Questa mattina è morto Alessandro Frezzato. Alessandro, che aveva 32 anni, è stato attivo in tutte le battaglie radicali degli ultimi 13 anni, dando tutto se stesso malgrado la grave malattia che l’affliggeva, la “distrofia di Duchenne”. Alessandro era Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni ed è stato iscritto per 13 anni all’Associazione radicale Adelaide Aglietta di Torino. Più volte ha fatto parte del Comitato nazionale di Radicali Italiani.
Il funerale si svolgerà sabato mattina, 12 novembre, alle 10:30, presso la Chiesa Parrocchiale Risurrezione del Signore, in Via Monte Rosa 150, zona Barriera di Milano, tra corso Giulio Cesare e Corso Taranto.
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Riccardo Magi, Michele Capano e Antonella Soldo, rispettivamente segretario, tesoriere e presidente di Radicali Italiani hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
“Nel 2004, appena ventenne, incontra i radicali e prende parte alle iniziative per il referendum sulla Legge 40, sulla procreazione medicalmente assistita. Da allora il suo corpo di malato – era affetto dalla distrofia di Duchenne – lo ha impegnato totalmente nelle lotte per la libertà di ricerca scientifica, per la laicità, per i diritti delle persone. La terribile patologia che lo costringeva in sedia a rotelle e a tenere sempre un respiratore non gli ha impedito di dare forza e voce a migliaia di cittadini italiani. Negli ultimi tempi, in particolare, si stava occupando della questione barriere architettoniche: una ragione in più per noi per onorare la sua memoria è proseguire il suo impegno. Alla famiglia che lo ha sostenuto in questa vita così piena, mandiamo il nostro abbraccio. Abbiamo perso un compagno prezioso, un dirigente responsabile. Ci restano le sue parole e le sue idee, i suoi “appunti di una battaglia per la vita e la speranza”, come recita il titolo di un suo libro pubblicato da Quaderni radicali”.
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I Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Igor Boni, Silvja Manzi e Laura Botti lo ricordano così:
“Alessandro era caparbio, non mollava mai. Ha avuto la forza di lottare per le sue idee, la stessa forza che ha usato per lottare contro la malattia. Dallo storico referendum contro la vergognosa legge 40 che impediva la ricerca scientifica sulle cellule staminali ha percorso un lungo tratto di strada con noi. In prima linea per lottare contro le barriere architettoniche, per il riconoscimento al diritto alla sessualità per i disabili, per la libertà di scelta sul fine vita; è stato tra i promotori della delibera di iniziativa popolare che ha istituito il registro dei testamenti biologici a Torino. Proprio lui che non aveva la minima intenzione di farla finita e che, anzi, era aggrappato alla sua vita, malgrado la gravissima malattia che l’aveva colpito e debilitato. Perdiamo un compagno di strada ma quella strada la proseguiremo”.
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Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni ha scritto queste righe in ricordo di Alessandro:
“Sono felice di essere andata a trovarlo tre settimane fa. Era sereno e non c’erano segni di problemi. Doveva sempre riguardarsi, infatti, gli sarebbe piaciuto quella sera essere presente al convegno sull’eutanasia, organizzato dalle Associazioni Adelaide Aglietta, Luca Coscioni e la Chiesa Pastafariana. L’ho dissuaso, per non prendere freddo. Stava studiando e voleva specializzarsi in Bioetica. Nessuno sa che era anche un bravo pittore. Ho visto degli acquarelli. Era pieno di idee e una gran voglia di vivere, nonostante le grandi difficoltà legate alla sua patologia. Mi aveva chiesto diversi mesi fa di interessarmi per un problema di barriere architettoniche. Infatti, gli avevo portato il messaggio di Marco Cappato che appena terminato il lavoro di Legalizziamo, se ne sarebbe occupato.
Caro Alessandro, prendiamo il tuo testimone e continuiamo anche al posto tuo. Tu riposa in pace!
Ai genitori e a chi lo assisteva con affetto e professionalità vogliamo essere vicini nel loro dolore”.
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Carmelo Palma, Direttore di Strade lo ricorda così:
“Oggi è morto Alessandro Frezzato, malato di distrofia muscolare, che avevo conosciuto poco più che ragazzino, oltre un decennio fa, mentre era già impegnato, come tanti “inguaribili” dell’Associazione Luca Coscioni, a guarire la politica italiana dalla malattia mortale del pregiudizio e del moralismo antiscientifico. È stato un esempio di forza e un compagno di avventura che ricorderò sempre con commozione e immensa gratitudine. La sua famiglia, per come ha reso possibile che un ragazzo accartocciato su una sedia a rotelle e legato giorno e notte a un respiratore potesse vivere una vita pubblica e piena, coltivando le idee che lo appassionavano, merita oggi – per ragioni non solo umane, ma politiche – un abbraccio e un tributo di sincera riconoscenza”.