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Intelligenza artificiale, progetto di Esercito e Leonardo

Utilizzo innovativo di sistemi unmanned e applicazione dell’intelligenza artificiale in contesto operativo

 

 Per il secondo anno consecutivo, Leonardo ed il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino hanno avviato il progetto denominato “Utilizzo innovativo di sistemi unmanned e applicazione dell’intelligenza artificiale in contesto operativo”.

Il progetto, a cui hanno partecipato 120 Ufficiali frequentatori della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino, si pone come obiettivo quello di individuare soluzioni innovative per soddisfare le necessità operative della Forza Armata tramite l’utilizzo di sistemi senza pilota, a guida autonoma, operanti nei tre domini: terrestre, aereo e marittimo e applicazione dell’intelligenza artificiale.

Nell’ambito del Contest, gli Ufficiali hanno sviluppato progetti nel campo delle comunicazioni, della bonifica mine, passando per la sorveglianza all’attività di ricerca con drone, fino alla logistica e al trasporto. Valutazione e analisi delle esigenze operative, dunque, per ricercare soluzioni efficaci ed aderenti ai diversi contesti nazionali e internazionali, nei quali l’Esercito è chiamato a operare.

Il Contest “Esercito e Open Innovation”, alla presenza di Laurent Sissmann, Unmanned Systems Manager di Leonardo, si è concluso con l’esame e la valutazione dei numerosi progetti da parte di una Commissione, composta da membri militari e dell’azienda, secondo parametri quali idea, originalità, applicabilità, realizzabilità, grado di necessità, interesse industriale. “Siamo lieti di aver contribuito alla creazione di questa iniziativa” ha commentato Sissmann e ha aggiunto “Ringraziamo tutti i partecipanti per lo spirito innovatore espresso e per la qualità delle proposte presentate, così come gli organizzatori e il comitato dell’Esercito Italiano per l’opportunità unica di poter collaborare all’ideazione delle soluzioni del futuro”.

Il Generale di Divisione Salvatore Cuoci, Comandante dell’Istituto di formazione dell’Esercito, nel suo intervento ha sottolineato la necessità di affidarsi all’innovazione quale elemento imprescindibile per una sempre più spinta competitività poiché “la continua ricerca è un elemento chiave per il progresso.”

 

Al via le vaccinazioni all’hotspot dell’Allianz Stadium

Da mercoledì 24 marzo, sarà operativo a Torino un nuovo punto vaccinale presso l’hotspot dell’Allianz Stadium, la struttura voluta dalla Regione Piemonte e realizzata in collaborazione con il Comune di Torino e Juventus Football Club.

La struttura, che era stata inaugurata lo scorso novembre per l’effettuazione dei tamponi naso-faringei in modalità drive through, è stata convertita in punto vaccinale in sole 48 ore con il prezioso aiuto delle Truppe Alpine dell’Esercito Italiano, che avevano già supportato l’allestimento in autunno. In particolare, gli alpini della Brigata “Taurinense” in collaborazione con la Regione Piemonte, Asl Città di Torino e Arpa Piemonte hanno trasformato l’hotspot, rendendo così disponibili tre linee di vaccinazione nelle quali opererà personale sanitario dell’Esercito.

Il punto vaccinale si trova all’interno del Parcheggio 10 dello stadio (entrata da via Druento) e sarà operativo con orario 8-14 dal lunedì al sabato.

Si partirà mercoledì  con le prime 100 somministrazioni per il personale scolastico, per arrivare a pieno regime a 200 inoculazioni al giorno.

L’accesso al punto vaccinale è riservato esclusivamente alle persone che hanno ricevuto specifica convocazione da parte dell’Asl. Dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio, i volontari della Protezione civile e gli operatori della Croce Rossa accompagneranno i cittadini fino alla postazione dove verrà somministrato il vaccino.

Libano: il “Nizza” alla guida di Italbatt

I dragoni del “Nizza Cavalleria” (1°) subentrano ai bersaglieri del 3° Reggimento.

