ECONOMIA- Pagina 352

Marsiaj nuovo presidente degli industriali torinesi

E’ Giorgio Marsiaj, presidente della Sabelt, nota azienda che produce cinture di sicurezza, calzature  e sedili per auto, il nuovo presidente dell’Unione Industriale di Torino.

E’ stato eletto dall’assemblea generale degli imprenditori riunitasi in streaming, al termine del mandato svolto da  Dario Gallina.

Al suo fianco i vicepresidenti Massimiliano Cipolletta, Antonio Calabrò, Anna Ferrino e Marco Lavazza. Si aggiungeranno il futuro presidente dell’Amma che sarà  nominato a settembre al posto di Marsiaj. Nel Comitato di Presidenza  anche Alberto Lazzaro, presidente dei Giovani Industriali e Giovanni Fracasso, presidente del Comitato Piccola Industria.

Vitale alla guida di Turismo Torino

L’Assemblea Ordinaria di Turismo Torino e Provincia, riunita questa mattina, lunedì 13 luglio, ha nominato Maurizio Vitale quale nuovo Presidente dell’Ente, nonché i membri del Consiglio di Amministrazione.

L’Assemblea ha espresso unanime e sincero ringraziamento al dottor Maurizio Montagnese per “il generoso impegno profuso alla guida dell’ATL negli ultimi 9 anni, durante i quali ha guidato una difficile fase di transizione conclusa creando una struttura solida e con validi professionisti animati da una forte passione per promuovere la città e il suo territorio”. Analogo apprezzamento è stato espresso nei confronti della dottoressa Daniela Broglio che ha lasciato l’incarico di Direttore dopo una lunga e proficua collaborazione iniziata alla fine degli anni ’90.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione in rappresentanza degli Enti sarà composto da Maurizio Vitale, Maria Luisa Coppa (Presidente Ascom Torino), Franco Capra (Sindaco di Claviere), Giancarlo Banchieri (Presidente Confesercenti di Torino e Provincia e Confesercenti Piemonte) e Francesca Soncini (Direzione Commerciale e Marketing Extra Aviation, Comunicazione SAGAT).

Ringrazio i soci dell’unanime fiducia che mi hanno accordato – sottolinea Maurizio Vitale. Eredito da Maurizio Montagnese, che ringrazio della sua affettuosa accoglienza, un’azienda sana con un efficace equilibrio economico, finanziario e patrimoniale. Lavorerò affinché Turismo Torino e Provincia renda orgogliosi i propri stakeholder pubblici, appassioni gli interlocutori privati e faccia innamorare del nostro territorio quanti più turisti possibili.”

 “Siamo sicuri – sottolinea Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino – che Maurizio Vitale in qualità di nuovo Presidente dell’ATL proseguirà con impegno e determinazione nella promozione della nostra destinazione nella consapevolezza di ereditare una situazione di risultati positivi seppur, allo stato attuale, frenata dal Covid19; proprio per questo riponiamo massima fiducia nel suo operato al fine di sostenere un settore, quello turistico, che ora più che mai ha bisogno di un forte rilancio per attirare i turisti italiani nei prossimi mesi e gli stranieri dal 2021 in poi”.

Maurizio Vitale Jr, nato a Torino, si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano. Dal 1998 al 2008 eÌ marketing corporate manager in BasicNet, prima ad Amsterdam e poi a Torino. Nel 2006 fonda Movement Entertainment, che negli anni 2012, 2013 e 2014 eÌ stata insignita dal Presidente della Repubblica Italiana della medaglia al valore per l’attività svolta. Porta al successo il Movement Festival e il Kappa FuturFestival, che nel 2019 riceve l’International Music Award come migliore festival del mondo. Nel 2014 costituisce la sede torinese della fondazione Art of Living Italia. Dal 2014 eÌ membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Cavour. Nel 2016 riceve il Premio Bogianen «per aver innovato il panorama dell’intrattenimento cittadino in un’ottica internazionale e aver dato avvio a una nuova formula di imprenditorialità culturale.

Bruciati 280 miliardi di euro

La fotografia scattata dall’Osservatorio sui bilanci delle SRL pubblicata dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti

 

COMMERCIALISTI: BRUCIATI 280 MILIARDI DI EURO. NEL PRIMO SEMESTRE IL FATTURATO DELLE AZIENDE ITALIANE (SPA E SRL) CROLLA DEL -19,7%. IN PIEMONTE LA PROVINCIA IN MAGGIOR SOFFERENZA E’ BIELLA (-24,5%)

Tra le altre province piemontesi, Torino(-22%), Vercelli(-22%),Novara(-23,3%), Cuneo(-20,2%), Asti(-21%), Alessandria(-21,3%) e Verbano-Cusio-Ossola(-23,5%)

 

Roma 9 luglio 2020 – Fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell’anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro. Il dato emerge dall’Osservatorio sui Bilanci delle SRL 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione Nazionali dei Commercialisti che ha misurato l’impatto dell’emergenza COVID-19 ed il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell’anno. Nell’analisi sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di eurol’89% di tutte le imprese e l’85% circa di tutti gli operatori economici. L’Osservatorio sui bilanci dei commercialisti elabora i dati presenti nella banca dati AIDA di Bureau van Dijk.

In Piemonte la provincia in maggior sofferenza è Biella (-24,5%). Questi i dati delle altre province piemontesi: Torino (-22%), Vercelli(-22%), Novara(-23,3%), Cuneo(-20,2%), Asti(-21%), Alessandria(-21,3%) e Verbano-Cusio-Ossola(-23,5%).

