GUSTO- Pagina 53

Degustazione di tè guidata da Kunie Kajishima L’oro verde di Sayama

Domenica 12 settembre 2021 ore 15.30

Il , giunto dalla Cina in epoca medievale, ha conosciuto in Giappone una larghissima diffusione: nel paese del Sol Levante sono infatti state studiate tecniche di lavorazione originali, quale ad esempio la cottura a vapore, capaci di evidenziare le caratteristiche peculiari di ciascuna varietà.

Oggi in Giappone si coltivano numerose tipologie di tè, che variano a seconda della regione e delle condizioni climatiche e ambientali: una delle varietà più pregiate è sicuramente il tè di Sayama, che cresce nella zona di Tokyo, dove si producono ben dodici “single origin tea”!

 

Domenica 12 settembre il MAO ospiterà un appuntamento – condotto da Kunie Kajishima – dedicato proprio al racconto della storia e della geografia del tè Sayama e all’analisi del significato e del contesto della produzione dei tè monorigine.

Nella seconda parte dell’evento, gli ospiti si cimenteranno nel Tōcha, un gioco di degustazione con cinque single origin tea: alcuni partecipanti estratti a sorte fra i presenti assaggeranno 5 tipi di tè, che berranno una seconda volta in ordine diverso, e, al termine della degustazione, dovranno essere in grado di riconoscerli.

Il gioco è difficile anche per i giapponesi, ma concentrarsi nell’assaggio del tè è molto divertente. Al vincitore verrà anche consegnato un premio!

 

 

Kunie KAJISHIMA

Direttore Rappresentante del NPO Agriculture Support Team in Saitama. Professore Emerito della Saitama University, Dottore in Ingegneria e Pianificazione Urbanistica. Nell’aprile del 2017 ha fondato l’NPO Agriculture Support Team in Saitama per il supporto agricolo. Attualmente oltre al supporto dell’esportazione del tè Sayama, promuove la degustazione dei prodotti agricoli della Prefettura di Saitama nei loro luoghi originari di produzione.

 

 

 

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria alla mail tiziana.nosek@fondazionetorinomusei.it indicando nell’oggetto “DEGUSTAZIONE TE’ GIAPPONESE”.

In ottemperanza alle normative anti Covid19, gli ingressi sono contingentati e i posti disponibili limitati a 30 persone. All’ingresso è necessario esibire il green pass con documento di identità.

Cheese 2021, l’edizione del ritorno alla normalità con le eccellenze casearie sempre protagoniste

“L’edizione della normalità” – così Alessandra Turcoresponsabile eventi di Slow food, ha descritto la tredicesima edizione di Cheese 2021, che si svolgerà a Bra dal 17 al 20 settembre , dedicata alle varie forme del latte prodotto da centinaia di pastori, casari e affinatori che per l’occasione saranno presenti con le proprie esperienze di vita da raccontare legate alla produzione casearia in genere. 

Con una ricca programmazione rivolta a  laboratori dedicati ai bambini  , eventi di degustazione vera e propria dei formaggi, con la possibilità di abbinarli seguendo dei percorsi guidati col vino delle aziende  presenti e  desiderose di farsi conoscere, innovata nelle trattazioni , attenta alle mutate esigenze del pubblico in tema di cibo  e sostenuta da numerosi e importanti partner istituzionali e non solo, l’evento avrà come focus divulgativo gli animali e il rapporto con l’uomo, con uno spazio dedicato in particolar modo agli artigiani. Senza il mondo animale strettamente connesso a quello umano, la biodiversità casearia, tema fondante e di forte attualità dell’attività di Cheese, non esisterebbe.
Tanti saranno gli appuntamenti legati alla scoperta delle realtà casearie di tutta Italia, non solo piemontesi: alla presenza di Food truck, allestiti per l’occasione, si potranno gustare realizzazioni gastronomiche tipiche delle regioni che hanno aderito alla manifestazione  , abbinate alle migliori sperimentazioni a base di birra made in Italy. Tra un assaggio e un altro  si potrà approfittare di una gita turistica nella splendida cittadina di Bra che, dislocata fra cortili e palazzi, appare come una città antica, dalla forte connotazione medievale, ma fortemente ancorata al presente:  la stessa zona, già nel periodo medievale, segnalava la presenza di una specie di codice che regolava la produzione di formaggi. “Un legame che parte dal passato e che si rinnova ogni due anni ” , così Fabio Bailopresidente del consiglio comunale di Bra con delega alla cultura e ai grandi eventi , si è espresso, entusiasta della rinnovata e ancora più intensa collaborazione fra il Comune e la manifestazione.
Il via ufficiale venerdì 16 alle 1730 in piazza Caduti alla presenza del Ministro per le politiche giovanili, Fabiana Dadone, che constaterà la  situazione del settore lattiero e caseario soprattutto in termini di mancate e future opportunità di lavoro per i giovani, proponendo soluzioni e ascoltando i lavoratori e gli artigiani, così duramente colpiti dagli effetti negativi sul comparto dovuti alla pandemia.
Un’edizione che scende in campo per “combattere a favore della tutela dei territori e per salvarli dai dissesti idrogeologici”  : così Barbara Nappini, all’esordio da neo presidente di Slow Food Italia, si è espressa e che , proprio venerdì, riceverà il Premio Resistenza Casearia , giunto alla settima edizione :  questo premio assume particolare importanza proprio in questo periodo poichè si presenta come emblema di sopravvivenza ad una crisi ambientale, sanitaria e climatica e nel quale il rapporto con gli animali dovrà diventare una pratica da migliorare giorno dopo giorno. Sempre la Nappini parla di ” One health” , dove la salvezza di uno dipende dalla salvezza ( e dalle buone pratiche) di tutti.
Sarà una quattro giorni dove alle degustazioni delle delizie legate alla produzione del latte e del formaggio, si alterneranno dibattiti e convegni durante i quali verranno approfondite tematiche attinenti all’alimentazione, alla presenza dei numerosi ospiti coinvolti dal media partner ilgusto.it, dall’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo  e dall’offerta culturale della città di Bra.
Per tutte le informazioni sulle modalità di arrivo, la mappa dell’evento e la programmazione completa, è possibile scaricare l’app Tabui oppure visitare il sito cheese.slowfood.it
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Chiara Vannini
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(la foto della conferenza stampa è di Mario Sofia)

Il ritorno di Cocco… Wine

VENERDI’ 3 SETTEMBRE 2021 Anteprima SABATO 4 E DOMENICA 5 SETTEMBRE 2021

 

Si svolgerà nel primo week-end di settembre l’edizione 2021 di Cocco… Wine.

