ECONOMIA- Pagina 68

Aspettando “Stellault”. Elkann smentisce la fusione di Stellantis e Renault ma 2260 lavoratori finiscono in cassa integrazione

/

Quando c’era lui, l’Avvocato. E pure lui, Marchionne. Altri tempi. Oggi abbiamo John Elkann che smentisce sì le insistenti voci di fusione tra Stellantis e Renault destinata a dare più peso alla Francia con la nascita di una ipotetica “Stellault”. Ma intanto comunica ai sindacati ulteriori quattro settimane di cassa integrazione per Mirafiori che si bloccherà  dal 4 al 30 marzo. Riguarderà  2260 lavoratori: 1251 sulla linea 500 Bev e 1009 sulla linea Maserati. Nelle Carrozzerie  da 300 a 350 i lavoratori coinvolti. I rimanenti  1500 verranno  distaccati in altri reparti dello stabilimento. Proseguono intanto le schermaglie tra Governo e vertici aziendali sugli incentivi richiesti da Tavares.

Al  “Sereno Regis” partecipazione giovanile con un gruppo di giovani madri

Per una maggiore partecipazione alla vita democratica

 

Verrà presentato giovedì 8 febbraio prossimo, alle ore 11:00, presso la sala Poli del Centro Studi “Sereno Regis”, in via Garibaldi 13, a Torino, il progetto “We Care But Who Cares About Us”. Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento all’interno del programma “Erasmus Plus”, vede come capofila la cooperativa Educazione Progetto e, come partner, il Centro Studi “Sereno Regis”, la Città di Moncalieri e il Comune di Rosta. È un progetto di partecipazione giovanile costruito insieme a un gruppo di giovani mamme, e che si pone l’obiettivo di sostenere la partecipazione alla vita democratica di giovani genitori under 30, offrendo l’occasione di “study visit”, aumentando l’opportunità di confronto con i decisori politici locali, accompagnando i giovani nella redazione di riflessioni sul loro percorso di consapevolezza e volgendolo a una dimensione europea con la visita alle istituzioni europee, in particolar modo all’ European Economic and Social Commitee, a Bruxelles, per raccontare l’esperienza del progetto. Tutte le analisi empiriche fatte sui servizi all’infanzia, che la cooperativa Educazione Progetto gestisce, ma anche gli scambi frequenti con gli operatori delle realtà delle reti territoriali, riportano che i giovani genitori under 30 sono quasi tutti giovani con minori opportunità, un più basso livello di scolarizzazione, forme maggiormente precarizzate di lavoro o assenza di lavoro, soprattutto per quanto concerne le donne, background migratorio, scarsa rete sociale e invisibili a tutte le azioni di politica giovanili, culturali e di promozione dell’occupabilità. Sono giovani a cui si interessano i servizi e ai quali si intende proporre un coinvolgimento specifico su attività sostenibili e inclusive, che non creino conflittualità nella gestione del tempo famigliare ma che, al contrario, possano costituire parentesi di confronto, benessere, socialità e riappropriazione di se stessi.

Mara Martellotta

Meno di un torinese su tre pensa che l’azienda si preoccupi della sua salute

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute1 il 31% dei torinesi ritiene che il proprio datore di lavoro abbia a cuore la sua salute e il suo benessere

Il 67% di chi lavora in aziende prive di welfare aziendale desidera l’introduzione di queste misure, incluse quelle di sanità integrativa

Il rimborso delle spese per visite ed esami e i pacchetti di prevenzione e check-up sono i servizi di sanità integrativa più apprezzati dai torinesi

Ormai da anni il welfare aziendale è diventato un tema centrale per tutte le imprese, che sempre più spesso lanciano iniziative per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, con l’offerta di varie tipologie di benefit. Nonostante ciò, ancora oggi a Torino soltanto una minoranza dei lavoratori ritiene che la propria azienda si prenda veramente cura del suo benessere: a rilevarlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute1, che ha interrogato gli abitanti del capoluogo piemontese sulle misure di welfare aziendale, in particolare per quanto riguarda l’ambito della salute e dei servizi ad essa dedicati.

Secondo quanto emerso dal sondaggio, solo il 31% degli intervistati è d’accordo con l’affermare che l’azienda in cui lavora ha a cuore il suo benessere e la sua salute. Malgrado il tanto parlare di ambienti di lavoro più vicini ai bisogni delle persone, dunque, a Torino oltre due intervistati su tre non sembrano percepire un reale impegno della propria azienda in questo senso.

