ECONOMIA- Pagina 377

La Regione a sostegno del welfare per superare l’emergenza

La Regione Piemonte, oltre alle azioni e agli strumenti ordinari  a sostegno di cittadini e attività ha deciso di attivare una serie di misure straordinarie, così da fornire un ulteriore supporto alla comunità piemontese per superare l’emergenza sanitaria.

“Ho ritenuto indispensabile, in questo momento di grave crisi, non solo sanitaria ma anche economica – dichiara l’assessore al Welfare Chiara Caucino –  l’estensione delle misure di sostegno alle aziende private per l’attivazione di progetti di lavoro agile, in risposta alla domanda di conciliazione dei tempi vita/lavoro. Rendiamo possibile questa misura attraverso l’utilizzo delle risorse residue del voucher di conciliazione, a valere sul Fondo sociale europeo (FSE) di 2,6 milioni di euro, in aggiunta a quelle già originariamente presenti, per oltre 4,5 milioni di euro complessivi”.

Il 5 marzo scorso si è infatti concluso il Bando regionale “Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale”, il cui obiettivo è lo sviluppo di un virtuoso sistema di welfare piemontese, coinvolgendo il tessuto imprenditoriale locale nella progettazione e attivazione di interventi di benessere aziendale e territoriale.

“Si tratta di un intervento – prosegue Caucino – oggi molto importante perché permetterà alle imprese che hanno presentato domanda entro i termini previsti, di poter avviare anticipatamente i progetti che prevedono l’attivazione di forme di telelavoro e smart working, indipendentemente dall’eventuale finanziamento del progetto”.

La Misura sostiene progetti di aziende singole o di reti, che implementino servizi strutturati in Piani di welfare, destinati ai propri dipendenti ed, eventualmente, a collaboratori. Sono 43 le imprese piemontesi che hanno aderito al Bando presentando proposte progettuali, ora in fase di valutazione.

“Considerata la rilevanza in questo momento di profonda necessità di aiuti e sostegno – conclude Caucino – l’introduzione nelle aziende del lavoro a distanza, e di altre forme di lavoro flessibile, diventa più che mai indispensabile. La Regione si impegna quindi a mettere a disposizione risorse per finanziare tutte le proposte di buona qualità progettuale”.

 

Attività agricola e agroalimentare garantita

Il DPCM 11 marzo 2020 contenente misure urgenti per il contenimento della diffusione del virus agente del COVID-19 chiarisce, all’art.1, punto 4), che “resta garantita, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie – l’attività agricola, zootecnica e di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi

Pertanto, in questo periodo, non sono previste particolari limitazioni al normale svolgimento delle attività agricole stagionali (preparazione dei terreni, semina, potatura e gestione degli impianti arborei) e di quelle relative agli allevamenti (conduzione superfici foraggere, pascolamento, distribuzione reflui, governo e cura dei capi zootecnici).

Il Decreto non prevede altresì limitazioni allo svolgimento delle attività inerenti alle filiere agro-alimentari, assicurando quindi una continuità dei conferimenti e delle forniture, da parte delle aziende agricole alle imprese di trasformazione agro-alimentare, e il mantenimento dei flussi produttivi di alimenti.

Le disposizioni del Decreto assicurano inoltre la conservazione delle relazioni commerciali con le imprese fornitrici di beni e servizi alle aziende agricole e agro-alimentari.

Intesa Sanpaolo attiva servizio a distanza

Gestori e filiale on line a disposizione per verificare l’utilizzo del ‘servizio a distanza’ anche per altre attività bancarie

In riferimento alla sospensione di finanziamenti, mutui e prestiti personali annunciata nei giorni scorsi, Intesa Sanpaolo ha attivato un processo transitorio finalizzato a contenere il più possibile i momenti di contatto e incontro tra clienti – privati e imprese – e gestori.

