ECONOMIA- Pagina 4

Elkann e la fine della Fiat

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Quando conobbi il giovane John Elkann trassi l’ impressione positiva  di un giovane a modo consapevole che lo zio Umberto Agnelli, succeduto a Gianni, era il Capo. In effetti Umberto fu costretto a vivere all’ombra del fratello senza poter svolgere quel ruolo che Gianni non si rivelò all’altezza di affrontare, prigioniero tra Romiti e Ghidella. L’unico vero protagonista della storia della Fiat fu Vittorio Valletta che non viene riconosciuto, se non nella biografia di Piero Bairati.  Adesso, dopo il disastro di Stellantis, dare un giudizio su Elkann e il suo degno amministratore delegato dimissionario – un nuovo genere di “portoghese” abilissimo nel prendere soldi – appare inutile tanto vistoso è il fiasco imprenditoriale. Gli Elkann dovrebbero andarsene dall’Italia e tornare da dove sono arrivati, volendo  noi essere gentili con loro. Il danno prodotto è gigantesco. Ma la debacle rivela anche l’assenza di ogni politica industriale italiana almeno dall’epoca di Prodi e delle privatizzazioni, che hanno distrutto il patrimonio industriale italiano passato in altre mani con tante aziende chiuse o delocalizzate.
C’è stato un alto tradimento perpetrato contro l’Italia che è diventata succube ruota di scorta. Di questo disegno si è reso complice anche l’ultimo rampollo Agnelli. Il penultimo, dopo la gestione non felice della Juve, è scomparso. La liquidazione al portoghese Tavares è l’ultimo episodio scandaloso che offende Torino e gli operai che stanno per perdere il lavoro. La politica e soprattutto il sindacato bisbiglia un dissenso indecente forse dovuto a connivenze passate. Guardate la fotografia di Elkann in ultima posizione e ad una certa distanza da Umberto Agnelli . Se fosse rimasto li’ o avessero lasciato Montezemolo, forse non saremmo dove siamo. Espressione drammatica della situazione  odierna sono la lettera di Elkann ai dipendenti  a cui vorrebbe infondere fiducia e speranza e la rivolta parolaia di Landini che fa rigirare nella tomba Luciano Lama. La situazione industriale italiana richiederebbe la mano pesante della Magistratura perché ci sono troppe oscurità.

Poste italiane incontra il territorio della Valle Susa

Si è svolto ieri presso la Sala Consiliare del Comune di Susa l’incontro dedicato agli Amministratori locali della Valle nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dei territori e delle comunità locali promosso da Poste Italiane. Alla presenza dell’Assessore agli Enti Locali della Regione Piemonte, Enrico Bussalino, del Presidente UNCEM, Marco Bussone, del Sindaco di Susa, Pier Giuseppe Genovese, del Presidente dell’Unione Montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, i rappresentanti di Poste Italiane hanno illustrato le iniziative messe in campo sul territorio.

Nel ribadire l’importanza di mantenere la capillarità soprattutto nelle piccole comunità, al fine di consolidare la propria presenza attraverso un’offerta di servizi sempre più ampia, l’Azienda ha condiviso l’avanzamento territoriale del progetto Polis “Casa dei servizi digitali” in Valle grazie al quale gli Uffici Postali si stanno trasformando in veri e propri Sportelli digitali di prossimità con servizi disponibili 24 ore su 24. Grazie a Polis, i cittadini della Valle di Susa possono già accedere ai servizi della P.A. quali la richiesta di certificati previdenziali e giudiziari, certificati anagrafici e di stato civile e a breve sarà possibile richiedere anche la carta d’identità elettronica, il passaporto, il codice fiscale per i neonati e numerosi altri servizi che si aggiungono a quelli postali, finanziari, logistici, assicurativi e di telecomunicazione. Infatti, sono già 11 gli Uffici Postali abilitati al servizio mentre i restanti 25 saranno completati nel biennio 2025- 2026.

L’Ufficio di Via Mazzini a Susa è già stato interessato dai lavori e offre oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia anche i servizi INPS (il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico) e i certificati anagrafici. Nella nuova configurazione l’ufficio ha cinque postazioni di lavoro, di cui due ribassate ed è stata creata una seconda sala consulenza per favorire così una relazione più agevole col cliente nella totale riservatezza. Inoltre, per poter far fronte alla crescente domanda di servizi, Poste Italiane ha ampliato l’orario di apertura della sede anche al pomeriggio.

