ECONOMIA- Pagina 35

Master in Finance di ESCP Business School primo al mondo

A pochi giorni dalla conclusione della Conferenza Europea dell’FMA – Financial Management Association, che con ESCP Business School ha riunito a Torino accademici, esperti e decision-maker provenienti da tutto il mondo, la scuola si conferma come eccellenza dell’insegnamento in ambito finance

Torino, 17 giugno 2024

A pochi giorni dalla conclusione della Conferenza Europea dell’FMA – Financial Management Association, che con ESCP Business School ha riunito a Torino accademici, esperti e decision-maker provenienti da tutto il mondo, la scuola si conferma come eccellenza dell’insegnamento in ambito finance

Torino, 17 giugno 2024 – Il programma di Master in Finance (MSc) di ESCP Business School è al primo posto a livello mondiale nella classifica del Financial Times del 2024 dei migliori 65 Master in Finance. Per il secondo anno consecutivo al vertice del ranking, ESCP si conferma come una delle principali business school a livello globale. Fondata nel 1819, dal 2004 è presente in Italia con il Campus di Torino. In linea con questo risultato, la sede italiana della business school internazionale sta sviluppando sempre più programmi incentrati su tematiche finance, come dimostrano la specializzazione in Fintech & Innovation dell’MBA, la Major in Corporate Finance & Investment Banking del Bachelor in Management e le varie specializzazioni in ambito finanziario del Master in Management – Finance, Investment Banking e Managerial Economics and Business Strategy, quest’ultima in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto. Nei prossimi mesi il legame con la città sarà rafforzato dall’inaugurazione del nuovo Campus di oltre 8000 metri quadrati, che accoglierà più di 1500 studenti provenienti da tutto il mondo. Torino si conferma così un importante polo accademico sui temi della finanza, trend confermato anche a chiusura della Conferenza Europea 2024 dell’FMA – Financial Management Association, che ha visto oltre 300 tra accademici, esperti e decision-maker provenienti da tutto il mondo riuniti in città per analizzare il presente e il futuro della finanza.

Come nel 2023, il Master in Finance di ESCP Business School è stato classificato primo per il network degli alumni e il career service, con il 100% dei laureati impiegati entro tre mesi dalla laurea. Ancora una volta, il programma ha ottenuto il primo posto in termini di obiettivi raggiunti dai laureati (96% dei rispondenti). Grazie ai corsi sui fondamenti della finanza e alla possibilità di specializzarsi in corporate investment banking o mercati finanziari, il MSc in Finance di ESCP è strutturato per dare agli studenti un accesso immediato a posizioni di responsabilità nel settore finanziario.

“Siamo incredibilmente orgogliosi di essere stati classificati primi a livello mondiale per la seconda volta dal FT. Questo risultato riflette il nostro impegno a fornire un’educazione di livello mondiale e il duro lavoro e la dedizione del nostro corpo docente, staff e studenti. I nostri continui sforzi per innovare e migliorare il piano di studi assicurano che i nostri laureati siano ben preparati per eccellere nel dinamico panorama della finanza”, afferma il Professor Philippe Thomas, Direttore Accademico del Master in Finance di ESCP Business School.

Quest’anno, inoltre, il Master in Finance di ESCP Business School è stato classificato primo per la mobilità lavorativa internazionale e secondo per l’esperienza internazionale del corso, evidenziando la sua natura multiculturale. L’insegnamento durante il programma intensivo di 14 mesi è infatti equamente diviso tra i campus della scuola in due importanti centri finanziari globali: Parigi e Londra. Per laurearsi, gli studenti devono anche completare uno stage di sei mesi che può essere svolto ovunque nel mondo.

