ECONOMIA- Pagina 69

Il marketplace torinese di integratori alimentari naturali raggiunge i 2 milioni di fatturato

Italian Elite la startup torinese che commercia integratori alimentari naturali nata da un’idea di  Stefano Giacone ed Edoardo Chiapino (originari di Chivasso) ha registrato nel 2023 un milione di euro di fatturato, raggiungendo così i 2 milioni euro complessivi dall’avvio del progetto.

Una crescita esponenziale che nel 2023 ha superato del 100% le performance dell’anno precedente e che è dovuta a una grande attenzione all’assistenza immediata al cliente, una produzione diversificata (suddivisa in 4 aziende fornitrici tra l’Italia e il Regno Unito) e una continua ricerca per la migliorazione delle formule.

In Italia sono più di 22 milioni e mezzo le persone che acquistano in rete, regolarmente o saltuariamente, prodotti per la salute e il benessere e nel 2023 le vitamine e gli integratori sono stati i prodotti più venduti, registrando il 48% degli acquisti totali su  piattaforme online.

Secondo Italian Elite, i consumatori di oggi preferiscono un canale d’acquisto virtuale, ma ricercano sempre – soprattutto per l’acquisto di prodotti per la propria salute – un riscontro tangibile, meglio se proveniente da una persona fisica.

Per questo Italian Elite, startup nata nel 2019 da un’idea di Edoardo Chiapino e Stefano Giacone, oltre ad essere un marketplace  mette a disposizione dei propri clienti un team di professionisti e
nutrizionisti in grado di guidarli durante la scelta del prodotto giusto.

Turismo Torino, le novità in programma

Si è tenuto  mercoledì 31 gennaio, il 21° Consiglio di Amministrazione dell’ATL Turismo Torino e Provincia presieduto dal Presidente Maurizio Vitale.  Nel corso del Consiglio sono state presentate le principali attività che vedranno l’ATL impegnata su più fronti nel corso dell’anno.
Proseguono le azioni di comunicazione e accoglienza turistica a supporto degli eventi che si svolgono a Torino e in provincia: dallo Storico Carnevale Ivrea alle Frecciarossa Final Eight, da Exposed Torino Foto Festival ai grandi eventi sportivi come il Giro D’Italia e il Tour De France dal Salone Del Vino a quello dell”auto sino alla Stagione Teatro Regio 2023/24 e alla quarta edizione delle Nitto Atp Finals, per citarne alcuni.
Molteplici le attività di media partnership e co-marketing instaurate dall’ATL: con il magazine Giovani Genitori per la produzione di contenuti web e social sul target family; con Trenitalia che prevede il rinnovo delle agevolazioni per i possessori di biglietto Frecciarossa con destinazione Torino (seconda Torino+Piemonte Card al 50%) oltre al rinnovo degli Uffici del Turismo come rivenditori biglietti Trenitalia per la mobilità sul territorio; con Drivalia che diventerà mobility partner di Turismo Torino e Provincia mettendo a sua disposizione diverse vetture della propria flotta green.
Proseguono le attività per il progetto Via Francigena For All tra cui la mappatura per l’accessibilità e fruibilità dei percorsi per adulti autistici, sessioni di formazione per gli operatori, la realizzazione di un sistema di monitoraggio dei passaggi, la progettazione, realizzazione e installazione di pannelli multisensoriali lungo i percorsi, la realizzazione di aree sosta accessibili lungo i percorsi, l’adeguamento degli uffici del turismo di Avigliana, Cesana, Claviere, Ivrea, Oulx, Susa e Stand e la partecipazione alla Fiera Fa’ la cosa giusta – Fiera dei Grandi Cammini di Milano (22-24 marzo).
Sul fronte congressuale prosegue la collaborazione con Convention Bureau Italia nella ricerca e contatto dei “Knowledge Leaders” (accademici, professori, medici, ecc.) torinesi coinvolti in associazioni internazionali. L’ATL sarà inoltre presente con un desk di informazione turistica in sede di evento al Congresso Nazionale del Notariato (17-15 maggio, 1000 partecipanti) al Congresso LREC-COLING (22-24 maggio, 2000 partecipanti) al Convention DoTERRA (23-25 maggio, 7000 partecipanti) al Convention WordCamp Europe (13-15 giugno 3000 partecipanti) all’Europe Energy Conference (26-28 giugno, 600 partecipanti).
Dall’11 al 14 dicembre Torino ospita Italy at Hand, The Event, l’evento business di punta ideato da Convention Bureau Italia e ENIT per far conoscere ai migliori decision maker dell’industria MICE internazionale le destinazioni italiane e i suoi operatori, con incontri B2B e attività di networking. 100 top buyer internazionali altamente profilati per 4 giorni visiteranno le principali sedi per eventi e conosceranno gli operatori del territorio.
Intensa inoltre la partecipazione dell’ATL a fiere e workshop a livello nazionale e internazionale per la promozione della destinazione Torino e provincia e l’organizzazione di educational tour per gli operatori turistici e press tour per i media cartacei e digitali.
Ai fini del racconto di una Torino giovane e universitaria in vista delle Universiadi Torino 2025 si aggiunge ai canali social ufficiali dell’ATL, il profilo TikTok.
Maurizio Vitale, Presidente di Turismo Torino e Provincia “Pur in un contesto internazionale particolarmente complicato, Turismo Torino e Provincia affronta il 2024 forte della fiducia dei propri Soci, di un modello organizzativo solido e di flussi turistici incoraggianti”