 

AL MANSOURI (Libano) 23 febbraio 2021. Si è svolto nella base italiana di Al Mansouri, l’avvicendamento alla guida di Italbatt, la componente di manovra del contingente italiano in Libano nell’ambito della missione UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano meridionale.

 

Il Generale di Brigata Davide Scalabrin, Comandante del Sector West di Unifil, ha suggellato l’evento con il passaggio simbolico della bandiera delle Nazioni Unite tra il comandante cedente, Colonnello Carlo Di Pinto, Comandante del 3° Reggimento bersaglieri di Teulada, ed il subentrante Colonnello Paolo Scimone, Comandante del Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°).

 

Alla presenza della Bandiera di Guerra del 3° Reggimento bersaglieri, la più decorata di tutto l’Esercito Italiano, e dello Stendando del “Nizza Cavalleria” (1°), custodite nell’ufficio del Comandante di Italbatt, il Generale Scalabrin ha voluto ringraziare il Colonello Di Pinto “per l’efficienza e la determinazione con la quale l’Unità ha raggiunto tutti gli obbiettivi della propria missione, assolvendoli in un contesto delicato e complesso come quello libanese, reso ancor più difficile a causa della situazione sanitaria”.

 

La task force italiana subentrante è interamente composta da personale della Brigata alpina “Taurinense”. L’Unità, alimentata con uomini e donne del Reggimento “Nizza Cavalleria” (1°), rinforzato dal Battaglione Alpini “Saluzzo” e dal battaglione logistico “Taurinense”, opererà per un semestre nel rispetto della risoluzione ONU 1701, assicurando giorno dopo giorno il monitoraggio e il controllo della cessazione delle ostilità, garantendo il rispetto del cessate il fuoco mediante posti di controllo e di osservazione, attraverso pattugliamenti nell’area costiera a sud della città di Tiro e lungo la “blue line”.  Altrettanto importante sara’ – considerata la situazione sanitaria in atto – l’attività di supporto alla popolazione attraverso la Civil-Military Cooperation (CIMIC), con numerosi progetti da portare a termine nelle 22 municipalità che si trovano all’interno dell’Area di Operazione di Italbatt.

Finalmente l’Esercito in Barriera di Milano

Era ora. Non che ne siamo contenti.  Il cinismo, almeno in questo caso è fuori luogo. Ci portiamo dentro una sottile angoscia mista a disperazione da almeno trent’ anni. Decenni in cui la convivenza civile si deteriorata di giorno in giorno.

