ECONOMIA- Pagina 371

“Agricolandia” per la tutela delle aziende agricole

Cia Piemonte presenta il progetto Agricolandia, che nasce dalla constatazione delle difficoltà dei genitori che dovranno gestire i figli nella fase 2 dell’emergenza sanitaria. Una fase in cui non verranno riaperte le scuole, anche se continuerà l’erogazione della didattica a distanza fino al termine naturale dell’anno scolastico. Il progetto punta a creare un’alternativa possibile con la quale sollevare le famiglie dall’impegno di dover provvedere alla custodia dei bambini durante le ore di lavoro dei genitori, facendo fare ai bambini attività divertenti e utili anche dal punto di vista formativo.

“Non tutte le famiglie  – spiega Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte – possono contare sul supporto di parenti prossimi a cui affidare i figli minori e non tutte le famiglie hanno la possibilità di avvalersi di baby-sitter. L’idea è quella di consentire alle Fattorie Didattiche, agli Agriturismi e alle Aziende Agricole, che si renderanno disponibili, di aprire dei centri diurni di accoglienza per bambini e ragazzi, organizzati possibilmente per fasce di età e in piccoli gruppi, a cui proporre attività ludico-formative, prevalentemente outdoor, durante il periodo delle vacanze scolastiche”.

Si è partiti dalla considerazione che l’Outdoor Education, letteralmente educazione all’aperto, è una forma di insegnamento che si svolge in contesti naturali (nei cortili, nei parchi, sino ad arrivare alle escursioni) e consente di far vivere ai bambini esperienze concrete, in un contesto informale e stimolante.

Alcune ricerche fatte sostengono che la vita all’aria aperta accresce positivamente lo sviluppo globale del bambino. Per esempio: riduzione dello stress e dell’ansia, rinforzo delle difese immunitarie, migliori competenze nell’area della memoria e dell’attenzione, maggior sviluppo del gioco spontaneo, della socializzazione e dell’attività fisica, stimolazione della produzione di vitamina D, con conseguente diminuzione delle malattie da raffreddamento.

Per altro, facendo attività all’aria aperta si riducono i rischi infettivi, che sono maggiori nei locali chiusi, poco areati e talvolta molto riscaldati.

L’obiettivo educativo è andare alla scoperta del mondo dell’Agricoltura, “Agricolandia” appunto, attraverso laboratori e attività ludiche che stimolino e favoriscano l’apprendimento di nuove nozioni e la socialità, imparando a rispettare nuove regole di convivenza. Senza dimenticare del tutto la Scuola tradizionale, poiché si potranno anche prevedere momenti in cui svolgere i “compiti”, seguiti da un tutor in modo che il rientro a scuola dopo le vacanze sia più fluido.

Sarà necessario organizzare preventivamente un prospetto con maggior dettaglio sulle metodologie operative rispettose delle indicazioni di sicurezza: luoghi, metodi e tempi di attuazione delle attività dovranno tenere conto delle prescrizioni in vigore. Pertanto prima dell’attuazione del progetto, sarà necessario avere un confronto con gli esperti di sicurezza e salute che possano dare indicazioni in merito. Non ultimo, sarà necessaria una corretta valutazione sulle opzioni di scarico delle responsabilità degli operatori che erogano il servizio qualora gli utenti non abbiano comportamenti in linea con le disposizioni ministeriali in vigore.

Per le attività di tutorial si potrebbe valutare di avvalersi di studenti maggiorenni degli ultimi anni di scuola superiore o universitari, che abbiano una formazione in corso compatibile a questo tipo di attività, valutando anche l’opzione di poter sfruttare i progetti di alternanza scuola/lavoro o di quelle attività che possano essere utili a conferire punteggio nel curriculum del giovane.

Per la somministrazione dei pasti, se l’azienda che ospiterà i bambini non è attrezzata in tal senso, si potrà creare una rete di aziende che si potranno specializzare nella preparazione dei pasti da somministrare ai piccoli ospiti. Senza dimenticare che anche il momento del pasto potrà diventare occasione per fare educazione alla corretta alimentazione e alla conoscenza dei prodotti agricoli in tavola. Il tutto in una logica di prodotti a km0.

Questo impianto progettuale, nato certamente dall’esigenza di far fronte ad una criticità determinata dall’emergenza sanitaria, vuole porre le basi per diventare anche una forma stabile di educazione e di erogazione di servizi come possibile integrazione e/o alternativa a quanto già previsto per i bambini e i ragazzi. 