Ma quanto sono realmente diffuse allora le misure di welfare aziendale? Dalla ricerca risulta come il servizio offerto più spesso sia quello dei buoni pasto o della mensa, fornito da quasi sei aziende torinesi su dieci (58%). Al secondo posto ci sono i servizi di sanità integrativa (57%), seguiti dai percorsi di formazione (46%), dai fondi pensione (42%) e dalle convenzioni con strutture come palestre e musei (34%). Ma c’è anche chi lavora in aziende che non hanno alcun piano di welfare aziendale: il 67% di essi vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurlo, e una percentuale ancora maggiore desidererebbe che la propria azienda offrisse misure di sanità integrativa (80%).

UniSalute ha allora indagato quali servizi relativi alla salute fossero più popolari, tra i torinesi che hanno la possibilità di accedervi. Il rimborso delle spese per visite ed esami (svolti privatamente o tramite il SSN) è al primo posto, sfruttato dall’83% dei dipendenti. Seguono le prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati (75%) e i pacchetti di prevenzione e check-up (61%). Ancora poco diffusi, invece, benefit come i pacchetti maternità (11%), la copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (11%) o i servizi di telemedicina (8%).

Indipendentemente dalle specifiche misure, circa un lavoratore torinese su tre (32%) dice che l’opinione che ha dell’azienda è cambiata in meglio dopo l’introduzione di benefit relativi alla salute. Sembrano però esserci ancora margini di miglioramento: solo il 36%, infatti, si dice soddisfatto dell’offerta di sanità integrativa attualmente a sua disposizione. Uno su cinque (20%) ritiene probabile che nei prossimi mesi la integrerà con un’assicurazione sanitaria individuale, come già fatto dal 10% degli intervistati.

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2023 su di un campione di 1.200 persone stratificato per età (18-75 anni), sesso ed area geografica con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli

SAA-School of Management e Piemonte Innova insieme per sostenere l’innovazione nelle imprese

 Integrare competenze digitali e manageriali è la chiave per la crescita di manager e imprese di successo. Oggi, con questo obiettivo, Davide Caregnato, Direttore di SAA – School of Management dell’Università degli Studi di Torino e Massimiliano Cipolletta, Presidente di Piemonte Innova hanno sottoscritto un accordo di collaborazione strategica per potenziare le competenze digitali e manageriali nel contesto delle Piccole e Medie Imprese (PMI).

L’accordo, che sottolinea l’importanza cruciale di formare dei leader capaci di dominare le materie tecniche come di confrontarsi su temi gestionali, delinea una serie di iniziative rivolte in particolare alle PMI: corsi executive per il potenziamento di competenze in ambito manageriale e digitale; la partecipazione ai progetti di Academy della Regione Piemonte; supporto allo sviluppo di piani strategici di imprese, sia profit che non profit; promozione e creazione di cultura dell’innovazione attraverso attività ed eventi dedicati.

“Una collaborazione strategica per SAA, a conferma della sua capacità di porsi come interlocutore e centro per lo sviluppo delle competenze manageriali con stakeholders di rilievo per il territorio come Piemonte Innova” commenta il Direttore di SAA School of Management Davide Caregnato.

Marcello Bogetti, referente dell’area Business Development & Innovation di SAA aggiunge: “Lanceremo congiuntamente un’offerta formativa innovativa di micro-credenziali per accompagnare le PMI nell’adozione delle tecnologie emergenti, ad esempio l’Intelligenza Artificiale Generativa, con la certificazione delle competenze attraverso Digital Open Badge”.

Massimiliano CipollettaPresidente di Piemonte Innova, ha dichiarato “La contaminazione di competenze è essenziale nell’attuale scenario competitivo. Questa collaborazione rafforza il nostro impegno nell’essere un catalizzatore per l’innovazione e lo sviluppo.”

Le nuove iniziative formative rivolte alle imprese saranno presentate durante un evento gratuito lunedì 26 febbraio alle 16 presso la Scuola di Amministrazione Aziendale.

In Piemonte aumentano i contratti a tempo indeterminato

Sono state 63.578 le trasformazioni contrattuali da tempo determinato a indeterminato registrate nel 2023 in Piemonte.

Un dato estremamente positivo quello rilevato dall’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, in quanto vede le stabilizzazioni crescere del 2,5% rispetto al 2022 e riscontra che si tratta di un contratto su dieci rispetto ai 653.184 di tutta Italia.

