ECONOMIA- Pagina 94

Sempre più turisti in Piemonte. Record di americani

Continua la crescita dei turisti che scelgono il #Piemonte: la tendenza è consolidata dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Turistico della Regione ed è dovuta soprattutto al mercato estero, aumentato del 22 per cento nei primi sei mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022 e un con un livello di soddisfazione di 87,3/100, superiore agli 86,7/100 della media italiana.

Più in generale è tutto il settore rilevato da VisitPiemonte – DMO ad essere in crescita: per esempio, rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso gli arrivi sono aumentati del 14,3 per cento e le presenze del 10,1 per cento, con un record di crescita del 50 per cento di pernottamenti di turisti provenienti dagli Stati Uniti, seguiti da Francia, Svizzera e Germania. Bene anche il mercato interno, con una crescita degli arrivi che oscilla dal 20 al 25 per cento prevalentemente da Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna e con laghi e colline che registrano l’incremento più consistente, tra il 10 e il 20 per cento, se pur le presenze si concentrino principalmente sui territori di Torino e prima cintura dove si supera oltre il 35 per cento dei pernottamenti piemontesi. Un andamento confermato anche dai numeri dell’aeroporto di Torino, che dall’inizio dell’anno ha contato 2.268.490 passeggeri, in aumento del 18,7 per cento rispetto al 2022.

«Abbiamo scelto di investire risorse importanti sul turismo e di continuare a farlo anche negli anni della pandemia, per essere pronti ad accogliere l’interesse crescente verso il nostro territorio non appena le condizioni hanno reso possibile il ritorno ai viaggi – commentano il presidente della Regione Alberto Cirio e Vittoria Poggio – Assessore Regionale – Ora raccogliamo i frutti di questo lavoro, con l’aumento degli arrivi dall’estero a conferma che il nostro territorio è un’eccellenza turistica a tutto campo. Questi risultati di oggi sono per noi un incoraggiamento a proseguire su questa strada anche per gli anni a venire».

Uncem con Bardonecchia per sostenere il turismo

“Quando qualche giorno fa abbiamo inviato il manifesto Uncem #SceglilaMontagna, eravamo alla vigilia dei gravi fatti di Bardonecchia. Che hanno subito messo in moto una catena di impegno del sistema di Protezione Civile e di tutti gli Enti locali con la Regione per risolvere le criticità nel più breve tempo possibile. #SceglilaMontagna è un hashtag perfetto per Bardonecchia, dove l’estate non è certo finita! Non si devono interrompere prenotazioni in strutture ricettive e ristoranti. Tutti siamo impegnati a sostenere il turismo a Bardonecchia e nelle Valli alpine e appenniniche. La città ferita dalla furia di quelle masse di detriti e acqua è già in piedi, non si è mai fermata. Dobbiamo tutti sostenere le attività economiche e dire con forza che l’estate è in corso, non è certo finita”.

Lo affermano Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Investire in “algoritmi”, la nuova truffa finanziaria

 

Prendiamo uno punto da un fatto reale segnalato da un lettore per fare qualche riflessione sugli investimenti del risparmio, sulle sue finalità, sulle cautele da adottare prima di fare qualsiasi operazione.

Il signor A.B. di Pavia un giorno di dicembre 2022 riceve una telefonata da una persona che, definendosi broker di un’importante società finanziaria londinese dal nome impronunciabile invita l’interlocutore ad investire in una formula innovativa e sicura di compravendite sui mercati internazionali gestita automaticamente da un “algoritmo”. Senza lasciare spazio a domande o richieste di chiarimenti, con un profluvio di parole, cifre, commenti chiude la sua “presentazione” con il suadente suggerimento: “Può fare una prova sull’efficacia del nostro sistema anche con un modesto capitale, bastano solo 200 euro per iniziare a guadagnare moltissimo”.

La modestia dell’importo spinge A.B. a bonificare 200 euro su un conto indicatogli dal broker.

