. Iniziai a leggere le sue corrispondenze americane sulla “Terza Pagina” della Stampa. Nel suo “Mille Americhe” sempre per i tipi della casa editrice del quotidiano di Torino, uscito nel lontano 1988, racconta l’America da curioso indagatore, raccogliendo proprio gli elzeviri, scritti negli anni per quella rubrica. Sapeva porre domande al lettore, suggerendo che non tutte aspettano una risposta. Allargava lo sguardo alla società italiana, con la lente di ingrandimento americana, si che sovente intercettava un fenomeno a ‘stelle e strisce’, che poi poco tempo dopo si sarebbe riverberato in Italia e in Europa, con maggiore o uguale pervasività. Conosceva come pochi il macrocosmo giovanile, lui che rimase sempre con spirito giovane nell’ interpretarlo. Indicando strade da percorrere, idee, ma anche pericoli e insidie che questo universo di riferimento poteva nascondere ai suoi fruitori, nel mondo professionale, nel costume, nella cultura e nella morale corrente.

Sodale di Umberto Eco e Gianni Vattimo, con loro militando nell’Azione Cattolica del conservatore Luigi Gedda, fu con Angelo Guglielmi fondatore dell’avanguardia letteraria che prese il nome di Gruppo 63. Scrisse anche sotto lo pseudonimo di Marc Saudade, alcuni romanzi di spionaggio, anticipando di qualche decennio la moda del ghost writer. Diresse le Edizioni di Comunità con il sociologo Franco Ferrarotti alla Olivetti di Ivrea. Ma tutte queste cariche di rappresentanza industriale alla Olivetti e successivamente alla Fiat, non obnubilarono mai la sua vera passione, il giornalismo. Lo insegnò alla Columbia University di New York. Ricordo un bell’ articolo per la Stampa, che narrava la storia di una vecchietta, tale Olive Freud, che nei lontani anni ottanta, non si fece espropriare da Donald Trump della sua piccola casa in Amsterdam Avenue a Manhattan. Subendo pressioni legali e minacce fisiche dai suoi sgherri, impedì al tycoon di edificare nel suo quartiere, il grattacielo dei grattacieli. Vincendo la causa. Negli anni successivi fondò un associazione, contro l’abusivismo edilizio che stava facendo della Big Apple sempre più, un unica giungla di asfalto e cemento. Facendo ridurre di molti piani, edifici che violavano palesemente i piani regolatori, la intrepida nonnina, divenne un eroina americana a cavallo dei due secoli. Anticipatrice del movimento Occupy Wall Street. Furio Colombo prese anche posizioni in difesa di Israele durante la Guerra del Golfo in Iraq. Fu primo firmatario e promotore in Parlamento da Onorevole , della legge sulla Giornata della Memoria. Riposa a Roma accanto a Antonio Gramsci. Giornalista di cui oggi si è persa la stoffa, capace come pochi a dare una lettura a volte forse faziosa, ma comunque sempre puntuale per qualunque punto di vista ideologico, alla crisi di valori e alle tensioni del nostro tempo.

Aldo Colonna

Melania Mazzucco a Biella per presentare il suo ultimo romanzo

La scrittrice “Premio Strega 2003” sarà alla biellese “Biblioteca Civica”, ospite di “Contemporanea365” p

Lunedì 17 febbraio, ore 18

Lunedì 24 febbraio, “Contemporanea” sarà al “Circolo dei Lettori” di Torino

Biella

Romana di nascita, scrittrice (tradotta in 29 Paesi), drammaturga e giornalista, Melania (Gaia) Mazzucco sarà ospite, lunedì 17 febbraioalle 18, presso la “Biblioteca Civica” di Biella, in piazza Eugenio Curiel 13, della Rassegna “Contemporanea365”, Progetto di “BI-BOx APS” (Associazione che si occupa di arte contemporanea e, in particolare, della promozione di giovani artisti) realizzato in collaborazione con la Libreria “Vittorio Giovannacci” e a cura del Festival biellese “Contemporanea. Parole e storie di donne”.

