ECONOMIA- Pagina 350

Gli italiani decidono di rimanere in Italia durante le loro vacanze

 Nella seconda metà di luglio, secondo Jetcost. Sicilia, Emilia-Romagna, Sardegna, Campania e Lazio le regioni con il maggior numero di città tra le 35 destinazioni più ricercate Jesolo, Riccione, Capri, Favignana e Sorrento le cinque destinazioni preferite dagli italiani


Finalmente gli italiani sono di nuovo pronti a partire per le vacanze e le mete nazionali si dimostrano le più gettonate e ricercate dai turisti, anche da quelli stranieri. In generale, durante il mese di luglio si tende a viaggiare “in casa”, a percorrere distanze relativamente brevi e a scegliere alloggi semplici che offrono qualità e, naturalmente, sicurezza.

Il motore di ricerca di hotel e voli www.jetcost.it ha rilevato che le ricerche di alloggi per la seconda metà di luglio sono triplicate rispetto alla prima parte del mese, quando c’era ancora un po’ di incertezza e paura tra i viaggiatori. Quasi 8 utenti su 10 (77%) hanno cercato destinazioni nazionali, solo il 23% ha scelto destinazioni europee. In termini di preferenze, sembra che gli italiani adesso abbiano voglia di sole e spiagge, come si evidenzia dalle destinazioni predilette nelle loro ricerche con queste caratteristiche (71%); sono meno quelli che scelgono destinazioni nell’entroterra (29%)La Sicilia con cinque destinazioni, seguita da Emilia-Romagna e Sardegna con quattro sono state le regioni con il maggior numero di località tra le 35 più ricercate per la seconda metà di luglio.

Jetcost.it analizza regolarmente le ricerche effettuate attraverso il suo sito web, in modo da ottenere dati molto affidabili in quanto si tratta di vere e proprie ricerche e non di sondaggi. I dati che analizzano i risultati delle ricerche di alloggi tra il 15 e il 31 luglio indicano che, oltre a Sicilia, Emilia-Romagna e Sardegna, altre regioni sono state molto ricercate: la Campania e il Lazio hanno tre localitàla Puglia, il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria e la Toscana seguono con due e il Veneto, l’Alto Adige e la Calabria con una.

Le città italiane più ricercate per la seconda metà di luglio:

1. Jesolo (Friuli-Venezia Giulia)
2. Riccione (Emilia-Romagna)
3. Capri (Campania)
4. Favignana (Sicilia)
5. Sorrento (Campania)
6. Cesenatico (Emilia-Romagna)
7. Roma (Lazio)
8. Ischia (Campania)
9. Alassio (Liguria)
10. Capalbio (Toscana)
11. Catania (Sicilia)
12. Palermo (Sicilia)
13. Alghero (Sardegna)
14. Gallipoli (Puglia)
15. Porto Cesareo (Puglia)
16. Olbia (Sardegna)
17. Lampedusa (Sicilia)
18. Portofino (Liguria)
19. Rimini (Emilia-Romagna)
20. Cervia (Emilia-Romagna)
21. Ponza (Lazio)
22. Lignano Sabbiadoro (Friuli-Venezia Giulia)
23. Caorle (Veneto)
24. Cagliari (Sardegna)
25. Tropea (Calabria)
26. San Vito lo Capo (Sicilia)
27. San Teodoro (Sardegna)
28. Moena (Alto Adige)
29. Firenze (Toscana)
30. San Felice Circeo (Lazio)

Un portavoce di Jetcost ha dichiarato: “A poco a poco gli italiani stanno ritrovando il coraggio di viaggiare, anche se ancora con cautela; sono infatti le destinazioni nazionali a essere quelle più ricercate per le vacanze nella seconda metà di luglio, una buona notizia d’altra parte per gli albergatori e i ristoratori, proprio ora che tutto il settore del turismo è in forte difficoltà e ha bisogno di ripartire. Abbiamo registrato un aumento del 188% delle ricerche rispetto alla prima metà di luglio, segno che la gente sta mettendo da parte i timori iniziali e sta prendendo dimestichezza con le misure di sicurezza, fidandosi di quelle adottate dalle strutture e dagli stabilimenti. Le destinazioni balneari sono chiaramente preferite, con sette turisti italiani su dieci in cerca di sole, sabbia e mare rispetto alle destinazioni interne. La Sicilia è stata una delle regioni più ricercate con cinque località tra le 35 preferite per trascorrere queste vacanze, seguita da Emilia-Romagna e Sardegna con quattro e da Campania e Lazio con tre. Da Jetcost incoraggiamo tutti gli italiani a godersi queste meritate ferie dopo i sacrifici fatti durante i mesi peggiori della pandemia”.

