GUSTO- Pagina 24

Biraghi anticipa la primavera: torna in Piazza San Carlo il Gelato di Latte

Dopo aver raddoppiato le vendite nel 2023, il Gelato di Latte Biraghi anticipa di un mese il suo ritorno a Torino, su grande richiesta di torinesi e turisti

 

Torino, 1° febbraio 2024 – Per le sue caratteristiche, il gelato viene tipicamente associato all’estate e ai mesi caldi, ma l’inverno mite e le belle giornate stanno portando torinesi e turisti sempre più alla ricerca di questo prodotto adatto a tutte le stagioni. Per questo motivo, da venerdì 2 febbraio il Gelato di Latte del Negozio Biraghi di Piazza San Carlo torna a disposizione dei clienti, con più di un mese di anticipo rispetto allo scorso anno.

 

Nel 2023 il Gelato di Latte ha battuto ogni precedente record e raddoppiato le vendite di coni e coppette presso il negozio di Piazza San Carlo. La storia di questo prodotto ha inizio negli anni Cinquanta allo Spaccio Freschi dell’azienda, situato a Cavallermaggiore, meta di gite domenicali e tappa obbligata per i torinesi in viaggio verso il mare. Si tratta di un prodotto artigianale costituito da soli tre ingredienti – latte, panna e zucchero – e realizzato ogni ora con il latte fresco proveniente esclusivamente dalle province di Cuneo e Torino, senza emulsionanti, aromi né stabilizzanti.

 

In occasione della riapertura, dal 2 all’11 febbraio sarà possibile gustare il prodotto nel negozio di Piazza San Carlo al 50% di sconto, quindi cono e coppa al costo di 1 euro.

 

«Siamo lieti di tornare a offrire il nostro Gelato di Latte in Piazza San Carlo, e di farlo in anticipo per accontentare le numerose richieste ricevute dai nostri clienti» dichiara Claudio Testa, Direttore Marketing di Biraghi S.p.A. «Nel 2023 abbiamo superato le nostre più rosee aspettative e non vediamo l’ora di poter fare ancora meglio nel corso del 2024».

Piano 35 riapre le porte del gusto

 

IL 2 FEBBRAIO

 

Sospeso a 150 metri sulla città di Torino, nel grattacielo di Intesa Sanpaolo progettato da Renzo Piano, e circondato da una serra bioclimatica sorge il Ristorante Piano35: un posto unico, pensato per evadere dalla città, dove assaporare una cucina stellare.

Una stella Michelin ottenuta e confermata per il quinto anno di seguito grazie ad una sinergia di personalità: l’esperienza dello chef Marco Sacco insieme a Christian Balzo, chef resident, e a Denis Zanghirella, direttore della struttura.

Piano35 si trova all’interno della serra bioclimatica dell’edificio, un ambiente unico in quanto giardino d’alta quota che si sviluppa dal 35° al 37° piano.

 

Inserito tra le cucine più creative di Torino, Piano35 è un esempio virtuoso di sostenibilità e legame con la natura, il grattacielo che lo ospita è unico per innovazione architettonica, materiali e tecnologie d’avanguardia: dotato di riscaldamento geotermico, autoregolazione dell’illuminazione interna in base alla luce naturale, facciate a “doppia pelle”:

Ecco tre proposte di menù firmate dallo chef piemontese doc Christian Balzo:

  • “In Piemonte”, un omaggio

    alla grande tradizione culinaria sabauda

  • “Giro d’Italia”, in cui a farla da padrona è la materia prima del Bel Paese
  • “Piccolo Lago a Torino”, che propone alcuni dei piatti più iconici di Marco Sacco, chef bistellato di Verbania e patron

    di Piano35.

Ogni menu può essere assaporato nella versione light o in quella completa, a seconda che si scelgano quattro o sette portate.

A pranzo il servizio bistrot si fa più easy.
Al 37° piano, il Lounge Bar, seguito da Simone Sacco, figlio di Marco Sacco, rinnova l’aperitivo torinese con proposte fantasiose e una vista mozzafiato.

Chef Scardina debutta a “La Pista”

Ha riaperto La Pista, il ristorante sul tetto del Lingotto a Torino.

