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Quando il lavoro fa bene: Ucid al Salone del Libro

L’UCID Torino sarà presente al Salone del Libro di Torino nell’ambito del dibattito “Quando il lavoro fa bene– Etica, dignità e persona al centro del lavoro”

Domenica 18 maggio prossimo, alle ore 17, presso l’ Oval Lingotto, allo stand X52 del Salone del Libro di Torino, l’UCID Torino – Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti sarà presente con un dibattito pubblico dal titolo: “Quando il lavoro fa bene – Il lavoro come via di salute, dignità e crescita personale”.

L’incontro si terrà presso lo stand dei Consulenti del Lavoro e coinvolgerà personalità del mondo dell’impresa, dell’etica, della psicologia e della spiritualità, tra cui i relatori Marco Andreoletti, Amministratore Delegato di Praxi Spa, Fabrizio Bontempo, Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Lino Grandi, Direttore Generale delle Scuole Adleriane di Psicoterapia, Marco Lazzarino, Presidente UCID Torino e Daniele Lonardo, Coordinatore “The Economy of Francesco” Piemonte e Valle d’Aosta.

In un contesto in cui il lavoro viene spesso percepito come fonte di stress, precarietà o disumanizzazione, UCID intende riportare al centro del dibattito culturale il valore originario e profondo del lavoro: strumento di realizzazione personale, costruzione del bene comune e via concreta di dignità.

“Abbiamo scelto di intitolare il nostro incontro ‘Quando il lavoro fa bene’ – dichiara Marco Lazzarino, Presidente di UCID Torino – perché riteniamo urgente ridefinire il lavoro come luogo umano, etico, sostenibile. Il lavoro ‘fa bene’ quando è rispettoso della persona, della sua vocazione, del suo equilibrio. Questo è il cuore della Dottrina Sociale della Chiesa, ovvero promuovere un’economia che non sacrifichi l’uomo, ma lo valorizzi”.

“Nel momento in cui la Chiesa accoglie un nuovo Pontefice che ha scelto il nome di Leone XIV – conclude Marco Lazzarino – richiamandosi a Leone XIII e alla ‘Rerum Novarum’, sentiamo ancora più forte la responsabilità di rilanciare il messaggio della Dottrina Sociale: difendere il lavoro e, soprattutto, chi lavora, nel corpo e nello spirito”.

Mara Martellotta

Torino progetta i futuri urbani all’Arab European Cities Dialogue di Riyadh

La Città di Torino partecipa all’Arab European Cities Dialogue (AECD) 2025 in programma dall’11 al 13 maggio 2025 a Riyadh, in Arabia Saudita.

AECD 2025 è la prima piattaforma dedicata a rafforzare la collaborazione tra città arabe ed europee, promuovendo il dialogo, lo scambio di competenze e la costruzione di futuri urbani
sostenibili. Il Forum, organizzato da Riyadh Region Municipality e dall’Arab Urban Development Institute (AUDI) con la collaborazione strategica di PLATFORMA e CILG VNG International (Centre International de Développement Pour La Governance Local Innovante), si svolgerà ogni due anni in una città araba e una città europea in modo alternato ed è concepito come una piattaforma orientata all’azione, che mira a creare partenariati, a lanciare iniziative congiunte e a sviluppare strategie condivise che possano proiettarsi ben oltre l’evento stesso. Questa edizione riunisce oltre 120 città e più di 50 organizzazioni mondiali per promuovere lo sviluppo urbano sostenibile, resiliente e inclusivo attraverso il dialogo e la collaborazione.

La città di Torino partecipa all’Arab European Cities Dialogue portando la propria visione di sviluppo urbano basata sul dialogo tra città e la condivisione di strategie comuni per affrontare le sfide della transizione ecologica, della digitalizzazione e dell’inclusione sociale. In questo contesto internazionale, Torino si propone come parte attiva di una rete di città che cooperano per costruire modelli urbani più equi, partecipati e resilienti. Domani Il sindaco Stefano Lo Russo interverrà nella sessione plenaria dedicata alla trasformazione digitale della governance urbana, per illustrare le buone pratiche, come lo sviluppo del digital twin, e la visione di Torino sulla transizione digitale, insieme al Sindaco di Ramallah (Territori Palestinesi), al Sindaco di Sarajevo (Bosnia Erzegovina) e al direttore generale di
Manama (Bahrein).