Sanità privata: accordo per il rinnovo del contratto di lavoro

 L’Assessore regionale alla sanità Luigi Icardi assicura il proprio impegno in favore del rinnovo del contratto degli operatori della sanità privata ringrazia il sistema privato per l’aiuto durante la pandemia. Si è aperta così l’assemblea degli imprenditori della sanità associati all’AIOP – l’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che in Piemonte raggruppa 38 strutture – che si è tenuta al Circolo di Lettura di Tortona (AL) nella zona che più di ogni altra in Piemonte è stata colpita dall’emergenza. Qui è nato il primo ospedale Covid della Regione.

C’è grande attesa per il patto nazionale che vale 300 milioni di euro, dei quali la metà sono in carico alle RegioniPer la prima volta il sistema pubblico sosterrà il contratto di lavoro che gli operatori della sanità privata attendono di poter rinnovare da 13 anni. «L’accordo non è in discussione – ha dichiarato Icardi – è un impegno che vogliamo portare avanti e mercoledì ci sarà l’audizione in conferenza degli assessori regionali alla sanità per sollecitare le Regioni che devono ancora sottoscriverlo».

In tema di pandemia, Icardi ha ricordato il grande lavoro che è stato fatto nella generale incertezza scientifica e ha ringraziato il sistema sanitario privato «che ci è venuto in soccorso durante l’emergenzaIl territorio non era strutturato, ora siamo più forti, ma il Piemonte deve essere orgoglioso della risposta che la rete ospedaliera ha saputo dare».

Durante l’assemblea Giancarlo Perlapresidente di AIOP Piemonte ha confermato l’impegno del privato al fianco del sistema pubblico «Noi ci siamo – ha detto –, ad Alessandria come su tutto il territorio regionale e italiano. Abbiamo riconvertito le nostre strutture durante le fasi più critiche della pandemia. Per il futuro siamo a disposizione. Affrontiamo un autunno incerto. I cittadini subiscono il ricatto della paura e non si avvicinano alle strutture private anche se non sono state Covid. Rinnoviamo il nostro invito all’assessore a sostenerci».

Dal dibattito è emerso il quadro di una grande integrazione, evidenziata anche da Valter Galante dell’Asl di Alessandria che ha spiegato come durante la pandemia ci sia stata «una svolta, un salto di livello nel lavoro portato avanti da sanità priva e pubblica insieme. Soprattutto nell’alessandrino, un territorio vicino ai focolai peggiori d’Italia, Lombardia e Emilia».

«Non è un caso infatti – aggiunge ancora l’assessore – che abbiamo chiesto che la rendicontazione delle spese della sanità privata venga erogata in base ai costi reali sostenuti e non secondo il tariffario di riferimento ormai superato».

Presenti all’assemblea AIOP i maggiori esponenti della sanità privata regionale e nazionale. Oltre ai vertici di AIOP Piemonte, all’assessore Luigi Icardi, al direttore regionale sanità Fabio Aimar, hanno partecipato Federico Chiodi, Sindaco di Tortona, Gabriele Pelissero, dell’Aiop Nazionale, Ettore Sansavini, Presidente Gvm Care e Research, uno dei gruppi più importanti in Italia, Rossana Boldi, Vice Presidente della Commissione Affari Sociali, Luigi Vercellino, Direttore Amministrativo Asl Alessandria, Fabio Marchi, presidente commissione sanità Confindustria Piemonte.

Vacanze, il “voucher Piemonte” piace ai turisti

In una settimana venduti più di 1000 pacchetti che offrono  tre notti al prezzo di una: già attivati oltre 6 mila pernottamenti 

 

A una settimana dal suo avvio il voucher vacanza della Regione Piemonte incassa il gradimento dei turisti che in soli 7 giorni hanno acquistato più di 1000 pacchetti per trascorrere tre notti in Piemonte al prezzo di una. Tra i territori più richiesti c’è il Lago Maggiore con oltre 200 voucher venduti e 50 settimane di vacanza prenotate, ma successo anche per le colline Unesco di Langhe e Monferrato , le montagne cuneesi e per la città di Torino con le sue valli , tutti con più di 200 voucher venduti o già opzionati. Ad apprezzare l’iniziativa sono stati gli stessi piemontesi , ma anche turisti in arrivo principalmente da Lombardia, Liguria, Veneto e anche dall’estero, in particolare Svizzera e Francia Considerato che i voucher venduti riguardano quasi tutti camere doppie , i turisti attratti sono quindi già più di 2 mila , con una ricaduta complessiva di oltre 6 mila pernottamenti prenotati in meno di una settimana .