Venerdì 3 settembre la giornata di anteprima, sabato 4 e domenica 5 settembre il grande banco d’assaggio attraverso il centro storico di Cocconato.

 

Uno degli appuntamenti enogastronomici più sfiziosi e frequentati in Piemonte è giunto quest’anno alla ventesima edizione.

 

L’associazione Go Wine promuove e organizza l’evento d’intesa con il Comune di Cocconato e con il neonato Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato.

In un periodo così particolare la formula resta invariata, ma con alcune avvertenze: su prenotazione, numero chiuso per consentire di regolare l’afflusso di persone ed evitare assembramenti.

 

Cocconato si trasformerà in una virtuale strada del vino, in cui alternare gli assaggi dei vini ai prodotti tipici del territorio, che riempirà il centro storico del paese e ospitando le cantine di Cocconato e del Monferrato.

 

Venerdì 3 settembre:

Anteprima con inaugurazione e Salotto

 

Venerdì 3 settembre si svolgerà l’anteprima dell’evento con “Il Salotto di Cocco…Wine”, con alcuni momenti speciali:

alle ore 18.30 è prevista l’inaugurazione della sede del Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato. Il Consorzio è nato nel corso di quest’anno, riunisce le cantine del territorio e artigiani del gusto che valorizzano i prodotti tipici locali. Un progetto ambizioso per fare squadra e dare più forza alle potenzialità che Cocconato esprime con il suo territorio e la sua storica vocazione al gusto.

L’inaugurazione della sede è un atto di forma e di sostanza. La sede diventa il punto di riferimento per tutti gli attori che hanno dato vita al progetto e per il turismo enogastronomico del territorio.

 

Il Salotto di Cocco…Wine sarà ospitato in questa edizione dalla Locanda Martelletti con l’allestimento dei tavoli in piazza Statuto. Il Salotto rappresenta un momento dedicato alla tavola con i sapori e i vini delle cantine di Cocconato. Qui ogni cantina di Cocconato presenterà un vino del cuore in una speciale enoteca. I vini si potranno abbinare a piatti studiati per l’occasione da ristoratori di Cocconato.

I vini presentati al “Salotto” saranno serviti solo in questo speciale momento e non presenti ai banchi d’assaggio della manifestazione creando un’esclusiva degustazione.

I piatti in assaggio saranno tre: due proposti dalla Locanda Martelletti, uno proposto dall’Agriturismo Osteria della Pompa di Cocconato.

A seguire è possibile scaricare il coupon per la prenotazione: il pubblico può scegliere fra diverse formule fra un solo piatto, oppure per il menu completo.

 

Il Banco d’assaggio di venerdì 3 settembre lungo il centro storico presenterà alcuni temi speciali, rispetto alle giornate del sabato e della domenica:

-nel cortile di Casa Fasoglio una selezione di Barbera d’Asti d’annata delle cantine di Cocconato per celebrare la ricorrenza dei 20 anni di Cocco…Wine;

-lungo la via Roma il Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato presenterà una selezione di etichette delle cantine di Cocconato;

Go Wine proporrà una selezione di “Amici della Barbera d’Asti di Cocconato”: ovvero un’enoteca di vini rossi di oltre 40 etichette espressione di altre parti del territorio piemontese e di altre regioni italiane.

Il costo della degustazione al banco d’assaggio è di euro 10,00 e il pubblico riceverà un carnet per 8 assaggi: 4 presso l’enoteca di Go Wine, 2+2 presso i due punti di degustazione delle cantine di Cocconato sopra descritti.

 

Scarica qui il modulo per prenotare la partecipazioneal Salotto di Cocco… wine

 

 

NOVITA’ DELLA XX EDIZIONE : I Percorsi in Vigna!

Saranno promossi cinque mini-tour in bus per visitare i vigneti di Cocconato e degustare la Barbera e altri vini di Cocconato in vigna. Momenti in cui il pubblico potrà apprezzare il paesaggio attorno al borgo di Cocconato, conoscere la storicità dei luoghi, camminare le vigne e comprendere le varietà che vengono coltivate. Ogni percorso si conclude con una degustazione in vigna del vino prodotto. Durata dell’esperienza: circa 60 minuti.  Partenza e arrivo in piazza Giordano, luogo di accredito per la consegna di calici e taschine.

Ecco gli orari e il programma:

 

Sabato 4 settembre:

16:00 – 17:30 > Cantina Benefizio di Cocconito “Innovazione nella tradizione”

Un’occasione per degustare in vigna il vino nebbiolo delle colline di Cocconato.

 

18:00 – 19:30 > Cantina Maciot “La biodinamica”

Esperienza che oggi molte persone cercano e vogliono conoscere.

 

Domenica 5 settembre:

11:00 – 12:30 > Cantina Paoletti “Colori, gusti e panorami”

La degustazione nei pressi della Panchina Gigante, luogo originale e caratteristico.

 

15:00 – 16:30 > Cantina Marovè “L’antico vitigno del territorio…la Bonarda Piemontese”,
Un’occasione per degustare in vigna un vino che fa parte della storia del territorio.

 

17:00 – 18:30 > Cantina Nicola “Barbera & friends”

La degustazione in vigna di vitigni autoctoni del Piemonte.

 

Costo € 10 a persona. La partecipazione è riservata a coloro che partecipano a Cocco…Wine: i primi 10 per ciascun turno che si prenoteranno riceveranno in omaggio una bottiglia di vino.

 

Clicca qui per scaricare il coupon di adesione

 

Informazioni a stampa.eventi@gowinet.it. I  percorsi in vigna sono disponibili fino ad esaurimento posti.

 

I PROTAGONISTI

Le cantine di Cocconato, insieme a vari ospiti, animeranno il banco d’assaggio allestito lungo il percorso che si snoderà all’interno del paese: una virtuale strada del vino, in cui agli assaggi saranno alternate le degustazioni dei prodotti tipici.