Dopo poche settimane il telefono squilla e la stessa voce comunica al cliente che l’investimento è andato a buon fine e che il capitale è già cresciuto a 500 euro; prova della serietà e dell’efficacia dell’algoritmo, di cui sarebbe opportuno sfruttare meglio le potenzialità investendo una cifra più elevata.

Allettato dai guadagni già conseguiti, il malcapitato bonifica questa volta 5.000 euro ed attende fiducioso. A marzo 2023 apre il suo “dossier” e scopre con grande soddisfazione che il capitale è cresciuto a ben 25.000 euro! Contatta il broker, lo complimenta per l’eccellente suggerimento datogli e chiede di disinvestire la metà del capitale per ritirarsi il lauto guadagno lasciando ancora una bella cifra sul conto per moltiplicarsi ulteriormente.

Ma qui inizia l’odissea…

L’interlocutore cerca in tutti i modi di dissuaderlo, proprio ora che sta cominciando a vedere cifre consistenti, proprio ora che l’algoritmo può lavorare su un capitale importante, rinuncia ai grandi profitti: “Entro fine anno è possibile che lei arrivi a 150.000 euro, avendo investito solo 5.200 euro!”

A.B. insiste ed allora ecco altri ostacoli: per disinvestire occorre pagare imprecisate imposte inglesi, il capital gain previsto dalla legge italiana, le spese amministrative di custodia, per un totale di 5.000 euro da pagare anticipatamente. A malincuore il cliente accetta, bonifica ed attende fiducioso…

Dopo un mese, preoccupato, ricontatta la società a Londra, protesta per il ritardo ma la risposta che riceve è incredibile: “Non abbiamo eseguito l’accredito perché nel frattempo il capitale è aumentato a 50.000 euro, quindi per svincolarlo occorre pagare ulteriori tasse e spese per 5.000 euro!”. Dopo lunghe discussioni A.B. accetta ma a condizione di ricevere l’intera somma maturata e non soltanto la metà; il consulente alla fine promette un rapido versamento del capitale. Disposto il bonifico, il cliente aspetta fiducioso (ma non troppo)…

Pongo a tutti una domanda: pensate che l’accredito sia arrivato? Per quale importo?

La risposta è purtroppo ovvia: il cliente non ha ricevuto nulla, il telefono della società risulta “non connesso”, a Londra non esiste nessun operatore finanziario con il nome che per mesi ha spedito “estratti conto” con risultati miracolosi…

Qualche commento è d’obbligo, e qualche raccomandazione è urgente.

A.B è stato sicuramente un ingenuo, spinto purtroppo dall’avidità di guadagnare grosse cifre senza rischiare in poco tempo. Un obiettivo assurdo, perché una delle prime regole della finanza è che si può guadagnare tanto ma solo rischiando tanto e soprattutto aspettando un tempo ragionevole, non certo poche settimane. Ha spedito soldi a sconosciuti senza verificare PRIMA di chi si trattasse e soprattutto ha “investito” senza sapere neppure “come”, “dove” e “perché”, senza firmare un contratto, senza fornire ai misteriosi broker un suo profilo di rischio e quel minimo di informazioni che ogni intermediario è obbligato (in Italia, in Gran Bretagna ed in tutti i paesi del mondo) ad ottenere prima di consigliare un’operazione sui mercati.

Le raccomandazioni sono importanti, sembrano banali ma purtroppo, come si constata da questo caso e da centinaia di altri simili, non seguite scrupolosamente dai risparmiatori.

NON dare soldi a sconosciuti

NON illudersi di diventare ricchi in poco tempo senza rischiare

NON consegnare denaro contante, assegni o fare bonifici a favore di persone, ma solo a favore di società regolarmente iscritte all’Albo tenuto dalla Consob.

NON fare operazioni di cui non si capisce bene il meccanismo (non basta un fantomatico “algoritmo” per garantire guadagni consistenti…).