Se da un lato fornisce un’opzione utile alle famiglie nel periodo non coperto dalle attività scolastiche ministeriali, dall’altro offre l’opportunità di creare una rete di servizi innovativa e che, oltre a dare servizio, procura lavoro a quella parte di aziende del settore agricolo maggiormente colpite dal lockdown (per es. fattorie didattiche o agriturismi).

Servizi che potranno facilmente essere utilizzati anche dalle famiglie residenti nei centri abitati più piccoli o marginali, che spesso hanno maggiori difficoltà ad accedere ai servizi presenti nelle città.

Parallelamente offre l’opportunità di creare un canale formativo coinvolgente, che muove dall’esperienza diretta, per trasmettere ai bambini sia la conoscenza della natura e dell’ambiente – inteso anche nel significato più ampio di ecosistema – sia di acquisire una consapevolezza maggiore sul valore dell’agroalimentare visto sotto ogni punto di vista: dalla cura della terra e degli allevamenti, alla conoscenza delle differenze dei prodotti, alla stagionalità fino alla cultura delle buone pratiche di coltivazione, e dunque indirettamente al riconoscimento della qualità.

Il tutto farcito anche da una buona dose di sano divertimento.

Difficoltà economiche da virus, l’aiuto dei commercialisti contro gli usurai

I contraccolpi economici negativi dell’emergenza Coronavirus rischiano di spingere famiglie e imprenditori tra le spire di persone con pochi scrupoli o degli usurai.

E’ l’allarme lanciato dall’ Organismo di Composizione della Crisi “Modello Torino” (OCC MO.TO.), costituito l’anno scorso dagli Ordini professionali dei Dottori Commercialisti, degli Avvocati e dei Notai per aiutare chi, consumatore o imprenditore, non riesce a far fronte ai troppi debiti, operando anche in stretta collaborazione con gli enti istituzionali, pubblici e privati, presenti sul territorio.

“Siamo pienamente operativi – dice Carlo Regis, commercialista, referente dell’ OCC MO.TO – anche se da inizio marzo lavoriamo in remoto per la chiusura del nostro ufficio presso il Tribunale di Torino a causa del lockdown”. “Comunque presto riapriremo, speriamo già dal 12 maggio, compatibilmente con la piena ripresa dell’attività degli uffici giudiziari” aggiunge Simona Grabbi, presidente dell’Ordine degli Avvocati.
“Possiamo però essere contattati in ogni momento – aggiunge Regis – ai recapiti: occ@modellotorino.it – www.modellotorino.it. In questo periodo, inviamo un modulo-intervista da compilare per il successivo colloquio telefonico. La fase preliminare di valutazione del caso è completamente gratuita”. “Noi offriamo un servizio che ha anche una rilevante componente sociale – aggiunge Luca Asvisio, presidente dell’Ordine dei Commercialisti – ed è molto importante che famiglie e imprenditori, in situazione di sovraindebitamento, si affidino a professionisti preparati. Andiamo incontro a mesi difficili e già registriamo una crescita delle persone che ci contattano”.
Come prevede la legge, l’OCC Modello Torino, che è iscritto nel Registro tenuto dal Ministero della Giustizia, aiuta chi si è indebitato troppo senza colpe, come ad esempio chi non riesce più a pagare un mutuo o un finanziamento perché ha perso il lavoro, perché è stato colpito da una malattia o dal decesso di un familiare, e anche un imprenditore che non riesca più a far fronte ai propri debiti. Possono rivolgersi a questo organismo aziende con debiti fino a 500 mila euro, ricavi non superiori ai 200 mila euro, un attivo patrimoniale fino a 300 mila euro.
Tre le procedure previste nella composizione della crisi da sovraindebitamento: il piano del consumatore; l’accordo con i creditori (se debitore è un imprenditore); la liquidazione del patrimonio (sia per consumatori che per imprenditori).
Sarà il Tribunale, ricevuto il piano predisposto dal debitore con l’ausilio dell’OCC, ad aprire la procedura da sovraindebitamento, dopo aver valutato la meritevolezza del soggetto e, anche nel caso di imprenditori, la convenienza per i creditori.