“La partecipazione all’Arab European Cities Dialogue su invito del sindaco di Riyadh – spiega il sindaco Stefano Lo Russo- è una grande occasione di relazioni internazionali per Torino e riflette la vocazione della nostra città come laboratorio di innovazione, sociale e tecnologica, all’avanguardia sui temi della mobilità sostenibile e della rigenerazione urbana di livello globale.
Questo impegno per l’innovazione è stato peraltro riconosciuto dall’Unione Europea con il premio ‘Capitale europea dell’innovazione 2024-2025’. Dialogo e creazione di reti internazionali sono per Torino elementi strategici fondamentali: crediamo non solo che il confronto tra città sia essenziale per contribuire a costruire comunità più sostenibili, inclusive, proiettate al futuro, ma che far conoscere Torino e le cose che ha fatto e sa fare ad altre città rappresenti un grande volano anche nell’attrazione di potenziali investimenti e nella promozione del nostro sistema produttivo e universitario”.

AECD 2025 è strutturato attorno a quattro obiettivi chiave:
Cities Cooperation – cooperazione interurbana;
Livable Cities & Climate Change – città vivibili e cambiamenti climatici;
Technology & Digital Transformation – innovazione tecnologica e trasformazione
digitale;
Municipal Financial Sustainability – sostenibilità finanziaria municipale.

Sono in programma sessioni parallele per favorire lo scambio di buone pratiche sulle sfide urbane, oltre a incontri strutturati volti a esplorare opportunità di collaborazione tra città. Sono previsti confronti tra rappresentanti delle città e istituzioni finanziarie su strategie di finanziamento, nonché occasioni per presentare progetti a potenziali investitori.
Sono altresì previsti momenti di incontro bilaterale tra le tante città presenti all’iniziativa.
Il confronto tra città europee e arabe rappresenta un’occasione preziosa per mettere in circolazione esperienze, soluzioni e buone pratiche, rafforzando le relazioni istituzionali e culturali tra territori diversi, ma accomunati da obiettivi condivisi.

TORINO CLICK

Export piemontese da record: nel 2024 i distretti superano i 13 miliardi nonostante le difficoltà globali

Nel 2024 le esportazioni dei distretti industriali del Piemonte hanno raggiunto un traguardo importante, superando per la prima volta i 13 miliardi di euro. L’aumento rispetto all’anno precedente è stato modesto, con una crescita dello 0,7% (pari a 92 milioni di euro), ma in linea con la media nazionale dei distretti (+0,9%).

Nonostante un contesto economico internazionale piuttosto debole, i distretti piemontesi si sono comportati meglio rispetto all’andamento generale della regione, che ha registrato un calo del 4,9%, penalizzata in particolare dalle difficoltà del settore automobilistico torinese.

Nel corso dell’anno, le vendite all’estero dei distretti hanno continuato a crescere per tre trimestri consecutivi: +1,1% nei primi tre mesi, +1,5% nel secondo trimestre e +2,6% nel terzo. Solo negli ultimi tre mesi del 2024 si è registrato un lieve calo, pari al 2,2%.

Questi dati arrivano dal Monitor dei Distretti del Piemonte redatto da Intesa Sanpaolo, che sottolinea come, pur tra alti e bassi e con risultati diversi da un settore all’altro, i distretti siano riusciti a tenere bene sui mercati esteri, confermandosi un motore importante dell’economia regionale.

Uno sportello per rilanciare le imprese artigiane del Piemonte

Su proposta dell’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano, la Giunta regionale ha approvato un nuovo stanziamento di oltre 14 milioni di euro a favore delle imprese artigiane piemontesi.

Le nuove risorse sono finalizzate a sostenere investimenti per lo sviluppo, l’ammodernamento e l’innovazione dei processi produttivi. In particolare, più di 12,6 milioni di euro saranno destinati a prestiti agevolati, mentre 1,4 milioni saranno erogati sotto forma di contributi a fondo perduto.

