Quest’anno la sfida non competitiva di raccolta dei rifiuti abbandonati nell’ambiente, organizzata da Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale e Politecnico di Torino, insieme al Centro Universitario Sportivo torinese – a cui si unisce quest’anno anche il Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale – si trasforma in una campagna sul riutilizzo di oggetti e materiali di scarto
L’edizione 2020 del Waste Mob è incompatibile con il distanziamento imposto dal Covid-19, ma l’impegno delle università non si spegne e così nasce una campagna social per sensibilizzare sui concetti di economia circolare e upcycling e sul tema del riuso di oggetti e materiali che hanno perso il loro scopo originario e che sarebbero destinati a essere gettati. La campagna prende il nome di #madeincasa2020 e si terrà dal 18 al 27 maggio 2020, sui canali social dell’Università degli Studi di Torino, del Politecnico di Torino, dell’Università del Piemonte Orientale, del Centro Universitario Sportivo torinese e del Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale.
Dovendo passare molto tempo nelle nostre case, ci siamo dedicati alle pulizie straordinarie e a sgomberare gli spazi che abitiamo da oggetti inutilizzati o non più funzionanti. Invece di gettarli, questa è l’occasione per trovare loro un nuovo scopo.
Per partecipare a #madeincasa2020 sarà sufficiente pubblicare su Instagram le foto degli oggetti a cui è stata data una “seconda possibilità” oppure di quelli costruiti riutilizzando materiali di scarto. Ogni post dovrà essere accompagnato dall’hashtag dell’evento #madeincasa2020 e dalla menzione dell’Ateneo di appartenenza. Le foto delle idee più interessanti e innovative verranno condivise dagli Atenei e dai CUS. L’iniziativa è aperta non soltanto agli studenti e al personale degli Atenei e dei Centri Universitari Sportivi, ma a tutta la cittadinanza della Regione Piemonte.
Anche quest’anno sono previsti dei premi, che verranno estratti a sorte il 29 maggio 2020 tra coloro che prenderanno parte alla campagna: 50 magliette, 10 tute e 5 esperienze sportive (weekend in barca a vela, uscita di arrampicata in falesia, affitto campi, tessera ingressi in piscina) messe a disposizione dai Centri Universitari Sportivi piemontesi e dal sistema universitario del Piemonte.
I risultati dell’estrazione finale e le comunicazioni per i vincitori saranno pubblicati sui profili Instagram dei soggetti organizzatori e sulla pagina Facebook dell’evento, dove sono disponibili il regolamento dell’iniziativa, ulteriori informazioni e tanti consigli per riutilizzare oggetti e materiali recuperati in casa.
#madeincasa2020 è organizzato da UniToGO, il Green Office dell’Università degli Studi di Torino, dal Green Team del Politecnico di Torino, dall’Università del Piemonte Orientale, insieme al Centro Universitario Sportivo Torinese e al Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale.
“L’attuale pandemia può e deve rappresentare un’occasione di riflessione ad ampio raggio sulla sostenibilità del nostro modo di vivere. La riprogettazione di stili di vita e scelte individuali al termine di questa esperienza è auspicata da tutti, ma dobbiamo non dimenticarcene! – dichiarano Egidio Dansero, Vice Rettore Vicario alla Sostenibilità e la Cooperazione allo sviluppo e Riccardo Beltramo del Gruppo Rifiuti del Green Office dell’Università degli Studi di Torino – Anche rispetto al tema dei rifiuti è tanto necessario quanto urgente cambiare l’ottica e iniziare a vedere negli oggetti a fine vita e negli imballaggi delle potenziali risorse. Il sistema universitario è attivamente impegnato a ricercare e proporre soluzioni innovative, dallo sviluppo di tecnologie alla formazione sui modelli di produzione e consumo, ma vuole anche continuare a sensibilizzare e coinvolgere. Con #madeincasa2020 vogliamo condividere la creatività di chi ha guardato con un’ottica nuova un potenziale rifiuto vedendoci un’altra vita possibile, è un invito ad un virtuoso cambio di prospettiva”.
“Anche per quest’anno gli Atenei del Piemonte rinnovano il loro impegno nella sensibilizzazione delle loro comunità accademiche sui temi del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità – dichiarano Debora Fino, Resource Manager del Green Team del Politecnico di Torino e Patrizia Lombardi, Prorettrice del Politecnico di Torino e Presidente del Comitato di coordinamento della RUS-Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – mantenendo un legame forte con la cittadinanza e il territorio. Nonostante il periodo di emergenza, che non permette di realizzare la quarta edizione del Waste Mob, vogliamo proseguire comunque sulla strada intrapresa negli scorsi anni con l’iniziativa #madeincasa2020. Questa campagna social si inserisce nel percorso tracciato finora, come Politecnico, all’insegna della riduzione della produzione di rifiuti e del riutilizzo dei materiali di scarto. Allo stesso tempo il nostro Ateneo è coinvolto nella realizzazione degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite con il coordinamento della RUS e con l’adesione alle manifestazioni in favore della sostenibilità sul territorio locale e nazionale”.