Piemonte, saldi estivi dal primo agosto

Una mano tesa al comparto commerciale dopo la serrata

Il Piemonte non si ferma non è solo una parola d’ordine che si sente risuonare in queste settimane, ma anche una concreta necessità per settori come quello del commercio e dell’artigianato che rappresentano una fetta importante della nostra economia. Proprio per questo motivo e, in considerazione del fatto che la vita quotidiana ha subito rallentamenti e differimenti nelle normali attività di vendita, si è pensato di autorizzare l’apertura della stagione dei saldi estivi dal agosto.

La decisione è stata presa all’unanimità dagli assessori regionali alle Attività economiche e produttive nel corso dell’ultimo incontro della Conferenza Stato-Regioni, che ne ha ratificato l’efficacia rendendola uniforme su tutto il territorio nazionale.

“Lo spostamento dei saldi – commenta l’assessore regionale al Commercio, Vittoria Poggio – consentirà a tutte le attività che a causa del lockdown hanno subito pesanti cali di fatturato di poter recuperare in parte le vendite stagionali. Lo slittamento del periodo di un mese consentirà anche ai consumatori di potersi riappropriare della ‘normalità’ che durante questa tremenda pandemia è venuta meno”.

“Una mano tesa al nostro comparto commerciale che ha subito la serrata imposta dal Coronavirus e speriamo uno stimolo alla ripresa – afferma l’assessore regionale alle Attività economiche e produttive, Andrea Tronzano – Sappiamo benissimo che si tratta ovviamente di uno stimolo, ma soltanto con la ripresa della normalità e della quotidianità il commercio potrà tornare a contare su numeri importanti e determinanti per lasciarci alle spalle questo brutto periodo. Al di là dei numeri e delle vendite questa unanimità di intenti, riconosciuta anche dalle associazioni di categoria, è il modo migliore per ripartire con decisione e con coraggio”.

Un semaforo anti-coda made in Torino

SMART-Q è un sistema acustico-luminoso per la gestione delle code all’ingresso dei negozi e dei supermercati; un vero e proprio semaforo per permettere ai commercianti di regolamentare l’accesso e a chi è in coda di capire quando è possibile l’ingresso nel locale. Un’idea tanto semplice quanto indispensabile per questa “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, in cui le parole d’ordine sono turni di ingresso, distanza di sicurezza e dispositivi di protezione.

Potrebbe sembrare poca cosa ma forse non tutti sanno che esiste un’unica azienda in Italia che produce sirene e lampeggianti nel settore industriale e automotive. È Sirena, azienda di Rosta in provincia di Torino: oltre 46 anni di esperienza, 130 dipendenti, oltre 1 milione di pezzi all’anno venduti in 72 paesi in tutto il mondo, con un fatturato di 20 milioni di Euro e un export pari al 50% del totale.

È Sirena a lanciare in questi giorni SMART-Q, un sistema acustico-luminoso autoalimentato per la gestione delle code, facilissimo da installare ed economico.

Proprio come un piccolo semaforo il sistema fornisce un’indicazione, a chi si trova in attesa all’ingresso di punti vendita, farmacie e supermercati, sulla possibilità di entrare o meno, considerando il numero di persone che sono presenti all’interno. Un controllo a distanza regola il semaforo, consentendone l’utilizzo anche se nel punto vendita, per le limitazioni Covid, è presente un solo operatore.

L’idea è piaciuta sia alla GDO sia a piccoli esercizi commerciali italiani e ha già conquistato anche l’estero. Nella sede di Rosta stanno arrivando richieste e ordini dalla Germania, dal Belgio, dalla Francia e dagli Stati Uniti oltre che dal territorio nazionale.

La Casa delle tecnologie digitali emergenti

A due mesi dalla pubblicazione del bando Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE), Torino candida il CSI Next come centro nevralgico della proposta per accedere al maxi finanziamento

Non un’unica infrastruttura fisica, ma una rete di hub dell’innovazione diffusa: così è stata pensata la Casa delle Tecnologie Emergenti di Torino e il suo primo tassello, che ne costituirà il cuore, sarà il CSI Next, un laboratorio progettato per incardinare le migliori tecnologie digitali, i nuovi modi di lavorare (co-working), i migliori sistemi per comunicare, per Torino e per il Piemonte.

Un’indicazione, quella del CSI Next, contenuta nella proposta progettuale definita da Città di Torino, Università e Politecnico di Torino, Links, incubatori universitari, Torino wireless, 5T e dallo stesso CSI Piemonte.

