ERANO STATI ARRESTATI DALLA POLIZIA TURCA AL RIENTRO DALLA MISSIONE UMANITARIA NELLA CITTA' DI KOBANE ACCERCHIATA DALL'ISIS. AVEVANO PORTATO AIUTI PER RICOSTRUIRE L'OSPEDALE

Tornano a casa gli attivisti torinesi della carovana di aiuti in Siria

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Il gruppo, di cui facevano parte nove attivisti, aveva portato 55 chili di farmaci e 8mila euro

 

Dovrebbero tornare in Italia martedì i due attivisti vicini al mondo dei centri sociali, arrestati giovedì dalla polizia turca mentre stavano tornando da una missione umanitaria  a Kobane, la città  siriana accerchiata dall’Isis. I due, che avevano preso parte alla ‘Carovana per il Rojava’, che ha portato aiuti alla popolazione della città curda, hanno detto: “Non ci pentiamo di nulla, e saremo a Malpensa martedì”. Il gruppo, di cui facevano parte nove attivisti, aveva portato 55 chili di farmaci e 8mila euro per ricostruire l’ospedale cittadino: “La Turchia impedisce qualsiasi passaggio di aiuti alla popolazione – ha dichiarato a Repubblica uno dei promotori torinesi dell’iniziativa – Sia all’andata che al ritorno è stato necessario attraversare illegalmente il confine e i militari turchi hanno sparato un colpo di pistola e arrestato i due italiani e un ragazzo curdo che è stato picchiato a bastonate, privato delle scarpe e fatto rientrare dal lato del Rojava e colpito a pietrate”.