In dialogo con Irene Finiguerra, la Mazzucco (già “Premio Strega 2003” con il romanzo “Vita”, in cui racconta e reinventa la storia di emigrazione in America del nonno paterno Diamante e dei suoi amici) presenterà il suo ultimo romanzo “Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne” (Einaudi, 2024). Il libro racconta la figura di una donna straordinaria, una delle dive più affascinanti del “cinema muto” italiano del primo Novecento, Diana Karenne, che fu anche cantante e imprenditrice, tra le prime donne a diventare regista. Attrice caduta, piano piano, dopo la crisi del cinema italiano nel primo dopoguerra e il successivo passaggio dal “muto” al “sonoro”, Diana sembrava ormai destinata al più totale oblio, ma in questo romanzo, nato come i suoi precedenti successi da un’indagine durata lunghi anni, la Mazzucco riesce perfettamente a restituircela in tutta la “sua vitale contemporaneità”. Le letture scelte e tratte dal testo sono a cura dell’Associazione “Vocididonne”, con cui “Contemporanea”, in questa occasione, avvia una nuova collaborazione, “a conferma della volontà del Festival di creare una rete sempre più fitta tra realtà del territorio, e non solo”.

Lunedì 24 febbraio “Contemporanea” sarà poi a Torino, al “Circolo dei lettori” di via Bogino, in occasione della presentazione del nuovo libro di Giulia Muscatelli, già ospite del festival biellese. In dialogo con Pietro Turano, consigliere nazionale “Arcigay” e membro del cast “Skam Italia”, Muscatelli presenterà “Io di amore non so scrivere. I sentimenti secondo la Generazione Z”, edito da “add”. Il libro è il risultato di un viaggio, reale, alla ricerca delle parole che gli adolescenti usano per raccontare l’amore oggi e per dire “ti amo”“Quanto pesano? Vengono digitate o pronunciate a voce? E poi?

 

Sempre a febbraio, a Biella, si terranno ancora due incontri de “Le Scomposte”, il corso dedicato alle scrittrici del passato e curato da Maria Laura Colmegna, in cui la letteratura del Novecento viene raccontata attraverso le parole e le vite di scrittrici che con il loro talento hanno saputo intrecciare il loro tempo al nostro in maniera indissolubile.

Sabato 15 febbraio la lezione dal titolo “Susan Sontag: uno sguardo potente che arriva ai nostri giorni”, è a cura di Anna Trocchi, editor e traduttrice per “Nottetempo”.

Sabato 22 febbraio è il momento di “Tove Jansson: tanto scrivere per parlare a tutti”, con la giornalista Laura Pezzino.

Gli appuntamenti si svolgono alla Galleria “BI-BOx Art Space” di Biella (via Italia, 38) dalle 16,30 alle 18. Ogni lezione ha il costo di 15 Euro. Per info e prenotazioni, scrivere a segreteria.contemporanea@gmail.com

g.m.

Nelle foto: Melania Mazzucco e Cover “Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne” (Einaudi, 2024)

“Il Robot”, il nuovo libro dello scrittore e giornalista Gianluigi De Marchi

“Il Robot”, ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore Gianluigi De Marchi, pubblicato nel novembre 2024, è una storia che esplora una fantasiosa ipotesi di viaggio dell’intelligenza artificiale, partendo dalle sue origini fino alle sue applicazioni più  avanzate.

Attraverso una serie di avvincenti e inquietanti avvenimenti, viene illustrato il modo in cui la tecnologia abbia superato le barriere dell’immaginazione umana, portando a innovazioni che un tempo erano considerate pura fantascienza. In questa vicenda De Marchi ci propone un interessante rivisitazione di concetti “classici” che hanno interessato l’immaginario del Robot sin dalla notte dei tempi.

“Ho cominciato a scrivere ‘Il Robot’ la scorsa estate – dichiara l’autore –  finendolo in tre mesi a seguito di un periodo trascorso a studiare e approfondire il mondo dell’intelligenza artificiale. Il motore che mi ha spinto a scrivere questo libro è  stato il fascino, e forse anche la preoccupazione, evocati da una macchina ‘pensante’, un nuovo mondo parallelo in evoluzione che, già oggi, ci costringe a un rapporto uomo/macchina professionale ma anche emotivo. Il protagonista del libro è un androide pensante fabbricato e programmato nell’Istituto di Tecnologia di Genova dall’équipe dell’allora direttore dell’Istituto Gianmarco Montanari.

