GUSTO- Pagina 9

Il tartufo bianco d’Alba sposa i prodotti del territorio

E tornano le eccellenze del Piemonte in vetrina

Quinta edizione alla scoperta dei sapori unici delle province piemontesi. Per oltre un mese dal 23 ottobre fino a fine novembre tornano gli eventi di “Eccellenze sul territorio in vetrina”, per presentare il buono e il bello della regione Piemonte, che vanta una cucina di altissimo livello e produzioni di grande pregio. 

L’evento animerà i territori con un fitto programma dai tour tematici dedicati ai media specializzati in food, travel e lifestyle, alle masterclass negli istituti alberghieri del territorio, condotte dal giudice del Centro Studi Nazionali del Tartufo  fino al premio legato  al progetto “Dawn to earth”, attribuito quest’anno alla grande chef Manu Buffara e all’evento di chiusura del castello di Roddi.

Parallelamente la grande cucina  piemontese verrà interpretata da chef conosciuti in tutto il mondo con protagonista il Tartufo bianco d’Alba,  sentinella della biodiversità  e testimone  indiscusso della valorizzazione turistica internazionale di tutto il territorio. 

Il progetto, giunto alla sua quinta edizione, è ideato dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo bianco di Alba, in  collaborazione con Visit Piemonte, promosso dalla Regione Piemonte e realizzato in collaborazione con le ATL Alexala, ATL del Cuneese, Distretto turistico dei Laghi, Ente turistico Langhe, Monferrato e Roero,  ATL Terre dell’Alto Piemonte, Biella, Novara, Valsesia e Vercelli e ATL  Turismo Torino e Provincia.

Eccellenze del Piemonte in vetrina è partito nel 2020 come progetto pilota e con gli anni è diventato un progetto diffuso. Ad aprire il calendario dell’edizione 2024 è  stato il 23 e 24 ottobre il Biellese, con esperienze sul territorio  e la cena al ristorante il Patio di Pollone della chef Sergio Vineis.

A questo primo appuntamento seguiranno il 7 e 8 novembre il fascino del Monferrato astigiano, il 12 e 13 novembre l’incontro con le eccellenze di Alessandria e del suo territorio, il 14 e 15 novembre le suggestioni del Cuneese tra le Valli Grana e Maira, il 20 e 21 novembre i tesori di Novara e del Novarese, il 25 e 26 novembre l’insolita Torino, il 26 e 27 novembre la magia di Varallo e della Valsesia, il 28 e 29 novembre l’incanto di Stresa e della Val d’Ossola.

Nei giorni di dicembre, al castello di Roddi, verranno sviluppate iniziative in continuità  con il playoff della 94esima edizione della Fiera Internazionale del Tartufo bianco di Alba “intelligenza naturale”. Grazie a esperienze di intelligenza artificiale in combinazione con quella naturale,  si potranno sperimentare nuove creatività e codici narrativi insoliti per valorizzare il tartufo bianco d’Alba e il patrimonio gastronomico territoriale.  In questo contesto l’ente Fiera organizzerà un evento il 3 dicembre al castello di Roddi con presentazione alla stampa, al territorio e agli istituti alberghieri.

“È sempre più discriminante il rapporto tra uomo e ambiente, tra natura e artificio. L’educazione e il rispetto della natura, fonte di sostentamento per l’intero pianeta, è imprescindibile. Il tartufo è  tra le sentinelle più importanti della biodiversità,  dove non ci sono le condizioni non prolifera. Siamo partiti da questo assunto per ribadire, anche attraverso la campagna di comunicazione “intelligenza naturale” il nostro impegno per salvaguardare un patrimonio di tutti, la biodiversità.  Anche quest’anno abbiamo attivato azioni concrete rivolte ad un pubblico allargato, non per forza consumatore del prezioso Tuber Magnum Pico. Solo con la sensibilizzazione  e l’esempio possiamo portare avanti messaggi importanti di salvaguardia e conservazione degli habitat” ha precisato Liliana Allena, presidente Ente fiera Tartufo di Alba.

“L’importante progetto “Eccelenze del Piemonte in vetrina” taglia il traguardo  della sua quinta edizione  – specifica Marina Chiarelli, assessore al Turismo, Cultura, Sport della Regione Piemonte- con un ricco calendario di appuntamenti  e un’inaugurazione d’eccezione con l’assegnazione del Premio “Dawn ti Earth” alla chef brasiliana Manu Buffara all’Accademia Alberghiera di Alba  Apro. L’importante riconoscimento  che, dal 2021, è  attribuito ogni anno dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba a personalità della gastronomia mondiale che si sono distinte nel campo della sostenibilità ambientale  e sociale,  apre quella che possiamo considerare una vera e propria festa della cultura del  cibo e del vino piemontese “.

Mara  Martellotta

Polpette al pomodoro con farina di ceci, che bontà!

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita 

Per fare queste polpette al pomodoro con farina di ceci non avete bisogno di preparare molti ingredienti: probabilmente aprendo il frigo li trovate già lì, pronti! Il bello delle polpette è che ci potete mettere dentro quello che volete. Qualcuno potrebbe non fidarsi a ordinarle al ristorante, temendo che siano fatte con gli avanzi, di quelli che o li metti nelle polpette o li butti via. Io trovo che sprecare il cibo il meno possibile sia un traguardo importante. E ora, aprite il frigo e guardate se anche voi avete qualche ingrediente che potrebbe andare bene per questo. Non importa se non è esattamente quello che c’è in questa ricetta. Basta rispettare le proporzioni. Non devono però mancare la farina di ceci e il sugo di pomodoro. Leggete e capirete perché…

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: Rispetto alle polpette al sugo tradizionali preparate con carne di vitello e maiale, uova, latte e formaggio grattugiato, qui abbiamo -30% di calorie e -65% di grassi. Un piatto che sazia senza appesantirci e senza farci ingrassare!
  • Polpette al pomodoro con farina di ceci, buone come quelle della nonna! E in più le carote e i finocchi sono ricchi di fibre, ma nell’impasto di queste polpette non si distinguono. Bene, quindi, anche per i bambini che non amano la verdura.
  • Al posto dell’uovo usiamo la farina di ceci. Nessun problema quindi per chi ha problemi con le uova.

Una dieta a base di legumi e cereali (soprattutto quelli integrali) permette di fornire al nostro organismo gli stessi elementi che si trovano nella carne (gli aminoacidi essenziali).

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (15 min);

Attrezzatura necessaria: robot tritatutto, 2 bicchierini da caffè, padella antiaderente diam. 32, tagliere e coltello a lama liscia, paletta da cucina, 2 cucchiaini, 1 cucchiaio, 1 paletta di legno, vassoio, 1 ciotola di medie dimensioni, carta da forno.

fase preparazione polpetteIngredienti (per 4 persone – circa 500 g di polpette):

Per l’impasto delle polpette:

  • Verdure in padella (carote e finocchi) – 150 g
  • Riso basmati integrale cotto – 150 g
  • Pangrattato (integrale) per impasto – 50 g
  • Farina di ceci – 1 cucchiaio pieno
  • Acqua per farina ceci – 2 cucchiai
  • Salsa di soia – 1 cucchiaio
  • Sale fino – ½ cucchiaino
  • Olio evo – 2 cucchiaini
  • Semi di girasole – 1 cucchiaio
  • Pangrattato per impanare polpette – 50 g

Per il sugo di pomodoro:

  • Passata di pomodoro o sugo pronto – 300 g
  • Olio di oliva – 2 cucchiai
  • Aglio – 1 spicchio

Ciuffi di carota – ½ bicchiere

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/).