 

LE CANTINE DI COCCONATO

 

BAVA

BENEFIZIO DI COCCONATO

GIULIO COCCHI SPUMANTI

DEZZANI

MACIOT

MAROVE’

NICOLA FEDERICO

PAOLETTI
POGGIO RIDENTE

 

 

Seguiteci per scoprire le altre cantine protagoniste della manifestazione e gli espositori di prodotti tipici!

Il programma

 

VENERDI’ 3 SETTEMBRE (dalle ore 19 alle 24)

l’anteprima del “Salotto di Cocconato”

 

18:30 Inaugurazione della sede del Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato

19:00 Banchi d’assaggio di vini e prodotti tipici di Cocconato.

-selezione di Barbera d’Asti di Cocconato d’annata.

-gli “amici” della Barbera d’Asti di Cocconato: una selezione di etichette di vini rossi da diverse regioni italiane, a cura di Go Wine.

20:00 Il “Salotto di Cocco…Wine”: a tavola con i sapori e i vini di Cocconato.

 

SABATO 4 SETTEMBRE (dalle 17 alle 24) e

DOMENICA 5 SETTEMBRE (dalle 15 alle 20)

 

Apertura banco d’assaggio di “Cocco Wine” con protagoniste:

– le cantine di Cocconato e del Monferrato;

– le Isole del Vino tematiche: ripercorrendo i 20 anni di Cocco…Wine

Stands gastronomici di prodotti tipici.

 

Percorsi in vigna, con partenza da Piazza Giordano:

Sabato ore 17 e ore 18,30

Domenica ore 15,30 e ore 17

 

Solo nella giornata di sabato:

degustazione guidata alle ore 18,30, la Barbera d’Asti di Cocconato, verticale di annate anteriori

 Come degustare

 

Degustazione Vini 

Il costo della degustazione per le giornate del 4 e 5 settembre è € 13,00; € 10,00 Riduzione Soci Go Wine, Associazioni di Settore.

 

Il 3 settembre il costo sarà di € 10,00; € 8,00 Riduzione Soci Go Wine, Associazioni di Settore.

 

Al banco accredito i visitatori riceveranno, oltre al calice di vetro ed alla taschina, 8 buoni degustazione di cui 2 riservati alle Isole del vino. Ogni buono darà diritto alla degustazione di vino e dovrà essere consegnato al responsabile del tavolo di degustazione. Qualora si volessero degustare altri vini si potrà acquistare, direttamente alla manifestazione, un altro carnet di degustazione al costo promozionale di € 6,00 cad.

 

La prenotazione è obbligatoria

compilando il modulo scaricabile a seguire.

Cantine Aperte in Vendemmia  Appuntamento in Piemonte

 Dal 28 agosto al 31 ottobre 

Le cantine del Movimento Turismo del Vino Piemonte tornano ad aprire le loro porte dal 28 agosto al 31 ottobre 2021 in occasione di “CANTINE APERTE IN VENDEMMIA”.

Agli enoturisti sarà riservata un’accoglienza particolare: sarà un’occasione per vivere insieme l’atmosfera della vendemmia e scoprire tutte la prime fasi di lavorazione del vino che verrà. Vigneron esperti saranno come sempre a disposizione dell’enoturista per rispondere a domande e curiosità, mentre le cantine resteranno aperte per visite e degustazioni guidate, al pari di molti vigneti, spesso in posizioni panoramiche con vedute spettacolari sulle colline del Piemonte.

Alcune Cantine offrono agli enoturisti la possibilità di partecipare attivamente all’esperienza della raccolta dell’uva che avvia la vinificazione, mentre per i bambini sono state pensate attività ed esperienze “su misura”.
Inoltre, in questo momento in cui si cerca la distanza, un evento all’aperto risulta essere la soluzione perfetta per ospitare persone in sicurezza.

Consigliamo di consultare i singoli programmi delle Cantine in quanto date e orari degli eventi possono ancora variare; infine, Vi ricordiamo che è richiesta la prenotazione.

 

PARTECIPANTI E PROGRAMMI

 

 Per info:

piemonte@movimentoturismovino.it

www.mtvpiemonte.it

www.movimentoturismovino.it

 

Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine MTV.

 

L’Associazione Movimento Turismo del Vino è un ente non profit ed annovera circa 1000 fra le più prestigiose cantine d’Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Obiettivo dell’associazione è promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.
www.movimentoturismovino.it

Ultimi giorni a Torino per gustare il gelato allo zafferano

LEPROTTO CREAM, Il gusto allo Zafferano Leprotto by Cosaporto 

È stato un must have di stagione.

Sapore deciso, colore vivo e profumo inteso ci hanno inebriato sin dalle prime note, ma adesso è quasi giunta l’ora di salutarlo.

Stiamo parlando di LEPROTTO CREAM, il gelato allo zafferano nato dalla sinergia tra l’iconico Zafferano Leprotto, Cosaporto.it – quality delivery presente in tutta Italia, e i migliori Maestri gelatieri italiani.

Un gelato ricercato che ha incantato turisti e local regalando loro un piacevole momento di refrigerio.

Con LEPROTTO CREAM gli artigiani coinvolti hanno voluto raccontare un ritorno alle origini, agli ingredienti della terra e ai sapori genuini; come la più nobile arte dolciaria vuole hanno dosato gli ingredienti alla ricerca dell’equilibrio perfetto per conquistare ipalati più scettici e sorprendere quelli più esperti.

Il gelato realizzato  da Zafferano Leprotto e Cosaporto, sarà ancora disponibile solo fino al 31 agosto da Ottimo, buono non basta a Torino, e ordinabile con consegna a casa tua o di chi vuoi tu in 2 ore, su www.cosaporto.it

Se vuoi invece realizzare il tuo LEPROTTO CREAM a casa, ecco la ricetta:

Ingredienti per un chilo di gelato:

zucchero 175 gr
Zafferano Leprotto 1 bustina (0,16 gr)
latte intero 762 ml
panna 75 ml

Procedimento:

1) mescola il latte e la panna e sciogli all’interno lo Zafferano Leprotto
2) unisci lo zucchero e mescola con una frusta
3) rendi omogeneo con un minipimer
4) porta a ebollizione mescolando continuamente
5) manteca nella gelatiera (se non hai la gelatiera utilizza del gelato al fiordilatte, unisci lo Zafferano Leprotto e mescola con una frusta fino a quando non sarà ben amalgamato)

Ora lascia riposare il tuo LEPROTTO CREAM in freezer per almeno 6 ore e chiama gli amici per assaporarlo insieme!