Sempre in Valle, ad Avigliana, Poste Italiane ha investito nella realizzazione di Spazi per l’Italia, la più grande rete di co-working del Paese con la creazione di un sito smart, interconnesso, ricavato dalla valorizzazione di un immobile di proprietà aziendale dedicato ad aziende, organizzazioni e liberi professionisti. L’immobile è stato completamente ristrutturato e allestito con uffici moderni, digitalizzati e dotati di postazioni di lavoro attrezzate, open space, aree break e sale riunioni.

Polis contribuirà anche ad una maggiore efficienza energetica e darà slancio alla mobilità verde attraverso l’installazione di colonnine di ricarica per i mezzi elettrici e di impianti fotovoltaici.

Poste Italiane è presente sul territorio della Valle di Susa con 37 Uffici Postali, 16 ATM Postamat di cui 2 installati in Comuni senza ufficio postale, 5 centri di distribuzione per il recapito della corrispondenza e pacchi e 30 Punto Poste, ovvero reti terze quali tabaccai o stazioni di servizio ENI, collect point per l’invio e il ritiro di spedizioni.

Tra i servizi per la Pubblica Amministrazione è stato presentato durante l’incontro il servizio di Tesoreria dedicato ai Comuni. Grazie alla partnership siglata con Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Poste Italiane garantirà la gestione di tutte le attività di incasso/pagamento e le verifiche di bilancio, attraverso un team di risorse qualificate e dedicate, la disponibilità di un Ufficio Postale di radicamento per le attività che richiedono la “presenza fisica” e l’accessibilità a tutta la Rete di Uffici Postali per le attività di incasso. CDP assicurerà la gestione delle “anticipazioni di cassa” nelle situazioni di temporanea carenza di liquidità.

Crisi automotive, Cirio incontra Urso in vista del Tavolo Stellantis

Le prospettive e le sfide dell’automotive italiano, con particolare attenzione al futuro del sito produttivo di Mirafiori, sono state al centro dell’incontro odierno tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in vista del tavolo Stellantis in programma per il prossimo 17 dicembre al Mimit.

Al centro del confronto anche le principali crisi d’impresa del territorio piemontese, tra cui la vertenza Diageo, che nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura, prevista per giugno 2026, dello stabilimento di Santa Vittoria d’Alba.

L’incontro si inserisce all’interno della serie di appuntamenti preparatori al Tavolo Stellantis che il Ministro sta tenendo con i presidenti delle Regioni dove hanno sede gli stabilimenti produttivi del Gruppo.

«Il ministro ha attivato con i presidenti di Regione una serie di incontri in vista del tavolo Stellantis del 17 dicembre al fine di condividere strategie condivise. Sono molto soddisfatto dell’incontro perché conferma l’attenzione e in lavoro congiunto con il governo e in particolare con il ministro con il quale abbiamo condiviso il convincimento che questa situazione possa davvero aprire ad una fase nuova e possa essere l’occasione per il rilancio della produzione in Italia e in particolare in Piemonte, garantendo la centralità dei nostri stabilimenti e la salvaguardia dei posti di lavoro» dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Per quanto riguarda Diageo, il presidente Cirio ha comunicato al ministro che martedì incontrerà i vertici internazionali dell’azienda – che nelle scorse settimane hanno già avuto un confronto con i lavoratori – e successivamente saranno convocati i tavoli regionali per affrontare le prossime fasi.

Satispay, Buoni Pasto nei negozi del Gruppo Esselunga

 

I Satispay Buoni Pasto sono spendibili in tutti i negozi in Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lazio

 

 A solo 1 anno dal lancio dei Buoni Pasto, Satispay annuncia un importantissimo passo in avanti tramite l’accordo con il Gruppo Esselunga, principale realtà italiana nel settore della grande distribuzione che opera attraverso una rete di oltre 190 negozi, i Bar Atlantic e le profumerie EB, in Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Lazio.

I buoni pasto di nuova generazione, pensati e sviluppati da Satispay per generare il massimo valore per gli utilizzatori e la rete di accettazione, raggiungono oggi uno dei più radicati e grandi gruppi italiani.

Una partnership strategica che semplifica la spesa alle migliaia di dipendenti che già oggi fruiscono dei Buoni Pasto Satispay. L’innovativo modello proposto da Satispay si sta affermando sempre più anche come strumento al servizio della spesa, alimentando un trend virtuoso che genera valore sia per i consumatori che per il contesto economico territoriale in cui si inserisce.

