ECONOMIA- Pagina 40

Esenzione Iva Terzo settore, il commento di Arci

L’Arci: si rischia di strozzare il Terzo Settore e il suo prezioso operato

 

 

E’ stato approvata dal Consiglio Comunale di Torino la proposta di ordine del giorno “Riconsiderare il regime di esenzione iva per il terzo settore, un inutile aggravio procedurale per migliaia di associazioni“, firmata Alice Ravinale, Nadia Conticelli e Ludovica Cioria.

 

E’ un testo che non cambia la situazione, ma impegna il Sindaco e la Giunta a sollecitare il Governo e il Parlamento a intervenire, anche mediante confronto con la Commissione Europea. Richiama l’attenzione sul Terzo Settore e riguarda tantissime associazioni e realtà anche a Torino: con una legge di fine 2021, lo Stato ha portato tutti gli enti non profit nel campo di applicazione dell’IVA. Questa legge sarà applicabile dal primo gennaio 2025 e, senza una correzione di rotta, costringerà le associazioni a subire un grave appesantimento di oneri burocratici, non sostenibile soprattutto per quel tessuto di piccole associazioni.

 

Ricondurre il Terzo settore al campo IVA significa voler equiparare le associazioni alle imprese commerciali: a essere colpita sarebbe l’autonomia delle associazioni, limitandone le possibilità di autofinanziamento e ostacolandone lo svolgimento delle attività con pesanti adempimenti burocratici.

 

Arci Torino plaude al testo. Il presidente Andrea Polacchi: «Siamo molto soddisfatti dell’ordine del giorno approvato, segnale importantissimo che la Città ha dato a tutto l’associazionismo e al Terzo Settore – dice – Assistiamo a una procedura d’infrazione inaccettabile, figlia di un’impostazione europea eccessivamente appiattita sul mercato e la concorrenza, anche nei confronti di quei settori che non hanno nulla a che vedere col profitto».

 

Richiama l’attenzione sulle associazioni: «Il quadro fiscale proposto e il proliferarsi di adempimenti burocratici insostenibili e costosi, introdotti dall’attuale codice del terzo settore, rischiano di compromettere gravemente il mondo del non profit, le cui entrate servono esclusivamente a finanziare le attività di interesse generale e il lavoro delle persone».

 

Polacchi ricorda l’importanza del lavoro di tutte queste associazioni: «Intere comunità e diversi settori, dalle produzioni culturali indipendenti, alle azioni di cura e assistenza, dalle attività ricreative dei circoli all’impegno civico a fianco delle fasce deboli della popolazione, si reggono grazie al lavoro di migliaia di associazioni che costituiscono l’infrastruttura sociale di territori e città».

Il corteo e la protesta dei taxi in sciopero

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Lo sciopero dei tassisti torinesi è iniziato alle 8 e terminerà alle 22. I conducenti delle auto bianche parlano di “uso illegittimo delle autorizzazioni per le vetture a noleggio con conducente”, note come Ncc e chiedono al governo di di dare risposte puntuali , anche sui ruolo delle multinazionali e sul rischio di un ritorno di Uber. I taxi si sono ritrovati davanti all’Allianz Stadium e poi, attraverso la tangenziale, si sono piazzati sotto al grattacielo della Regione Piemonte. Allo sciopero hanno aderito le sigle Fast-Confsal taxi, Satam, Tam, Usb-taxi, Unica-Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa-taxi, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Sitan Atn e Unione Artigiani. Una delegazione di tassisti torinesi è partita per Roma.

Foto DiErreNews

Alla Cavallerizza Reale l’evento finale della Rete per la prevenzione

È in programma lunedì 20 maggio 2024, dalle ore 9 alle 13, nell’Aula magna della Cavallerizza Reale dell’Università degli Studi, in via Verdi 9 a Torino, l’evento finale del progetto «Una rete per la prevenzione» promosso dal Comitato permanente Salute e Sicurezza sul lavoro della Prefettura di Torino, coordinato da Michele Garufi.