Le limitazioni di movimento per le persone in questa fase di emergenza, insieme a situazioni personali di salute o la necessità di limitare qualsiasi contatto fisico non necessario, deve portare a considerare l’impossibilità del cliente di effettuare un incontro fisico con il proprio gestore di riferimento per attivare la sospensione del finanziamento. Per ovviare a questa criticità, il gruppo Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione della propria clientela una nuova modalità di gestione della richiesta di sospensione per un finanziamento, un mutuo o un prestito personale, grazie ad un processo di scambio di informazioni e documenti via telefono e email, direttamente tra il cliente ed il gestore. Il processo si applica solo a clientela conosciuta e dopo aver verificato i consensi privacy. Lo scambio degli originali potrà avvenire attraverso l’invio per posta o corriere. La sospensione delle rate dei finanziamenti in essere, per la sola quota capitale o per l’intera rata, può essere chiesta per 3 mesi, con eventuale proroga di ulteriori 3 o 6 mesi in funzione della durata dell’emergenza. “Si tratta di un ulteriore soluzione che vogliamo offrire ai nostri clienti che intendono richiedere la sospensione di un finanziamento e che non possano o non vogliono recarsi personalmente in filiale, spiega Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. Grazie alla collaborazione delle nostre persone ed agli strumenti tecnologici a disposizione, il nostro Gruppo vuole rassicurare e garantire, proprio in fase di emergenza, la tutela ed il servizio ai propri clienti ed al personale”. Intesa Sanpaolo ricorda che, in questa fase di emergenza, la disponibilità di servizi a distanza è allargata anche ad altri tipi di operatività bancaria. L’invito a tutta la clientela è di contattare il proprio gestore o la filiale online al numero 800.303.303 per verificare se l’attività di proprio interesse possa essere svolta anche tramite il servizio a distanza offerto da Intesa Sanpaolo, senza doversi recarsi in filiale.

Agevolazioni bollette Iren per chi è in difficoltà

Alla luce della crescente diffusione del Coronavirus e dei conseguenti significativi impatti economici e sociali sull’intero Paese, il Gruppo Iren ha interrotto – già da lunedì 9 marzo le nuove azioni di sospensione/riduzione delle forniture (gas, luce, acqua e teleriscaldamento) dovute alla morosità.

In un momento di grave emergenza per l’Italia, Iren conferma così l’attenzione ai territori serviti, alle persone e ai propri clienti.  

Inoltre, in attesa di specifici provvedimenti da parte del Governo e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), il Gruppo offre a tutti i propri clienti – famiglie e imprese – che subiscono unoggettiva situazione di difficoltà economica, la possibilità di richiedere il rinvio della scadenza di pagamento di 30 giorni oppure la rateizzazione in tre rate nei tre mesi successivi.

Tale opportunità è prevista per le bollette di gas, luce, acqua, teleriscaldamento e rifiuti in regime di tariffazione puntuale corrispettiva o commerciale, in scadenza dal 13 marzo fino al 30 aprile e relative a servizi collegati a regolare rapporto di fornitura. Per le bollette con importi superiori a 4.500 euro saranno definiti piani di rateizzazione specifici. Inoltre, non saranno applicati interessi passivi per il ritardato pagamento.

Il rinvio della scadenza di pagamento o la rateizzazione potranno essere richiesti direttamente al Servizio Clienti, utilizzando i canali di contatto messi a disposizione dall’Azienda.

 

Ruffino (Fi): “Piccoli imprenditori disperati. Intervenire immediatamente!”

Il governo tempesta ogni giorno gli italiani annunciando rinvii di pagamento per mutui, scadenze fiscali, bollettini, rette per asili nido e ogni altro genere di posticipo di pagamenti

La realtà è molto, ma molto diversa e decisamente drammatica come il presidente Conte neanche immagina. I piccoli imprenditori, dico anche di imprese famigliari, sono alla disperazione, in crisi di liquidità e alla faccia della sbandierata sospensione dei pagamenti ricevono richieste di pagamento a raffica. Per disguidi tecnici, una bolletta non addebitata sul C/c si è trasformata subito in una messa in mora. Il governo assicura che nessuno perderà il proprio lavoro, bello e giusto. Ma in un’impresa famigliare non ci sono forse lavoratori? o sono zombie? e il loro posto da chi viene tutelato?

La realtà è molto diversa dagli annunci mirabolanti, e molto più disperante. Il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio vedano di vigilare sulle aziende che erogano servizi e sanzionino comportamenti scorretti verso gli utenti. La sospensione dei pagamenti deve essere effettiva, concreta e immediata.

on. Daniela Ruffino, parlamentare di Forza Italia

Il turismo italiano verso l’eutanasia

È vero che in Italia la pessima gestione del turismo ha fatto sì che il settore valga molto meno rispetto alle potenzialità. Ma tra attività dirette e indotto ci si attesta comunque intorno al 10% del Pil…

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Il turismo italiano verso l’eutanasia

Scioperi nelle fabbriche per il diritto alla salute ai tempi del virus

In Piemonte, da ieri, in diverse provincie come Asti, Vercelli e Cuneo sono in corso nelle fabbriche fermate e scioperi, ad esempio presso Mtm, Ikk, Dierre, Trivium

Le adesioni sono elevate, informa la Fiom Cgil Piemonte. “In queste ore nelle fabbriche c’è confusione e  c’è panico anche perché si registrano i primi casi di contagio: in alcuni casi, non vengono resi pubblici dalle aziende” commenta il segretario generale della Fiom Cgil Piemonte, Vittoria De Martino.