Ma non si tratta di un episodio sporadico: le stabilizzazioni sono infatti aumentate del 43,5% rispetto al 2021 e dell’11,1% rispetto al 2019.

Un risultato frutto anche delle politiche attive per il lavoro messe in campo in questa legislatura dalla Regione, come il potenziamento della formazione e dei tirocini, gli investimenti sull’alto apprendistato, l’avvio delle Academy di filiera.

L’assessore al Lavoro Elena Chiorino ricorda che “fin dal primo giorno abbiamo lavorato per sostenere la crescita delle nostre imprese e dei lavoratori, nella convinzione che aziende sane e competitive siano la condizione imprescindibile per garantire il dato occupazionale e condizioni contrattuali migliori” e osserva che “ora raccogliamo i frutti di queste politiche anche grazie a un sistema imprenditoriale solido, che abbinato a un patrimonio di conoscenze dei nostri lavoratori ha contributo in modo significativo a queste stabilizzazioni, la cui crescita costante è la miglior certificazione possibile della salute delle nostre imprese”.

Tradizione e innovazione: Borello Cit* vince il premio di design “Piemonte Award”

Ottima notizia per Borello Supermercati: Borello Cit*, il più piccolo di quella grande famiglia che è la nota catena di supermarket, ha conquistato il prestigioso premio di design “Piemonte Creative Award” per il format innovativo del convenience store in via Nizza 31 a Torino, curato da Cean Design.

Ma cos’è esattamente Borello Cit*? Ce lo spiega l’imprenditore Fiorenzo Borello, fondatore e titolare dell’omonima rete di supermercati, che conta oggi più di 50 punti vendita: “Abbiamo voluto creare un format nuovo che asseconda una tipologia di spesa più veloce, ma al tempo stesso tradizionale nel nome, “Cit” – che significa piccolo in piemontese – come tradizionali e all’insegna della convenienza e di un vasto assortimento sono molti dei prodotti pronti da gustare.”

Innovazione e tradizione, sono del resto un binomio vincente nella “filosofia” di Borello Supermercati. La comunicazione rinnovata, caratterizzata da colori brillanti e ricercati, che si rivolge a tutti coloro che desiderano fare la spesa in un luogo a misura delle loro esigenze, alla fine è stata premiata. Così come la qualità e la convenienza sempre di casa presso il Borello Cit* in Via Nizza 31, a Torino, a due passi da Porta Nuova, vengono premiate ogni giorno dai numerosi e affezionati clienti.

Mirafiori addio? Lo Russo preoccupato scrive a Meloni

/

Parole, promesse, promesse, parole. Da anni il tira e molla tra istituzioni, azienda e sindacati sul futuro dello storico stabilimento di Mirafiori ha portato più fumo che arrosto. “Nel settembre del 2022 la Città di Torino ha siglato un protocollo con la Regione Piemonte e il Gruppo Stellantis, – scrive sui social il sindaco Stefano Lo Russo –  accordo che prevede la produzione della 500 elettrica, il montaggio della linea Maserati, con motorizzazione tradizionale, Hybrid e full electric, e la scelta di realizzare nello storico stabilimento di Mirafiori l’hub europeo per il recupero funzionale dei veicoli elettrici ed il Battery Technology Center, inaugurato poi l’8 settembre dello scorso anno”.
Secondo il primo cittadino “Si tratta di azioni che dimostrano quanto la presenza del Gruppo Stellantis sul nostro territorio sia importante, e, in questa cornice, garantire un futuro allo stabilimento di Mirafiori è un tassello fondamentale.
Proprio per questo, dopo le recenti dichiarazioni dell’Amministratore Delegato del Gruppo Tavares rispetto alle sorti degli impianti di produzione nel nostro Paese, ho scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per manifestare la nostra profonda preoccupazione”.
È la stessa preoccupazione espressa anche dai rappresentanti delle sigle sindacali nel recente incontro a Palazzo Civico, “che non possiamo fare a meno di condividere e che, siamo certi, condividerà anche il Governo.
Vogliamo ribadire la nostra piena volontà di lavorare insieme per convergere su obiettivi comuni e condivisi, che puntino al bene del nostro territorio, e, in particolare, delle lavoratrici e dei lavoratori”, conclude Lo Russo.