Nell’occasione verranno sviluppate e approfondite le tematiche affrontate nel percorso formativo gratuito rivolto alle stazioni appaltanti dei Comuni dell’area metropolitana di Torino, promosso dal Comitato prefettizio, così come previsto dal «Protocollo di intesa per la sicurezza e regolarità nei cantieri edili» siglato il 4 aprile 2022.

Dopo il saluto del rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, del prefetto di Torino DonatoGiovanni Cafagna, e delle Istituzioni – tra cui quello della vicesindaca del Comune di Torino Michela Favaro, alla quale il sindaco Stefano LoRusso ha da poco affidato le deleghe a Lavoro e Sicurezza sul lavoro – prenderà la parola il coordinatore del Comitato, Michele Garufi, che illustrerà le azioni formative intraprese a favore a tutela della salute e sicurezza nei cantieri edili.

Seguiranno gli interventi di Ance (Chiara Borio), Api (Salvatore Rapisarda), Ordini e Collegi professionali (Andrea Gaveglio), Inail (VitaRomaniello), Spresal (Pier Luigi Pavanelli), Ispettorato Nazionale del Lavoro (Angelo Serina) e Università (Sabrina Gambino).

Modererà e trarrà le conclusioni finali Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, componente del Comitato prefettizio Salute e Sicurezza.

Torna il Festival del verde nei Comuni torinesi

Dal 20 al 26 maggio a Torino e nell’ area metropolitana torna l’appuntamento con la natura in città: un’intera settimana per offrire ai cittadini un racconto inedito del verde urbano. 

Saranno 11 i comuni coinvolti (Carignano, Collegno, Moncalieri, Nichelino, Pino Torinese, Rivalta di Torino, San Mauro Torinese, San Secondo di Pinerolo, Santena, Settimo Torinese, Torino) a cui si aggiungono trasferte “extra-provinciali” a Cuneo e in provincia di Asti. Con alcuni comuni aderenti il Festival ha promosso un concorso dal titolo “1 mq di giardino” per la progettazione e la successiva realizzazione di un’area dimostrativa di verde pubblico resistente ai cambiamenti climatici. oltre 150 appuntamenti diffusi in più di 100 tra parchi pubblici, giardini, orti urbani, musei e altri territori fino a sconfinare a Cuneo.

Dopo l’edizione sperimentale dello scorso anno con il coinvolgimento di oltre 20 mila persone,  torna a Torino e area metropolitana il Festival del Verde – www.festivalverde.itraddoppiando il numero di iniziative. Visite guidate negli spazi verdi più suggestivi, tour nell’agricoltura urbana, reading e presentazioni di libri, attività di volontariato, escursioni naturalistiche per scoprire il verde urbano come mai è stato presentato.

“Le città delle piante” è il titolo di questa edizione dedicata a quella rete di ecosistemi urbani e naturali che convivono e interagiscono ogni giorno con gli esseri umani e le loro tecnologie. Il Festival, il cui maggior sostenitore è la Fondazione Compagnia di San Paolo, offre un racconto complessivo attraverso l’esperienza diretta delle storie invisibili di questi ambienti spesso nascosti. Ogni evento del Festival è categorizzato in base a una delle cinque città delle piante (Città verdi da coltivare, Città verdi da curare, Città del verde salubre, Città del patrimonio verde, Città della cultura verde).

Il week-end del Festival del Verde (24-26 maggio) ospita anche FLOR Primavera che porterà ai Giardini Reali di Torino circa 150tra florovivaisti, agricoltori e artigiani green, e Verde Svelato, un percorso sperimentale che aprirà per la prima volta le porte di piccoli e grandi giardini “segreti”, aree verdi private solitamente nascoste e inaccessibili alla cittadinanza che saranno visitabili in esclusiva per la manifestazione. Durante il Festival, inoltre, la mostra artistica d’illustrazione Germogli si trasformerà in una “Street Expo” lungo Via Po, proponendo le opere di 16 illustratori emergenti che raccontano con la loro arte la bellezza della Natura.

Con il Festival di quest’anno inizia anche una prima mappatura dei giardini e degli orti scolastici della Città di Torino che quest’anno saranno aperti in via straordinaria per un giorno mentre le scolaresche saranno ospitate a FLOR Primavera la mattina di venerdì 24 maggio.

