GUSTO

La zuppa mitonà, la ricetta piemontese con il pane raffermo

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La zuppa mitonà, a metà tra una zuppa e un gratin, ecco un piatto tipico piemontese da riscoprire.

Qualche curiosità sulla zuppa mitonà (supa mitonà)

La supa mitonà (si pronuncia mitunà) è un piatto tipico della cucina piemontese, ed è particolarmente diffusa nel biellese. Si tratta di un piatto molto sostanzioso e saporito, perfetto soprattutto nei mesi freddi per mangiare qualcosa di caldo e sostanziosa. Come tutte le ricette antiche, è anche una valida alternativa per non sprecare il pane raffermo.

Il nome di questa zuppa deriva dal verbo francese mitonner, che fa riferimento a una cottura lenta e a fuoco dolce. Esistono numerose varianti: le più comuni prevedono l’aggiunta di fagioli o pomodori.
La redazione de Il Torinese vi propone la ricetta semplice, da personalizzare come più vi piace.

Il tempo impiegato per la preparazione della zuppa è di circa 40 minuti.

Ingredienti per la zuppa mitonà:

  • 4 porri
  • 4 cucchiai di olio extravergine
  • 4 acciughe
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 manciata di parmigiano grattugiato
  • 1 noce di burro
  • 500g di pane raffermo
  • 1l di brodo di carne

Procedimento:

  1.  Per prima cosa, mettete a bagno i capperi in acqua fredda e lasciateli rinvenire per un’ora, cambiando l’acqua un paio di volte. Nel frattempo lavate le acciughe, e privatele delle lische. Lavate i porri con acqua fredda, e poi affettateli a rondelle molto sottili. Potete utilizzare anche qualche centimetro del gambo verde, renderà il piatto ancora più saporito. A questo punto togliete l’anima (il germoglio interno) dallo spicchio d’aglio e tagliate anche questo a fettine sottilissime.
  2. Prendere una pentola di terracotta (in alternativa, potete usare una pentola antiaderente) e scaldate 4 cucchiai d’olio extravergine insieme alla noce di burro; a questp punto si uniranno tutti gli ingredienti. Cominciate con l’aglio a fettine, lasciatelo ammorbidire a fuoco basso (non deve friggere), per 10 minuti. Unite le acciughe e, sempre a fiamma bassa, fatele sciogliere servendovi di un cucchiaio di legno. Unite i porri affettati e i capperi tritati finemente. Mescolate bene e fate stufare, sempre a fuoco dolce, per una ventina di minuti. Aggiungete un mestolo di brodo in cui sarà stato stemperato 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, e proseguite la cottura fino a quando i porri non siano divenuti tenerissimi, trasparenti e quasi disfatti.
  3. A questo punto manca ancora l’ingrediente principale, ovvero il pane raffermo. Affettatelo e dividete ogni fetta in listarelle larghe approssimativamente 3 dita. A questo punto lasciatele dorare in un forno già caldo (circa 180°), fino a quando assumeranno una consistenza croccante.
  4. Imburrate una pirofila e sistematevi quindi uno strato di listarelle di pane vicine tra loro. Sopra aggiungeteci una parte dei porri e un’abbondante spolverata di parmigiano. Alternate uno strato di pane a uno di porri e parmigiano fino ad esaurire gli ingredienti. Se possibile, fate in modo che l’ultimo strato sia di pane. Un’accortezza: non riempite completamente la pirofila, poiché il pane aumenterà di volume.
  5. A questo punto unite lentamente il brodo caldo: dev’essere sufficiente a inzuppare il pane e sfiorarne appena la superficie. Infornate in forno già caldo (circa 180°) e fate cuocere per circa 30 minuti. Per gratinare la superficie, ottenendo così un gradevole effetto estetico e una consistenza più croccante.
  6. A fine cottura spolverate generosamente la supa mitonà con parmigiano e cospargete con fiocchetti di burro, prolungando la cottura ancora di qualche minuto. Prima di servire, lasciate riposare 10 minuti… et voilà, gustatevi la vostra mitonà!

Al Mercato Centrale Torino la nuova bottega di “Cucina Marocchina-Sanaa Salmi LellaMama”

Nasce una nuova bottega che si unisce alla grande famiglia degli artigiani del Mercato Centrale di Torino. Tra le proposte artigianali è nata una vera cucina marocchina dal nome “Cucina Marocchina- Sanaa Salmi LellaMama”, un ristorante al femminile che racconta una reale storia di integrazione e di radicamento su di un territorio, quello di Porta Palazzo, in cui Mercato Centrale vive e opera da sempre.

La nuova bottega è firmata da Sanaa Salmi, 38 anni, nata nel deserto del Marocco e giunta in Italia all’età di dieci anni, senza, però, mai dimenticare la sua terra di provenienza. Prima di approdare al Mercato Centrale Torino, Sanaa, nel settembre 2023, ha aperto un ristorante di cucina marocchina a Milano, il LellaMama. Quindi il trasferimento a Torino con un nuovo lungimirante progetto di ristorazione che trova sede non in un luogo qualunque, ma in una piazza che è, da sempre, il cuore della comunità nordafricana e in uno spazio, il mercato centrale, che ha sempre fatto dell’integrazione naturale tra le anime e le culture della città un suo carattere distintivo.

Così è ricca di significati l’apertura della nuova bottega di Sanaa, un bistrot che porta al Mercato Centrale Torino i sapori del Marocco, interpretati nelle mani di una chef innamorata delle materie prime, della sua terra e tradizione che la riportano con la mente ai suoi luoghi nativi e alla sua mamma, a cui Sanaa ha dedicato il primo ristorantino milanese.

Cous cous, tè alla menta, tajine di pollo e di vitello e zuppe. Tante verdure, spezie, profumi e zuppe. Nel nuovo bistrot di Sanaa Salmi la proposta è incentrata sui classici della cucina marocchina, compreso il “Lam-sammen”, il pane tipico della colazione che verrà servito in una concezione di ristorazione che prima di tutto vuole essere un momento conviviale e un luogo aperto dal mattino alla sera. Una cucina tipicamente marocchina riadattata ai palati e ai gusti degli italiani, con un equilibrio maggiore tra le spezie, un alleggerimento generale delle ricette e un avvicinamento al pubblico locale che sia capace di rendere il cibo strumento di dialogo interculturale.

La bottega è aperta tutti giorni dal lunedì alla domenica.

 

Mara Martellotta

Penne integrali in crema di zucchine: salutari e nutrienti

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Eccovi un primo piatto ricco di sapore, sfizioso ed invitante, perfetto per ogni occasione.

Ingredienti :

380gr. di penne integrali
400gr. di zucchine
80gr. di grana grattugiato
120gr. di dadini di Speck
1/2 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo grattugiato
3 foglie di basilico
Olio evo, sale, pepe.