 

Tra le province ad accusare maggiormente gli effetti della pandemia, Potenza (-29,1%), Arezzo (-27,2%), Fermo (-26,3%), Chieti (-25,8%) e Prato (-25,3%) con performance peggiori del dato nazionale, mentre resistono meglio Siracusa (-13,7%), Cagliari (-13,8%), Roma (-16,1%), Genova (-16,5%) e Trieste (16,7%).

 

Tabella Prime 10 province per perdita di fatturato

Province VAR VAR %
1 Potenza -1.345.023 -29,1%
2 Arezzo -2.130.648 -27,2%
3 Fermo -599.902 -26,3%
4 Chieti -1.899.450 -25,8%
5 Prato -1.175.646 -25,3%
6 Pordenone -1.668.595 -25,3%
7 Pesaro e Urbino -1.499.230 -25,0%
8 Lecco -1.852.282 -24,8%
9 Terni -691.224 -24,7%
10 Biella -765.987 -24,5%

 

 

 

A livello di macroarea la maggior sofferenza si avverte nel Nord-Est (-21,3%), mentre  le isole (-17,6%) fanno registrare la minor perdita in termini di variazione percentuale.  Nel dettaglio emerge come nel solo mese di aprile, unico mese ad essere sottoposto interamente agli effetti della fase 1 del lockdown, la perdita di fatturato calcolata sulla base delle simulazioni descritte è pari a 93 miliardi di euro (-39,1%).

 

Tabella Simulazioni fatturato primo semestre 2020 società di capitali e variazioni annuali

MACROAREE 2020 2019 VAR VAR %
NORD-EST 253.583.863 322.064.990 -68.481.127 -21,3%
NORD-OVEST 488.347.999 606.833.534 -118.485.535 -19,5%
CENTRO 279.567.872 342.009.069 -62.441.197 -18,3%
MERIDIONE 84.934.829 107.846.051 -22.911.221 -21,2%
ISOLE 33.653.748 40.840.551 -7.186.803 -17,6%
ITALIA 1.140.088.310 1.419.594.194 -279.505.884 -19,7%

 

Le differenze territoriali riflettono la diversa struttura produttiva territoriale, soprattutto la differente composizione del peso del fatturato proveniente dalle attività industriali e del commercio che esprimono il peso maggiore in termini di fatturato delle società di capitali italiane e che risultano essere anche le attività più interessate dal lockdown. In particolare, il fatturato delle società di capitali dell’industria e di quelle del commercio, complessivamente prese, pesa per il 69% sul fatturato totale. Inoltre, nel corso della fase 1 del lockdown, il fatturato delle società appartenenti ai settori chiusi per decreto è stato pari a 41,2% per l’industria e 43,9% per il commercio, con molti sottosettori con valori anche pari al 100% (ad esempio l’intero comparto automobilistico).

 

“Quella che emerge dalle nostre simulazioni sulla perdita di fatturato delle società di capitali italiane nel primo semestre dell’anno – commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani –  è una cifra impressionante che non può non destare enorme preoccupazione per il destino delle imprese italiane”.

 

“Adesso – aggiunge Miani – è urgente intervenire per spingere la ripresa, sia con interventi di alleggerimento della pressione finanziaria sulle imprese, a partire dal versante fiscale, sia con interventi che rafforzino il clima di sicurezza generale e quello più specifico nei settori produttivi. Non ci sembra appropriato l’eventuale intervento sull’Iva, oneroso per il bilancio pubblico ma molto poco stimolante per la ripresa di consumi e investimenti, mentre molto importanti appaiono gli interventi di stimolazione produttiva come l’ecobonus al 110%, a patto però che vengano lanciati velocemente in un quadro regolatorio il più chiaro e trasparente possibile”.

 

Oltre a ciò, secondo Miani “sarà fondamentale disegnare nel medio periodo una riforma fiscale che completando il riequilibrio ormai interrotto tra la tassazione sul lavoro e quella sui consumi, riduca la pressione fiscale sul ceto medio e sui giovani, così da favorire sia un accrescimento del reddito spendibile da parte delle famiglie con figli, che hanno una più elevata propensione al consumo, sia incentivando la propensione a lavorare delle fasce più deboli e l’emersione del nero”.

La nuova 500 elettrica debutta a Torino

La Nuova 500 elettrica è stata pensata, disegnata e ingegnerizzata a Torino: è un vero prodotto del ‘made in Fiat’ e del ‘made in Torino’, un eccellente esempio della capacità di creare e innovare di cui l’azienda e la città, dove nacque più di 120 anni fa, sono ricchi.

Non poteva dunque che svelarsi al pubblico a Torino la nuova 500 “La Nuova 500 “la Prima” cabrio è la prima open-air a quattro posti e zero emissioni di CO2 del Gruppo.

Martedì 14 Luglio il Mirafiori Motor Village, primo flagship store del Gruppo FCA, ospita il debutto torinese della nuova vettura, dopo la presentazione al Quirinale e a Palazzo Chigi del 3 Luglio. Un appuntamento unico per tutti gli appassionati di motori.

Sono passati 63 anni da quel lontano 4 luglio 1957 quando Fiat presentò al mondo una delle auto più amate: la 500. Il mitico “Cinquino” fin da subito ha saputo affermarsi come love brand, diventando un vero fenomeno di costume e ambasciatore del made in Italy nel mondo. Come negli anni 60 quando la 500 diede vita alla mobilità di massa esaltando il concetto di dolcevita e di spensieratezza, così oggi la Nuova 500 veicola di nuovo positività e ripartenza, diventandone la bandiera e, allo stesso tempo, regalando una nuova dimensione di mobilità urbana elettrica e sostenibile.

