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Chef Scardina debutta a “La Pista”

Ha riaperto La Pista, il ristorante sul tetto del Lingotto a Torino.

Lo chef Fabrizio Tesse ha concluso la sua consulenza il 31 dicembre per proseguire alcuni personali progetti. Il Gruppo Gerla ringrazia chef Tesse per il percorso gastronomico fatto insieme e dà il benvenuto ad Alessandro Scardina.

Giovane e deciso, lo chef Alessandro Scardina, in arrivo da Villa La Bollina a Serravalle Scrivia, vanta un percorso professionale internazionale di oltre 15 anni tra Inghilterra, Australia, Grecia, Spagna e Scandinavia. Ed è proprio dalla sua esperienza nei ristoranti più blasonati di tutto il mondo che arrivano i sapori che si ritrovano nella cucina di Scardina, una cucina che abbraccia la tradizione ma che spinge sull’acceleratore dell’innovazione, una cucina mai monotona o ripetitiva, che osa e azzarda, stupisce e sperimenta.

Tocchi fusion ed esotici, influenze giapponesi e peruviane, vanno ad amalgamarsi con preparazioni classiche e materie prime di qualità, rigorosamente stagionali, per una varietà di suggestioni capace di declinare in chiave contemporanea anche la tradizione più pura.

La proposta culinaria pensata da chef Alessandro Scardina per il ristorante La Pista, gestito da Gerla 1927, prevede tre menù che ben si adattano a tutti i tipi di esigenze e palati. Il primo è Trust, il menù più coraggioso e stravagante, molto estero ed estroso, contemporaneo e personale, come un “atto di fiducia” verso lo chef, sicuro di riuscire a conquistare il commensale con i suoi accostamenti ricercati e inediti. Alcuni esempi? Granchio e rafano, manzo e ricci, merluzzo e mais, banane e bacon… Il secondo menù è Botanic World, cinque portate completamente vegetariane caratterizzate da preparazioni attente e abbinamenti vegetali inaspettati, come kale e mango acerbo, patata e cocco, primo fiore e Kombucha. Il terzo, immancabile, è Radici, Gli Essenziali, un menù che celebra la tradizione e la cucina piemontese con qualche variazione di prodotto, come il vitello tonnato fatto con il sotto filetto alla brace invece del girello, per un sapore più intenso e gustoso. Immancabili e molto amati dallo chef gli Agnolotti del Plin, rigorosamente con pasta solo tuorli e ripieno ai tre arrosti: coniglio, manzo e maiale.

Ad accompagnare Alessandro Scardina nella sua nuova avventura sul tetto del Lingotto una brigata salda e coesa, all’interno della quale spiccano il sous chef Daniele Lo Grasso, Davide Sterrantino, maître e sommelier, Mattia Dagnelli vice maître di sala e Evi Polliotto, pastry chef.

La Pista – Via Nizza 262, Torino – Tel. 011.19173073

www.ristorantelapista.com

È il Compleanno di Eataly: da 17 anni all’insegna del buon cibo


Tante occasioni per assaggiare il meglio dell’enogastronomia italiana e festeggiare insieme!

Quest’anno Eataly compie 17 anni. Nel gennaio del 2007 iniziava la sua avventura aprendo le porte del primo punto vendita, quello nell’ex opificio Carpano al Lingotto di Torino, un luogo inedito dedicato alla valorizzazione e al racconto del meglio delle tradizioni enogastronomiche italiane. Da 17 anni ormai Eataly si occupa di raccontare incredibili storie i cui protagonisti sono i produttori, i luoghi e i prodotti del nostro Paese. In questi ultimi mesi, inoltre, è stata lanciata la prima linea di prodotti a marchio Eataly e posta particolare attenzione alle unicità come il pane fresco, i formaggi del caseificio interno, la selezione di olio, vino e non solo.

È quindi il momento di celebrare i successi dell’anno appena passato e brindare alle sfide future insieme. Per farlo Eataly ha selezionato tantissimi prodotti di qualità che propone a prezzi irresistibili: quelli indispensabili per la spesa quotidiana ma anche le chicche gastronomiche da concedersi in momenti speciali, così come i grandi classici della tradizione nostrana, quelli di piccoli produttori virtuosi e tanto altro. Fino al 4 febbraio ecco le migliori offerte dell’anno, con tanti prodotti a meno di 2 € e sconti imperdibili, in negozio e online: la polpa di pomodori coltivati al sole della Sardegna, Marca Antonella, dal gusto intenso e casereccio, il riso Carnaroli di Falasco, ideale per preparare risotti da veri chef, o il caffè 100% Arabica della bottega Vergnano, una pregiata miscela dall’aroma rotondo e studiata in esclusiva per Eataly. E poi il gorgonzola Dop dolce del Caseificio Brusati, con la sua consistenza fondente e cremosa, la mortadella classica di Negrini, prodotta con sole carni selezionate italiane e Presidio Slow Food. E ancora il Barolo Brandini, l’olio extravergine d’oliva nella latta da 5l di Roi, il gin Pure Organic di Engine, la pasta Rigorosa, i canestrelli di Baratti & Milano. E questo è solo un assaggio! Un’occasione unica per iniziare il nuovo anno all’insegna del gusto e arricchire la dispensa con il meglio dell’enogastronomia italiana a un prezzo più conveniente.