“Siamo entusiasti di vedere il nostro programma di Master in Finance riconosciuto ancora una volta per la sua qualità eccezionale e il suo impatto. Come più antica business school del mondo, ESCP mantiene la sua posizione di eccellenza grazie alla dedizione incrollabile del nostro corpo docente, staff, studenti e alumni. Questi risultati eccezionali dimostrano l’impegno di ESCP a preparare i nostri studenti a diventare business leader di domani, in tutti i settori”, afferma il Professor Léon Laulusa, Dean & Executive President di ESCP Business School.

“Oltre ai fondamenti della finanza, il programma è progettato per aiutare gli studenti a definire i loro obiettivi di carriera e sviluppare competenze interpersonali chiave. Crediamo che questo approccio abbia contribuito fortemente al fatto che il 100% dei laureati sia impiegato a meno di tre mesi dalla laurea”, aggiunge il Prof. Philippe Thomas. “Le competenze trasversali fanno parte del programma da oltre dieci anni e continuano a essere migliorate ogni anno poiché le consideriamo un elemento essenziale per il successo futuro dei nostri laureati.”

 nella classifica del Financial Times del 2024 dei migliori 65 Master in Finance. Per il secondo anno consecutivo al vertice del ranking, ESCP si conferma come una delle principali business school a livello globale. Fondata nel 1819, dal 2004 è presente in Italia con il Campus di Torino. In linea con questo risultato, la sede italiana della business school internazionale sta sviluppando sempre più programmi incentrati su tematiche finance, come dimostrano la specializzazione in Fintech & Innovation dell’MBA, la Major in Corporate Finance & Investment Banking del Bachelor in Management e le varie specializzazioni in ambito finanziario del Master in Management – Finance, Investment Banking e Managerial Economics and Business Strategy, quest’ultima in collaborazione con il Collegio Carlo Alberto. Nei prossimi mesi il legame con la città sarà rafforzato dall’inaugurazione del nuovo Campus di oltre 8000 metri quadrati, che accoglierà più di 1500 studenti provenienti da tutto il mondo. Torino si conferma così un importante polo accademico sui temi della finanza, trend confermato anche a chiusura della Conferenza Europea 2024 dell’FMA – Financial Management Association, che ha visto oltre 300 tra accademici, esperti e decision-maker provenienti da tutto il mondo riuniti in città per analizzare il presente e il futuro della finanza.

Come nel 2023, il Master in Finance di ESCP Business School è stato classificato primo per il network degli alumni e il career service, con il 100% dei laureati impiegati entro tre mesi dalla laurea. Ancora una volta, il programma ha ottenuto il primo posto in termini di obiettivi raggiunti dai laureati (96% dei rispondenti). Grazie ai corsi sui fondamenti della finanza e alla possibilità di specializzarsi in corporate investment banking o mercati finanziari, il MSc in Finance di ESCP è strutturato per dare agli studenti un accesso immediato a posizioni di responsabilità nel settore finanziario.

“Siamo incredibilmente orgogliosi di essere stati classificati primi a livello mondiale per la seconda volta dal FT. Questo risultato riflette il nostro impegno a fornire un’educazione di livello mondiale e il duro lavoro e la dedizione del nostro corpo docente, staff e studenti. I nostri continui sforzi per innovare e migliorare il piano di studi assicurano che i nostri laureati siano ben preparati per eccellere nel dinamico panorama della finanza”, afferma il Professor Philippe Thomas, Direttore Accademico del Master in Finance di ESCP Business School.

Quest’anno, inoltre, il Master in Finance di ESCP Business School è stato classificato primo per la mobilità lavorativa internazionale e secondo per l’esperienza internazionale del corso, evidenziando la sua natura multiculturale. L’insegnamento durante il programma intensivo di 14 mesi è infatti equamente diviso tra i campus della scuola in due importanti centri finanziari globali: Parigi e Londra. Per laurearsi, gli studenti devono anche completare uno stage di sei mesi che può essere svolto ovunque nel mondo.