Nato e cresciuto in Barriera alla fine dei anni 90, sono letteralmente scappato. Ho tenuto duro fin che ho potuto. La speranza è l’ ultima a morire. 10 anni ho abitato in via Ternengo , lasciando la “sede” storica di via Cherubini. Ci ero arrivato quasi infante nel 1960. Può sembrare assurdo, ogni volta che cambiavo alloggio,  i primi giorni dormivo nel vecchio appartamento. D. Nulla di tragico, sicuramente triste. Nel primo articolo su Barriera dissi di sentirmi tradito. Tradito per il ricordo che ne avevo e lo sconforto del presente. Mi beccai diverse critiche dai vecchi amici , in particolare i compagni che continuarono a vivere in Barriera. Ma non vedevano ciò che io vedevo? Vedevano ma non capivano non accettando ciò che vedevano. Non è un gioco di parole. Capendo avrebbero fatto i conti con la propria storia e con le proprie responsabilità. Per oltre 50 anni le forze di sinistra hanno governato Torino. Barriera ha sempre,  massicciamente,  votato a sinistra , pagando a caro prezzo la sua fedeltà politica. Persino la Lega,  di fatto non ha mai sfondato,  nonostante l’emigrazione,  soprattutto quella irregolare,  che la faceva e la fa da padrona. Così,  che io sappia,  da più di 10 anni, corso Giulio Cesare e corso Vercelli sono tra i più grandi supermercati della droga di tutta Europa. Una volta la cosiddetta provincia bene del Piemonte  comprava la droga a Milano. Ora tutti a Torino; in Barriera e più buona,  costa meno e ci sono meno controlli. Per le Forze dell’ordine è come svuotare un mare con un cucchiaio. Altro fattore sono i tabù della sinistra.  Scambiare l’accoglienza con la tolleranza. Antico vizio. Ad esempio il problema dei Rom. Diventati , da oltre 50  stanziali intorno alla Stura,  sono l’evidenziandone del più totale fallimento delle cosiddette politiche integrative. In sostanza vogliono vivere come sempre hanno vissuto. Ma ci vuole il rispetto di un minimo di regole.
Per essere rispettate le regole,  dovrebbero o essere condivise o fatte rispettare. Dunque,  piaccia non piaccia,  ci deve essere qualcosa o qualcuno che le fa rispettare anche,  sicuramente non solo,  con la repressione. Non ci sono santi che tengano. Inutile e dannoso girarci intorno,  come negli ultimi vent’anni si è fatto. Barriera aveva la febbre alta decenni fa , ora la metastasi ha raggiunto tutto o quasi tutto il tessuto sociale. Che l’ Esercito non sia la panacea di tutti i mali di Barriera è  indubbio. Ci sono voluti anni per accettare il tutto.
come a Porta Palazzo le ronde saranno miste con la polizia e i civich. Insisto: se c’è un cancro da operare e curare , bisogna operare e fare chemioterapia. Secondo me siamo in ritardo , ma non si deve e non si può rinunciare nel fare. Almeno in un  primo momento , ci sarà il riappropriamento da parte dello Stato del territorio. Territorio, un bene di tutti.  Non una zona senza controllo e senza regole. Una colpa del passato è stata minimizzare il fenomeno,  colpevolizzando chi urlava la propria disperazione nell’abitare in Barriera di Milano. Non vorrei che avvenisse ancora. Concretamente? Spero che la gente, il cosiddetto popolo, solidarizzi e collabori con le Forze dell’Ordine coadiuvate dall’ Esercito. Libertà,  almeno in Barriera è  (anche) questo.

Patrizio Tosetto

Al via la vaccinazione tra le forze armate

Continua l’impegno dell’Esercito per vincere la battaglia contro il Covid, è iniziata la campagna vaccini alla Caserma Riberi di Torino.

E’ cominciata la vaccinazione del personale delle Forze Armate in Piemonte e precisamente nel Poliambulatorio del Comando Militare Esercito Piemonte della Caserma “Alessandro Riberi”, struttura del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito.

Saranno oltre 4700 i militari under 55 a ricevere il vaccino anti Covid “AstraZeneca” messo a disposizione dalla Regione Piemonte. 

Da oggi infatti la forza armata, nel più ampio quadro dei supporti disposti dal Ministro della Difesa, Onorevole Lorenzo Guerini, nell’ambito della terza fase del piano vaccinale nazionale, mette a disposizioneunimportante struttura come il Poliambulatorio al fine di fornire un’ulteriore protezione al personale militare impiegato direttamente sul campo e con l’obiettivo di proteggere la popolazione dal virus e fronteggiare quindil’emergenza sanitaria.

L’Esercito Italiano, grazie al continuo addestramento a cui le Unità vengono sottoposte, è da sempre pronto ad operare tempestivamente e in condizioni emergenziali.Al fine di offrire il massimo supporto al Servizio Sanitario Nazionale per le attività di somministrazione del vaccino alla popolazione la forza armata saràdisponibile ad offrire un’aliquota di personale sanitario militare che verrà impiegata in specifici Presidi Vaccinali della Difesa che diventeranno disponibili riconvertendo, qualora necessario e su richiesta delle ASL Regionali, i Drive Through impegnati per effettuare i tamponi e utilizzando, eventualmente, anche le caserme. 

Torna l’esercito per controllare Barriera di Milano

Intensificati i servizi di controllo del territorio in Barriera Milano.

Personale della Polizia di Stato coadiuvato dall’esercito presidierà le zone maggiormente interessate dallo spaccio, affiancando alla già intensa attività repressiva quella volta a prevenire i fenomeni di illegalità diffusa attraverso la presenza massiccia sul territorio.