 

Il prosciutto Crudo di Cuneo DOP protagonista alla Sagra del Peperone

Nel “Salotto della Fiera” l’eccellenza cuneese sarà al centro di uno show cooking dello chef Salvatore Guccione e di una degustazione guidata da Paolo Massobrio

Il prosciutto Crudo di Cuneo DOPsarà uno dei protagonisti della 72ª edizione della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola (Torino), conosciuta anche con il nome di“Peperò” e divenuta ormai un immancabile appuntamento in grado di attrarre turisti da ogni angolo d’Italia. L’eccellenza cuneese sarà protagonista,nelle serate di lunedì 30 e martedì 31agosto,diunoshowcookingdellochefSalvatoreGuccione,presentatodalconduttoretelevisivoe radiofonico Tinto, e di una degustazione guidata da Paolo Massobrio nel “Salotto della Fiera”di piazza Sant’Agostino, cuore della città di Carmagnola. “Ci affacciamo sulla ‘grande piazza di Torino’ presentando a Carmagnola, per la prima volta, il prosciutto Crudo di Cuneo DOP–afferma Chiara Astesana, Presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo.–Dopo il lungo periodo di blocco delle attività,durato ben dieci mesi (l’ultima Fiera realizzata corrisponde al terzo weekend della Fiera del Tartufo di Alba dello scorso anno),si torna in piazza per far conoscere il nostro prosciutto”.A Carmagnola il prosciutto Crudo di Cuneo DOP sarà presente nel Salotto della Fiera con due importanti eventi.Lunedì 30 agosto alle 21 è in programma lo show cooking con lo chefSalvatoreGuccione,presentatodalnotoconduttoretelevisivoeradiofonicoTinto(alsecolo Nicola Prudente), che cucinerà per i partecipanti due piatti tra i cui ingredienti sarà presente anche il prosciutto Crudo di Cuneo DOP. Martedì 31 agosto alle 19 spazio alla degustazione del prosciutto Crudo di CuneoDOP,con taglio al coltello, guidatadaPaoloMassobrio.“Guardiamoconparticolareinteressealsettore della ristorazione, colpito duramente dallerestrizioni COVID e vogliamo, con le ricettepreparateinpiazza,dareunsupportoeunostimoloallalororipartenza.L’auspicioèche,nonostante le regole sanitarie per la prevenzione dal contagio delCOVID, la partecipazione sianumerosa” conclude la Presidente Astesana. La fiera sarà in presenza, ma nel pieno rispetto delle norme sanitarie in materia di prevenzione della pandemia da Covid-19. L’evento rientra nelprogetto di azioni di comunicazione della denominazione Crudo di Cuneo DOP co-finanziato dalla Regione Piemonte. Fondi FEASR–PSR2014-2020–l’Europa investe per le zone rurali.Pertrovare il negozio o il ristorante dove puoi comprare o consumare il prosciutto apri il sito web del Consorzio e vai allapagina“dovetrovarlo”edigitailcomunediresidenza:www.prosciuttocrudodicuneo.it/dovet rovarlo.

Latte? No, latti! A ogni razza il proprio formaggio

Vacche, pecore, capre… da ogni angolo d’Italia arriva un cacio diverso, simbolo di biodiversità. In attesa di conoscerli e assaggiarli a Cheese 2021, ecco un gustoso ripasso

 

Il programma in aggiornamento è su cheese.slowfood.it

Qui le più belle immagini della scorsa edizione e le grafiche dell’edizione 2021

 Qui la cartella stampa completa

Il latte non è tutto uguale ed è per questa ragione che è bene declinarlo al plurale: parlare cioè di latti. In Italia, in commercio, ci sono quelli di vacca, di capra, di pecora, di bufala e di asina. Tanti latti, dunque, e quindi tanti formaggi differenti. A Cheese 2021 proviamo a raccontarveli, grazie al lavoro e alla passione di pastori, casari e affinatori che ogni giorno tramandano storia, competenze e sapori. Nell’attesa che il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte cominci (è in programma a Bra, in provincia di Cuneo, dal 17 al 20 settembre 2021) vi proponiamo allora un viaggio tra alcuni formaggi che rappresentano una tradizione, identificano una comunità e un luogo, i suoi pascoli e la sua storia, e che devono molto a razze locali, in alcuni casi ingiustamente considerate minori.

 

I formaggi di pecora: dalla Sardegna alle Langhe

 

Cominciamo dal fiore sardo dei pastori, Presidio Slow Food: si tratta di  un formaggio a latte crudo e intero munto da pecore di razza sarda, una razza autoctona antichissima nota per la qualità del proprio latte. Il latte di una sola mungitura, senza alcun trattamento, viene posto in caldaia e coagulato con caglio in pasta di capretto o agnello; quindi si procede alla rottura della cagliata. Si forma il pecorino collocando la massa in stampi a forma di tronco-cono detti pischeddas. Il fiore sardo stagiona per un paio di settimane vicino a braci che danno un lieve sentore di fumo e poi in locali dove le forme sono appoggiate a terra per alcuni mesi.

 

Altro formaggio, altra isola: spostiamoci in Sicilia per scoprire la vastedda della valle del Belìce, l’unico formaggio di pecora a pasta filata, riconosciuto Presidio Slow Food. Protagonista, in questo caso, è la pecora della valle del Belìce, diffusa in particolar modo nelle province di Agrigento e Trapani ma presente in tutta la regione e anche nella vicina Calabria. Una curiosità su questo formaggio: il nome deriva dal termine dialettale vasta, cioè “guasta, andata a male”: i casari della zona, infatti, lo idearono per recuperare i pecorini che presentavano difetti, facendoli filare ad alta temperatura.

 

In Toscana, adesso, per conoscere la pecora massese: vello grigio piombo, pelo nero lucido, corna scure a spirale, occhi accesi e sporgenti, la si trova in Emilia, in Liguria e naturalmente in Toscana: sulle montagne pistoiesi, in particolare, resistono produttori che fanno il pecorino seguendo interamente la tradizione: pecore in alpeggio, latte crudo e caglio naturale. Curiosi di assaggiarlo? È un Presidio Slow Food.