Per il compleanno di Eataly, inoltre, la Scuola di Lingotto apre le sue porte per un Open Day unico: sabato 20 gennaio vieni a scoprire i corsi di cucina, pasticceria e degustazione per imparare a cucinare divertendosi, con un ricco programma di eventi per tutta la giornata a un prezzo davvero speciale.

  • Dalle 10 alle 11 e dalle 12.30 alle 13.30

Pasta fresca

Ami la pasta fresca ma non sai da dove iniziare per prepararla? Guidati da una docente d’eccezione, Elena Spisni @bastachesiapasta, impareremo tutti i segreti e le antiche tecniche dell’arte della pasta fresca all’uovo!

  • Dalle 10 alle 11

Pasta sfoglia

Una lezione per imparare a utilizzare la pasta sfoglia in modo creativo, sia in versione dolce che salata.

  • Dalle 11 alle 12

Manine in pasta

Insieme alle maestre di Eataly, i piccoli chef si possono divertire in cucina e imparare una ricetta speciale, da rifare poi a casa con mamma e papà.

  • Dalle 12.30 alle 13.30

Il risotto

Vorresti scoprire come cucinare un risotto a regola d’arte? Ecco lo showcooking perfetto, per diventare un professionista di risotti!

  • Dalle 15.30 alle 16.30

Dolci al cucchiaio

Il corso ideale per chi vuole imparare tutti i segreti per realizzare dolci al cucchiaio belli da vedere e buoni da mangiare.

  • Dalle 17 alle 18

I vini Fontanafredda

Una degustazione guidata per scoprire una delle più importanti case vinicole piemontesi e le sue migliori bottiglie.

  • Dalle 17 alle 18

Workshop kokedama

Metti le mani nella terra e crea un kokedama, una sfera di terra ricoperta di muschio con al suo interno una pianta. Durante questa lezione insieme a Valeria Icardi @bottegabotanica, potrai preparare la tua creazione utilizzando la pianta del caffè, per dare vita a un kokedama unico e personale!

  • Dalle 17.30 alle 18.30

Cucinare in famiglia

Uova, farina e tanta fantasia: basta mettere le mani in pasta per dar vita a golose ricette, in compagnia di mamma o papà!

  • Dalle 19.30 alle 20.30

La pizza fatta in casa

Un appuntamento dedicato alla preparazione della pizza, dalla scelta del lievito e della farina, fino alla realizzazione dell’impasto. L’occasione unica per scoprire tutti i segreti del mondo del lievito e della farina.

Per maggiori informazioni: www.torino.eataly.it

A gennaio il corso di degustazione Go Wine

 

In programma a Torino un nuovo corso di degustazione

a partire dal 30 gennaio

Go Wine promuove in Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1 (sollevantetorino.it), a partire da fine gennaio un nuovo corso di degustazione dedicato alla conoscenza e alla degustazione del vino.

Testo alternativo

Il corso, di livello base, si articola in cinque serate e avrà inizio martedì 30 gennaio: si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

Clicca sull’icona per scaricare il programma e il modulo di adesione

Il costo di partecipazione per il corso è di euro 160,00, con una quota integrativa a parte per una visita (facoltativa) in cantina.

Compresi, oltre al corso con tutte le lezioni e le degustazioni:

  • l’iscrizione all’Associazione Go Wine valevole fino al 31 dicembre 2024
  • 6 bicchieri da degustazione mod. Carrè
  • il volume “Cantine d’Italia 2024”
Testo alternativo

Chi fosse interessato a regalare la partecipazione al corso di degustazione può contattare la sede Go Wine per ricevere il programma completo e definire le modalità di consegna della notifica di regalo

Per informazioni e iscrizioni:

 

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147

ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

Un nuovo programma dal titolo Tastè Partout in onda su RBE TV. Protagonista lo chef Kumalé

A partire da mercoledì 10 gennaio porterà gli spettatori alla scoperta dei sapori esotici

 

Prenderà il via un nuovo programma in onda su RBE TV a partire da mercoledì 10 gennaio per un ciclo di sei puntate dal titolo “Tastè Partout, dal campo alla cucina”, dove sarà alla conduzione del primo format televisivo il ‘gastronomade’ giornalista torinese Vittorio Castellani, più noto come chef Kumalé.

Da più di trent’anni Vittorio Castellani viaggia attraverso i contenenti per scoprire e divulgare molteplici culture culinarie e da molti è ritenuto il massimo esperto italiano di cucine nel mondo.