 

«Abbiamo lanciato la promozione venerdì scorso e già nel weekend sono arrivati i primi turisti – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio , il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore al Turismo, Cultura e Commercio Vittoria Poggio – . I voucher funzionano perché offrono un vantaggio immediato e consistente a chi li acquista e allo stesso tempo immettono risorse reali e istantanee nel nostro sistema turistico e ricettivo, che è uno dei settori più colpiti dalle conseguenze dei mesi di lockdown. Adesso che siamo ripartiti, però, il Piemonte è pronto ad accogliere i turisti di ogni parte del mondo con la sua ospitalità “singolare”, come dice il claim della nostra campagna di promozione. Significa la certezza di una vacanza in sicurezza in luoghi unici e dalla bellezza suggestiva e mai scontata». 

 

Circa 400, ad oggi, le strutture ricettive che hanno aderito su tutto il territorio piemontese all’iniziativa della Regione Piemonte (hotel, B&B, campeggio, alloggio, agriturismo). Tra le tipologie più richieste dai turisti, nella prima settimana, ci sono gli agriturismi con piscina.
In generale, considerato il prezzo medio di 90 euro a notte per una camera doppia, il valore dei voucher acquistati finora è di oltre 90 mila euro , che moltiplicato per tre porta il valore complessivo dei pacchetti venduti a circa 300 mila euro . Per ogni notte acquistata dal turista, infatti, altre due vengono offerte dal territorio: una dalla Regione e l’altra dalla struttura ricettiva stessa.

 

Il voucher vacanze del Piemonte è frutto di un importante lavoro di squadra voluto e realizzato dalla Regione Piemonte in sinergia con VisitPiemonte (la società in house per la valorizzazione del territorio che ha curato lo sviluppo della campagna) e in collaborazione con Unioncamere, tutte le Agenzie Turistiche Locali , le Camere di commercio e i Consorzi turistici del Piemonte sotto la regia della Federazione dei Consorzi turistici della Regione Piemonte – Piemonte Incoming. 

 

«In questi giorni abbiamo riscontrato un incremento delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere che stanno aderendo alla promozione – evidenzia Andrea Cerrato presidente di Piemonte Incoming – . Gli operatori hanno capito che il voucher attivato dalla Regione non è un credito di imposta, come quello dello Stato, ma sono entrate di cassa immediate. E questo sta producendo molto interesse e una ricaduta immediata sul nostro settore».

 

I voucher potranno essere acquistati fino al 31 agosto 2020, ma saranno utilizzabili fino al 31 dicembre 2021 . Tutte le info relative su www.visitpiemonte.com

Un video in lingua per spiegare la raccolta differenziata

 Da oggi Amiat Gruppo Iren insieme alla Città di Torino e alla Circoscrizione 7, mette in campo un nuovo progetto di comunicazione multimediale in lingua, del tutto innovativo ed espressamente dedicato ai cittadini stranieri che hanno ancora una scarsa conoscenza dell’italiano.  

L’obbiettivo del progetto è fornire un ulteriore supporto informativo alle corrette modalità di raccolta differenziata, valorizzando le skills comunicative dei dipendenti dell’azienda, di origine straniera, che svolgono quotidianamente mansioni operative

 

In questa prima fase del progetto, sulla base delle istanze del territorio ed in particolare della Circoscrizione 7, si sono privilegiate le lingue più parlate nella aree cittadine in cui si rilevano maggiori difficoltà nella corretta gestione dei rifiuti, come ad esempio la zona Aurora.

 

Per questo motivo, poco prima dell’emergenza Coronavirus, sono stati realizzati due brevi sketch video in francese e in arabo con sottotitoli in italiano, quindi comprensibili da tutti.

 

“Seguire corrette modalità nella raccolta differenziata dei rifiuti è indispensabile per far funzionare al meglio il servizio e ottenere risultati positivi. Sotto questo profilo – dichiara l’Assessore all’Ambiente, Alberto Unia – assicurare a tutti i cittadini la possibilità di comprendere in modo chiaro quali siano le regole a cui attenersi risulta non solo importante, ma fondamentale. Per questo motivo l’adozione di iniziative e la messa in campo di strumenti che consentono di superare le difficoltà linguistiche, come il nuovo progetto di comunicazione multimediale lanciato da Amiat, assume un grande valore sia per coloro che fruiscono del servizio, sia per chi lo organizza e lo gestisce.