Dalle 18.30 del 14 Luglio il Mirafiori Motor Village di Piazza Cattaneo a Torino, ospiterà la presentazione ai clienti della vettura. A causa dell’emergenza sanitaria l’accesso del pubblico all’evento sarà possibile solo su prenotazione. Tel. 011 19620438

Il profondo rosso della cultura dopo il lockdown

Dopo il lockdown il mondo della cultura piemontese ha finalmente l’occasione per incontrarsi con le dovute “distanze” all’interno del Teatro Carignano di Torino per assistere all’evento che l’Osservatorio Culturale del Piemonte ogni anno riserva al racconto dei dati sulla cultura in regione.

 

Tuttavia, il Covid ha sparigliato le carte e il racconto del 2019 rimane solo sullo sfondo, divenendo lo scenario su cui emergono i numeri di un’urgenza: quella indotta dalle perdite del comparto culturale in Regione nei primi sei mesi del 2020. Il racconto degli effetti dell’emergenza Covid-19 diviene ancor più cruciale per un comparto caratterizzato da una cronica debolezza strutturale.

 

Come eravamo: da un 2019 nella norma a un 2020 dove ogni regola fa eccezione

Sulla scia degli anni che lo hanno preceduto, il 2019 in Piemonte non segna variazioni significative: cresce di poco il pubblico dei musei che arriva a sfiorare i 6 milioni e 680 mila ingressi mentre l’Abbonamento Musei, nell’anniversario dei suoi 25 anni, raggiunge quasi 130 mila tessere vendute e poco meno di un milione di visite effettuate; il cinema nel 2019 recupera le perdite in termini di spettatori e incassi dell’anno precedente e aumentano di poco raggiungendo quota 261 milioni le risorse messe a disposizione dall’insieme dei soggetti istituzionali che sostengono la cultura. Seppure il 2019 possa essere visto come un anno “nella norma”, nel contesto attuale, assume un suo ruolo come momento terminale di una serie precedente. Un “prima”, dopo il quale la cultura è obbligata a ripensarsi. Il 23 febbraio 2020 e il Decreto Legge n.6 (il primo di una serie di provvedimenti e misure per far fronte e contenere la pandemia sanitaria dovuta alla diffusione in Italia del Coronavirus) segna una cesura. Mai prima d’allora nella storia recente dalla Seconda guerra mondiale musei, biblioteche, cinema e teatri erano stati chiusi per un periodo così lungo.

 

Il monitoraggio degli effetti del Covid-19 sul comparto culturale piemontese

Sin da subito, all’inizio dell’emergenza Covid, l’Osservatorio Culturale ha predisposto un monitoraggio ad hoc rivolto agli operatori e alle organizzazioni del comparto presenti sul territorio regionale piemontese, con l’obiettivo di fornire un quadro di quali fossero gli effetti diretti e la dimensione complessiva dei danni economici arrecati al sistema culturale dalle misure restrittive adottate dal Governo. Cuore del monitoraggio sono state le 3 fasi di rilevazione dei dati che hanno seguito temporalmente le disposizioni ministeriali che si sono succedute e consentito di osservare passo dopo passo cosa stesse accadendo. Hanno preso parte alle tre fasi di rilevazione 958 soggetti attivi nel settore culturale regionale (operatori dello spettacolo dal vivo, musei e beni culturali, organizzazioni impegnate in eventi, biblioteche e archivi, centri culturali, imprese culturali ed erogatori di servizi al comparto). Un campione confrontabile di 246 soggetti su 958 ha aderito almeno alla seconda e alla terza fase di monitoraggio, consentendo di tracciare l’evoluzione delle difficoltà e di operare un raffronto tra i vari periodi di rilevazione. In base alle risposte fornite esclusivamente dai soggetti rispondenti, le perdite dichiarate ammontano a circa 36 milioni di euro, di questi 23,4 milioni (oltre il 65% del totale) sono riconducibili al campione confrontabile. Pesano sulle casse delle organizzazioni non solo le entrate mancate ma anche i costi sostenuti durante il periodo di chiusura e sospensione delle attività: 16 milioni di euro (11,3 dei quali riferiti al solo campione confrontabile). Le cifre maggiori sono riconducibili al patrimonio, ovvero ai musei e beni culturali (il costo medio sostenuto ammonta a circa 125.000 euro).

 

La stima delle perdite economiche del comparto culturale piemontese nei primi sei mesi del 2020

Oltre alle indicazioni derivate dai questionari, l’Osservatorio Culturale del Piemonte si è avvalso delle serie storiche riguardanti gli ingressi nei musei, gli spettatori e gli incassi relativi allo spettacolo dal vivo e all’esercizio cinematografico di tutta la Regione degli ultimi anni per determinare una stima delle perdite economiche riferita all’intero universo degli operatori e non solo al sottoinsieme dei rispondenti al monitoraggio. Si stimano in circa 50 milioni di euro i mancati incassi di tre comparti dell’offerta culturale regionale:

Musei: perdono tra i 19 e i 20 milioni di euro, ripartiti in una cifra attorno ai 14 Mln € per la sola città di Torino e attorno ai 6 Mln € per tutto il resto della Regione.