La sua esperienza, unita alla professionalità e alla sua attitudine alla narrazione dinamica, frutto di anni di giornalismo radio TV, costituiranno il cuore del programma in onda ogni mercoledì sul canale 87 del digitale terrestre in Piemonte nelle province di Torino, Asti e Cuneo e visibile anche online attraverso il sito www.rbe.it

L’idea del format è semplice ma assolutamente innovativa, vale a dire raccontare alcuni ingredienti esotici, tropicali e subtropicali coltivati a km. 0, grazie a una nuova generazione di giovani agricoltori e start up che stanno sperimentando nuove forme di agricoltura e di produzioni nelle nostre campagne. In ognuna delle sei puntate in programma a ciascun coltivatore verrà abbinato uno chef talentuoso di un ristorante esotico e non, che interpreterà i prodotti del campo in una serie di ricette in grado di esemplificarne l’uso in cucina, sottolineandone le caratteristiche e i sapori, tra aneddoti e curiosità, tra tradizione e innovazione.

Se nell’epoca delle grandi scoperte geografiche e dei traffici coloniali erano i pomodori, il mais, le patate o il cacao a sorprenderci e a entrare nelle nostre cucine per diventare protagonisti di tanti nuovi piatti, oggi si coltivano centinaia di nuova specie, ancora tutte da scoprire per gli italiani. Ci attendono nuove frontiere del gusto.

Vittorio Castellani, considerato il massimo esperto in Italia di cucine del mondo, viaggia dai primi anni Novanta, attraverso cinque continenti per conoscere e divulgare le culture gastronomiche “altre”; con Tastè Partout porterà i telespettatori in viaggio alla scoperta di piante enormi esotiche le cui radici si incontrano oggi da una terra inedita a quella dei campi del Piemonte.

Mercoledì 10 gennaio alle ore 21 la prima puntata avrà come titolo ‘Aromatiche esotiche alle porte di Torino: dalle Ande al Fujiyama”.

Uniamo oriente e Sud America con 1500 piante aromatiche dai sentori inediti, ottime per essere trasformate sia in cibo sia in cocktail e software drink. Dal vivaio fratelli Gramaglia ddiCollegno si passa al ristorante Azotea di Torino, guru della cucina fusion nikkei, che interpreta le aromatiche nella tradizione andino-peruviana e nella cucina giapponese.

La puntata della settimana successiva, mercoledì 17 gennaio, alle 21, avrà come titolo “Brassicacee orientali, sono cavoli vostri!”. A sorpresa, infatti, le brassicacee orientali crescono bene anche nell’hinterland torinese, dando vita a involtini, zuppe o semplicemente saltate al wok. La cucina cinese di silvia lingotto del Ristorante ZhengYang con le sue tradizioni farà da sfondo a tutta la puntata, che si aprirà a Venaria, nei vivai Licciardi.

Gli altri interventi del mese di gennaio verteranno il 24 gennaio sulla tematica del “Moso”, sua eccellenza il bambù d’alta Langa. In questa puntata Vittorio Castellani condurrà alla scoperta di un enorme bambuseto in alta Langa nel terreno dell’azienda agricola Moso di Cravanzana, luogo inedito e magico della campagna piemontese. Il compito di trasformare i germogli di bambù in tre piatti esclusivi spetterà alle Petit Restaurant Japonaise di Avigliana.

MARA MARTELLOTTA

La Cotoletta alla piemontese conquista i ristoranti

La Cotoletta alla Piemontese è indubbiamente la novità culinaria dell’anno e in particolare della cucina piemontese. Il piatto ideato da Mino Giachino, il grande sostenitore della TAV, sta  rilanciando il consumo della carne di razza piemontese e dei formaggi tipici delle nostre vallate alpine.  Aumentano i ristoranti che l’hanno inserita nel menu in Città e nelle località di montagna. Accompagnata da un bicchiere di Nebbiolo giovane e dai grissini della collina piemontese sta trovando il suo spazio e incuriosisce piemontesi e turisti.

Nella foto il manifesto affissione nei ristoranti firmato dall’assessore regionale alla agricoltura Protopapa

La colazione di Natale al Caffè San Carlo

A un anno dall’apertura , per il bar- caffé da sempre considerato uno dei  più rappresentativi della storia  di Torino, la pastry chef Andre Celeste Allione, ha realizzato due speciali brioches che raccontano il  dolce Natale sabaudo
 