Gli operatori Amiat parlano direttamente alla videocamera, a tu per tu con i propri connazionali residenti a Torino, e mostrano come fare bene la raccolta differenziata tramite semplici esempi pratici e fornendo indicazioni sugli strumenti cartacei e digitali a disposizione del cittadino per risolvere ogni dubbio.”

 

I video sono visibili sul canale youtube Iren https://www.youtube.com/GruppoIren e sulla pagina FB di Amiat e del Gruppo Iren. Grazie alla collaborazione di diverse associazioni culturali verranno diffusi ai cittadini stranieri attraverso canali social e siti web.

 

Ma non è finita qui. Amiat prevede di registrare in futuro nuovi video, con il coinvolgimento di altri dipendenti di origini straniere che, parlando in ulteriori altre lingue, prime fra tutte l’inglese ed il rumeno, illustreranno ai loro connazionali le corrette modalità di conferimento dei rifiuti.

 

“Questa iniziativa – afferma il presidente di Amiat Gruppo Iren, Christian Aimaro – rientra in un più ampio piano di coinvolgimento e valorizzazione dello straordinario capitale umano di Amiat e del Gruppo Iren. Già nel corso del 2019, anno in cui Amiat ha festeggiato i suoi primi 50 anni, con un ricco programma partecipativo, abbiamo coinvolto molti nostri dipendenti in attività non strettamente legate alla propria mansione quotidiana. Questo ci ha permesso di scoprire come molti colleghi disponessero di non comuni qualità artistiche, comunicative ed espressive. Abbiamo quindi deciso di valorizzare questi aspetti, soprattutto per coinvolgere nei corretti comportamenti di differenziazione dei rifiuti quei cittadini che per difficoltà linguistiche e culturali trovano ancora difficoltà a comprendere le modalità di raccolta previste in città”.

 

“Siamo convinti – dichiara Luca Deri, Presidente della Circoscrizione 7 – che oltre al materiale cartaceo in lingua sia necessario anche un video in lingua che potrà essere veicolato tramite i social network ai diretti interessati. Dobbiamo anche sottolineare come le varie Associazioni dei Migranti siano state molte attive a diffondere il materiale informativo relativo alla raccolta differenziata “Porta a Porta” e siamo convinti che anche per questa iniziativa collaboreranno con l’Amministrazione Civica.

 

 

Acquedotto Monferrato rinnova presidente e vice

DAL PIEMONTE / Si è svolta venerdì l’Assemblea del Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato a Moncalvo.

Nell’occasione sono stati rinnovati il presidente ed il vice presidente dell’Assemblea, nella persona, rispettivamente, di Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo e di Mauro Castelli, sindaco di Verrua Savoia.

Successivamente l’assemblea ha provveduto all’approvazione del rendiconto che chiude con un utile di 409mila euro, illustrati dal presidente del consiglio di amministrazione, Aldo Quilico. Si è anche parlato delle ipotesi per arrivare ad un gestore unico dell’Ato prima del 2030 (anno previsto dalla normativa) che, al momento, non sembrano soddisfare lo stesso Quilico.

 

Imprese piemontesi per il ponte di Genova

Un ponte sostenibile e integrato con l’ambiente. Indipendente in molti periodi dell’anno dal punto di vista energetico, e meno invasivo possibile, quasi al limite della trasparenza, affinché i viaggiatori possano godere del paesaggio che si ammira sulla valle del Polcevera e da lì fino al mare.

Riuscire in questa sfida è stato il compito che il Gruppo Webuild, incaricato di realizzare il nuovo Ponte di Genova insieme a Fincantieri, ha affidato alla Bosco Italia, la società di Torino che installato i pannelli fotovoltaici, progettando e realizzando i relativi supporti, nonché le barriere frangivento in vetro che corrono per l’intera lunghezza del viadotto. Una delle 330 imprese che in Italia hanno partecipato a questa sfida.

«Abbiamo diviso il ponte su 1.535 campionature – racconta oggi Emanuele Marenco, presidente e amministratore delegato della Bosco Italia – sulle quali sono stati istallati tanto i pannelli fotovoltaici quanto i vetri frangivento».

