ECONOMIA- Pagina 4

Il Piemonte a Vinitaly con 107 produttori eccellenze del territorio

Da domenica 6 aprile il Piemonte è protagonista della 57esima edizione del Vinitaly a Verona

Da domenica 6 a mercoledì 9 aprile 2025 il Piemonte vitivinicolo ritorna da protagonista a Verona alla 57esima edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati, imprescindibile palcoscenico per gli operatori provenienti da tutto il mondo.

A pochi giorni dall’introduzione dei dazi USA, sarà anche la prima occasione per il comparto vitinicolo piemontese per confrontarsi sul tema e i suoi possibili effetti.

Confermata, dopo il debutto di successo della scorsa edizione, la presenza dell’area Piemonte nel cuore del Padiglione 10 di Veronafiere, dove è ospitata anche la maggior parte degli espositori piemontesi presenti con il proprio stand. Si tratta di un grande spazio collettivo di 1500 mq allestito e gestito da Piemonte Land of Wine, l’ente che riunisce i 14 consorzi piemontesi del vino. Nell’Area Piemonte sono presenti 107 produttori di tutto il Piemonte e i 14 consorzi di tutela.

“Il Piemonte torna da protagonista a Vinitaly – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni e l’assessore al Turismo Marina Chiarelli – palcoscenico imprescindibile per la promozione internazionale non solo dei suoi grandi vini, ma di tutto il suo agroalimentare di eccellenza e del suo turismo”.

Numerose le novità di questa edizione 2025.

“Vinitaly 2025 rappresenta per il Piemonte un anno di svolta – spiega l’assessore Bongioanni – Debutta il nuovo brand “Piemonte is- Eccellenza Piemonte”, il marchio di qualità che abbiamo presentato a Roma e che da ora accompagnerà le produzioni agroalimentari piemontesi a denominazione d’origine, un patrimonio di 19 vini Docg e 41 Doc, 14 prodotti Dop e 9 lgp, 344 prodotti agroalimentari tradizionali e quasi 600 prodotti di montagna con cui il Piemonte esprime da solo quasi un quarto delle produzioni certificate in tutta Italia. A Vinitaly lanciamo anche la nuova indicazione geografica più ampia “Piemonte”, che potrà essere aggiunta sulle etichette dei nostri vini Doc e Docg per identificarli con la nazione in cui nascono. E l’Alta Langa Docg, il Metodo Classico piemontese proclamato Vino piemontese dell’anno 2025, inizia di qui il suo viaggio per accogliere gli ospiti di grandi eventi che nei prossimi mesi vedranno la nostra regione protagonista. Con questi strumenti inauguriamo un nuovo approccio, un radicale cambio di marcia per la promozione del nostro territorio attraverso i suoi prodotti di eccellenza”.

Fitto il calendario di appuntamenti e presentazioni in programma nell’area Piemonte. Domenica 6 aprile alle 14.30 inaugurazione con la presentazione del brand ‘Piemonte is Eccellenza Piemonte’ nelle denominazioni di origine, dell’Alta Langa Docg Vino piemontese dell’anno 2025 e del concorso “50 Best Restaurants”, con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni, l’assessore al Turismo, Cultura e Sport Marina Chiarelli, Francesco Monchiero, presidente Piemonte Land of Wine; Beppe Carlevaris, presidente VisitPiemonte; Maria Cristina Castelletta, presidente Consorzio Alta Langa, Paolo Ricagno, presidente Consorzio di Tutela Vini d’Acqui; modera Danilo Poggio.

Alle 16 all’Auditorium Verdi la presidente del Consorzio Alta Langa Maria Cristina Castelletta riceverà il Premio Angelo Betti – Benemeriti della Viticoltura 2025.

Lunedì 7 aprile alle 12 vi sarà un confronto tra territori Unesco del Vino sulla presentazione a Parigi della Candidatura dell’area del Roero a Buffer Zone Unesco; alle 15 si parlerà di salute e consumo di vino nella dieta mediterranea: quali decisioni da assumere alla luce delle conoscenze disponibili, con l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

Martedì 8 aprile, alle12, l’Associazione Produttori del Vino Biologico del Piemonte e Fondazione Agrion presentano il report sull’andamento del vino biologico in Piemonte e il progetto dell’Osservatorio del Vino biologico del Piemonte. Alle 14.30 si terrà un convegno sul “Piemonte del futuro” sostenibilità, competitività e nuovi orizzonti di consumo nel vino, a cura di Accademia di Agricoltura di Torino.

E torna dopo il successo dello scorso anno anche il Ristorante Piemonte, all’esterno del Padiglione 10, curato dallo chef stellato piemontese Massimo Camia ( Novello, Cn, 1 stella Michelin), proporrà un menu a base di prodotti piemontesi Dop e Igp, accompagnati da vini Doc e Docg del territorio regionale.

In carta piatti come gli asparagi del Roero alla crema di Grana Padano Dop, i Gobbi di salsiccia di Bra, patate e porri e il biancostato di Vitellone Piemontese della Coscia cotto a bassa temperatura, la Piccola pasticceria piemontese. confermato anche lo spazio lounge, annesso al ristorante a cura del consorzio Asti Docg.

Mara Martellotta

cs

Guerre commerciali e dazi, export verso gli USA: il Piemonte vale 5,5 miliardi

Dopo vari tira e molla, minacce e promesse Trump ha presentato quella che ha definito la “giornata della liberazione” con i dati sui dazi, che per i prodotti importati dall’UE arriveranno al 20% senza distinzioni tra i Paesi.