Eleganza che fa rima con Torino, soprattutto nelle sue espressioni dolciarie , che accompagnano da secoli la regalità con cui, tuttora, la città si presenta ai suoi cittadini e ai turisti  che la apprezzano.
L’identitá sabauda che si respira in ogni angolo della cittá, soprattutto nelle zone centrali, si percepisce in modo particolare nel locale che si é dato nuova vita , poco più di anno fa, e che ha restituito a piazza San Carlo – ” il salotto di Torino – , quella luce ” gastronomica  ” che, nel tempo, i torinesi hanno visto affievolirsi proprio lì.
Il Caffè San Carlo, per la colazione delle feste ( ma non solo), propone due speciali brioches: una, la più elegante, come le signore di Torino e che, come delle care amiche, fanno compagnia in maniera sommessa ma con tante storie da raccontare e da ascoltare con attenzione,  la “Carla” ; l’altra, un vero e proprio alberello di natale, ma non da allestire con addobbi e luci, bensì da assaporare in tutte le sue gustose preparazioni.
A proposito della  Carla la pastry chef ci racconta : ” All’inizio la Carla non aveva questo nome, ma era in via di definizione. É nata con il nuovo San Carlo, per identificare l’essenza e la sontuosità informale del posto. Abbiamo pensato che il caffè rappresenta la colazione di tanti  : per questo, doveva trovare una collocazione di gusto fra lo sfogliato – la brioche, appunto,  che accompagna spesso il caffè – e il ripieno. Lo sfogliato è incassato alla francese ed è impastato con una ricchezza di ingredienti leggermente diverso dalle classiche brioches: miele, burro,  tante uova e zucchero di canna. Lo stampo che abbiamo deciso di utilizzare é sicuramente più grande e diverso rispetto al lievitato tradizionale ; e lo abbiamo pensato come da ” condivisione” ( anche se tanti la mangiano da soli…) , da dividere con piú persone.  L’interno é tutto da scoprire ed é tanto: crema pasticcera  e caramello al caffè, dove lo zucchero lo lavoriamo di piu per dare quel gusto leggermente amaro, in contrasto col dolce delle creme. Le farciture vengono preparate fresche giornalmente, così come la Carla e la selezione di croissant classici. 
L’altra novità per la colazione delle feste, firmato Caffè San Carlo, è il coloratissimo ” Alberello di Natale”, non solo da vedere, ma soprattutto da mangiare : buono,  leggero , una gioia per gli occhi e per il palato.
Col mio staff  – racconta sempre la pastry chef – , abbiamo deciso di dare una veste natalizia anche alla proposta per i lievitati: così, si é arrivati alla realizzazione di una brioche a forma di albero di natale, con lo stesso impasto che utilizziamo per i croissant tradizionali. 
All’interno una crema di zabaione, arricchita con perle croccanti al caramello salato così da dare croccantezza;  il colore verde –  a ricordare l’albero, appunto –  utilizzato nella sfogliatura della pasta matta che compone il prodotto. Per finire l’addobbo, sono state realizzate tante piccole palle di natale ” commestibili” a base di cereali”
 
 
Chiara Vannini

Una start-up rilancia la trota d’acqua dolce, delizia gastronomica

Non si tratta di idee. Si tratta di far sì che le idee si realizzino”. Dev’essere stato uno spirito molto simile quello che, una sera del 2017, ha motivato Lorenzo Quaccia ed Edoardo Zanutti a mettere in piedi Altura- Trota Alpina Affumicata una start-up unica nel suo genere nata Verrès (Valle d’Aosta) nel 2019. L’azienda è stata in grado di dare una nuova vita ad un’eccellenza gastronomica italiana, ovvero la trota d’acqua dolce, ormai quasi dimenticata. Altura non solo ha valorizzato gusto e sapore del prodotto ma si è specializzata sul processo di affumicatura. Il risultato è un prodotto in grado di garantire al consumatore un’esperienza culinaria sana e che, al contempo, rispetti il territorio alpino di provenienza. Edoardo, socio fondatore della società, ci ha raccontato cosa c’è dietro questo progetto.

Altura nasce, prima di tutto, dalla storia di un’amicizia

Sì, io e Lorenzo eravamo compagni di liceo e amici di vecchia data. Nel 2017 io mi ero appena laureato in economia, mentre lui lavorava come ristoratore. Entrambi avevamo il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo. Per questo abbiamo unito le nostre competenze e abbiamo così deciso di intraprendere una avventura creando una start- up di affumicatura della trota d’acqua dolce.

Si parla spesso di start-up giovanili: com’è andata la vostra esperienza?

Inizialmente non è stato facile gestire il ginepraio burocratico necessario per avviare un’attività di impresa. Al contempo, essendo nati in un territorio alpino, siamo stati facilitati dalla molteplicità di enti e strutture che favoriscono la nascita dell’imprenditoria di montagna. La svolta effettiva è arrivata quando abbiamo partecipato al concorso ReStartAlp,un campus di incubazione e accelerazione di impresa del territorio alpino italiano, promosso e organizzato da Fondazione Edoardo Garrone e Fondazione Cariplo. Un’altra chiave di svolta è stata la Pépinières d’Entreprises che ci ha aiutato a sviluppare e gestire le fasi di avvio del progetto imprenditoriale.