NON attendere e segnalare subito i fatti alla Consob per adottare i provvedimenti del caso. La commissione, a fronte di truffe può oscurare i siti e bloccare le linee telefoniche delle società che operano al di fuori e contro la legge che tutela i risparmiatori. Nell’ultimo anno sono stati messi fuori gioco quasi 1.000 siti pirata, e già questa cifra dà l’idea di quanto il fenomeno sia diffuso.

NON illudersi di ricuperare le somme versate: le controparti spariscono nel nulla una volta raccolti abbastanza soldi, e ricompaiono sotto altri nomi dopo pochi giorni.

Al signor A.B. tutta la nostra solidarietà e l’invito per il futuro a restare nei recinti sicuri regolati da leggi e regolamenti italiani. Meglio un magro 3% ricavabile da un BTP che un 400% farlocco promesso da un “algoritmo”…

 Gianluigi De Marchi

demarketing2008@libero.it

 

L’agroalimentare piemontese si presenta alla Cina

L’assessore regionale Luigi Genesio Icardi ha partecipato nella mattinata di sabato 18 agosto, in rappresentanza della Regione Piemonte, all’inaugurazione della fiera internazionale di Fenyang, in Cina, insieme con la sindaca di Barolo, Renata Bianco.

L’invito a prendere parte a questo prestigioso evento, tra i più importanti in Cina nel settore dei vini e dei distillati, era stato comunicato alle autorità piemontesi a fine luglio nel corso di un incontro istituzionale nella sede della Provincia di Cuneo da parte di una delegazione di amministratori e imprenditori cinesi, tra i quali il sindaco di Lvliang, Zhang Guangyong e il sindaco di Fenyang, Jia Yongxiang, in visita alle Cantine e ai territori Unesco delle Langhe.

«L’interesse del mercato cinese verso l’agroalimentare e l’enoturismo piemontese – osserva l’assessore regionale Icardi – è in crescita esponenziale. L’attenzione viene concentrata soprattutto sulle produzioni di alta qualità del nostro territorio, comprese quelle della manifattura e delle attrezzature legate alla vinificazione. Settori verso i quali la Regione Piemonte offre costante supporto alle imprese impegnate sul fronte dell’internazionalizzazione».

Nei contatti avuti in fiera a Fenyang, l’assessore Icardi ha illustrato la forza dell’agroalimentare piemontese, che conta 18 vini Docg, 41 vini Doc, 14 prodotti Dop, 9 prodotti Igp e 341 prodotti Pat, con oltre 54 mila imprese (di cui oltre 4.300 nel solo comparto del cibo e delle bevande), 111 mila addetti e più di 7 miliardi di euro di fatturato nell’ambito delle esportazioni.

Nel suo intervento ufficiale, la sindaca Bianco ha parlato della realtà del Barolo derivata dal vitigno Nebbiolo degli undici Comuni facenti parte dell’area di Denominazione di origine controllata e garantita, con una produzione di circa 14 milioni di bottiglie all’anno.

«Rilevo con soddisfazione come il “brand” Barolo sia molto affermato in Cina – commenta la sindaca Bianco -; da paese principalmente agricolo, negli anni Barolo si è trasformato in un paese ad alta vocazione turistica, grazie all’eccellenza dell’enogastronomia locale e della ricezione turistica, con un passaggio stimato di più di mezzo milione di visitatori all’anno».

La missione dell’assessore Icardi in Cina continuerà nei prossimi giorni con una serie di visite ad ospedali e centri sanitari, concludendosi a Wenzhou, con la consegna di un attestato di ringraziamento della Regione Piemonte alla comunità locale per l’aiuto offerto alla Sanità piemontese durante la pandemia. 