“L’esperienza che stiamo vivendo da qualche mese a questa parte ha rivoluzionato le priorità, gli stili di vita e la quotidianità di tutti noi – dichiara la Dott.ssa Carmen Aina, Delegata RUS-Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile dell’Università del Piemonte Orientale – Il mondo accademico, ad esempio, si è trovato a sperimentare nuove soluzioni per la didattica e le attività di terza missione, al fine di non interrompere le interazioni con gli studenti e la comunità civile. L’attività #madeincasa2020 diventa così la nostra risposta creativa per superare il distanziamento sociale e, nel contempo, sensibilizzare al tema dell’economia circolare. Attraverso questa competizione, tutti i partecipanti, nel mostrare la propria arte nel riciclare e riutilizzare in modo fantasioso oggetti e materiali, faciliteranno la diffusione di comportamenti sostenibili”.
“L’isolamento imposto dal Covid-19 ha fatto sì che l’evento a cui tutti eravamo abituati a partecipare sia stato reinventato – dichiara Riccardo D’Elicio, Presidente del Centro Universitario Sportivo torinese – È diventata un’iniziativa sicuramente innovativa che aiuterà tutti noi ad essere più vicini e a condividere attraverso i social le tematiche del riutilizzo di oggetti, materiali di scarto e al riciclo creativo. L’invito quindi è di mettersi in gioco, di prendere parte a questa competizione virtuale, di affrontarla come una vera e propria gara, a scendere in campo questa volta sarà la nostra fantasia. Anche lo sport con i suoi valori ha deciso di sostenere il progetto al fine di sensibilizzare la cittadinanza e i giovani legati al nostro mondo”.
“Partecipare attivamente e divulgare al mondo del CUS Piemonte Orientale (tesserati e simpatizzanti di ogni età) il progetto #madeincasa2020 ci fa particolarmente piacere – dichiara Alice Cometti, Presidente del Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale – perché il riuso e il riciclo sono temi fondamentali su cui le nuove generazioni sono chiamate ad esprimersi e in cui gli studenti universitari oggi più che mai hanno un ruolo importante nella salvaguardia e protezione del Pianeta. Il fatto che gli Atenei regionali, il CUSPO e il CUS Torino abbiano abbracciato insieme la nobile causa ambientale ci rende orgogliosi di far parte di un sistema piemontese che vuole crescere. Da sportivi consideriamo questa ‘squadra’ un bell’esempio di collaborazione ed interazione tra realtà che gravitano nel sistema universitario”.
Profili Instagram da taggare per partecipare a #madeincasa2020:
Università degli Studi di Torino: @unito_go
Politecnico di Torino: @politosust
Università del Piemonte Orientale: @uniupo
Centro Universitario Sportivo torinese: @custorinoofficial
Centro Universitario Sportivo Piemonte orientale: @officialcuspo
Pagina Facebook dell’evento:
https://www.facebook.com/events/705455839994167/
La sospensione delle attività conseguenti il DPCM 22 marzo ha fermato circa metà delle imprese del Piemonte (44%) e dei rispettivi addetti (53%). Al 14 maggio risultavano ferme il 19% delle imprese e il 14% degli addetti. La distribuzione per provincia è omogenea rispetto alla popolazione (leggermente più penalizzata Biella e meno Asti).
Considerando l’intero periodo di emergenza, dal 22 marzo fino al 14 maggio, e senza considerare le attività che hanno beneficiato della deroga, il totale delle giornate perse ammonta a quasi 20 milioni, di cui circa la metà in provincia di Torino.
La distribuzione per settore vede la perdita di giornate concentrata nel terziario e nell’industria manifatturiera, che da soli totalizzano i ¾ delle perdite.
È quanto emerge dal primo rapporto dell’”Osservatorio Ripartenza” dell’Ires, illustrato al “Gruppo di Monitoraggio Fase 2” coordinato dal vicepresidente Fabio Carosso, cui partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo e un rappresentante dell’Unità di crisi, che ha il compito di monitorare l’andamento della situazione socio-economica del territorio in relazione alle misure assunte per l’epidemia e il loro graduale allentamento.
