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Rivoli, Destinazione Lavoro
UN NUOVO INCONTRO PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE NEL SETTORE RISTORAZIONE E MENSE
Dopo il positivo riscontro del primo appuntamento dello scorso 11 aprile, il Comune di Rivoli prosegue con il ciclo di iniziative dedicate all’incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro, focalizzandosi su specifici settori professionali.
Il secondo incontro si terrà mercoledì 4 giugno 2025, dalle ore 10:00 alle ore 12:30, presso il Centro d’Incontro Don Puglisi (Via Camandona 9/A, Rivoli), e sarà dedicato al settore della Ristorazione e dei servizi Mensa.
L’iniziativa – aperta a tutte le persone in cerca di occupazione – offre l’opportunità di conoscere da vicino le realtà aziendali del territorio, entrare in contatto con i responsabili delle risorse umane e presentare direttamente il proprio curriculum.
A collaborare alla buona riuscita della manifestazione: Comune di Rivoli – Assessorato al Lavoro, Agenzia Piemonte Lavoro – Centro per l’Impiego di Rivoli; Patto Territoriale Zona Ovest di Torino.; Turismovest, per il coordinamento logistico.
L’appuntamento si inserisce all’interno del progetto “Destinazione Lavoro – Investo sul mio futuro”, volto a facilitare l’occupabilità attraverso eventi tematici mirati, in grado di valorizzare le professionalità richieste dal mercato locale.
«Con “Destinazione Lavoro” vogliamo offrire strumenti concreti a chi è in cerca di occupazione, mettendo in contatto diretto cittadini e imprese. – afferma l’Assessore al lavoro Marco Tilelli – Dopo il successo del primo incontro, continuiamo su questa strada, convinti che la collaborazione tra istituzioni, mondo del lavoro e territorio sia la chiave per creare opportunità reali e inclusive.»
Per partecipare è necessario iscriversi entro venerdì 30 maggio 2025 compilando il form online inserito nella news sul sito della Città di Rivoli.
Per informazioni: ufficio.lavoro@comune.rivoli.to.it
011 9511900 / 358
Torino, la burocrazia rallenta le aziende
La burocrazia continua a rappresentare un ostacolo imponente per le imprese italiane. Se, di fronte alle recenti crisi epocali, le aziende artigiane hanno saputo adottare strategie lungimiranti per fronteggiarle, quando si tratta di burocrazia sembra invece di combattere contro i mulini a vento. Sebbene non sia priva di utilità, la macchina burocratica si dimostra spesso inefficiente, costosa e responsabile di un enorme dispendio di tempo e risorse, sia per le imprese che per la stessa Pubblica Amministrazione.
A soffrire maggiormente sono le micro e piccole imprese artigiane. Secondo una recente ricerca di Confartigianato, un imprenditore di una piccola azienda deve dedicare ogni anno ben 238 ore solo per adempiere a obblighi burocratici, un carico di lavoro superiore di 56 ore rispetto alla media dei Paesi OCSE.
Una fotografia poco lusinghiera arriva anche dallo studio condotto nel 2024 dall’Università di Goteborg, che ha analizzato la qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni in 210 regioni dell’Unione Europea. Le regioni italiane, nel complesso, ottengono risultati modesti: la più virtuosa, il Friuli Venezia Giulia, si posiziona al 63° posto a livello europeo. Il Piemonte, invece, si colloca solo al 127° posto e al nono nella classifica regionale.
La complessità burocratica è evidente anche nei dettagli. Per avviare l’attività di un fabbro, ad esempio, è necessario affrontare una serie di adempimenti che comprendono: relazione tecnica sul ciclo produttivo, valutazione previsionale e definitiva dell’impatto acustico, autorizzazione per emissioni in atmosfera, autorizzazione agli scarichi e valutazione dei rischi. Tutto da presentare in duplice copia, per un totale di 1,95 chili di documentazione cartacea e costi professionali che si aggirano intorno ai 5.000 euro. E se il fabbro decidesse di assumere un apprendista? Dovrebbe prepararsi a investire non solo denaro, ma anche molta pazienza.
Anche nei lavori pubblici, la burocrazia si rivela una zavorra. Sempre secondo Confartigianato, in Italia occorrono in media 815 giorni — ovvero circa 2 anni e 3 mesi — per portare a termine una gara d’appalto per lavori come la riasfaltatura di una strada a doppia corsia lunga 20 chilometri.
“Da sempre chiediamo che la semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – va realizzata con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo (la semplificazione del rapporto fra fisco e contribuente è possibile realizzarla, perché il Fisco possiede già le informazioni sui contribuenti, ad esempio con la fatturazione elettronica.).”
“Occorre, quindi, agevolare l’accesso a servizi pubblici digitali, semplificare normative regionali e favorire l’interscambiabilità documentale all’interno della P.A. – continua De Santis – Il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici sono ancora troppo basse. A pagare il conto sono le aziende che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche alla loro attività produttiva.”