Le nuove misure rischiano di avere un impatto significativo sull’Italia, uno dei Paesi più esposti alla stretta commerciale, insieme alla Germania. Infatti gli USA rappresentano il secondo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, con un valore annuale che supera i 67 miliardi di euro, pari al 10,7% dell’intero export nazionale.

Le aree regionali più vocate all’export verso gli USA sono la Lombardia /14,2 miliardi), l’Emilia Romagna (10,4), la Toscana (9,1) il Veneto (7,5) e il Piemonte (5,5). Complessivamente, la quota sportata da queste cinque realtà territoriali sul totale nazionale verso gli USA sfiora il 70%

Una analisi territoriale che considera il peso dell’export negli USA relativo ad autoveicoli, rimorchi e semirimorchi – per il 77,2% ad automobili e veicoli per il trasporto persone inferiore a 10 posti, per il 19,1% da ricambi, accessori e carrozzerie è per il rimanente 3,7% da altri autoveicoli – sul valore aggiunto regionale indica che la maggiore esposizione ai dazi USA sulle automobili si registra in Emilia-Romagna (1,81%), davanti a Piemonte (0,41%), Campania (0,30%) e Trentino-Alto Adige (0,22%). Insieme, queste quattro regioni rappresentano l’89,2% delle esportazioni nazionali di autoveicoli negli USA.

Commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino: “Siamo molto preoccupati in quanto i dazi colpiscono un esteso indotto, dominato dai settori della meccanica. Ma più in generale, tutte le imprese manifatturiere, già provate dalla complessità del mercato globale, saranno  penalizzate dalle restrizioni commerciali. Serve un’azione coordinata a livello europeo per affrontare queste turbolenze. Sul piano internazionale è, quindi, necessario un dialogo costruttivo per evitare scenari economici negativi e tensioni tra Paesi alleati. Guardare ai mercati esteri è imprescindibile per la crescita. Occorre investire su export, formazione e strategie di internazionalizzazione per rafforzare la competitività. Le PMI devono adattarsi rapidamente, puntando su eccellenza e specializzazione, diversificando i mercati e cogliendo opportunità nei Paesi emergenti.”

“Gli Stati Uniti rappresentano un mercato chiave per i prodotti artigianali del nostro territorio, apprezzati per la loro qualità e il loro valore storico, l’introduzione di dazi penalizza gravemente il nostro comparto, rendendo meno competitivi i nostri prodotti rispetto a quelli locali o di altri Paesi non soggetti a restrizioni. Non ultimo, ci preoccupa – conclude De Santis – l’effetto domino che i dazi potrebbero innescare, facendo alzare l’inflazione e mettendo in difficoltà tutta la filiera che in Europa gioca la partita più importante. Oggi il problema è ancora più ampio: l’intero mercato interno europeo è in crisi, con settori chiave come l’automotive e la moda di lusso che registrano forti rallentamenti. Se l’Europa non rilancia la domanda interna, le nostre imprese artigiane – che sono parte essenziale di queste filiere – rischiano di pagare un prezzo altissimo.”

La Regione contro lo sfruttamento lavorativo. Piemonte capofila del progetto europeo

Presentati il 2 aprile a Torino al Grattacielo della Regione Piemonte i risultati del progetto Common Ground 2023-2025, nato con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento. Un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale e che riguarda diversi settori economici, mettendo a rischio la dignità e la sicurezza dei lavoratori.

La Regione Piemonte è l’ente capofila del progetto finanziato con fondi europei nell’ambito del PON Inclusione e del Fondo Sociale Europeo, in partenariato con le Regioni Liguria, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna. Common Ground è stato sviluppato in due momenti: la prima fase, realizzata nell’autunno del 2023, ha previsto la formazione di oltre 150 operatori della Polizia Locale di Torino e di alcuni comuni limitrofi. Un’attività di formazione mirata, che ha permesso di approfondire le dinamiche dello sfruttamento lavorativo, le normative di riferimento e le procedure operative necessarie per affrontare le situazioni di irregolarità nei luoghi di lavoro.

La seconda fase, avviata nel 2024, si è concentrata sul potenziamento delle attività di vigilanza nel settore edile, tramite una convenzione stipulata tra la Regione Piemonte – Assessorato all’Immigrazione e la Città di Torino – Comando Corpo di Polizia Locale. Grazie alla collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro e lo Spresal, sono stati realizzati servizi ispettivi straordinari congiunti per individuare e contrastare situazioni di illegalità e insicurezza nei cantieri. In totale sono stati 19 i cantieri ispezionati, di cui  11 pubblici e 8 privati. Le imprese edili  controllate sono state 86 e 297 i lavoratori controllati, di cui nessuno (al momento dell’ispezione) è risultato irregolare: 286 con contratto di lavoro subordinato e 11 artigiani.

“Oggi non celebriamo solo la conclusione di un percorso, ma gettiamo le basi per il futuro. È nostro dovere continuare su questa strada, rafforzando ulteriormente le sinergie tra le istituzioni, investendo nella formazione degli operatori e potenziando gli strumenti a disposizione per contrastare ogni forma di sfruttamento lavorativo.”, ha sottolineato l’assessore all’Immigrazione, Sicurezza e Polizia locale della Regione Piemonte Enrico Bussalino. “Questa esperienza infatti ha dimostrato quanto sia cruciale un’azione coordinata tra gli enti preposti. Il lavoro di squadra e la condivisione di competenze hanno permesso di ottenere risultati significativi, contribuendo a migliorare l’efficacia delle attività di controllo sul territorio”, ha concluso l’assessore Bussalino.