“Siamo entusiasti di vedere il nostro programma di Master in Finance riconosciuto ancora una volta per la sua qualità eccezionale e il suo impatto. Come più antica business school del mondo, ESCP mantiene la sua posizione di eccellenza grazie alla dedizione incrollabile del nostro corpo docente, staff, studenti e alumni. Questi risultati eccezionali dimostrano l’impegno di ESCP a preparare i nostri studenti a diventare business leader di domani, in tutti i settori”, afferma il Professor Léon Laulusa, Dean & Executive President di ESCP Business School.

“Oltre ai fondamenti della finanza, il programma è progettato per aiutare gli studenti a definire i loro obiettivi di carriera e sviluppare competenze interpersonali chiave. Crediamo che questo approccio abbia contribuito fortemente al fatto che il 100% dei laureati sia impiegato a meno di tre mesi dalla laurea”, aggiunge il Prof. Philippe Thomas. “Le competenze trasversali fanno parte del programma da oltre dieci anni e continuano a essere migliorate ogni anno poiché le consideriamo un elemento essenziale per il successo futuro dei nostri laureati.”

Mirafiori, la 500 ibrida non basta per il rilancio

Tempi duri per Mirafiori? Da tempo Stellantis usa un giorno il bastone e l’altro la carota. Agli annunci di cassa integrazione seguono promesse di nuovi investimenti. Ma cosa accadrà davvero? Dopo la manifestazione del 12 aprile i lavoratori di Mirafiori sono tornati in piazza pochi giorni fa. Con loro l’arcivescovo di Torino, il sindaco e idealmente tutta la città preoccupa il futuro dello storico stabilimento e di tutto il comparto automotive.  I metalmeccanici torinesi hanno evidenziato con forza che la novità della  500 ibrida non è sufficiente per rilanciare la fabbrica torinese. Sotto la mole ci vuole altro modello e  altre produzioni. Dopo 15 anni di cassa integrazione le 200 mila auto all’anno grazie alla 500 elettrica e ibrida, non bastano. Si attendono nuove proposte dall’azienda che al momento propone incentivi (relativi allo stabilimento di Cassino, per il momento) a chi si sposta a lavorare in Francia. La nuova Fiat Panda, progettata a Torino, verrà prodotta in Serbia, il nuovo modello di Doblò in Algeria mentre la 600 si fa in Polonia. Così i lavoratori  devono scegliere tra cassa integrazione o stipendio pieno, ma, appunto, in Francia alla Peugeot di Sochaux. Le preoccupazioni per lo stabilimento  di Torino non mancano. L’anno scorso ha raggiunto la produzione di 80mila unità, ma quest’anno con  il crollo dei numeri della Fiat 500 elettrica e la chiusura della produzione della Maserati Levante, i volumi potrebbero scendere tra le 30 e le 40mila unità: quasi il minimo storico registrato tra il 2013 e 2016 e nel 2019.

(ilTorinese.it)

Intranet Italia Champions: Iren premiata tra i migliori progetti

Il Gruppo Iren ha ricevuto il premio Intranet Italia Champions per la nuova intranet aziendale, NoiIren, lanciata nell’autunno 2023.

Intranet Italia Champions (IIC) è un riconoscimento annuale, promosso da Intranet Management in collaborazione con Ariadne Digital, assegnato alle aziende che hanno implementato sulla propria Intranet un progetto innovativo e di successo per l’impresa e i dipendenti.

In particolare, il Gruppo è stato premiato nella categoria “Design e Interazione”: a determinare la scelta della giuria internazionale che ha selezionato i vincitori, la capacità della nuova Intranet di rispondere alle sfide di crescita dell’azienda, anche attraverso funzioni come la profilazione degli utenti, la personalizzazione dei contenuti, l’integrazione con gli strumenti operativi, un motore di ricerca avanzato e un approccio responsive e mobile first. Tra gli aspetti evidenziati nella motivazione del premio, inoltre, la costituzione di una redazione diffusa che consente alle persone del gruppo di contribuire attivamente alla creazione dei contenuti, favorendo la cultura della collaborazione e della condivisione delle conoscenze.