 

Angela Avino, Chief Business Development Officer, Satispay, conclude: “Siamo orgogliosi di annunciare questa partnership con il Gruppo Esselunga che rinnova l’impegno e la fiducia in Satispay, già scelta nel 2017 come strumento di pagamento, e che rappresenta per noi un importante tassello di crescita. Questa integrazione valorizza l’impegno di Satispay che ha creato e diffuso un singolo strumento che racchiude efficienza, comodità ed etica”.

 

Satispay Buoni Pasto, infatti, ridisegna completamente l’esperienza d’uso per i clienti: i buoni pasto, totalmente digitali, saranno caricati automaticamente su una sezione dedicata nell’app

Satispay del lavoratore che potrà pagare nei diversi negozi di Esselunga e Bar Atlantic utilizzando sia il buono pasto che l’eventuale importo extra prelevato dal suo wallet personale. Un processo fluido e veloce come un normale pagamento effettuato con l’app Satispay che velocizza l’operazione alla cassa e permette di utilizzare i buoni anche nei giorni festivi e che avrà una durata di 1 anno.

 

L’automotive in crisi chiede strategie di tutela. Audizione in Regione

Il futuro dell’automotive alla luce della crisi Stellantis dopo Tavares al centro dei lavori della terza Commissione, presieduta da Claudio Sacchetto, che ha audito le Associazioni delle imprese industriali e dell’artigianato per un approfondimento: secondo stime recenti, come sottolineato da Alberto Dal Poz, vicepresidente dell’Unione industriale di Torino, il mercato automobilistico cinese è cresciuto fino a diventare il più grande al mondo, con vendite che nel 2023 hanno superato i 26 milioni di veicoli, mentre in Europa il mercato ha raggiunto circa 9,9 milioni di unità. L’Italia, nonostante la crisi, rappresenta però ancora un importante player in questo contesto.

Per Confindustria è fondamentale ragionare in termini di filiere, anche quelle trasversali, considerati i tempi difficili, in particolare in Europa, per le aziende che si occupano di batterie per auto elettriche. Lo dimostra la vicenda Northvolt, startup svedese leader nella produzione di batterie, nonché prima azienda europea a costruire una gigafactory di batterie in Svezia, che sta vivendo uno dei momenti più difficili dalla sua fondazione.

“Guardiamo inoltre all’Europa, dove Ursula von der Leyen ha annunciato l’istituzione di tavolo per l’automotive, ragionando su come accompagnare l’industria automobilistica europea in un processo di trasformazione e in una corsa industriale globale attivata da anni, partendo dall’ apertura sulle sanzioni e sul ruolo che potrebbero avere i bio-carburanti”.

Nel ribadire i concetti già espressi, nell’ottica di una posizione unitaria, Alberto Russo di Api Torino ha auspicato che per le aziende coinvolte nelle filiere di produzione venga prevista una moratoria degli interessi sugli investimenti già effettuati e sui mutui, visti i cali di produzione.

Per Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino, “quelle di Stellantis non sono le prime difficoltà che affrontiamo in questo territorio. Abbiamo superato quelle di Fca e prima quelle di Fiat. Il tema auto non nasce certo oggi”.

Giovanni Genovesio, presidente di Cna Piemonte, ha chiesto che la Regione Piemonte si faccia portavoce presso i soggetti istituzionali della necessità di adottare correttivi sulla politica monetaria, in particolare sui tassi vista l’impennata dei costi del denaro, e ha detto di guardare con attenzione al Piano regionale sulla qualità dell’aria, che potrà avere un impatto economico importante.

Dai vari interventi è emersa la centralità del tessuto manifatturiero locale e di come sia fondamentale affrontare i problemi in squadra, prendendo per mano le Pmi facendo sistema. In Italia abbiamo tutte aziende medio piccole che rischiano di non riuscire a stare al passo con la transizione, per essere competitivi con i cinesi è necessario puntare sulle varie tecnologie, coinvolgendo i giovani nei settori che hanno maggiore margine di crescita occupazionale.

Gli intervenuti hanno annunciato un documento unitario che verrà consegnato alla Commissione.

Per delucidazioni sono intervenuti nell’ordine: Monica Canalis (Pd), Alice Ravinale (Avs), Gianna Gancia (Lega), Roberto Ravello (Fdi), Gianna Pentenero (Pd), Annalisa Beccaria (Fi) e Alberto Avetta (Pd).