Alla presentazione sono inoltre intervenuti Michela Favaro, vicesindaca con delega al Lavoro della Città di Torino; Marco Porcedda, assessore alla Legalità e alla Polizia Locale della Città di Torino; Roberto Mangiardi, Comandante della Polizia locale di Torino; Angelo Serina, direttore Ispettorato del lavoro Area Metropolitana di Torino.

Casa a Torino: nel 2024 compravendite +1,6% e prezzi +4%. Crescono le periferie: in testa Lingotto e Mirafiori

Il mercato immobiliare di Torino è in ripresa. Nel 2024 volumi e valori hanno il segno positivo, in città come in provincia. Torino registra 15.118 compravendite, l’1,6% in più rispetto al 2023, con un aumento medio dei prezzi del 4%. Lo rileva l’Osservatorio immobiliare 2024 condotto dal Centro Studi di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari professionali).

Nel resto della provincia l’andamento è analogo seppure più contenuto: con 19.486 transazioni il fuori porta segna solo lo 0,7% in più e prezzi in aumento di circa il 2,3%. Complessivamente, la Città metropolitana conta 34.604 vendite concluse, l’1,1% in più rispetto all’anno precedente.

“Le compravendite hanno ripreso slancio nella seconda metà dell’anno, sfiorando il +10% di scambi a Torino, dopo la frenata del 6% nel primo semestre e un 2023 in negativo”, spiega Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino. “Il principale motore della ripresa è stato il calo progressivo dei tassi sui mutui, scesi intorno al 3%, che hanno reso il tasso fisso nuovamente vantaggioso per chi cerca sicurezza a lungo termine”. Il 2024 – sottolinea la presidente Fiaip – ha evidenziato la stretta connessione del mercato immobiliare con il costo del denaro e del credito”.

Dall’elaborazione svolta da Fiaip Torino sui dati trasmessi dall’Agenzia delle Entrate, il 95% delle case acquistate è stato effettuato da privati, con oltre il 40% che ha acceso un mutuo. Per il 72% si è trattato della prima casa, con una crescente attenzione alla classe energetica degli immobili e alla possibilità di stipulare il mutuo green con tassi agevolati.

In dieci anni (dal 2014 al 2024) i volumi scambiati sono aumentati del 67%, mentre negli ultimi quattro si è registrato un costante e lieve rialzo dei prezzi.

“Il mercato immobiliare si conferma dinamico e in salute, con compravendite in crescita e prezzi in aumento, sostenuti dall’inflazione e dalla riduzione dello stock immobiliare: una minore offerta permette una maggiore tenuta del prezzo di vendita – spiega la presidente di Fiaip Torino –. Tuttavia, l’inflazione induce a maggiore prudenza e a minore capacità di spesa, che sposta parte della domanda verso quartieri più economici, spesso vicini alle aree di prima scelta, dove gli immobili risultano più accessibili”.


ANALISI GENERALE

Per il secondo anno consecutivo, i prezzi al metro quadro registrano variazioni positive in tutte le aree della città, con incrementi più significativi nelle zone periferiche e semicentrali: Lingotto e Mirafiori Nord su tutti, Aurora, Madonna di Campagna, Mirafiori Sud, Barriera di Milano, Falchera, Parella e San Paolo. Un andamento che ha mostrato i primi cenni già nel 2023.

Gli aumenti dei prezzi sono trainati dal miglioramento di infrastrutture e viabilità. La nuova stazione della metropolitana e il Grattacielo della Regione hanno rilanciato il Lingotto, mentre il completamento di corso Grosseto ha favorito Madonna di Campagna e Borgo Vittoria. L’operatività della stazione Rebaudengo ha valorizzato Barriera di Milano, mentre interventi di riqualificazione a Borgo Valdocco e Porta Palazzo hanno avuto un impatto positivo su Aurora. Infine, l’apertura del polo commerciale To Dream – Urban District ha portato benefici a corso Romania, Barriera, Falchera e fino a Settimo Torinese.

PREVISIONI

“La prospettiva per il 2025 è di un generale miglioramento del mercato, con un lieve incremento di compravendite e prezzi, strettamente legato all’andamento dei tassi di interesse sui mutui”, spiega la presidente di Fiaip Torino, Claudia Gallipoli: “Un loro ulteriore calo potrebbe rendere i mutui più convenienti rispetto agli affitti, incentivando l’acquisto di immobili”.

Il sentiment tra gli agenti immobiliari Fiaip è positivo ma prudente: il 76% prevede stabilità, il 21% una crescita e solo il 3% teme un peggioramento. Per le compravendite, il 55% prevede stabilità e il 40% un incremento, mentre per i prezzi il 55% ipotizza un lieve rialzo (sotto il 2%), il 34% stabilità e l’11% un calo.

In sintesi, “c’è un cauto ottimismo per il 2025 – aggiunge Gallipoli -: se i tassi resteranno stabili o scenderanno, il mercato potrebbe rafforzarsi; in caso di volatilità, invece, rischierebbe di frenareAnche gli scenari geopolitici potrebbero influenzare il mercato: un inasprimento dei conflitti potrebbe generare incertezza e indurre un atteggiamento attendista, rallentando le compravendite”.

Nel 2025, a Torino si prevede un rafforzamento del trend attuale con una crescente domanda nelle periferie e nel semicentro. “Sempre più studenti fuori sede, sostenuti dalle famiglie, scelgono di acquistare piccoli appartamenti in zone come Aurora, Barriera e Mirafiori Nord e Sud, preferendoli all’affitto nelle aree universitarie o centrali”.