Proprio nelle ultime ore il personale della Polizia di Stato del Comm.to Centro ha sorpreso due cittadini senegalesi, di 33  e 19 anni, con dello stupefacente al seguito. In particolare, il trentatreenne, già conosciuto alle forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti,  controllato domenica in via La Salle, è stato trovato in possesso di  alcune decine di grammi di hashish;  il suo connazionale diciannovenne, invece, in via Cecchi, alla vista della pattuglia di Polizia ha ingoiato del crack, tanto da dover essere trasportato in ospedale, per una intossicazione da cocaina. Entrambi sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio.

Stretta anche sugli esercizi commerciali: dopo le chiusure disposte dalla Questura di Torino per mancato rispetto della normativa anti contagio in arrivo i provvedimenti prefettizi di sospensione della licenza fino a 30 giorni.

La Brigata alpina “Taurinense” ha assunto il comando del contingente italiano in Libano

Operazione “Leonte” nell’ambito della missione Unifil

La Brigata alpina “Taurinense” ha sostituito la Brigata “Sassari” al comando dell’operazione “Leonte” nell’ambito della missione Unifil, la Forza di interposizione delle Nazioni Unite schierata nel Libano del Sud. La Brigata alpina “Taurinense”, alla sua seconda missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, assume il comando del settore Ovest di Unifil in cui operano 3.800 “caschi blu” di 16 dei 45 paesi contributori alla missione Unifil.

Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, 800 dei quali appartenenti alla Brigata alpina “Taurinense” che si schiereranno nel corso delle prossime settimane. Il passaggio di consegne tra il comandante della “Sassari”, generale di brigata Andrea Di Stasio, e il comandante della “Taurinense”, generale di brigata Davide Scalabrin, è avvenuto nella base “Millevoi” di Shama nel corso di una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di Unifil, generale di divisione Stefano Del Col, con la partecipazione dell’ambasciatrice d’Italia in Libano Nicoletta Bombardiere, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Salvatore Farina, e di autorità civili e militari libanesi. Nel suo intervento il generale Farina, dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa Lorenzo Guerini e del capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida Brigata “Sassari” e sottolineato lo storico legame tra l’Italia e il Libano, “al quale, con fierezza, siamo legati sin dai tempi della prima missione di pace istituita nel 1978”, ricordando inoltre “l’efficacia dell’intervento negli attimi immediatamente successivi alla tragica esplosione al porto di Beirut del 4 agosto”.  Ha poi posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto al fianco delle Forze Armate libanesi (LAF): “Se tutti insieme, peacekeepers dell’Onu e Forze Armate libanesi, continueranno a lavorare congiuntamente, potranno vincere ogni sfida per assicurare pace, stabilità e progresso a questo meraviglioso paese”. Il capo di Stato Maggiore dell’Esercito si è poi rivolto gli alpini della “Taurinense”, esortandoli a proseguire sul solco tracciato dai precedenti contingenti e a dare prova della peculiarità della via italiana nelle operazioni di peacekeeping, “condotte con equilibrio, professionalità, imparzialità, diplomazia, efficacia, credibilità e rispetto. Il consolidato successo della missione Unifil”, ha concluso Farina, “lo si deve alla dedizione, al sacrificio, al senso del dovere e della responsabilità di ciascun peacekeeper, ma soprattutto alla straordinaria capacità di dialogo e di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese”. Apprezzamento e gratitudine agli uomini e alle donne del settore Ovest di Unifil per i “risultati ottenuti sul campo”, sono stati espressi dal capo missione e comandante di Unifil. Quanto alla “situazione fragile” che regna nel Libano meridionale, “considerando il delicato contesto politico, economico e sociale aggravatosi ulteriormente a causa dell’emergenza sanitaria in corso”, il generale Del Col ha definito “straordinari” i progressi della missione nel “Paese dei cedri”, grazie anche al ruolo giocato dai peacekeepers italiani nel garantire, con imparzialità e trasparenza, il monitoraggio della cessazione delle ostilità e la cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la “blue line”, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele. “A cio’ si aggiunge la ricerca costante del consenso unanime della popolazione locale mediante la realizzazione di progetti di cooperazione civile-militare”, ha detto Del Col, nel rispetto della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e della risoluzione 2539 dello scorso 28 agosto che, oltre a rinnovare per un altro anno il mandato di Unifil, “ha gettato le basi per un’ulteriore sinergia tra la missione e le parti verso gli obiettivi del mandato”.