 

La cotoletta “La Piemontese” sempre più conosciuta

Giachino: “Rilancia la produzione dei nostri formaggi e la produzione della nostra carne più pregiata” 

Caro Direttore,
Uno degli obiettivi che mi ero posto con il lancio della “Cotoletta La Piemontese” si sta realizzando gradualmente. Il fatto che il Ristorante POLLASTRINI abbia inserito nel Menu la Cotoletta La Piemontese con la Toma della Valle di Lanzo ha scatenato le rimostranze del Sindaco di Pragelato, Giorgio Merlo, e di alcuni clienti che hanno richiesto la Toma della Val Chisone e qui l’inghippo. Nei negozi di formaggi così come nei supermercati vi sono solo alcuni tipi di TOME, da quella di Lanzo a quella di Bra a quella del Moncenisio. A Bardonecchia oggi ho gustato la Cotoletta con la Toma della Val Susa ma se avessi richiesto la Toma della Val Pellice non l’avrei trovata.
Contemporaneamente la Pro loco di Caselle sotto l’invito del Sindaco giovedì sera ha presentato ai giornali locali la Cotoletta La Piemontese con la Toma della Valle di Lanzo. I produttori della Toma di Lanzo si sono presentati con una forma e con un manifesto che evidenzia l’abbinata cotoletta piemontese con la Toma di Lanzo. Alla serata hanno prese parte anche alcuni produttori locali di carne di razza piemontese .
Giovedì prossimo da POLLASTRINI si potranno gustare la cotoletta con la Toma del Moncenisio e con la Toma della Valle di Lanzo.
A Settembre a Pragelato sotto la spinta del Sindaco e della Assessore Morra si terrà la Festa della Cotoletta La Piemontese.
Cosicché mia figlia che si occupa di marketing e comunicazione simpaticamente ha rinfacciato a me e a Merlo di essere passati dalla Festa della Amicizia alla Festa della Cotoletta, La Piemontese. Sarà. Quel che è certo è a sole 2 settimane dal Lancio della Cotoletta La Piemontese l’interesse dei produttori di formaggi e di carne si è risvegliato e la curiosità del pubblico e da sottolineare. Su Google se digitate Toma della Valle di Lanzo o della Val Susa viene fuori Bartolomeo GIACHINO .
Siamo sulla strada giusta spingere questo nuovo Piatto della Cucine Piemontese che usa come materia prima la carne di razza piemontese e una delle TOME delle nostre Valli aiuterà il rilancio dei nostri formaggi , aiuterà gli alpeggi che li producono e aiuterà i produttori di carne. E alla fine siccome tutto fa PIL il nuovo piatto che rimpiango di non aver presentato prima aiuterà la crescita delle economia del Piemonte è il lavoro.
Mino GIACHINO

Manifestazioni turistiche, i contributi dalla Regione Piemonte

Da oggi 7 agosto fino al 20 settembre resterà aperto un bando per la concessione di contributi a manifestazioni e iniziative turistiche di particolare rilevanza anche sinergiche con grandi eventi in programma sul territorio nazionale e regionale e, dunque, in grado di generare flussi turistici e ricadute economiche importanti.

Il bando ha una dotazione di 860.000 euro, ed è finanziato al 50% dalla Regione e per la restante parte dal Fondo Unico sul Turismo dello Stato. Saranno concessi contributi ad enti pubblici o di diritto pubblico del Piemonte e ad associazioni senza scopo di lucro con sede legale in Piemonte, che svolgeranno attività di comunicazione e promo-pubblicità nell’ambito di manifestazioni ed eventi organizzati in Piemonte.

«L’obiettivo generale – spiega l’assessore alla cultura turismo e commercio, Vittoria Poggioè di promuovere, attraverso gli eventi dedicati ai prodotti d’ eccellenza del territorio e le iniziative di promozione del turismo sostenibile, la diffusione e la conoscenza di pratiche enogastronomiche, consumo di cibo più attente all’impatto ambientale, sociale, culturale ed economico, legate all’importante tradizione agroalimentare piemontese oltre alla pratica di attività turistiche tese a preservare il pregio ambientale e la biodiversità del territorio».