Con conseguenti pro e contro

Tra gli aspetti migliori di questo lavoro c’è la soddisfazione di veder crescere la propria impresa e continuare a migliorare. Al contempo ci sono stati numerosi momenti di sconforto, come in ogni lavoro, perché si hanno progetti in testa che poi non si realizzano come vorresti. In Valle D’Aosta abbiamo la possibilità avere un continuo dialogo con le istituzioni locali in quanto non siamo controllati da un ente ittico a livello nazionale come invece succede per il mercato del pesce di mare.

La vostra impresa ha investito su un prodotto unico nel suo genere. Da che cosa è stato motivato tale investimento?

La trota è un pesce d’acqua dolce che si trova in molti torrenti e fiumi montani della Valle D’Aosta e la sua affumicatura è una tradizione che esiste da sempre nei nostri territori. Questa era, però, confinato ai ristoranti. Abbiamo visto visto come un’opportunità quella di riportare in tavola tale tecnica e al contempo di offrire al consumatore un’eccellente alternativa al classico prodotto di mare.

E’ un prodotto alternativo anche perché la scelta degli allevatori avviene con una certa cura

Sì, la scelta degli allevatori avviene seguendo particolari criteri oggettivi. Per il momento ci stiamo focalizzando sulle realtà del Piemonte e della Valle D’Aosta. Seguendo altri modelli imprenditoriali già in essere, abbiamo sempre prediletto degli allevamenti a bassa intensità ove sia garantito l’utilizzo di acque di sorgenti pure e ricche di ossigeno.

Che ha conseguentemente portato interesse nel consumatore

Il cliente è più attento e consapevole a cosa viene portato in tavola, quindi, anche la cura nella scelta della materia prima è apprezzata. Anche se il percorso è ancora lungo, puntiamo a crescere. Ci sono poche regole da rispettare nel nostro settore essendo un prodotto di nicchia, ma cerchiamo ugualmente di conformarci al massimo alle certificazioni IGP. Il cliente è sempre molto attento a capire la provenienza della pescato che porta in tavola.

Avete intenzione di espandervi anche estero?

Speriamo in futuro, ma per ora il progetto si limita al territorio nazionale perché la catena del freddo ha una difficile organizzazione logistica alla base. Per ora abbiamo iniziato a sperimentare una nuova produzione ovvero la “Mocetta di Trota” un vero e proprio salame di pesce. L’intento è quello creare una molteplicità di prodotti di modo da poter soddisfare tutte le esigenze del cliente.

Altura Trota Alpina Affumicata, che conta ad oggi due soci e tre dipendenti, un negozio e uno store online, è l’esempio di come la capacità e le competenze possano unirsi e far riscoprire il gusto di antichi sapori.

VALERIA ROMBOLA’

Menù delle feste de La Pista sul tetto del Lingotto

 E la Pista Bistrot all’NH Collection Santo Stefano

La Pista del Lingotto è senza dubbio uno dei posti più panoramici della città. Una vista mozzafiato che abbraccia a 360° la collina e l’arco alpino, la Mole Antonelliana, Superga, Il Castello di Moncalieri, il Monviso…

Per chi è a Torino a Natale e Capodanno La Pista offre due menù speciali.

Pranzare a La Pista la mattina di Natale potrebbe essere l’occasione anche per visitare il tetto del Lingotto, la leggendaria pista di collaudo Fiat situata in cima all’ex complesso industriale, oggi trasformata nel giardino sospeso più grande d’Europa, con più di 40.000 piante appartenenti a 300 specie e varietà diverse.

La notte di Capodanno la cena sarà accompagnata dalla vista unica sulle luci e sui fuochi d’artificio che illumineranno la città allo scoccare della mezzanotte.

Per chi non sa rinunciare la fascino della Torino romana, l’alternativa è scegliere La Pista Bistrot, all’interno dell’NH Collection Santo Stefano, con la vista sulle Porte Palatine, uno dei monumenti simbolo della città.

La Pista – Menù pranzo di Natale (Euro 100)

  • Benvenuto di La Pista
  • Batsoà di finanziera, gambero e zuppetta di cachi
  • Capasanta, nocciola, aglio nero e passion fruit
  • Plin al tovagliolo ripieno di risotto alla milanese e comfort di ossobuco
  • Petto di faraona, soffice di patate ai porcini, cima di rapa e melagrana
  • Torrone capra e agrumi
  • Sfera di cioccolato, frutti rossi, spezie e neve
  • Piccola pasticceria fresca
  • Caffè espresso

 

La Pista – Menù Capodanno (Euro 150)

  • Benvenuto di La Pista
  • Manzo, bottarga, ostrica, stilton e rapa
  • Secondo Testa Coda
  • Salmerino, caviale, topinambour e mela verde
  • Carnaroli Riserva San Massimo, astice, ricci, zucca e caffè
  • Raviolini d’anatra, parmigiano 50 mesi, pere e liquirizia
  • Entrecote di bisonte, capounet, ravanelli e patate asselback
  • Mini ice di seirass, agrumi e timut
  • Panettone, oro e Champagne
  • Piccola pasticceria