Da subito viene percepito il potenziale di autoapprendimento di questo umanoide, che va oltre la semplice programmazione scientifica. Il Robot sviluppa aspetti emotivi che lo portano a considerare la sua situazione di macchina assoggettata all’uomo e a percepire la razza umana come malvagia. Questo lo conduce a decidere di sterminare l’umanità, nonostante i tanti tentativi di mediazione tra lui e i suoi programmatori.

Nel finale a sorpresa propongo alcune riflessioni sulle potenzialità e i limiti dell’intelligenza artificiale, cercando di tenere alta la guardia rispetto alla superficialità indotta dalla percezione di avere tutto sotto controllo e ai possibili rischi di manipolazioni umane su queste macchine”.

La copertina del libro è stata realizzata da Renato Missaglia, un noto artista conosciuto a Torino anche per  aver esposto nel Duomo di Torino e poi donato all’attiguo Museo Diocesano alcune opere pittoriche dedicate al tema della Passione di Cristo, presentate al pubblico proprio nel luogo dove si conserva la reliquia più importante della Cristianità, la Sacra Sindone.

Mara Martellotta

La bellezza è imperfetta per Dante Ferretti. Al Circolo dei Lettori

Il  libro dedicato al suo grande maestro Pier Paolo Pasolini: presentazione mercoledì 12 febbraio 

Mercoledì 12 febbraio, alle ore 18.30, presso il Circolo dei Lettori di via Bogino 9, a Torino, verrà presentato il libro dedicato a Pier Paolo Pasolini “Bellezza imperfetta-Io e Pasolini” (Edizioni Pendragon), scritto da Dante Ferretti, il più noto scenografo italiano nel mondo e che ha lavorato con i più importanti registi del cinema, da Fellini a Scorsese, vincendo tre Premi Oscar. Il suo primo maestro fu Pier Paolo Pasolini, con il quale lavorò per 11 anni, tra il 1964 e il 1975, realizzando otto film, tra cui “Il Vangelo secondo Matteo”, “Uccellacci e uccellini”, “Medea”, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.

“Il Vangelo secondo Matteo” fu terminato il 2 novembre 1975, quando il cadavere martoriato del grande poeta e intellettuale fu trovato all’idroscalo di Ostia. Ripercorrendo il lungo tratto di carriera che ha condiviso con Pasolini, Ferretti mostra anche gli straordinari bozzetti delle scenografie che hanno dato forma all’immaginario filmico pasoliniano, confrontandoli con i fotogrammi degli stessi film. Con questo volume ci consegna un ritratto scanzonato e crepuscolare di un uomo che aveva lo straordinario dono di capire il suo tempo, insieme al sapore di un’epoca irripetibile del cinema italiano e internazionale. Davanti ai nostri occhi sfilano Federico Fellini, Elio Petri, Maria Callas, Martin Scorsese, Tim Burton e tanti altri. Le pagine del libro rivelano il volto inedito di un artista immenso, capace sul set e nella vita di investire le persone che gli erano accanto di un’energia umana e intellettuale tanto potente da cambiarle per sempre.

Mara Martellotta

Quando la neve era più soffice e bianca

La Tranquilla, parte alta di Oltrefiume, frazione di Baveno sul lago Maggiore e ai piedi del Mottarone, sotto la neve era uno spettacolo da lasciare senza fiato. I prati e gli alberi, le vie e i tetti innevati rimandavano un’immagine di serenità. Negli anni della gioventù a volte le nevicate duravano giorni e giorni e il ricordo è rimasto vivido perché, come diceva Mario Rigoni Stern, “i ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia”. Rammento quelle nevicate e io e mio fratello, come gli altri bambini, giravamo su noi stessi con la faccia rivolta al cielo e la bocca aperta; ogni fiocco che si depositava sulle lingue aveva un sapore particolare ed emetteva un lieve, attutito crepitio. Quel suono dell’infanzia è rimasto un ricordo di attese felici. La neve ha sempre rappresentato qualcosa di speciale, ci si buttava di schiena per fare gli omini o la si mangiava con un poco di limone e zucchero alla terza nevicata perché un vecchio detto raccontava che la prima è dei gatti, la seconda dei cani e solo la terza è dei cristiani. Quando stava per nevicare se ne avvertiva nell’aria l’imminente presenza che sapeva ben più che di promessa.