Spettacolo dal vivo: la perdita è stimata attorno ai 17,5 Mln di Euro (1,5 Mln da servizi non effettuati come laboratori, didattica, affitti, service a manifestazioni ecc. mentre i restanti 16 Mln € da mancati incassi da biglietteria, da ripartirsi in una quota attorno al 75% per la città di Torino e i rimanenti 4 Mln di Euro per il territorio regionale). Una forte variabilità nella cifra complessiva è relativa, anno per anno, ai grandi concerti pop che rappresentano macchine economiche di forte impatto. Inoltre, la stima sulle perdite del primo semestre non comprende la stagione estiva, ricca di eventi ma soprattutto di festival che intersecano i diversi settori, musica di generi differenti, teatro, danza, cinema.

Cinema: la perdita secca è stimata in circa 13,5 milioni di euro, se si tiene conto della media di incassi negli ultimi 5 anni, suddivisibili in circa 5,5 Mln € per Torino e 8 Mln € per il territorio regionale.

 

In questo conteggio non rientrano i contratti per forniture esterne che musei e organizzazioni di spettacolo dal vivo hanno interrotto verso le cooperative, le imprese di pulizie, i servizi didattici, tutte risorse che vengono a mancare all’insieme del comparto culturale e al suo indotto. Vanno aggiunti al conteggio anche gli operatori e le imprese che si occupano della produzione di attività culturali, dagli eventi all’organizzazione di mostre, alla valorizzazione dei beni culturali e del comparto che viene compreso nel termine imprese culturali e creative (con imprese che vanno dal design all’editoria, al comparto audiovisivo, ai videogames…). Considerando l’intero paesaggio, il computo delle perdite si estende ed emerge con evidenza come nel primo semestre si possa considerare già superata la soglia dei 100 milioni di euro.

 

Il lavoro culturale e l’emergenza degli invisibili

Il comparto culturale vede tra le fila dei propri lavoratori una forte presenza di soggetti non inquadrati nei contratti di dipendenza. Oltre alle partite Iva, i Co.Co.Co., ma anche lavoratori intermittenti (soprattutto dello Spettacolo Dal Vivo) con forme contrattuali che non permettono, nella gran parte dei casi, di essere inclusi nella platea dei destinatari di possibili sussidi. Lavoratori inquadrati, titolari di contratti regolari, che pagano tasse e contributi ma invisibili ai database degli istituti nazionali al momento di erogare forme di sussidio e aiuto, che si stima prossimo alle 300 mila unità  a livello nazionale.

Nei diversi rilevamenti degli effetti del COVID sull’occupazione culturale e con l’ultima rilevazione di maggio effettuata dall’Osservatorio è possibile confrontare come cambia la situazione per coloro che hanno risposto ai successivi questionari: la quota di coloro che hanno avuto accesso a forme di sostegno e di ammortizzatori sociali passa dal 10% della prima rilevazione al 29% della seconda e si attesta sul 44% nel terzo questionario, testimoniando l’allargamento progressivo della platea degli aventi diritto a forme di sostegno e di ammortizzazione delle perdite economiche. Si tratta per la maggior parte dei casi di Cassa integrazione ordinaria e in deroga o di Fondo integrativo salariale (poco più della metà in entrambe le rilevazioni). Seguono il bonus di 600 € (poco più del 20% nella seconda rilevazione, poco più del 30% nella terza), e la sospensione nel pagamento dei contributi, al 10% nella seconda rilevazione, sopra al 35% nella terza.

 

In tempo di distanziamento, la cultura abbraccia il digitale

Malgrado le plurime difficoltà, durante il lockdown le organizzazioni culturali hanno manifestato un comportamento reattivo per riaffermare la propria presenza in modo alternativo attraverso strumenti digitali e canali social. Certamente è aumentata la consapevolezza dell’importanza del digitale anche per quelle realtà culturali che per tanto tempo se ne sono tenute a distanza. Dai questionari compilati nel corso del monitoraggio risulta che il 64% dei rispondenti ha avviato iniziative, progettato o ideato contenuti per compensare la chiusura dei siti con un rapporto almeno virtuale con i propri pubblici. Una quota pari al 20% del totale ha prodotto contenuti nuovi espressamente progettati per il web, mentre per la maggioranza dei soggetti si è trattato di “spostare in rete” materiali già disponibili in formato digitale. Si evidenzia un balzo in avanti nell’uso del digitale e l’85% dei rispondenti ha reso disponibili le offerte digitali in maniera completamente gratuita. 

Vale la pena sottolineare anche l’importante ruolo dell’offerta digitale nel caso delle biblioteche: la stima di 220 mila prestiti mancati viene attenuata dal potenziamento dei servizi digitali presenti già prima del lockdown e offerti attraverso la piattaforma di MLOL: nei sistemi bibliotecari piemontesi in cui è attivo il servizio gli accessi nei mesi da marzo a giugno sono raddoppiati, tanto che nel primo semestre del 2020 sono stati quasi raggiunti gli accessi di tutto il 2019. Simile la crescita dei prestiti di e-book che nel 2019 sono stati circa 62 mila e nei primi 5 mesi del 2020 poco meno di 52 mila. Le consultazioni dei quotidiani e delle riviste in tutto il 2019 sono state di 1,3 milioni mentre alla fine di maggio 2020 erano poco meno di 1,1 milioni.