Dorare i dadini di Speck in padella, tenere da parte.
Lavare e tagliare a metà le zucchine, scavare un poco la polpa e lessare al dente in acqua salata. Raffreddare e conservare l’acqua di cottura nella quale cuocerete poi la pasta.
Frullare grossolanamente le zucchine con olio, aglio, prezzemolo, basilico, grana, sale e pepe. Cuocere la pasta, unire lo speck alla crema di zucchine e servire subito. Se risultasse poco cremosa, aggiungere un mestolino d’acqua di cottura.
Buon appetito.

Paperitapatty

Il Tourinot Maximo +39 di Guido Gobino conquista la tavoletta d’oro

Il miglior gianduja dell’anno

 

Il Tourinot Maximo +39 di Guido Gobino è stato premiato come miglior Gianduja dell’anno alla ventitreesima edizione del Premio Tavoletta d’oro, il più prestigioso riconoscimento italiano dedicato al cioccolato di qualità assegnato dalla Compagnia del Cioccolato.

“Essere nuovamente tra i vincitori dell’edizione 2025 rappresenta per noi un grande onore, ma soprattutto una conferma dell’unicità della tradizione cioccolatiera torinese” commenta Guido Gobino.

Il Tourinot Maximo +39 esprime al meglio l’unione tra artigianalità e materie prime di eccellenza. Realizzato con una selezione di Nocciole Piemonte IGP e Cacao Aromatici, è privo di latte e viene temperato a mano per esaltare la sua inconfondibile consistenza vellutata e il gusto intenso e persistente della Nocciola Tonda Gentile Tribolata delle Langhe IGP.

Oltre a questo prestigioso premio, Guido Gobino ha ricevuto diverse menzioni tra i cioccolati di eccellenza, tra cui crema cacao, cioccolato aromatizzato albicocca e rosmarino, cioccolato di latte ripieno di nocciola e caffè, ganache alla nocciola, Tourinot maximo, fondente monorigine Guatemala 83%.

Un riconoscimento che conferma l’impegno di Guido Gobino nella ricerca della qualità e nell’innovazione del cioccolato tradizionale.

Le sue botteghe a Torino sono in via Cagliari 15/B, via Lagrange 1/A, corso Vittorio Emanuele II 72.

Le botteghe Gobino a Milano sono in corso Giuseppe Garibaldi 35 e in corso Magenta 36.

 

Mara Martellotta

Caffe storici Torino e non solo: locali dove fare colazione

Informazione promozionale

Un caffè, una cioccolata calda con panna, un buon Bicerin…Non importa quale bevanda si desideri gustare, i caffe storici Torino offrono una vasta scelta di proposte se si desidera trascorrere amabilmente il proprio tempo mentre si visita la città, sia che si tratti per piacere che per attività di team building aziendale anche legate a tematiche culinarie/culturali come Torino Golosa, un viaggio alla scoperta dei segreti delle prelibatezze tra storia ed enogastronomia, o per altre questioni.

La città sabauda è famosa per la sua tradizione di colazioni a Torino, un rito che viene celebrato in numerosi locali che vantano un’atmosfera unica e raffinata.

Una pasticceria storica di Torino o per meglio dire, le tante storiche pasticcerie moderne torinesi, offrono molte prelibatezze e dolci tipici che arricchiscono l’esperienza di una colazione elegante, proprio come si usava fare nei salotti borghesi di fine Ottocento e inizio Novecento, quando i caffè erano considerati luoghi di incontro per personalità illustri della letteratura.

Dei tanti Caffè storici Torino, oggi, ve ne segnaliamo alcuni, veri e propri vanti della città, non solo per gli amanti del caffè e dei cioccolatini tipici di Torino, ma per tutti gli amanti dell’architettura, della storia e dei viaggi. Senza indugi, ecco i nostri consigli.

Caffè San Carlo: Re dei bar storici Torino

Con i suoi capitelli corinzi, statue e dorature, il Caffè San Carlo è un’icona e sovrano dei bar storici Torino senza tempo e che racchiude il fascino del Risorgimento e delle floride correnti artistiche che hanno attraversato la città.

Questo caffè storico torinese, situato nell’omonima piazza – considerata dai torinesi una delle più belle della città – è stato il set di numerosi film e fiction grazie alla sua atmosfera unica e suggestiva.

Sedendosi ai suoi eleganti tavolini, si può ammirare la bellezza di Palazzo Solaro del Borgo, capolavoro del Rococò, e delle due chiese gemelle, Santa Cristina e San Carlo, esempi perfetti dell’architettura barocca. Con quasi 200 anni di storia, il Caffè San Carlo è il luogo ideale per una pausa raffinata, immersi nell’arte e nella cultura, gustando la migliore colazione della città, ad esempio.

Un punto di riferimento tra i bar storici di Torino, dove tradizione e contemporaneità si incontrano in un’esperienza indimenticabile.

Barney’s, caffè di Torino del Circolo dei Lettori

Il Barney’s, situato all’interno del suggestivo Circolo dei Lettori di Torino, è uno dei caffè storici più rinomati della città, un luogo dove tradizione e modernità si fondono alla perfezione.

Qui, è possibile vivere l’esperienza della migliore colazione torinese, immersi in un’atmosfera raffinata e accogliente. Con una selezione di dolci torinesi che spaziano dai classici gianduiotti alle delicate paste artigianali, il Barney’s offre una colazione elegante che soddisfa ogni palato. Un vero e proprio tempio per gli amanti del caffè e della buona lettura, dove ogni dettaglio racconta la storia e la cultura di una città che ha fatto del caffè e della letteratura un’arte.

Baratti&Milano: l’eccellenza della pasticceria torinese e della cioccolateria

In Piazza Castello, sorge uno dei caffè storici torinesi e pasticceria torinese più iconici: Baratti&Milano.

Nato nel 1858, è da oltre un secolo un elegante salotto sabaudo, punto di ritrovo per intellettuali, artisti e figure di spicco della politica e della scienza.

Il suo raffinato stile liberty evoca atmosfere d’altri tempi, rendendolo uno dei bar famosi di Torino, perfetto per chi ama i locali particolari con un fascino senza tempo.

Fiore all’occhiello di questa storica caffetteria è la sua pasticceria torinese e la cioccolateria d’eccellenza, con specialità imperdibili. Tra i piaceri da gustare spicca il Bicerin, l’iconica bevanda calda della tradizione torinese, preparata con cioccolato fondente, caffè e latte montato, perfetta per le giornate più fredde. Da provare anche il Caffè Baratti&Milano, un espresso arricchito con crema di nocciole, panna e granella di nocciole, una coccola raffinata adatta a qualsiasi momento della giornata.

La Farmacia del Cambio, caffè di Torino dalle brioches celebri e virali

Questo storico caffè di Torino è molto più di una semplice caffetteria: è un’esperienza sensoriale e culturale che unisce sapori pregiati, architettura d’epoca e un’atmosfera senza tempo.