Un segnale positivo è arrivato ad aprile, con l’approvazione da parte del Governo di un disegno di legge che prevede l’abrogazione di oltre 30.700 norme emanate tra il 1861 e il 1946. Una volta definitivamente approvata, la misura porterà a una riduzione del 28% del totale delle norme in vigore. “Si spera che i tempi di approvazione siano ragionevolmente brevi. – conclude De Santis – Il successo del Pnrr dipende proprio dal dialogo con i rappresentanti del tessuto produttivo, a partire da artigiani e piccole imprese, e dalla sua sostenibilità amministrativa, con il superamento degli ostacoli e delle lentezze nella gestione dei processi della PA.”
La Giunta regionale del Piemonte ha approvato una nuova misura a sostegno delle micro, piccole e medie imprese del territorio: “Voucher certificazioni PMI per competitività e sostenibilità”. L’iniziativa, proposta dagli assessori Andrea Tronzano (Attività produttive) e Matteo Marnati (Ambiente e Innovazione), mette a disposizione un fondo di 8 milioni di euro per favorire l’adozione di certificazioni volontarie in ambito tecnologico, ambientale e dell’innovazione sostenibile.
Obiettivo della misura è rafforzare la competitività delle PMI piemontesi, agevolandone l’accesso ai mercati nazionali e internazionali attraverso strumenti riconosciuti per la qualità e la sostenibilità.
Il contributo, a fondo perduto, potrà coprire tra il 50% e il 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 100.000 euro per impresa. Le spese finanziabili includono consulenze, formazione e l’acquisto di beni e servizi direttamente connessi al processo di certificazione.
«Con questa misura – dichiara l’assessore Tronzano – vogliamo aiutare le nostre imprese a compiere un salto di qualità. Le certificazioni non obbligatorie rappresentano oggi un vantaggio competitivo fondamentale per operare nei mercati globali, soprattutto se orientate alla sostenibilità e all’innovazione. La Regione continua a investire su uno sviluppo industriale che unisce crescita e responsabilità ambientale, supportando concretamente le PMI che scelgono di innovare».
«Prosegue l’impegno della Regione Piemonte per sostenere le piccole e medie imprese, che sono fondamentali per l’economia del nostro territorio – afferma l’assessore Marnati – Con questa misura contribuiamo ad abbattere i costi di questi certificati in ambito tecnologico, ambientale e di innovazione sostenibile, per rafforzare e aumentare l’accesso e la competitività sui mercati, anche internazionali, per sostenere le esportazioni».
La misura si inserisce nell’ambito dell’azione “Supporto alla competitività e alla transizione sostenibile del sistema produttivo regionale” del Programma FESR 2021-2027, e si rivolge in particolare alle imprese attive nei settori ad alta intensità tecnologica e innovativa.
Tra i comparti più interessati figurano l’aerospazio, dove sono necessarie certificazioni specifiche per accedere alle filiere dei grandi player; la microelettronica e i semiconduttori, che richiedono standard di qualità, sicurezza informatica e ambientale per operare a livello globale; la meccatronica e l’automazione industriale, con la necessità di conformità a protocolli e normative come Industria 4.0; e, infine, le imprese attive nelle tecnologie verdi, nell’economia circolare e nei materiali avanzati, dove le certificazioni ambientali possono offrire un importante vantaggio competitivo.
Potranno accedere alla misura le imprese con sede operativa in Piemonte e almeno un bilancio approvato. I contributi saranno concessi nell’ambito del regime “de minimis” e assegnati sulla base di criteri di priorità che terranno conto anche della dimensione aziendale e del possesso di specifici requisiti, come sarà dettagliato nel bando di prossima pubblicazione.
Il Festival Internazionale dell’Economia è a cura di Editori Laterza, Collegio Carlo Alberto (CCA) – Torino Local Committee (TOLC) sotto la direzione scientifica di Tito Boeri. La manifestazione è promossa dal TOLC, che riunisce Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino e Legacoop, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.
Sul palco dell’inaugurazione a dare il benvenuto della Città c’era il sindaco Stefano Lo Russo: “Quello dei giovani e del loro sguardo sul mondo – ha detto – è un tema di cui si discute sempre troppo poco o enfatizzandone componenti negative. Le nuove generazioni sono invece estremamente capaci di guardare alle cose con spirito critico e hanno molto da dire al mondo degli adulti, sanno costruire opinione e mobilitazione e penso davvero che questo sia un elemento positivo con cui guardare al futuro. Il modo con cui noi adulti sapremo rapportarci con le loro idee e le opportunità di crescita che sapremo offrire loro potranno fare la differenza”.
TORINO CLICK
Il nuovo amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa ieri a Torino dove ha visitato alle 8 lo stabilimento di Mirafiori. Un segnale di attenzione alla realtà industriale torinese all’inizio del suo mandato. Almeno così sperano i sindacati.