A San Mauro pubblico e privato insieme per assumere 100 persone

Firmato il protocollo d’intesa fra Regione, Argotec, Agenzia Piemonte Lavoro e Comune di San Mauro

La compagnia aerospaziale si avvarrà della rete regionale dei servizi pubblici per il lavoro per il suo nuovo stabilimento

Mercoledì 31 gennaio 2024 nella sala della giunta comunale di San Mauro Torinese, in via Martiri della libertà 150, la compagnia aerospaziale Argotec, l’ente strumentale di Regione Piemonte che coordina i Centri per l’impiego piemontesi in materia di politiche attive del lavoro Agenzia Piemonte Lavoro e Comune di San Mauro hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a favorire la ricerca, selezione e assunzione di personale per il nuovo insediamento produttivo sul territorio comunale.

La società, specializzata nella produzione di microsatelliti, aprirà infatti in Piemonte lo SpacePark, un nuovo grande stabilimento che, dal 2025, negli spazi delle ex cartiere Burgo ospiterà anche la sede societaria, che al momento ha base a Torino. Lo stabilimento di San Mauro Torinese creerà nuovi posti di lavoro per circa 100 persone, che potenzieranno l’organico aziendale, attualmente di  170 dipendenti: un piano straordinario di assunzioni, con varie figure ricercate, soprattutto ingegneri aerospaziali, elettronici, informatici, e delle telecomunicazioni ma anche profili tecnici per le operazioni di produzione, nonché professionisti dell’area amministrativa, legale, marketing e comunicazione.

Le dichiarazioni

«Orgogliosi che una realtà virtuosa come Argotec scelga di investire sul territorio. Come Regione abbiamo il dovere di mettere in campo ogni sforzo possibile per fare incontrare domanda e offerta, certi che sul territorio piemontese siano presenti competenze ed eccellenze uniche, che meritano di essere valorizzate». dichiara l’assessore regionale all’Istruzione e merito, lavoro, formazione professionale, diritto allo studio universitario Elena Chiorino.

«Questa collaborazione ci consente di supportare concretamente una realtà solida come Argotec nella ricerca di personale in possesso sia di competenze tradizionali sia nuove ed emergenti, mostrando che il sistema regionale è dinamico e in continua evoluzione, come l’attuale mercato del lavoro», aggiunge la direttrice di Agenzia Piemonte Lavoro Federica Deyme.

«Siamo soddisfatti di aver fatto da raccordo per questo accordo che rappresenta un ulteriore passo nel rilancio dell’area del Pescarito, con importanti ricadute sul tessuto socio economico ed occupazionale della nostra città», commenta la sindaca di San Mauro Giulia Guazzora.

«Il nostro piano di assunzioni conferma le ambizioni e le prospettive di crescita del Gruppo – spiega Romana Garavet, alla guida della funzione Human Capital di Argotec – Nell’ultimo anno abbiamo raddoppiato il numero dei colleghi, in Italia e negli Stati Uniti, ed è su questa falsariga che intendiamo proseguire, creando un forte impatto occupazionale sul territorio».

Attrezzature agricole, “Parla con Me” incontra Gambacorta

Giovedì primo febbraio, alle 18:00, “Parla con Me”, trasmissione ideata da Simona Riccio, Agrifood e Organic Specialist, e fondatrice del programma, torna in diretta con i titolari dell’azienda Gambacorta Srl. Fondata nel 1963, Gambacorta Srl si distingue per la vendita di attrezzature agricole e ricambi, attrezzature zootecniche e soluzioni all’avanguardia per l’agricoltura 4.0.

 

Protagonisti della serata saranno Filippo Gambacorta, A.D. dell’azienda, e Francesco Gambacorta, esperto di supporto tecnico e venditore, che guideranno gli spettatori attraverso un viaggio informativo sull’innovazione rivoluzionaria del settore agricolo. La puntata si concentrerà sull’analisi approfondita dell’importanza cruciale delle moderne macchine agricole di precisione. Filippo e Francesco condivideranno la loro expertise, evidenziando come queste tecnologie rivoluzionarie siano fondamentali per migliorare significativamente il lavoro degli agricoltori. Dal momento che la tecnologia agricola continua a evolvere, le macchine di precisione rappresentano un passo avanti cruciale, consentendo un lavoro più preciso e mirato.