La Casa Centrale, come anche gli altri hub fisici che comporranno il progetto di Casa delle tecnologie emergenti diffusa, avrà il ruolo di sperimentare e validare nuove tecnologie emergenti: dal cloud computing all’intelligenza artificiale, da nuovi standard tecnologici nelle telecomunicazioni alla cybersecurity e al blockchain.

In un momento storico difficile come quello che stiamo attraversando – dichiara Marco Pirontiassessore all’Innovazione della Città di Torino –  questo bando può rappresentare un stimolo alla coesione e alla convergenza verso un ambizioso obiettivo comune. Sia la Città, sia i suoi partner nel campo della ricerca chiamati a costituire il nucleo di questo nuovo progetto, sono consapevoli del potenziale del territorio in tema di competenze, tecnologia e innovazione. Un potenziale in grado di generare impatti positivi per cittadini e imprese, in termini di servizi, efficienza e occupazione. Anche durante l’emergenza Covid-19 – conclude l’assessore – la Città guarda verso il futuro cercando di intercettare nuove opportunità con potenziali ricadute positive sul territorio”.

Questo progetto rappresenta per il CSI Piemonte una grande conferma sul ruolo centrale e strategico di accelerazione e convergenza con le politiche di innovazione del territorio – afferma Pietro Pacini, General Manager CSI Piemonte -. Abilitare innovazione e diffondere nuove tecnologie emergenti a cittadini e imprese è una delle nostre prerogative essenziali”.

Lo scorso 3 marzo il MISE aveva avviato la procedura per la selezione di progetti di ricerca e sperimentazione a supporto delle tecnologie emergenti, con proponenti le amministrazioni comunali. L’oggetto di questo bando di finanziamento è la realizzazione di Case delle tecnologie emergenti, intese come centri di innovazione e trasferimento tecnologico volti a supportare ricerca, sperimentazione, startup, trasferimento di conoscenza a imprese.

Il primo tassello di Torino in questa direzione è da ricercare nella iniziativa ‘Torino City Lab’, che fino dal 2018 ha avviato lo sviluppo di un ecosistema di attori dell’innovazione che a oggi annovera circa cinquanta soggetti, impegnati all’unisono a supportare il co-sviluppo e il testing di soluzioni innovative e di frontiera in risposta a sfide urbane.

La Casa delle tecnologie di Torino pertanto potrà essere combinata con la piattaforma e il partenariato Torino City Lab, per quanto riguarda sviluppo e sperimentazione di servizi urbani innovativi in settori molto strategici come la Smart Mobility e l’Industry 4.0.

Raggiungere le seconde case è un crimine, svaligiarle è facile

Ovviamente non intervengono le forze dell’ordine, impegnate a misurare la distanza tra fidanzati; ovviamente non intervengono i magistrati, spaventati e basta; ovviamente non intervengono i vicini di casa, occupati a spiare ed a denunciare chi passeggia senza mascherina…

 

… continua a leggere:

Raggiungere le seconde case è un crimine, svaligiarle è facile

“Riparti Piemonte”, dalla Regione 101 milioni per la ripresa delle attività

In apertura della seduta in videoconferenza della Commissione Bilancio della Regione , presieduta da Carlo Riva Vercellotti, il presidente della Giunta Alberto Cirio ha presentato un emendamento al disegno di legge “Riparti Piemonte” che elenca le diverse categorie (secondo i codici Ateco) beneficiarie del bonus per facilitare la ripresa delle attività sospese a causa dell’emergenza sanitaria. La cifra complessiva stanziata (101 milioni di euro) verrà erogata da Finpiemonte direttamente alle imprese con il versamento una tantum a fondo perduto. 

L’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa ha presentato alla Commissione gli interventi all’interno del disegno di legge della Giunta per le materie di sua competenza. I fondi, in parte provenienti dalla rimodulazione dei fondi europei ed in parte nuovi, serviranno anche per: credito alle imprese, consulenze per innovazione delle imprese agricole, sistemazione logistica dei salariati agricoli stagionali. L’assessore ha specificato che è prevista l’erogazione dei contributi sul territorio attraverso i Comuni. Il consigliere Maurizio Marello (Pd) ha criticato l’esiguità della cifra destinata a sostenere la manodopera stagionale per la raccolta dei prodotti agricoli nei campi. Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri Sean Sacco (M5s) e Marco Grimaldi (Luv).