A Torino 4.491 imprese artigiane della filiera meccanica: incertezza e speranze dopo Tavares

“La notizia delle dimissioni di Carlos Tavares da ceo di Stellantis, non deve essere sottovalutata, perché è un segnale molto significativo su quanto sta avvenendo all’interno di Stellantis. Quando manca il dialogo tra l’azienda e l’indotto e non si riescono più a pagare i fornitori di solito ci troviamo di fronte all’avvisaglia di un imminente fallimento. È evidente a tutti che il mercato dell’elettrico non decolla e che la scelta europea di dire addio al termico in tempi troppo stretti sta distruggendo l’automotive nostrano.

Dentro a scenari così drammatici, la politica tutta, nazionale e locale, non ha sufficiente autorevolezza e coraggio per un urlo di rabbia e, al massimo, si accanisce contro i possessori di Euro4 e 5. Auspichiamo, quindi che queste dimissioni siano l’inizio di un nuovo corso, magari con il conferimento dell’incarico ad un ceo italiano, capace di dare centralità all’automotive torinese e scongiurare una crisi senza precedenti”. Questo il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino sulla crisi dell’automotive e le dimissioni di Tavares.

A livello provinciale, Torino è la seconda città italiana per numero di imprese totali della filiera meccanica, con 8.455 unità, dietro a Milano (11.404). Mentre se si considerano solamente le imprese artigiane della filiera meccanicaTorino risulta al primo posto tra le province, con 4.491 unità, davanti a Brescia (4.152 unità) e Milano (3.881).

Inoltre, rimanendo nel settore della meccanica ma entrando nel discorso export, possiamo notare come per le imprese torinesi le esportazioni della meccanica abbiano un’incidenza del 64,7% sul totale manifatturiero.

La situazione è simile anche se si volge lo sguardo alla filiera dei macchinari: infatti, Torino risulta sempre la seconda provincia italiana per totale delle imprese (1.198) dietro a Milano (2.841) e la prima per imprese artigiane, con 387 unità dietro alle 376 di Milano.

 

Il ciclo recessivo dell’automotive

Nei primi nove mesi del 2024 l’indice della produzione di autoveicoli, corretto per gli effetti di calendario, cede del 25,5%. Il 2024 è il terzo anno peggiore del secolo per la dinamica dell’attività di produzione di auto dopo il 2009, in cui si è osservato un calo del 28,9% nei primi nove mesi dell’anno a seguito dell’instabilità sul mercato dei mutui subprime, e il 2020, in cui la produzione è scesa sempre del 28,9%, a seguito della pandemia da Covid 19.

*Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato Imprese Torino su dati Ufficio Studi Confartigianato Nazionale in collaborazione con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna

La Regione a Roma con 35 editori piemontesi

Anche quest’anno la Regione Piemonte è presente alla manifestazione «Più Libri Più Liberi» che avrà luogo presso il presso il Roma Convention Center «La Nuvola»  fino all’8 dicembre 2024 con uno spazio collettivo che ospiterà 35 editori piemontesi.

 

La manifestazione «Più Libri più Liberi – Fiera nazionale della piccola e media editoria», promossa da AIE (Associazione Italiana Editori), rappresenta da sempre un fondamentale punto di riferimento per la piccola e media editoria italiana e per la Regione Piemonte un’occasione di promozione e commercializzazione sul mercato italiano dei prodotti editoriali piemontesi, anche in chiave di valorizzazione e promozione turistica del territorio.

 

«I piccoli editori – ha sottolineato l’assessore alla cultura, Marina Chiarellirappresentano un autentico patrimonio culturale italiano, costituiscono il sistema nervoso della cultura del nostro Paese, offrendo spazio a scrittori e autori che, altrimenti, difficilmente troverebbero voce. Partecipare alle fiere dell’editoria, quindi, non è solo un’opportunità per dare visibilità a queste realtà preziose, ma è un atto di riconoscimento del loro valore e del loro ruolo nel mantenere viva la nostra identità culturale».

 

Lo spazio collettivo «Editori del Piemonte» costituisce all’interno della manifestazione «la casa» degli editori piemontesi: in tale spazio, oltre alla vendita, si intende valorizzare la ricca produzione editoriale piemontese, anche come occasione per dare visibilità al territorio e alla cultura della nostra regione. Nel collettivo (STAND N 30 piano Forum), che ospita le micro e piccole case editrici piemontesi, è possibile trovare buona parte del panorama editoriale piemontese che abbraccia una vasta gamma di temi e argomenti. Una grande occasione per valorizzare e far conoscere la ricca produzione editoriale piemontese, nell’obiettivo di promuovere sempre più il territorio, le sue eccellenze e la sua cultura.