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Cereali contenenti glutine, soia

Preparazione delle polpette

FASE 1: LE VERDURE E I CEREALI DEL FRIGO

Potete scegliere delle verdure in padella a vostro piacere e in base a quello che trovate in frigorifero. In questa ricetta io ho fatto rosolare uno spicchio di aglio in olio evo, buttato dentro le carote a rondelle e fatto cuocere per 10 minuti. Poi ho buttato in padella anche i finocchi e fatto cuocere tutto insieme per altri 10 minuti. Infine, ho aggiunto il sale.

Io ho sempre in frigorifero un cereale pronto. Questa volta usiamo il riso basmati integrale. Se non vi ricordate come è meglio cuocere i cereali in chicco, andate su https://www.lacuocainsolita.it/miglio-stufato/

FASE 2: IL PANGRATTATO

Meglio se integrale, perché è più ricco di fibre. Io lo ottengo spesso da una forma di pane secco. Basta mettere le fette secche nel mixer e tritare a massima velocità, fino a quando il tutto sarà polverizzato.

FASE 3: LA PREPARAZIONE DELLE POLPETTE

Il gioco è facile: nel bicchierino da caffè bagnate la farina di ceci con l’acqua e mescolate. Intanto mettete nel contenitore del robot tritatutto le verdure, il riso basmati, la salsa tamari, il sale e l’olio e frullate a massima velocità. Aggiungete quindi la farina di ceci idratata e il pangrattato. Dovrete ottenere un impasto abbastanza compatto.

Unite ora i semi di girasole e mescolate delicatamente (devono restare interi). Trasferite in un contenitore e ricavate con le mani delle polpette, che poi impanerete con del pangrattato integrale.

FASE 4: LA COTTURA

Mettete olio di oliva in padella, fatelo rosolare e buttate dentro l’aglio e i ciuffi verdi delle carote sminuzzati come fareste con del prezzemolo. Mettete a cuocere le polpette impanate, a fuoco medio-alto e fate rosolare per circa 5 minuti, poi girate con l’aiuto di due posate e fate altrettanto dall’altro lato. Trascorsi 10 minuti, mettete da parte un po’ di ciuffi verdi di carota soffritti e versate il sugo già pronto nella padella e fate scaldare tutto per altri 5 minuti.

Servite le polpette calde, con una forchetta e un cucchiaio per raccogliere bene anche il sugo al pomodoro.

CONSERVAZIONE

In frigorifero: 3-4 giorni

Le polpette crude: possono essere preparate anche il giorno prima e tenute in frigorifero fino alla cottura. Possono essere messe nel congelatore (su dei vassoi, separate tra loro) e conservate anche per 2-3 mesi. Una volta indurite, potete trasferirle nei sacchetti gelo.

Ristoranti d’Italia 2025: la Guida del Gambero Rosso si rinnova

In Piemonte 202 insegne, 22 nuovi ingressi,   5 Tre Forchette, 2 Tre Gamberi, 1 Tre Tavole e 3 premi speciali 

Un’edizione nuova, nei linguaggi e nella lettura. Niko Romito si conferma in cima alla classifica delle 52 Tre Forchette insieme a Enrico Crippa che sale in vetta. 6 nuovi ingressi tra le eccellenze, 22 i Premi Speciali con due novità: Cioccolato. L’abbinamento sorprendente e la cantina più bella da visitare. 

 

Roma, 21 ottobre 2024 – Ristoranti che si reinventano bistrot, trattorie che abbracciano lo stile contemporaneo, enoteche che sperimentano nuovi concept culinari: il mondo della ristorazione sta vivendo una metamorfosi che riflette un cambiamento profondo nel modo in cui gli italiani vivono l’esperienza culinaria fuori casa. Un’esperienza sempre più influenzata da ritmi di vita frenetici e dall’onnipresenza della tecnologia che riduce la capacità attentiva. Sono queste le principali tendenze che emergono nella nuova Guida Ristoranti d’Italia 2025 che segna una svolta presentandosi rinnovata nella grafica – con immagini di paesaggi e dei piatti regionali della tradizione – e nella lettura – con nuovi simboli – come il razzo per le avanguardie e lo smile per il miglior rapporto qualità/prezzo – per condurre il lettore in un viaggio attraverso l’evoluzione della ristorazione italiana, celebrando tradizione, innovazione e creatività.

Sono 2.425 i locali censiti dalla Guida, tra ristoranti, trattorie, wine bar, bistrot, locali internazionali. 400 le novità che debuttano quest’anno.

 

Le Tre Forchette

A guidare la classifica delle Tre Forchette, star della ristorazione italiana, anche quest’anno c’è Niko Romito con il suo Ristorante Reale a Castel di Sangro (AQ), insieme a Enrico Crippa con Piazza Duomo ad Alba (CN) che ottengono un punteggio di 97 centesimi. Seguono con un punteggio di 95 centesimi, il ristorante Atelier Moessmer Norbert Niederkofler Osteria Francescana di Massimo Bottura che scende di un gradino, pur confermandosi nell’Olimpo degli chef, distinguendosi anche per il Premio Speciale Novità dell’Anno con il suo Al Gatto Verde a Modena. Rispetto al 2024 salgono a 52 le Tre Forchette, sostenute dal partner TRENTODOC, con l’ingresso di 6 nuove eccellenze, sempre più giovani e creative: tra le avanguardie spiccano il Ristorante Dina di Alberto Gipponi a Gussago (BS) e I Tenerumi del Therasia Resort di Davide Guidara a Vulcano (ME). L’argine a Vencò di Antonia Klugmann a Dolegna del Collio (GO) si distingue anche come Forchetta Verde per il suo impegno nei confronti della sostenibilità. Tra le altre novità: Andrea Aprea Ristorante a Milano, Dalla Gioconda a Gabicce Mare (PU), da Gorini a Bagno di Romagna (FC).

 

Il Piemonte

Sono 202 le insegne in Guida, con 22 nuovi ingressi, a testimonianza di una grande vivacità del settore con grande varietà di offerta, tra tradizione e innovazione.

8 le super star. Le 5 Tre Forchette:

 

Piazza Duomo ad Alba: sogno e rigore, istinto e ragione. Nessun clamore, né ricerca di visibilità e fama. Un atteggiamento quasi monacale i cui principali palcoscenici sono la sua cucina, l’orto e le strade di Langa. Enrico Crippa è perfezionista d’indole e conoscitore assoluto dell’ingrediente, impermeabile alle mode, detentore di uno stile che a partire da scuole ha fatto e fa scuola. Un orto vero, grande, curato da gente del mestiere e dallo stesso Enrico per approvvigionare giornalmente quanto serve a progetti di menu che del vegetale sondano le caratteristiche più intrinseche ed evolutive, dal seme alla maturità piena. Nei percorsi guidati, i soli disponibili, trionfa la ricerca dell’essenza. Emblematico l’Antipasto piemontese con un riassunto icastico che è un viaggio nella terra, nella storia pure dimenticata e nel vegetale attraverso quindici piccoli gioielli. Quattro i percorsi da 170 a 350 euro. Davide Franco organizza un servizio eccellente quanto leggero, dotto ma non cattedratico, capace di decifrare alla perfezione ogni esigenza di sala così come Jacopo Dosio gestisce e racconta una cantina assai importante sia per chi sa già dove andare sia, soprattutto, per chi vuole essere guidato in uno dei numerosi e prestigiosi pairing.

 

Villa Crespi a Orta San Giulio. Il minareto che svetta su Villa Crespi si erge come l’albero maestro della nave madre dell’impero Cannavacciuolo. Sono passati 25 anni e la conferma dell’efficacia della visione dello chef e di sua moglie è li a testimoniarlo. La commistione tra fermezza sabauda e calore partenopeo si ritrova in due menu degustazione, uno con i must e il secondo più contemporaneo. Sempre possibile la scelta alla carta. Il motivo di tanti successi risiede nell’equilibrio sapiente tra forma ed estetica da una parte e ricchezza e gusto dall’altra, riproponendo nuovamente la commistione tra Nord e Sud. Il nuovo sommelier illustra con passione le innumerevoli proposte al calice, non banali e in alcuni casi in esclusiva, avendo il ristorante acquistato l’intera produzione, alle quali potrete comodamente affidarvi. In alternativa si consulta una delle carte più ampie e prestigiose d’Italia, che si arricchisce di anno in anno.