Il progetto, coordinato dalla Direzione Comunicazione e dalla Direzione Tecnologie e Sistemi Informativi Iren con il supporto di Core.Consulting e Spindox, ha visto una approfondita fase di ascolto e analisi della popolazione aziendale, con oltre 1800 questionari compilati, quattro focus group, interviste ai manager del Gruppo e circa 90 dipendenti attivamente coinvolti nelle fasi di progettazione e costruzione dei contenuti.

Il processo che ha avuto tre priorità: ascoltare, migliorare e semplificare. Il risultato è uno strumento innovativo e accessibile, che è diventato un vero e proprio spazio di lavoro che risponde alle esigenze operative di lavoratori e lavoratrici. La sfida è quella di “abitare” sempre di più questo spazio, sia con contenuti e informazioni, sia grazie a una personalizzazione che lo renda capace di raggiungere e coinvolgere le 11mila persone Iren.

L’evoluzione tecnologica secondo Canducci con I3P a “Scintille”

Torino, la tassa rifiuti aumenta del 6,7%

La Giunta comunale, riunita  in seduta straordinaria, ha approvato, su proposta dell’Assessora al Bilancio Gabriella Nardelli, un adeguamento del 6,67% della Tassa comunale sui rifiuti insieme a nuove agevolazioni rivolte ad utenze domestiche e non domestiche per l’anno 2024.

Il metodo tariffario introdotto dall’autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente (Arera) dal 2020, in generale, e gli ultimi interventi normativi del 2023, in particolare, hanno portato a redigere il Piano Economico Finanziario (Pef) biennale 2024-2025 con rilevanti aumenti rispetto al biennio precedente. Le motivazioni sono molteplici, a partire dalla crescita dell’inflazione che ha causato consistenti aumenti nei costi del servizio e che porta alla previsione, da parte di ARERA, di un possibile aumento totale nel biennio fino al 13,3%.

“Si tratta di adeguamento – spiega l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli – reso necessario dell’aumento dei costi dovuto all’inflazione e senza il quale per i Comuni non sarebbe possibile garantire per il futuro la totale copertura dei costi del servizio e la conseguente messa in sicurezza degli equilibri di bilancio. Tuttavia, con la delibera approvata garantiremo anche il finanziamento di agevolazioni complessive per oltre 7milioni di euro, 5,7 dei quali destinati ai nuclei in condizione di difficoltà economica.

Sempre per fronteggiare le dinamiche di spesa e per sostenere il mondo dell’associazionismo sportivo e del Terzo Settore, abbiamo previsto una ulteriore misura agevolativa a favore degli Enti iscritti agli appositi registri per circa 500mila euro. Sono inoltre allo studio misure più incisive per le attività di riscossione e contrasto all’evasione fiscale”. 

L’adeguamento sarà applicato in sede di saldo con il bollettino che gli utenti riceveranno a fine anno.

Per citare qualche esempio su quanto impatteranno gli aumenti: un nucleo famigliare composto da una sola persona in un’abitazione di 50 metri quadrati pagherà 7,6 euro in più, passando da 113 a 121 euro annui; per una famiglia di due persone in 70 metri quadrati l’aumento sarà invece di 16,2 euro, passando così da 242 a 258 euro l’anno; una famiglia di 4 persone in una casa fino a 120 metri quadrati pagherà 25,9 euro in più, da 388 a 413,9 euro.

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Vendere i debitori, un affare lucroso

 

 

Per secoli le banche hanno svolto il loro compito con modalità fisse ed immutabili, finalizzate a realizzare il compito importante di intermediare il denaro a supporto del sistema economico.

In pratica, raccolgono soldi dai risparmiatori attraverso i conti correnti ed i depositi e li prestano ad aziende e privati che ne hanno bisogno.