 

Sfide: fare i conti con pubblici, sostenibilità e missione che la cultura vuole avere

Il COVID si è abbattuto su di un comparto già in condizioni di sostenibilità precaria, indebolito da lunghi anni di crisi economica, caratterizzato da grande frammentazione interna e da un quadro normativo incompleto e contraddittorio. Oggi la cultura si trova a fare i conti con i costi del distanziamento sociale e le limitazioni che abbassano le soglie di pubblico in moltissimi casi ben al di sotto delle soglie di sostenibilità economica. Molte istituzioni e organizzazioni culturali dovranno ripensare da zero le forme di sostenibilità e ri-inventare nuovi business model. Come afferma Luca Dal Pozzolo, Direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte: «Pensare a un pubblico più che dimezzato, non significa un automatismo nel chiedere più soldi allo Stato per ripianare le perdite, indipendentemente dalla natura dell’organizzazione, ma implica trovare un altro modello di sostenibilità, economica, sociale e culturale e ripensare completamente la propria missione. Il pubblico nelle sale non significa solo euro nelle biglietterie, ma è anche l’indicatore di come le risorse – e specie quelle pubbliche – vengano distribuite nel corpo sociale. La conquista del più vasto pubblico possibile è un compito etico delle istituzioni, oltre a essere l’indicatore dell’efficacia della redistribuzione delle risorse pubbliche nella società. Un’offerta culturale costretta entro dimensioni di pubblico ridotte al limite dell’elitario, deve necessariamente pensare a un diverso modo di diffondere la propria produzione culturale, se vuole mantenere margini di legittimazione sociale per la propria spesa e per la quota di parte pubblica».

“Spesa sospesa”, da Carrefour 22 mila euro a Torino

Grazie alle donazioni dei clienti, sommate ad una donazione dell’azienda e ad una da parte del testimonial d’eccezione Federico Bernardeschi, è stata raccolta – in poco più di due mesi – una cifra importante trasformata in Gift Card per aiutare le famiglie più bisognose in un momento di particolare difficoltà economica e sociale

Tra le Regioni più virtuose il Piemonte, che ha raccolto oltre 50mila euro, di cui oltre 22mila a Torino

Milano, 9 luglio 2020 – “Aiutaci ad aiutare”: questo lo slogan dell’iniziativa di solidarietà “Spesa SOSpesa” che ha coinvolto tutti gli oltre 1.400 punti vendita di Carrefour Italia sul tutto il territorio nazionale e ha spronato la generosità di migliaia di clienti, arrivando a raccogliere oltre 500.000 euro a favore della Fondazione Banco Alimentare.

La donazione, composta dai 373.606 euro raccolti grazie ai clienti, al quale si è aggiunta una donazione di 100mila euro da parte di Carrefour Italia ed una donazione pari a 30mila euro da parte del testimonial Federico Bernardeschi – noto calciatore italiano che ha supportato con grande entusiasmo l’iniziativa – è stata trasformata totalmente in Gift Card che i Banchi Alimentari regionali possono utilizzare per l’acquisto degli alimenti di cui più difficilmente dispongono e distribuire alle strutture caritative convenzionate che offrono aiuti agli indigenti.

Il progetto ha promosso una condivisione di valori tra l’azienda e i suoi clienti, che potevano decidere di donare, al momento del pagamento in cassa, 2, 4, o 6 euro a favore della Fondazione Banco Alimentare. Obiettivo della spesa SOSpesa, attiva dal 20 aprile e conclusasi il 30 di giugno, è stato promuovere un’azione concreta e capillare per contenere il più possibile il problema della povertà diffusa nel nostro Paese, in uno scenario post-emergenza sanitaria particolarmente complesso dal punto di vista socio-economico.

Tra le Regioni più virtuose spicca il Piemonte, terza per valore delle donazioni, che hanno raggiunto oltre 50mila euro, di cui quasi metà provengono dalla città di Torino, che ha raccolto 22.148 euro

L’iniziativa, nata prendendo spunto dall’usanza napoletana del caffè sospeso, ha visto impiegare la medesima logica solidale all’interno della Grande distribuzione. La scommessa proposta ha dato ottimi risultati, grazie alla stretta collaborazione e al lavoro di squadra tra tutte le divisioni dell’azienda, all’impegno in prima linea dei collaboratori nei punti vendita e all’accoglienza favorevole dei consumatori. Molti clienti abituali hanno infatti abbracciato la causa, ripetendo la donazione più volte, a dimostrazione di come la solidarietà sia un valore sposato da tutta la comunità Carrefour e di come ci renda più vicini nella riscoperta della nostra umanità.

“La spesa SOSpesa a favore di Fondazione Banco Alimentare si inserisce in un più ampio piano di azioni concrete che abbiamo messo in atto per supportare in maniera capillare su tutto il territorio le persone più in difficoltà, soprattutto in questo momento di emergenza economica e sociale. In questo periodo è infatti emerso in maniera significativa il problema della povertà alimentare e Carrefour, come azienda dal respiro internazionale ma impegnata fortemente a sostegno delle comunità locali, vuole giocare la sua parte e questo è solo un piccolo passo in quella direzione.” – ha dichiarato Gérard Lavinay,  Amministratore Delegato e Presidente di Carrefour Italia – “Come Carrefour abbiamo a cuore le persone e il loro diritto ad una nutrizione di qualità e conveniente. Per questo, oltre ad iniziative di sostegno alle fasce più fragili della popolazione, ci impegniamo a garantire a tutti i nostri clienti l’accesso a prodotti a nostro marchio convenienti e di alta qualità, come ad esempio in occasione della nostra ultima campagna “Prezzi più buoni”.

“L’iniziativa solidale “Spesa SOSpesa” di Carrefour ha portato risultati straordinari, che ci confermano un diffuso senso di solidarietà e una grande consapevolezza della tragicità del momento che stiamo vivendo, – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. – Siamo profondamente grati a Carrefour e ad ogni persona che ha preso parte all’iniziativa, perché ogni piccolo contributo risulta fondamentale. Purtroppo la situazione non migliorerà nel breve periodo e sarà fondamentale continuare ad essere uniti e consapevoli affinché nessuno venga lasciato indietro.”