 

Antica Corona Reale a Cervere. Due secoli e un decennio: Napoleone aveva appena subito Waterloo e già dal mese prima i Vivalda operavano qui. E ora non è affatto comune trovare sintesi così lucide fra tecniche, ingredienti, tradizioni conservando un solido quanto impeccabile attaccamento al luogo e alle sue risorse. Quel triangolo franco-ligure-piemontese costituisce la nota prevalente nella cucina di Giampiero, l’attuale Vivalda. Uovo in meurette al Porto vintage con pisellini novelli e spugnole di bosco, raviolo di spinacini dell’Orto Reale alla panissa ligure, cavolo nero, prezzemolo e bocconcini di scampi, poi la bouillabaisse allo zafferano dell’Aquila con scorfano di scoglio, astice blu di Normandia e asparagi verdi di Poirino, le lumache di Cherasco all’anice con carciofo spina di Albenga, la tarte Tatin “all-around”. Ad accompagnare i deliziosi lievitati dell’AtelieReale, il forno di casa. Davide Ostorero guida l’eccellente servizio. Cantina ampia e profonda che passa in rassegna la regione ma peregrina per il mondo con copiose tappe francesi.

 

Guido a Serralunga d’Alba. Della famiglia Alciati si è già detto tutto. Oltre sessant’anni fa con il ristorante Guido a Costigliole d’Asti ha iniziato un percorso che ancora oggi prosegue, con Piero in sala e Ugo in cucina. Dopo aver respirato la Storia con la “s” maiuscola, ci si dedica però a quella gastronomica del Piemonte con i loro classici sempre in carta come il vitello tonnato, gli agnolotti al sugo di arrosto (e un assaggio offerto dei plin al tovagliolo), la finanziera e il capretto al forno, tutti capisaldi del ristorante di Costigliole. Ma la famiglia non si è fermata lì: ecco le uova bianche preparate in camicia con zucchine Trombetta, parmigiano e tartufo nero, oppure il sorprendente pollo con salsa al limone e Arneis che non fa rimpiangere i migliori volatili della Bresse per qualità della carne. Ricerca costante altresì nel campo dei formaggi. Il territorio che è così ben presente e determinante sul fronte cibo lascia invece spazio quando si guarda la carta dei vini, ricca chiaramente di proposte della regione, ma altrettanto interessante sul piano degli Champagne e della Francia in genere. Il servizio di classe e di gran mestiere completano l’esperienza. Disponibile un menu degustazione Esperienza Guido con i grandi classici a 130 euro, o ancora due o tre piatti più il dolce a 85 e 110 euro.

 

Del Cambio a Torino, cGli anni passano, ma dal 1757, prima come caffè e come ristorante circa cento anni dopo, Del Cambio è la posizione più prestigiosa per accogliere i visitatori Come accade a tutti i posti ultracentenari, però, si susseguono stagioni ottime ad altre meno. La scommessa di 11 anni fa che vede sul ponte di comando Matteo Baronetto ha raggiunto le vette consone al suo talento, per la sua sensibilità, che si mostra in modo celato, quasi pudico. Certo, sono sempre presenti in carta classici come il vitello tonnato o gli agnolotti alla piemontese, ma l’anima dello chef si svela, per esempio, con l'”insalata piemontese”, dove si uniscono verdure di stagione cotte e crude, ognuna con il suo condimento. È richiesto un minimo di impegno per calarsi nell’animella e mozzarella di bufala, accoppiamento tanto inaspettato quanto perfetto, o per cogliere il dettaglio che il basilico cotto al burro “come fosse uno spinacio” apporta a ravioli di parmigiana dalla pasta perfetta. E cosa dire dell’illuminazione di usare la pâte à choux per creare dei tagliolini o un cannellone o ancora una lasagna? Il costante lavoro di ricerca ha inoltre portato a esperimenti con gli aceti in varie infusioni: quindi acido, dolce e speziato si rincorrono.

 

 

2 Tre Gamberi:

La Piola di Alba, Nello stesso edificio che ospita il ristorante Piazza Duomo, in pieno centro, una trattoria “moderna” nella forma quanto tradizionale nella sostanza che come la blasonata casa madre raggiunge, nel suo “campo d’azione”, innegabili livelli di eccellenza. La proposta cambia giornalmente: salumi e formaggi, insalata russa, splendidi tajarin con ragù di salsiccia o al tartufo di stagione, filologici agnolotti del plin al sugo di arrosto, la tagliata o la tartare di Fassona. Ma c’è di più: Dennis Panzeri si diletta (ispirato dalle stagioni e da una playlist sempre diversa) in piatti dove il protagonista assoluto è il vegetale. Mano felice pure nei secondi, dall’agnello al timo cotto a puntino al tradizionale brasato al Barolo. Dolci secondo stagione (sempre presente il loro gianduiotto) e carrello dei formaggi che vale il racconto. La carta dei vini, seppure focalizzata sul territorio delle Langhe e del Roero, vanta centinaia di referenze e ampia scelta alla mescita.

 

Consorzio a Torino. È ormai un classico nella ristorazione cittadina, dove Valentina Chiaramonte continua a lavorare sulle sue proposte alternative di ricerca, mescolando elementi tipici ad alcuni fuori regione o addirittura internazionali. Accanto agli storici ravioli di finanziera e all’uovo croccante su bietole con fonduta e pancetta, trovate quindi il tacos di mais, friciulin (polpettine di erbette tipiche del Piemonte), salsa tartara e tabasco verde, un piatto veramente riuscito dai giusti contrasti, o la pecora, ceci, cumino e kefir, e l’animella di cuore alla brace con fragole e agretti. La selezione di formaggi alterna sia ottime realtà locali che da oltrefrontiera, prima di una perfetta panna cotta per dolce. La carta dei vini continua a regalare belle soddisfazioni. È insomma il luogo giusto per sperimentare novità ma rimanere al contempo nel comfort della tradizione.

 

A chiudere il palmares è Scannabue, con Tre Tavole da Miglior bistrò. Team dinamico, spazi ampliati nelle ultime stagioni con l’angolo “gastronomia & vini” per acquisto di eccellenze a portar via, come le immancabili acciughe al verde. Altrimenti ci si accomoda nell’accogliente sala, per godere di una cucina che si destreggia alla perfezione tra tradizione (c’è un degustazione a lei dedicato di 5 portate a 35 euro) e sperimentazione, con ottimi risultati in ogni caso: che siano i plin ai tre arrosti, il vitello tonnato della casa, la finanziera, un’animella cotta nel latte di mandorla con crema di prugne e senape o l’eccezionale guancia brasata alla Barbera, il gusto non manca e la tecnica è evidente. Dolci coerenti. La cantina, ampia, naviga anch’essa tra Piemonte e Francia, senza porsi però dei limiti. A pranzo menu apposito (il Club Sandwich è da provare). E durante le festività si dilettano con i grandi lievitati, di buona fattura. Per tutto questo, e molto altro, inutile specificare sia fortemente consigliata la prenotazione.

 

I premi speciali

  • Del Belbo da Bardon a San Marzano Oliveto (AT) riceve il premio Miglior Carta dei Vini, con Tenuta Sette Ponti.
  • Reis – Cibo Libero di Montagna a Busca (CN) si aggiudica il premio No Food Waste, con Krombacher.
  • Ad Agnese Loss dell’Osteria Contemporanea a Gattinara (VC) il premio Tradizione Futura, con Inalpi.