I mancati ricavi – si legge ancora nel rapporto Ires – sempre calcolati sulla stima massima di fermo lavorativo, hanno colpito soprattutto il terziario (fra cui: commercio, alberghi, ristorazione, attività editoriali): -43%. Seguono i servizi privati finanziari (fra cui: agenzie di viaggio e immobiliari): – 33%. Forte perdita anche per le costruzioni. Infine, l’industria manifatturiera e i servizi alla persona (fra cui: istruzione, assistenza sanitaria, biblioteche, attività sportive). La geografia regionale dei mancati ricavi segue la concentrazione territoriale delle società e la distribuzione per province è sostanzialmente proporzionale alla popolazione residente. La provincia più penalizzata è Biella, con 5 giornate di lavoro perse per abitante e la meno penalizzata Asti, con 3,9.
Le iscrizioni di nuove attività presso le Camere di Commercio a marzo 2020 sono state soltanto 1.875, mentre nello stesso mese del 2019 erano state 2.814. Ad aprile la forbice si è ampliato ulteriormente: solo 919 contro le 2.384 nello stesso mese del 2019. I settori che più hanno contribuito al rallentamento delle iscrizioni sono state il commercio ed il comparto delle costruzioni.
Per quanto riguarda il prestito alle imprese, il Piemonte, rispetto alle altre regioni d’Italia, vi ha fatto ricorso in maniera pressoché proporzionale alla propria popolazione: è 4a in graduatoria per numero di operazioni (7.555). Metà del finanziamento totale è assorbito da operazioni inferiori a 25.000€.
Per quanto concerne, invece, la mobilità, le norme previste dai diversi DPCM succedutisi dall’8 marzo in poi hanno determinato una contrazione, conseguente alla chiusura di molti stabilimenti produttivi, al ricorso allo smart working per gli uffici amministrativi ed enti pubblici, nonché alle limitazioni di movimento dei cittadini. La quota di personale della pubblica amministrazione in smart working a fine aprile era pari al 77,3% del totale.
Gli spostamenti dei cittadini piemontesi verso i parchi e le aree verdi, già diminuiti durante i primi quindici giorni di lockdown, hanno subito un’ulteriore flessione, in seguito alle misure previste dall’ordinanza del Ministro della Salute del 20 marzo. Già nell’ultima settimana di aprile, prima dell’allentamento delle restrizioni, si è assistito a una ripresa degli spostamenti verso aree verdi, che, nei giorni, successivi al 4 maggio, sono tornati quasi ai livelli medi del periodo precedente. Gli spostamenti sono avvenuti in prevalenza utilizzando il mezzo di trasporto privato, sia per la riduzione delle corse di trasporto pubblico locale, sia per il timore di contagio dei cittadini nell’usufruire dei mezzi di trasporto collettivi. I dati indicano che la mobilità privata ha raggiunto nella fase di lockdown una media che supera il -75% rispetto al periodo pre-crisi, più accentuata nel week end. Dal 4 maggio in poi la mobilità con mezzo privato riprende, ma è sempre ridotta del 50% rispetto al pre-crisi.
“I dati presentati da IRES – commenta il vicepresidente Fabio Carosso – ci mostrano quanto abbia sofferto il nostro territorio a causa dell’epidemia. Ma evidenziano anche come il Piemonte abbia la forza e l’energia per tornare a respirare, visto che la produzione economica risulta ripresa già all’86%, con 1.183.167 addetti al lavoro, su un totale, prima della crisi, di 1.370.759. Anche la mobilità dei piemontesi è pari al 40,8%. Un dato che misura la ripresa del lavoro e della vita sociale. E non è detto che si debba tornare al 100%, visto che il ricorso massiccio in questi mesi al lavoro agile ha ridotto gli spostamenti e se, all’inizio, è questa stata una scelta forzata, ora può essere vista come una risorsa”.
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / Anche dopo l’ultimo decreto del Governo di mercoledì sera, che avrebbe dovuto rilanciare l’economia italiana salvando le imprese, non si può non essere pessimisti. Gli aiuti sono indirizzati in modo assistenziale a sostenere i dipendenti, ma non a dare forza alla imprese che dovrebbero garantire l’occupazione. E il burocratismo continua ad essere una zavorra che blocca o ritarda tutto in un momento in cui chi intraprende, rischiando Del suo, dovrebbe essere liberato dai lacci e lacciuoli che lo bloccano.
