Non vi sarebbe stato alcun maltrattamento o violenza ma soltanto “metodi educativi che, oggi, forse sono interpretati troppo severi”. Erika Liuzzo, difensore della maestra dell’ asilo di Susa agli arresti ai domiciliari, a causa di presunte vessazioni nei confronti dei piccoli alunni sostiene questa tesi. La donna accusata ha tenuto l’interrogatorio di garanzia. Il suo legale dice che ha risposto in modo approfondito e ha rilevato errori nelle intercettazioni ambientali. Ad esempio la maestra non dice “bestia”, come si legge agli atti, ma ”pepia”, termine dialettale che vuol dire noioso. Non sarebbe la prima volta che si sbatte il mostro in prima pagina senza che di mostro si tratti.