 

La Pista Bistrot – Menù Pranzo di Natale (Euro 65)

  • Pane burro e acciuga
  • Salmone affumicato lenticchie nere belluga e gel di melograno
  • Tortellini di cappone in consommé
  • Bollito, le salse e topinambur
  • Dessert: Rochè
  • Espresso coffee Lavazza
  • Piccola pasticceria fresca
  • Wines: Nebbiolo cascina Destefanis 2022; Arneis cascina Destefanis 2022
  • Acqua N/F

 

La Pista Bistrot – Menù Cena di Capodanno (a partire da euro 100)

 

  • Ostrica con coulis di melograno e zenzero
  • Lingua, gamberi e bagnetto rosso
  • Primo fiore vaccino, verdure di stagione e tartufo nero
  • Plin agli scampi e bisque
  • Brasato di tonno e cipolla fondente
  • Pancetta di maialino, carota arancia e zenzero
  • Dessert: Monviso 3841
  • Espresso coffee Lavazza
  • Piccola pasticceria
  • Selezione di vini
  • Acqua N/F

 

La Pista

Via Nizza 262, Torino

www.ristorantelapista.com

La Pista Bistrot

Via Porta Palatina 19, Torino

https://ristorantelapista.com/bistrot/

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia

852 cantine selezionate, 9 Premi Speciali, 262 Impronte Go Wine

Undici cantine ottengono per la prima volta il premio de L’Impronta Go Wine

Il costo delle visite in cantina fra le novità di questa edizione della Guida per l’Enoturista

Numeri e dati per indagare scelte e orientamenti delle cantine da nord a sud d’Italia

 

È uscita la nuova edizione 2024 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto lo scorso 30 novembre Milano presso l’Hotel Melià, alla presenza di un folto pubblico di giornalisti, rappresentanti di cantine selezionate nel volume, enoappassionati.

Cantine d’Italia 2024 si presenta con 852 cantine selezionate, 262 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.640 vini segnalati, circa 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, che ha la cantina come riferimento.

Come luogo anche simbolico, oggi sempre più meta di tanti enoappassionati e anche come luogo fisico dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

Una Guida pensata per gli enoturisti e invita a camminare l’Italia del vino, che è una bella visione d’Italia fatta di tanti luoghi, radici e tradizioni, ma anche espressione della capacità di tanti viticoltori che fanno viaggiare in tutto il mondo le loro bottiglie e promuovono l’attenzione e il piacere di andare a conoscere i luoghi dove i vini nascono.

 

La visita in cantina, il costo

E’ la novità più importante di questa edizione e segna anche un necessario adeguamento sul piano della comunicazione. Da fattore un tempo basato sullo spontaneismo, da elemento di novità della vita del viticoltore, la visita in cantina si è sempre più affermata come un tema importante caro a tanti enoappassionati e strategico per molte cantine.

Il tema del prezzo si è così inserito, come fattore da conoscere e comunque da monitorare.

Cantine d’Italia 2024 ha così chiesto a oltre 700 cantine di indicare nel questionario il costo di un’esperienza base in cantina ed il costo di un’esperienza più completa.

Lasciando piena libertà nel rispondere, ipotizzando anche la gratuità per un’esperienza base e comunque ponendosi in attenzione per analizzare i dati e il comportamento delle cantine.

Nasce uno screening importante e per certi aspetti unico che rinnova anche nei contenuti il volume e apre un nuovo fronte di analisi e di informazione.

 

Alcuni dati

Hanno risposto oltre 400 cantine; la redazione di Go Wine ha lasciato libertà nel rispondere, anche la non risposta rappresenta una scelta.

Il campione che si rileva è comunque indicativo perché attraversa cantine di tutte le regioni italiane e con differente profilo: ovvero cantine di maggiori dimensioni e più strutturate anche per l’organizzazione del personale.

Ma anche molte cantine di impronta familiare, dove il viticoltore spesso recita più ruoli, compreso quello dell’accoglienza e del racconto agli enoturisti.

Procedendo a calcolare una media, si individua in euro 20,17 il costo medio di un’esperienza baseSale ad euro 49,79 il costo per un’esperienza completa o comunque al top, secondo i parametri che ciascuna cantina individua nel formulare la proposta.

Sul campione selezionato, sono meno di 15 (4%) le cantine che non prevedono un costo “d’ingresso” anche per un’esperienza base, 62 (15%) si collocano a 10 euro o a cifra inferiore.

Per quanto riguarda l’esperienza completa, l’indagine ha rilevato 34 cantine che propongono un costo superiore a 100 euro.

Altrettanto interessante la lettura dei dati nelle varie zone in Italia. Si rileva così che, al nord, la media del costo di un’esperienza base si colloca ad euro 19,41, mentre sale al sud (euro 21,59).