I pannelli, che sono collegati alla rete impiantistica del ponte, accumulano energia durante il giorno e la rilasciano di notte così da garantire l’illuminazione del ponte, il funzionamento della segnaletica e anche quello dei sistemi di monitoraggio della struttura.

«Naturalmente i pannelli offrono il meglio delle loro prestazioni nei mesi estivi – spiega Marenco – anche se la posizione del ponte, vicino al mare, assicura una buona produzione energetica anche durante l’inverno».

Oltre ai pannelli solari, che proprio in questi giorni vengono montati a sbalzo lungo il viadotto, la Bosco Italia ha realizzato e montato le barriere frangivento, un altro elemento di quest’opera assolutamente unico.

«Le barriere – prosegue Emanuele Marenco – sono elementi eccezionali. Alte 2 metri e 30 centimetri, sono in grado di sostenere un peso di 280 kg per metro quadrato pur mantenendo la loro leggerezza e trasparenza. L’unicità di questi cristalli è quella di essere extra chiari, un prodotto tipico dell’arredamento di aeroporti».

Queste barriere assicurano una completa visibilità panoramica e offrono la percezione di trovarsi di fronte a una vetrata quasi inesistente se non fosse per la delicata serigrafia di strisce nere, posizionata per segnalare le barriere agli uccelli che dovessero sorvolare il ponte.

Per portare a termine questi lavori la Bosco Italia, nata 45 anni fa e specializzata proprio nel campo delle insonorizzazioni stradali e industriali, ha lavorato con ritmi elevatissimi, così come tutte le altre ditte impegnate nel cantiere.

«Rispetto ai tempi previsti inizialmente di 2 mesi – spiega Marenco – abbiamo dovuto contrarre a 5 settimane la conclusione degli allestimenti, un’impresa titanica che stiamo portando a termine proprio in questi giorni mettendo a lavoro quattro squadre divise in due turni, di giorno e di notte».

Nonostante la complessità del lavoro, i tempi stretti, la pressione per consegnare l’opera, anche per la Bosco Italia prendere parte alla costruzione del ponte è stata un’esperienza che non potrà essere dimenticata, come per le oltre 30 imprese del Piemonte che hanno collaborato alla costruzione del nuovo Ponte.

«Quando siamo saliti per la prima volta sull’impalcato – ricorda adesso Marenco – è stata un’emozione unica, che ha dato a me e a tutti i ragazzi che lavorano sul progetto una spinta in più. Per riuscire in questa impresa oltre alla volontà ci vuole uno stimolo superiore e l’idea di partecipare alla ricostruzione di un’opera così importante per Genova rappresenta proprio quello stimolo».

Edilizia e formazione: che fare per la ripartenza?

L’assessore Chiorino ha incontrato i rappresentanti del comparto, anch’esso colpito dall’emergenza Covid, ed ha ascoltato con molta attenzione le loro istanze: «Massima disponibilità a percorrere tutte le strade possibili per favorire le imprese e garantire la massima qualità della formazione».

Un «bollino verde» regionale in grado di certificare la qualità e la professionalità degli enti formatori e massimo sostegno al sistema edile, in particolare per quanto riguarda il tema della formazione, ragionando, fra le altre cose, anche su eventuali nuovi bandi formativi e su possibili incentivi fiscali.

E’ positivo l’esito del confronto  tra i rappresentanti di Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) Piemonte e l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Elena Chiorino. Alla riunione, oltre all’assessore Chiorino e ad alcuni funzionari dell’assessorato, erano presenti i vertici di Formedil Piemonte – in particolare il presidente Emilio Melgara e il vice presidente Giuseppe Manta – e il presidente dell’O.P.E.B. (Organismo Paritetico Edile Biellese per la Formazione e la Sicurezza), Andrea Bonifacio.

Obiettivo delle parti: aprire un dialogo costruttivo con la regione per il riconoscimento del ruolo svolto dal sistema bilaterale edile nella specifica formazione del settore. I rappresentanti della categoria hanno presentato proposte atte a garantire adeguati livelli qualitativi, che derivano dal proprio ruolo di Ente Formativo Bilaterale di emanazione contrattuale di un settore che conta 1.500 imprese e 25mila addetti.

In particolare sono state individuate linee strategiche improntate ad un’azione volta al coinvolgimento di Formedil Piemonte nella definizione dei futuri assetti programmatici, bandi formativi, profili professionali di settore e all’assegnazione di premialità con l’ipotesi di istituire un «bollino verde» regionale che qualifichi i corsi specifici svolti dagli Enti Bilaterali Edili e di conseguenza le imprese del sistema che indirizzano alla formazione i propri lavoratori.