Attivata nel 2019, la misura ha già beneficiato di oltre 34 milioni di euro di fondi regionali. Con questo ulteriore finanziamento, la Regione rinnova e rafforza il proprio impegno a sostegno dell’artigianato locale, un comparto che si è distinto nel tempo per vitalità e capacità di adattamento.

Molto apprezzato dalle imprese del settore, questo strumento ha registrato una partecipazione elevata, tanto che le risorse disponibili per il 2024 sono state esaurite in meno di quattro mesi. Il nuovo stanziamento consentirà ora di riaprire i termini per la presentazione delle domande, offrendo a molte imprese precedentemente escluse la possibilità di rientrare in graduatoria o accedere a nuovi finanziamenti.

La gestione della misura resterà in capo a Finpiemonte, il soggetto operativo della Regione per l’erogazione degli incentivi alle imprese.

“Gli artigiani sono un’eccellenza del nostro Piemonte e con questo ulteriore intervento forniamo una risposta concreta alle esigenze di un settore che, nel quadro complesso dell’economia, continua a dimostrarsi dinamico – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – I nostri artigiani sono infatti caparbi e non smettono di investire, innovare e creare valore. Riapriremo lo sportello per consentire alle imprese artigiane di accedere a risorse fondamentali per rinnovare tecnologie, attrezzature e processi produttivi. È un’azione strategica che rafforza la competitività del nostro tessuto economico e conferma l’impegno della Regione nel sostenere chi lavora e genera occupazione nei nostri territori”.

Il nuovo pacchetto di fondi potrà essere utilizzato per l’acquisto di macchinari e attrezzature innovative, per l’ammodernamento delle linee produttive e per investimenti in sostenibilità e digitalizzazione.

L’intervento rientra nel quadro previsto dalle leggi regionali sull’artigianato (n.1/2009) e sulle attività produttive (n.34/2004). Finpiemonte renderà noti nei prossimi giorni i dettagli operativi, comprese le tempistiche per la riapertura dello sportello e le modalità di presentazione delle domande.

Con il “bando neve” dalla Regione 50 milioni per il sistema sciistico del Piemonte

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Uno stanziamento da 50 milioni di euro per sostenere, innovare e valorizzare il patrimonio sciistico del Piemonte. È stato approvato il Bando Neve, misura attesa e fortemente voluta dalla Regione Piemonte, che recepisce osservazioni e richieste di adeguamento formalizzate da parte degli enti locali che ospitano le stazioni sciistiche. Un aggiornamento alla presentazione già avvenuta a dicembre scorso, per accompagnare lo sviluppo del comparto montano e del turismo legato agli sport invernali in maniera ancora più mirata e puntuale.

Un intervento che guarda al futuro delle oltre 1.300 chilometri di piste da sci presenti sul territorio piemontese, valorizzando la pratica sportiva ma anche le ricadute economiche, occupazionali e sociali per le vallate alpine.

Con il Bando Neve la Regione Piemonte conferma il proprio impegno per una montagna viva, attrattiva e sicura, sostenendo una delle sue filiere più rappresentative, che unisce paesaggio, sport, economia e identità territoriale.

“Con questo bando vogliamo dare un segnale concreto di attenzione verso un comparto strategico per l’economia della montagna piemontese – hanno dichiarato il presidente di Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale, Marco Gallo –. Siamo convinti che investire sul sistema neve significhi sostenere l’identità, l’occupazione e la vitalità dei territori montani, in un’ottica di qualità, sicurezza e attrattività turistica. È un impegno che abbiamo preso e che oggi manteniamo, ascoltando le esigenze degli operatori e costruendo strumenti adeguati alle sfide presenti e future.”

Le risorse e la distribuzione territoriale

Il Bando prevede 50 milioni di euro complessivi, così ripartiti: 2,5 milioni di euro destinati agli impianti di sci di fondo 47,5 milioni di euro agli impianti di sci alpino, suddivisi in 21 milioni per l’area del torinese, 16 milioni per il cuneese, e 9,5 milioni per le altre province piemontesi.