Particolare attenzione sarà dedicata alla pianificazione del lavoro agricolo, sottolineando l’importanza di un approccio attento e sostenibile. La tutela del terreno sarà al centro della discussione, dimostrando come l’adozione di pratiche agricole oculate possa contribuire alla conservazione del suolo e alla sostenibilità ambientale In un mondo in continua trasformazione, durante la puntata si vogliono informare gli spettatori sulle innovazioni chiave del settore agricolo, incoraggiando pratiche capaci di coniugare la modernità tecnologica con la responsabilità ambientale. Si tratta di un’importante occasione per apprendere dai titolari d’azienda, e dalle loro esperienze dirette, come l’Agritech made in Italy stia ridefinendo il panorama agricolo globale.

“Parla con Me” sarà trasmesso in diretta sulla pagina Linkedin Top Voices e Facebook di Simona Riccio, oltre al canale Youtube di “Parla con Me”. Per riascoltare le puntate e per ulteriori informazioni, visitate il sito ufficiale www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Pnrr, la Regione: “Avviato il 99,9 per cento dei progetti, quasi il 70 per cento in corso o completato”

«E’ stato avviato il 99,9 per cento dei progetti Pnrr su cui la Regione Piemonte ha competenza diretta. Di questi quasi il 70 per cento è già in corso o completato: una fotografia molto positiva che conferma le buone performance del Piemonte nel rispetto della tempistica e nella realizzazione dei lavori. In particolare è già concluso il 50 per cento dei progetti finanziati dalle misure per l’istruzione e la ricerca.
Per quanto riguarda gli interventi della sanità è già concluso il 20 degli interventi e il 70 è in corso: trattandosi di interventi importanti per la salute dei cittadini, abbiamo assegnato alle Asl scadenze più stringenti rispetto a quelle imposte dallo Stato per avere ulteriori garanzie di rispettare i tempi e scongiurare ritardi. Siamo stati tra i primi ad avviare un sistema di monitoraggio interno per garantire il controllo costante su andamento, scadenze e livello di raggiungimento degli obiettivi e, nel caso, individuare tempestivamente eventuali criticità, facilitandone la successiva gestione».
Lo dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, al termine dell’audizione di fronte alla Sezione di controllo della Corte dei Conti per illustrare i risultati del monitoraggio sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, effettuato dagli uffici regionali prendendo in esame i dati aggiornati al 31 dicembre 2023.
Il Pnrr assegna al Piemonte 1,6 miliardi di euro per l’attuazione di 976 interventi su cui la Regione esercita una competenza diretta, è soggetto attuatore o risulta essere l’ente coordinatore e supervisore rispetto all’attuazione e alla rendicontazione.
Il monitoraggio realizzato dalla Regione evidenzia che è stata avviata la quasi totalità dei progetti, il 99,93 per cento, corrispondente al 99,98 per cento delle risorse assegnate, è già completato il 13 per cento degli interventi e il 55 è in corso di realizzazione. La Regione ha peraltro stabilito di separare la fase di avviamento, che riguarda la progettazione e le procedure, da quella dei cantieri in corso, in modo da avere una fotografia ancora più puntuale dello stato di attuazione.
In particolare:
Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo:
Risultano avviati il 99,73 per cento dei 367 progetti, corrispondente al 99,53 per cento degli 80 milioni di euro assegnati. Sono in corso interventi per la metà delle risorse assegnate, gli altri sono in avvio nei prossimi mesi.
Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica:
E’ stata avviata la totalità dei 199 progetti, finanziati con 340 milioni di euro. Di questi il 45 per cento è concluso o in corso.
Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile:
Sono in corso tutti gli interventi per un valore di oltre 140 milioni di euro, in particolare quelli sulla Torino-Ceres appena aperta al traffico ferroviario fino a Germagnano, e sulla linea Canavesana per opere di sicurezza e adeguamento, tra cui l’abbattimento dei passaggi a livello.
Missione 4 – Istruzione e ricerca:
Già concluso il 50 per centro dei progetti, l’altra metà è avviato per un totale di oltre 30 milioni di euro.
Missione 5 – Inclusione e coesione:
E’ già concluso il 20 per cento degli interventi ed è in corso il restante 80 per cento per un totale di 363 progetti, finanziati con oltre 204 milioni di euro
Missione 6 – Salute:
Sono stati avviati tutti i 430 progetti di questa misura, finanziati con circa 800 milioni di euro. E’ già in corso il 70 per cento degli interventi, pari a oltre l’80 per cento delle risorse ed è concluso il 20 per cento. In particolare per quanto riguarda le Case di Comunità, sono già stati firmati i contratti di appalti per 71 delle 82 strutture previste dal Pnrr, e in 22 sono già in corso i lavori. Lavori partiti anche in 9 ospedali di comunità, mentre per quanto riguarda le Cot, le centrali operative territoriali, 26 sono state completate e in funzione, 7 con lavori oltre il 90 per cento.
«Questi numeri confermano che il “cantiere Pnrr” è in pieno svolgimento e che il Piemonte si conferma Regione virtuosa nella spesa dei fondi pubblici e nel suo monitoraggio – ha aggiunto il presidente Cirio – a cui lavorano i nostri uffici, grazie anche alle azioni di controllo collaborativo con la Corte dei Conti, e insieme alla Guardia di Finanza con cui abbiamo già condiviso un protocollo che sarà sottoscritto nelle prossime settimane. Il Pnrr rappresenta per il nostro territorio una grandissima opportunità che impegna tutti noi all’oculato uso delle risorse che sono davvero un investimento per il futuro e per lo sviluppo del territorio».
Il monitoraggio costante dei progetti è disponibile sul sito internet della Regione Piemonte – pnrr.regione.piemonte.it – da oggi on line in una versione rinnovata che consente, per ogni progetto, di conoscere dettagli, risorse, soggetti coinvolti e lo stato di avanzamento.
Il sito è stato concepito per diventare uno strumento di consultazione completo, aggiornato e intuitivo per cittadini, enti locali e imprese, in cui trovare informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti, la loro localizzazione e sulle opportunità di finanziamento attive.
La sezione dedicata ai bandi viene infatti aggiornata ogni quindici giorni e fotografa tutti bandi, avvisi e gare del Pnrr, sia a livello regionale sia a livello nazionale, rivolte a enti locali, imprese, terzo settore e cittadini. L’utente può filtrare le opportunità selezionando la missione di appartenenza, la scadenza prevista e i soggetti a cui sono rivolte, con la certezza di individuare facilmente le informazioni di proprio interesse.