“Le necessarie misure urgenti per contrastare la crisi economica legata alla pandemia non possono limitarsi ad una grossolana deregulation con effetti irrilevanti in termini di tempo e resa economica ma gravi e devastanti rispetto alla tutela del territorio”
E’ in questi giorni in discussione il DDL 95 “Riparti Piemonte”, per il quale è stata approvata la dichiarazione di urgenza ed il conseguente dimezzamento dei tempi massimi per l’approvazione in prima Commissione.
“Faremo le nostre considerazioni nei tempi e nei modi previsti dalla normativa, ma vogliamo affermare con forza che così non va bene – dichiara Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – riconosciamo la necessità di assumere misure urgenti per affrontare la grave crisi economica conseguente alla pandemia, ma riteniamo gravissimo che si punti per l’ennesima volta sull’immobiliarismo, sul “lasciar fare il mattone”, cercando di allentare e ridurre il sistema dei controlli delle trasformazioni edilizie ed urbanistiche. Non è accettabile, inoltre, che nell’impianto della legge siano state infilate a forza modifiche a norme non collegate al problema che si vuole affrontare. Basta pensare agli articoli 51 e 52 che spazzano via definitivamente 2 Commissioni regionali (la Commissione tecnica urbanistica e la Commissione detta 91bis per i beni culturali)”.
Sono molti i punti che non convincono nell’attuale testo: dall’allentamento delle tutele nei centri storici all’ulteriore facilitazione delle varianti urbanistiche per le cave; dalla rimozione del vincolo di continuità ai centri abitati per le aree oggetto di variante, alla riduzione dei controlli e della trasparenza e condivisione delle trasformazioni urbanistiche; dall’ampliamento delle semplificazioni in contrasto con prescrizioni procedurali di legge alla riduzione e/o eliminazione degli oneri di urbanizzazione pagati ai Comuni, con un non meglio precisato rimborso da parte della Regione, scaricando quindi sulla Comunità oneri in precedenza a carico dell’imprenditore.
“Non siamo per nulla soddisfatti da un provvedimento legislativo contenente molte disposizioni che sono totalmente estranee alle problematiche dell’emergenza sanitaria e che, a prescindere dall’approssimazione tecnica, andrebbero proposte e discusse con provvedimenti pertinenti e organici. Da ogni angolo del pianeta stiamo assistendo a tentativi di smantellamento delle leggi ambientali nel nome della ripresa economica post-pandemia – continua Giorgio Prino – ad un tentativo di deregulation generalizzata che porterà ad un futuro peggiore in termini economici, sociali, ambientali e sanitari. Siamo certi che questo provvedimento non persegua questi obiettivi, ma se il Piemonte intende realmente “porsi all’avanguardia… facendo scuola in tutta Italia” sarebbe opportuno rivederlo per cancellare anche il semplice dubbio”.
Prosegue l’implementazione progressiva del servizio ferroviario in Piemonte. Dopo il primo aumento di servizio dello scorso 4 maggio, da lunedì 18 maggio nei giorni feriali circoleranno 457 treni, con un aumento di 52 treni al giorno.
«Attuiamo il cronoprogramma stabilito – sottolinea l’Assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi – e, senza aspettare le indicazioni del Governo, continueremo a potenziare progressivamente il servizio. Fin dall’inizio dell’epidemia abbiamo lavorato di concerto con i gestori dei servizi ferroviari per poter assicurare un servizio coerente con l’aumentare del flusso di passeggeri, passando da una fase iniziale di 245 treni al giorno (28% rispetto alla normale offerta di 859 treni), ad una seconda di 405 (47%), per giungere ai 457 (54%) di questa nuova implementazione. In corrispondenza con la riapertura delle attività stiamo gradualmente reinserendo gli orari dei treni, tenendo conto delle necessità di ogni territorio e dell’analisi delle richieste che ci stanno arrivando. Continueremo ad aumentare il servizio, puntando a ripristinare il 100% dei treni quando apriranno le scuole e ci sarà una richiesta decisamente superiore a quella attuale».
I nuovi orari, in vigore a partire da lunedì 18, sono disponibili sui siti Trenitalia e GTT, gestori dei servizi ferroviari regionali.
