Dopo un lungo e complesso cantiere di consolidamento, si apre ora l’ultima fase del restauro che giungerà al termine nei primi mesi del 2018 con la restituzione della cupola alla città
L’impegnativo lavoro di restauro volge, pur nella complessità e nella delicatezza dei numerosi interventi necessari, alla fase conclusiva dei lavori che riguarda il rifacimento dei tetti, degli infissi, degli impianti di illuminazione e infine lo smontaggio della struttura di sostegno e dei ponteggi.
Proprio in questi giorni, il testimone passerà dall’impresa che sta terminando i lavori di ricostruzione delle superfici interne, alla nuova impresa che ricostruirà i serramenti, le coperture e le murature esterne.
A coordinare il passaggio è la Commissione per il completamento del restauro e del recupero funzionale della Cappella della Sacra Sindone, composta da rappresentanze degli istituti del MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Segretariato regionale per il Piemonte, Musei Reali Torino, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino), insieme alla Curia e Diocesi di Torino.
L’obiettivo è smontare i ponteggi e le strutture di sostegno entro la fine dell’anno, così da restituire quanto prima la cupola al panorama della città, per arrivare a riaprire il monumento al pubblico tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, proseguendo con alcuni ultimi interventi “a vista”, come il restauro dell’altare, che potrà essere affrontato dopo lo smontaggio della grande struttura metallica di sostegno. La Cappella della Sindone entrerà nel percorso di visita dei Musei Reali.
Gennaro Miccio, Segretario regionale del MiBACT per il Piemonte, ricorda: “Ho avuto modo di essere direttamente coinvolto nello straordinario intervento di recupero della Cappella della Sindone, circa tre anni fa, quando, in qualità di dirigente del MiBACT in altre regioni, fui incaricato di provvedere al collaudo statico delle strutture. Ebbi allora modo di rendermi conto della complessità del progetto che si stava realizzando per interpretare e ripristinare con i necessari adeguamenti l’originale quanto geniale schema statico ideato dal Guarini, fino ad allora non completamente compreso. Sono perciò contento di essermi trovato, alla mia nomina come Segretario regionale, sul treno in corsa di questo grande restauro e di aver potuto dare il mio contributo professionale a questa eccezionale impresa. Ringrazio in modo particolare la Compagnia di San Paolo, che ha finanziato l’intervento di restauro architettonico degli interni, e la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino che si è fatta carico del restauro pittorico degli affreschi della volta. È di prossimo avvio il lotto finale di lavori che utilizza i recenti finanziamenti ministeriali dei Musei Reali Torino; a questi si aggiungeranno ulteriori risorse, già proposte agli istituti torinesi, che riguarderanno i restauri delle numerose opere d’arte presenti, delle quali si è approfondita la conoscenza durante il lungo percorso dei lavori. Il processo di restauro è stata l’occasione, infatti, per comprendere e approfondire il prezioso patrimonio artistico rappresentato da arredi, affreschi e decorazioni custodito all’interno della Cappella, anch’esso oggetto di recenti studi ed acquisizioni. Le attività di restauro e di recupero funzionale hanno richiesto un notevole impegno tecnico e scientifico, ma ora il traguardo finale è quanto mai prossimo e per il suo raggiungimento occorrerà necessariamente la consueta dedizione personale e professionale di tutte le componenti dei vari istituti del Ministero operanti a Torino (Segretariato regionale, Soprintendenze, Musei Reali), della Curia Arcivescovile, delle istituzioni locali e del costante quanto sensibile apporto delle realtà economiche e sociali del territorio, peraltro mai sino ad ora assenti all’appello.”
L’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia sottolinea: “Dopo 20 anni dalla tragica notte dell’11 aprile 1997, in cui la Cappella del Guarini contigua al Duomo di Torino venne soggetta a un devastante incendio che rischiò di coinvolgere anche la Sindone, potremo ammirare in tutto il suo splendore architettonico questa struttura rinnovata e consolidata. Un lavoro che ci riporta direttamente alla realtà della Sindone, il tesoro più prezioso che la nostra città custodisce e che è oggetto di una grande devozione popolare diffusa nel mondo intero. Questo grazie al contributo di tanti operatori, funzionari, tecnici, maestranze che hanno lavorato con professionalità e dedizione e che ringraziamo dunque sentitamente. Accogliamo questo lavoro come un segno di speranza, un omaggio al «candido lenzuolo» icona viva dell’amore più grande che Cristo ha donato all’umanità intera e che costituisce la fonte perenne di quell’impegno che siamo chiamati a compiere ogni giorno nel nostro tessuto familiare e sociale per costruire un mondo nuovo sempre più giusto, solidale e pacifico per tutti.”
Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali Torino conclude: “La riapertura della Cappella è una scommessa vinta grazie alla tenacia dei tanti – soprattutto i tecnici delle Soprintendenze – che non hanno mai ceduto di fronte alle enormi difficoltà che si sono presentate. Dopo la riapertura al pubblico, la Cappella della Sindone entrerà a far parte del percorso dei Musei Reali e tornerà ad essere, per la città intera, quel grande simbolo di arte e storia che dobbiamo alla mente di un architetto non convenzionale come Guarino Guarini, che ha esplorato il tema della luce e della cupola diafana come nessuno mai prima”.
***
La storia del restauro
Tra l’11 e 12 aprile 2017 ricorrono i venti anni dall’incendio che sfregiò il capolavoro del Guarini, ma i restauri sono in dirittura d’arrivo. È in corso l’ultima fase del lungo e complesso recupero della Cappella della Sindone.
Sin da subito è emersa la necessità di eseguire indagini approfondite e sofisticate, a causa della mancanza di qualsiasi materiale documentario e grafico utile a comprendere la genesi e la reale statica della struttura della Cappella della Sindone. Ai lavori di indagine è seguita la fase operativa, dal riscontro più immediato e tangibile, con cui è stato messo a frutto il lavoro di tutti questi anni restituendo alla Cappella del Guarini la piena efficienza delle strutture portanti e l’immagine dell’architettura interna.
Il delicato e complesso lavoro preliminare ha portato all’intervento strutturale, lavoro poco visibile dall’esterno, eppure fondamentale per la riuscita del restauro e il recupero totale dell’opera.
I lavori di riabilitazione delle strutture in elevazione della Cappella della Sindone (collaudati due anni fa) hanno previsto la sostituzione completa, al primo livello, di 13 colonne su un totale di 30 dell’ordine minore, di tutte le 8 lesene dell’ordine maggiore, delle 2 colonne e dell’arco sghembo di affaccio verso il Duomo e della trabeazione del vestibolo Nord-Ovest. Tutto realizzato in marmo nero di Frabosa Soprana (Cuneo). La cava, quasi del tutto esaurita, è stata eccezionalmente riaperta per poter fornire il marmo sufficiente al restauro.
Ai livelli superiori, realizzati in marmo bigio di Frabosa, sono stati smontati e sostituiti numerosi altri elementi: dal secondo al quarto livello, parti degli archi e parti di pareti, pilastri e trabeazione della galleria che corre lungo il perimetro del tamburo; inoltre sono state inserite nuove catene in acciaio in corrispondenza dei sei ordini di archetti sovrapposti e sono stati sostituiti i tre ordini inferiori di archetti; infine, mentre sono stati consolidati i tre ordini superiori, è stata inserita la struttura di sostegno della stella e sono state rimosse le catene provvisionali esterne, strutture di sicurezza che furono messe in opera durante la fase di emergenza post incendio.
Ma non solo: a tutti i livelli sono stati eseguiti i lavori di consolidamento delle murature laterizie, compresi quelli degli archi dei finestroni e del cestello; i lavori di consolidamento delle volte degli scaloni verso il Duomo e dei due vestiboli; i lavori di consolidamento dei costoloni esterni e degli archi di scarico nel cunicolo superiore del tamburo.
Infine è stata eseguita la ricucitura della lesione situata alla base del tamburo e sono state inserite la nuova catena dei finestroni del tamburo e la cerchiatura esterna alla base dello stesso.
Tutti interventi tecnici complessi, lunghi e delicati, seguiti da molte decine di persone che finora hanno lavorato, a vari livelli, alla rinascita di questa perla dell’architettura barocca.
Al termine dell’intervento, il costo complessivo del restauro ammonterà a circa 30 milioni di euro, con il concorso di diversi soggetti:
– Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo: € 28 milioni;
– Compagnia di San Paolo: € 2,7 milioni;
– Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino: € 150.000.