Nella centralissima Piazza Carignano, la proprietà dello storico ristorante Del Cambio, vero e proprio caffè storico di Torino, ha rilevato un’antica farmacia trasformandola in una raffinata pasticceria. Questo locale, tra i Torino locali particolari più affascinanti, unisce arredi in legno, cristalleria e vetrine dall’atmosfera vintage a un’offerta di dolci ultra-contemporanei, diventando un punto di riferimento per le pasticcerie moderne della città. Tra le specialità spiccano i celebri Crubik e la Sfera, croissant a forma di cubo e sfera che hanno conquistato i social, insieme al pain suisse, alla girella con gocce di cioccolato e arancia, e alla brioche al cacao farcita di crema al gianduia. Non mancano torte moderne, monoporzioni eleganti e lievitati salati, ideali per chi cerca una colazione alternativa senza rinunciare al gusto e alla raffinatezza. Un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, regalando un’esperienza indimenticabile.

Locali storici di Torino: Pfatisch

Uno dei locali storici di Torino che ancora oggi conserva il fascino di un’epoca dorata è senza dubbio la Pasticceria Pfatisch, fondata nel 1915 dal maestro cioccolatiere Gustavo Pfatisch.

Questa pasticceria storica Torino ha visto passare tra i suoi tavoli figure illustri come i principi di Savoia, Cesare Pavese, Primo Levi, Indro Montanelli, Mario Soldati e Norberto Bobbio. Situata in un meraviglioso edificio Liberty di via Sacchi, progettato dall’architetto Pietro Fenoglio, la pasticceria ha mantenuto intatti i suoi interni Art Déco, diventando un autentico gioiello inserito nell’Associazione Locali Storici d’Italia.

Ma la vera sorpresa si trova nel seminterrato: un laboratorio di produzione completo, dedicato alla lavorazione artigianale del cioccolato torinese. Oggi questa perla fa parte del Choco-Story Torino, il museo del cioccolato che accompagna i visitatori in un viaggio dalle civiltà precolombiane fino all’evoluzione della cioccolateria torinese, con un focus sui cioccolatini tipici di Torino. Un’esperienza imperdibile per golosi di tutte le età, perfetta anche per le famiglie con bambini.

Caffè Platti: bellissimo e ottocentesco caffè storico Torino

Fondato nel 1870, il Caffè Platti è uno dei caffè storici di Torino più eleganti e raffinati.

Situato in Corso Vittorio Emanuele II, questo caffè storico Torino da oltre un secolo riesce a mantenere intatta un’atmosfera d’altri tempi, con sontuosi lampadari e un banco bar in stile anni Venti. I colori caldi e i magnifici stucchi rendono l’ambiente ancora più fiabesco, trasformando ogni visita in un’esperienza unica.

In passato, il Caffè Platti è stato frequentato da intellettuali e personalità di spicco come Luigi Einaudi, Giulio Einaudi, Cesare Pavese, Luigi Lavazza e il Senator Agnelli.

Ma il Platti è anche un luogo simbolico della storia sportiva: proprio di fronte al locale, nel 1897, un gruppo di studenti del Liceo Massimo D’Azeglio fondò quello che sarebbe diventato uno dei club calcistici più importanti d’Italia, la Juventus.

Tra le prelibatezze che offre, non può mancare di citare la sua pasticceria torinese, con la sua iconica Torta Platti, un dolce dal cuore morbido e una vellutata copertura al gianduja, la cui ricetta è gelosamente custodita.

Oltre alla pasticceria storica di Torino, il Caffè Platti propone anche un’ampia selezione di tramezzini ideali per un pranzo veloce.

Cosa dovresti assolutamente ordinare? Senza dubbio i deliziosi dolci torinesi e la pasticceria mignon. Per una merenda sostanziosa, non perdere la Plattina, la leggendaria torta del caffè in dimensioni ridotte.

Caffe storici Torino, come non citare Caffè Al Bicerin

Nel cuore del Quadrilatero Romano, il Caffè Al Bicerin è uno dei più celebri caffe storici Torino, nonché uno dei bar famosi Torino, grazie alla sua lunga tradizione e all’invenzione della storica bevanda piemontese che porta il suo nome. .

Nato a fine Settecento, questo caffè storico di Torino è il luogo in cui è stato creato il Bicerin, un raffinato mix di caffè, cioccolato e crema di latte, oggi riconosciuto come bevanda tradizionale piemontese e divenuto un autentico simbolo cittadino.

Perfetto per chi desidera una colazione elegante, il locale accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera senza tempo, tra boiserie in legno, un bancone storico e piccoli tavolini in marmo che raccontano la storia e il fascino di una Torino d’altri tempi.

Colazioni a Torino: non solo caffè storici

Diamo uno sguardo anche ad altri locali particolari Torino

Nel panorama delle colazioni a Torino, il Bar Tiratisù si distingue come uno dei locali particolari Torino, perfetto per gli amanti dei dolci e delle esperienze gourmet. Situato nel cuore della città, questo locale è un vero paradiso per chi desidera iniziare la giornata con una colazione ricercata e golosa.

La sua specialità? Le brioches proposte in diverse varianti e preparato con ingredienti freschi e di alta qualità, accanto a un’ampia selezione di dolci torinesi. Con il suo ambiente accogliente e moderno, il Bar Tiratisù è la scelta ideale per chi vuole concedersi un momento di dolcezza in un contesto elegante e innovativo.

La Torteria Berlicabarbis è uno dei locali particolari Torino, un angolo di dolcezza che combina il fascino delle pasticcerie moderne con il calore di una tradizionale sala da tè.

Nata nel 2012, ha conquistato i torinesi con la sua straordinaria selezione di dolci torinesi, tra cui una ventina di torte preparate ogni giorno, con le cheesecake come protagoniste indiscusse. Impossibile resistere ai croissant al pistacchio, grandi e golosi, il cui nome richiama proprio l’espressione dialettale “Berlicabarbis”, che significa “da leccarsi i baffi”.

Oltre alle prelibatezze di pasticceria, il locale vanta un’incredibile selezione di 130 tipi di tè e tisane e ben 15 caffè alla piemontese, in cui il caffè si fonde con cioccolato, gianduia e granella di pistacchio, regalando un’esperienza unica per ogni amante del dolce e del buon vivere.

In via Cavour 10, Perino Vesco è molto più di un semplice panificio: unisce l’arte della panificazione a un’ampia offerta di dolci, rendendolo un indirizzo imperdibile tra i migliori caffè di Torino e un esempio di pasticcerie moderne in città.

Dal salato al lato dolce, le torte da forno – con la langarola alla nocciola in testa – le crostate, i plumcake, gli strudel e le tartellette soddisfano ogni palato.