E tutto si faceva silenzio perché quando la neve cade, soprattutto di notte, sembra che ogni cosa trattenga il respiro. “A segnalare l’arrivo dell’inverno, da sempre, è per primo lo scricciolo che si avvicina alle case degli uomini. È il più piccolo degli uccelli europei, un batuffolo raccolto di piume brune con fini striature più scure e una piccola breve coda sempre portata all’insù. Il suo richiamo è come un leggero tocco su un campanellino d’argento: è con questo che chiama la neve”. Così Mario Rigoni Stern raccontava l’arrivo dell’inverno in Stagioni, scritto nel 2006 all’età di 85 anni, due anni prima di morire. Aveva un rapporto speciale, quasi fisico con la neve. Quella degli inverni lontani dell’infanzia, quella dura e gelata della ritirata di Russia, quella dei mille sentieri sotto la neve che raccontò. Come questo: “Arrivammo a una malga dove nel cuore dell’inverno avevo trovato rifugio per una notte quando, ragazzo, ero scappato di casa per uno schiaffo che ritenevo di non aver meritato. Quella notte c’erano certamente più di venti gradi sotto zero e il vento e la neve sferzavano il tetto e si insinuavano fra le travi. Avevo acceso il fuoco ma non riuscivo a dormire; la poca legna era finita molto presto e allora avevo bruciato la panca e il tavolo per non restare assiderato. Al chiarore di quel fuoco lessi Tifone di Joseph Conrad che avevo portato con me dentro lo zaino. (…). Lassù la montagna è silenziosa e deserta. Lungo la mulattiera che gli austriaci costruirono per giungere nei pressi dell’Ortigara, dove un giorno raccolsi la punta ferrata del Bergstock che è qui sulla libreria, ora non passa piú nessuno. La neve che in questi giorni è caduta abbondante ha cancellato i sentieri dei pastori, le aie dei carbonai, le trincee della Grande Guerra, le avventure dei cacciatori. E sotto quella neve vivono i miei ricordi”. L’inverno è probabilmente la stagione più giusta per leggere i racconti di Mario Rigoni Stern che di se diceva “sono nato alle soglie dell’inverno, in montagna, e la neve ha accompagnato la mia vita”. I Erano inverni non molto differenti da quelli di quasi sessant’anni fa che ricordo ancora quando, con i guanti di lana fatti in casa e un poco bucati, si correva in casa a scaldare le mani vicino alla stufa a legna nella cucina della casa di ringhiera che in tempo era stata uno dei magazzini del cotonificio Castiglioni mentre le altre stanze erano gelide e mantenevano anche di giorno i “fiori” che il gelo ricamava sui vetri delle finestre durante la notte. Il freddo di quel tempo è rimasto un ricordo indelebile di stagioni che offrono ancora il ritratto di esistenze vissute secondo ritmi antichi, diversissimi da quelli che oggi caratterizzano questo mondo frettoloso, distratto e materialista. E la neve, oltre ad essere tanta ma tanta davvero, era anche più bianca e più soffice.

Marco Travaglini

 

“Adotta uno scrittore”, il Progetto firmato dal Salone del Libro

Giunge alla sua XXIII edizione  che coinvolgerà ben 40 autori e 40 scuole di 8 Regioni italiane

Partito ad inizio anno si concluderà il prossimo 19 maggio

Notevoli le cifre. Sono 1.006, quest’anno, le studentesse e gli studenti delle Scuole (complessivamente 40) di Piemonte, Liguria, Toscana, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia coinvolti, da gennaio a maggio, nella XXIII edizione di “Adotta uno scrittore”, progetto didattico e culturale esteso dalle elementari all’università e presente pur anche in classi attive presso “Case di Reclusione” e Case circondariali” (nonché nella Sezione Ospedaliera dell’“Istituto Gobetti Marchesini” presso l’Ospedale “Regina Margherita” di Torino), ideato e organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, con il sostegno della “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria” di Piemonte e Liguria, in collaborazione  con la “Fondazione con il Sud”. Ogni adozione prevede tre appuntamenti in classe per ciascuna autrice e ciascun autore adottato (40 in totale) e il quarto conclusivo lunedì 19 maggio, nell’ambito della XXXVII edizione del “Salone del Libro”. Alle autrici e agli autori è lasciata la libertà di ideare il percorso all’interno delle classi, senza alcun vincolo particolare, se non quello di “partire dai libri e dalla lettura, per offrire opportunità di confronto e riflessione non solo sulla narrazione e la scrittura, ma anche sull’attualità e sui temi della contemporaneità”.