Si è inoltre convenuta l’opportunità di riconoscere sgravi fiscali per le Imprese del settore che si rivolgono agli Enti formativi di emanazione contrattuale.

Ulteriore aspetto sul quale vi è stata unitarietà di intenti è l’azione di contrasto alle agenzie formative non qualificate che danno atto a fenomeni di concorrenza sleale a scapito della qualità delle capacità apprese dai formati.

«E’ stato un incontro molto positivo – ha commentato l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Elena Chiorino – in cui abbiamo fatto il punto sulle criticità di un settore, quello dell’edilizia, anch’esso colpito dall’emergenza Covid e che necessita di recuperare al più presto il tempo perduto partendo proprio dalla formazione». «Ho confermato ai presenti – ha proseguito Chiorino – la massima attenzione della Regione, il mio più convinto supporto alle loro esigenze e la disponibilità a valutare tutte le richieste pervenute per facilitare la ripartenza dell’edilizia, mettendo le imprese del settore nelle migliori condizioni possibili per ripartire di slancio, recuperando il terreno perso a causa del lock down». «Il nostro obiettivo – conclude Chiorino – deve essere certamente quello di sostenere la rapida ripresa economica del comparto, senza però mai scordare l’attenzione per la qualità, che si declina proprio nella formazione, elemento fondamentale per garantirla».

«L’incontro  con l’assessore Chiorino – ha dichiarato la presidenza del Formedil Piemonte – è ora più che mai fondamentale per proseguire sulla strada del confronto mantenendo un dialogo aperto e continuativo sulle politiche della formazione».

Torino amplia la Rete alimentare sociale

Comune, Banco Alimentare del Piemonte, CAAT e APGO: un nuovo Protocollo di Intesa 

 

 La firma del protocollo siglato tra Comune di Torino, Banco Alimentare del Piemonte, CAAT e APGO (Associazione Piemontese Grossisti Ortofrutticoli) si inserisce come una tra le più importanti iniziative volte alla lotta allo spreco e contrasto dell’insicurezza alimentare attraverso il recupero e trasformazione di eccedenze alimentari, nell’ambito del progetto Torino Città del Cibo.

Tale collaborazione prevede l’ampliamento e il potenziamento dell’attività di recupero, valorizzazione e redistribuzione, a fini solidali, delle eccedenze ortofrutticole e prende avvio dall’esperienza che, da oltre dieci anni, unisce Banco Alimentare del Piemonte e CAAT nel recupero dei prodotti invenduti e della loro redistribuzione alle strutture caritative del territorio che offrono sostegno alimentare agli indigenti.

L’attività coinvolge stabilmente 17 Strutture Caritative convenzionate che nel 2019 hanno potuto beneficiare di quasi 400 tonnellate di prodotti da destinare a oltre 2.500 indigenti del territorio.

Il nuovo Protocollo di Intesa mira a consolidare e ampliare le attività e le collaborazioni attive, agendo in diversi ambiti:

– Sostenibilità sociale: implementare e migliorare l’aiuto alimentare offerto alle famiglie indigenti del territorio, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, anche grazie all’inserimento di prodotti freschi dall’alto valore nutrizionale.

– Sostenibilità economica: recuperare e redistribuire le eccedenze valorizzando e rimettendo in circolo delle risorse economiche che altrimenti andrebbero perdute.

– Sostenibilità ambientale: intervenire sull’importante aspetto della riduzione dei rifiuti e dei costi di smaltimento a essi collegati.

Tra gli elementi strutturanti del nuovo accordo, il Banco Alimentare stabilirà un presidio continuativo dotandosi anche di celle di refrigerazione per massimizzare le attività di recupero e valorizzazione. Inoltre si intende sperimentare attività di trasformazione delle eccedenze, aumentando in questo modo le modalità di conservazione per garantire maggiore efficienza nella distribuzione.

‘L’iniziativa si colloca all’interno del progetto Torino Città del Cibo che ha visto la Città dotarsi per la prima volta di un coordinamento delle food policies locali –  sottolinea la Sindaca Chiara Appendino –  Con la firma di questo protocollo d’intesa aggiungiamo un altro importante tassello alla costruzione di una governance del sistema alimentare urbano che, attraverso azioni di sostenibilità ambientale, di solidarietà sociale, sensibilizzazione e promozione del territorio possa, di concerto con la valorizzazione delle  qualificate realtà locali, attive nel settore alimentare dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione alla ristorazione, altresì garantire l’accesso al cibo ai più fragili.’