 

Lo smile per il Miglior Rapporto Qualità Prezzo va invece a La Locanda del Falco, a Valdieri (CN). Già da un po’ i ragazzi di Valdieri, ambasciatori della tradizione ossolana in Valle Gesso, hanno doppiato – con successo – in città, al Sorì di Cuneo, dove si gioca un po’ di più con piatti e ingredienti e dove si sono concessi spazi più ampi anche per la ragguardevole cantina. La casa madre rimane comunque un posto del cuore per moltissimi affezionati clienti, vuoi per l’atmosfera piacevole, vuoi per la gestione accurata di tre veri appassionati del buon bere e del buon mangiare, e non da ultimo per la cucina. Alla carta e nei convenienti percorsi in degustazione trovate infatti una proposta di stretto territorio realizzata in costante sinergia con i produttori locali. Pure qui si beve bene, e il servizio contribuisce alla piacevolezza della sosta.

 

Tra le cucine d’avanguardia, oltre al già citato Del Cambio, si distingue Condividere, sempre a Torino, che continua a convincere per la sua formula “alla spagnola”, una certa spettacolarizzazione (anche negli spazi disegnati da Dante Ferretti) che spinge più sull’ironia che sul kolossal, il magistero del nume tutelare Ferran Adrià che si legge in certe citazioni (l’Oliva sferica El Bulli) ma ancora di più nel rendere la cena puro divertimento. La cucina di Federico Zanasi è comunque rigorosa e tecnica. Il menu Gran Festival (130 euro) regala episodi interessanti, dal Biancomangiare alle mandorle con granita di pomodoro al biscotto “Viva Mexico!”. Ci sono poi un più ridotto Festival (110) e una carta dei Classici (100). Per il dessert ci si trasferisce in una saletta a parte. Carta dei vini che spazia ed evidenzia gli aromi delle varie tipologie. Servizio adeguato all’esperienza.

 

 

La classifica completa è nel pdf allegato e al seguente link: https://drive.google.com/drive/u/2/folders/17MjDSQEDexlq5UGavp0ilBkKyTSONi7-

 

Gambero Rosso è la piattaforma leader per contenuti, formazione, promozione e consulenza nel settore del Wine Travel Food italiani. Offre una completa gamma di servizi integrati per il settore agricolo, agroalimentare, della ristorazione e della hospitality italiana che costituiscono il comparto di maggior successo, a livello internazionale, per la crescita dell’economia. Unico nel suo format di operatore multimediale e multicanale del settore, Gambero Rosso possiede un’offerta di periodici, libri, guide, broadcasting (Sky 415 e 133) e web OTT con cui raggiunge professionisti, canali commerciali distributivi e appassionati in Italia e nel mondo. Gambero Rosso Academy è la più ampia piattaforma formativa professionale e manageriale per la filiera agroalimentare, della ristorazione, della ospitalità e del turismo. Gambero Rosso offre al sistema produttivo italiano un programma esclusivo di eventi di promozione B2B per favorirne il costante sviluppo nazionale e internazionale. www.gamberorosso.it e www.gamberorossointernational.com

 

Sua Maestà il Bollito, re di Montaldo Torinese

Dal 25 al 27 ottobre 2024 il Comune di Montaldo Torinese propone l’evento “Festa
del Bollito”, un momento di festa e animazione per conoscere le bellezze naturali di
questo piccolo territorio adagiato sulla collina chierese.
Il Comune di Montaldo Torinese ha voluto trasformare la Sagra in Festa per adattarsi
ai tempi che cambiano, come anche suggerito dall’Unione Europea nelle sue linee
guida. Trasformare da sagra in Festa vuol dire fare cultura, creare momenti di
aggregazione, incontrarsi. Sarà un momento di comunità che supera il concetto del
semplice cibo. Lo stare insieme una giornata ponendosi la questione del cambiamento
della società. Per essere protagonisti ora per il domani.
S’inizierà venerdì 25 ottobre alle 21 con la commedia in piemontese “Se perd la
passiensa … camp la cota ‘n sij busson!” presentata dall’Associazione Teatrale
Carmagnolese J’Amis del Teatro; lo spettacolo sarà presso il Circolo Polisportivo
Montaldese in Via Marentino 3 con ingresso libero.
Sabato 26 ottobre alle 15,30 l’Associazione XBacco propone la Caccia al Tesoro, con
una camminata alla scoperta dei sentieri della collina montaldese.
Domenica 27 ottobre alle 9 il Tour guidato di circa 2 ore alla scoperta della storia di
Montaldo; partenza dal Circolo Polisportivo Montaldese. Alle 11 l’inaugurazione alla
presenza delle Autorità.
La cena di sabato 26 e il pranzo di domenica 27 ottobre saranno dedicate al Gran
Bollito Piemontese, piatto tipico montaldese; un momento di convivialità e di
aggregazione. Le prenotazioni sono possibili al n. 345 4973061.

Capri incontra Torino: un connubio di sapori e tradizioni

Una finestra sul mare si apre a Torino: dalla più esclusiva destinazione del Mediterraneo all’antica capitale sabauda, ricca di splendori del passato, arte e cultura.