Oltre 17 mln di euro per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico

Operazione di Invimit e Regione Piemonte

 

Invimit SGR, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e Regione Piemonte annunciano oggi il conferimento al Fondo i3-Sviluppo Italia (Comparto Regione Piemonte) di sei immobili a Torino.

Alla conferenza stampa, che si è svolta ieri nella storica Villa Javelli, hanno partecipato il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, l’Assessore al Patrimonio della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, il Presidente di Invimit SGR, Nuccio Altieri, e l’Amministratore delegato di Invimit SGR, ⁠Giovanna Della Posta.

I sei immobili oggetto dell’operazione, tutti localizzati a Torino, sono Villa Javelli in via Petrarca 44 e Villa Gualino in via Settimio Severo 65, oltre agli edifici in Corso Bolzano 44, Via Principe Amedeo 17, Corso Principe Eugenio 36 e Via Garibaldi 4.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è valorizzare il portafoglio immobiliare della Regione attraverso l’affitto, la vendita o la ristrutturazione degli edifici apportati al Fondo, sulla base delle condizioni espresse dal mercato, di concerto con l’ente e con i partecipanti del Fondo. Oltre a permettere la valorizzazione di diversi edifici, l’iniziativa è anche particolarmente strategica sotto il profilo economico, in quanto garantirà alla Regione un immediato ritorno finanziario e la partecipazione, pro quota, agli utili dei percorsi di valorizzazione che saranno individuati per i singoli immobili. Il comitato di gestione del Fondo è composto da tre membri, di cui due rappresentati della Regione Piemonte.

Con questo accordo la Regione attiva una modalità di gestione innovativa, sia del proprio patrimonio immobiliare sia della sua valorizzazione, grazie al contributo professionale e all’esperienza di Invimit. La Regione non è un’agenzia immobiliare e ha il dovere di gestire il proprio patrimonio con oculatezza e preservando le risorse pubbliche. L’abbiamo realizzato con il trasloco al Grattacielo Piemonte, che garantisce ogni anno un risparmio tra gli 11 e i 18 milioni di euro, l’abbiamo fatto con il palazzo di piazza Castello, ceduto alla Corte dei Conti e quindi rimasto nel patrimonio pubblico, e lo facciamo ora con questi immobili”, dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore al Patrimonio, Andrea Tronzano.

L’operazione che abbiamo realizzato con la Regione Piemonte è la testimonianza che la collaborazione pubblico-pubblico può generare iniziative di alto valore sociale ed economico”, ha commentato Giovanna Della Posta, Amministratore Delegato di Invimit SGR. “Dopo una proficua interlocuzione, supporteremo il Presidente Cirio e tutta la sua squadra nella valorizzazione e nella riqualificazione del patrimonio immobiliare della Regione, affinché questo possa rappresentare non solo una risorsa a livello locale, ma anche un elemento di attrazione di capitali, risorse aggiuntive – sia nazionali che internazionali – in grado di innescare un fattore moltiplicativo sul territorio”.

Con la creazione del comparto Piemonte – ha spiegato il Presidente di Invimit Nuccio Altieri – si apre una grande opportunità per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico della Regione ma anche dei comuni e delle province del Piemonte. Abbiamo già avviato interlocuzioni con Novara, Alessandria, Asti e Torino e oggi grazie a questo primo apporto della Regione Piemonte abbiamo un fondo che può operare a favore di tutti gli Enti locali del territorio. Il patrimonio immobiliare pubblico è una grande risorsa economica e sociale se gestito in maniera professionale e moderna, questa è la mission di Invimit che, grazie alla decisione del Presidente Cirio, diventa operativa anche in Piemonte”.

L’annuncio di oggi segue l’atto stipulato lo scorso 20 dicembre in base al quale la Regione ha conferito al Fondo gestito da Invimit una quota pari al 70,2% del diritto di piena proprietà degli immobili in cambio di quote del Fondo per un valore di 12,4 milioni euro. Il restante 29,8%, invece, è stato venduto al Fondo per un valore pari a 5,2 milioni grazie all’investimento del Fondo i3 Core (INAIL) gestito dalla Sgr. L’ammontare complessivo dell’operazione è di 17,7 milioni.

Questa iniziativa trae spunto da quanto realizzato con successo già dalla Regione Lazio a partire dal 2014, che ha portato l’Istituzione a dotarsi di un fondo multi-comparto volto a valorizzare sia gli stabili regionali che quelli di altri Enti.