Il riferimento corrisponde anche per un’esperienza più completa, con un costo medio al nord che si assesta su euro 43,25 e sale al sud ad euro 52,97.

Guardando ad alcune regioni, il costo è più alto in Toscana (euro 22,17), rispetto al Piemonte (euro 20,07) per l’esperienza base, idem per l’esperienza al top: Piemonte euro 48,86, Toscana euro 62,82.

Con due distinti simboli il costo della visita in cantina entra così nella nuova edizione di Cantine d’Italia 2024 e segna un altro motivo d’interesse a favore della Guida.

Inserendo di fatto un tema ormai consolidato, alla luce anche dei dati che sono emersi: la visita in cantina fa sempre di più parte di un’attività strutturata per moltissime cantine, in grado di formulare la proposta e dettagliarla spesso anche sul sito internet aziendale, in fase di presentazione della loro attività.

La scelta di Go Wine di evidenziare una sorta di doppio binario – esperienza base, esperienza top – è anche un modo per leggere il tema, offrire un servizio in più al lettore, ma anche incoraggiare un dibattito all’interno del settore.

 

Ci troviamo di fronte da una parte a proposte accessibili, o comunque dai costi non proibitivi; da altra parte a veri e propri eventi top che comportano a volte una spesa significativa se comparata con altre iniziative nel settore.

 

“Comunicazione e accessibilità sono due fattori strategici in questa materia – afferma Massimo Corrado, presidente di Go Wine e curatore della Guida. Comunicare da parte della cantina il costo della visita e indicare quale esperienza si pratica non può che contribuire a rendere sempre più professionale la visita e creare un legame fra il viticoltore e l’enoturista: egli è così in grado di informarsi allo stesso modo con cui legge dei vini della cantina e si informa sul loro profilo, vinificazione ecc…”

Il tema dell’accessibilità è tuttavia altrettanto importante e impone qualche riflessione ulteriore: richiama l’esigenza di costi che possano favorire l’accesso in cantina, nel rispetto del lavoro del viticoltore.

Al concetto del remunerare il servizio e comunque nel rispetto di una qualità che va pagata, si affianca la opportunità di mantenere alcune proporzioni che siano legate al tipo di esperienza e comunque al ruolo insostituibile che l’enoturismo svolge sia per avvicinare molte persone al mondo del vino e sia per consolidare le aspettative dei più esperti.

L’andare in cantina è andare verso la natura, apprezzare il paesaggio, conoscere e dialogare con le persone.

E’ soprattutto percepire il rapporto con la terra e con un ambiente: in questa ottica il fattore prezzo deve inserirsi in armonia. Valorizzando anche nelle quotazioni esperienze straordinarie, ma rendendo con altre formule sempre accessibile la cantina ad un pubblico più vasto. Senza dimenticare che poi, quasi sempre, in cantina si comprano bottiglie e questo rappresenta un altro costo per l’enoturista ed un’opportunità per il viticoltore.

 

Insomma l’obbiettivo della Guida non è solo quello di valorizzare la grande accoglienza in cantina, ma di comunicare una visione sociale attenta nel settore e che possa sempre tenere saldi quei fattori – terra, vigneto, vini, persone – che sono alla base dell’enoturismo e di un determinato modo di concepire la viticoltura.

Casa Vicina, buone feste con gusto

Le parole d’ordine del Natale e del Capodanno a Casa Vicina sono:

famiglia, sostenibilità e creatività.

Due menù che riprendono i piatti della tradizione con incursioni “preziose” e “green”

per un’esperienza sensoriale unica

Torino – In occasione delle festività Casa Vicina celebra due importanti valori quali la “famiglia” e la “sostenibilità” che in questo periodo assumono un significato ancora più forte e importante. Due i menù tematici caratterizzati ciascuno dal connubio di ricette della tradizione con piatti nuovi realizzati sia durante il 2023 come “Selene(per l’esperienza gourmet natalizia) sia per questi momenti unici di condivisione con i propri cari come il Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo”.

Il menù di Natale, composto da 7 portate, abbina i sapori antichi piemontesi alla raffinatezza ed eleganza del mondo del design: l’antipasto Selene”, infatti, è stato ideato dallo Chef Claudio Vicina in occasione delle cene tematiche organizzate in collaborazione con l’art designer Roberta Verteramo le cui opere della Linea SELENE sono state fonte di ispirazione. In linea con l’idea di dare nuova vita e valorizzare i materiali “di scarto o meno nobili”, siamo partiti da una materia povera, i fegatini di pollo, e li abbiamo arricchiti come lavorazione aggiungendo la parte grassa così da ottenere un paté ricco e gustoso al pari di un fegato grasso tradizionale. Successivamente, lo abbiamo impreziosito con delle nocciole IGP Piemonte e ricreato l’effetto curvo con riflessi di lamelle di tartufo nero.commenta lo chef.

