Il basket torinese in serie A è un bene comune di tutti i torinesi

Basket, salviamo il salvabile

Sul futuro del basket torinese sapremo la prossima settimana. Purtroppo il canovaccio tracciato in questi mesi viene confermato. È la sfortuna che si è accanita sulla società. Questa ultima partita ha dell’incredibile. 4 secondi dalla fine beccarsi un tiro da tre ed andare ai supplementari capita nel basket. Con il tiro che prima di entrare fa una parabola illudendoci che sarebbe uscita: è proprio sfortuna. Vincere la partita è lo scopo. Ora non solo scopo sportivo, ma un problema economico. Se perde ancora  quattro partite il rischio retrocessione è concreto se non certo. Forni vuole vendere. Oramai è esausto. Da parecchio le trattative sono  in corso. Un giornale ha fatto l’ iperbolica cifra di 4 milioni di euro.  Scritto a vanvera? Non penso. Più probabile sia la sommatoria dei debiti accumulati nel corso degli anni. Ed ora una stagione ipotizzata per vincere  si conclude nella lotta per non retrocedere. Anche per questo stanno partecipando agli incontri per definire il tutto rappresentanti di Fiat. Poi rimane il valore della serie A di Basket. E probabilmente ci sono più tavoli  dove si sta giocando la partita.  In altre parole se gioca in A uno ha un valore se si gioca in A due un altro. Unica cosa certa è che chi subentrerà si accollerà i debiti. Ed ogni situazione di rescissione contrattuale si porta dietro dei possibili contenziosi con relativi costi. Insomma esplosioni ( in senso figurato ) che producono altre esplosioni. Concordo con chi ha sostenuto che tutti , in primis la politica torinese, deve adoperarsi per aiutare nel risolvere le criticità . Ad oggi, si è spettatori impotenti di questa cronaca di una morte annunciata. Venduta la società poi si vedrà.  Con una seconda domanda: perché comprano? Sicuramente per amore dello sport. Ma quando i compratori non sono torinesi o piemontesi chiederci il perché è doppiamente lecito. La paura che la serie A salti dalla nostra città è lecita. Mi si può obiettare che è prematuro fasciarsi la testa prima di avercela rotta. Rispondo che quando si è stati scottati con l’acqua calda si ha paura anche dell’acqua fredda. Ben venga chi compra se salverà la situazione . Ma volendo che rimanga tutto a Torino qualcosa si deve fare già da subito. Esemplifico. Il Pala Vela è stato assegnato al Basket anche per intercessione dell assessore competente. Ora la Giunta dovrebbe chiedere la pubblicità dell’accordo raggiunto. Essendo una giunta di Grillini la vedo dura che capiscano. Ma tentare non nuoce. Secondo: il Parco Olimpico é di fatto diventato socio dell’ operazione, socio nella buona e cattiva sorte. Ed il 10 % delle quote del Parco Olimpico è pubblico. Un amministratore nominato di concerto da Comune e Regione. Se vogliono, il pubblico può dire la sua. Ovviamente se se la sentono ed hanno voglia. L’ interesse ci dovrebbe essere. Il basket torinese in serie A è un bene comune di tutti i torinesi. Solo due mesi fa chi ha sostenuto che saremmo arrivati a questo punto era accusato di vaneggiare e di delirare. Ma avvenendo purtroppo ciò che e stato profetizzato è oggi realtà incontrovertibile. Ci saranno ancora polemiche sul perché è avvenuto. Ad oggi non ci interessano. Salviamo il salvabile.
Patrizio Tosetto