Ispirato alla tradizione culinaria mediterranea, il Mammà Restaurant una Stella Michelin aprì nel 2013 per accogliere e coinvolgere ospiti e visitatori internazionali nel più rispettoso stile isolano.
Dalla dolce vita caprese all’eleganza e armonia torinese, Mammà approda da SNODO all’interno
delle OGR Torino, unendo tradizione e innovazione in un’esperienza culinaria unica. L’executive Chef Raffaele Amitrano porta in città la sua creativa proposta gourmet, trasformando le ex Officine Grandi Riparazioni in un tempio del gusto. Lo Chef trascrive nella sua carta le emozioni di un’isola, che racchiude nei suoi piatti, offrendo un viaggio sensoriale e gastronomico che coniuga tradizione, innovazione e territorialità piemontese con piglio estetico. Una filosofia semplice e immediata, senza ostentazione.
“La qualità e il rispetto delle materie prime sono al centro della mia cucina. In ogni piatto che creo, c’è una parte della mia storia e della mia famiglia. La mia cucina è un abbraccio ai sapori di una volta, quelli che mi hanno fatto sentire a casa, proprio come quelli di Mammà”, racconta Raffaele Amitrano. Lo Chef con il suo team crea piatti iconici, utilizzando materie prime di altissimo livello, fra cui la tagliatella di seppia con cremoso di nocciola o lo scorfano alla puttanesca con un tocco piemontese.
Anche la carta dei vini offre un’ampia scelta di etichette del territorio campano, piemontese e della vicina Francia.
Ecco il menù Degustazione provato giovedì 17/102024 :
Finger food in piedi con BERLUCCHI
FRANCIACORTA 61 EXTRA BRUT
Baba imbevuto nel Gin mare di formaggio ricotta di limone con acciughe
Bon bon di vitello tonnato (glassa scura tipo oliva con interno la carne)
Capunet alla Genovese con cipolla caramellata
Polpetta melanzane di salsa chiummenzana ( origano, aglio ,pomodoro)
TASTE OF MAMMA’
Tagliatella di seppia con sedano, cremoso di nocciola e limone salato
Lingua frita con salsa verde, purea di sedano rapa e barbabietola
Pasta e patate con ricciola affumicata, polpo e ricci di mare
Scorfano alla puttanesca, telline, scarola maritata e bagna cauda
Stracotto di guancia di vitello all’aglianico,
purèe di patate e topinambur
La Pastiera di Mammà…
Vini selezionati dal nostro sommelier
Alta Langa Oudeis – Enrico Serafino 2019
Greco di Tufo Vigna Cicogna, – B .Ferrara 2023
Aglianico Rue dell’Inchiostro – Nativ 2021
Moscato d’Asti – Saracco 2023
Il prezzo indicativo della cena (esclusi i vini e finger food ) è di 100,00€
Due parole sulla location OGR TORINO e SNODO
Le OGR Torino sono un centro di cultura ed innovazione unico in Europa, dedicato alla sperimentazione: culturale, artistica e musicale nelle OGR Cult, scientifica, tecnologica e imprenditoriale nelle OGR Tech.
Ex officine per la riparazione dei treni nell’Ottocento, e patrimonio archeologico industriale, sorgono nel cuore di Torino su un’area di 35.000 mq.
Dal 2017 le OGR Cult accolgono i visitatori con mostre d’arte site-specific, grandi concerti e sperimentazione musicale, insieme a momenti di approfondimento e intrattenimento per esplorare la cultura contemporanea in ogni sua sfaccettatura.
Nate nel 2019, le OGR Tech sono tra i più grandi innovation hub d’Italia. Le OGR Torino esplorano la contemporaneità in ogni forma per attivare nuove orizzonti di collaborazione, creazione e convivialità.
Snodo, area food & drink delle OGR: Un luogo versatile, dall’architettura ex industriale e dal gusto cosmopolita, un invito a scoprire, incontrare e assaporare la convivialità. Con l’iconico social table lungo 25 metri, due sale dall’eleganza contemporanea e un cocktail bar dove l’estetica post industriale incontra l’eccellenza del Mixology.
Dalla mitica piazzetta di Capri alle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino, lo chef Raffaele Amitrano è da poco approdato in città dove
ha rilocato il ristorante Mamma Isola di Capri all’interno di Snodo, area ristorazione delle OGR Torino. Sapori e profumi sono quelli del
Mediterraneo con un occhio di riguardo per le eccellenze del Piemonte.
Il menu à la carte è un inno alla Campania .
Quindi ….
SNODO è infatti un’esperienza di tasting all day long: è un viaggio sensoriale che dura tutto il giorno. Un luogo capace di trasformarsi, a seconda delle diverse ore della giornata: dal pranzo all’incontro di lavoro informale,
passando dall’aperitivo open air ed indoor sino al casual o fine dinner.
Le anime di SNODO sono:
P a u s a C a f f è B r e a k f a s t & Drinks
Raccordo di tutta la struttura è la caffetteria centrale di Pausa Caffè. Uno spazio dominato
dall’imponente bancone in legno, per colazioni dolci o salate, un pranzo veloce, aperitivi e cocktail a tema. Spazio per eventi fino a 55 ospiti .
Social Table | All Day long
Il Social Table rappresenta tra tutte, la location più conviviale dell’intera struttura, che si allunga come una banchina ferroviaria nel cuore di Snodo. Un long table di 25 metri in legno massiccio che può ospitare fino a 84 coperti . Uno spazio “condiviso” dove sedersi per mangiare, ma anche lavorare, studiare e creare
connessioni all day long.
Ristoro | Casual Bistrot
Open space contemporaneo, luminoso e rilassante. Un’esperienza culinaria informale, perfetta per la pausa pranzo, che unisce la tradizione piemontese a tocchi di modernità. Un buffet ricco di proposte fredde e piatti del giorno .Capienza 150 ospiti |standing 220.
Mammà Isola di Capri | Fine Dining
Dalla mitica piazzetta di Capri alle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino: lo chef Raffaele Amitrano è da poco approdato in città dove ha portato il “suo” ristorante Mammà Isola di Capri. Capienza fino a 85 posti.
Alla prossima
LUCA GANDIN

 

Nizza è: terroir, cultura e sapori autentici

Dal 5 al 7 ottobre 2024, a Palazzo Crova di Nizza Monferrato, si è svolta la V edizione  che celebra l’eccellenza del Nizza DOCG in un incontro unico tra terroir, cultura e sapori autentici 

Per tre giorni i banchi di degustazione sono diventati il punto d’incontro tra il pubblico con 115 etichette di Nizza DOCG, provenienti da più di 70 cantine. Accompagnati dai sommelier dell’AIS ( tutti d’eccellente preparazione, disponibilità e pazienza) i visitatori hanno potuto esplorare le diversità di un territorio che si è raccontata attraverso sei postazioni di assaggio, ognuna con le proprie peculiarità.

La novità di quest’anno:
VINO OSPITE – ETNA DOC: un banco d’assaggio interamente dedicato all’Etna DOC, grazie alla preziosa collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Etna DOC.
Gli ospiti hanno degustato i pregiati vini dell’Etna, apprezzando le caratteristiche uniche che nascono dal territorio vulcanico siciliano e
mettendo a confronto la forza vulcanica della Sicilia con la raffinata eleganza piemontese.

Non meno importante è stato l’omaggio alla Roccaverano DOP, proposta in collaborazione con il Consorzio dei Produttori del Roccaverano DOP, per un connubio perfetto tra vino e formaggio che saprà raccontare storie di tradizione e maestria artigiana.

Nizza DOCG
Prodotto con il 100% di uve Barbera, il Nizza DOCG è un vino che nasce nel cuore del Monferrato, tra il torrente Belbo e il Rio Nizza, in un’area che racchiude ben 18 comuni che rappresentano l’eccellenza nell’ambito della vasta area di produzione della Barbera d’Asti. Dal 2002, l’Associazione Produttori del NIZZA si impegna per tutelare e promuovere questa ricchezza enogastronomica.

Ecco i vini che mi hanno particolarmente colpito
Negli assaggi della tre giorni a Nizza Monferrato:

ETNA ( Vino Ospite )
Etna doc è presente in 20 comuni, diviso in 142 Contrade ed occupa principalmente i versanti est e nord intorno al vulcano dell’Etna .
Terreno di matrice vulcanica, con diversi strati di materiale eruttivo . Quindi suoli sciolti, ricchi di scheletro molto permeabili, ricchi di potassio
e di azoto e fosforo . Clima Mediterraneo con giugno e luglio asciutti e agosto piovoso ,il mese di dicembre spesso caratterizzato da neve nella parte alta.
Tutto questo fa sì che i vini diventino particolarmente eleganti e persistenti in bocca con lunga longevità.

ETNA BIANCO
CANTINE DI NESSUNO
MILICE 2019
CONTRADA MONTE ILICE
vigneto di 100 anni , Carricante 100%, versante s/e mt 700-900 , terreno sabbia vulcanica,
Vinificato in acciaio e poi 12 mesi di Tonneaux, annata piovosa.
Al naso: complesso e sentori di terziario
In bocca : aspetto di Orange Wine ,una complessità notevole che consente un lungo invecchiamento. Finale lungo e persistente.

ETNA ROSSO
CANTINE DI NESSUNO
MILICE 2017
CONTRADA MONTE ILICE
Vigneto di 100 anni, Nerello Mascalese 100%,
versante s/e mt 700-900 , terreno sabbia vulcanica. Vinificato in acciaio e poi 24mesi di Tonneaux, annata poco piovosa.
Al naso: sentore di mentolato e vegetale e un sentori terziari
In bocca: una complessità ed un amalgama fantastico stile Old style .

ETNA ROSSO
TENUTA SAN MICHELE
MURGO 2019
Nerello Mascalese 90 %, Nerello Mantellato o Cappuccio 10 % verificato in acciaio e poi 18 mesi di Barrique
Al naso: amarena e frutti di sottobosco e Maraschino
In bocca: buona armoniosità e complessità con equilibrio ,una bella beva persistente e sempre sentori di Maraschino

BANCHI DEL NIZZA

BANCO 1 – Nizza Monferrato

LA GIRONDA
LE NICCHIE 2021
Terreno marno limoso mt 230; nella parte alta del Bricco poco terreno sciolto e dopo soli 2 mt c’è rocca quindi parte più calda dov’è si vendemmia per primi .
Vinificato in acciaio e poi circa 12mesi di legno diviso 1/3 Barrique, 1/3 tonneaux, 1/3 botti francesi 1500
Al naso: frutta armonica
In bocca: buona armonicità e sentori di frutta e buon linearità .finale perfetto

GUASTI
BARCARATO RISERVA 2020
Vigne di 40 anni mt 250, versante S/e ,terreno con sabbia ed argilla
Vinificato in acciaio e 12 mesi di Barrique
Al naso: sentori erbacei , viola e frutta scura
In bocca :buona armonicità unita ad eleganza e complessità, soprattutto nel finale .