Agricoltori in piazza “contro le follie dell’Unione Europea”

Coldiretti: da Torino un centinaio in viaggio verso Bruxelles

 

Sono circa un centinaio gli agricoltori del Torinese che hanno risposto all’appello alla mobilitazione lanciato da Coldiretti per una grande manifestazione di Bruxelles per fermare le politiche europee che minacciano l’agricoltura italiana.

«Una chiamata a raccolta organizzata in Europa, dove serve fare sentire, forte, la voce delle nostre aziende agricole – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Una mobilitazione in vista del Vertice europeo che sta avendo una grande risposta da parte dei nostri soci, a dimostrazione di quanto la nostra agricoltura senta sulla propria pelle l’effetto di politiche europee sconsiderate che limitano le funzioni dell’agricoltura preziose per tutta la società: dalla produzione di cibo naturale e non sintetico, fino al presidio contro il dissesto del territorio».

La manifestazione è, infatti, indetta in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Ue, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, dove la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac).

L’appuntamento “Non è l’Europa che vogliamo” è per giovedì 1° febbraio alle ore 9 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne. Un obiettivo che è il risultato della lunga battaglia della Coldiretti insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea con la quale è stato costruito un fronte comune. Nelle ultime settimane Coldiretti ha intensificato gli incontri con altre realtà europee e con Ministri dell’agricoltura di altri Stati membri.

«Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, ma ora è necessario sia cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac).  È una delle eredità dell’era Timmermans, e, come diciamo da anni, è una scelta sbagliata. Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare la protesta contro le follie dell’Unione Europea.

Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale. «Anche per questo – conclude Prandini – serve una decisa svolta nelle politiche Europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori».

 

ANCHE CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES

In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia, sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.

Scrive Confagricoltura: “Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione.

 

In questo senso, la giunta di Confagricoltura, da poco riunitasi a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità.

 

Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni, segnala Confagricoltura, con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi.

 

L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali”.

 

La Confederazione annuncia un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.

Tecnologia piemontese per gli impianti sportivi francesi

Per la realizzazione della nuova LDLC ARENA di Lione, la più grande arena sportiva indoor di Francia fuori da Parigi, una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico e ambientale, la regione francese di Auvergne-Rhône-Alpes ha affidato alla piemontese Sintra, Società Benefit specializzata in Sistemi Innovativi di Trattamento dell’Aria, la progettazione e la realizzazione del sistema di areazione, riscaldamento e climatizzazione degli ambienti dell’intera struttura.

Con una capacità di 16mila persone per i concerti e 12mila per le competizioni sportive, una superficie di 3136 m² e un’altezza di 28 metri, la LDLC Arena ospiterà fra i 100 e i 120 eventi all’anno.