‘La formalizzazione di questo Protocollo di Intesa – dichiara il Presidente del CAAT, Marco Lazzarino – conferma e consolida una collaborazione che la Società ha avviato con il Banco Alimentare da oltre 10 anni, riconducendola nell’ambito di quelle attività che concorrono a perseguire finalità di interesse generale”.

“L’iniziativa, fortemente voluta dalla Società –  dichiara il Direttore Generale del CAAT, Gianluca Cornelio Meglio –  muove nel solco di quelle attività volte a contrastare gli sprechi alimentari in aderenza all’eredità lasciata dalla Food Policy di Expo 2015.

“Il contrasto allo spreco alimentare  – riferisce il Presidenteoltre ad essere esplicitamente richiamato nel nostro Piano industriale e di Sviluppo 2018-2022, ha registrato un’accresciuta sensibilità, in un contesto storico come quello che stiamo vivendo, per effetto della pandemia.’

‘Sottoscrivo con favore il nuovo Protocollo d’Intesa tra Comune di Torino, Banco Alimentare e CAAT, certo di poter contare sull’altruismo dei miei colleghi che hanno sempre dato dimostrazione di grande generosità e forte sensibilità verso il tema della beneficenza – commenta il  Presidente dell’APGO, Stefano Cavaglià – . Parlo di beneficenza non a caso, in quanto voglio sottolineare che, per una buona parte dei prodotti conferiti al Banco Alimentare, si tratta di merci ancora vendibili sul mercato e non esclusivamente di eccedenze invendute. Pertanto alla donazione di prodotti sottostà spesso un gesto di liberalità dei colleghi che con orgoglio rappresento.”

“La firma di questo nuovo Protocollo di Intesa – afferma Salvatore Collarino, Presidente del Banco Alimentare del Piemonte – rappresenta un’azione importante e concreta che consolida un circolo virtuoso volto a favorire, ancora una volta, lo sviluppo e la diffusione della sensibilità verso il tema della lotta allo spreco e dell’accesso equo al cibo sano e sostenibile anche per le persone in difficoltà del nostro territorio.”

Per sviluppare le finalità del progetto, potenziare le collaborazioni già in essere e favorirne di nuove, si intende, inoltre, realizzare un evento di promozione dedicato ai partner. Durante questa iniziativa verranno presentati i risultati ottenuti fino ad oggi e i nuovi obiettivi, sensibilizzati i produttori sul tema della lotta allo spreco e della sostenibilità sociale/ambientale e promosse le donazioni di eccedenze anche attraverso la presentazione dei benefici fiscali favoriti dalla Legge Gadda.

 

 

“Imprese vincenti” valorizza le pmi

Partirà dopo l’estate il roadshow digitale di “Imprese Vincenti”, il programma di Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle PMI lanciato nel 2019 e che ha già accompagnato 120 aziende in percorsi di valorizzazione e crescita.

 Per la seconda edizione sono state raccolte oltre 4.000 autocandidature di aziende, raddoppiando i numeri dello scorso anno: un segnale che testimonia la volontà di molte imprese di puntare sulle proprie capacità distintive per intraprendere un percorso di crescita nonostante le complessità del contesto.

La seconda edizione di ‘Imprese Vincenti’ punta anche a dare evidenza ai segnali di reazione e di volontà di ripartenza di buona parte del tessuto imprenditoriale italiano, attraverso la testimonianza diretta degli imprenditori che parteciperanno ad un roadshow digitale tra settembre e novembre. Spiega Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: «Per noi tutte le imprese che si stanno impegnando nella ripartenza sono comunque vincenti, dobbiamo accompagnarle verso il rilancio e la crescita. Il virus ci sta mostrando che chi ha impostato correttamente la propria strategia imprenditoriale riesce a reagire e a ripartire».

Undici le tappe che si focalizzeranno sulle storie delle imprese e dei territori: Torino, Cuneo, Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Bari, a cui si aggiunge anche una tappa dedicata alle imprese del Terzo settore, in un confronto tra mondo profit e non profit nella logica di sostenibilità e della piena valorizzazione dell’impatto sul territorio di tutte le tipologie di impresa.