I destinatari del finanziamento sono gli enti locali, gli 80 Comuni interessati da comprensori sciistici, le Province, la Città Metropolitana di Torino, le Unioni di Comuni, le forme associative che coinvolgono enti locali anche costituite con lo specifico scopo di partecipare al finanziamento, che si avvale dei fondi europei. Inoltre, è stata aperta una linea di intervento dedicata per i Comuni ex Olimpici.

Ai comprensori composti da grandi stazioni non locali potranno andare al massimo 12,5 milioni, quelli formati da stazioni locali o microstazioni potranno ottenere fino a 8,5 milioni.

Progetti finanziabili: sicurezza, innovazione e sostenibilità

Gli investimenti previsti spaziano su più fronti, con un’attenzione particolare alla sicurezza degli impianti e alla sostenibilità degli interventi.

Tra gli interventi ammessi a contributo c’è la sostituzione, nuova realizzazione, miglioramento qualitativo, ambientale ed energetico o potenziamento delle piste da sci e degli impianti di innevamento programmato; la sostituzione, nuova realizzazione, miglioramento qualitativo paesaggistico, ambientale ed energetico e potenziamento degli impianti di risalita; le revisioni generali degli impianti di risalita e le ispezioni speciali, e sostituzione e/o scorrimento delle funi delle strutture esistenti; la dismissione degli impianti di risalita non più utilizzati; l’acquisto di battipista anche usati; il potenziamento e la rivitalizzazione del turismo montano investendo in snow park, percorsi di bob estivo e in tutti gli interventi che consentono di utilizzare gli impianti di risalita nelle stagioni non invernali per la pratica di altri sport.

Il cronoprogramma

Dopo la prima fase di pubblicazione del bando e della finestra per la presentazione delle domande, i beneficiari avranno a disposizione 180 giorni per la presentazione dei progetti degli interventi approvati al finanziamento, 18 mesi per l’appalto dei lavori, e 24 mesi per l’esecuzione degli interventi finanziati.

cs

Il Distretto Urbano del Commercio di Chieri si amplia

Il Distretto Urbano del Commercio di Chieri si amplia e si riorganizza. Lo annunciano il Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero e l’assessore al Commercio, all’Artigianato e ai Mercati Biagio Fabrizio Carillo, che così spiegano: «In questi giorni la Cabina di Regia e il Comitato di Gestione si sono riuniti in vista della scadenza del 15 maggio: dopo quella data, infatti, dovrà essere riconfermato il DUC e si dovrà presentare la nuova composizione degli organi ed il piano strategico per il prossimo triennio, strumento fondamentale per rendere il nostro centro storico ancora più attrattivo ed accogliente. Una riorganizzazione all’insegna dell’ampliamento della partecipazione e del potenziamento dell’operato del DUC da un punto di vista sia economico sia turistico. Il Comitato di Gestione, fin qui composto dai 13 partner, tra attori locali ed attori sovraterritoriali che nel novembre del 2021 avevano sottoscritto il protocollo d’intesa, vede ora sei nuovi ingressi: il Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese, Turismo Torino, l’Istituto Don Bosco Salesiani di Chieri (importante per lo sviluppo del turismo religioso legato ai luoghi di Don Bosco), il GIC-Gruppo Imprese Chieresi, l’AVAC-Associazione Venditori Ambulanti di Chieri ed il Comitato Croce Rossa Chieri (che organizza la Notte Bianca e Rossa). Il Comitato di Gestione si incontrerà con cadenza bimestrale ed è previsto l’avviamento di alcuni Laboratori Urbani. La Cabina di Regia resta composta dai partner fondatori, ovvero Città di Chieri, ASCOM Confcommercio Torino e Provincia ed ASCOM Chieri».

Il Piemonte tra le regioni con più ingressi di lavoratori stranieri: artigianato in prima linea

Il Piemonte si conferma tra le aree con la maggiore incidenza di lavoratori stranieri in ingresso, con 79.660 assunzioni previste. Nell’ambito dell’artigianato, le imprese piemontesi stimano 7.160 ingressi di personale immigrato, pari al 17,8% delle nuove assunzioni del settore.