In chiusura di seduta è intervenuta l’assessore a Commercio, Cultura e Turismo Vittoria Poggio. Per quanto riguarda il settore del Commercio Poggio ha illustrato i finanziamenti a tasso zero e a fondo perduto e gli interventi di sostegno finanziario rivolti ai commercianti, con particolare attenzione alla tutela del commercio di vicinato. Sull’argomento sono intervenuti diversi consiglieri chiedendo con quale criterio siano stati scelti i codici Ateco a cui fare riferimento per i contributi e se sono state valutati i differenti tempi di riapertura: Raffaele Gallo (Pd), Ivano Martinetti( M5s), Sara Zambaia (Lega), Sarah Disabato (M5s). Il consigliere Alberto Avetta (Pd) ha messo l’accento sulla necessità di valutare il pagamento della Tassa rifiuti per gli esercizi commerciali che sono rimasti chiusi per tutto il periodo.

Sul tema del finanziamento alle aziende che si occupano di turismo e di cultura, all’assessore Poggio sono state rivolte dai consiglieri Francesca Frediani (M5s), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati) diverse domande inerenti le imprese del Terzo settore e circa le associazioni culturali che svolgono anche una attività di aggregazione sociale. Passando al settore Turismo, diversi consiglieri hanno sottolineato la situazione in cui si trovano le agenzie di viaggio e tutte le imprese legate alla filiera delle vacanze: il consigliere Paolo Bongioanni (FdI) ha proposto la creazione di un bonus per le famiglie per acquistare in anticipo i servizi turistici estivi con la formula ‘Paghi uno e prendi tre’ finanziata con fondi regionali.

Infine sul tema delle imprese legate alla Cultura e allo Spettacolo i consiglieri Daniele Valle (Pd) e Marco Grimaldi (Luv) hanno chiesto all’assessore Poggio per quale motivo i contributi concessi a questo tipo di imprese siano dati attraverso un Bando e non con un bonus diretto. L’assessore ha specificato che si tratterà di un Fondo di solidarietà a cui le imprese, anche organizzatrici di eventi culturali, accederanno con una semplice domanda di contributo. Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte), Alessandra Biletta (Fi), Diego Sarno (Pd).

I lavori della Commissione Bilancio sul disegno di legge “Riparti Piemonte” proseguiranno per tutta la prossima settimana.

L’urlo degli organizzatori d’eventi alle Istituzioni

Riceviamo e pubblichiamo /  “Non siamo invisibili”  U.N.O.E – Unione Organizzatori Nazionale Eventi, si costituisce in Associazione, per affrontare le problematiche e, le soluzioni, per una ripartenza in sicurezza.

Si alza il grido di allarme delle associazioni che rappresentano gli organizzatori di eventi in Italia. Tra queste c’è anche Unoe che si presenta all’opinione pubblica con una serie di iniziative e obiettivi .

“Con l’avvento di questo maledetto Covid-19 – spiega Alessandro Pollak, portavoce Nazionale e Presidente di U.N.O.E, che raggruppa il pensiero e le aspettative di oltre 100 organizzatori – le nostre attività hanno subito un crollo verticale tale, da impoverire tutto l’ambiente in pochissimo tempo. Per anni ho provato a convincere con argomenti validi tanti miei colleghi , convinto che l’unione di un gruppo di organizzatori , voglia dire che questa categoria è importante ed indispensabile, cosa che attualmente, il Governo, sembra non prendere per nulla in considerazione”.

“Per la prima volta –continua Pollak- organizzatori di ogni tipologia, Nord, Centro, Sud, compreso le isole, uniti da un unico denominatore: la Ripartenza, in questi mesi, si sono sentiti telefonicamente, per condividere il momento difficile, soprattutto provando a trovare delle soluzioni. Solo grazie alla caparbietà di due colleghi, Fabio Chiappini e Massimo Gargini, è stato possibile, unire gli organizzatori d’Italia, mettendo da parte acredini, dissapori e problemi personali, per provare a creare un gruppo di lavoro su Whatsapp di soli organizzatori e poi in seguito la costituzione in Associazione. In pochi giorni sono state definite, con successo, le linee guida e un’identità ben precisa”.