Il procedimento presentato oggi sarà replicato, nei prossimi mesi, per ulteriori edifici. In questo caso gli immobili si trovano su tutto il territorio piemontese e a Bruxelles, nella sede della Regione.

Torino, gli agricoltori: “La nostra protesta a Bruxelles perché è in Europa che si prendono le grandi decisioni”

A Bruxelles a protestare contro le politiche dell’Unione europea che bloccano l’agricoltura c’era anche una folta delegazione di agricoltori del Torinese guidati dal presidente di Coldiretti Torino, il leinicese Bruno Mecca Cici, la vice presidente Tiziana Merlo, di Argentera-Rivarolo, dalla delegata Coldiretti Giovani Impresa, la rivolese Claudia Roggero, la coordinatrice provinciale di Coldiretti Donne Impresa, Mirella Abbà, di Favria, dal valsusino Sergio Barone, presidente provincia e regionale del movimento pensionati di Coldiretti, oltre ai segretari Coldiretti di zona di Chieri-Carmagnola, Pinerolo, Ivrea-Rivarolo, Ciriè, Torino, Chivasso-Caluso, Rivoli-Bussoleno.

«Siamo stati a Bruxelles perché è in Unione europea che si prendono le decisioni – spiega il presidente Bruno mecca Cici – Coldiretti Torino nelle sue 183 sezioni comunali e nei suoi 12 Uffici di Zona ascolta quotidianamente le ragioni degli agricoltori. Noi stessi siamo coltivatori e viviamo sulla nostra pelle le scelte scellerate che ci impone l’Unione europea. Conosciamo bene le ragioni dei nostri agricoltori. Ed è per  questo che siamo andati a Bruxelles. Siamo andati davanti al Consiglio d’Europa mentre si svolgeva il Vertice straordinario dei capi di governo europei perché è in Europa che andava portata la nostra protesta insieme agli altri sindacati europei con cui Coldiretti si coordina da sempre in Europa. Siamo stati in mezzo a quei 1.300 trattori che hanno paralizzato il quartier generale Ue. In serata, il nostro presidente nazionale Ettore Prandini ha incontrato la presidente dell’Unione europea Ursula Von der Leyen e il commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme ai rappresentanti degli altri sindacati europei. Dall’incontro abbiamo ottenuto l’impegno di dare priorità all’esame delle nostre richieste».

Il presidente di Coldiretti Torino ribadisce le istanze portate ai vertici europei con la protesta di piazza di Bruxelles.

«Chiediamo che sull’import ci sia un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Sugli accordi commerciali occorre garantire il principio di reciprocità e in tale ottica è positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale. Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune anche per investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva dai cambiamenti climatici. Vogliamo anche aumentare gli investimenti in agricoltura garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel nostro settore. Ma soprattutto serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac). Ma l’Europa deve sostenere anche gli accordi di filiera per costruire mercati più equi. La nuova Politica agricola comune dovrà incentivare questo modello che rafforza i rapporti tra produzione, trasformazione e commercializzazione, anche per contrastare le pratiche sleali. Alla presidente Meloni chiediamo di continuare a tutelare gli agricoltori italiani portando in Europa le nostre ragioni. Serve un cambio di passo rispetto al recente passato. Non ci può essere più spazio per politiche ideologiche che hanno penalizzato gli agricoltori, mettendo a rischio tante filiere anche nel nostro Paese».

Riaprirà il Golden Palace Hotel di Torino

/

Riaprirà i battenti il Golden Palace Hotel di via Arcivescovado, in quello che un tempo era il “Palazzo Toro”, vero e proprio modello di architettura del secondo dopoguerra.

Il fondo immobiliare GERAS 2 gestito da REAM SGR ha acquisito l’edificio che manterrà la sua funzione e verrà dato in locazione ad una importante catena alberghiera internazionale.

L’immobile si sviluppa su sei piani fuori terra per una superficie complessiva commerciale di circa 20mila metri quadrati. Sarà oggetto di un importante processo di ristrutturazione, con cui si candida a diventare un punto di riferimento per il settore ricettivo in un segmento di lusso.

“La riapertura del Golden Palace – afferma il sindaco Stefano Lo Russo- è una buona notizia per la Città e testimonia l’interesse crescente per lo sviluppo turistico di Torino. Vogliamo continuare su questa strada e auspichiamo che questi risultati possano consolidarsi nel tempo.”