Il quadro regionale: dove la domanda è più alta

L’incidenza degli ingressi di lavoratori stranieri risulta particolarmente significativa in Lombardia e Umbria (entrambe al 21,9%), seguite da Veneto (21,6%), Piemonte-Valle d’Aosta (21,5%), Trentino-Alto Adige (21,3%) ed Emilia-Romagna (20,7%).

Il dato nazionale

A livello nazionale, le imprese italiane prevedono per il 2024 circa 1.082.170 ingressi di personale immigrato, pari al 19,6% del totale delle nuove assunzioni. Lo rileva il Sistema informativo Excelsior (Unioncamere – Ministero del Lavoro), che evidenzia un’economia sempre più affamata di competenze, soprattutto nei settori a forte componente artigiana.

In particolare, le imprese artigiane assorbiranno 93.390 lavoratori immigrati: una quota che rappresenta l’8,6% del totale delle assunzioni di lavoratori stranieri e il 18,5% delle nuove entrate nel comparto. Si tratta di un dato che conferma la crescente centralità della manodopera straniera nel garantire continuità e qualità alle produzioni artigianali italiane.

I settori con maggiore fabbisogno: costruzioni, servizi, manifattura

Analizzando i singoli settori, emerge che la domanda di lavoratori immigrati nelle imprese artigiane si concentra soprattutto in comparti strategici. Le Costruzioni guidano con un’incidenza del 22,4% e 33.390 ingressi previsti, risultando il settore con il fabbisogno assoluto più elevato. Seguono:

  • Altri servizi (esclusi commercio, alloggio, ristorazione e turismo): 18,5% e 22.350 ingressi

  • Manifatturiero esteso (inclusi estrattivo e public utilities): 16,6% e 26.320 ingressi

  • Alloggio, ristorazione e turismo: 16,2% e 7.620 ingressi

  • Commercio: 13,1% e 3.710 ingressi

Nel complesso, il settore dei Servizi rappresenta il 17,2% delle entrate totali di personale immigrato nell’artigianato, con 33.680 unità.

Previsioni 2024–2028: fabbisogno in crescita

Guardando al medio termine, lo scenario si fa ancora più rilevante. Secondo le stime del Sistema Excelsior, applicando il peso dell’artigianato sugli ingressi di lavoratori immigrati del 2024 alle previsioni del quinquennio 2024–2028, si stima che l’artigianato richiederà circa 66.000 lavoratori stranieri. Si tratta del 10,8% del fabbisogno complessivo previsto di 607.400 ingressi di lavoratori immigrati nell’economia privata non agricola.

La domanda si concentrerà nei comparti a maggiore intensità di lavoro manuale e tecnico-specializzato: Manifatturiero esteso e Costruzioni assorbiranno l’80,5% della domanda (pari a 52.700 ingressi), mentre il restante 19,5% (12.800 ingressi) sarà coperto dai Servizi artigiani.

Le filiere con maggiore incidenza dell’artigianato sul fabbisogno di manodopera straniera (2024–2028):

  • Moda: 28,5% (10.400 ingressi – seconda filiera per volumi assoluti)

  • Legno e arredo: 26,6% (2.700 ingressi)

  • Costruzioni e infrastrutture: 25,3% (20.900 ingressi – prima per valori assoluti)

  • Agroalimentare: 15,0% (7.500 ingressi)

  • Altre filiere industriali: 11,6% (7.600 ingressi – terza per volumi assoluti)

Il commento di Confartigianato Piemonte

“Il problema è culturale – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – Ci stiamo trasformando in una società che demanda il fare ad altri con l’idea che la realizzazione piena possa avvenire solo dietro una scrivania o perseguendo qualche tipo di chimera glamour. I Piemontesi e gli Italiani in generale devono recuperare la manualità, il senso del lavoro fisico e il saper fare. Non è un caso che don Bosco fosse delle nostre parti.”