Questo andamento – conclude la presidente Fiaip – rende ancora più urgente intervenire sulla manutenzione stradale, la sicurezza, le infrastrutture e i servizi nei quartieri semicentrali e periferici, oltre che nel centro città, biglietto da visita anche per i tanti turisti”.

QUARTIERI E PREZZI

Nel 2024, i prezzi delle case a Torino aumentano in media del 4%. Tutte le zone sono in campo positivo, ma le crescite più significative si registrano nei quartieri semicentrali e nelle periferie dell’area sud e nord della città, grazie al miglioramento di alcune microzone. Queste aree, pur mantenendo valori inferiori alla media cittadina, registrano i maggiori rialzi per il secondo anno consecutivo.

Lingotto e Mirafiori Nord guidano la crescita con un +7,8% e un prezzo medio al metro quadro di 1.650 euro. Il Lingotto beneficia della nuova metropolitana, della piena operatività del Grattacielo della Regione e di una viabilità migliorata. Mirafiori Nord, invece, attrae domanda dalla vicina Santa Rita, che ha quotazioni più alte.

L’intera area sud è in crescita grazie a un ricambio generazionale e a un’offerta residenziale adatta a famiglie e studenti. Santa Rita (+4,5%, 1.850 €/mq), Mirafiori Sud (+6,8%, 1.570 €/mq), San Paolo (+5%, 2.100 €/mq) e Nizza Millefonti (+4,6%, 1.830 €/mq) offrono servizi, parchi e spazi verdi. Santa Rita, in particolare, vanta l’energia portata dagli eventi sportivi e musicali recenti.

Le periferie nord di Torino registrano percentuali di crescita significative nell’ultimo anno, pur mantenendo prezzi medi tra i più contenuti della città. “Dopo anni di calo, è naturale che questi quartieri mostrino segnali di ripresa – spiega Lucia Vigna, delegata Fiaip all’Osservatorio -. L’inflazione spinge al rialzo i prezzi, mentre le ristrutturazioni di appartamenti e palazzi contribuiscono ad aumentare i valori medi”.

Aurora segna uno degli incrementi più marcati con il +7% e prezzi medi di 1.520 euro al metro quadro. Il rilancio è trainato dalla riqualificazione di Borgo Valdocco di parte di Regio Parco e Porta Palazzo, dal miglioramento della viabilità su corso Principe Oddone e dal restauro di edifici storici. L’area beneficia inoltre dell’attrattiva della Nuvola Lavazza, del Campus Einaudi e dell’affaccio sulla Dora Riparia, rendendola interessante anche per gli studenti.

Madonna di Campagna registra uno degli incrementi migliori in città, il 6,8% (1.400 euro al mq). C’è una buona vivibilità, grazie ai tanti servizi, scuole, supermercati. È un quartiere che sta migliorando con la nuova viabilità di corso Grosseto. La fine del lungo cantiere dà respiro all’area con ricadute positive anche sulla vicina Borgo Vittoria, che registra il 5,2% nelle quotazioni e una media di 1.430 euro al metro.

Anche Barriera di Milano vede un aumento percentuale dei prezzi con il +5,4% e una media di 1.080 euro al metro quadro. “In particolare – spiega Lucia Vigna – è la zona nord-est a migliorare le quotazioni, tra piazza Rebaudengo, via Porpora e piazza Respighi, dove si concentrano immobili ristrutturati e stabili riqualificati. La vicinanza alla stazione Rebaudengo e il progetto di rigenerazione dell’ex Manifattura Tabacchi, che ospiterà un nuovo polo universitario e il tracciato della Metro 2, danno ulteriore slancio all’area. Più penalizzata, invece, la parte sud di Barriera, verso corso Vercelli e corso Novara, che si fonde con Aurora fino a scendere verso il centro.

Restando nella zona nord, colpisce l’incremento delle quotazioni di Falchera, che registra il +6,4%, toccando finalmente la soglia dei 1.000 euro al metro quadro. “La crescita – spiega Vigna – è trainata dai progetti di riqualificazione e, soprattutto, dall’apertura del polo commerciale To Dream – Urban District, che ha rilanciato l’area. Anche il miglioramento della zona industriale di Settimo Torinese contribuisce all’attrattività del quartiere”.

Villaretto segna un +4,6% (1.150 euro/mq): “È un contesto residenziale con edifici più recenti, spazi verdi e villette a schiera, a differenza di Falchera che invece è caratterizzata da edilizia popolare. La carenza di servizi rimane una criticità, ma la vicinanza ai centri commerciali, tra cui To Dream, ne favorisce la crescita.

Anche Barca e Bertolla beneficiano delle riqualificazioni e del nuovo polo commerciale, registrando un aumento del 3,7% e raggiungendo in media 1.350 euro al metro quadro.

Nell’area ovest di Torino, i quartieri confermano la crescita dei valori già evidenziata nel 2023. Parella-Aeronautica registra il +5,5% con una quotazione media di 1.825 euro al mq, grazie alla vicinanza della metropolitana, agli interventi di riqualificazione edilizia e a nuove costruzioni.