Cresce infatti sempre di più l’interesse per l’enogastronomia, le tipicità̀ del territorio ed il turismo a basso impatto ambientale, anche grazie alle iniziative sui territori di rilevanza internazionale, nazionale o regionale, organizzate nel rispetto dei principi e degli obbiettivi della strategia generale di sviluppo sostenibile.  Assumeranno particolare valore le iniziative di comunicazione e di promo-pubblicità che si caratterizzeranno sul piano dell’innovazione tecnologica e le manifestazioni organizzate nel rispetto del principio di sostenibilità in coerenza con gli obiettivi della strategia nazionale e regionale per lo sviluppo sostenibile valorizzando al contempo l’accessibilità e la fruizione ai disabili.

Il bando è consultabile nella sezione Bandi del sito regionale: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/cultura-turismo-sport

Uncem: il digital divide spaventa la montagna

È allarme. Divario digitale gravissimo e in aumento, nonostante il Piano banda ultralarga che avrebbe dovuto portare fibra ottica e segnali nei territori montani. E che invece è in drammatico ritardo. Uncem nazionale sta lavorando con il Dipartimento guidato dal Sottosegretario Butti e dal Capo Dipartimento Borrelli per generare nuove opportunità grazie ai Piani Italia 1Giga e Italia 5G del PNRR. Molte risorse allocate, che devono colmare disuguaglianze e sperequazioni, come raccontano i cittadini di Carrega Ligure e di altri 2700 Comuni italiani, oggetto della mappatura dal basso mossa da Uncem, sin dal 2018, che prosegue. E le segnalazioni si possono ancora trasmettere qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffSF7AfoeehyhuRU0CswBgofADsJHp4W-9K2feULSbnTv9Qg/viewform?usp=sf_link
Per dire, tutti insieme, dove i telefoni cellulari non prendono. Perchè le reti sono inadeguate. Non solo nelle gallerie della TAV alta velocità ferroviaria tra Bologna e Roma. La situazione è, secondo Uncem, drammatica in tante, troppe parti d’Italia rurali e montane, come il Presidente Marco Bussone denuncia da tempo.

Gli antidoti e le soluzioni ci sono. Nel PNRR ci sono le risorse e altre si possono, si devono trovare. Lo deve fare lo Stato per arrivare – come successe negli anni Sessanta per strade ed energia elettrica – laddove gli operatori privati non arrivano, perché non remunerativo. Ovvero investire, come Stato e Istituzioni centrali e regionali, in pali, tralicci, sui quali gli operatori telco possono installare ripetitori. Ci sono 1,5 milioni di euro, per questo obiettivo, già stanziati dalla legge di bilancio 2020. Pochi indubbiamente, ma oggi assurdamente fermi e non investiti. Ai quali se ne possono aggiungere altri, con opportuni investimenti, nella legge di bilancio 2024. Uncem è già al lavoro. Anche per portare ovunque il 5G, spiegando ai Sindaci più diffidendi e timorosi che non ha senso aver paura, anche con l’innalzamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche da 6 a 20 volt/metro. Operazioni verità sulle quali Uncem sostiene con forza il Governo. Per arrivare ovunque con i segnali mobili. Proprio come ha fatto l’Emilia Romagna, con Regione, l’in house Lepida, Uncem insieme: mappatura delle aree senza segnale nell’Appennino, azione con i Comuni montani, pianificazione e investimenti. Togliendo burocrazia, costi e dando soluzioni vere alle popolazioni residenti e ai turisti. Segnali di civiltà, con investimenti non elevati, modello per altri territori, con lo Stato protagonista, vicino a tutti, che accorcia le distanze e abbatte il divario digitale, emergenza che vogliamo come Uncem sconfiggere.

Temporale di Caselle, distrutti anche i raccolti

Ieri sera, la tempesta che ha costretto alla chiusura l’aeroporto di Caselle, ha causato anche gravi danni alle coltivazioni della zona a Nord di Torino, tra Ciriacese e basso Canavese.