 

Giachino: “A stare in mezzo tra Fiat e Governo non ci abbiamo guadagnato, anzi”

Lettera aperta al Sindaco Stefano Lo Russo

Caro Sindaco,

Ho letto la Tua intervista a La Stampa e concordo con Te che le dimissioni di Tavares rappresentano una opportunità per difendere meglio e di più il settore automotive a partire dal ruolo di Torino.Non mi convinci laddove dici che le troppe conflittualità con Tavares hanno alimentato tensioni. Te lo scrivo perche’ i prossimi giorni saranno decisivi per la difesa della economia e del lavoro nella nostra Città. Anche perché Mirafiori ci potrà dare un contributo alla crescita economica della Città ben superiore alle ATP, alla Vuelta e a Luci d’artista messe insieme.

A Dicembre 2021 il Parlamento voto’ l’ultima Legge di Bilancio di Draghi nella quale non vi era una lira a favore del settore auto e nessuna parte politica disse nulla. Solo una mia proposta apprezzata da alcuni parlamentari (Margiotta, Laus, Fregolent) fatta propria dalla Mozione Molinari portò alla nascita del fondo Giorgetti da 8,7 miliardi a favore del settore. Il Ministro Urso invece di limitarsi a dare gli incentivi per tenere su il mercato così some si era fatto nel 2022 e 2023 , chiese in cambio di riportare la produzione in Italia a 1 milione l’anno tante quante sé ne producono in Francia.  A mio parere Tavares avrebbe dovuto essere più disponibile , invece di taglieggiare le nostre aziende dell’indotto e mandando altri al tavolo con il Ministro.

L’unico risultato del dialogo l’annuncio della 500 ibrida a Mirafiori. Anche lo sciopero di Aprile avrebbe dovuto avere come controparte solo Stellantis. Siccome questo non era chiaro la partecipazione alla manifestazione fu inferiore alle attese. Sulla situazione del settore auto ha pesato enormemente la decisione della precedente Commissione approvata dal Parlamento europeo che poneva fine di fatto all’era del motore endotermico. Una scelta che USA e Giappone non hanno fatto e che ha provocato una calo delle vendite in Europa pesante. Ecco perché bisognerebbe lavorare a un “Patto per l’automotive” nel quale tutti si impegnano a raggiungere gli obiettivi green utilizzando però le varie strade tecnologiche  e non solo l’auto elettrica. In questo patto l’Italia dovrebbe assumere impegni sul costo della energia e sugli incentivi alla rottamazione delle vecchie auto in circolazione.

Un patto del genere potrebbe rappresentare un modello per l’Europa . La scelta scellerata di puntare solo sull’auto elettrica rischia di semidistruggere l’auto europea con effetti pesanti sul PIL torinese e nazionale e  sul lavoro .In sintesi, per uscire dal declino economico , Torino deve difendere il settore auto come ha difeso la TAV. E come allora deve essere compatta a Roma e a Bruxelles.

Mino GIACHINO

SITAV SILAVORO

Questione casa, i proprietari: “Requisire gli alloggi? Proposta da bocciare”

Invece di “spaventare” i proprietari degli immobili con iniziative discutibili e probabilmente incostituzionali, le istituzioni dovrebbero coinvolgere le associazioni che li rappresentano nei tavoli di discussione che intendono proporre soluzioni alla crisi del mercato degli affitti ed alla emergenza abitativa”: questa in sintesi la posizione espressa dalla delegazione delle associazioni dei proprietari immobiliari audita nella seconda Commissione della Regione, presieduta da Mauro Fava.

In particolare ci si riferisce alla proposta di deliberazione di iniziativa popolare al Consiglio comunale di Torino, “Nuove tutele per il diritto alla casa – censimento e restituzione alla città di alloggi in stato di non uso”, sottoscritta da numerose associazioni e che dovrebbe iniziare il suo iter in Commissione. Le associazioni firmatarie che hanno presentato la delibera con la campagna “Vuoti a rendere” contestano l’aumento dei canoni di locazione e la carenza di alloggi disponibili nonostante sia calcolato in aumento il numero di abitazioni, pubbliche o private, non utilizzate.