Pozzo Strada segna un +2,9% (2.100 €/mq). È un quartiere residenziale, ben servito, protagonista di diversi progetti di efficienza energetica, come il complesso Teodosia. Sale anche Lucento con il +4% che porta il prezzo medio a 1.300 euro al mq, seguito dalle Vallette con il +3,5% e 1.200 euro al mq

Nelle zone semicentrali, San Donato registra il +4,3% (1.700 €/mq), con rialzi più marcati nelle vie tra corso Francia, via Cibrario e piazza Statuto, meno significativi invece i valori verso corso Regina e corso Umbria, fino a Parco Dora. Cit Turin resta sempre in quota con il 3% in più nei prezzi e una media di 2.680 euro al metro quadroBene anche Cenisia con il 2,6% (2.345 €/mq) grazie alla presenza di servizi e alla vicinanza dell’Energy Center del Politecnico e alle OGR.

San Salvario cresce del 3,5% attestandosi su 2.050 euro in media al mq. Vanchiglia segna un +3%, con 2.680 euro al metro: il quartiere offre un mix di eleganti palazzi storici ristrutturati che elevano il valore degli immobili, e stabili con appartamenti in buono stato più accessibili, rendendo la zona attrattiva sia per giovani e studenti, sia per investitori. Vanchiglietta segue la tendenza positiva con un +2,3% e un prezzo medio di 2.250 euro al metro.

Tra le aree più esclusive, Borgo Po – Gran Madre – Crimea registra un +2,4%, con valori tra i più alti della città (2.950 €/mq). Spostandosi verso San Mauro, le quotazioni scendono a 1.860 euro al mq con un +3,3%.

Bene anche la collina torinese: Cavoretto vede valori in risalita del +2,7% (2.310 €/mq), mentre l’intera area collinare cresce in media del 4,3% (2.525 €/mq).

Il centro di Torino registra un lieve aumento dell’1,5%. L’area di piazza San Carlo segna il rialzo maggiore, +2%, con i prezzi più alti della città e una media di 4.560 euro al metro quadro. Piazza Vittorio cresce dell’1,2% (3.620 euro/mq), mentre Piazza Statuto registra un +1,5% (3.000 euro/mq), beneficiando della vicinanza alla stazione di Porta Susa e alla metropolitana, che hanno incentivato ristrutturazioni e investimenti.

LA PROVINCIA

Il resto della provincia vede compravendite stabili, allineate ai volumi del 2023 con il +0,7%. I prezzi invece sono in leggero aumento, in media del 2,3%. Gli aumenti sono più marcati nelle zone di montagna con il +3,5% e nella cintura torinese con il +3%, mentre nelle aree più distanti dal capoluogo, come il Pinerolese e l’Eporediese, si limitano allo 0,5%.

“Il mercato si divide tra immobili nuovi o riqualificati, meglio se indipendenti con giardino, che trainano le quotazioni, e appartamenti obsoleti in condominio, che invece si svalutano”, commenta il vicepresidente Fiaip Torino, Andrea Franchetto.

Cresce la domanda di case indipendenti nella prima cintura, soprattutto se ben collegata a Torino anche con la rete ferroviaria (Moncalieri, Grugliasco, Collegno, Beinasco, Trofarello, Carmagnola), soluzioni che vedono le quotazioni aumentare anche fino l’8 e il 10%.

“Il mercato delle case da ristrutturare era stato rilanciato dai bonus fiscali – aggiunge Franchetto -. Oggi, però, con la riduzione delle agevolazioni e i costi di ristrutturazione ancora elevati, le abitazioni che necessitano di interventi significativi faticano a trovare acquirenti”.

“Inoltre, emerge il desiderio dei giovani, coppie e famiglie, di trasferirsi fuori città per uno stile di vita più sostenibile, allontanandosi dalla città, anche per ragioni di sicurezza, accettando minori comodità in cambio di un ambiente migliore e un maggiore controllo sui costi di gestione, evitando così le spese condominiali”, conclude il vicepresidente di Fiaip TorinoUna tendenza che trova riscontro anche nella crescita della collina di Torino, che vede prezzi salire del 4,3%.

BOX E POSTI AUTO

Il mercato dei posti auto e dei box segue l’andamento del settore residenziale e nel 2024 vede prezzi in crescita del 2,5% e volumi stabili rispetto all’anno precedente (0%). A Torino sono stati venduti quasi 6mila box e posti auto, mentre nel resto della provincia si riscontra un lieve calo del 2,7%. Complessivamente, le compravendite in tutta la provincia ammontano a 19.594, in flessione dell’1,9%.

“La domanda di box spesso accompagna quella dell’abitazione ed è in aumento, spinta dalla difficoltà di parcheggio e dalla crescente esigenza di sicurezza – spiega Luca Portinaro, delegato Fiaip all’Omi -. Tuttavia, molte soluzioni risultano inadeguate: box troppo piccoli per le auto moderne e silos progettati decenni fa spesso spingono gli acquirenti a preferire posti auto scoperti”.
“L’interesse per box e posti auto è in crescita soprattutto nei quartieri semicentrali e periferici 
– prosegue Portinaro –. Zone come San Salvario e Vanchiglia, caratterizzate dalla movida, così come così come Barriera di Milano e Aurora, ad alta densità abitativa, registrano una forte domanda di soluzioni protette per le auto”.

COMMERCIALE – NEGOZI E UFFICI

Il mercato dei negozi e dei laboratori registra nel 2024 un balzo nelle compravendite del 21,7% rispetto al 2023, mantenendo sostanzialmente prezzi stabili con il +0,5%. Dall’analisi svolta da Fiaip Torino sui dati provvisori dell’Agenzia delle Entrate, a Torino sono stati venduti 1.285 negozi e laboratori, mentre nel resto della provincia 699 (3,2%), complessivamente nel territorio provinciale si sono concluse 1.984 vendite, il +14,5%.