La Cena della Vigilia e il Pranzo di Natale 2023

Aperitivo di benvenuto con micro fritto misto piemontese

Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale

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Selene: Patè di fegatini di pollo, nocciole tostate e tartufo nero

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Il Bollito Fritto

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Agnolotti pizzicati a mano al sugo d’arrosto

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Zuppetta di carciofi spinosi sardi profumata alla maggiorana

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Terrina di cappone di Morozzo, marroni e tartufo nero

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New Bicerin di Torino

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Montebianco alla canavesana

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Il nostro Panettone

Piccola Pasticceria

Prezzo a persona: 140,00 euro (bevande escluse)

Posti limitati. Necessaria la prenotazione

I piatti dedicati ai festeggiamenti della notte di San Silvestro raccontano l’anima sostenibile e green oltre alla visione internazionale dello chef e di Casa Vicina. Alcune delle materie prime, come la limonaria e le rose, provengono dal giardino dellafamiglia Vicina. Una volta in cucina vengono lavorate per esaltarne le proprietà organolettiche e i vari sentori.

In merito al “Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo” lo chef sottolineaPortiamo in tavola una proposta biologica che valorizza non solo la coda, ma anche il carapace. Mariniamo il gambero a bassa temperatura con la limonaria che coltiviamo noi e della quale seguiamo tutto il processo dalla raccolta all’essiccatura e liofilizzazione. Un ingrediente perfetto per insaporire l’olio di marinatura e per guarnire il piatto. In abbinamento proponiamo l’olandese di corallo realizzata con la parte interna della testa del gambero emulsionata con l’uovo e burro a filo per ottenere una salsa che esalta il gusto del crostaceo. La spolverata finale di limonaria, come dicevo, è fondamentale per amplificare l’esperienza olfattiva.”.

Il sorbetto alla rosa candita, grazie al suo sapore delicato e alla freschezza al palato, accompagna gli ospiti nel passaggio tra le portate principali e i dolci. Anche i petali utilizzati in questa ricetta provengono da rose, di varietà rosso porpora, di nostra produzione. L’abbiamo scelta per la sua ruvidità al palato, la consistenza carnosa e il profumo eccezionale. Le rose vengono marinate, per estrarre il colore nello sciroppo. I petali che rimangono sono poi passati allo sciroppo di canditura e successivamente essiccati e macinati. La polvere ottenuta verrà stesa a velo sul sorbetto per esaltarne il gusto e la cromaticità.”commenta lo chef.

La Cena di S. Silvestro 2023

Aperitivo di benvenuto con stuzzichini

Bagna Caoda da bere e focaccia di farro integrale

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Gambero profumato alla limonaria e olandese di corallo

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Uovo in crosta di pane brioche e Tartufo Bianco d’Alba

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Risotto affumicato alle ostriche e champagne, gelato al pepe aromatico

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Zuppetta di cardo gobbo di Nizza M.to al tartufo nero

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Spigola pescata con zabajone al vermut, patate al sale nero e acqua di mare

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Sorbetto alla rosa candita

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Dolci assaggi al cucchiaio

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Pralineria e Marron Glacé

Prezzo a persona: 230,00 euro (bevande escluse)Brindisi di Mezzanotte incluso

Posti limitati. Necessaria la prenotazione

DETTAGLIO GIORNI DI APERTURA/CHIUSURA NEL PERIODO DELLE FESTIVITA’:

24 dicembre aperti con menù fisso solo a cena.
25 dicembre aperti con menù fisso solo a pranzo.
26 e 27 dicembre chiuso.
28, 29, 30 dicembre aperti regolarmente pranzo e cena.
31 dicembre aperti con menù fisso solo a cena.
Dal all’8 gennaio 2024 chiuso per ferie.
Dal 9 gennaio 2024 riapertura con i consueti orari.

RISTORANTE CASA VICINA

Il Ristorante Casa Vicina racchiude in sé ben 121 anni di storia all’insegna di una continua ricerca dell’eccellenza che unisca tradizione e innovazione. Gli attuali titolari sono Stefano Vicina, Claudio Vicina e sua moglie Anna Mastroianni. Da qualche anno, inoltre, sono entrate a far parte del team anche le figlie di Claudio e Anna. Laura e Silvia sono infatti l’ultima di ben 5 generazioni della Famiglia Vicina, che si dedica da sempre con passione all’arte della ristorazione.  Il ristorante, nel corso degli anni, ha ottenuto molteplici riconoscimenti dalle maggiori guide enogastronomiche, tra cui Guida Michelin, L’Espresso e il Gambero Rosso.

Casa Vicina è sito al 3° piano di Green Pea in Via E. Fenoglietti 20/B – Torino.

www.casavicina.com – ristorante@casavicina.com – Facebook: @casavicina – Instagram: casavicina

Ristorante Casa Vicina – Green Pea – www.casavicina.com