Sintra è stata selezionata per la realizzazione degli aspetti più innovativi e sostenibili del nuovo stadio. L’uniformità della temperatura e l’assenza di sprechi energetici in un simile contesto saranno garantite dai sistemi brevettati MIX-IND® di Sintra per la pulsione dell’aria ambiente. La stessa tecnologia è in grado di adattarsi e soddisfare esigenze diverse a seconda delle situazioni di utilizzo della struttura.

“SINTRA è stata coinvolta fin dalla fase di ideazione del progetto – spiega Maxime Vercollier, responsabile commerciale Grand Est di Sintra France – Abbiamo collaborato con l’Ufficio Tecnico di Progettazione di Artelia, gruppo internazionale specializzato in ingegneria integrata, per studiare una soluzione in grado di garantire prestazioni e comfort omogenei per ogni evento. Il sistema di diffusione doveva essere estremamente flessibile per contrastare gli sprechi e far fronte alle esigenze altamente variabili a seconda delle situazioni. I nostri sistemi sono progettati proprio per adattarsi ai diversi contesti”.

Con sole 6 unità da 50.000 m3/h ciascuna, il sistema di Sintra permetterà di adattarsi  perfettamente alle esigenze effettive della sede in qualsiasi situazione, con un risparmio dei consumi energetici dell’80% rispetto ad impianti tradizionali, con una garanzia di tempi brevissimi di messa a regime per la climatizzazione della struttura e l’eliminazione totale del problema della stratificazione del calore.

Non è la prima volta che Sintra si trova a gestire in Francia spazi di notevoli dimensioni, dove le fonti di calore interne ed esterne sono in costante evoluzione ed è quindi particolarmente difficile mantenere omogenee sia le temperature interne sia il comfort per le persone. L’azienda novarese ha infatti già realizzato i sistemi di riscaldamento e climatizzazione dell’Arena Paris La Defense, il più grande stadio coperto d’Europa e location delle gare di nuoto delle prossimi Olimpiadi 2024.

L’Arena è alta ben 40 metri, ma grazie alla tecnologia italiana di Sintra la temperatura è costante dal parterre fino all’ultimo gradino, così come la qualità dell’aria, anche con 40.000 persone, la piena capacità della struttura.

Il mercato francese è fondamentale per l’azienda italiana, che qui ha già realizzato importanti installazioni in diversi grandi spazi pubblici e privati ed è presente con una filiale dal 2017.

Nel settore automotive, Sintra collabora da oltre 30 anni con il Gruppo PSA, con oltre 400 impianti realizzati, e recentemente è stata coinvolta da ACC – Automotive Cells Company per il progetto della nuova Gigafactory francese, simbolo della transizione dell’Europa verso nuove forme di mobilità e destinata a ospitare 2.500 dipendenti che produrranno 800.000 veicoli elettrici.

In attesa del nuovo Prg: costruire in deroga? Si’, ma per rigenerare Torino

La Giunta Comunale ha approvato su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni una delibera con la quale propone al Consiglio comunale una serie di integrazioni agli indirizzi e ai criteri applicativi in tema di permesso di costruire in deroga.

“L’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente lo strumento urbanistico della deroga, agevolando e promuovendo una riqualificazione urbana di qualità e anticipando così quelle che saranno le linee guida del Nuovo Piano Regolatore Generale, su cui siamo al lavoro”, spiega l’Assessore Mazzoleni.

Si tratta di un istituto che consente al Consiglio Comunale, “limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo e di recupero sociale e urbano” di autorizzare comunque un intervento edilizio che abbia maggiore aderenza alla visione di sviluppo della città e dell’interesse collettivo.

Disciplinato dell’articolo 5, commi 9-14, del decreto Legge n. 70/2011, convertito in legge n.106/2011 del c.d. “Decreto Sviluppo” il permesso di costruire in deroga è regolato anche dall’articolo 3 della Legge Regionale n. 16/2018 come sostituito dall’articolo 5 della Legge Regionale 7/2022.

Con la deliberazione approvata questa mattina la Giunta prende atto delle modifiche normative intervenute nel frattempo e intende consolidare, attraverso nuove prescrizioni, le linee di lavoro attuate in questi primi due anni dall’Amministrazione e dal Consiglio.

Tutto ciò permetterà di lavorare sulla qualità delle proposte progettuali elevandone il livello generale e renderà più virtuosi gli interventi, residenziali, commerciali, misti, mentre l’utilizzo dei criteri ambientali minimi e di altri protocolli promuoverà un altissimo grado di sostenibilità e consentirà al Consiglio Comunale e alle Commissioni Edilizia e Paesaggio della Città di avere più elementi per valutarli.”

Accorciare le liste d’attesa in sanità: come verranno impiegati i 25 milioni della Regione?