Nel dettaglio, per i treni Regionali Veloci (RV) vengono reintrodotti i due Asti-Milano diretti (3983 in partenza da Asti alle 6.45 e 3971 in partenza da Milano alle 18.30), mentre sulla linea Torino-Alessandria-Genova i treni 2502 (in arrivo a Torino alle 8.30) e 2529 (in partenza da Torino alle 19.30) saranno prolungati nella tratta Alessandria-Novi Ligure. Ad entrambi i treni sarà assegnata una fermata straordinaria a Frugarolo Bosco Marengo. Sulla linea Torino-Cuneo saranno aggiunti il treno 10211 (Torino 15.25 – Cuneo 13.36) e il treno 10218 (Cuneo 17.24 – Torino 18.35). Sulla linea Torino-Savona sarà attivato al mattino un bus sostitutivo nella tratta Ceva-Mondovì-Fossano in modo da permettere la coincidenza con il treno RV 10206 da Cuneo in arrivo a Torino alle 8.35
Per quanto riguarda le linee Regionali (R) viene ripristinato il servizio ferroviario Arona-Novara con 12 treni al giorno e Asti-Acqui con 14 treni al giorno. Sono inoltre riattivati ulteriori treni sulle linee Ivrea-Chivasso-Novara (tra cui il treno 20006 in partenza da Ivrea alle 7.48), Alessandria-Asti e Novara-Alessandria. Sulla tratta Fossano-Cuneo-Limone riprende a circolare il treno 22965 (Fossano 7.25 – Limone 8.30).
Anche il Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM) viene potenziato: sulla linea sfm1 Chieri-Torino-Rivarolo (GTT) sono riattivati i treni del mattino 4154/5 (Rivarolo 6.46 – Chieri 8.11) e 4104/5 (Chieri 7.50 – Rivarolo 9.15). Sulla linea sfm3 Torino-Susa/Bardonecchia circoleranno 6 treni in più tra Torino e Bardonecchia e 3 tra Torino e Susa. Riprende anche il treno 4328 Bussoleno (7.08) – Torino (8.01). Sulla linea sfm4 Torino-Alba è riattivata la coppia di treni serali 4478 (da Torino Stura alle 18.27) e 4487 (da Alba alle 20.07). Infine, sulla linea sfm7 Torino-Fossano riprende a circolare il treno 4734 in partenza da Fossano alle 17.01.
Sarebbero già quasi diecimila le richieste degli abbonati a Gtt che vogliono vedersi rimborsare gli abbonamenti per i mezzi pubblici.
Il lockdown, il lavoro agile e il timore dei contagi hanno letteralmente decimato le presenze di utenti su bus, tram e metropolitana.
Molti passeggeri si sono così rivolti alle associazioni consumatori per ottenere il risarcimento del periodo in cui non hanno utilizzato il trasporto pubblico. O, perlomeno, il prolungamento del titolo di viaggio annuale pari allo stesso periodo di non utilizzo. Da quanto trapela dalla sede del Gruppo torinese trasporti non sarebbe ancora stata trovata una soluzione, ma non vi sarebbe contrarietà in questo senso.
La guerra sul vaccino
INVESTIMENTI PUBBLICI E IMMENSI GUADAGNI PRIVATI / Mentre affrontiamo in pieno il disastro economico e sanitario legato all’epidemia da Covid-19, gli occhi del mondo sono puntati non solo sulle misure epidemiologiche di contenimento dell’infezione, ma anche sulla possibilità dello sviluppo in tempi rapidi di un vaccino specifico.
Il settore dei vaccini e il mondo miliardario del big pharma torna con prepotenza sotto i riflettori mondiali. Nonostante tutti gli interventi internazionali, volti a migliorare la trasparenza della produzione dei vaccini, il comparto resta uno dei più oscuri dell’industria farmaceutica.
La diffusione di questi prodotti si scontra con numerose problematiche, legate a rigorosi sistemi di controllo qualità e approvazioni da parte della sanità pubblica molto restrittive. L’Organizzazione Mondiale della Sanità mette in luce che circa l’80% delle vendite globali dei vaccini arriva da cinque grandi multinazionali: GlaxoSmiteKline (Regno Unito), Merck (USA), Sanofi (Francia), Pfizer (USA) e Gilead Sciences (USA). Solo per il fatto di potere sviluppare potenzialmente vaccini, le azioni di queste case farmaceutiche durante l’epidemia sono balzate al rialzo…
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La guerra sul vaccino. Investimenti pubblici e immensi guadagni privati
Erano all’incirca duecento i commercianti torinesi hanno manifestato dotati di mascherine e cartelli al flash mob in piazza Castello, di fronte al palazzo della Giunta regionale
L’iniziativa è stata promossa da 54 associazioni di via in rappresentanza di più di 6.000 attività del territorio.
Dicono i commercianti: “Riaprire non significa ripartire, ci saranno tanti costi e ci manca la liquidità”. Li ha ricevuti il governatore Alberto Cirio.
(foto archivio il Torinese)
Il presidente della Regione Cirio: “Terzo passo per sostenere le attività colpite dal lockdown, ma lavoriamo già alle prossime misure”