Lo chef Fabrizio Tesse ha concluso la sua consulenza il 31 dicembre per proseguire alcuni personali progetti. Il Gruppo Gerla ringrazia chef Tesse per il percorso gastronomico fatto insieme e dà il benvenuto ad Alessandro Scardina.

Giovane e deciso, lo chef Alessandro Scardina, in arrivo da Villa La Bollina a Serravalle Scrivia, vanta un percorso professionale internazionale di oltre 15 anni tra Inghilterra, Australia, Grecia, Spagna e Scandinavia. Ed è proprio dalla sua esperienza nei ristoranti più blasonati di tutto il mondo che arrivano i sapori che si ritrovano nella cucina di Scardina, una cucina che abbraccia la tradizione ma che spinge sull’acceleratore dell’innovazione, una cucina mai monotona o ripetitiva, che osa e azzarda, stupisce e sperimenta.

Tocchi fusion ed esotici, influenze giapponesi e peruviane, vanno ad amalgamarsi con preparazioni classiche e materie prime di qualità, rigorosamente stagionali, per una varietà di suggestioni capace di declinare in chiave contemporanea anche la tradizione più pura.

La proposta culinaria pensata da chef Alessandro Scardina per il ristorante La Pista, gestito da Gerla 1927, prevede tre menù che ben si adattano a tutti i tipi di esigenze e palati. Il primo è Trust, il menù più coraggioso e stravagante, molto estero ed estroso, contemporaneo e personale, come un “atto di fiducia” verso lo chef, sicuro di riuscire a conquistare il commensale con i suoi accostamenti ricercati e inediti. Alcuni esempi? Granchio e rafano, manzo e ricci, merluzzo e mais, banane e bacon… Il secondo menù è Botanic World, cinque portate completamente vegetariane caratterizzate da preparazioni attente e abbinamenti vegetali inaspettati, come kale e mango acerbo, patata e cocco, primo fiore e Kombucha. Il terzo, immancabile, è Radici, Gli Essenziali, un menù che celebra la tradizione e la cucina piemontese con qualche variazione di prodotto, come il vitello tonnato fatto con il sotto filetto alla brace invece del girello, per un sapore più intenso e gustoso. Immancabili e molto amati dallo chef gli Agnolotti del Plin, rigorosamente con pasta solo tuorli e ripieno ai tre arrosti: coniglio, manzo e maiale.

Ad accompagnare Alessandro Scardina nella sua nuova avventura sul tetto del Lingotto una brigata salda e coesa, all’interno della quale spiccano il sous chef Daniele Lo Grasso, Davide Sterrantino, maître e sommelier, Mattia Dagnelli vice maître di sala e Evi Polliotto, pastry chef.

La Pista – Via Nizza 262, Torino – Tel. 011.19173073

www.ristorantelapista.com

Le polpette al forno di nonna Graziella

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La cottura al forno le rende leggere, croccanti fuori e morbide dentro

Un ottimo secondo adatto ad ogni occasione. Le polpette sono semplici e veloci da realizzare, apprezzate da grandi e piccini si possono preparare con svariati ingredienti e non deludono mai. La cottura al forno le rende leggere, croccanti fuori e morbide dentro.

Tutte da gustare!

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Ingredienti:

300gr. di avanzi di carne di pollo o vitello arrosto

2 patate lesse

3 uova intere

2 cucchiai di olive taggiasche

40gr. di parmigiano grattugiato

1 limone

Un ciuffo di prezzemolo

Pangrattato q.b.

Sale, pepe q.b.

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Mettere nel mixer la carne con le patate, due uova intere, il parmigiano, il prezzemolo e la buccia del limone grattugiata. Tritare il tutto sino ad ottenere un composto omogeneo ma non troppo fine. Tritare le olive ed aggiungere al composto, salare e pepare. Formare le polpette pressandole leggermente, passarle prima nel rimanente uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Cuocere in forno a 200 gradi per circa 25 minuti o sino a doratura.

Paperita Patty

È il Compleanno di Eataly: da 17 anni all’insegna del buon cibo


Tante occasioni per assaggiare il meglio dell’enogastronomia italiana e festeggiare insieme!