“Così non va bene.  Sta accadendo che, salvo in rari casi, nelle fabbriche non c’è modo di rispettare le regole invocate dal Governo, anche perché non è chiaro quali siano i mezzi di protezione individuale da adottare laddove non è garantita la distanza di sicurezza. Ecco perché gli imprenditori e le istituzioni dovrebbero rassegnarsi a fermare la produzione, almeno fino a quando non si riesce a riorganizzare realmente in sicurezza” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito alla recente situazione venutasi a creare in almeno una decina di fabbriche piemontesi.

“In assenza di risposte volte alla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori si deve andare ad una protesta generale”, sostiene Ezio Locatelli segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. “Lo chiedono in queste ore molte realtà di fabbrica. Le ultime misure del governo che riguardano le attività produttive e di ufficio, sono a dir poco insufficienti perché, in materia di lavoro, lasciano l’ultima parola ai padroni: i lavoratori prendano le ferie o siano costretti a lavorare a loro rischio e pericolo. Nei confronti dei lavoratori mancano misure di protezione”.

Il CAAT continua a garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari

Anche  dopo il restringimento del Decreto del presidente del Consiglio

Mentre il governo ha annunciato, nella serata di mercoledì 11 marzo, una stretta nel contrasto al Coronavirus, adottando anche la misura della chiusura di tutti i negozi tranne quelli di prima necessità, quali farmacie ed alimentari, il CAAT (Centro Agroalimentare di Torino) assicura la prosecuzione della suaregolare attività di svolgimento e garanzia nell’approvvigionamento dei generi alimentari.

Il CAAT – afferma il suo presidente, l’ingegner Marco Lazzarino – come gli altri mercati all’ingrosso rimane aperto e si trova in prima linea nel garantire, anche in questo momento di emergenza dettata dal Coronavirus, l’approvvigionamento e la distribuzione di ortofrutta, pesce e generi alimentari in genere”.

Svolgiamo infatti – precisa il presidente Lazzarino – un ruolo di primario servizio pubblico e, a maggior ragione in questo momentoparticolarmente delicato per la vita del nostro Paese, le nostre energie sono tutte indirizzate ad assicurare la prosecuzione della nostra attività, che risulta di importanza fondamentale per tutti i cittadini. Abbiamo a disposizione una filiera ed un sistema logistico di consegne alimentari ormai collaudato, che sono tali da consentirci di rifornire ampiamente i mercati rionali ed anche la GDO”.

Il CAAT – spiega il suo Presidente Marco Lazzarino – aderisceinoltre alla rete nazionale di Italmercati, che è capillarmente radicatasul territorio italiano, oltre a vantare un’ottima organizzazione nello smistamento dei prodotti alimentari. Quindi, alla luce di tutto ciò,riteniamo che debbano essere presenti tutte le condizioni affinché non si renda necessario l’accaparramento di generi alimentari da parte dei cittadini. II CAAT, come ogni altro mercato all’ingrosso, si adoperera, quindi, in modo capillare insieme a grossisti e produttoriagricoli perché questi possano operare in maniera ancora più efficiente, nell’impegno di garantire gli approvvigionamenti delle merci nelle città “.

Che prevalga l’Italia migliore

Dalla Cina arrivano aiuti concreti per la lotta al coronavirus. Medici, mascherine e soldi

L’ Europa ci sbatte la porta in faccia: Austriaci Svoleni e Croati non ci vogliono. Anche gli Svizzeri non sono da meno. Ma almeno non sono europei.