La sede del Circolo dei Lettori acquistata da Ream

Quaglia: “continua l’impegno nella valorizzazione del patrimonio artistico”

La sede del Circolo dei circolo del lettori , ospitato nell’elegante Palazzo Graneri della Roccia, in pieno centro , a Torino è stata acquistata dalla società REAM sgr per conto del Fondo Social & Human Purpose 2, per 5.250.000,00 Euro comprensivi anche degli arredi e di tutti i mobili. L’operazione di acquisto è ora soggetta alla condizione sospensiva della prelazione da parte della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali.

L’edificio , in via Bogino 9, è attualmente locato alla Fondazione Circolo dei Lettori, ed è destinato a centro conferenze, uffici, ristorante e luogo di incontro per eventi socioculturali. Il Circolo è diventato negli anni uno dei punti di incontro culturali più noti in città. Con questa operazione , sottolinea Giovanni Quaglia, Presidente di REAM SGR, si “conferma l’attenzione di REAM SGR in ambito etico, sociale e culturale e il suo particolare impegno ai servizi alle persone del territorio di riferimento di Fondazione CRT e di Compagnia di San Paolo, sottoscrittori del Fondo Social & Human Purpose 2.”
Il Circolo dei Lettori, nato nell’ottobre del 2006 su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, è il primo circolo italiano esclusivamente dedicato ai lettori e alla lettura a voce alta. Il Circolo testimonia la volontà di far condividere ai lettori, agli autori e agli artisti rassegne ed avvenimenti pensati e realizzati sia come momento di incontro tra eccellenze culturali, sia come appuntamenti dedicati ad un vasto pubblico. Gli eventi organizzati dal Circolo riguardano letture collettive, letture con musica, incontri con personaggi di primo piano del mondo della cultura, cene letterarie, mostre, yoga letterario, letture per i più piccoli, letture per le scuole e anche eventi in trasferta.
REAM SGR si è resa disponibile a valutare la concessione di un diritto di opzione alla Fondazione Circolo dei Lettori per il riacquisto dell’immobile.

Il Fondo Social & Human Purpose 2, promosso da Fondazione CRT e da Compagnia di San Paolo, investe in beni immobili adibiti a servizi di valore sociale, in conformità a criteri di responsabilità ambientale, economica e sociale. Gli investimenti selezionati da REAM SGR riguardano scuole, università, asili, case di riposo, residenze sanitarie per anziani, musei, biblioteche, ospedali, progetti di rigenerazione urbana e/o di riqualificazione di aree e iniziative sociali destinate alle persone.
REAM SGR S.p.A., è una società di gestione del risparmio che ha istituito e gestisce, oltre al Fondo Social & Human Purpose 2, altri 13 fondi immobiliari con portafogli di immobili di varia tipologia: trophy, uffici, residenziale, commerciale, sanitario, green economy, per un AUM pari a oltre Euro 1,7 MLD.

Il Circolo dei Lettori, nato nell’ottobre del 2006 su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, è il primo circolo italiano esclusivamente dedicato ai lettori e alla lettura a voce alta. Il Circolo testimonia la volontà di far condividere ai lettori, agli autori e agli artisti rassegne ed avvenimenti pensati e realizzati sia come momento di incontro tra eccellenze culturali, sia come appuntamenti dedicati ad un vasto pubblico. Gli eventi organizzati dal Circolo riguardano letture collettive, letture con musica, incontri con personaggi di primo piano del mondo della cultura, cene letterarie, mostre, yoga letterario, letture per i più piccoli, letture per le scuole e anche eventi in trasferta.

Opere prioritarie, Cirio scrive a Conte

La lettera inviata al premier Giuseppe Conte / Illustrissimo Presidente del Consiglio dei Ministri,  apprendiamo dal “Piano delle infrastrutture e dei trasporti per un’Italia ad Alta velocità” del 06 luglio 2020 che nella sezione “Direttrici Ferroviarie” la Nuova linea Torino-Lione è inclusa dal Governo nelle Opere Prioritarie.

L’inserimento della Tav al primo posto delle dieci infrastrutture italiane prioritarie non può che farci piacere, ma ci preme portare alla sua attenzione la descrizione dei lavori dell’opera sintetizzati in “tunnel di base ed adeguamento linea storica”.
Tale descrizione sembra ridimensionare la portata dell’opera, dal momento che l’adeguamento “della linea storica” indicato non è affatto equiparabile all’adeguamento delle “tratte di accesso” previsto dal progetto.

La realizzazione dell’opera, che è oramai irreversibile, per noi significa anche dare seguito a 100 milioni di opere di accompagnamento, alle quali non vogliamo rinunciare. L’adeguamento della linea storica escluderebbe di fatto la connessione della Tav con lo scalo di Orbassano con conseguenze estremamente dannose in quanto non solo la capacità della linea di accesso resterebbe la metà di quella di valico, ma anche perché il territorio ne soffrirebbe in maniera importante. Lo scalo di Orbassano risulterebbe tagliato fuori e andrebbe incontro a morte certa non potendo gestire treni lunghi e pesanti, mentre il traffico ferroviario si scaricherebbe nel centro delle cittadine di Grugliasco e Collegno dove la linea è già a pochi metri dalle case. Pesanti anche i contraccolpi per il servizio ferroviario metropolitano che utilizza la linea storica per il traffico pendolari da e per la Val di Susa.

In estrema sintesi, al Piemonte resterebbe solo una sorta di “servitù di passaggio” di una delle più grandi opere infrastrutturali degli ultimi decenni. Non vorremmo che la Torino-Lione diventasse la Milano-Lione.