Dati che non convincono le associazioni audite, Ape Confedilizia Torino, Asppi Torino, Cofappi Torino, Uppi Torino, Appc Torino, Confabitare Torino e Federcasa Torino. La delegazione dei proprietari ha svolto la sua relazione anche in base alle numerose domande dei commissari intervenuti: Silvio Magliano (Lista Cirio) che ha richiesto l’audizione, Nadia Conticelli e Monica Canalis (Pd), Paola Antonetto e Roberto Ravello (Fdi), Alice Ravinale e Giulia Marro (Avs), Fabrizio Ricca (Lega), Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa) e Alberto Unia (M5s).

Le associazioni rifiutano la richiesta di censimento, la richiesta di sanzioni economiche e amministrative e respingono la possibilità di ricorso alla requisizione di immobili. “Le disposizioni proposte nella delibera sono, quindi, anche basate su dati che non hanno fondamento certo, a cominciare dal numero di alloggi vuoti. Non vengono poi considerate le abitazioni dove gli occupanti non hanno residenza (studenti, contratti transitori eccetera)”.

Tra le tante situazioni di disagio segnalate vi sono gli elevati costi a carico dei proprietari nelle situazioni di sfratto per morosità, a partire dai canoni non percepiti che superano spesso i 12 mesi. “Alla luce della difficile situazione che non dovrebbe essere fatta gravare solo sui privati, perché una casa popolare su dieci è sfitta?”.

La Regione alla Conferenza intergovernativa Torino – Lione

Si è svolta oggi a Lione, in Francia, la 67^ riunione della Commissione Intergovernativa (CIG) per la linea ferroviaria Torino-Lione, alla presenza dell’assessore della Regione Piemonte alle infrastrutture strategiche, Enrico Bussalino, del presidente del Consiglio regionale dell’Auvergne-Rhône-Alpes, Fabrice Pannekoucke, del capo delegazione italiano della CIG, Paolo Foietta, della presidente francese della CIG, Josiane Beaud, e del presidente di TELT, Daniel Bursaux.

L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sull’avanzamento dei lavori e condividere importanti aggiornamenti. Ad oggi, il progetto ha visto il completamento di circa 39 km di gallerie, pari al 25% dell’opera complessiva, con 15 km realizzati nel tunnel di base.

 

“La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, parte integrante del Corridoio Mediterraneo europeo, non è solo un’opera strategica per migliorare la mobilità e l’interoperabilità tra Paesi – ha dichiarato l’assessore Bussalino -, ma anche un simbolo del nostro impegno verso un sistema di trasporti sostenibile e innovativo, capace di rispondere alle esigenze ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo. Fin dalla sua ideazione – ha proseguito l’assessore -, la Regione Piemonte ha svolto un ruolo attivo e propositivo, sostenendo con determinazione tutte le fasi del progetto, dall’autorizzazione al monitoraggio. I risultati raggiunti sono frutto di un efficiente confronto tra numerosi attori pubblici e privati e dalla sinergia creatasi tra le attività di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti”.

 

Durante la riunione è stato comunicato l’avanzamento delle attività del Gruppo di Lavoro binazionale, incaricato di monitorare e aggiornare costantemente i costi e i tempi di realizzazione del progetto in parallelo con i progressi fisici. Questa collaborazione tra le due delegazioni rappresenta un passo avanti verso una gestione ancora più trasparente ed efficiente.

Inoltre, è stato annunciato l’importante finanziamento europeo: 700 milioni di euro che permetteranno di coprire le attività del progetto fino a metà 2026. Si tratta di un riconoscimento significativo dell’importanza strategica della Torino-Lione per l’Unione Europea, che continua a sostenere il progetto nell’ambito del network TEN-T.

Infine, sul fronte ambientale e operativo, è stato validato il protocollo per la gestione e valorizzazione binazionale dei materiali di scavo, che dà il via all’accordo siglato nel 2023 per l’attuazione dell’ambizioso obiettivo di economia circolare al di là delle frontiere.

 

“Questo rappresenta un concreto esempio di sostenibilità e coordinamento tra Italia e Francia. Mi auguro che la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti continui con lo stesso entusiasmo e determinazione, affinché il completamento di quest’opera possa rappresentare non solo un successo tecnico e strategico, ma anche un passo decisivo verso uno sviluppo sostenibile e condiviso per il Piemonte, l’Italia, la Francia e l’Europa” ha concluso Bussalino.