In proposito afferma Annalena Benini, direttrice editoriale del “Salone” di Torino: “Da più di vent’anni ‘Adotta uno scrittore’ non solo crea, ma si prende cura dell’incontro fondamentale: quello sulla cultura, sulla lettura, sullo scambio di esperienze. In tutta Italia, anche nei luoghi più complicati da stimolare e raggiungere, i ragazzi delle scuole primarie fino alle università, i ragazzi ristretti negli istituti minorili, le persone nelle case circondariali e di reclusione hanno un tempo di incontro e di relazione con scrittori, artisti, giornalisti, sui temi che stanno loro a cuore, sulle possibilità e sugli inciampi dell’esistenza … ‘Adotta uno scrittore’ ha costruito fili di seta e di libertà interiore fra chi parla e chi ascolta, fra chi fa domande e chi prova a dare risposte. Non dura qualche minuto, ma tutto l’anno, tutti gli anni. Costruisce tempo, si prende cura, e fa in modo che i libri ci parlino ancora”.

Sono 40, si è detto, le scrittrici e gli scrittori, i fumettisti, le illustratrici e gli illustratori insieme a giornaliste e giornalisti, saggisti e studiosi adottati nel corso di quest’anno: da Daria Bignardi scrittrice e conduttrice, autrice di “Ogni prigione è un’isola” (Mondadori), in cui racconta il sistema carcerario attraverso l’esperienza personale a Francesca Giannone, autrice del bestseller “La portalettere” (Editrice Nord), romanzo italiano più venduto del 2023, tradotto in 30 Paesi via via (per forzata sintesi) fino a Marco Balzano, Premio Campiello con “L’ultimo arrivato” (Sellerio), a Nadeesha Uyangoda, nata a Colombo (Sri Lanka) e in Italia dall’età di sei anni, autrice di “Corpi che contano” (66thand2nd), sul tema del rapporto tra corpo e pratica sportiva a Matteo Bussola, scrittore e conduttore radiofonico, autore del bestseller “La neve in fondo al mare” (Einaudi), sulla fragilità adolescenziale e alla scrittrice Raffaella Romagnolo, autrice di “Aggiustare l’Universo” (Mondadori), romanzo di dolore, rinascita e memoria, finalista Premio Strega 2024. Impossibile citarli tutti.

Basti sapere che, grazie  al progetto, nel corso degli anni sono state portate a termine 545 adozioni per un totale di 15.278 studentesse e studenti, coinvolgendo 380 tra gli autori e le autrici più importanti della letteratura italiana degli ultimi quarant’anni. Cifre da record e anche per il 2025 “Adotta uno scrittore” avrà uno spazio sul “Bookblog”, la piattaforma digitale del “Salone” curata dagli studenti, che insieme agli Autori e ai docenti costruiranno un racconto partecipato, rendendo i contenuti fruibili liberamente su “bookblog.salonelibro.it

Da segnalare, infine, che sul canale “YouTube” del Salone sono disponibili i video “Si fa presto a dire Adotta” 2024 (adotta 2024), a cura della scrittrice Laura Marzi e del regista Fabio Ferrero, e “Si fa presto a dire Adotta” 2023 (playlist “Adotta uno scrittore”), realizzato da Fabio Ferrero con la partecipazione dello scrittore Raffaele Riba e che sempre  su “YouTube” del Salone si può accedere alle video pillole “Si fa presto a dire Adotta” 2022 (realizzate con la scrittrice Giusi Marchetta) che ripercorrono i vent’anni del progetto e un documentario di Fabio Ferrero, che, attraverso le parole e le voci di studentesse, studenti, autori e autrici, ripropone i temi, le atmosfere e le riflessioni scaturite dal confronto e dalla lettura dei libri.

Per info su tutte le “Adozioni” nelle scuole e aggiornamenti sulle date degli incontri, si veda il sito: www.salonelibro.it

g.m.