Quest’anno Eataly compie 17 anni. Nel gennaio del 2007 iniziava la sua avventura aprendo le porte del primo punto vendita, quello nell’ex opificio Carpano al Lingotto di Torino, un luogo inedito dedicato alla valorizzazione e al racconto del meglio delle tradizioni enogastronomiche italiane. Da 17 anni ormai Eataly si occupa di raccontare incredibili storie i cui protagonisti sono i produttori, i luoghi e i prodotti del nostro Paese. In questi ultimi mesi, inoltre, è stata lanciata la prima linea di prodotti a marchio Eataly e posta particolare attenzione alle unicità come il pane fresco, i formaggi del caseificio interno, la selezione di olio, vino e non solo.

È quindi il momento di celebrare i successi dell’anno appena passato e brindare alle sfide future insieme. Per farlo Eataly ha selezionato tantissimi prodotti di qualità che propone a prezzi irresistibili: quelli indispensabili per la spesa quotidiana ma anche le chicche gastronomiche da concedersi in momenti speciali, così come i grandi classici della tradizione nostrana, quelli di piccoli produttori virtuosi e tanto altro. Fino al 4 febbraio ecco le migliori offerte dell’anno, con tanti prodotti a meno di 2 € e sconti imperdibili, in negozio e online: la polpa di pomodori coltivati al sole della Sardegna, Marca Antonella, dal gusto intenso e casereccio, il riso Carnaroli di Falasco, ideale per preparare risotti da veri chef, o il caffè 100% Arabica della bottega Vergnano, una pregiata miscela dall’aroma rotondo e studiata in esclusiva per Eataly. E poi il gorgonzola Dop dolce del Caseificio Brusati, con la sua consistenza fondente e cremosa, la mortadella classica di Negrini, prodotta con sole carni selezionate italiane e Presidio Slow Food. E ancora il Barolo Brandini, l’olio extravergine d’oliva nella latta da 5l di Roi, il gin Pure Organic di Engine, la pasta Rigorosa, i canestrelli di Baratti & Milano. E questo è solo un assaggio! Un’occasione unica per iniziare il nuovo anno all’insegna del gusto e arricchire la dispensa con il meglio dell’enogastronomia italiana a un prezzo più conveniente.

Per il compleanno di Eataly, inoltre, la Scuola di Lingotto apre le sue porte per un Open Day unico: sabato 20 gennaio vieni a scoprire i corsi di cucina, pasticceria e degustazione per imparare a cucinare divertendosi, con un ricco programma di eventi per tutta la giornata a un prezzo davvero speciale.

  • Dalle 10 alle 11 e dalle 12.30 alle 13.30

Pasta fresca

Ami la pasta fresca ma non sai da dove iniziare per prepararla? Guidati da una docente d’eccezione, Elena Spisni @bastachesiapasta, impareremo tutti i segreti e le antiche tecniche dell’arte della pasta fresca all’uovo!

  • Dalle 10 alle 11

Pasta sfoglia

Una lezione per imparare a utilizzare la pasta sfoglia in modo creativo, sia in versione dolce che salata.

  • Dalle 11 alle 12

Manine in pasta

Insieme alle maestre di Eataly, i piccoli chef si possono divertire in cucina e imparare una ricetta speciale, da rifare poi a casa con mamma e papà.

  • Dalle 12.30 alle 13.30

Il risotto

Vorresti scoprire come cucinare un risotto a regola d’arte? Ecco lo showcooking perfetto, per diventare un professionista di risotti!

  • Dalle 15.30 alle 16.30

Dolci al cucchiaio

Il corso ideale per chi vuole imparare tutti i segreti per realizzare dolci al cucchiaio belli da vedere e buoni da mangiare.

  • Dalle 17 alle 18

I vini Fontanafredda

Una degustazione guidata per scoprire una delle più importanti case vinicole piemontesi e le sue migliori bottiglie.

  • Dalle 17 alle 18

Workshop kokedama

Metti le mani nella terra e crea un kokedama, una sfera di terra ricoperta di muschio con al suo interno una pianta. Durante questa lezione insieme a Valeria Icardi @bottegabotanica, potrai preparare la tua creazione utilizzando la pianta del caffè, per dare vita a un kokedama unico e personale!

  • Dalle 17.30 alle 18.30

Cucinare in famiglia

Uova, farina e tanta fantasia: basta mettere le mani in pasta per dar vita a golose ricette, in compagnia di mamma o papà!