Camera di commercio ed eccellenze torinesi: un ultimo ma non meno importante aspetto

Il Presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina, ha sottolineato l’importanza e la responsabilità di essere nominati Maestri del Gusto, chiedendo ai 218 premiati di essere ambasciatori del gusto torinese e di partecipare attivamente agli eventi nazionali e internazionali. L’iniziativa della Camera di commercio mira a promuovere l’eccellenza dell’enogastronomia torinese, rendendola un punto di forza per aumentare l’attrattività del territorio sia per i residenti che per i visitatori stranieri.

Questi sono solo alcuni tra i caffe storici Torino e bar colazione dove fermarsi in caso di una visita in città, una semplice passeggiata o per occasioni più importanti come meeting aziendali a Torino, compleanni, incontri e quant’altro.

Tuttavia, siamo certi che resterete soddisfatti da una di queste proposte.

Tra le pasticcerie moderne di Torino, Dolce Pasticceria si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, offrendo una selezione di dolci torinesi e creazioni contemporanee che conquistano al primo assaggio.

Un vero paradiso per gli amanti della qualità, con una produzione artigianale che esalta i migliori prodotti pasticceria a Torino. Ogni giorno, dalle vetrine, spiccano eleganti monoporzioni, crostate, torte classiche e innovative, accanto ai grandi protagonisti della tradizione. L’attenzione per la qualità delle materie prime e la cura nella preparazione rendono ogni creazione un’esperienza unica, perfetta per una colazione golosa, una pausa dolce o per festeggiare un’occasione speciale.

Questi sono solo alcuni tra i caffe storici Torino e bar colazione dove fermarsi in caso di una visita in città, una semplice passeggiata o per occasioni più importanti come meeting aziendali a Torino, compleanni, incontri e quant’altro.

Tuttavia, siamo certi che resterete soddisfatti da una di queste proposte.

Vermouth. la storia, i personaggi, e i tanti marchi

Dal 17 al 23 febbraio 2025 il Salone darà modo di conoscere tutto sul vermouth, la storia, i personaggi, e i tanti marchi che hanno contribuito a costruirne il mito.
Un fitto palinsesto di appuntamenti, suddivisi tra Salone (presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Piazza Carlo Alberto) e Fuori Salone (diffuso in tutta la città), per sottolineare non solo le tante qualità del prodotto, ma anche l’importanza culturale e sociale che il Vermouth ha sempre avuto per Torino in oltre 235 anni di storia, servito in caffetterie, pasticcerie, cocktail bar e ristoranti. Le stesse che saranno protagoniste nella settimana del FuoriSalone.
 

FARE CULTURA

È questo il grande obiettivo del Salone del Vermouth ( con il Patrocinio
della Regione Piemonte e della Città di Torino , progetto in ambito mixology MT Magazine di Laura Carello con Eat Bin e Eventi To Be. Incontri tematici dedicati al mondo del
Vermouth, appuntamenti con produttori e approfondimenti sulla storia, alla presenza di giornalisti ed esperti del settore, bartender e chef.
Nel programma del Salone saranno trattati
temi come la nascita del rito dell’aperitivo, le tante declinazioni del Vermouth, il suo utilizzo
in miscelazione, l’abbinamento con il cibo, le storie dei protagonisti che ancora oggi lo producono.
Il pubblico avrà l’opportunità di partecipare a laboratori interattivi, di miscelazione e degustazione, in cui si potranno toccare con mano le mille sfumature di questo prodotto, che ancora oggi ha tanto da raccontare.
Spin-off sarà il Fuori Salone, una settimana di appuntamenti organizzati in tutta la città dal 17 al 21 febbraio.
Durante i cinque giorni di Fuori Salone, in alcuni selezionati ristoranti di Torino saranno serviti menu a tema con il vermouth protagonista sia nei piatti che negli abbinamenti proposti, mentre nei migliori cocktail bar torinesi il vermouth sarà sia la base di twist on classic – rivisitazioni di icone della miscelazione internazionale – che di novità firmate dell’estro dei bartender.
Talk tra chef e bartender, cocktail bar con professionisti internazionali , masterclass B2B sul Vermouth durante le serate.
Il Fuori Salone coinvolgerà i luoghi culto del vermouth: il Museo Carpano presso Eataly Lingotto e il Museo Lavazza presso la Nuvola Lavazza ( dove Vermouth si confronterà con caffè. Altri due luoghi del Fuori Salone saranno l’Officina della Scrittura, museo tematico torinese in cui il vermouth verrà affrontato sotto l’aspetto grafico e pubblicitario, e Casa Martini, che aprirà le porte del proprio museo ai visitatori del Salone del Vermouth, a un prezzo agevolato.

COS’È IL VERMOUTH

Se non può essere definito tale senza la presenza di assenzio nelle varietà Pontico e Romano, un’erba che in tedesco viene comunemente denominata wermut, il vermouth è frutto di una lunghissima tradizione, quella del vino aromatizzato, risalente addirittura ai tempi dell’Antica Roma con i vini all’assenzio e consacrata nel 1786 a Torino, grazie ad Antonio Benedetto Carpano,riconosciuto come l’inventore del vermouth così come lo conosciamo oggi e che ne ha ampliato l’utilizzo oltre la medicina. Da Torino il vermouth ha imboccato poi le rotte commerciali francesi, europee e mondiali, dove tuttora registra importanti numeri. La riscoperta dei classici nella miscelazione contemporanea l’ha riportato come aperitivo, oppure nel dopocena servito liscio o con ghiaccio, modalità che permette di apprezzare tutta l’aromaticità delle piante selvatiche e spezie utilizzate, come cannella, zedoaria, galanga, cascarilla e noce moscata, delle quali vengono utilizzati foglie, fiori, frutti, radici, scorze, legno e succo per aromatizzare il vino.