Una vera e propria beffa. In questi giorni si sta programmando il raccolto del mais da insilato ma in un attimo gli agricoltori si sono visti abbattere le piantagioni di mais, proprio quest’anno che, nonostante le mille difficoltà, finalmente, sembrava promettere un buon raccolto.

La coltura più danneggiata è il mais che è ormai in fase di raccolta per la destinazione a insilati. Interi campi sono stati abbattuti dal forte vento e schiacciati dalla grandinata. Azzerati tutti i cosiddetti secondi raccolti che vengono destinati al consumo bovino e che hanno piante ancora in crescita, ma è andato distrutto anche il 50% dei primi raccolti, la parte più importante dell’annata agricola. Molti agricoltori avevano programmato questo raccolto proprio questa settimana. Ma anche la trebbiatura tardoestiva delle sole pannocchie è a rischio visto che queste sono finite tutte a terra e rischiano di marcire.

Francesco Nepote Nus, allevatore di Caselle, aveva programmato il taglio venerdì. «Avremmo dovuto tagliare martedì o mercoledì, ma il terreno troppo molle per le piogge dei giorni scorsi ci ha conviti a ritardare. Solo un paio di giorni di ritardo e abbiamo perso il 50% della produzione. È stato un finimondo: c’era acqua nell’abitazione e nelle stalle. Abbiamo avuto anche i fabbricati scoperchiati».

Intanto, in val Clarea a Giaglione, nella stessa tempesta che ha causato la colata detritica a Bardonecchia la grandinata ha portato via il 40% della produzione di uva Avanà. Nella stessa zona una frana ha chiuso alcune canalizzazioni.

«I temporali ad agosto ci sono sempre stati ma non di questa potenza – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, che ha visto le sue coltivazioni sfiorate dalla tempesta – Agli agricoltori colpiti va tutta la nostra solidarietà ma è evidente che fare agricoltura di fronte al cambiamento climatico è sempre più una sfida impari. Seminiamo e curiamo ma poi, quando stai già facendo i calcoli di quanto raccoglierai, in un quarto d’ora, sparisce tutto il frutto di un anno di lavoro. Perdere il mais o il fieno significa perdere materie prime necessarie alle filiere del latte e della carne così importanti per il nostro territorio e che stanno già scontando gli effetti della guerra e della speculazione. Mettere al sicuro le aziende agricole non interessa solo il nostro comparto agricolo ma tutte le filiere alimentari. Per questo è fondamentale che le aziende agricole siano messe in condizione di potere assicurare i raccolti distrutti da eventi calamitosi come questi. Se le aziende agricole non vengono aiutate a fare fronte a questo clima tropicale c’è il rischio di nuove chiusure con ripercussioni gravi su tutto il settore agroalimentare e sulle economie dei territori».

I prezzi al consumo a Torino salgono del 6,5% rispetto a un anno fa

Gli indici dei prezzi al consumo di Luglio 2023 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. Le modalità con le quali la situazione che si è venuta determinando è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat nella quale viene anche ricordato che gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

Nel mese di Luglio 2023 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 118,6 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,1% rispetto al mese precedente e del +6,5% rispetto al mese di Luglio 2022 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,1% sul mese precedente e +5,1% su luglio 2022. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano INVARIATO rispetto al mese di giugno 2023 e +9,1% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano INVARIATO sul mese precedente e +3,9% rispetto a luglio 2022.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva -0,1% su base congiunturale e +8,3% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari INVARIATO sul mese precedente e +10,2% sull’anno precedente,

Beni Energetici -1,2% sul mese precedente e +6,9% sull’anno precedente,

Tabacchi -0,6% sul mese precedente e +1,9% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e +5,5% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,3% su base congiunturale e +3,4% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,2% sul mese precedente e +4,3% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni -0,3% sul mese precedente e +0,5% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona +0,3% sul mese precedente e +5,4% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +0,6% sul mese precedente e +1,6% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,1% sul mese precedente e +1,8% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,3% rispetto al mese precedente e +5,0% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di Luglio si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/ (p.v.)

