LA RIMOZIONE DELLA MEMORIA STORICA / INTERVENTO DEL DIRETTORE DEL CENTRO "PANNUNZIO" PIER FRANCO QUAGLIENI

Se gli “eroi” dei videogiochi prendono il posto dei patrioti

Torino tende a rimuovere il ricordo della sua storia e il 2016 l’ha dimostratobattisti ancora una volta. Ricorreva il centenario  dell’impiccagione di Cesare Battisti, legato alla storia di Torino,  e della fucilazione di Damiano Chiesa, allievo del nostro Politecnico e laureato honoris causa dopo la sua morte eroica. Battisti è ricordato da un busto al Valentino e da una targa in piazza Carlo Alberto, a dimostrazione di cosa sentissero i torinesi delle generazioni passate. Chiesa è ricordato, si fa per dire, da una lapide resa  illeggibile  dal tempo, in via Baretti. Per quest’ultima lapide ho tentato tutte le vie percorribili perché venisse  restaurata, ma nessuno si è mosso. Sono invece certo che nel 2017 l’anniversario di Caporetto verrà ricordato.

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COMUNISMOSpero almeno con il rigore e il distacco storico necessario. E verrà ricordata anche la Rivoluzione di Ottobre , come ha già cominciato a fare in modo nostalgico l’ARCI. Fassino ebbe il coraggio come Sindaco il 24 maggio 2015 di ricordare l’ingresso in guerra davanti al monumento al Duca d’Aosta, comandante della III Armata nella Grande Guerra. E ricordò quell’evento storico con parole che restano, a suo onore, come segno della sua capacità di andare oltre la sua stessa militanza politica. Nel 2016 ricorreva anche il 130° anniversario dell’uscita del libro “Cuore” di Edmondo de Amicis. Su quel libro ECO UMBERTOche intendeva creare una coscienza nazionale ai giovani nati nel dopo Risorgimento, si sono accaniti con improperi  e giudizi sommari sia Umberto Eco, sia Natalia Ginzburg. Gli studi di Luciano Tamburini, studioso torinese di rango e direttore delle Biblioteche civiche,  hanno dimostrato invece la complessità di un’opera apparentemente semplice e retorica solo agli occhi di chi negava ogni valore alla parola Patria,parola che il presidente Ciampi ci ha insegnato a rispettare insieme al Tricolore, forse senza riuscirci a pieno.

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pinochAd Albenga, in provincia di Savona , il 7 gennaio verrà celebrata la festa del Tricolore, giornata celebrativa nazionale istituita nel 1997,  a Torino del tutto trascurata. Merito di un assessore alla cultura che appare quasi unico. Ricordo che negli anni in cui fu preside del liceo “Segrè”, Primo Merlisenna ,uomo di sinistra, sentì la necessità di far riscoprire ai giovani il patriottismo civile, ponendo la bandiera sul pennone della scuola che nessuno aveva mai utilizzato prima. Anche quiBANDIERA ESERCITO un’eccezione. A Bolzano ho notato recentemente, in un liceo di lingua italiana ricostruito sul vecchio edificio-dove sono stato invitato  a parlare- l’assenza della lapide in ricordo dei caduti che è stata riposta in cantina.  La generazione del Piave che seppe morire per difendere l’Italia dal nemico austriaco , si era formata leggendo il “Cuore” che lo stesso Alberto Asor Rosa sentì ,insieme al “Pinocchio” di Collodi, come espressione dell’”Italia bambina”, la “nuova Italia” di cui scriverà Benedetto Croce. Oggi i bambini, purché non piangano o non disturbino i genitori, vengono lasciati molte ore incollati ai videogiochi.  Della “retorica”  FRECCEottocentesca che profumava di spirito  risorgimentale, si è fatta tabula rasa. Gli eroi dei videogiochi spadroneggiano indisturbati anche quando evocano scene di violenza. Ecco uno dei motivi per cui i patrioti  Cesare Battisti e Damiano Chiesa sono stati dimenticati. Un unico concerto alpino al Circolo Ufficiali di Torino , a cui ha partecipato come unica autorità il Vicepresidente del Consiglio Regionale Boeti, non basta a colmare il deficit di memoria storica che  questa città continua a vivere.  

Pier Franco Quaglieni