I LUOGHI

Museo Nazionale del Risorgimento Italiano (sede del Salone) Il Salone del Vermouth si svolgerà nelle sale del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, all’interno di Palazzo Carignano. Un edificio altamente simbolico per Torino, in quanto fu sede del Primo Parlamento del Regno d’Italia dal 1861 al 1864.
Insieme a Palazzo Reale e a Palazzo Madama, Palazzo Carignano è parte del sito UNESCO Residenza Sabaude. Il museo fu fondato nel 1878 per celebrare la morte del primo re dell’Italia unita – Vittorio Emanuele II – ed è il più antico e importante museo dedicato al Risorgimento Italiano. Per via del fascino, degli ampi spazi e della posizione strategica rispetto a Piazza San Carlo, al Museo Egizio e a Piazza Castello, è uno degli spazi più ambiti per gli eventi e le manifestazioni.
Museo Lavazza (il Vermouth incontra il caffè)
Situato all’interno di Nuvola Lavazza, headquarters del Gruppo, il Museo Lavazza, è un innovativo museo d’impresa, che permette di intraprendere un viaggio sensoriale nella cultura globale delvcaffè, intrecciando il racconto dell’azienda, con il racconto della famiglia Lavazza, con la storia di Torino, e quella industriale italiana del XX secolo, fino ad allargare lo sguardo al mondo. Una tazzina
di caffè interattiva, un ricco impianto multimediale e testi evocativi accompagnano i visitatori e permettono una fruizione personalizzata e immersiva. Il Museo è organizzato in cinque Sale: Casa Lavazza riassume 130 anni di storia, La Fabbrica si concentra sulla produzione del caffè, La Piazza ne celebra il rito, L’Atelier racconta le collaborazioni creative dell’azienda e l’Universo invita a trovare il proprio posto nell’esperienza Lavazza.
Eataly Lingotto – Museo Carpano (il Vermouth incontra la storia) Negli attuali spazi di Eataly Lingotto un tempo vi era la produzione del vermouth Carpano,brevettato a Torino nel 1786 dall’omonimo Antonio Benedetto. Per rievocare il passato che fu, al primo piano del polo enogastronomico, dove venivano estratti e conservati gli aromi delle botaniche, è allestito il Museo Carpano, uno spazio espositivo che permette di fare un viaggio nel passato, alla scoperta della storia aziendale e dei segreti della sua produzione. Durante la visita si ha la possibilità di sperimentare con tutti i sensi le cinque materie prime con cui viene prodotto il
vermouth: vino, alcool, zucchero, caramello e botaniche. Nel museo è presente anche una sala
omaggio al logo Punt e Mes disegnato da Armando Testa nel 1960, che rappresentava
simbolicamente e in maniera geniale il gusto del vermouth: un punto di dolce e mezzo di amaro.
Officina della Scrittura (il Vermouth incontra la comunicazione) è il primo museo al mondo dedicato al segno, in cui viene raccontato e
valorizzato tutto ciò che è legato alla cultura della scrittura e, più in generale, al segno dell’uomo. Un museo unico nel suo genere, con una storia millenaria alle spalle nell’area dell’antica Abbadia di Stura, che presenta un perfetto mix di tecnologia e tradizione, attraverso un percorso multisensoriale in grado di raccontare, emozionare ed educare il pubblico di ogni età.
Casa Martini (il Vermouth incontra la tradizione)
Situata a Pessione (TO), Casa Martini racconta una tradizione di oltre 150 anni: la storia di due
uomini visionari, di bottiglie che racchiudono esperienza e artigianalità e di una terra fertile, dove l’arte della viticoltura incontra le erbe aromatiche. Casa Martini offre la possibilità di vivere un’esperienza immersiva, tra il Martini Privilege Tour, il Martini Discovery Tour, la Martini Cocktail Experience, la Vermouth Class e la Martini Ultimate Experience.
Qui è presente tutto il programma aggiornato:
https://salonedelvermouth.com

Alcune note tecniche

Il Vermouth di Torino è un vino aromatizzato di origine piemontese, la cui produzione è regolamentata da un disciplinare specifico emanato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il 22 marzo 2017. Questo disciplinare definisce le caratteristiche e i requisiti necessari affinché un prodotto possa fregiarsi dell’indicazione geografica “Vermut di Torino” o “Vermouth di Torino”.
Caratteristiche principali del disciplinare:
• Zona di produzione: L’intero processo produttivo, dalla preparazione all’imbottigliamento, deve avvenire all’interno della Regione Piemonte.
• Vino base: Deve essere utilizzato vino italiano, con una percentuale minima del 75% nel prodotto finale.
• Aromatizzazione: È obbligatorio l’impiego di Artemisia (assenzio) coltivata o raccolta in Piemonte, insieme ad altre erbe e spezie ammesse dalla normativa vigente.
• Titolo alcolometrico volumico: Il Vermouth di Torino deve avere un contenuto alcolico compreso tra il 16% e il 22% in volume.
• Denominazione “Superiore”: Per utilizzare la dicitura “Vermouth di Torino Superiore”, il prodotto deve avere un titolo alcolometrico minimo del 17% e contenere almeno il 50% di vino prodotto in Piemonte. Inoltre, l’aromatizzazione deve prevedere l’uso prevalente di erbe aromatiche locali.
L’Associazione Italiana Sommelier (AIS) riconosce l’importanza storica e culturale del Vermouth di Torino e ne promuove la conoscenza attraverso pubblicazioni e iniziative dedicate. Ad esempio, il libro “Saperebere” di Fulvio Piccinino, edito da Graphot nel 2021, approfondisce la storia, le materie prime e i processi produttivi di fermentati, distillati, liquori, amari e vini aromatizzati, con particolare attenzione ai disciplinari in vigore.
Per ulteriori dettagli sul disciplinare e sulle attività di tutela e promozione del Vermouth di Torino, è possibile consultare il sito ufficiale del Consorzio del Vermouth di Torino.
Qui sul link Consorzio del Vermouth di Torino
Alla prossima !
LUCA GANDIN

Salone del Vino terza edizione: “la cantina è aperta”

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E’ stato presentata a Palazzo Civico la terza edizione del Salone del Vino Torino, che si terrà da sabato 1 a lunedì 3 marzo alle OGR Torino. Ad anticiparlo, una settimana di eventi diffusi in tutta la città all’interno del ricco palinsesto OFF del Salone, che, da quest’anno, ruota attorno a 4 sedi principali: OFF TOPIC, Combo Torino, Mercato Centrale e Eataly Torino Lingotto. Sono infatti oltre 50 gli appuntamenti in programma da lunedì 24 febbraio che accompagnano il pubblico fino al lungo week end del Salone del Vino di Torino. Una manifestazione dedicata a tutti gli amanti del vino, in una grande “cantina aperta per tutte le cantine piemontesi”, fra tradizione e innovazione, cultura e letteratura.

Mission del Salone del Vino Torino 2025 è raccontare il patrimonio vitivinicolo del Piemonte in tutte le sue sfaccettature, coinvolgendo tutti i territori del vino della nostra regione, approfondendone tipicità e unicità, analizzando i nuovi trend e le sfide del futuro.

Il Salone del Vino di Torino 2025 è organizzato da KLUG APS con il patrocinio e il sostegno di Città di Torino, Camera di commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Turismo Torino e Provincia; con il patrocinio e il sostegno di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Amiat Gruppo Iren, con il contributo di Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo.