Chissà cosa ne pensa Matteo Salvini che i suoi amici Sloveni Croati ed Austriaci gli hanno per l’ ennesima volta voltato le spalle. Ma non è momento di polemiche. Dopo si vedrà. Si sa, comunque, che la sfortuna è una ruota che gira e vedremo cosa succederà. Prima il governo era troppo lassista ora deve essere più draconiano. Intanto il Piemonte aiuta la Lombardia. E ci mancherebbe altro. Ha messo dei posti a disposizione nei nostri ospedali. Questa è l’ Italia migliore. Come i giovani volontari per recapitare la spesa ad anziani o immunodepressi. Come i medici e gli ospedalieri in prima linea. Come il governatore Cirio e l’ assessore Tronzano che (da casa) non mollano e non  arretrano di un millimetro. Come le persone che rimangono in casa. Come le persone che non prendono d’ assalto i supermercati. Come chi si lava mille volte le mani e se fanno spesa o code prendendo il metro di distanza. Ma ci sono anche le rivolte delle carceri. Chi stupidamente pretende ancora gli stadi pieni e le movide affollate. C’ è una parte intelligente ed una parte stupida tra la gente. Gente che viene chiamata popolo. Popolo che con i suoi comportamenti farà la differenza. Difficile essere ottimisti. Io, per indole, lo sono ed anche questa volta vedo il bicchiere mezzo pieno. Almeno in Piemonte e a Torino. La nostra struttura sanitaria non è collassata. E vincono i comportamenti responsabili. Importantissimo, fondamentale ma non sufficiente. Ieri sera l’Italia è stata “chiusa” fino a nuovo ordine.  La Merkel sostiene che il 70% della popolazione sarà
contagiata e l’Organizzazione Mondiale Sanità dichiara pandemia. Il Governo stanzia  miliardi per ‘ emergenza economica e il sostegno al lavoro come cassa integrazione. Confindustria sia piemontese che nazionale chiede di non far fermare la produzione. Sarà dura collimare tutte le esigenze. Nel mentre dobbiamo tenere duro. Ed ora una sola certezza: domani saremo radicalmente diversi da oggi. Magari capiremo fino in fondo che la solidarietà non è solo un valore. Solidarietà come forma di regolamentazione dei rapporti tra gli individui. Dai … Dai… un po’ di ottimismo non guasta mai. Ottimismo, sia ben chiaro, non incoscienza.

Patrizio Tosetto

Contro il coronavirus nasce un patto per il Piemonte

La Regione unisce mondo produttivo e istituzioni  per superare insieme l’emergenza. Il presidente Cirio:  “Al Governo abbiamo proposto misure equilibrate  per rallentare il nostro cuore economico, senza fermarlo”

«Ringraziamo il Governo per aver ascoltato la nostra profonda preoccupazione e per aver accolto la proposta di misure più rigide e severe, così come chiesto anche dalla nostra Regione. Il Piemonte farà la sua parte, insieme al resto d’Italia. Ma di fronte a un sacrificio così grande, adesso serve da parte di tutte le istituzioni, italiane ed europee, un sostegno economico immediato e altrettanto grande».

Con queste parole il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio commenta le nuove misure di contenimento del coronavirus annunciate in tarda serata dal Governo.

 

Nelle scorse ore il presidente Cirio aveva trasmesso al premier Conte una proposta di azioni da mettere in atto in tutto il Paese, dopo aver  riunito in videoconferenza i rappresentanti piemontesi delle   categorie economiche e dei lavoratori , i   sindaci dei comuni capoluogo , i presidenti delle   Province   e l’ Anci   al fine di valutare e   condividere le misure necessarie a contrastare in modo decisivo il coronavirus .

 

Ne è nato un grande patto che unisce tutti, l’intero mondo produttivo e quello delle istituzioni con un solo obiettivo comune: superare l’emergenza e far riparte al più presto il Piemonte.
«Oggi di fronte a una delle situazioni più difficili mai affrontate nasce un grande patto per il nostro Piemonte, condiviso con tutto il mondo produttivo ed economico e con gli enti locali – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – La preoccupazione per l’evoluzione del contagio è comune e, nel timore che le misure messe in atto finora non siano sufficienti, dopo esserci confrontati con la Lombardia abbiamo voluto proporre al Governo una serie di misure per il Paese, condivise anche dal Comitato scientifico della nostra Unità di Crisi regionale. Un lavoro corale e di grande collaborazione che ci ha permesso di proporre azioni forti, ma equilibrate. Oggi per vincere il coronavirus abbiamo bisogno di rallentare il cuore economico del nostro territorio, senza però fermarlo. Ringrazio il grande senso responsabilità di tutti, dal piccolo commerciante e artigiano ai grandi imprenditori, ai lavoratori. Tutti disposti a fare la loro parte per superare questo momento difficile. Un atteggiamento coraggioso e di grande serierà che dovrà essere immediatamente riconosciuto e premiato dall’Italia e dall’Europa».
***