Scuola di Applicazione, l’ Esercito contribuisce alla protezione del patrimonio culturale

Inaugurata  la seconda edizione del Master Internazionale in Cultural Property Protection in Crisis Response

Il 5 febbraio scorso ha avuto luogo presso l’Aula Magna di Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, la cerimonia inaugurale della seconda edizione del Master Internazionale in “Cultural Property Protection in Crisis Response”, Protezione del patrimonio culturale in risposta alle crisi.

All’evento hanno presenziato numerose autorità accademiche, civili e militari tra cui: il Rettore dell’Università degli Studi di Torino, Prof. Stefano Geuna, il Direttore del Master, Prof. Edoardo Greppi, il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Generale di Brigata Roberto Ricciardi, il Coordinatore del Programma International Affairs della Compagnia di San Paolo, Dott. Nicolò Russo Perez, il Responsabile del Settore Istruzione e Ricerca Scientifica della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Dott. Luigi Somenzari ed il Presidente del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, Arch. Stefano Trucco.

Il Generale di Divisione Salvatore Cuoci, Comandante dell’Istituto di Formazione, nel suo intervento di saluto, ha sottolineato che, in tempi di crisi, il recupero e la salvaguardia del patrimonio culturale in tutte le sue forme, non è solo un dovere giuridico ma un obbligo morale ed è quindi necessario lavorare in cooperazione fra mondo politico, culturale, universitario, militare e civile. Non sarebbe, infatti, possibile contribuire alla ricostruzione di un paese senza proteggere le testimonianze delle sue radici storiche e culturali. Successivamente, l’Arch. Antonia Pasqua Recchia, consigliere del Ministro Dario Franceschini,  già Direttore Generale e Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBACT), ha tenuto una Lectio inaugurale dal titolo “L’impegno internazionale del MiBACT per la protezione del patrimonio culturale” durante la quale ha delineato l’evoluzione storica delle attività del Dicastero nel campo della tutela del patrimonio culturale umanitario, definendo imprescindibile il ruolo ed il rapporto con le Forze Armate italiane nello specifico settore.

Il master, in lingua inglese, organizzato dalla Scuola Universitaria Interdipartimentale di Scienze Strategiche (SUISS) dell’Università degli Studi di Torino, svilupperà la fase residenziale presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito dal 4 febbraio al 29 maggio 2020. Successivamente, dal 30 maggio al 16 ottobre 2020, è previsto un periodo dedicato allo studio individuale ed alla preparazione della dissertazione finale. Il corso vedrà interessati due Ufficiali dell’Esercito, due rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e dodici frequentatori provenienti da Ciad, Etiopia, Italia, Nepal, Polonia,  Sri Lanka, Sudan, Vietnam e Yemen. I frequentatori del master avranno inoltre la possibilità di visitare a Parigi, presso il World Heritage Centre, la sede generale dell’UNESCO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita il 4 novembre 1946. Il master ha l’obiettivo di formare le future generazioni di professionisti (rappresentanti delle istituzioni militari e civili, organizzazioni non governative, gestori di siti culturali, studenti, peacekeepers, ecc.) dotate di un background multidisciplinare e competenze  avanzate nello specifico settore della tutela del patrimonio culturale secondo gli standard UNESCO e, più in generale, della capacità di valorizzare il ruolo della cultura nelle fasi di riconciliazione sociale e di ripresa economica delle aree colpite da conflitti o calamità naturali.

Tale progetto formativo costituisce un unicum nel panorama nazionale sia in termini di obiettivi didattici sia di contenuti e accresce ulteriormente l’offerta formativa dell’Istituto di Studi Militari che nel corso degli ultimi anni ha sviluppato notevolmente il fronte delle proprie iniziative formative contribuendo all’ incremento delle attività di internazionalizzazione degli studi.