TORINO CLICK

Rebarba, la Barbera d’Asti affinata in musica dal Maestro Peppe Vessicchio

È nata Rebarba, la Barbera d’Asti affinata in musica dal Maestro Peppe Vessicchio. Una Barbera astigiana affinata in musica da un grande Maestro d’orchestra e compositore. Accade a Rocchetta Tanaro, borgo di poco più di 1500 abitanti, immerso tra vigne e boschi nel cuore del Monferrato. Un luogo che il cantautore Bruno Lauzi definiva “Terra di quieta follia”, e che oggi incontra il genio di un napoletano d’eccezione, Peppe Vessicchio, noto al grande pubblico come il Maestro del Festival di Sanremo, e proprio nei giorni del festival Vessicchio firma un nuovo progetto, una Barbera d’Asti Superiore vendemmia 2021. L’idea nasce nel 2016 dall’amicizia tra Vessicchio, il cuoco Beppe Sardi e Giulio Porzio, Presidente della Cantina “Post dal Vin”, un progetto innovativo e affascinante che ha portato alla creazione della Rebarba, un vino affinato con la tecnica dell’armonizzazione musicale.

“Il Maestro Vessicchio – racconta Porzio – ha prima fatto una prova su una nostra bottiglia di Barbera, e abbiamo visto che il vino armonizzato con la sua musica era più morbido e piacevole. Così abbiamo sposato questo stravagante, innovativo e divertente progetto. Da alcuni anni il Maestro viene regolarmente ad armonizzare le botti colme di Barbera”.

Nella vendemmia 2021 si è aggiunto un altro tassello al progetto Rebarba, con l’uscita di una Barbera d’Asti vinificata con uve provenienti da soci che coltivano in biologico. In tutto, la produzione annuale, è intorno alle 10 mila bottiglie, di cui 8 mila di Rebarba , 2 mila la versione biologica e 2 mila la superiore.

Il Maestro Vessicchio ha messo alla prova la sua teoria sulla bottiglia di Barbera, e il risultato è stato sorprendente: il vino armonizzato con la sua musica risultava essere più morbido ed equilibrato al palato. Da qui la decisione di sperimentare su scala più ampia, con il Maestro che da allora visita regolarmente le cantine per armonizzare le botti di Barbera. Il trattamento viene spiegato da Vessicchio: “Dopo tre anni di risultati affermativi forniti da palati eccellenti, in seguito a test dimostrativi, la tecnica di armonizzazione del vino, promossa e attuata da me in collaborazione con Michele Carone e Andrea Vezzoli, arriva nelle terre della Barbera d’Asti. Le nuove aggregazioni supermolecolari, indotte da questo affinamento chiamato Freman, FREquenze e Musica Armonico Naturale, sono riscontrate come migliorative del prodotto anche sotto vari aspetti, tra cui quello della digeribilità. Questa nuova condizione è anche testimoniata da strumentazioni utilizzate in ambito fisico”.

Il compositore non è nuovo a questo genere di sperimentazioni, e già in passato aveva utilizzato Mozart per tenere lontani Oidio e Peronospora tra le viti di Nebbiolo del Roero. Ora si spinge oltre con complici d’esperienza nel Monferrato, confermando un’altra convinzione di Lauzi: i piemontesi sono brasiliani con la nebbia dentro.

Il nome Rebarba è stato scelto dallo stesso Vessicchio, un anagramma di Barbera che richiama anche il suo celebre aspetto con folta barba. Anche l’etichetta riporta un disegno stilizzato che ricorda il volto del Maestro.

La cantina “Post dal Vin”, fondata nel 1959, è un punto di riferimento per la produzione della Barbera d’Asti e altri vini piemontesi di qualità. Con 35 soci conferitori e circa 120 ettari di vigneti, produce all’anno circa 90 mila bottiglie, selezionando le migliori uve per garantire standard qualitativi elevati. Situata a Rocchetta Tanaro, la cantina ha una forte vocazione per la tradizione e l’innovazione. Il progetto Rebarba rappresenta un ulteriore passo avanti nella ricerca di metodi di produzione che esaltino le peculiarità della Barbera, portando il vino a un livello superiore di espressione e piacevolezza.

Mara Martellotta

Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore piemontese

Quest’anno alla seconda edizione del Salone del Vermouth di Torino, in programma dal 22 al 23 febbraio al Museo Nazionale del Risorgimento, approderà anche Canone Occidentale, Vermouth di Torino Superiore, piemontese, realizzato con il 100% di vino prodotto sul territorio e con erbe coltivate e raccolte localmente, lanciato da poco sul mercato dal team di Rodia, azienda familiare torinese di spirits.

Canone Occidentale farà il suo debutto alla più importante fiera di settore, raccontando il suo prodotto e partecipando attivamente al calendario del Fuori Salone del Vermouth, la programmazione di eventi Off dedicata alla diffusione della cultura di questa eccellenza italiana.

Da lunedì 17 a venerdì 21 febbraio in tutta la città di Torino ci saranno cene con menù degustazione, masterclass, guest e visite tematiche per la città per raccontare lo spirito del miglior vermouth. In questo contesto si inserisce perfettamente Canone Occidentale, approfittando dell’occasione anche per raccontarsi come prodotto perfetto per una mixology di qualità.

Oltre alla presenza tra gli stand del Museo del Risorgimento, Canone Occidentale introdurrà uno speciale Negroni Mezcal per valorizzare l’associazione di Canone Occidentale con gli Spirit Sudamericani e presenterà i suoi prodotti di punta grazie a tre momenti di condivisione con altre realtà di eccellenza gastronomica del territorio.

Gli eventi principali saranno tre :

  • Il 20 febbraio dalle 18 da Kiné Cocktail ( via Reggio 14) ci sarà un bar pairing cocktail food con ospite speciale Michele Marzella, bartender che, dopo anni di specializzazione nel settore della miscelazione, ha avviato l’attività di liquorista e ha guidato la realizzazione della ricetta di Canone Occidentale.

  • Il 19, 20, 21 febbraio dalle 18 sarà la volta dell’appuntamento con il Vermouth di Canone Occidentale da ‘Paltò. Vini e cucine’ in via della Rocca 17.

  • Tre serate speciali dove la cucina di Paltò incontra l’arte della miscelazione di Canone Occidentale, in un esclusivo menù in pairing tra piatti ricercati (tapas) e cocktail d’autore. Un’esperienza gastronomica unica dove ogni abbinamento è studiato per esaltare sapori e contrasti, creando un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

  • Il 21 febbraio dalle 19 Pout Pourri Vintage Café ospiterà una serata esperienziale guidata da Michele Marzella ( corso Tazzoli 88).