In provincia di Cuneo, nella zona delle Langhe, vive invece una pecora dal manto bianco, senza corna e con le caratteristiche orecchie portate in avanti e verso il basso: è la pecora delle Langhe, una razza ormai in via di estinzione inserita nell’Arca del Gusto di Slow Food, a cui dobbiamo la tuma, un formaggio di forma cilindrica, dal peso che oscilla tra i 200 e i 300 grammi, privo di crosta e la cui pasta è di colore bianco paglierino, morbida.

 

Tra Sicilia e Lombardia, sulle tracce dei formaggi di capra

 

La capra orobica è una razza Presidio Slow Food: il suo latte viene utilizzato per formaggi tradizionali a latte crudo come il matuscin della Valtellina, il formagìn della Valsassina e la roviola della Val Brembana. È una capra rustica, caratterizzata dalle corna imponenti, in grado di vivere e pascolare lungo i pendii impervi delle Alpi orobiche, nelle provincie di Sondrio, Bergamo e Lecco.

Mille chilometri più a sud vive un’altra capra dal latte eccellente: la girgentana, che deve il nome al vecchio nome della città siciliana di Agrigento (Girgenti). Come riconoscerla? Semplice, guardando le corna: quelle della girgentana sono inconfondibili, a spirale. Il suo latte, grazie all’ottimo equilibrio tra grasso e proteine, viene utilizzato per la tuma ammucciata.

 

Concludiamo il tour tra le capre italiane (e i loro derivati) dando uno sguardo alla garganica, originaria dell’omonimo promontorio pugliese. Presidio Slow Food, con il suo latte si producono il canestrato e il cacioricotta. La capra garganica viene allevata allo stato brado ed è immediatamente riconoscibile: merito del pelo lungo, liscio e nero corvino, della testa caratterizzata dal ciuffo e della lunga barba sotto il mento e dalle corna un po’ appiattite lateralmente.

Vacche: non esiste solo quella bianca pezzata di nero

Se pensiamo alle vacche, è probabile che la nostra immaginazione ci restituisca l’immagine di una mucca bianca con grandi macchie nere: bene, quella è la vacca di razza frisona olandese. In Italia, però, ce ne sono di tutti i colori! Innanzitutto la vacca grigio alpina (Presidio Slow Food), concentrata soprattutto in provincia di Bolzano e di Trento con qualche presenza in Veneto e Friuli Venezia Giulia, che per secoli è stata allevata dalle popolazioni locali soprattutto in contesti marginali ed estremi come quelli dei masi di alta quota: è infatti in grado di adattarsi perfettamente alle dure condizioni ambientali di queste regioni montane, rivelandosi la razza ideale per l’economia rurale di montagna. Quali formaggi regala? Quelli di malga: alcuni più magri perché si privilegia la lavorazione del burro, altri a crosta lavata, perché durante la stagionatura vengono inumiditi con acqua salata.

 

Spostiamoci in Piemonte per conoscere la razza bovina pezzata rossa d’Oropa (inclusa nell’Arca del Gusto di Slow Food), stretta parente della valdostana. Si adatta bene alle difficili condizioni ambientali del pascolo montano e svolge un’importante azione di tutela ambientale e del paesaggio, oltre ad assicurare il latte con cui si produce il burro a latte crudo dell’Alto Elvo, Presidio Slow Food.

 

Chi non ha mai assaggiato il Parmigiano Reggiano? Eppure molti non sanno che, fino al secondo dopoguerra, le regine incontrastate del Parmigiano Reggiano erano due razze autoctone: la bianca modenese e la rossa reggiana. Dagli anni Cinquanta, poi, sono state sostituite dalla razza frisona , famosa per la produttività e con le mammelle perfette per la mungitura meccanica. Sia la bianca modenese che la rossa reggiana producono latti le cui caratteristiche risultano eccellenti per la produzione del Parmigiano Reggiano, eppure il numero di capi si è drasticamente ridotto: entrambe sono riconosciute da Slow Food, la prima è tutelata dal Presidio e la seconda è inclusa nell’Arca del Gusto.

Concludiamo il nostro tour virtuale nel sud Italia, parlando della vacca di razza podolica e del caciocavallo, il formaggio simbolo della tradizione casearia meridionale ed emblema della tecnica “a pasta filata”. Si tratta della tecnica messa a punto nei secoli per garantire conservabilità e salubrità ai formaggi di latte vaccino. Slow Food ha due Presìdi sui caciocavalli da latte di razza podolica: uno nel Gargano e uno in Basilicata.

Cheese, la manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte, si terrà a Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre 2021 ed è organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte. Considera gli animali è il tema della tredicesima edizione, un focus sul regno animale e la varietà di connessioni con le azioni dell’uomo. Senza di loro infatti non esisterebbe l’infinita biodiversità casearia che tocchiamo con mano ogni due anni a Bra. Straordinaria già oggi l’attenzione nei confronti dell’evento – che si garantisce con il consueto programma, nella massima sicurezza – sia da parte dei protagonisti di Cheese che da parte del mondo della ristorazione e dell’ospitalità del territorio. Cheese 2021 è possibile grazie al supporto di moltissime realtà, pubbliche e private, che credono in questo progetto. Tra tutte, ringraziamo i main partner: BBBell, BPER Banca, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Egea, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy (QBA) e Reale Mutua.

Il peperone quadrato della Motta nuovo Presidio Slow Food

Piatto iconico di Lidia e Guido Alciati, simbolo dei paradossi dell’agroindustria per Carlo Petrini, è oggi rilanciato da tre giovani orticoltori e dal Comune di Costigliole d’Asti

Le prime fonti scritte sulla sua coltivazione nella piana alluvionale del fiume Tanaro risalgono al 1914, quando un concorso della Società Orticola Astigiana ne evidenzia la produzione da parte di numerosi orticoltori di Costigliole d’Asti e di alcuni comuni vicini. Da lì in avanti è stato un crescendo, fino ad arrivare ai 40-50 mila quintali degli anni ‘60 e ‘70, quando la zona della Motta era orgogliosamente soprannominata “piccola California”. Poi il declino, con gli orti rigogliosi sostituiti da altre culture. Finalmente, oggi, si può parlare di una nuova rinascita del peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti che diventa Presidio Slow Food.