Ora c’è il distretto piemontese della frutta e del cibo

Assessore Protopapa: “Il riconoscimento valorizza il principale centro di produzione di frutta in Piemonte insieme al territorio rurale”

L’Assessorato regionale all’Agricoltura ha ufficialmente riconosciuto il Distretto del cibo della Frutta, che identifica l’area a vocazione frutticola del Piemonte come principale centro di produzione a livello regionale e tra i più rilevanti a livello nazionale.

Hanno aderito in tutto 44 comuni che si collocano tra le province di Cuneo e Città Metropolitana di Torino, con Saluzzo in posizione baricentrica e gli altri centri di Savigliano e Fossano, fino a comprendere il Cuneese verso sud e la pianura cavourese a nord. Fanno parte del Distretto la Camera di commercio di Cuneo, Fondazione Agrion, Polo Agrifood, i rappresentanti dei produttori, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, le 8 organizzazioni dei produttori presenti sul territorio (Coop Jolly, Eden Fruit, JoinFruit, Lagnasco Group, Ortofruit, Piemonte Asprofrut, Rivoira, Solfrutta ), l’Associazione Pro Cavour, l’Associazione Pro Loco Lagnasco.

A favorire la costituzione del Distretto in questa area sono stati l’organizzazione del Tavolo Frutta del Monviso che, pur più esteso, concentra nell’area distrettuale il suo fulcro operativo e la presenza sul territorio del Centro Sperimentale di Frutticoltura, gestito dalla Fondazione Agrion in collaborazione con le organizzazioni dei produttori e con le associazioni di categoria.

La nascita del nuovo distretto è il risultato del lavoro di concertazione tra i soggetti protagonisti del comparto locale e permette di valorizzare il principale centro frutticolo regionale da cui provengono i due terzi di tutta la produzione piemontese – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa – Ora abbiamo un ulteriore “strumento” che permette di agire in modo coeso sia nello sviluppo di strategie a favore del sistema frutta locale e del territorio rurale, sia nell’affrontare le criticità”.

Il coordinatore del Tavolo Frutta Monviso e proponente del Distretto, sindaco del Comune di Lagnasco, Roberto Dalmazzo esprime massima felicità per aver raggiunto l’obiettivo: ”Il prossimo passo che andrà a formalizzare il Distretto del cibo della frutta sarà la sottoscrizione dell’atto costitutivo previsto per la prima metà di settembre, da parte di tutti i soggetti aderenti. Grazie all’Assessore Protopapa e al Presidente Cirio per aver proposto al tavolo frutta la creazione del Distretto diventato oggi, dopo tanto lavoro, riconosciuto. Un grazie anche allo studio Chintana per aver redatto il progetto”.

DATI

L’areale frutticolo distrettuale si sviluppa attualmente su oltre 16.000 ettari (15.288,38 ha in Provincia di Cuneo e 942,92 ha in Città Metropolitana di Torino), complessivamente in incremento negli ultimi 10 anni (+ 13,89%).

Sono presenti 8 Organizzazioni dei produttori e sono operativi oltre 7.000 addetti diretti, a cui si aggiungono quasi 14 mila lavoratori stagionali.

Il comparto evidenzia un forte orientamento verso la produzione di frutta per il consumo fresco; le specie più rappresentate sono mele, kiwi, nettarine, pere, susine e pesche.

Non sono trascurabili le produzioni di frutta in guscio tra cui, soprattutto, il castagno e il nocciolo, quest’ultimo in forte crescita. Nel territorio di Distretto ricadono quasi l’87% dei meleti coltivati in Piemonte, il 97% delle nettarine, oltre il 76% delle coltivazioni di kiwi, poco meno del 74% dei pereti, il 72% dei susini e il 42% dei pescheti.