Mara Martellotta

Vette di eleganza: Chardonnay e Pinot Nero dell’Alto Adige

Venerdì 7 febbraio in via Modena 23 alle ore 21,00 abbiamo degustato Chardonnay e Pinot Nero dell’Alto Adige attraverso un percorso tra le varie zone più vocate della regione.
La serata, promossa da AIS Piemonte delegazione di Torino in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige, è stata guidata da André Senoner, attualmente Wine & Beverage Consultant, con alle spalle un palmares ricco di vittorie nei principali concorsi della sommellerie italiana tra cui il titolo di Master Pinot Noir 2021 e Professionista dell’ anno 2022.
Le sue origini, le Dolomiti, gli consentono di raccontarci la vera natura del vino altoatesino.
Alcune notizie tecniche:
Il Pinot nero è forse considerato il più regale fra i rossi dell’Alto Adige. Il suo profumo intenso di bacche rosse e scure, le note olfattive di chiodi di garofano e violetta, l’eleganza piena con cui avvolge il palato, ne fanno un vino di grande classe e presenza. Assai apprezzato è quello prodotto a Mazon vicino a Egna come anche a Gleno e Pinzano vicino a Montagna, ma anche il Pinot nero della Val Venosta sta ottenendo ottimi apprezzamenti grazie ai suoi risvolti particolari.
Pinot Noir deriva dall’incrocio tra una forma selvatica di vitis vinifera (sottospecie sylvestris) e una vite coltivata che potrebbe essere arrivata in Borgogna importata dagli antichi Greci o Romani.
Gli Allobrogi (ceppo celtico )si stabilirono fra i fiumi Rodano e Isere. In Borgogna il vitigno era chiamato Noirien (“nero”), ma nel 884 vite sembra che fosse sul Lago di Costanza col nome di “Clävner” poi XIV secolo fosse coltivata sulla sponda destra del Reno con la
denominazione di “Klebroth”.
Diversi territori diversi nomi :
1894 in Francia diventò “Pinot noir”, mentre in Germania dal Novecento diventò “Blauer Spätburgunder” (“Pinot tardivo nero”).
In Alto Adige, come pure in Austria, si è imposta la denominazione “Blauburgunder” dove le prime coltivazioni risalgono al 1835 . La
coltivazione si concentra nell’Oltradige, e più precisamente nei comuni di Appiano e
Caldaro, ma è presente anche sui versanti
occidentali della Bassa Atesina, soprattutto a Montagna, Egna, Saloerno e Val Venosta .
I grappoli, di colore blu scuro o viola, sono da piccoli a medi, di forma cilindrica e a maturazione piuttosto precoce. Essendo serrati e con acini a buccia sottile, sono sensibili al marciume, e proprio per ovviare a questo problema si cerca di impiantare il Pinot nero in zone ventilate, utilizzando cloni con grappoli spargoli. In Germania e in Francia ci sono cloni più resistenti. Questa varietà si presta per le zone collinari oltre 400 mt fino a 800 mt
Quindi le numerose attenzioni, Il tipo di terreno incidono molto sul Pinot Noir (temperature alte – terreno pesante mentre con temperature fresche meglio una struttura pedologica più leggera con scheletro e pietra calcarea – che rendono i vini più espressivi.
Pinot nero non deve essere troppo esposto al sole per conservare gli aromi freschi .
frazione di Mazzon, sopra Egna, a circa 400 metri di quota e’ una zona interessante.
Il Pinot nero è un vino che affascina per la sua eleganza, i suoi aromi complessi di piccoli frutti (lampone, mora e marmellata di ciliegie) e frutti di bosco (mirtillo rosso e nero), con note di prugna, violetta e chiodi di garofano. Il rosso rubino intenso può assumere leggere tonalità di marrone, soprattutto se il vino è prodotto con uve molto mature o invecchiato a lungo, e per le selezioni di maggiore qualità è ormai generalizzato l’affinamento in legno. I Pinot neri prodotti in Alto Adige sono imbottigliati con un tenore zuccherino residuo non superiore a tre grammi.
CHARDONNAY
Questo vitigno si sviluppò da un incrocio fortuito tra un Pinot e un Heunisch bianco, e siccome anche un villaggio nel distretto di Màcon (Borgogna) porta il nome di Chardonnay, si presume che quella sia la culla di questa varietà, menzionata per la prima volta in un documento del 1685. Soltanto nel 1872 a Lione ottenne la differenziazione ufficiale Chardonnay . La fama dei bianchi di Borgogna, compresi i gran cru della Côte de Beaune (Montrachet) e di Chablis, è dovuta proprio a questo vitigno.
In Alto Adige arrivo in incognito come“Pinot bianco giallo”.
Nella Stiria (A) lo Chardonnay si chiama Morillon dove l’arciduca Giovanni portò le prime piante per i suoi vigneti distribuiti nell’odierno Alto Adige.
In Alto Adige il vitigno è presente ufficialmente dal 1985 coltivata a fondovalle, soprattutto nei comuni di Salorno, Magre, Termeno, Cortacci, Cortina s.S.d.V. ed Egna.
Un’altra zona è l’Oltradige ad Appiano e Andriano e a Caldaro ed a Terlano .
Lo Chardonnay può prosperare in condizioni pedoclimatiche dalle zone più calde a quelle più fresche (come in Champagne). La struttura a grappolo spargolo di alcuni cloni riduce il rischio del marciume. I grappoli, di dimensione media o grande e di colorazione che oscilla tra il giallo e il giallo oro, hanno una maturazione abbastanza precoce. Quando l’uva è perfettamente matura, sugli acini compaiono dei puntini rosso ruggine, ma da quel momento occorre vendemmiarli in fretta, altrimenti i grappoli si disgregano. Alle quote più elevate questo vitigno ha maggiori rischi di acinellatura , per questo si cerca di coltivarlo sui versanti più bassi o a fondovalle, mentre alle quote più alte gli si preferisce il Pinot bianco.
Tanti cloni diversi stili di Chardonnay. Si va dagli aromi che ricordano il Pinot bianco (mela e pera) fino a quelli più intensi tipici del Moscato.
Spesso note di ananas, banana e melone. Se coltivate in alta quota, si ricavano spesso dei vini dal bouquet di erbe (camomilla e citronella). La colorazione va dal giallo limone al giallo oro. Se affinato in piccoli fusti di legno, emergono anche aromi di fumo e note di vaniglia.
In questo territorio prevale un profilo caratterizzato da aromi poliedrici, pienezza al palato e persistenza nel retrogusto.
In degustazione
 

Chardonnay Kreuth Alto Adige Terlano DOC 2023

Cantina Terlano

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Alto Adige, Terlano
Altitudine: 260-350 m
Terreno: porfido quarzifero
Vinificazione: Vendemmia e selezione delle uve manuali.
Pigiatura delicata e sfecciatura per sedimentazione naturale.
Fermentazione lenta a temperatura controllata in botti di rovere grandi (30 hl). Fermentazione malolattica parziale e affinamento per 10 mesi sui lieviti, in parte in fusti d’acciaio inox (50%) e in parte in botti di legno grandi (50%).
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 6,0 g/
Zuccheri residui: 0,6 g/l
Bottiglie prodotte: 65.000
Website: www.cantina-terlano.com
Al naso: acidità frutto maturo tropicale, mango, papaya e note di erbe aromatiche.
In bocca: secco ,fresco con una buona sapidità e acidità che sicompensano in morbidezza, corpo medio.