  • Dalle 19.30 alle 20.30

La pizza fatta in casa

Un appuntamento dedicato alla preparazione della pizza, dalla scelta del lievito e della farina, fino alla realizzazione dell’impasto. L’occasione unica per scoprire tutti i segreti del mondo del lievito e della farina.

Per maggiori informazioni: www.torino.eataly.it

A gennaio il corso di degustazione Go Wine

 

In programma a Torino un nuovo corso di degustazione

a partire dal 30 gennaio

Go Wine promuove in Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1 (sollevantetorino.it), a partire da fine gennaio un nuovo corso di degustazione dedicato alla conoscenza e alla degustazione del vino.

Testo alternativo

Il corso, di livello base, si articola in cinque serate e avrà inizio martedì 30 gennaio: si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

Clicca sull’icona per scaricare il programma e il modulo di adesione

Il costo di partecipazione per il corso è di euro 160,00, con una quota integrativa a parte per una visita (facoltativa) in cantina.

Compresi, oltre al corso con tutte le lezioni e le degustazioni:

  • l’iscrizione all’Associazione Go Wine valevole fino al 31 dicembre 2024
  • 6 bicchieri da degustazione mod. Carrè
  • il volume “Cantine d’Italia 2024”
Testo alternativo

Chi fosse interessato a regalare la partecipazione al corso di degustazione può contattare la sede Go Wine per ricevere il programma completo e definire le modalità di consegna della notifica di regalo

Per informazioni e iscrizioni:

 

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147

ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

Un nuovo programma dal titolo Tastè Partout in onda su RBE TV. Protagonista lo chef Kumalé

A partire da mercoledì 10 gennaio porterà gli spettatori alla scoperta dei sapori esotici

 

Prenderà il via un nuovo programma in onda su RBE TV a partire da mercoledì 10 gennaio per un ciclo di sei puntate dal titolo “Tastè Partout, dal campo alla cucina”, dove sarà alla conduzione del primo format televisivo il ‘gastronomade’ giornalista torinese Vittorio Castellani, più noto come chef Kumalé.

Da più di trent’anni Vittorio Castellani viaggia attraverso i contenenti per scoprire e divulgare molteplici culture culinarie e da molti è ritenuto il massimo esperto italiano di cucine nel mondo.

La sua esperienza, unita alla professionalità e alla sua attitudine alla narrazione dinamica, frutto di anni di giornalismo radio TV, costituiranno il cuore del programma in onda ogni mercoledì sul canale 87 del digitale terrestre in Piemonte nelle province di Torino, Asti e Cuneo e visibile anche online attraverso il sito www.rbe.it

L’idea del format è semplice ma assolutamente innovativa, vale a dire raccontare alcuni ingredienti esotici, tropicali e subtropicali coltivati a km. 0, grazie a una nuova generazione di giovani agricoltori e start up che stanno sperimentando nuove forme di agricoltura e di produzioni nelle nostre campagne. In ognuna delle sei puntate in programma a ciascun coltivatore verrà abbinato uno chef talentuoso di un ristorante esotico e non, che interpreterà i prodotti del campo in una serie di ricette in grado di esemplificarne l’uso in cucina, sottolineandone le caratteristiche e i sapori, tra aneddoti e curiosità, tra tradizione e innovazione.

Se nell’epoca delle grandi scoperte geografiche e dei traffici coloniali erano i pomodori, il mais, le patate o il cacao a sorprenderci e a entrare nelle nostre cucine per diventare protagonisti di tanti nuovi piatti, oggi si coltivano centinaia di nuova specie, ancora tutte da scoprire per gli italiani. Ci attendono nuove frontiere del gusto.

Vittorio Castellani, considerato il massimo esperto in Italia di cucine del mondo, viaggia dai primi anni Novanta, attraverso cinque continenti per conoscere e divulgare le culture gastronomiche “altre”; con Tastè Partout porterà i telespettatori in viaggio alla scoperta di piante enormi esotiche le cui radici si incontrano oggi da una terra inedita a quella dei campi del Piemonte.

Mercoledì 10 gennaio alle ore 21 la prima puntata avrà come titolo ‘Aromatiche esotiche alle porte di Torino: dalle Ande al Fujiyama”.