“Nel mercato immobiliare emergono due tendenze opposte: i negozi situati lungo le vie principali e di passaggio vedono un aumento dei prezzi grazie alla loro visibilità, mentre quelli nelle strade interne, meno richiesti, subiscono svalutazioni fino al 30-40%. Quando sfitti, il peso di tasse e spese rende difficile mantenerli, portando in alcuni casi (circa il 15%), se sussistono le condizioni, alla conversione in abitazioni”, spiega Luca Portinaro, delegato Fiaip all’Omi.

“I negozi rappresentano una risorsa fondamentale per la città – sottolinea Portinaro –: oltre a sostenere l’economia locale e la vita di quartiere, contrastano il degrado urbano grazie alla presenza attiva dei commercianti. È quindi essenziale incentivare misure come l’estensione della cedolare secca agli affitti commerciali e una revisione dell’IMU, adeguandola alle reali variazioni di valore degli immobili”.

Il mercato degli uffici registra volumi poco significativi: Torino conta 254 vendite di uffici nel 2024, in linea con l’anno precedente (0,4%), il resto della provincia vede 168 transazioni (+3%) complessivamente in tutta la provincia sono stati venduti 422 uffici (1,4%). I prezzi registrano un lieve aumento, il +1%.

PRODUTTIVO – CAPANNONI

Il mercato dei capannoni nel 2024 mostra un andamento altalenante. Secondo l’elaborazione Fiaip sui dati provvisori dell’Agenzia delle Entrate, il primo trimestre segna il +6,2% nelle compravendite rispetto allo stesso periodo del 2023, seguito da un calo nei due trimestri centrali (da aprile a settembre), entrambi con il -17%. L’ultimo trimestre invece, vanta una forte ripresa con il +27%, portando il totale annuo a 844 transazioni, in linea con il 2023 (+0,7%).

Tuttavia, rispetto al 2019, il mercato segna una crescita importante del +44,3% di transazioni.

“I prezzi sono aumentati nell’ultimo biennio tra il 2% e il 4%, con valori compresi tra 200 e 800 euro al metro quadro”, spiega Lucia Vigna, delegata Fiaip Torino all’Osservatorio“Le quotazioni dipendono da diversi fattori, tra cui la vicinanza alla tangenziale, la presenza di un’area di carico per mezzi pesanti, spazi ufficio e lo stato dell’immobile. Sono premiati i capannoni più moderni e tecnologici e quelli che hanno le altezze utili per le esigenze della logistica”.

Al via la gara per la metro2 di Torino

Presentata la gara per la scelta del sistema e del materiale rotabile della Linea 2 della metropolitana di Torino.

Ospitato dalla Città metropolitana, l’evento ha visto la partecipazione dei vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del sindaco metropolitano e di Torino Stefano Lo Russo, del commissario straordinario Bernardino Chiaia. In sala anche l’assessore regionale alle Infrastrutture strategiche Enrico Bussalino.

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Il percorso sarà suddiviso in due parti: quella base da Rebaudengo a Porta Nuova e quella opzionale da Porta Nuova al Politecnico, che verrà realizzata se si reperiranno i fondi necessari. L’entrata in servizio è prevista per il 2032.
Tra le novità, l’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili a bordo treno e nelle banchine delle stazioni, treni saranno completamente a guida autonoma e dotati di un particolare sensore in grado di effettuare autodiagnosi dei guasti, gestione intelligente dei passaggi.

“Un passo significativo verso il potenziamento della mobilità urbana – ha affermato Cirio – Questo progetto contribuirà a migliorare i collegamenti all’interno della città e, grazie all’integrazione con la rete ferroviaria, a rafforzare quelli con il resto dell’Italia e dell’Europa”.

Digitale, dati e sostenibilità: l’agricoltura che guarda al futuro

Parla con Me – Puntata di giovedì 3 aprile 2025

 La nuova puntata di Parla con Me ci porta nel cuore dell’innovazione applicata all’agricoltura, dove tecnologia, dati e sostenibilità diventano strumenti fondamentali per affrontare le sfide del presente e costruire il futuro del settore.

Nella sezione dedicata a Tecnologia e digitalizzazione in campo, approfondiremo come la trasformazione digitale stia entrando concretamente nelle aziende agricole, grazie a strumenti di ultima generazione, e come la ricerca stia tracciando nuove strade per un’agricoltura più sostenibile e responsabile.

🎙️ Con noi in diretta:

• Ilaria Falconi, Tecnologo di ricerca III livello presso il CREA e membro del gruppo di esperti sul Carbon Farming della Commissione Europea.
• Simone Kartsiotis, CEO & CTO di AgroBit, azienda specializzata in soluzioni digitali per l’agricoltura di precisione.

🌿 Di cosa parleremo?

• Perché la sostenibilità ambientale è oggi centrale anche in agricoltura e zootecnia.
• Come funziona il mercato volontario dei crediti di carbonio e quali opportunità offre alle imprese agricole.
• Qual è il potenziale delle agroenergie e di tecnologie come la digestione anaerobica e il biochar.
• In che modo dati, droni e strumenti digitali stanno già oggi semplificando e migliorando il lavoro degli agricoltori.
• Come integrare tecnologia e sostenibilità per un’agricoltura sempre più efficiente e attenta all’ambiente.
• Quali sono gli ostacoli, i rischi e le opportunità per le aziende agricole che vogliono intraprendere la strada dell’innovazione.