Per il Festival del Verde, da lunedì 20 a venerdì 24 maggio, apre con biglietto di ingresso a prezzo ridotto l’Orto botanico dell’Università di Torino dove sarà possibile partecipare a una visita guidata gratuita condotta da esperti.

Anche quest’anno abbiamo registrato una grande adesione ed entusiasmo delle realtà, pubbliche e private, che contribuiscono a migliorare e curare il verde urbano di Torino e dell’area metropolitana. – Spiega Giustino Ballato, Presidente di Orticola del Piemonte e co-ideatore del Festival – L’obiettivo è avvicinare il maggior numero possibile di cittadini a un mondo straordinario come quello delle piante in città”.

I grandi parchi e giardini pubblici saranno i protagonisti di “I segreti del verde (urbano) – Storie e alberi della città di Torino”, una serie di passeggiate gratuite condotte dai tecnici del verde pubblico alla scoperta delle storie inedite della città vegetale: dai platani di Carlo Alberto al parco suor Michelotti alle rarità botaniche dei Giardini reali bassi fino al bosco naturale di Parco Leopardi. Mentre l’inconsueto olivo che cresce nell’area verde di pertinenza dell’anagrafe centrale di Torino sarà al centro di un racconto dedicato alla diffusione di questo albero in Piemonte. In collaborazione con Torino Spazio Pubblico, il progetto di cittadinanza attiva per la cura di spazi pubblici e beni comuni promosso dalla Città di Torino, sarà possibile inoltre partecipare alle attività di manutenzione del verde in diverse aree e giardini. Da non perdere anche la passeggiata nell’area di alto valore naturalistico presso il bosco morenico di Rivalta di Torino.

Il 25 e 26 maggio sarà inoltre possibile visitare un’ala del Parco di Villa Abegg, La scoperta del Parco sarà accompagnata da un ricco programma di attività curato dall’Assessorato alla Cura della città, Verde pubblico e Parchi con la Divisione Verde pubblico della Città di Torino, in collaborazione con l’Associazione culturale Web Garden, lo IED di Torino, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino e l’Accademia di Agricoltura di Torino.

Il Festival del Verde offre l’opportunità di conoscere, con una visita guidata gratuita mercoledì 22 maggio, il Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti e l’Accademia di Agricoltura di via Andrea Doria che sarà accessibile nel fine settimana. In calendario anche una visita al Giardino di Palazzo Madama con approfondimento sulle piante che attirano api e impollinatori. Nel Festival grande spazio anche all’agricoltura urbana: dall’orto collettivo e frutteto delle donne al Parco Mennea gestito da ColtivaTo, weTree e altre associazioni fino a quelli del Bunker e del Viale della Frutta. A Pino Torinese, invece, il Festival “Dalla collina alla Tavola”.

Questa settimana così ricca di eventi – aggiunge Fabio Marzano, co-ideatore del Festival – offre anche una grande opportunità di informazione sul verde urbano, sia pubblico che privato, e sul valore del nostro patrimonio naturalistico”.

Dal 24 al 26 Maggio torna anche la terza edizione di “Un grado e mezzo. Festival su clima e ambiente”, quest’anno inserito nel calendario di Festival del Verde con l’obiettivo di far germogliare nuove e fruttuose collaborazioni.

Il valore di 1,5°C è il limite di innalzamento della temperatura media globale che non dovrebbe essere superato a fine secolo, rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro meno incerto, più sano e più equo. Il festival “Un grado e mezzo” nasce per far riflettere il pubblico sul futuro che ci aspetta: una 3 giorni di appuntamenti, gratuiti e aperti a tutti, dedicati alla salvaguardia dell’ambiente, per parlare di cambiamento climatico sotto diversi punti di vista mescolando registri differenti. Ospitati alla Biblioteca civica Alberto Geisser, sulle sponde del Po, eccellenze della ricerca italiana si alterneranno a scrittori, giornalisti, divulgatori per discutere di un tema importantissimo: l’acqua. Ad aprire i lavori l’alpinista e divulgatore Hervé Barmasse che accompagnerà il pubblico in un affascinante viaggio per riflettere e farsi affascinare dallo stretto rapporto che lega acqua e montagne.