La questione liste d’attesa in Sanità entra nel Bilancio con 25 milioni

Come verranno utilizzati i 25 milioni messi a Bilancio per combattere le liste d’attesa in ambito sanitario: questo uno dei punti del dibattito, aperto in prima Commissione in Consiglio regionale presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Diego Sarno (Pd) ha chiesto all’assessore Andrea Tronzano le modalità di spesa della cifra, annunciata ai commissari, nell’aprire la discussione generale sul Bilancio di previsione 24-26.

Per questo motivo, s’è concordato, sarà convocata una Commissione sanità, al fine di illustrare nel dettaglio le azioni che la Giunta intende intraprendere in tema liste d’attesa. In generale, l’assessore ha spiegato che tra le priorità della manovra “abbiamo le borse di studio, che vogliamo coprire al 100 per cento, quindi ci sarà l’integrazione. Poi, appunto, 25 milioni sulle liste d’attesa, senza dimenticare il leasing del nuovo palazzo della Regione, che diventerà mutuo, ma che per il 2024 ammonta a 7,2 milioni”.

Come termine ultimo per l’approvazione del Bilancio, è stato dato quello della fine di marzo, “perché poi ci saranno le elezioni e l’attività del Consiglio sarà sospesa”, ha ricordato Tronzano, che comunque è in attesa dell’accordo con il Governo per i fondi Fsc, “che potrebbero essere di 20-25 milioni. Prima di tale accordo è difficile presentare il maxiemendamento finale”.

Sul testo, già oggi ci sono 52 emendamenti, tutti presentati dal Pd, che insistono sull’articolo 2, “motivo per cui per ora è inutile iniziare a votare l’articolato”, ha considerato il presidente Riva Vercellotti. Del resto, gli interventi di opposizione, con Giorgio Bertola (Ev), Francesca Frediani (Up), Silvana Accossato (Luv) hanno sottolineato come sia opportuno attendere il maxiemendamento per avere una visione complessiva del provvedimento. Tronzano non ha potuto dare tempi certi in tal senso, “in attesa appunto che si perfezioni l’accordo con il governo”.

Intanto sono stati definiti i relatori del Bilancio in Aula, con Alessandra Biletta (Fi) per la maggioranza, Frediani Raffaele Gallo (Pd) per l’opposizione.

E’ nato il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile

Partecipano all’iniziativa l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e diventare punto di riferimento internazionale sul tema.

Presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino), è stato presentato alla stampa il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato da Università di TorinoPolitecnico di TorinoUniversità del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore Università di Torino, Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino, Gian Carlo Avanzi, Rettore Università del Piemonte Orientale, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Cristina Prandi, Vice-Rettrice per la ricerca delle scienze naturali e agrarie dell’Università di Torino. Per l’occasione è stato lanciato un appello di Carlo Petrini per un nuovo sistema educativo alimentare da sottoscrivere in maniera individuale e collettiva (QUI IL TESTO DELL’APPELLO).

 

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, che avrà sede a Pollenzo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e Carlo Petrini come Presidente, rappresenterà un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all’ecologia, all’agricoltura e al consumo sostenibili, all’educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all’economia circolare, alle politiche alimentari, all’innovazione non solo tecnologica ma anche concettuale e di modello, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema.

Il Sistema Universitario Piemontese, per le caratteristiche differenti e complementari dei quattro Atenei, è in grado di garantire un solido capitale di conoscenze, competenze, infrastrutture di ricerca avanzate, oltre a una rete di collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e internazionali non profit, di ricerca e formazione, e associazioni di cittadini. Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile sarà un luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici di UnitoPolitoUniUPO e UniSG, secondo una logica di laboratorio diffuso che sfrutta e valorizza le infrastrutture di eccellenza già presenti nelle sedi degli Atenei piemontesi.

Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta. Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali, che saranno approcciati trasversalmente, in un’ottica completamente interdisciplinare: quella della salute e del benessere e quello della società e della comunità. Questo significherà non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alumni delle Università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile intende portare avanti un’azione forte di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche affinché l’educazione alimentare e, più in generale, l’educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili, entrino in maniera organica nei curricula della scuola primaria e secondaria. La transizione ecologica non può prescindere dalla formazione delle generazioni più giovani fin dai primi anni del proprio percorso formativo. Per realizzare questo obiettivo, oltre che un’azione di advocacy forte nelle sedi istituzionali e decisionali, sarà altresì necessario immaginare strumenti di formazione degli insegnanti e degli operatori dell’educazione primaria, al fine di promuovere un ambiente educativo capace di fronteggiare le enormi sfide della contemporaneità. L’approccio olistico e transdisciplinare del Centro sarà strumento di innovazione al cuore stesso del sistema scolastico italiano ed europeo.