La lettera del Presidente della Regione Piemonte inviata ieri al Governo

Al
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Prof. Giuseppe CONTE
e, p.c.,
MINISTRO DELLA SALUTE
On. Roberto SPERANZA
CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
Dott. Angelo BORRELLI
Oggetto: Proposte per ulteriori misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19
Ad integrazione del D.P.C.M. 8 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie
Generale, n. 59, del 8 marzo 2020, si sottopongono alla S.V. le seguenti misure atte a favorire un
ulteriore contenimento della diffusione del virus Covid-19.
La Regione Piemonte, nel valutare l’aumento esponenziale dei casi di contagio ed il
conseguente aggravio sul sistema sanitario, ritiene necessario procedere ad un inasprimento delle
iniziative di contenimento già in essere, perseguendo la ricerca delle iniziative che contribuiscano
in modo efficace al contenimento dei contagi.
La conseguente definizione degli interventi, che qui si riportano, nasce da un ampio
confronto con le parti economiche, datoriali e sindacali, che hanno tutte condiviso gli intenti,
consapevoli del sacrificio che si chiede al sistema economico piemontese, ma ugualmente
determinati a contribuire al superamento di questa grave crisi sanitaria.
Le misure proposte sono state valutate positivamente nel parere del Comitato tecnico-
scientifico costituito presso l’Unità di crisi piemontese, che si allega, e condivise con i Presidenti di
Provincia, i Sindaci dei Comuni capoluoghi, il Presidente dell’ANCI regionale.
Si propone, pertanto:
chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di
pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità e alle edicole;
in sede attuativa occorre dare indicazione in merito alla garanzia di concorrenzialità al fine di non
favorire in modo inappropriato le vendite on-line;
chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei
reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie, i
servizi veterinari e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi i mercati al
coperto e le medie e grandi strutture di vendita. I Comuni possono autorizzare l’apertura di banchi
mercatali per la vendita di beni alimentari e di prima necessità a patto che siano garantite le
distanze di sicurezza con il venditore e fra i clienti e sia disponibile al pubblico una confezione di
gel igienizzante;
chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere;
chiusura delle attività artigianali di servizio alla persona (parrucchieri, estetisti, ecc.) ad
eccezione dei servizi emergenziali e di urgenza (ad esempio impianti e manutenzioni); sono escluse
dalla chiusura le attività di logistica e di autotrasporto conto proprio e conto terzi;
chiusura di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (ostelli, agriturismi,
ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell’espletamento delle attività di
servizio pubblico, alla residenzialità abitativa ed alla residenzialità di supporto alle attività
sanitarie;
sospensione di tutti i servizi mensa sia nelle strutture pubbliche che private, salvo che sia
garantito il servizio evitando rigorosamente gli assembramenti e sia garantita in ogni momento la
distanza di sicurezza;
● sospensione dei servizi bancari e postali differibili, salvaguardando i servizi essenziali legati al
pagamento di stipendi e pensioni; differimento delle scadenze di multe e sanzioni, con conseguente
limitazione di affollamento agli sportelli;
chiusura di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità,
ai servizi alle imprese collegati ad adempimenti amministrativi nei confronti della pubbliche
amministrazioni e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti; sono esclusi
dalle chiusure le sedi delle associazioni datoriali e sindacali, in quanto garantiscono, tra l’altro,
l’attivazione delle procedure degli ammortizzatori sociali ovvero l’erogazione di servizi on-line.
Si propone l’ulteriore sospensione, di conseguenza, dei termini processuali e degli
adempimenti di natura amministrativa, assicurativa, ecc.
Ogni attività svolta con modalità di lavoro agile è consentita.
È fatta salva l’individuazione da parte di Regione Piemonte delle attività di indifferibile
necessità.
Si comunica che per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un
accordo con Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, CNA Industria Piemonte, che
provvederanno ad operare per una maggiore flessibilità organizzativa delle aziende attraverso
l’utilizzo di ammortizzatori sociali per aree non strategiche e, quindi, e solo in situazioni limite,
chiusura temporanea di reparti produttivi. Analoghe problematiche dovranno essere risolte per il
settore edile.
Si ritiene, infine, opportuno procedere alla variazione del servizio di trasporto pubblico in
funzione delle attività che permarranno in essere.
Sono in via di definizione ulteriori accordi con le associazioni di categoria per definire
misure contenitive specifiche aggiuntive, oltre che per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Con i migliori saluti
Alberto Cirio