Maggiori informazioni sul Festival del Verde al link www.festivalverde.it

Indagine congiunturale, peggioramento nelle previsioni dell’artigianato

Dalla seconda indagine trimestrale congiunturale del 2024 emerge un lieve peggioramento nei valori previsionali  relativi all’andamento occupazionale che passa da -1,96% a -2,27%, mentre il dato sull’ipotesi apprendisti peggiora di quasi un punto percentuale passando da -18,34% a -19,05%.

 

Le previsioni circa l’andamento occupazionale vedono un lieve peggioramento nel dato, passando da –1,96% a –2,27%.

In merito all’ipotesi di assunzione di apprendisti, il saldo sale, passando dal –18,34% al –19,05%.

Osservando le previsioni di produzione totale, si denota una tendenziale stabilità nel saldo che passa dal –12,34% al –12,67%.

Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini mantiene un valore negativo passando dal –11,47% al –12,05%.

Le proiezioni di investimenti per ampliamenti scendono da 8,99% a 8,14%; così come quelle per sostituzioni che passano da 13,40% a 13,08%; infine, sale la percentuale di imprese che non hanno programmato investimenti dal 77,60% al 78,78%.

Rimane tendenzialmente stabile, ma sempre negativa, la previsione di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, che da –32,63% passa a –32,95%.

Sale leggermente la previsione di regolarità negli incassi che varia dal 66,84% al 67,56%; scende invece la stima dei ritardi, passando dal 32,98% al 32,34%; le previsioni di anticipi negli incassi continuano a rimanere minimi passando dallo 0,18% al 0,10%.

 

“Continua il trend negativo per l’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2024 condotta dal nostro Ufficio studi – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – non si intravede nessuna previsione di miglioramento nei valori rilevati ad eccezione della voce che indica la stima di regolarità negli incassi che varia da 66,84% a 67,56%.

Nel dettaglio le voci che hanno evidenziato previsioni di peggioramento sono quelle relative all’andamento occupazionale che passa da -1,96% a -2,27%, mentre il dato sull’ipotesi apprendisti peggiora di quasi un punto percentuale passando da -18,34% a -19,05%. Le previsioni relative alla frenata occupazionale deve essere letta sia come un atteggiamento di cautela delle imprese artigiane che stanno vivendo una situazione di impasse dovuta alla frenata dell’edilizia che ha coinvolto l’intero sistema casa con lo stop al Superbonus, sia per la difficoltà di reperire personale qualificato per affrontare le sfide del futuro.

Per quanto riguarda le recenti politiche dell’Unione Europea rispetto alle case green, a volerle interpretare non come una minaccia, ma come  occasione per cogliere l’obiettivo di “emissioni zero” dei nostri edifici e, contemporaneamente, sostenere la crescita economica e occupazionale, devono essere accompagnate da incentivi, regionali, nazionali e comunitari, mirati a salvaguardare e valorizzare il patrimonio immobiliare, soprattutto quello privato residenziale senza gravare esclusivamente sulle bollette di famiglie e imprese e, men che meno, generare bolle speculative. Basta con gli interventi spot sottoposti a continui ripensamenti, come è successo con la travagliata vicenda del Superbonus.”

“Inoltre – continua Felici –  la scarsità di personale qualificato è indicata come il problema più grave dal 58,1% delle Mpi del nostro Paese, a fronte del 54,1% della media delle Mpi dell’Ue.

Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata come più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale. Nessun pericolo di scomparsa per il nostro mondo produttivo, ma dobbiamo impegnarci tutti su alcune direttrici di lavoro: una programmazione di un’offerta formativa sempre aggiornata che si proietti verso figure professionali richieste dal mercato del lavoro da qui ad almeno 5 anni. Va, inoltre, promosso l’insegnamento delle competenze imprenditoriali, al fine di creare un efficace matching scuola-lavoro. In questo ambito, va rilanciata anche l’alternanza scuola lavoro che, insieme all’apprendistato duale, può portare ad un rinnovato rapporto tra scuola e lavoro. La filiera tecnica professionalizzante vede, infine, nella riforma degli Its  il completamento

del percorso, a patto però che si riesca a valorizzare importanti elementi come l’attenzione alle PMI, l’innovazione e la valorizzazione del made in Italy”.