Felici conclude:
“Occorre riconnettere i giovani e, soprattutto, i loro genitori, con l’idea che il lavoro in sé stesso ha un’etica fondante per la vita. L’artigianato italiano, per reggere il passo con l’innovazione, la transizione ecologica e il passaggio generazionale ha bisogno di manodopera formata, stabile e valorizzata. Non si tratta solo di sostituire chi esce dal mondo del lavoro, ma di accompagnare una nuova fase di sviluppo. Serve una politica del lavoro che non sia fatta solo di numeri e quote ma che sappia leggere i fabbisogni reali delle imprese, investire su formazione professionalizzante e percorsi di integrazione qualificata”.

Politiche per il cibo, a Torino da tutta Europa per condividere iniziative e strategie

Le politiche per il cibo e il coinvolgimento attivo e sistematico delle parti interessate nelle decisioni e nelle attività sono al centro degli incontri con le delegazioni della rete CleverFood provenienti da Limerick, Sarajevo e Osmangazi, ospiti ieri e oggi della Città di Torino.

Presenti anche rappresentanti di Eurocities e SlowFood e gli studenti internazionali del Master in Food Studies di UniSG e UniTO.

Oggi sono intervenuti  anche i partner del progetto CoFarm4Cities, che mira a sviluppare un modello sostenibile di agricoltura urbana e a rafforzare sistemi alimentari locali. Insieme saranno a Cascina Falchera.

Da anni Torino porta avanti con convinzione una politica alimentare urbana integrata, attenta ai temi della giustizia sociale, della sostenibilità ambientale, della salute e del diritto al cibo per tutti. Crediamo fortemente che momenti come questi, di confronto internazionale e scambio tra città, siano fondamentali per imparare gli uni dagli altri, rafforzare il nostro impegno comune e dare visibilità alle buone pratiche che nascono dal basso, in connessione con reti più ampie.

Iniziative come l’Atlante del Cibo, il progetto Torino Solidale, o gli orti comunitari di Cascina Falchera sono esempi concreti di come Torino lavori per costruire una città più equa e resiliente, mettendo al centro la partecipazione attiva della cittadinanza.

Inoltre, per affrontare le sfide complesse legate al sistema alimentare alla fine dell’anno 2023 la Città ha istituito il GIPA, Gruppo Interdipartimentale e interassessorile delle Politiche Alimentari,  uno strumento innovativo di governance trasversale, capace di unire competenze e visioni. Il GIPA ha concentrato il proprio lavoro su diversi aspetti, tra cui la sostenibilità ambientale, la sicurezza e lo spreco alimentare, l’agricoltura urbana e la promozione culturale e si è anche impegnato nella promozione della trasformazione del sistema alimentare attraverso la realizzazione di Living Lab innovativi.

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Credito, ‘Confidare’ approva il Bilancio 2024 e cresce ancora

Più 30% nel primo trimestre 2025 rispetto al 2024. Il Presidente Ferrari: “Risposte certe e tempi brevi per le imprese”. Il DG Ricchiuti: “Umanizzare i processi per accelerare sviluppo PMI”.

TORINO,  8 Maggio 2025 – ‘Confidare’, il confidi piemontese con oltre 50 anni di storia nel settore del rilascio di garanzie e credito alle PMI, ha approvato il Bilancio 2024. E guarda al presente con rinnovati impegno e fiducia nel futuro, forte di dati che confermano un trend e un momento più che positivi.

Con sede nel centro storico di Torino, l’istituto di credito nato nel 1972 e rafforzatosi negli anni attraverso successive fusioni, conta oggi più di 30.000 soci distribuiti fra imprese appartenenti ai più svariati settori merceologici, supportati da un team di oltre 60 dipendenti.

Siamo soddisfatti del percorso sin qui compiuto”, esordisce soddisfatto il presidente Adelio Giorgio Ferrari. “Proseguiamo con determinazione nel cammino intrapreso per facilitare l’accesso al credito dei piccoli produttori, mediante piani strategici di sviluppo fondati su un modello di business dinamico, che prevede un mix funzionale fra puntualità negli adempimenti e servizi finanziari sempre più richiesti quali garanzie, credito diretto, fidejussioni, finanza agevolata e consulenza specifica. L’obiettivo è fornire risposte certe in tempi brevi per supportare l’evoluzione del business dei nostri soci, in un clima di collaborazione, confronto e scambio con realtà bancarie nazionali e locali di ogni grado, e l’occhio sempre attento rivolto a un mercato variabile in continuo mutamento”.