Chardonnay Goldegg Alto Adige DOC 2022

Cantina Merano

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Scena
Altitudine: 400-550 m
Terreno: leggeri, permeabili e di origine morenica
Vinificazione: La fermentazione alcolica avviene in serbatoi d’acciaio inox, grandi botti di rovere e tonneaux; segue la maturazione sui lieviti per circa 8 mesi con una fermentazione malolattica parziale.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,5 g/
Zuccheri residui: 2,6 g/l
Bottiglie prodotte: 6.000
Website: www.cantinamerano.it
Al naso: frutta esotica matura, spezie appassite, aromi sciroppati, legno, vaniglia
In bocca: ananas, frutti tropicali intensi, avvolgente e fresco con note di legno e una minore persistenza in bocca nel finale.

Chardonnay Lafòa Alto Adige DOC 2022

Cantina Colterenzio

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Alto Adige
Altitudine: 400-550 m
Terreno: Zona secca, terreni morenici, sabbiosi, ghiaiosi, di media struttura; microclima fresco con forti escursioni termiche giornaliere.
Vinificazione: Pigiatura soffice del grappolo intero. Fermentazione del mosto in barriques nuove ed usate e parzialmente fermentazione maiolattica in legno; segue un periodo di 1o mesi di affinamento sui lieviti fini, accompagnato da regolare batonage.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,54 g/l
Zuccheri residui: 1,0 g/
Bottiglie prodotte: 57.000
Website: www.colterenzio.it
Al naso: fresco, dolce e note di vaniglia.
In bocca: cremoso, burro, un vino che esprime calore dato dall’alcol armonico dove però l’acidità fa fatica a uscire.

Chardonnay Vigna Crivelli Alto Adige DOC 2022

Cantina Peter Zemmer

Vitigno: Chardonnay
Zona di produzione: Questo vino cresce nella Vigna Crivelli in zona Punggl a Magrè s.S.d.V. nella piana della Bassa Atesina.
Altitudine: 260 m
Terreno: alluvionale di sabbie fini con sedimenti di limo e argille
Vinificazione: I grappoli vengono riversati nel torchio pneumatico già schiacciati e diraspati. Le uve vengono fatte brevemente macerare a freddo prima della spremitura al fine di favorire un’accentuazione del profumo fruttato del vino. Le uve vengono poi spremute con cura, mentre i depositi vengono lasciati decantare naturalmente.
La fermentazione alcolica avviene in piccole botti di rovere francese (12 mesi) e in botti d’acciaio (6 mesi) che conferiscono a questa riserva armonia e longevità. Prima di emettere sul mercato questo vino unico nel suo genere e presentato in bottiglie modernissime, è necessario un periodo di altri mesi di affinatura in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 6,13 g/l
Zuccheri residui: 0,8 g/l
Bottiglie prodotte: 5.000
Website: www.peterzemmer.com
Al naso: floreale, fragranza fresca, note di vaniglia, frutto della pressione, pietra focaia
In bocca: caldo, sapidità vibrante, elegante e nel finale sentori di frutti nel retro nasale .

Pinot Nero Alto Adige DOC 2022

Franz Haas

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Egna – Montagna – Aldino
Altitudine: 350-900 m
Terreno: sabbioso, calcareo e ghiaioso
Vinificazione: La vinificazione delle uve avviene in vasche aperte nelle quali il mosto in fermentazione entra in contatto con le bucce tramite frequenti rimontaggi e follature. Grazie a queste tecniche le sostanze coloranti e gli aromi contenuti nella buccia vengono estratti e passano al vino. In seguito il vino matura per un anno in barrique e dopo l’imbottigliamento affina ulteriormente per qualche mese in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 6,14 g/l
Zuccheri residui: 1,0 g/
Bottiglie prodotte: 90.000
Website: www.franz-haas.it
Al naso: frutti rossi, lampone, viola sentori floreali, erbe officinali e mediterranee
In bocca: secco, alcol e acidità pronunciata con un tannino giovane ,sentori di candies, easy wine.

Pinot Nero Glen Alto Adige DOC 2022

Castelfeder

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Glen, Bassa Atesina
Altitudine: 450-790 m
Terreno: argilloso con calce e porfido
Vinificazione: Raccolta manuale, diraspatura, 10-14 giorni di macerazione in acciaio, 12 mesi di maturazione in piccole botti usate, min. 3 mesi di affinamento in bottiglia.
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 5,1 g/
Zuccheri residui: 0,8 g/l
Bottiglie prodotte: 35.000
Website: www.castelfeder.it
Al naso: mirtillo, rosa, fragolina, garofano
In bocca: fragoline, mirtillo, secco, caldo, morbido, sapidità media, tannini setosi un’eleganza e corpo medio

Pinot Nero Mazzon Alto Adige DOC 2021

Cantina Kurtatsch

Vitigno: Pinot Nero
Zona di produzione: Mazon (Comune di Egna);
sud-ovest, in pendenza
Altitudine: 350-450 m
Terreno: sabbia e argilla rosso-marroncina con minerali argillosi e ossidi
Vinificazione: macerazione a freddo per 5 giorni, prima fermentazione in vasche di rovere francese, affinamento in barrique francesi per 12 mesi, almeno 1 anno di affinamento in bottiglia.
Alcool: 14,0% vol.
Acidità totale: 5,7 g/
Zuccheri residui: 2,0 g/
Bottiglie prodotte: 6.900
Website: www.cantina-kurtatsch.it
Al naso: un frutto croccante, alcool , more , Wild Noise
In bocca: frutto , floreale intenso , caldo, morbidezza media e tannino che asciuga

Pinot Nero Riserva Alto Adige DOC 2020

Stroblhof

Vitigno: Appiano
Zona di produzione: Appiano
Altitudine: 500-550 m
Terreno: argilloso a contenuto calcareo e porfirico (pietra vulcanica) con strati rocciosi nel sottosuolo
Vinificazione: Vendemmia dal 16 al 19 settembre. Macerazione e fermentazione in tini di rovere per 23 giorni con tre rimontaggi al giorno nella prima settimana. Dodici mesi di invecchiamento in barrique francesi, in parte nuove e in parte di primo e secondo passaggio. Poi stagionamento per 8 mesi in botti di rovere da 30 e 40 hl prima dell’imbottigliamento. Oltre un anno di affinamento in bottiglia. Messa in vendita a giugno 2024.
Alcool: 13,5% vol.
Acidità totale: 5,6 g/l
Zuccheri residui: 1,3 g/l
Bottiglie prodotte: 4.000
Website: www.stroblhof-weingut.com
Al naso: deciso, frutti rossi, frutta sciroppata sottospirito, rosa, balsamico
In bocca: Rosa vegetale, spezie, balsamico rotondo, tannino elegante , sapido e ben amalgamato.
Alla prossima.
LUCA GANDIN