“Apprezziamo, in questo senso, il debutto della Giornata Nazionale del Made in Italy, – conclude Felici – istituita a fine dicembre dall’omonima legge quadro.

 E’ importante aver riconosciuto la valenza del Made in Italy come lo è stato per l’istituzione della Giornata contro la contraffazione. Le giornate nazionali, infatti, ricoprono una funzione importante perché invitano a ricordare eventi non solo storici particolarmente significativi, ma informano e sensibilizzano i cittadini su questioni sociali cruciali. La nuove legge però, non si limita a questo. Porta in dote soprattutto nuovi strumenti per valorizzare le Mpi e la qualità della nostra produzione. La sua approvazione infatti offre strumenti per il rilancio di una politica economica e industriale finalizzata a valorizzare le imprese che realizzano la qualità e l’eccellenza della produzione italiana”.

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la seconda indagine trimestrale congiunturale del 2024 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate nei comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione.

L’attrazione delle startup per Torino

Si è tenuto alle OGR Torino il DemoDay del Techstars Transformative World Torino, la giornata conclusiva del Programma di accelerazione per le startup innovative italiane ed estere dedicato alle smart cities e alle tecnologie per un mondo che cambia.

Le 12 startup, di cui ben 6 italiane, della classe 2024, selezionate tra oltre 300 candidature provenienti da tutto il mondo, hanno incontrato possibili investitori, partner tecnologici e industriali e rappresentanti di università, centri studio e categorie produttive.

Il Programma, gestito da Techstars con il supporto di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo, rappresenta l’evoluzione dei precedenti avviati a Torino in collaborazione con Techstars dal 2020 e dedicati alla Smart City e alla Smart Mobility. In quattro edizioni ha consentito di raccogliere 100 milioni di dollari di investimenti per le startup coinvolte, di creare più di 600 posti di lavoro, di siglare 80 accordi di Proof of Concept (prove di fattibilità di progetti) con committenze italiane e di ottenere 3 exit (realizzi con uscite dai capitali).

L’alta partecipazione e i risultati ottenuti confermano da un lato la vivacità del sistema imprenditoriale innovativo italiano, dall’altro il valore per il territorio della collaborazione tra i partner, che ha permesso all’ecosistema di Torino di crescere come hub di innovazione, attraendo talenti, favorendo collaborazioni con aziende locali e creando nuovi posti di lavoro. Finora quattro startup straniere hanno scelto Torino come città per stabilirsi e crescere, aprendo una filiale di diritto italiano per dare continuità alle sinergie instaurate con il territorio.

La partnership tra Intesa Sanpaolo Innovation Center, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT è stata confermata a fine 2023 attraverso la firma di un nuovo protocollo biennale per continuare a supportare la crescita dell’ecosistema torinese, non solo attraverso il rinnovato supporto al Programma di accelerazione gestito da Techstars, ma anche attraverso pacchetti di soft landing per l’insediamento sul territorio delle startup, la facilitazione della ricerca di partner e altro ancora.

L’ecosistema innovativo torinese è ormai riconosciuto a livello internazionale ed è stato certificato come attrattivo dall’ultimo Global Startup Ecosystem Report redatto da Startup Genome. Al tempo stesso, il lavoro in partnership con le istituzioni locali è in costante crescita.

La nuova edizione del Programma ha puntato ad attrarre, accelerare e investire in startup ad alto potenziale italiane ed estere operanti su settori quali l’Intelligenza Artificiale, il Quantum Computing, la Cybersecurity, l’Ambient Experience e l’Hyperautomation nel rispetto di criteri e logiche ESG, Net-Zero e Circular Economy.