 

Quella di questo ortaggio, tanto pregiato quanto delicato, è una storia antica che negli anni ha appassionato cuochi, gastronomi, contadini, tecnici e ricercatori e che è stata raccontata oggi, sabato 7 agosto, in una conferenza ospitata a Costigliole. È stato il sindaco Enrico Cavallero ad accogliere, tra gli altri, Stefano Scavino, referente dei produttori del Presidio, Carlo Petrini, presidente di Slow Food e lo chef Ugo Alciati, figlio di Guido e Lidia Alciati, dello storico ristorante Da Guido, di cui quest’anno ricorrono i 60 anni dalla nascita. Ed è proprio dai ricordi di questi ultimi che vogliamo partire oggi con questo racconto che segna un pezzo della storia gastronomica del Piemonte, e non solo.

La sapienza e la tenacia dei cuochi che lo hanno reso famoso

 

Quadrangolare la forma della bacca, gialla o rossa, generose le dimensioni, spessa e carnosa la polpa, e poi quel gusto intenso, ma dolce e delicato, dato dall’elevato contenuto zuccherino, con cui Lidia Alciati, la grande cuoca del ristorante Da Guido, ha incantato avventori provenienti da ogni dove, richiamati dal suo peperone quadrato farcito con tonno, capperi, acciuga, e condito con un po’ di maionese e una goccia di aceto di vino bianco.

 

A scovare i migliori prodotti per lei era il marito Guido: «Fin dai primi anni ‘60, quando il ristorante ha aperto, mio papà andava in giro per le campagne dell’astigiano con l’intento di convincere i piccoli produttori della zona a non abbandonare la coltivazione di varietà locali rare e di qualità. Alcune, dopo gli anni dell’oblio ce l’hanno fatta e hanno segnato una svolta per il loro territorio, come il cardo gobbo di Nizza Monferrato, oggi Presidio Slow Food. Il peperone quadrato si è un po’ perso per strada ma speriamo che oggi con questo riconoscimento riesca a ripercorrere quelle stesse orme» ricorda Ugo Alciati, chef e patron del ristorante Guido da Costigliole.

 

L’intuizione del gastronomo: da qui nasce l’ecogastronomia che ha rivoluzionato l’azione di Slow Food

 

I peperoni quadrati d’Asti, una varietà carnosa, profumata e gustosa, non erano quasi più prodotti nella zona. […] Incontrai un contadino, mi confermò che appunto là, fino a pochi anni prima, si coltivavano quei magnifici ortaggi. Ma ora non più e mi disse in dialetto: «Non conviene, gli olandesi costano meno e nessuno ce li compra più, i nostri! Danno lavoro ed è tutta fatica buttata al vento!». […] Per me quel giorno fu la data d’inizio ufficiale dell’ecogastronomia: la materia prima dev’essere coltivata e prodotta in maniera sostenibile, la biodiversità e le tradizioni alimentari e produttive locali vanno salvaguardate a tutti i costi.

 

È da questo estratto del libro Buono, pulito e giusto (Einaudi, 2005) in cui Carlo Petrini, presidente di Slow Food, parla di una sua esperienza del 1996, che emerge il legame e l’affetto speciale per questa varietà di peperoni. «Oggi, dopo 25 anni, sapere che il peperone quadrato della Motta rientra a pieno titolo tra i Presìdi Slow Food, è per me motivo di grande orgoglio e appagamento. Il fatto che proprio questo ortaggio, che ho portato nel mondo come simbolo dei paradossi dell’agroindustria, torni a rappresentare valori buoni, puliti e giusti e in piena armonia con tradizioni alimentari e produttive, significa che nessuno sforzo è stato vano, e che la strada segnata da Slow Food in questi anni è quella giusta da perseguire, anche per le nuove generazioni di contadini disposti a impegnarsi in un’agricoltura più pulita e sostenibile» dichiara Carlo Petrini.

 

Il messaggio dei giovani: quelli che credono in un futuro più etico e più prospero

 

Ed è proprio un giovane contadino, già protagonista di un altro Presidio Slow Food piemontese, il carciofo astigiano del Sorì, che si è lasciato ispirare da questo brano, battezzando la sua azienda agricola Duipuvrun. «Avevo letto il libro di Carlo e mi aveva colpito questa storia, inoltre avevo un ricordo d’infanzia, di quando andavo con i nonni al mercato a comprare i peperoni». E così, fin dal 2015, Stefano Scavino, oggi trentatreenne, decide di investire una parte del suo ettaro, coltivato con metodo biointensivo, su questa varietà, ma i semi della cultivar tradizionale non sono così facili da identificare. L’unica soluzione diventa rivolgersi alla Banca del Germoplasma dell’Università di Agraria a Grugliasco: «Mi diedero una piccola quantità di semi che cominciai a coltivare. Nel 2017 ho partecipato a un bando dell’Unione europea che sosteneva la valorizzazione degli ecotipi locali, insieme al Cnr, all’Università di Agraria e all’Agrion di Manta, presentando sia il carciofo che il peperone. Per due anni, grazie al loro apporto scientifico e agronomico abbiamo selezionato le piante in campo per migliorare la resa e la resistenza alle malattie» continua Stefano. Oggi i semi di peperone frutto del lavoro di selezione in campo nell’orto dell’azienda Duipuvrun sono stati messi a disposizione del vivaio Casto che ha prodotto i piantini per l’anno in corso e dell’azienda di Giorgio Austa che ha aderito al progetto.

«Se dovessi esprimere un auspicio, vorrei che l’istituzione del Presidio fosse un messaggio diretto ai giovani, affinchè capiscano che si può avere un ruolo in questo mondo anche facendo il contadino e utilizzando metodi agroecologici». Inoltre, ci racconta Stefano, fare squadra consente di investire in ricerca agronomica, di avere quantitativi di prodotto più elevati e di aumentare i margini di profitto: «È importante che il peperone del Presidio ricominci a essere utilizzato dai ristoratori e bottegai della zona, che sono i primi ambasciatori, ma è pur vero che se la produzione aumenta si possono conquistare altri mercati: un mio cliente di Londra che acquista il carciofo del Sorì aspetta già da un po’ il peperone quadrato della Motta, spero quest’anno di riuscire a spedirgli il primo lotto».