 

Maria La Barbera

Alpini, Biella candidata per l’Adunata nazionale 2022

Sabato 1 febbraio presso la sede della Sezione Ana di Torino è stata convocata la riunione dei Presidenti del 1° Raggruppamento comprendente le Sezioni Ana del Piemonte, della Liguria, della Valle d’Aosta e della Francia

Fra i vari punti all’ordine del giorno  la votazione per la candidatura all’Adunata nazionale 2022. Le Sezioni che hanno presentato la candidatura sono: Alessandria- Biella- Genova e la scelta sarà fatta con voto segreto dei 25 Presidenti di Sezione.

Se una Sezione, al primo turno raggiunge la maggioranza assoluta ( 13 voti) sarà la candidata ufficiale. In caso contrario si procede al ballottaggio tra le prime due. Successivamente la Sezione vincente sarà segnalata alla Sede nazionale; stessa cosa faranno gli altri 3 Raggruppamenti segnalando la loro Sezione scelta per l’Adunata nazionale. L’anno scorso Alessandria non è stata favorita dalla sorte per l’Adunata nazionale 2021 e la preferenza è andata a Udine .

Ieri si è proceduto alla prima votazione dove Genova ha avuto il minor numero di voti; nel successivo ballottaggio fra Alessandria e Biella, la maggioranza dei presidenti ha scelto la città di Biella come candidata all’Adunata nazionale 2022 del 1° Raggruppamento.

La scelta finale per la città candidata all’Adunata nazionale 2022 spetterà al Consiglio Direttivo nazionale, che procederà alla votazione, nel mese di novembre, dopo aver visionato la disposizione logistica ( vie di comunicazione , ricettività alberghiera ecc.) delle 4 città finaliste

Ci auguriamo che, per l’Adunata nazionale 2022, la scelta cada sulla Sezione piemontese del 1° Raggruppamento di Biella .

Vincenzo Lumello

L’Esercito promuove il ricollocamento professionale

In Piemonte il progetto pilota per l’inserimento nel mondo del lavoro dei militari congedati

L’Esercito Italiano, quale maggiore contributore del comparto Difesa, attribuisce notevole importanza alla concreta attuazione del progetto che accompagna il processo di transizione dei volontari congedati e ne promuove la visibilità nel mercato del lavoro. Si tratta di ampliare le opportunità occupazionali ,e agevolare l’inserimento dei giovani nelle realtà lavorative,attraverso incontri informativi e rapporti con le aziende. 

Attualmente è in via di definizione un progetto pilota che potrebbe portare ad un successivo accordo nazionale fra le imprese afferenti la galassia del sistema Piccola Industria Confindustria e le Forze Armate. Nello specifico, nella realtà piemontese, il sistema di rappresentanza delle imprese, di intesa con la rappresentanza delle Forze Armate in loco, sta progettando dei percorsi formativi che accrescano le qualifiche del militare congedato sulla base delle specificità richieste delle aziende. Questo permetterà di aumentare l’apprezzamento di tali risorse umane nel mercato del lavoro o, addirittura, un travaso diretto nell’impresa.

A tal riguardo l’Esercito ha organizzato, nell’aula Beniamino Andreatta del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) di Roma, il primo workshop dal titolo “Il ricollocamento del personale militare  la prospettiva dell’Esercito”. Coordinato da Esercito Italiano, Segretariato Generale della Difesa e rappresentanti del mondo del lavoro, il seminario rientra nel progetto “sbocchi occupazionali”, a sostegno della ricollocazione professionale prevista a favore dei militari delle Forze Armate Italiane congedati/congedandi senza demerito.

A testimonianza della valenza del workshop hanno partecipato varie Autorità civili e militari, tra cui l’onorevole Enrico Borghi e l’onorevole Alberto Pagani membri della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, il Capo di SME, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, il Vice Segretario Generale della Difesa, Ammiraglio di Squadra Dario Giacomin ed alti rappresentanti delle Forze Armate.

L’implementazione del progetto “sbocchi occupazionali” consentirà di incrementare gli accordi interministeriali per agevolare l’inserimento lavorativo dei volontari congedati senza demerito. 

 

Maria La Barbera