Nelle foto: Annalena Benini, Daria Bignardi (ph. Riccardo Piccirillo), Nadeesha Uyangoda e Matteo Bussola

BookLab, fino al 21 marzo i libri del Premio Strega Europeo

Scrittori, editori e traduttori presentano i libri del Premio Strega Europeo 2024 in 5 appuntamenti – gratuiti ed aperti al pubblico – dal 24 gennaio al 21 marzo 2025, presso Circolo dei lettori di Torino

 Ritorna per la quarta edizione l’appuntamento con il BookLab dell’APS Dynamis – Il luogo del pensiero. Dal 24 gennaio al 21 marzo 2025, presso la prestigiosa sede del Circolo dei lettori di Torino, si svolge la rassegna di cinque incontri dedicata ai libri del Premio Strega Europeo 2024. Gli incontri si terranno dalle 18.30 alle 20, in via Bogino 9, ogni due settimane a partire da sabato 24 gennaio 2025. I titoli protagonisti di questa edizione sono i cinque finalisti del Premio Strega Europeo 2024 e seguiranno il seguente calendario (N.B. non è prevista la presenza degli autori):

  • Sabato 24 gennaio – La mia Ingeborg di Tore Renberg, traduzione di Margherita Podestà Heir;
  • Sabato 07 febbraio – Di notte tutto è silenzio a Teheran di Shida Bazyar, traduzione di Lavinia Azzone;
  • Sabato 21 febbraio – Il canto del profeta di Paul Lynch, traduzione di Riccardo Duranti;
  • Sabato 07 marzo – L’educazione fisica di Rosario Villajos, traduzione di Roberta Arrigoni;
  • Sabato 21 marzo – Triste tigre di Neige Sinno, traduzione di Luciana Cisbani.

L’iniziativa, ideata nel 2021 dall’Associazione di Promozione Sociale DYNAMIS – Il luogo del pensiero, vanta il patrocinio della Fondazione Bellonci e del Salone Internazionale del Libro. Il progetto è promosso in collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori e con le Biblioteche civiche torinesi, con il contributo di Fondazione CRT.

La rassegna, che intende la letteratura contemporanea come strumento di riflessione sul mondo in cui viviamo, prevede gli interventi di editori e traduttori, affiancati da scrittori e scrittrici, giornalisti e professionisti della scrittura, in modo tale da offrire, anche, uno spaccato di quello che è il mondo del lavoro nell’ambito dell’editoria.

BookLab a scuola, il progetto dedicato agli studenti
Parte importante del progetto BookLab sono il ciclo di laboratori dedicati agli studenti e la produzione dei podcast di documentazione disponibili, per ogni stagione, sui canali web e social di Dynamis. Le scuole torinesi che partecipano, per questa IV edizione del BookLab a scuola – con il percorso PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) – sono il Liceo Scientifico Galileo Ferraris, il Liceo Salesiano Valsalice e l’Istituto Erasmo Da Rotterdam. I gruppi di lettura si sono svolti dal 15 novembre 2024 al 17 gennaio 2025 presso il Circolo dei Lettori. Gli studenti che vi hanno partecipato saranno presenti agli incontri aperti per condividere le riflessioni maturate e saranno i protagonisti della realizzazione dei podcast dell’edizione 2025.

«Il progetto cresce ancora, a partire dalla sua prima ideazione nel 2021», dichiara Andrea Sola, presidente dell’APS Dynamis. «Questa quarta edizione sarà più ricca che mai, con una serie di ospiti importanti e una cinquina di libri davvero interessanti. Il numero degli studenti coinvolti è raddoppiato e di questo siamo molto orgogliosi: la nostra sfida è quella di revitalizzare – anche ai loro occhi – la funzione della lettura come percorso di maturazione personale».
«Per i ragazzi, è l’occasione di avvicinare testi di cui forse non si sarebbero mai interessati con strumenti davvero innovativi. Registrare un podcast insieme a loro sarà una bellissima avventura», aggiunge Pietro Collazuol, responsabile BookLab dell’APS Dynamis. «Sarà l’occasione di riscoprire tramite un “esercizio collettivo” il valore formativo e la dimensione civile della letteratura europea. Una tradizione, questa, di cui i ragazzi fanno inevitabilmente parte, spesso senza accorgersene».