Cia Piemonte presenta il progetto Agricolandia, che nasce dalla constatazione delle difficoltà dei genitori che dovranno gestire i figli nella fase 2 dell’emergenza sanitaria. Una fase in cui non verranno riaperte le scuole, anche se continuerà l’erogazione della didattica a distanza fino al termine naturale dell’anno scolastico. Il progetto punta a creare un’alternativa possibile con la quale sollevare le famiglie dall’impegno di dover provvedere alla custodia dei bambini durante le ore di lavoro dei genitori, facendo fare ai bambini attività divertenti e utili anche dal punto di vista formativo.
“Non tutte le famiglie – spiega Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte – possono contare sul supporto di parenti prossimi a cui affidare i figli minori e non tutte le famiglie hanno la possibilità di avvalersi di baby-sitter. L’idea è quella di consentire alle Fattorie Didattiche, agli Agriturismi e alle Aziende Agricole, che si renderanno disponibili, di aprire dei centri diurni di accoglienza per bambini e ragazzi, organizzati possibilmente per fasce di età e in piccoli gruppi, a cui proporre attività ludico-formative, prevalentemente outdoor, durante il periodo delle vacanze scolastiche”.
Si è partiti dalla considerazione che l’Outdoor Education, letteralmente educazione all’aperto, è una forma di insegnamento che si svolge in contesti naturali (nei cortili, nei parchi, sino ad arrivare alle escursioni) e consente di far vivere ai bambini esperienze concrete, in un contesto informale e stimolante.
Alcune ricerche fatte sostengono che la vita all’aria aperta accresce positivamente lo sviluppo globale del bambino. Per esempio: riduzione dello stress e dell’ansia, rinforzo delle difese immunitarie, migliori competenze nell’area della memoria e dell’attenzione, maggior sviluppo del gioco spontaneo, della socializzazione e dell’attività fisica, stimolazione della produzione di vitamina D, con conseguente diminuzione delle malattie da raffreddamento.
Per altro, facendo attività all’aria aperta si riducono i rischi infettivi, che sono maggiori nei locali chiusi, poco areati e talvolta molto riscaldati.
L’obiettivo educativo è andare alla scoperta del mondo dell’Agricoltura, “Agricolandia” appunto, attraverso laboratori e attività ludiche che stimolino e favoriscano l’apprendimento di nuove nozioni e la socialità, imparando a rispettare nuove regole di convivenza. Senza dimenticare del tutto la Scuola tradizionale, poiché si potranno anche prevedere momenti in cui svolgere i “compiti”, seguiti da un tutor in modo che il rientro a scuola dopo le vacanze sia più fluido.
Sarà necessario organizzare preventivamente un prospetto con maggior dettaglio sulle metodologie operative rispettose delle indicazioni di sicurezza: luoghi, metodi e tempi di attuazione delle attività dovranno tenere conto delle prescrizioni in vigore. Pertanto prima dell’attuazione del progetto, sarà necessario avere un confronto con gli esperti di sicurezza e salute che possano dare indicazioni in merito. Non ultimo, sarà necessaria una corretta valutazione sulle opzioni di scarico delle responsabilità degli operatori che erogano il servizio qualora gli utenti non abbiano comportamenti in linea con le disposizioni ministeriali in vigore.
Per le attività di tutorial si potrebbe valutare di avvalersi di studenti maggiorenni degli ultimi anni di scuola superiore o universitari, che abbiano una formazione in corso compatibile a questo tipo di attività, valutando anche l’opzione di poter sfruttare i progetti di alternanza scuola/lavoro o di quelle attività che possano essere utili a conferire punteggio nel curriculum del giovane.
Per la somministrazione dei pasti, se l’azienda che ospiterà i bambini non è attrezzata in tal senso, si potrà creare una rete di aziende che si potranno specializzare nella preparazione dei pasti da somministrare ai piccoli ospiti. Senza dimenticare che anche il momento del pasto potrà diventare occasione per fare educazione alla corretta alimentazione e alla conoscenza dei prodotti agricoli in tavola. Il tutto in una logica di prodotti a km0.
Questo impianto progettuale, nato certamente dall’esigenza di far fronte ad una criticità determinata dall’emergenza sanitaria, vuole porre le basi per diventare anche una forma stabile di educazione e di erogazione di servizi come possibile integrazione e/o alternativa a quanto già previsto per i bambini e i ragazzi.
Se da un lato fornisce un’opzione utile alle famiglie nel periodo non coperto dalle attività scolastiche ministeriali, dall’altro offre l’opportunità di creare una rete di servizi innovativa e che, oltre a dare servizio, procura lavoro a quella parte di aziende del settore agricolo maggiormente colpite dal lockdown (per es. fattorie didattiche o agriturismi).
Servizi che potranno facilmente essere utilizzati anche dalle famiglie residenti nei centri abitati più piccoli o marginali, che spesso hanno maggiori difficoltà ad accedere ai servizi presenti nelle città.
Parallelamente offre l’opportunità di creare un canale formativo coinvolgente, che muove dall’esperienza diretta, per trasmettere ai bambini sia la conoscenza della natura e dell’ambiente – inteso anche nel significato più ampio di ecosistema – sia di acquisire una consapevolezza maggiore sul valore dell’agroalimentare visto sotto ogni punto di vista: dalla cura della terra e degli allevamenti, alla conoscenza delle differenze dei prodotti, alla stagionalità fino alla cultura delle buone pratiche di coltivazione, e dunque indirettamente al riconoscimento della qualità.
Il tutto farcito anche da una buona dose di sano divertimento.