Norauto lancia il primo mobility lab d’Italia

Il Centro Norauto di Torino, città test, ospita uno spazio di 60 mq interamente dedicato alla vendita e post vendita del segmento due ruote e non solo: dall’installazione alla manutenzione, alla riparazione e alla prova di prodotti, accessori e ricambi per la mobilità sostenibile

Norauto, Gruppo leader in Europa per la vendita e installazione di accessori e ricambi auto, è da sempre impegnata nel rispetto per l’ambiente e lo dimostrano le politiche e le strategie commerciali per la sostenibilità ambientale adottate negli anni. L’ultima iniziativa in ambito green di Norauto è l’introduzione di articoli e prodotti che appartengono alla categoria mobilità alternativa e sostenibile – non solo bici a pedalata assistita e monopattini elettrici, ma anche segway, overboard e molto altro – con le nuove proposte per muoversi in stile green, safe & healthy per incentivare l’utilizzo dove possibile di mezzi sostitutivi dell’auto e dei mezzi pubblici, con chiari vantaggi non solo per l’ambiente, ma anche per i fruitori ed il loro benessere psicofisico.

È in questo contesto che a Torino, città test d’Italia, è stato creato il primo Norauto Mobility Lab, un’area di 60 metri quadrati allestita nel Centro Norauto di via Monginevro 162 interamente dedicata alla vendita, alla riparazione, all’installazione e alla prova di articoli a due ruote, oltre a una nuova gamma di accessori per viaggiare in totale comodità (come le barre da tetto, i portabici posteriore o da traino) e in generale per tutte le esigenze (tra gli altri i box da tetto di diverse capacità).

Il settore della mobilità sostenibile sta registrando per Norauto un trend di vendite (sia in negozio che online) molto positivo con il 130% in più rispetto allo scorso anno. L’apertura del Norauto Mobility Lab intende colmare un gap che i consumatori segnalano da tempo: troppo spesso infatti, acquistato un veicolo elettrico da un rivenditore non è possibile rivolgersi allo stesso per farlo riparare o per trovare i ricambi in caso di danneggiamento o rottura di alcune parti. Ora invece il nuovo spazio di Norauto va incontro all’acquirente grazie a tecnici specializzati nella manutenzione dei mezzi a due ruote e a un’ampia gamma di accessori e ricambi specifici.

Tra i servizi offerti nel Norauto Mobility Lab segnaliamo in particolare: verifica stato e pressione delle gomme, sostituzione e ingrasso delle catene, controllo e regolazione del cambio, dei freni, dello sterzo, delle luci e di tutti i serraggi, montaggio di copertoni, delle camere d’aria e delle spazzole del freno, installazione e sostituzione cavi e guaine. Inoltre sarà presente in vendita per la prima volta anche il noto brand Bottecchia, le cui biciclette da oltre un secolo conquistano il grande pubblico di tutto il mondo con il loro design e con le innovazioni tecnologiche.

Democratizzare l’utilizzo della bici elettrica, rendendola accessibile al maggior numero di persone, per una mobilità sempre più sostenibile è diventato ormai uno dei plus di Norauto Italia, che da qualche anno punta molto su strategie commerciali volte a incentivare i consumatori a muoversi con il mezzo di trasporto green più adatto alle loro esigenze, attraverso prezzi di vendita molto competitivi e oggi anche con la garanzia dell’assistenza e dei ricambi per tutti. La scelta di partire da Torino per sperimentare questo nuovo format non è casuale, ma ha un significato di fondo, perché Torino è la città che ha investito di più sulla mobilità sostenibile, con la realizzazione di decine di chilometri di piste ciclabili, bike lane e controviali condivisi, ma anche ciclo-stazioni, stalli di sosta con archetti per le biciclette private e i monopattini”.

Jean-Luc Dony Amministratore Delegato di Norauto Italia.

Il Norauto Mobility Lab è solo l’ultima di tante politiche e iniziative che hanno la sostenibilità ambientale come denominatore comune: tra le altre ricordiamo per esempio il corretto trattamento e smaltimento dei materiali pericolosi ed inquinanti (come pneumatici, oli esausti, batterie e gas refrigeranti), l’applicazione di best practice quotidiane (come l’utilizzo di energia rinnovabile e abolizione della plastica), la circolazione della merce su mezzi di trasporti eco sostenibili, grazie all’uso del bio-metano come combustibile (un gas naturale e rinnovabile che porta vantaggi ambientali diretti quali la riduzione del 95% le emissioni di CO2) e l’eliminazione dei volantini promozionali in formato cartaceo sostituiti dalle versioni digitali per limitare al massimo lo spreco della carta e dei toner delle fotocopiatrici.