Uniamo oriente e Sud America con 1500 piante aromatiche dai sentori inediti, ottime per essere trasformate sia in cibo sia in cocktail e software drink. Dal vivaio fratelli Gramaglia ddiCollegno si passa al ristorante Azotea di Torino, guru della cucina fusion nikkei, che interpreta le aromatiche nella tradizione andino-peruviana e nella cucina giapponese.

La puntata della settimana successiva, mercoledì 17 gennaio, alle 21, avrà come titolo “Brassicacee orientali, sono cavoli vostri!”. A sorpresa, infatti, le brassicacee orientali crescono bene anche nell’hinterland torinese, dando vita a involtini, zuppe o semplicemente saltate al wok. La cucina cinese di silvia lingotto del Ristorante ZhengYang con le sue tradizioni farà da sfondo a tutta la puntata, che si aprirà a Venaria, nei vivai Licciardi.

Gli altri interventi del mese di gennaio verteranno il 24 gennaio sulla tematica del “Moso”, sua eccellenza il bambù d’alta Langa. In questa puntata Vittorio Castellani condurrà alla scoperta di un enorme bambuseto in alta Langa nel terreno dell’azienda agricola Moso di Cravanzana, luogo inedito e magico della campagna piemontese. Il compito di trasformare i germogli di bambù in tre piatti esclusivi spetterà alle Petit Restaurant Japonaise di Avigliana.

MARA MARTELLOTTA

La Cotoletta alla piemontese conquista i ristoranti

La Cotoletta alla Piemontese è indubbiamente la novità culinaria dell’anno e in particolare della cucina piemontese. Il piatto ideato da Mino Giachino, il grande sostenitore della TAV, sta  rilanciando il consumo della carne di razza piemontese e dei formaggi tipici delle nostre vallate alpine.  Aumentano i ristoranti che l’hanno inserita nel menu in Città e nelle località di montagna. Accompagnata da un bicchiere di Nebbiolo giovane e dai grissini della collina piemontese sta trovando il suo spazio e incuriosisce piemontesi e turisti.

Nella foto il manifesto affissione nei ristoranti firmato dall’assessore regionale alla agricoltura Protopapa

Una start-up rilancia la trota d’acqua dolce, delizia gastronomica

Non si tratta di idee. Si tratta di far sì che le idee si realizzino”. Dev’essere stato uno spirito molto simile quello che, una sera del 2017, ha motivato Lorenzo Quaccia ed Edoardo Zanutti a mettere in piedi Altura- Trota Alpina Affumicata una start-up unica nel suo genere nata Verrès (Valle d’Aosta) nel 2019. L’azienda è stata in grado di dare una nuova vita ad un’eccellenza gastronomica italiana, ovvero la trota d’acqua dolce, ormai quasi dimenticata. Altura non solo ha valorizzato gusto e sapore del prodotto ma si è specializzata sul processo di affumicatura. Il risultato è un prodotto in grado di garantire al consumatore un’esperienza culinaria sana e che, al contempo, rispetti il territorio alpino di provenienza. Edoardo, socio fondatore della società, ci ha raccontato cosa c’è dietro questo progetto.

Altura nasce, prima di tutto, dalla storia di un’amicizia

Sì, io e Lorenzo eravamo compagni di liceo e amici di vecchia data. Nel 2017 io mi ero appena laureato in economia, mentre lui lavorava come ristoratore. Entrambi avevamo il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Per questo abbiamo unito le nostre competenze e abbiamo così deciso di intraprendere una avventura creando una start- up di affumicatura della trota d’acqua dolce.

Si parla spesso di start-up giovanili: com’è andata la vostra esperienza?

Inizialmente non è stato facile gestire il ginepraio burocratico necessario per avviare un’attività di impresa. Al contempo, essendo nati in un territorio alpino, siamo stati facilitati dalla molteplicità di enti e strutture che favoriscono la nascita dell’imprenditoria di montagna. La svolta effettiva è arrivata quando abbiamo partecipato al concorso ReStartAlp,un campus di incubazione e accelerazione di impresa del territorio alpino italiano, promosso e organizzato da Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione Cariplo. Un’altra chiave di svolta è stata la Pépinières d’Entreprises che ci ha aiutato a sviluppare e gestire le fasi di avvio del progetto imprenditoriale.