Una puntata che unisce visione strategica e casi concreti sul campo, pensata per chi lavora nel settore agroalimentare, per le aziende agricole, per i professionisti della sostenibilità, della tecnologia e per chi crede in un’agricoltura capace di innovare e rispettare l’ambiente.

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Crisi aziendali in Piemonte, la situazione in Consiglio regionale

Nel corso del question time è stata data risposta, tra le altre, a tre interrogazioni concernenti altrettante crisi aziendali, quella della Magna a Rivoli presentata da Valentina Cera (Avs), della Antares Logistica di Rivalta posta da Alberto Unia (M5s) in provincia di Torino e la Sacal di Carisio di Simona Paonessa (Pd) nel Vercellese. L’assessore Gian Luca Vignale ha letto in Aula le risposte della vicepresidente della Giunta regionale, Elena Chiorino.

A Rivoli si tratta di 51 tra ingegneri e tecnici del centro di progettazione su 90 lavoratori complessivi. Secondo l’interrogante è il solito copione dove la multinazionale canadese che aveva acquisito l’azienda piemontese, dopo averne rilevato il prezioso know-how ne delocalizza l’attività all’estero. Per questo motivo si interroga la Regione su quali misure di tutela dei lavoratori intenda adottare. È stato risposto che la situazione è monitorata e che attualmente è in corso una Cigs per contratto di solidarietà. Inoltre, non risulta avviata alcuna procedura di licenziamento collettivo nello stabilimento di Rivoli e nessuna richiesta d’incontro da parte dei sindacati.

A Rivalta solamente 7 lavoratori, su 49 licenziati dalla Antares che aveva perso l’appalto con la Fogliasti Sas, hanno ricevuto proposte di riassunzione (con condizioni peggiorative) dall’azienda subentrante GB Service. Quest’ultima, che aveva escluso la riassunzione dei lavoratori precedenti, ha annunciato lo spostamento dell’attività presso il magazzino di Saluzzo. Il cambio d’appalto, per l’interrogante, si configura come un meccanismo per eludere diritti e tutele dei lavoratori. Rispondendo su come intenda intervenire, la nota della Giunta specifica che pur non essendoci alcuna procedura aperta trattandosi di un fine appalto, l’Esecutivo ha incontrato due volte le parti con il fine di offrire un tavolo di confronto. Il tavolo non ha prodotto risultati e i lavoratori non assorbiti in GB Service sono entrati in Naspi e potranno essere riorientati verso nuove opportunità lavorative con corsi di formazione.

La Sacal – Società Alluminio di Carisio, causa la crisi dell’automotive si è vista costretta ad uno stop nell’estate del 2024  e quindi il 3 marzo 2025 ha comunicato alle organizzazioni sindacali la procedura di licenziamento di tutte le maestranze, 120 lavoratori. Successivamente l’azienda ha rifiutato le proposte delle organizzazioni sindacali per evitare i licenziamenti. Per questo – sottolinea Paonessa – si rende necessario l’intervento della Regione per predisporre un tavolo di trattativa, oltre al monitoraggio della situazione. La procedura – è stato risposto – è ancora in fase sindacale e, qualora le parti non trovassero un’intesa, la trattativa proseguirà presso la Regione per la successiva fase amministrativa (30 giorni dalla comunicazione del mancato accordo). La situazione viene comunque costantemente monitorata dall’assessorato al Lavoro per favorire l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

L’assessore Vignale ha aggiunto che attualmente ci sono anche 57 grandi imprese arrivate in Piemonte e che hanno aperto attività, mentre ci sono e saranno sempre singole aziende che avranno delle problematiche lavorative. Dobbiamo compensare con politiche industriali e con provvedimenti di attrazione. Possiamo salvare e rafforzare il nostro patrimonio manifatturiero con un saldo positivo.

 

La Giunta regionale ha anche risposto in Aula alle interrogazioni: 312 “Fondazione Circolo dei Lettori: perché non vengono rispettati i requisiti dell’Avviso pubblico per la nomina del Direttore o della Direttrice della Fondazione?” presentata da Alice Ravinale (Avs); 313 “Ritardo nella pubblicazione del bando regionale sui cantieri di lavoro” di Daniele Valle (Pd); 315 “Ritardi nella pubblicazione delle zone carenti di pediatria e conseguenze sull’assistenza ai minori” di Vittoria Nallo (Sue); 316 “Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria e le sue ricadute sull’attività zootecnica, a che punto siamo?” di Claudio Sacchetto (Fdi). Risposta scritta è stata fornita invece alle interrogazioni: 317 “Interventi urgenti per mitigare i disagi derivanti dalla chiusura del ponte ferroviario e stradale di Bressana – Richiesta di fermate straordinarie dei treni deviati a Novi Ligure e Alessandria” di Pasquale Coluccio (M5s); 318 “Collegamento viario extraurbano tra SP 140 e 141: tenere fuori il traffico pesante della direttrice Candiolo-Castagnole dal centro abitato di None” di Roberto Ravello (Fdi); 319 “Percorso di tutela, quale percorso per le prestazioni non erogate direttamente dall’ASL di residenza” di Domenico Rossi (Pd) ; 322 “Crisi del settore automotive e licenziamenti presso il centro progettazione Magna di Rivoli (TO)” di Sarah Disabato (M5s).

Ufficio Stampa CRP

Il Piemonte pronto ad accogliere nuove attività economiche. La mappa della Regione

La Giunta regionale del Piemonte ha avviato un’iniziativa strategica per la mappatura delle opportunità insediative presenti sul territorio.