Ci preme infine ricordare che siamo in attesa di una risposta, ormai più che urgente, rispetto alla nomina dei Commissari straordinari per tre opere piemontesi – la Torino-Lione, l’Asti-Cuneo e la Pedemontana – di assoluta priorità strategica. Confidiamo che tali interventi siano stati inseriti nell’elenco delle 130 opere per cui il Governo provvederà alla nomina di commissari. In particolare, quello per la Torino-Lione potrà assicurare la realizzazione dell’infrastruttura, ma anche delle opere di accompagnamento, fondamentali per il Piemonte.

Alberto Cirio
Presidente della Regione Piemonte

Marco Gabusi
Assessore alle Infrastrutture e Trasporti

Tasse: proroga al 30 settembre?

SCADENZE FISCALI. LE REGIONI CHIEDONO AL GOVERNO LA PROROGA AL 30 SETTEMBRE


La richiesta al governo è chiara: prorogare al 30 settembre le scadenze delle imposte in autoliquidazione (Irpef, addizionali Irpef, Irap e Ires). Nella seduta odierna della Conferenza delle Regioni, l’Assessore regionale Marco Gabusi, su delega del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, ha sottoposto all’attenzione dei Governatori Regionali le proposte giunte dall’ordine dei commercialisti di Piemonte e Valle D’Aosta in merito alla necessità di rilanciare i consumi e di salvaguardare le aziende del Paese.

Il documento molto articolato verrà analizzato approfonditamente, ma la Conferenza delle Regioni, presieduta oggi da Giovanni Toti, ha ritenuto di predisporre immediatamente una comunicazione urgente al Governo in cui si sollecita la proroga della scadenza fiscale del 20 Luglio al 30 settembre senza sanzioni.

Come evidenzia la nota dell’Ordine, si stima che solo un terzo dei contribuenti italiani sarà in grado di rispettare i termini attuali, mentre gli altri andrebbero incontro a sanzioni ed interessi che in molti casi sancirebbero definitivamente la chiusura dell’attività.

«È una richiesta di buonsenso – sottolineano il Presidente Cirio,l’assessore alle Opere pubbliche Gabusi e l’assessore al Bilancio Tronzano e che mira a tenere in piedi il tessuto produttivo ed economico del Piemonte e dell’Italia. Non chiediamo sconti ma solo di avere qualche settimana in più per permettere alle attività che stanno faticosamente ripartendo di avere la liquidità sufficiente per poter onorare i debiti con l’erario».

Il Coordinatore Regionale degli Ordini dei Commercialisti Domenico Calvelli ricorda «l’importanza della collaborazione tra istituzioni e la necessità di assicurare un supporto ai contribuenti in questo momento economico così difficile per il territorio già funestato da una crisi di consumi».

Il Piemonte lancia la nuova campagna per la ripartenza del turismo

Disponibili i voucher vacanza “Sei nostro ospite 2 notti su 3”

“Bellezza singolare”, “Gusto singolare”, “Libertà singolare”, e “Spirito singolare”: sono
questi i claim che accompagneranno, nei prossimi 6 mesi, la nuova campagna di comunicazione
della Regione Piemonte in Italia e nei Paesi dell’area Schengen. Ma non solo: unica iniziativa nel
suo genere in Italia, da oggi 7 luglio parte anche la vendita dei voucher vacanza che permettono
ai visitatori di trascorrere tre notti in strutture ricettive (hotel, B&B, campeggio, alloggio, agriturismo)
pagandone solamente una. Un’opportunità arricchita dall’ulteriore bonus che propone uno
sconto del 50% su varie esperienze e servizi turistici collegati ad un soggiorno in Piemonte.

La campagna di comunicazione rientra nel più ampio pacchetto di iniziative per il rilancio turistico
post-Covid messo a punto dalla Regione Piemonte (con un investimento complessivo di circa 1,3
milioni di euro per la campagna di comunicazione integrata, declinata sui diversi prodotti e mercati,
e circa 5 milioni per il voucher vacanze) ed è frutto di un importante lavoro di squadra voluto e
realizzato dall’Assessorato e dalla Direzione regionale Cultura, Turismo e Commercio,
unitamente a VisitPiemonte (la società in house della Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte
per la valorizzazione del territorio), che ha curato lo sviluppo della campagna, e in collaborazione
con Unioncamere, tutte le Agenzie Turistiche Locali, le Camere di commercio e i Consorzi
turistici del Piemonte sotto la regia della Federazione dei Consorzi turistici della Regione
Piemonte – Piemonte Incoming.

Il tavolo di coordinamento regionale ha lavorato tra aprile e giugno per preparare la fase di rilancio
del comparto turistico piemontese che consta di oltre 46mila imprese, in prevalenza piccole e medie,
e 153 mila addetti. Un settore che fino a tre mesi fa era in costante crescita e rappresentava un
valore di indotto di 7,5 miliardi di euro, pari al 7,4% del PIL regionale.

“Il turismo rappresenta uno dei pilastri dell’economia del nostro territorio. Tutte le misure del Piano
RipartiTurismo sono state costruite insieme agli operatori del settore per dare una risposta efficace
e concreta all’intera filiera. – conferma il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Da
una parte i contributi a sostegno del comparto, uno dei più danneggiati dai mesi di lockdown. E
dall’altra questa campagna di comunicazione che punta a rilanciare l’immagine e il brand “Piemonte”.

La riscoperta della natura, dei borghi e dei centri storici, insieme alle attività open air e alla buona
tavola saranno ancora più attrattive grazie all’iniziativa dei voucher, perché i turisti che sceglieranno
il nostro territorio saranno ospiti del Piemonte 2 notti su 3”.