Mentre per Andrea Ricchiuti, Direttore Generale di ‘Confidare’, “Il 2025 è iniziato con un deciso balzo in avanti. Rispetto al primo trimestre 2024, registriamo infatti una crescita significativa nel comparto core delle garanzie (+30%) e nell’erogazione di credito diretto (+250%). Valori confortati da una politica operativa sempre più fondata e orientata a un approccio tailor made del supporto alle aziende, che fa del valore dell’ascolto tecnico e della visione strategica specifica i propri punti di forza. In un mondo sempre più algoritmizzato e datizzato, ove la standardizzazione delle procedure diventa il must da seguire, noi preferiamo invece puntare sull’umanizzazione dei processi. Un approccio inedito per chi opera nel mondo del credito, capace di trovare equilibri e formule sempre nuove per consentire il miglior dialogo possibile tra natura del soggetto da affidare e rispetto di parametri, normative e procedure”.

Dal punto di vista economico-finanziario, “Rispetto al 2023, i risultati sono incoraggianti: abbiamo accolto 792 nuovi soci, con un incremento del +47% rispetto all’anno precedente. L’utile netto si attesta a 246.081 euro, il margine di intermediazione cresce del +15,9%, le commissioni nette del +19,3%, mentre il risultato della gestione finanziaria registra un aumento complessivo del +24,1%. Il quadro patrimoniale si conferma solido e prudente, con un CET1 – indicatore di stabilità bancaria – che si conferma al 33%”, precisa Ricchiuti.

Per quanto concerne l’attività produttiva, il 2024 ha segnato un incremento rilevante: 28,7% nelle garanzie erogate rispetto all’anno precedente e stock complessivo in essere in crescita dello 0,73%. In generale, abbiamo finanziato ben 410 progetti di investimento e 179 Start-Up, a riprova della nostra capacità di intercettare e accompagnare le esigenze vitali del tessuto imprenditoriale nazionale”, conclude il Direttore.

Maggiori informazioni sul sito www.confidare.it

cs

 

 

Cresci Piemonte, tempi dimezzati per l’iter regionale

Tempi dimezzati per l’iter di competenza regionale collegati alle procedure urbanistiche per interventi finanziati con Pnrr e risorse europee, nazionali e regionali.

Prende forma il primo step del provvedimento Cresci-Piemonte, che oggi il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme agli assessori all’Urbanistica, Marco Gallo, e agli Enti Locali, Enrico Bussalino, al Bilancio, Andrea Tronzano e alla Semplificazione, Gianluca Vignale, ha presentato ai presidenti e ai vicepresidenti delle commissioni consiliari durante un tavolo di lavoro al Grattacielo Piemonte a cui hanno partecipato i rappresentanti di tutti i gruppi consiliari.

Il provvedimento, nato dal confronto e dalle sollecitazioni degli enti locali e delle associazioni di categoria, punta a ridurre le tempistiche di approvazione dei procedimenti urbanistici legati alla realizzazione di programmi e progetti finanziati con Pnrr e fondi europei del periodo 2021-2027.

«A fine marzo ci eravamo impegnati a lavorare a una misura che riducesse i tempi di approvazione degli strumenti urbanistici legati alle opere finanziate con risorse europee e Pnrr e oggi abbiamo presentato l’esito del tavolo di lavoro – ha dichiarato il presidente Cirio –. Si tratta di un primo step che riguarda le varianti strutturali e semplificate che coinvolgono l’80 per cento dei nostri Comuni. Gli uffici stanno ancora lavorando a un approfondimento sull’applicazione di queste procedure anche alle varianti generali, ovvero i nuovi piani regolatori che coinvolgono in particolare le grandi città, come Torino e gli altri capoluoghi, come è stato anche sollecitato oggi dai gruppi consigliari, in particolare dal Pd. Entro i prossimi dieci giorni, presenteremo una proposta di estensione, fin dove è possibile, della portata di questa legge speciale anche ai piani regolatori».