“Il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato in sinergia con tutti gli atenei piemontesi – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – è un’importante risorsa multidisciplinare per affrontare le sfide globali che il sistema del cibo pone in questi anni. Aumento della popolazione mondiale, malnutrizione, cambiamento climatico, scarsità d’acqua e desertificazione del suolo sono solo alcune delle principali sfide che l’essere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro. La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi di produzione alimentare devono essere progettati per tenere in considerazione questo aspetto. L’Università di Torino metterà a disposizione del Centro tutte le sue competenze tecnico-scientifiche, socio-politiche e giuridiche utili ad affrontare correttamente la complessità dello scenario attuale, così da promuovere ricerca ed innovazione in ambito alimentare e contribuire alla creazione di un ecosistema territoriale capace di condurre progetti strategici e attrarre finanziamenti pubblici e privati”.


“Siamo felici 
– aggiunge il Rettore del Politecnico, Guido Saracco – che questo importante progetto sia giunto a compimento, perché comprende tutti i valori che fondano e guidano la nostra attività di ricerca. Siamo certi di poter dare un contributo importante e siamo felici di poter collaborare con tutti gli atenei piemontesi per valorizzare le eccellenze del nostro territorio e contribuire a diffondere un’attenzione sempre più diffusa sul cibo sano e sostenibile”.

 

“L’Università del Piemonte Orientale – sottolinea Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale – dedica da anni un’attenzione multidisciplinare al tema del cibo e dell’alimentazione. La collaborazione con gli altri atenei piemontesi nell’ambito del Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile è, in questo senso, lo sbocco naturale di un impegno che coinvolge ricercatrici e ricercatori di tutti i nostri Dipartimenti. Siamo convinti che solo un approccio che tenga conto delle implicazioni storico-culturali, economico-sociali e chimico-fisiche del cibo possa creare valore aggiunto per la ricerca e per la condivisione della conoscenza in questo campo così importante per il sistema Italia, verso una declinazione del concetto di sostenibilità meno astratto e più aderente alle necessità delle future generazioni”.

 

“Il centro di ricerca sul cibo – spiega Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche – nasce con lo scopo di far convergere e incontrare le diverse competenze promuovendone il confronto e la collaborazione.   L’Università di Scienze Gastronomiche si pone come centro ispirazionale sulle tematiche del cibo sostenibile. Un’università che ha dimostrato di saper proporre percorsi nuovi per formare i professionisti del futuro, che ha progettato e realizzato nuovi modelli di integrazione dei luoghi del sapere con il sistema produttivo e le comunità. Prototipi che possono essere sperimentati, integrati e migliorati in collaborazione con gli altri atenei, definendo soluzioni nuove per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Un importante contributo alla riduzione dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente e sulla salute unica”. 

 

“L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro di Studi e Ricerca inter-ateneo, sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo di indispensabile – commenta Carlo Petrini, Presidente del Centro e dell’Università di Scienze Gastronomiche -. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Lo ribadisco soprattutto alla luce della centralità che il cibo ha, e sempre più dovrà avere, nel periodo storico che stiamo attraversando. Se la pandemia e le atroci guerre degli ultimi anni ci hanno ricordato quanto il cibo sia un punto dirimente anche a livello geopolitico, la crisi climatica che attanaglia il nostro Pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari, che in questo senso si pongono come vittima (la produzione di cibo sarà interamente da ripensare per via del riscaldamento globale) e carnefice (oggi il cibo è la principale causa della produzione di CO2). Per questi motivi la ricerca sul cibo e l’educazione alimentare saranno i punti nevralgici per un avvenire più sostenibile. Una maggiore attenzione verso il Pianeta è ciò che le nuove generazioni hanno già iniziato a chiedere e che davvero necessitano per realizzare nel miglior modo possibile il loro futuro”.  

Misurabilità, sostenibilità, circolarità, qualità e salubrità saranno le parole chiave intorno alle quali il Centro incardinerà i propri interventi e le proprie progettualità, con lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi, tra loro spesso legati:

  1. Promuovere stagionalità e località: la stagionalità comporta la disponibilità di cibi freschi, ciò consentendo di godere appieno delle loro caratteristiche organolettiche e nutritive senza intermediazione di cicli frigorigeni, catene di trasporto complesse o uso di conservanti, entrambi causa di consumi energetici (diretti o indiretti) e quindi di emissioni di gas serra. Proprio per questi minori consumi – energetici o di materiali – il cibo stagionale ha un riscontro anche nel diritto al sapore e alla sostenibilità economica per il consumatore;
  2. Ridurre la plastica all’interno della filiera alimentare: L’inquinamento da plastiche non biodegradabili ha raggiunto livelli preoccupanti. Se da un lato sono oramai necessarie politiche attive per ripulire il mondo dalle pervasive plastiche, dall’altro è urgente sia ridurne al massimo l’utilizzo che aumentarne la riciclabilità;
  3. Ridurre gli sprechi: Ogni anno si producono 2,6 Gton (miliardi di tonnellate) di cibo utile, generando contemporaneamente 1,3 Gton di rifiuti organici, per metà circa originati nelle mura domestiche, per l’altra metà lungo la filiera produttiva. Ridurre gli sprechi alimentari significa produrre meno CO2, disboscare meno foreste per far spazio a produzioni alimentari e, non poco in termini di riduzione delle diseguaglianze, risparmiare;
  4. Promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli: il consumo di suolo continua ad aumentare: In Italia cresce più il cemento che la popolazione, e ogni secondo si perdono 2 mq di suolo fertile. È necessario rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca, favorendo il dialogo e la collaborazione tra aziende agricole virtuose dal punto di vista dei servizi ecosistemici e centri di ricerca, con l’obiettivo di iniziare un percorso che porti alla costituzione di un network italiano di lighthouse farms (dimostratori territoriali di buone pratiche, luoghi di formazione e comunicazione) e living labs (luoghi ricerca dove gli stakeholders contribuiscono a sviluppare soluzioni e ad accelerarne l’adozione sui territori), in collaborazione con gli stakeholders attivi nel settore.
  5. Rafforzare la biodiversità: La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, includendo la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Negli ultimi 10 anni sono scomparse 160 specie animali e 35,000 sono quelle a rischio, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e di un uso scorretto dei suoli. Combattere la perdita di biodiversità non è solo una questione etica. Biodiversità significa resilienza e capacità di sopravvivere al cambiamento grazie a un sottile equilibrio che regola le relazioni tra gli esseri viventi, l’uno essendo spesso funzionale all’altro in un ecosistema complesso.
  6. Ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci: ogni volta che si tratta una materia prima alimentare se ne compromette in parte le qualità nutritive, si generano scarti, si consuma energia e si contribuisce all’effetto serra. Il trasporto di merci in container a costi bassi ha portato da un lato ad aumentare l’impronta ambientale dei cibi e dall’altro a mettere fuori mercato filiere alimentari autoctone;
  7. Aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne: L’allevamento di bovini, anche per la sua estensione, comporta il 4% delle emissioni di gas serra di origine antropica. Questo non è legato tanto alla CO2 ma al metano associato alle deiezioni animali, essendo quest’ultimo 21 volte più efficace del biossido di carbonio nel promuovere il riscaldamento dell’atmosfera. All’insegna del principio “no one left behind” a cui ispirare la transizione ecologica – per non generare squilibri economici controproducenti- sarà necessaria una certa progressione nel disimpegno, almeno parziale, dalla carne come fonte proteica, privilegiando comunque le filiere autoctone di prossimità rispetto a quelle di importazione, su cui pesa l’impronta ambientale aggiuntiva legata al trasporto;
  8. Tracciare e qualificare sempre meglio il cibo: qualificare, certificare e tracciare i cibi prodotti lungo l’intera catena che dal campo passa all’industria di processo, alla tavola dei consumatori fino ad arrivare alla salute di questi ultimi attraverso la blockchain, la rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale;
  9. Promuovere l’educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali: per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con successo le enormi sfide della contemporaneità, è necessario crescere una generazione di cittadini consapevoli che i propri stili di vita e in particolare i propri consumi alimentari impattano fortemente sul sistema alimentare globale;
  10. Promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita. La salute è perseguibile attraverso l’adozione di diete sane e sostenibili. In un’ottica di innovazione e di cambiamento del modello sanitario attuale, che dedica una parte cospicua delle proprie risorse al processo di cura, il cibo potrebbe e dovrebbe rappresentare il giro di boa verso un maggiore investimento in piani preventivi, che mirino non solamente all’incremento dell’età media di vita della popolazione, come accaduto negli ultimi decenni, ma con l’obiettivo più ambizioso di promuovere e sostenere un invecchiamento in salute. Inoltre, l’adozione di pattern dietetici sani e sostenibili, ha il duplice vantaggio di preservare non solo la salute dell’uomo, ma anche quella del Pianeta Terra.
  11. Supportare e promuovere la costruzione di “politiche del cibo” alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale: le politiche del cibo su scala nazionale e regionale hanno un ruolo fondamentale nella territorializzazione delle politiche europee in campo agro-alimentare. Il nuovo Centro potrà favorire ulteriormente la collaborazione tra gli atenei piemontesi – già avviata con l’Atlante del cibo di Torino metropolitana, il lancio dell’Osservatorio nazionale sulle politiche locali del cibo e le attività della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e in particolare di RUS Piemonte – consentendo di giocare un ruolo di riferimento alla scala nazionale e internazionale nel supporto e promozione alla costruzione di food policy place-based che sappiano difendere, promuovere e valorizzare le diversità bio-culturali.