Con conseguenti pro e contro

Tra gli aspetti migliori di questo lavoro c’è la soddisfazione di veder crescere la propria impresa e continuare a migliorare. Al contempo ci sono stati numerosi momenti di sconforto, come in ogni lavoro, perché si hanno progetti in testa che poi non si realizzano come vorresti. In Valle D’Aosta abbiamo la possibilità avere un continuo dialogo con le istituzioni locali in quanto non siamo controllati da un ente ittico a livello nazionale come invece succede per il mercato del pesce di mare.

La vostra impresa ha investito su un prodotto unico nel suo genere. Da che cosa è stato motivato tale investimento?

La trota è un pesce d’acqua dolce che si trova in molti torrenti e fiumi montani della Valle D’Aosta e la sua affumicatura è una tradizione che esiste da sempre nei nostri territori. Questa era, però, confinato ai ristoranti. Abbiamo visto visto come un’opportunità quella di riportare in tavola tale tecnica e al contempo di offrire al consumatore un’eccellente alternativa al classico prodotto di mare.

E’ un prodotto alternativo anche perché la scelta degli allevatori avviene con una certa cura

Sì, la scelta degli allevatori avviene seguendo particolari criteri oggettivi. Per il momento ci stiamo focalizzando sulle realtà del Piemonte e della Valle D’Aosta. Seguendo altri modelli imprenditoriali già in essere, abbiamo sempre prediletto degli allevamenti a bassa intensità ove sia garantito l’utilizzo di acque di sorgenti pure e ricche di ossigeno.

Che ha conseguentemente portato interesse nel consumatore

Il cliente è più attento e consapevole a cosa viene portato in tavola, quindi, anche la cura nella scelta della materia prima è apprezzata. Anche se il percorso è ancora lungo, puntiamo a crescere. Ci sono poche regole da rispettare nel nostro settore essendo un prodotto di nicchia, ma cerchiamo ugualmente di conformarci al massimo alle certificazioni IGP. Il cliente è sempre molto attento a capire la provenienza della pescato che porta in tavola.

Avete intenzione di espandervi anche estero?

Speriamo in futuro, ma per ora il progetto si limita al territorio nazionale perché la catena del freddo ha una difficile organizzazione logistica alla base. Per ora abbiamo iniziato a sperimentare una nuova produzione ovvero la “Mocetta di Trota” un vero e proprio salame di pesce. L’intento è quello creare una molteplicità di prodotti di modo da poter soddisfare tutte le esigenze del cliente.

Altura Trota Alpina Affumicata, che conta ad oggi due soci e tre dipendenti, un negozio e uno store online, è l’esempio di come la capacità e le competenze possano unirsi e far riscoprire il gusto di antichi sapori.

VALERIA ROMBOLA’

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia

852 cantine selezionate, 9 Premi Speciali, 262 Impronte Go Wine

Undici cantine ottengono per la prima volta il premio de L’Impronta Go Wine

Il costo delle visite in cantina fra le novità di questa edizione della Guida per l’Enoturista

Numeri e dati per indagare scelte e orientamenti delle cantine da nord a sud d’Italia

 

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto lo scorso 30 novembre Milano presso l’Hotel Melià, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, rappresentanti di cantine selezionate nel volume, enoappassionati.

Cantine d’Italia 2024 si presenta con 852 cantine selezionate, 262 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.640 vini segnalati, circa 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, che ha la cantina come riferimento.

Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti enoappassionati e anche come luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

Una Guida pensata per gli enoturisti e invita a camminare l’Italia del vino, che è una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno viaggiare in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove i vini nascono.

 

La visita in cantina, il costo

E’ la novità più importante di questa edizione e segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione. Da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine.

Il tema del prezzo si è così inserito, come fattore da conoscere e comunque da monitorare.

Cantine d’Italia 2024 ha così chiesto a oltre 700 cantine di indicare nel questionario il costo di un’esperienza base in cantina ed il costo di un’esperienza più completa.

Lasciando piena libertà nel rispondere, ipotizzando anche la gratuità per un’esperienza base e comunque ponendosi in attenzione per analizzare i dati e il comportamento delle cantine.

Nasce uno screening importante e per certi aspetti unico che rinnova anche nei contenuti il volume e apre un nuovo fronte di analisi e di informazione.