In merito alla nuova legge urbanistica il presidente ha aggiunto: «Occorre una sua revisione profonda che la giunta sta avviando per poi sottoporla al Consiglio, affidando ai Comuni maggiore autonomia decisionale sui propri piani regolatori; anche per tale tema questo tavolo può essere un valido strumento di confronto».

«Questo tavolo è un punto di partenza focalizzato sulle competenze regionali. Agiamo sulle procedure e non sul merito, con un provvedimento che non vuole allentare attenzione all’ambiente – aggiunge l’assessore Gallo –. In un’ottica di ulteriore snellimento procedurale, l’attivazione delle conferenze potrà avvenire anche prima dell’effettiva efficacia del finanziamento connesso al progetto, così che i tempi di attesa delle risorse saranno impiegati già per la soluzione dell’iter degli aspetti urbanistici. Nei prossimi giorni incontreremo province, associazioni degli enti locali e associazioni datoriali di categoria per venire incontro alle esigenze specifiche dei territori».

«Una misura che fin da subito ha visto un percorso condiviso con enti locali, Province e Città Metropolitana e che offre sostegno concreto ai Comuni che affrontano la realizzazione di opere strategiche – evidenzia ancora l’assessore Bussalino –. L’iniziativa prevede contributi significativi a favore dei Comuni sotto i 5.000 abitanti per la redazione delle varianti urbanistiche e con un deciso snellimento delle procedure, che porterà a dimezzare i tempi burocratici. Un intervento che rafforza l’autonomia dei territori e ne accelera lo sviluppo».


«La norma illustrata quest’oggi è un intervento significativo di semplificazione per Comuni, professionisti e addetti del settore urbanistico, della progettazione e per la realizzazione delle opere legate ai fondi del PNRR – spiega l’assessore Gian Luca Vignale – risponde alle esigenze di accorciare i tempi e ridurre i passaggi per l’approvazione delle varianti urbanistiche ai Piani Regolatori Comunali, agevolando e facilitando la realizzazione dei progetti senza nulla togliere alle valutazioni e ai controlli. È ciò a cui mira il processo di semplificazione delle procedure regionali: snellire i procedimenti, rendere più efficiente la macchina regionale e migliorare il servizio agli enti locali, ai professionisti, alle imprese e ai cittadini piemontesi».

Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive, sottolinea ancora: «Semplificare questo tipo di procedure significa creare le condizioni per attrarre nuovi investimenti, rendere più rapide le scelte imprenditoriali e favorire l’insediamento di attività produttive. È un passo concreto per sostenere lo sviluppo economico del Piemonte, aumentare l’occupazione e rafforzare la competitività dei nostri territori».

In particolare, per le varianti strutturali che non richiedono la valutazione ambientale strategica (Vas) si riducono i tempi della prima conferenza da 60 a 30 giorni, per la seconda conferenza da 90 a 45 giorni e si passa da 60 a 30 giorni per la pubblicazione e la formulazione delle osservazioni. In caso di Vas le tempistiche sono coordinate con la normativa nazionale.

Tempi ridotti anche per le varianti semplificate: per quanto riguarda i tempi di pubblicazione e del parere finale, che passano da 30 a 15 giorni, se non è necessaria la Vas, e dei soli tempi per il parere finale da 30 a 15 giorni.

Per quanto riguarda le tempistiche della verifica di assoggettabilità alla Vas, la riduzione dei tempi da 90 a 60 giorni è ancora soggetta a un approfondimento giuridico da parte degli uffici legislativi.

Un’altra novità è rappresentata dal fatto che, anche in assenza del progetto edilizio, la variante semplificata potrà essere utilizzata per il conseguimento della conformità urbanistica dell’intervento, se l’area d’intervento è inferiore a cinque ettari.

Le nuove norme, una volta approvate, saranno valide fino al 2030, e sono rivolte a tutti i comuni del Piemonte. Per agevolare il rispetto dei nuovi tempi, la Regione ha previsto lo stanziamento di 1 milione all’anno, destinato ai comuni con meno di 5 mila abitanti e alle Unioni dei Comuni.