BANCO 2 – Nizza Monferrato e Castel Boglione

CASCINA GARITINA
900
RISERVA GIANOLA 2016
È un blend di 3 vigne ( vigna Cec del 1947, vigna Veja del 1958 , vigna Margherita del 2002 ) 1/3 per parte . Terreno 70% arenareo bianco compatto e 30% marna, mt 340,
Vendemmia intorno a metà ottobre, 60 gg sulle bucce ,vinificato in acciaio, 16 mesi di tonneaux nuovi di Gamba .Tappo a vite .
Al naso: frutta matura e sentori terziari ancora in fase di amalgama .
In bocca: elegante mentolato e eccellente persistenza, un vino davvero fantastico.

EREDE DI CHIAPPONE ARMANDO
Riserva Mandola 2015
Vigna di 25 anni, mt 279 , versante est , terreno calcareo misto 10%argilla ; 15 gg sulle bucce
Vinificato in acciaio poi 36 m tonneaux misti
Al naso: mentolato equilibrato e pulito
In bocca : complesso, pieno e mantiene ancora una fantastica linearità.

BANCO 3 – Agliano Terme e Castelnuovo Calcea

SERRA DOMENICO
VIGNA VIALTA 2021
AGLIANO TERME
Vigna 1983 ,versante sud , 232 mt, sabbie astesane bianche
30 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, poi 6 mesi di cemento e 12 mesi di tonneaux di cui 20% nuovi
Al naso: pulito e fresco
In bocca: pulito, elegante ed armonico con una bella beva nel finale.

TENUTA BRICCO SAN GIORGIO
CARANTI 2020
CASTELNUOVO CALCEA
Vigna di circa 37 anni, mt 240, v
Versante sud con terreno misto sabbie astesane bianche e 10% argilla ; 15gg sulle bucce
Vinificato in acciaio e poi 14 mesi di tonneaux nuovi
Al naso: pulito, lineare, fantastico
In bocca: pulito ,lineare con armoniosa persistenza di lungo periodo. Bel vino.

MICHELE CHIARLO
MONTEMARETO 2021
CALAMANDRANA
Versante Nord con terreno misto sabbia e argilla
Vinificato in acciaio, poi 12 mesi di botte grande
Al naso: frutta, immediato e preciso dei descrittori
In bocca: frutta, equilibrio e buon armonia con un finale fantastico. Di pronta beva.

BANCO 4 – Calamandrana, Moasca,
Nizza Monferrato e San Marzano Oliveto

L’ARMANGIA
TITON 2021
NIZZA
Blend di vigneti del 1934 e 1994 con versanti s/e e ovest ; mt 190, terreno calcareo argilloso mix molto alcalino ( povero di sostanza organica ) e argilloso profondo. 12 gg sulle bucce
Vinificato in acciaio e poi 18 mesi 55% botti francesi da 2500 e 45% Barrique da 300
Al naso: fantasticamente armonico con sentori di Marasca e frutti maturi , mandorla, note di pietra focaia.
In bocca: equilibrio ed eleganza portano un finale davvero molto armonico. In questo caso, la persistenza in bottiglia migliorerà il Vino ulteriormente.

BOCCHINO
DUE LU’ 2021
MOASCA
Vigne 20 anni Vigna Vera mt 250 versante S/O
Terreno 60% argilloso e 40% limoso ,versante sud e sud/ovest, 30 giorni sulle bucce, vinificato in Tini di cemento poi 18 mesi di 70% botti di Rovere francese Gamba e 12 mesi 30% Barrique poi tutta la massa 15 gg in acciaio
Al naso : lineare e alcuni sentori erbacei
In bocca: pulito, armonico, con finale molto elegante e pieno.

BANCO 5 – Agliano Terme

DACASTO DUILIO
MONCUCCO 2021
Vigna Bric Moncucco 79 anni, mt 220 versante Sud ,Terreno di marna calcarea,15% argilla
7 gg di surmaturazione in cassette in locali ventilati, Vinificato in acciaio con 18 mesi di tonneaux nuovi poi 1 mesi in acciaio
Al naso: sentori di vaniglia
In bocca : complesso e pieno ,una bella armonicità nel finale,vaniglia persistente

BIANCO ANGELO
BRICCO COVA
RISERVA 2021
Vignetti nella macroarea Lovetta, mt 240 , versanti S/o ,terreno di marne sabbiose con poca argilla ; selezione di vigne vecchie;
20 gg sulle bucce ,vinificato in tini di cemento poi 27 mesi di Barrique
Al naso : sentori di vaniglia ,armonicità e stile old di frutta matura
In bocca: grande equilibrio e armonia e nel finale persistenza ancora di vaniglia. Bel vino .

BANCO 6 – Castelnuovo Belbo, Incisa Scapaccino, Mombaruzzo,
Mombercelli, Nizza Monferrato,
Vaglio-Serra e Vinchio

OLIM BAUDA
RISERVA NIZZA 2020 etichetta bianca
Cru BAUDA
INCISA SCAPACCINO
Vigna del 1961 ,mt 130-150 Versanti sud e S/O
Terreni argillosi fino a 3 mt e poi sabbia , sulle buccie 12 gg ,vinificato in acciaio poi 30 mesi in botti di rovere francese da 2500 litri
Al naso: sentori di more e ciliegie
In bocca: pulito ,complesso ma sempre lineare ed elegante con finale molto persistente.
Bel vino .

OLIM BAUDA
RISERVA NIZZA 2019 etichetta nera
Cru BAUDA
INCISA SCAPACCINO
Vino fatto solo nelle annate migliori,
mt 130-150 , Versanti sud e S/O
Vigna del 1961, Terreni argillosi fino a 3 mt e poi sabbia , sulle buccie 14 gg ,vinificato in acciaio poi 36 mesi in botti di rovere francese da 2500 litri
Al naso: mentolato e vegetale,sentori di more ciliegie e chiodi garofano
In bocca: pulito ,complesso ma sempre lineare ed elegante con finale molto persistente e super equilibrato. Bel vino .

LA GIRIBALDINA
CALA DELLE MANDRIE
RISERVA 2019
CALAMANDRANA
Vigneti 1/3 monte del mare 1/3 Bric Panero 1/3 Bric Momburio , mt 150-250 ,
Versante sud; Suoli: limoso-marnosi
sabbia 40%, limo 42%, argilla 18%
15 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio poi 24 mesi di tonneaux ( 30% nuovi) poi di nuovo acciaio da 3 a 6 mesi
Al naso: frutta prugna e mora ; armonico
In bocca :frutta armonico, pulito e preciso tutti i sentori. acidità equilibrata long time .

Un grande ringraziamento va alla professionalità , simpatia e cortesia dei sommelier presenti nella tre giorni .
Davvero fantastici.

Alla prossima

LUCA GANDIN

Ziccat, la fabbrica di cioccolato di Torino come Willy Wonka: nasconde 30 biglietti d’oro

 

Ziccat, storica fabbrica di cioccolato artigianale a Torino, ha lanciato un’iniziativa unica nel 2024 che riporta alla mente il celebre film “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato“.

 

Per celebrare la sua lunga tradizione, dal 15 ottobre al 29 novembre, nasconderà 30 Biglietti d’Oro nelle sue tavolette di cioccolato, offrendo ai fortunati vincitori l’opportunità di visitare il suo laboratorio.