 

L’impegno delle istituzioni per la rinascita di un territorio e di una comunità

 

Chi non si è lasciato scappare tutto questo patrimonio storico e culturale, oltre che agricolo, sono il sindaco di Costigliole d’Asti Enrico Cavallero e la sua amministrazione, che si è adoperata per avviare il Presidio Slow Food e rilanciare il peperone quadrato della Motta. «Ho sempre fortemente creduto in questo peperone, l’unico autoctono della sua categoria. Il tutto è iniziato quasi 13 anni fa quando del peperone si era quasi perso il seme e se oggi ne celebriamo la rinascita, lo dobbiamo al lavoro di selezione fatto in questi anni con Stefano e gli altri orticoltori pionieri della produzione, che con grande soddisfazione abbiamo presentato in questa giornata. Quello che abbiamo cercato di fare, insieme all’assessore all’agricoltura Alessandro Borio e agli amici orticoltori della Motta, è sostenere e promuovere un’operazione comunitaria in sintonia con Slow Food e con la filosofia amministrativa, che ci porta a essere attenti, in modo concreto, alla valorizzazione e alla qualità dei nostri prodotti. Sono convinto che questo primo raccolto permetterà di mettere basi solide per un più ampio progetto di rilancio complessivo del comparto orticolo, con interventi mirati ad agevolare lo sviluppo delle imprese presenti, che sicuramente genererà un indotto utile a mantenere vivo il prodotto» sottolinea il sindaco Enrico Cavallero.

 

Il peperone quadrato della Motta di Costigliole d’Asti è il 37esimo Presidio Slow Food piemontese, grazie anche al grande lavoro che il coordinamento regionale di Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta sta facendo sui territori per il recupero di produzioni e varietà a rischio estinzione.

 

Area di produzione

Comune di Costigliole D’Asti (frazione Motta e aree limitrofe)

Presidio sostenuto da Comune di Costigliole d’Asti

Cheese ti dà Appuntamento a Tavola

Anche per questa edizione tornano le storiche cene ospitate dal  ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia e dal ristorante Battaglino

 

Il programma in aggiornamento è su cheese.slowfood.it

 

Gli Appuntamenti a Tavola sono, storicamente, tra gli eventi di Cheese più attesi, e anche quest’anno il programma che bolle in pentola non è da meno.

 

Quattro gli eventi in programma per la tredicesima manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte organizzata da Slow Food e dalla Città di Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre. Per apparecchiare le tavole più variegate, coinvolgono chef rinomati e giovani promesse della ristorazione, per approfondire la conoscenza del mondo dei latticini e dei formaggi o per esplorare con l’assaggio temi come il recupero e l’abbattimento degli sprechi alimentari e le interconnessioni tra ecosistemi diversi, come le terre alte e le terre d’acqua, le montagne e il mare.

 

Le cene si tengono a Bra, presso il ristorante Battaglino, e a Pollenzo, presso il Ristorante Garden dell’Albergo dell’Agenzia, giovedì 16, venerdì 17, domenica 19 e lunedì 20 settembre.

La preview: 16 settembre ore 20 – Appuntamento a Tavola con l’osteria Ai Due Platani e il Parmigiano Reggiano

A volte, potremmo essere portati a pensare che i formaggi naturali siano prodotti misconosciuti, produzioni piccole, nomi ignoti ai più. Invece, a smentire questa percezione, spicca il nome del Parmigiano Reggiano, con tutta probabilità il formaggio italiano più noto nel mondo. Ed è proprio il Parmigiano il protagonista della cena allestita dall’osteria Ai Due Platani di Parma che conferma da sempre il simbolo più importante della Guida Osterie d’Italia, la Chiocciola con cui si segnalano le migliori osterie del paese. Ai Due Platani, la tradizione è di casa, con piccole innovazioni seguite con maestria dai cuochi in cucina. Pronti, dunque, a degustare un menù in cui il re dei formaggi è il protagonista indiscusso, insieme agli altri prodotti e alle ricette che rendono grande il territorio, dai salumi ai cappelletti fino ai vini delle cantine della stessa regione.

19 settembre ore 20 – L’Alleanza dei Cuochi e le vie della transumanza in Calabria

 

La pratica della transumanza, in Calabria, ha costituito una delle forme più antiche, e di più lunga durata, di economia naturale. Come in gran parte delle campagne collocate nel bacino del Mediterraneo, essa deve essere sorta – secondo il modulo della transumanza orizzontale, svolgentesi cioè tra montagna e pianura alle stesse latitudini – dalle necessità di alimentare una massa di bestiame che difficilmente poteva contare su condizioni agrarie e climatiche di allevamento stanziale. Così Piero Bevilacqua descrive in un suo saggio la pratica della transumanza nella regione protagonista di questo appuntamento. A raccontarcela coi loro piatti e i prodotti che meglio la esemplificano tre cuochi dell’Alleanza Slow Food, dal nord al sud, da San Sosti ad Albi a Cardeto. La tana del ghiro, La pecora nera e Il tipico calabrese vi danno Appuntamento a Tavola, e non si può mancare.

20 settembre ore 20: in Liguria – L’incontro tra il mare e l’entroterra nella cucina di Marco Visciola

È il nome di innumerevoli ristoranti, pizzerie e alberghi in tutta Italia. Ma è anche il “riassunto” che meglio esprime, forse, l’essenza della cucina ligure, che è fatta appunto di mare e monti, di pesce e prodotti dell’entroterra, di un connubio felice e un’interconnessione continua tra ecosistemi diversi, le terre d’acqua e le terre alte. Per dipingerla in una cena imperdibile, Marco Visciola, talentuoso chef del Marin di Eataly Genova, quasi a creare un connubio tra Cheese e Slow Fish. In pochi anni Marco ha conquistato il palato dei buongustai e, oggi, è un punto fermo della cucina di qualità genovese e non solo. A lui il compito di raccontare la sua cucina attraverso piatti di mare con influenze dell’entroterra ligure. Preparatevi a essere sorpresi con il suo mare e monti!