L’obiettivo è identificare e promuovere aree e immobili già disponibili per accogliere nuove attività economiche, rendendo il Piemonte ancora più attrattivo per gli investitori, sia italiani che esteri. Attraverso uno strumento trasparente e aggiornato, si punta a facilitare i processi di insediamento delle imprese, incentivando lo sviluppo economico locale.

La delibera prevede l’attivazione di una manifestazione d’interesse rivolta a enti locali, proprietari pubblici e privati e intermediari immobiliari, invitandoli a segnalare aree edificabili e immobili esistenti destinabili ad attività produttive, inclusa la logistica. Inoltre, la Regione riconosce e valorizza il ruolo delle associazioni di categoria, coinvolgendole nel processo di raccolta, aggiornamento e trasmissione dei dati, garantendo così un costante aggiornamento del sistema regionale delle opportunità insediative.

Dopo un’attenta valutazione e validazione da parte degli uffici regionali, le opportunità più idonee saranno integrate in una piattaforma promozionale e valorizzate a livello nazionale e internazionale. Ciò avverrà anche attraverso eventi, fiere e canali istituzionali come “Invest in Italy”, il portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Questa iniziativa si inserisce in un contesto particolarmente favorevole: il Piemonte è stato recentemente riconosciuto dal Financial Times tra le regioni europee più attrattive per gli investimenti industriali esteri, un attestato di fiducia che conferma la solidità del sistema produttivo locale e la capacità del territorio di accogliere nuove imprese.

“L’iniziativa – commenta l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano – rappresenta un passo concreto verso una maggiore competitività del nostro territorio. Con la mappatura delle aree disponibili vogliamo offrire alle imprese un quadro chiaro e accessibile delle opportunità presenti in Piemonte, valorizzando il patrimonio immobiliare esistente e le potenzialità future. È uno strumento che punta a semplificare la localizzazione delle scelte e a velocizzare i percorsi di investimento, in linea con le migliori pratiche europee”.

A supporto di questa strategia sarà coinvolto il “Team Attrazione”, il gruppo interdirezionale della Regione creato nel 2021 per accompagnare gli investitori in ogni fase del processo.

UniTo, Biancone: “ecco il Bilancio Pop”

Il Bilancio POP è uno strumento innovativo diffuso in America, Canada, Australia e Nuova Zelanda, e adottato da alcuni enti pubblici e istituzioni in Italia, tra questi l’Università di Torino – prima università italiana ad averlo implementato all’interno delle proprie politiche di Ateneo.

Si tratta di una forma di bilancio che va oltre i tradizionali bilanci finanziari, concentrandosi anche sugli aspetti sociali, culturali e ambientali. In particolare, il Bilancio POP cerca di mettere in luce l’impatto delle politiche dell’Ateneo sulla comunità e su diversi gruppi di popolazione, come studenti, personale accademico, amministrativo e cittadini.

È per questo motivo che nella realizzazione del suo secondo Bilancio POP, UniTo ha deciso di porre un focus particolareggiato sui temi ritenuti più importanti dai propri portatori di interesse.

Attraverso la competenza e la tecnologia messa a disposizione dal Dipartimento di Management e dall’Università degli Studi di Torino, con il coordinamento del gruppo di ricerca guidato dal Prof. Paolo Biancone, sono stati analizzati i sentimenti dell’utenza in riferimento agli argomenti e alle tematiche trattate nel primo bilancio POP realizzato nel 2023, mappando più di 40 canali social tra cui Facebook, Twitter, Instagram e definendo quali argomenti e tematiche abbiano generato un sentimento negativo o positivo.

I temi che hanno suscitato maggiore interesse sui social sono stati analizzati dalla Governance di Ateneo che ha conseguentemente dettato le linee guida di redazione di questo documento.

Tutte le tematiche trattate considerano il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), la Relazione sulle Performance in coerenza con il Piano Strategico di Ateneo 2021-2026.

Impostazione, redazione e applicazione dell’approccio e rispetto delle linee guida e standard sono stati definiti dal Comitato Scientifico (Paolo Pietro Biancone, Silvana Secinaro, Valerio Brescia, Davide Calandra) applicati dal Comitato tecnico (Valerio Brescia, Davide Calandra, Federico Lanzalonga, Federico Chmet, Ginevra Degregori, Michele Oppioli, Lara Demarchi, Rita Tamburrini, Federica Bassano).

Le informazioni contenute nel Bilancio POP sono il frutto dell’elaborazione dei dati forniti dalle diverse Direzioni di UniTo, in collaborazione con i Dipartimenti, le Aree e gli uffici di supporto e tutto il personale di UniTo coinvolto nel raggiungimento dei risultati messi in evidenza nel report.

Commenta il prof. Paolo Biancone: Il Bilancio POP si distingue dal bilancio integrato o dal bilancio sociale per la sua forte orientazione alla chiarezza, all’accessibilità e al coinvolgimento dei principali portatori di interesse (non esperti di contabilità e bilancio). Non si limita a rendicontare performance e impatti, ma li traduce in un linguaggio comprensibile a tutti, con l’obiettivo di rafforzare la fiducia, stimolare la partecipazione e rendere realmente fruibili i contenuti economici e sociali. A differenza degli altri modelli, il bilancio POP nasce per essere uno strumento di comunicazione pubblica e dialogo con la comunità, basato su criteri di comprensibilità, inclusione, diffusione capillare e rappresentazione del valore pubblico generato, integrando anche tecnologie digitali di raccolta del bisogno e strumenti partecipativi.