Questa esperienza esclusiva si terrà presso il sito storico di via Bardonecchia 185, da poco rinnovato per valorizzare al meglio l’arte della lavorazione del cioccolato.

 

La fabbrica di cioccolato Ziccat

L’iniziativa dei “Golden Tickets” non è solo un’occasione per accedere a un mondo normalmente riservato ai maestri cioccolatai, ma è anche un modo per riscoprire una tradizione che affonda le radici nel cuore della cultura torinese.

 

Ziccat è infatti un’azienda nata nel 1958 e conosciuta per le sue lavorazioni artigianali, in particolare per il celebre gianduiotto, simbolo del cioccolato piemontese, e per le sue raffinate praline, apprezzate in tutta Italia. Il legame tra tradizione e innovazione è una delle chiavi del successo di Ziccat, che con questa iniziativa mira a coinvolgere il pubblico in una forma di esperienza immersiva, celebrando l’arte del cioccolato in tutte le sue sfumature.

 

La scelta di Ziccat di ispirarsi a Willy Wonka non è casuale

La possibilità di visitare il laboratorio è un’esperienza rara: Ziccat normalmente non apre le porte al pubblico, rendendo questa occasione ancora più speciale. I visitatori potranno interagire direttamente con i maestri cioccolatai, conoscere le tecniche di produzione, ma soprattutto vivere un momento di puro piacere per i sensi, circondati dall’aroma inebriante del cioccolato in fase di lavorazione.

Questa iniziativa in stile Willy Wonka rappresenta quindi un ponte tra passato e futuro: da una parte celebra la lunga storia di un marchio simbolo di eccellenza nella produzione di cioccolato artigianale, dall’altra punta a coinvolgere nuove generazioni di appassionati e curiosi, offrendo un’ esperienza che va oltre il semplice consumo di un prodotto.

I 30 vincitori dei Golden Tickets avranno l’opportunità di vivere una giornata indimenticabile, ma anche coloro che non troveranno il biglietto dorato potranno godere delle prelibatezze che Ziccat continua a creare con passione e dedizione.

CRISTINA TAVERNITI

Medaglia d’oro alla “Freisa” del Pinerolese

Al “Mondiale dei Vini Estremi”, organizzato dal “Cervim”, l’alloro è andato alla “Freisa” della pinerolese “Cantina Dellerba”

Pinerolo (Torino)

Un’altra importante sfida vitivinicola finita in gran bellezza per il Pinerolese. Sul gradino più alto del podio, alla 32^ edizione, tenutasi quest’anno a Sarre, in Valle d’Aosta, del “Mondial des vins extrêmes” (l’unico concorso enologico internazionale espressamente dedicato ai vini prodotti da “viticoltura eroica”, organizzato dal “Cervim – Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana”) è infatti salita, per l’Italia, la “Cantina Dellerba” di Pinerolo. Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro, il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022”, così chiamato proprio per omaggiare la collina di “Santa Brigida” sulla quale crescono le vigne coltivate dalla famiglia Dellerba, territorio a vocazione storica, già utilizzato in passato dalla famiglia Acaja. Per il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022” è, del resto, questo 2024 un vero e proprio “anno d’oro”: in questi giorni è anche stato inserito, infatti, nella sezione “Vini da non perdere” della Guida “Vinibuoni d’Italia”, raggiungendo la valutazione massima di quattro stelle “per la sua piacevolezza, corrispondenza al vitigno ed equilibrio”.

“Abbiamo unito – dicono i fratelli Alex Andrea Dellerba, rispettivamente 32 e 27 anni –  un grande territorio con un grande vitigno: questo connubio ha permesso di creare un grande vino che sicuramente è solo all’inizio e farà parlare di sé, ma c’é  ancora tanto da esprimere. La “Cantina Dellerba” fa parte dell’ Associazione “Più Freisa”, realtà aziendale importante che permette l’incontro e il confronto con i vari produttori di “Freisa”, vitigno che ha fatto la storia di Torino. “La Freisa – continuano i Dellerba –  ha un lato umano: ci ha fatto incontrare con altri produttori per fare promozione di questi vitigni. E’ un progetto in salita e ci va un pizzico di folliaNoi peraltro siamo lontani geograficamente dal fulcro enologico e l’adesione a questa associazione permette la giusta contaminazione, pur mantenendo un cammino originale”.

 Alla 32^ edizione del “Mondial des vins extrêmes” erano in lizza 1015 vini, presentati da 356 aziende provenienti da 25 paesi305 sono stati i vini selezionati. Cinquanta  degustatori internazionali hanno assegnato 64 “Grandi Medaglie” e 241 “Medaglie d’Oro”.

Ma attenzione. “Quando si parla di viticoltura, di enologia – tiene a precisare Paolo Dora, vicepresidente del ‘Consorzio Turistico Pinerolese e Valli’ – non si parla mai solo in termini privati, ma di territorio. Dietro al bicchiere c’è tutto un territorio, si degusta un vino e si rappresenta un territorio, anche a livello turistico: e sappiamo come questo tipo di turismo sia per noi uno dei più importanti traini forti.

Concetto ripreso, a ragione, dai Dellerba: “La nostra ‘medaglia’ è solo un altro attestato del fatto che il nostro territorio sta dimostrando grandi potenzialità: questi premi sono importanti perché fanno parlare del Pinerolese, è importante esserci per presentare i vini e far emergere le nostre peculiarità e non parlo della nostra cantina ma del territorio in generale. Come dire: si promuove una bottiglia, ma anche un territorio. Anche perché il Pinerolese non è nuovo a simili importanti imprese.

Lo scorso anno “Giro di Vite” – azienda agricola fondata nel 2018 da Luca Ciardossin, ex architetto classe 1989 che, dopo aver girato il mondo, è tornato a coltivare le vigne dei nonni, insieme alla sorella Elisa, classe 1987 – avevano ricevuto ben due medaglie d’oro allo stesso “Mondiale”, con il “Pinerolese Doc Ramìe Arcansiel” e il “Pinerolese Doc Barbera Scarpentà 2020”.

Con la famiglia Dellerba, Luca ed Elisa Ciardossin aderiscono ai “Vignaioli Esuberanti” che, come rivela il nome,“mettono insieme una serie di realtà dinamiche e coraggiose propositive per la zona del Pinerolese”.

g.m.

Nelle foto:

–       La “Freisa” mondiale

–       La famiglia Dellerba

–       La collina di Santa Brigida a Pinerolo

Con Go Wine “Autoctono si nasce”

Lunedì 7 ottobre 2024
Turin Palace Hotel – Via Sacchi, 8 – TORINO

Go Wine ha ripreso l’attività in Hotel a Torino con l’appuntamento interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani.
Uno degli appuntamenti più importanti dell’anno in città, evento legato al tour di “Autoctono si nasce…” che Go Wine promuove in Italia in autunno.
Presso il Turin Palace Hotel alcune Cantine hanno incontrato direttamente il pubblico mentre altre cantine hanno partecipato presentando
i vini in una speciale Enoteca per valorizzare la biodiversità nel vigneto. In totale erano presenti 58 Cantine .
Come sempre la ricchezza del vigneto italiano, con tante realtà legate per storia e cultura a diversi territori  da nord a sud è stata protagonista della serata .
Oltre 65 le varietà rappresentate: un’occasione straordinaria di assaggio anche per il profilo complessivo delle cantine che partecipano.