Filosa ha visitato le carrozzerie, dove si producono la 500 elettrica e i prototipi della 500 ibrida, accompagnato dal responsabile europeo di Stellantis Jean Philippe Imparato, dal capo delle risorse umane del gruppo nel mondo Xavier Chereau e dal capo mondiale degli stabilimenti Arnau Debouef.
Il tour degli stabilimenti, già annunciato da Filosa, è iniziato il giorno prima a Parigi. Il nuovo ad di Stellantis ha incontrato i lavoratori dello stabilimento di Sochaux dove si producono le Peugeot e i manager francesi. Poi è arrivato a Torino dove ha anche visionato il Battery Technology Center, centro mondiale per i test delle batterie, il plant delle trasmissioni eDct per la produzione dei cambi per le auto ibride e i reparti di ingegneria. Ha anche avuto un incontro con i manager del mercato italiano e altri executive del gruppo.
Accordo del Politecnico in Uzbekistan
Ieri, in occasione del bilaterale governativo tra Uzbekistan e Italia, alla presenza della Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il Politecnico di Torino ha firmato un accordo con il Ministro dell’Istruzione Superiore, delle Scienze e dell’Innovazione della Repubblica dell’Uzbekistan, Kongratbay Sharipov. L’intesa prevede il supporto alla definizione di una strategia nazionale per guidare la transizione energetica, con un’attenzione particolare allo sviluppo della produzione di idrogeno “verde” in Uzbekistan.
L’iniziativa mira a rafforzare la cooperazione scientifica tra i due Paesi, esplorando come le innovazioni sull’idrogeno possano sostenere la transizione verde e favorire collaborazioni industriali orientate all’economia circolare. In questo contesto il Politecnico di Torino e la Turin Polytechnic University in Tashkent collaborano a un programma congiunto sulla catena del valore dell’idrogeno verde. “La transizione energetica ricopre un ruolo centrale nei nostri Campus e hub internazionali e ci permette, lavorando a stretto contatto col sistema industriale, di ampliare la nostra offerta didattica e di ricerca presso il campus di Tashkent, in particolare sui temi energia e ambiente”, commenta il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati.
Il programma oggetto dell’accordo firmato oggi include attività formative per sviluppare competenze avanzate e supportare la definizione di politiche energetiche e riforme regolatorie in Uzbekistan, con focalizzazione all’integrazione delle fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.
Elemento cardine è la progettazione e realizzazione di un impianto pilota per la produzione e l’uso dell’idrogeno nel trasporto pubblico, che sarà un vero e proprio “living lab”, utile non solo alla ricerca e all’innovazione, ma anche a far conoscere i vantaggi dell’idrogeno e a favorirne una maggiore comprensione e fiducia da parte dei cittadini.
NELLA FOTO: Il Rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati con il Ministro dell’Istruzione Superiore, delle Scienze e dell’Innovazione della Repubblica dell’Uzbekistan, Kongratbay Sharipov. Sullo sfondo la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e il Presidente dell’Uzbekistan Shavkat Miromonovich Mirziyoyev
Raccolta tartufi: “Aiutiamo il Piemonte”
Così ha sintetizzato il presidente della terza Commissione, Claudio Sacchetto, al termine dell’audizione della delegazione dell’Unione delle associazioni tartufai del Piemonte sulle proposte di modifiche a livello nazionale della legge sulla ricerca, la coltivazione, la commercializzazione e la tutela del tartufo.
La delegazione era composta da Pierantonio Botto (presidente Associazione tartufai astigiani e monferrini) e Giancarlo Bressano (presidente Associazione tartufai del Monregalese e del Cebano).
Secondo gli auditi, “dovrebbe essere specificata nella nuova legge la possibilità della ricerca notturna dei tartufi che è coerente agli usi e costumi tradizionali e con il riconoscimento Unesco (ottenuto nel 2021 per tutta Italia). La normativa deve consentire la libertà di ricerca nei boschi e nei terreni incolti e non dovrebbe differenziare tra i vari tipi di boschi. Tutti gli anni le associazioni distribuiscono migliaia di alberi per poter continuare questo tipo di attività. Un’attività che aiuta a conservare la biodiversità. Bisognerebbe anche limitare le concessioni rilasciate dalle province, che dovrebbero essere distribuite comune per comune. I municipi, che conoscono meglio il territorio, dovrebbero forse essere loro a rilasciare le autorizzazioni. Sui terreni pubblici dovrebbe essere possibile la libera ricerca”.
Nel corso dei lavori sono intervenuti, oltre allo stesso presidente Sacchetto, Sarah Disabato e Alberto Unia (M5s), Fabio Carosso (Lega), Gianna Pentenero e Mauro Calderoni (Pd) e Daniele Sobrero (Lista Cirio).
Ufficio stampa CRP