“Ci auguriamo che le montagne saranno scelte come meta preferita da Italiani e stranieri. Per questo
stiamo moltiplicando gli sforzi per presentare tutte le mete, anche le Valli meno conosciute che
nascondono tesori naturalistici e artistici insospettabili. Vogliamo che il turista possa, in tutta
tranquillità, vivere e gustare il territorio scoprendo dei prodotti di alta qualità frutto di una agricoltura
e di un allevamento fatto da donne e uomini “eroici”. Non ci siamo dimenticati dei rifugi di montagna
– ha poi evidenziato il Vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso – che
rappresentano una delle perle delle nostre vette alpine e che vogliamo diventino, sempre di più, una
meta ambita per tutti coloro che amano momenti di libertà e spensieratezza.“

“La campagna di comunicazione, frutto di un importante lavoro voluto dall’assessorato regionale al
Turismo, coordinato da VisitPiemonte, rientra nel più ampio pacchetto di iniziative per il turismo
realizzato dalla Regione Piemonte – sottolinea Vittoria Poggio, Assessore al Turismo, Cultura e
Commercio della Regione Piemonte – Sono tutte misure costruite insieme per dare una risposta
efficace e concreta all’intera filiera turistica. Si tratta di un’operazione a 360 gradi perché la nostra
regione vive di turismo e questo piano vuole essere una nuova opportunità a sostegno del sistema
turistico piemontese. Sono certa che i turisti saranno sempre più attratti dai nostri splendidi territori,
dalle colline del Monferrato e delle Langhe fino ai suggestivi paesaggi dei laghi e delle montagne.
L’investimento per la campagna di comunicazione integrata, declinata sui diversi prodotti e mercati,
con il coinvolgimento di tutte le strutture ricettive alberghiere, extralberghiere e all’aria aperta
operanti sul territorio, raggiungerà l’obiettivo che ci siamo prefissi”.

Il piano di comunicazione e promozione multilingue – inglese, francese e tedesco, oltre all’italiano
– si articola su quattro livelli: una campagna advertising “ombrello” evocativa delle attrattive
piemontesi; una campagna social declinata in immagini legate ai vari territori e proposte turistiche,
e un’attività redazionale. Infine, è prevista un’attività di coinvolgimento dei visitatori, in partnership
con Lonely Planet, con un concorso su Instagram e alcuni viaggi-premio in Piemonte. La campagna
prevede una pianificazione molto ampia, suddivisa in una prima fase estiva e una seconda in
autunno, su stampa, radio, TV, digitale, social network. Oltre alla copertura locale e nazionale, sono
previste uscite anche sui principali mercati europei.

“Abbiamo puntato su una campagna di advertising con immagini e testi evocativi – evitando uno stile
didascalico – per invitare alla scoperta di una regione molto bella, dove si possono vivere una grande
varietà di esperienze in linea con le attese dei turisti. Focus: la riscoperta della natura, dei borghi e
dei centri storici; le attività open air, la buona tavola e il buon bere, le esperienze “lente” alla ricerca
di una nuova spiritualità in luoghi insoliti, capaci di stupire i visitatori. Queste le aree di interesse
emerse da un recente sondaggio che abbiamo realizzato per valutare le intenzioni di viaggio degli
italiani, con 1 su 4 connazionali che intendono venire a visitare il Piemonte – spiega il Direttore
Generale di VisitPiemonte Luisa Piazza -. La campagna regionale è molto articolata in termini di
mezzi/mercati ed è stata concepita in modo da garantire visibilità sia all’intero territorio regionale, sia
agli specifici territori di riferimento delle sette Agenzie Turistiche Locali. Così da ottenere un racconto
del Piemonte da più prospettive, ma inserito in una cornice d’insieme unitaria e coerente, frutto delle
attività degli scorsi mesi all’interno dei nostri gruppi di lavoro regionali.”

Focus tematici della campagna saranno il turismo attivo (rinforzato anche dal lancio della nuova
piattaforma piemontescape.com), gli itinerari storico-artistici, i percorsi enogastronomici,
cammini e spiritualità. E i contenuti punteranno sui panorami unici del Piemonte, su una
fruizione in sicurezza e sui punti di forza del territorio: dai 34 Comuni Bandiera Arancione ai
20.000 km di percorsi escursionistici e ciclo-escursionistici, fino alle 94 aree naturali protette e a tutte
le opportunità di attività outdoor. Verranno evidenziati i siti piemontesi della World Heritage List, i
nostri 14 “Borghi più belli d’Italia”, i percorsi che toccano ricetti e cattedrali, abbazie e fortezze. Focus
importante sarà inoltre quello sulla cucina e i prodotti della regione, dal Tartufo Bianco d’Alba alle 17
DOCG e 42 DOC dei vini, fino ai 46 chef stellati Michelin.

L’invito alla scoperta del Piemonte viene reso ancora più attrattivo dall’iniziativa dei voucher,
incentrata sul messaggio “in Piemonte la vacanza vale di più e sino a fine 2021 triplica il suo
valore: sei ospite 2 notti su 3”, coordinata dai Consorzi turistici piemontesi con il coinvolgimento
di tutte le strutture ricettive alberghiere, extralberghiere e all’aria aperta operanti sul territorio.
I voucher potranno essere acquistati a partire dal 7 luglio, con promozione commercializzabile fino
al 31 agosto 2020, e la loro validità si estenderà fino al 31 dicembre 2021.

Tutte le info relative su www.visitpiemonte.com

(Foto di copertina Stefano Zanarello)