G2Q Computing (Milano, Italia)

Soluzione di quantum computing che offre applicazioni quantistiche avanzate per risolvere problemi complessi del mondo reale e aiutare le aziende leader di tutti i settori a migliorare le proprie prestazioni.

Impact AI (Vienna, Austria)

Piattaforma modulare con strumenti senza codice, in grado di valutare direttamente le prestazioni e l’impatto aziendale delle applicazioni basate su LLM.

SylloTips (Roma, Italia)

Piattaforma all-in-one con l’intelligenza artificiale per ottimizzare la circolazione di competenze e conoscenze tra i dipendenti di un’azienda.

Shion (Vienna, Austria)

Sistema attivo di cancellazione dell’eco e del rumore.

Plain (Berlino, Germania)

Soluzione di interior design che fornisce tutto il necessario per l’allestimento dello spazio: planimetria, selezione dei mobili e supporto per l’implementazione.

Nubo (Milano, Italia)

Rete di spazi di coworking che sfrutta gli spazi urbani sottoutilizzati.

Bestie Bite (Roma, Italia)

Comunità peer-to-peer per scoprire e recensire locali.

Trainizi (Ho Chi Minh City, Vietnam)

Piattaforma di microlearning che forma e coinvolge i lavoratori senza bisogno di scrivania.

Reviway (Reggio Emilia, Italia)

Soluzione integrata per rilevare i difetti e riparare le superfici stradali in modo innovativo e attento ai costi.

Intuos (L’Aquila, Italia)

Piattaforma di servizi che combina software, dispositivi IoT e modelli di dati basati sull’AI per aumentare l’efficienza dei processi operativi, il monitoraggio degli aerei e la sicurezza del volo.

Vision Anchor (Lubiana, Slovenia)

Boa di ancoraggio intelligente che mostra la posizione dell’ancora sulla superficie dell’acqua.

Voovo (Budapest, Ungheria)

Piattaforma educativa che aiuta gli studenti ad assorbire rapidamente elevati volumi di informazioni creando il modo più semplice e veloce per realizzare flashcard digitali.

 

Roberto Orecchia nuovo presidente Gruppo Moda Ascom

È Roberto Orecchia il nuovo presidente del Gruppo Moda Ascom Confcommercio Torino e provincia.

53 anni di cui 50 passati in negozio, Roberto Orecchia è il titolare dello storico negozio di abbigliamento Vestil, in piazza Statuto.  Sarà affiancato dai vicepresidenti Giulio Carbone, proprietario di Freshstore, Elisabetta Moschetto Dewan di Dewan, e dai consiglieri Gianluca Fabris del negozio Fabris, e Massimo Testa di Class a Rivarolo, che è anche referente per la provincia.

«La passione è il filo conduttore di tutto quello che faccio – ha dichiarato Roberto Orecchia, che, dopo aver fatto parte del primo Ascom Giovani è da molti anni nel Direttivo del Settore Abbigliamento di Ascom Confcommercio Torino e provincia -. E proprio con passione affronterò i diversi aspetti che caratterizzano il Gruppo Moda di Ascom Torino. Vogliamo colmare la distanza tra il commercio e i cittadini; quindi, sicuramente ci concentreremo su maggiore visibilità e marketing. Vogliamo far capire che il commercio è una struttura portante della città e della comunità; senza commercio il territorio si impoverisce. Dobbiamo imparare nuovi linguaggi di comunicazione per avvicinare le nuove generazioni sia di clienti che di commercianti, essere di supporto per le nuove attività e quelle che fanno fatica ad allinearsi, fare da traino per iniziative con altre categorie di commercianti per organizzare una rete che ci permetta di comunicare chi e dove siamo ai turisti che stanno sempre più aumentando in città e provincia».

«Il settore abbigliamento – ha sottolineato la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – vede, negli ultimi anni, gli imprenditori impegnati nel resistere e attraversare una crisi piuttosto complessaIl comparto necessita di politiche del commercio più forti per poter superare le difficoltà attuali, dovute all’aumento dei costi, al cambiamento dei consumi, alla concorrenza sleale degli outlet e delle piattaforme di vendita on line. A Torino e in provincia, abbiamo importanti negozi di abbigliamento e di moda, di cui molti storici, che hanno determinato nel tempo una linea marcatamente ‘torinese’, contraddistinta da eleganza, sobrietà, tessuti ricercati e tagli accurati, proposti da professionisti competenti e di grande gusto. Un patrimonio che il nostro nuovo presidente Roberto Orecchia e il suo Consiglio, sapranno valorizzare e promuovere come merita».