Ma quali sono gli obbiettivi dell’associazione?
“Come primo obiettivo, dopo aver consultato e condiviso con gli affiliati, abbiamo inviato una lettera, al Governo Nazionale, ai Governi Regionali e alle testate giornalistiche, lettera in cui abbiamo illustrato il panorama generale ed il momento critico che sta attraversando la categoria dei commercianti di tutto il paese. Da qualche giorno è stata creata una pagina Fb ed un sito internet, a breve l’ufficialità dell’Associazione U.N.O.E, con il suo atto costitutivo e statuto.
Ci tengo a sottolineare che l’Associazione avrà come obiettivo primario gli interessi della categoria degli organizzatori di tutto il territorio. Sono stati assegnati, in questa prima fase, incarichi ben definiti, come il Responsabile della Comunicazione, il Responsabile del personale con più funzioni, il Responsabile al controllo delle richieste di iscrizione, il, responsabile Web.
Esiste poi la figura di un moderatore per i dibattiti sui social, ed ultimo, ma non meno importante una figura che avrà il compito di proporre le strategie da seguire, il tutto, in condivisione totale con tutto il gruppo”.

“ Non è facile quantificare i danni – conclude il Presidente Unoe – perchè in ogni Regione ci sono realtà differenti , e differenti sono le realtà organizzative, ma una cosa è certa , il mondo degli organizzatori tutti, è fermo di conseguenza anche il mondo degli espositori artigiani hobbisti , fieristi, street food, etc etc sono fermi e, al momento non abbiamo risposte certe, ne su eventuali aiuti economici a fronte dei mancati eventi e nemmeno su rimborsi per merci, appalti persi, fatturato azzerato, e, nemmeno una data ipotetica, sulla quale prepararsi per una ripartenza in sicurezza”.

L’Italia ha bisogno dell’Iri. Chi impedisce la ripresa è complice della mafia

COMMENTARII di Augusto Grandi / Non si può pretendere che il compagno Sergio Cofferati conosca la storia. O, se la conosce (perché la conosce), che abbia la correttezza di raccontarla tutta, compresa la parte per lui scomoda.

Così va in tv, dai compagni di Rai News 24, e spiega che l’Italia, per ripartire, avrebbe bisogno dell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale. Perché fu l’Iri – spiega Cofferati – a trainare la ripresa italiana dopo la fine della guerra.

Dimenticando che l’Iri fu creato nel 1933 per far ripartire l’Italia dopo la crisi mondiale del ‘29 e per sopperire alla cronica incapacità degli industriali italiani. Ovviamente neanche una parola di precisazione da parte della giornalista Rai. Ad impossibilia nemo tenetur…

… continua a leggere:

L’Italia ha bisogno dell’Iri. Chi impedisce la ripresa è complice della mafia

Anticipo cassa in deroga, ecco come fare

In merito alla possibilità, per i lavoratori piemontesi, di richiedere l’anticipo della Cassa integrazione in deroga presso gli sportelli Intesa-Sanpaolo si specificano le modalità di richiesta, riportate anche sul sito internet della Regione.

Per i clienti già correntisti di Intesa Sanpaolo è possibile effettuare la richiesta con scambio di documentazione a distanza, attraverso l’email e contattando la filiale di riferimento.

Per i clienti non correntisti è necessario andare, previo appuntamento, in una filiale di Intesa Sanpaolo per procedere all’identificazione ai sensi di legge.

In questo caso la documentazione da presentare per poter ottenere l’anticipo è la seguente:
✔️Carta di identità e codice fiscale (e permesso di soggiorno in caso di lavoratore straniero).
✔️ Ultima busta paga.
✔️ Ultima documentazione reddituale (CUD/730).
✔️ Modulo (scaricabile dal sito di Intesa Sanpaolo) di richiesta da parte del cliente per la concessione del fido, con autorizzazione alla banca per il recupero dell’importo concesso una volta avvenuto l’accredito da parte di INPS.
Dichiarazione dell’azienda di aver proceduto all’inoltro della domanda di integrazione salariale all’Ente competente (INPS) con richiesta di pagamento diretto secondo la normativa vigente (se disponibile).

Si raccomanda, per i clienti non correntisti, prima di recarsi in filiale di provvedere a fissare un appuntamento con la filiale di Intesa Sanpaolo alla quale ci si intende rivolgere.

L’appuntamento infatti può avvenire solo previa prenotazione, al fine di ottimizzare i tempi ed evitare il crearsi di code e assembramenti.