 

Alcuni dati

Hanno risposto oltre 400 cantine; la redazione di Go Wine ha lasciato libertà nel rispondere, anche la non risposta rappresenta una scelta.

Il campione che si rileva è comunque indicativo perché attraversa cantine di tutte le regioni italiane e con differente profilo: ovvero cantine di maggiori dimensioni e più strutturate anche per l’organizzazione del personale.

Ma anche molte cantine di impronta familiare, dove il viticoltore spesso recita più ruoli, compreso quello dell’accoglienza e del racconto agli enoturisti.

Procedendo a calcolare una media, si individua in euro 20,17 il costo medio di un’esperienza baseSale ad euro 49,79 il costo per un’esperienza completa o comunque al top, secondo i parametri che ciascuna cantina individua nel formulare la proposta.

Sul campione selezionato, sono meno di 15 (4%) le cantine che non prevedono un costo “d’ingresso” anche per un’esperienza base, 62 (15%) si collocano a 10 euro o a cifra inferiore.

Per quanto riguarda l’esperienza completa, l’indagine ha rilevato 34 cantine che propongono un costo superiore a 100 euro.

Altrettanto interessante la lettura dei dati nelle varie zone in Italia. Si rileva così che, al nord, la media del costo di un’esperienza base si colloca ad euro 19,41, mentre sale al sud (euro 21,59).

Il riferimento corrisponde anche per un’esperienza più completa, con un costo medio al nord che si assesta su euro 43,25 e sale al sud ad euro 52,97.

Guardando ad alcune regioni, il costo è più alto in Toscana (euro 22,17), rispetto al Piemonte (euro 20,07) per l’esperienza base, idem per l’esperienza al top: Piemonte euro 48,86, Toscana euro 62,82.

Con due distinti simboli il costo della visita in cantina entra così nella nuova edizione di Cantine d’Italia 2024 e segna un altro motivo d’interesse a favore della Guida.

Inserendo di fatto un tema ormai consolidato, alla luce anche dei dati che sono emersi: la visita in cantina fa sempre di più parte di un’attività strutturata per moltissime cantine, in grado di formulare la proposta e dettagliarla spesso anche sul sito internet aziendale, in fase di presentazione della loro attività.

La scelta di Go Wine di evidenziare una sorta di doppio binario – esperienza base, esperienza top – è anche un modo per leggere il tema, offrire un servizio in più al lettore, ma anche incoraggiare un dibattito all’interno del settore.

 

Ci troviamo di fronte da una parte a proposte accessibili, o comunque dai costi non proibitivi; da altra parte a veri e propri eventi top che comportano a volte una spesa significativa se comparata con altre iniziative nel settore.

 

“Comunicazione e accessibilità sono due fattori strategici in questa materia – afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida. Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi allo stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc…”

Il tema dell’accessibilità è tuttavia altrettanto importante e impone qualche riflessione ulteriore: richiama l’esigenza di costi che possano favorire l’accesso in cantina, nel rispetto del lavoro del viticoltore.

Al concetto del remunerare il servizio e comunque nel rispetto di una qualità che va pagata, si affianca la opportunità di mantenere alcune proporzioni che siano legate al tipo di esperienza e comunque al ruolo insostituibile che l’enoturismo svolge sia per avvicinare molte persone al mondo del vino e sia per consolidare le aspettative dei più esperti.

L’andare in cantina è andare verso la natura, apprezzare il paesaggio, conoscere e dialogare con le persone.

E’ soprattutto percepire il rapporto con la terra e con un ambiente: in questa ottica il fattore prezzo deve inserirsi in armonia. Valorizzando anche nelle quotazioni esperienze straordinarie, ma rendendo con altre formule sempre accessibile la cantina ad un pubblico più vasto. Senza dimenticare che poi, quasi sempre, in cantina si comprano bottiglie e questo rappresenta un altro costo per l’enoturista ed un’opportunità per il viticoltore.

 

Insomma l’obbiettivo della Guida non è solo quello di valorizzare la grande accoglienza in cantina, ma di comunicare una visione sociale attenta nel settore e che possa sempre tenere saldi quei fattori – terra, vigneto, vini, persone – che sono alla base dell’enoturismo e di un determinato modo di concepire la viticoltura.