Parco 5 laghi di Ivrea, da giugno cessano abbattimenti cinghiali

Il commento di Coldiretti

Si deve aspettare un futuro Piano di controllo elaborato dal nuovo Parco

 

Il primo effetto del nuovo Parco provinciale dei 5 Laghi sarà la cessazione, a partire dal 1 giugno, delle attività di contenimento dei cinghiali nelle aree comprese nel Parco. Lo conferma la Città Metropolitana di Torino che è anche l’Ente che sarà chiamato a gestire il nuovo Parco.

Per riprendere gli abbattimenti dei cinghiali, anche in seguito alla segnalazione di danni, si dovrà attendere l’adozione di uno specifico Piano locale di contenimento della fauna selvatica che dovrà, paradossalmente, essere elaborato dalla stessa Città Metropolitana, ma questa volta, nella sua veste di Ente gestore del nuovo Parco.

Proprio la Città Metropolitana, infatti, è già l’organismo che coordina le attività di contenimento e depopolamento del cinghiale affidandosi, per mancanza di personale, ai selecontrollori abilitati. Il territorio trasformato in Parco provinciale è, infatti, già un’area dove è vietata la caccia. I cinghiali non possono essere abbattuti durante la stagione di caccia ma vanno “controllati” utilizzando selecontrollori abilitati grazie a specifici corsi. Grazie a questa collaborazione gratuita gli abbattimenti fino a oggi si sono sempre svolti con regolarità, anche se in modo insufficiente. L’entrata in vigore del Parco bloccherà anche questa attività minima di controllo.

«Ecco il primo effetto paradossale dell’istituzione di questo Parco inutile – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Prima del Parco, nelle aree già protette perché inserite nella Rete Natura 2000, si gestiva la fauna che danneggia l’agricoltura e gli ecosistemi. Da 1 giugno dovremo aspettare mesi prima che il nuovo Parco sia funzionante e prima che possa predisporre tutti gli strumenti di gestione, tra cui il Piano di contenimento del cinghiale. Con la gestione attuale i contenimenti venivano fatti. Con il Parco, per molto tempo, avremo una riserva di cinghiali che di notte potranno irradiarsi nei territori circostanti per danneggiare i campi».

Intanto, in questo periodo in cui avvengono le semine del mais e in cui ci si accinge a tagliare il primo prezioso fieno dell’anno, si moltiplicano le segnalazioni di danni da cinghiali che divorano i semi appena interrati e che scalzano la cotica erbosa distruggendo la biodiversità dei prati stabili necessari agli allevamenti bovini. Per questo, la Città Metropolitana ha chiesto ai selecontrollori di moltiplicare gli sforzi di contenimento del cinghiale prima del 1 giugno, data in cui non potrebbero più essere possibili.

«Pretendiamo che l’agricoltura sia protetta dai cinghiali e che vengano adottate soluzioni ponte che permettano non solo di continuare ma anche di intensificare gli abbattimenti di cinghiali nell’area dei 5 laghi. Le aziende agricole non possono aspettare i tempi della burocrazia introdotta con questo nuovo Parco. Un Parco che è nato senza avere discusso prima di uno sviluppo sostenibile per l’intera area. Un Parco politico nato per questioni di principio, senza contenuti e senza proposte concrete per questo angolo di Canavese che non aveva certo bisogno di nuova burocrazia ma di un progetto complessivo per il suo futuro».

A Torino il 37% del parco è già Euro 6

Il “Giro d’Italia” dell’Osservatorio Continental

Per la prima tappa della Corsa Rosa, Continental fotografa lo stato della mobilità sul territorio: +26% di immatricolazioni di auto elettriche (BEV), ma la quota sul totale rimane a 0,6%. Bene l’ibrido: +18,2 sul nuovo e +59,2% nell’usato.