17 settembre ore 20 – L’Appuntamento a Tavola presso il Ristorante Battaglino di Bra: il formaggio circolare e la cucina del recupero secondo Ivan Milani

Quest’anno a Cheese diventa protagonista dei nostri Appuntamenti a Tavola anche uno dei luoghi del cuore di Slow Food, il Ristorante Battaglino di Bra! Suo ospite, Ivan Milani, chef in continua evoluzione, mai pago di novità e scoperte, con un’idea di cucina che muta nel tempo grazie alle influenze che respira, si misura con il concetto di recupero. Recupero che inizia dal pane a lievitazione naturale, che di forme di recupero ne ha in sé ben due: la scotta ottenuta dopo aver prodotto prima il formaggio e poi la ricotta sostituisce l’acqua nell’impasto; inoltre il miso di pane, prodotto con il pane avanzato, che conferisce al lievitato una complessità aromatica incredibile. Sempre a tema, il dessert è una torta di pane raffermo servita con un mascarpone alla verbena prodotto in casa. Tra il pane e il dolce tre portate che parlano della storia del cuoco e delle terre in cui ha vissuto e cucinato.

Questo appuntamento lo si acquista telefonando direttamente al ristorante, al numero 0172 412509. Affrettati perché i posti sono limitati (35 circa). Il costo della cena è di 47 euro vini inclusi.

Ecco quello che ci aspetta a Cheese, non resta altro da fare se non prenotare il proprio posto! Per la sicurezza di tutti, in adeguamento alle norme vigenti, gli appuntamenti di Cheese 2021 sono accessibili esclusivamente ai detentori di Certificazione verde.

Cheese, la manifestazione internazionale dedicata alle forme del latte, si terrà a Bra (Cn) dal 17 al 20 settembre 2021 ed è organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food con il sostegno della Regione Piemonte. Considera gli animali è il tema della tredicesima edizione, un focus sul regno animale e la varietà di connessioni con le azioni dell’uomo. Senza di loro infatti non esisterebbe l’infinita biodiversità casearia che tocchiamo con mano ogni due anni a Bra. Straordinaria già oggi l’attenzione nei confronti dell’evento – che si garantisce con il consueto programma, nella massima sicurezza – sia da parte dei protagonisti di Cheese che da parte del mondo della ristorazione e dell’ospitalità del territorio. Cheese 2021 è possibile grazie al supporto di moltissime realtà, pubbliche e private, che credono in questo progetto. Tra tutte, ringraziamo i main partner: BBBell, BPER Banca, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Egea, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy (QBA) e Reale Mutua.

Bra, Raschera e Toma piemontese in alta quota

Il Bra, il Raschera e la Toma tornano protagonisti durante una serata in cui le montagne saranno il teatro perfetto per ospitare le tre perle lattiero casearie.

Avrà infatti luogo martedì 10 agosto a Bardonecchia la “Cena sotto le stelle”, un’occasione speciale per poter degustare questi formaggi d’eccezione tra una stella cadente e l’altra. Organizzata in collaborazione con Arpiet e nell’ambito del progetto cofinanziato dalla Regione Piemonte, si preannuncia un evento ricco di sapori e seducenti abbinamenti culinari, completamente immersi in un’atmosfera speciale.

“Sfortunatamente, l’emergenza legata al Covid ci ha impedito di ripetere l’organizzazione di alcuni momenti in cui i Consorzi erano presenti sulle piste da sci più rinomate del territorio – spiega Franco Biraghi, presidente dei Consorzi di tutela di Bra, Raschera e Toma Piemontese, evidenziando come questa assenza sia stata “un vero peccato dal momento che si trattava di occasioni utili a far conoscere i nostri prodotti in contesti diversi e che avevano riscosso in passato un grande successo”.

A Bardonecchia non saranno più le piste innevate, ma i colori brillanti dell’estate a fare da scenografia alle tre Dop, per le quali l’estate ha significato una ripresa di quei momenti volti a far conoscere ancora di più le loro peculiarità. Complice l’estrema versatilità che rende il Bra (nella duplice versione Tenero e Duro), il Raschera e la Toma perfetti sia come formaggi da tavola che come comprimari all’interno di svariate ricette, quella del 10 agosto ha tutte le carte in regola per rivelarsi una serata in cui il contesto dialoga alla perfezione con il gusto: “Che sia quello più sapido del Bra Duro, dolce del Raschera, delicato della Toma Piemontese o morbido del Bra Tenero, questi aromi inconfondibili si armonizzano gradevolmente tra loro, impreziositi da una cornice d’eccezione – commenta Marco Quaglia, vicepresidente dei Consorzi di Bra, Raschera e Toma Piemontese -. L’evento del 10 agosto è l’occasione ideale per consentire a questi prodotti di dare il meglio di sé, anche in alta quota – in un contesto in cui l’atmosfera fa la differenza e rinforza ancora di più la potenza di simili formaggi”.

La fonduta al Raschera, il risotto mantecato al Bra Duro o la polenta con la Toma Piemontese rappresentano, infatti, alcuni capisaldi del ristoro invernale, ma queste eccellenze sanno offrire il meglio di sé anche in versione estiva. Ed ecco che se la neve lascia il posto al verde dei prati, le Dop si uniscono con il Salame Piemonte in un tagliere dai gusti tradizionali, lasciandosi degustare in purezza o mettendosi nelle mani di chef che conferiranno ulteriore risalto all’unicità del loro gusto. Quest’ultimo è diventato, nel corso dei secoli, un punto di riferimento inalterato sulle nostre tavole, creando un connubio quanto mai consolidato con quella genuinità che deriva da un’artigianalità antica e da una maestria che non è mai venuta meno alle aspettative.

“Sono formaggi che ci rendono ogni giorno più orgogliosi – conclude Mario Cappa, vicepresidente dei Consorzi di Bra, Raschera e Toma Piemontese -. Con la loro garanzia di qualità sono considerati eccellenze di cui il nostro territorio non può che andare fiero. Ecco perché la loro presenza a eventi enogastronomici è sempre più richiesta: dopo la Cena sotto le stelle sarà, infatti, la volta della Sagra del Peperone di Carmagnola”. La celebre manifestazione che si terrà dal 27 agosto al 5 settembre sarà un’ulteriore occasione per gustare Bra, Raschera e Toma all’interno di ricette pensate ad hoc per l’occasione