Le cantine presenti ad incontrare il pubblico :

AI GALLI – Pramaggiore (Ve)
ASSULI – Trapani
CANTINA MARANZANA – Maranzana (At)
CASTELLO DI GABIANO – Gabiano (Al)
CUVAGE – Acqui Terme (Al)
FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
CANTINA MOSCONE – Monforte d’Alba (Cn)
I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
L’AUTIN – Bibiana (To)
MANDIROLA – Casasco (Al)
MONTALBERA – Castagnole Monferrato (At)
PASETTI VINI – Francavilla al Mare (Ch)
RICOSSA – Castel Boglione (At)
SAPUTI – Colmurano (Mc)
TENUTA DEL MERIGGIO – Montemiletto (Av)
TENUTA DI PIETRA PORZIA – Frascati (Rm)
TENUTA LA MARCHESA – Novi Ligure (Al)
TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
VICARA – Rosignano Monferrato (Al)
VILLA CAMBIASO – Serra Riccò (Ge)
ZACCAGNINI – Bolognano (Pe)

Le degustazioni in enoteca (in ordine alfabetico per cantina) :

CANTINA DEL MANDROLISAI – Sorgono (Nu)
Mandrolisai Rosso Kent’Annos 2022

CANTINA SANTADI – Santadi (Su)
Vermentino di Sardegna Cala Silente 2023
Cannonau di Sardegna Noras 2021
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2019

CANTINE DEL NOTAIO – Rionero in Vulture (Pz)
Basilicata Bianco Igt Il Preliminare 2023
Basilicata Bianco Igt L’Autentica 2022
Aglianico del Vulture La Firma 2017

CANTINE DI DOLIANOVA – Dolianova (Ca)
Nasco di Cagliari Montesicci 2023
Vermentino di Sardegna Prendas 2023
Cannonau di Sardegna Anzenas 2021

CARLIN DE PAOLO – San Damiano d’Asti (At)
Terre Alfieri Arneis 2023
Terre Alfieri Nebbiolo Superiore 2022
Barbera d’Asti Superiore Ad Libitvm 2021

CASA DIVINA PROVVIDENZA – Nettuno (Rm)
Nettuno Bianco Dop 200 Anni 2023
Nettuno Bianco Dop Cacchione 2023
Nettuno Bianco Dop Neroniano 2023

CASCINA CASTLET – Costigliole d’Asti (At)
Barbera d’Asti Superiore Litina 2020
Monferrato Rosso Policalpo 2019
Monferrato Rosso Uceline 2017

CIECK – San Giorgio Canavese (To)
Caluso Spumante San Giorgio 2020
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2022
Caluso Passito Alladium 2018

COLTERENZIO – Cornaiano (Bz)
Alto Adige Gewürztraminer Lafóa 2022
Alto Adige Schiava Menzen 2023
Alto Adige Lagrein Riserva Mantsch 2021

CONTI ZECCA – Leverano (Le)
Salento Igp Malvasia Bianca Calavento 2023
Salento Negroamaro Cantalupi 2023

MARISA CUOMO – Furore (Sa)
Costa d’Amalfi Furore Bianco 2023
Costa d’Amalfi Furore Rosso 2023

DELL’AQUILA – Cirò Marina (Kr)
Cirò Bianco Frandina Macerato 2021
Cirò Rosso Classico Superiore 2018
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2018

DE TARCZAL – Isera (Tn)
Trentino Pinot Bianco 2023
Trentino Marzemino d’Isera Superiore 2020

FELLINE – Manduria (Ta)
Primitivo di Manduria Felline 2021
Primitivo di Manduria Zinfandel 2019
Salento Sussumaniello Igp Sum 2021

FONTANAVECCHIA – Torrecuso (Bn)
Falanghina del Sannio Dip BjondoRe 2023
Aglianico del Taburno TabaRosso 2020

FRANCONE – Neive (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba L’Amorosa 2022
Barbaresco Albesani 2020

GULFI – Chiaramonte Gulfi (Rg)
Cerasuolo di Vittoria Classico 2019
Terre Siciliane Igt Nerosanlorè 2018
Terre Siciliane Igt Pinò 2017

IL FEUDUCCIO DI SANTA MARIA D’ORNI – Orsogna (Ch)
Colline Teatine Igt Pecorino Feuduccio 2023
Montepulciano d’Abruzzo Feuduccio 2020

L”ASTEMIA – Barolo (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba 2023
Langhe Nebbiolo 2022

LA STELLARA – Volpedo (Al)
Derthona Timorasso La Stellara 2022

LES CRETES – Aymavilles (Ao)
Valle d’Aosta Dop Petite Arvine 2023

L’OLIVELLA – Frascati (Rm)
Frascati Superiore Bio Racemo 2023
Lazio Rosso Igt Quaranta/Sessanta 2022
Lazio Rosso Igt Cesanese 2022

MARCHESI DI BAROLO – Barolo (Cn)
Barolo Cannubi 2018

MARENGONI – Ponte dell’Olio (Pc)
Gutturnio Superiore Migliorina 2023
Gutturnio Riserva Farosa 2020

MAURO VINI – Dronero (Cn)
Vino Rosso Drôné 2021 (da uve chatus o nebbiolo di Dronero)

MONTECAPPONE – Jesi (An)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Ergo 2022
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Classico Utopia 2020

SCUBLA – Premariacco (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia Lo Speziale 2023
Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 2022

STANIG – Prepotto (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia 2023
Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Prepotto 2020

TENUTA LA TENAGLIA – Serralunga di Crea (Al)
Grignolino del Monferrato Casalese 2023
Barbera d’Asti Giorgio Tenaglia 2020
Barbera del Monferrato Superiore 1930 una buona annata 2018

TENUTA SANT’ANTONIO – Mezzane di Sotto (Vr)
Soave Monte di Colognola 2023
Soave Monte di Colognola Vigna Monte Ceriani 2022
Valpolicella Nanfré 2022
Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2018

TORREVENTO – Corato (Ba)
Castel del Monte Riserva Vigna Pedale 2017

VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Dolcetto d’Alba Coste & Fossati 2023
Langhe Freisa Kyè 2021
Barolo Albe 2020

VILLA SIMONE – Monte Porzio Catone (Rm)
Lazio Igp Malvasia del Lazio 2023
Lazio Igp Cesanese Rosso 2022

Tra vari assaggi ecco quelli che mi hanno particolarmente colpito:

KELLEREI COLTERENZIO
MANTSCH
LAGREIN RISERVA 2021
Affinamento per 12 mesi in Barrique per un terzo e due terzi in botte grande .
Al naso: pieno ,elegante, sentiri di viola , cannella e vaniglia
In Bocca: completo molto pieno, bella beva e soprattutto grandissima pulizia . selezione da vigne vecchie. sentori di amarena e di frutti di bosco rossi .

TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
Mysterium
Barbera d’Asti Superiore 2019
Vigneti 85 anni, vinificato in acciaio , affinamento di 18 mesi in tonneaux misti, vendemmia semi tardiva
Al naso: fantastico e preciso sentori di Viola e di frutti rossi ,pepe nero e vaniglia
In Bocca: pieno ,elegante, un bel finale LT molto armonico.

FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
ROY – Cannaiolo 2021
Una vinificazione senza totale diraspatura
ed un affinamento di 10 mesi in tonneaux
Al naso: molto semplice, immediato
In bocca: pulito, semplice da merenda, ma con una buona beva .

I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
UCELÙT 2022
Vino da dessert ottenuto dal vitigno antoctono UCELUT appartenente alle uve uccelline.
Sui graticci 4 mesi, 10 giorni sulle bucce , 1 mese in fermentazione poi in acciaio al caldo.
Al naso: semplice, poco erbaceo
In bocca : ruspante uva lunghe come sentore e finale fantastico .veramente un bel Passito inusuale.

VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Barolo Albe 2020
Blend di vigneti di Barolo tra 380- 480 mt versanti s/e e s/o
Sulle buccie per 27 gg
23 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 50 e 75 ettolitri
Al naso: fantasticamente elegante e vegetale
In Bocca: equilibrato, pulito e con un finale lungo ed armonico

Eccellente professionalità e pazienza dei sommelier presenti in sala.
Molto alto il livello qualitativo dei vini presenti.

Alla prossima.

LUCA GANDIN