 

Maggio 2024 – Continental, che ha la sostenibilità come valore fondante, ha scelto la piattaforma cycling e di essere Top Sponsor del maggiore evento ciclistico italiano, il Giro d’Italia, per sensibilizzare e approfondire i temi dell’impatto della mobilità con un Osservatorio che fotografa l’attuale situazione delle principali province toccate dal Giro.

Torino e la sua provincia mostrano dati interessanti da questo punto di vista. Iniziando dal fatto che tra il 2022 e il 2023 l’immatricolazione di auto elettriche è aumentata del 26,3%, passando da 2.799 a 3.535 unità. Positiva anche la situazione sul fronte ibrido: +18,2% nello stesso periodo, con il passaggio da 51.963 a 61.427 unità.

Si consideri che il parco circolante in questa città è composto per il 76,6% proprio da autovetture (contro il 74,6% registrato a livello nazionale), per il 12,3% da motocicli (13,7% a livello nazionale) e per il 7,7% di autocarri per trasporto merci (8,2%). Il resto riguarda quote residuali di altri veicoli (come autobus, autocarri speciali, motocarri…).

Un altro aspetto utile per declinare il concetto di sostenibilità nel territorio riguarda la categoria di emissione degli autoveicoli: la più rappresentata è l’Euro 6, che copre il 36,6% del circolante. Un dato migliore di quello medio nazionale, fermo al 29,6%. Seguono l’Euro 4 col 18,4% (19,5% a livello nazionale), l’Euro 5 col 13,9% (14,8% a livello nazionale), l’Euro 3 col 10,6% (12% a livello nazionale). Da evidenziare che permane una piccola incidenza di veicoli di categoria Euro 0, che rappresentano il 10,2% del totale (la media nazionale arriva all’11,7%); se sommati agli Euro 1 ed Euro 2 si raggiunge una quota pari a circa il 20% (il 19,3% per la precisione), un veicolo su cinque, dunque.

Quest’ultima analisi è coerentemente confermata se si sposta l’attenzione sull’anzianità del parco: i veicoli in circolazione nel capoluogo piemontese con età fino a 10 anni sono il 44,2% del totale (in Italia sono il 38,5%); quelli con al massimo 2 anni di anzianità raggiungono una quota dell’11,8%, nettamente superiore alla media nazionale pari al 7,8%.

Nel capitolo alimentazione, domina ancora la benzina, con il 48,6% sul totale, “contro” una percentuale del 46,1% a livello nazionale. A una distanza piuttosto significativa c’è il gasolio col 31,8% (40,4% a livello nazionale). Interessante il dato sulla diffusione dei veicoli elettrificati: l’elettrico è allo 0,6% del totale, una percentuale in linea col dato nazionale, fermo allo 0,5%; meglio i veicoli ibridi (sia a benzina che a gasolio) che nella provincia di Torino si attestano già al 6,4% del totale (4,1% la media italiana).

Qualche riflessione d’interesse può essere fatta anche osservando i dati relativi alle vendite delle auto usate: per quanto riguarda le elettriche tra il 2022 e il 2023 è stata registrata una contrazione dell’8,2%, ovvero da 622 a 571 unità. Per l’ibrido, invece, c’è stato un salto in avanti del 59,2%, con il passaggio da 5.471 a 8.709 unità. La sensibilità dimostrata in provincia di Torino nei confronti di auto elettriche ed elettrificate può giovarsi di una rete di ricarica composta da 1.337 punti distribuiti in 549 aree.

Per quel che riguarda i servizi di mobilità alternativi all’auto privata, nella città di Torino sono presenti sharing di auto, bici, scooter e monopattini. Gli operatori attivi nel car sharing sono 3, con una flotta di veicoli disponibili pari a 817 unità. Sono invece 2 gli operatori attivi nei servizi di scooter sharing, con circa 500 veicoli. Più elevati, ovviamente, i numeri di monopattini (sette operatori attivi e 4.414 veicoli disponibili) e bici (tre servizi attivi e 2.048 veicoli a disposizione).