Una buona gestione dei crediti consente di mantenere in equilibrio il sistema, potendo far fronte ad eventuali massicci prelievi di depositi attraverso il ricupero dei crediti erogati.

Se un debitore non può rimborsare il finanziamento, la banca può esercitare le azioni di ricupero con la messa in mora, le azioni giudiziarie d’ipoteca o sequestro; azioni dall’esito incerto e di solito poco efficaci perché il ricupero è sempre parziale e diluito nel tempo a volte per anni (anche a causa di azioni legali di opposizione da parte dei debitori).

Nel tempo (soprattutto a partire dal fallimento della Lehman che ha creato una crescita consistente delle crisi aziendali, aggravatasi poi a seguito della pandemia) molti finanziamenti sono entrati in crisi, generando i cosiddetti “prestiti inesigibili”, in sigla tecnica noti come NPL (not performing loans, col solito abuso dell’inglese).

In queste condizioni il sistema bancario ha trovato una soluzione: sbarazzarsi dei crediti inesigibili o di difficile incasso cedendoli ad un altro intermediario.

Operazione che presenta almeno due vantaggi per le banche: “pulire” il bilancio, mantenendo solo i crediti sani, ed incassare subito una cifra con la quale ripristinare la propria liquidità.

A fronte di questi vantaggi si pone il fatto che si contabilizza una perdita più o meno consistente, pari alla differenza tra il credito originario e l’importo incassato. Non esistono statistiche precise, ma si stima che le cessioni avvengano al 20-30% del nominale.

Evidentemente il gioco vale la candela se la pratica è ormai diffusissima a livello mondiale, ed anche in Italia gli istituti di credito vi fanno ampio ricorso.

 

In base ai dati comunicati nel corso di un convegno su questo tema organizzato da Banca IFIS (una società specializzata nell’acquisto di NPL) il totale dei crediti deteriorati nel bilancio delle banche è sceso da 341 miliardi di euro del 2015 a 58 miliardi di euro del 2022. Quasi 300 milordi sono stati venduti a società specializzate che acquistano in blocco i crediti e cercano di ricuperare il più possibile per guadagnarci.

E’ evidente una stortura del mercato: le banche erogano il credito ma non vogliono occuparsi delle operazioni andate male, che svendono ad altri operatori.

La domanda sorge spontanea: si tratta di benefattori che si accollano i rapporti con aziende e privati incapaci di pagare i debiti, oppure di speculatori che puntano, pagando importi marginali, ad incassare cifre superiori spremendo i “clienti” con tutti i mezzi?

E dall’altra parte la domanda è: se la banca si rende conto che non può incassare totalmente il prestito, perché non concorda con il cliente la percentuale di “sconto”, anziché concedere lo sconto stesso ad una parte terza?

Il fatto è che il mercato NPL fa gola a molti, e quei 300 miliardi di crediti inesigibili ceduti generano un giro d’affari ricco e sostanzioso cui nessuno vuole rinunciare.

Proprio per questo è stato presentato il disegno di legge, che intende mettere dei paletti alle procedure, evitando i rischi di eccesso di svalutazione delle posizioni e, soprattutto, di eccesso di pressioni sui debitori.

La norma prevede che il debitorein caso di cessione della sua posizione, abbia il diritto di estinguere il debito corrispondendo al cessionario il prezzo di acquisto del relativo credito, maggiorato del 20% o del 40%. Al fine di consentire l’esercizio dell’opzione, la società acquirente deve comunicare al debitore l’operazione e il prezzo corrisposto, entro il termine di 10 giorni dalla cessione.

Il debitore dovrà, entro 30 giorni, comunicare per iscritto:

– la volontà di esercitare l’opzione; e

– l’impegno a effettuare il pagamento entro 90 giorni (o diverso termine stabilito tra le parti).

Una proposta che consente di creare un equilibrio fra i tanti interessi in gioco.

Infatti:

  • Il debitore può (se ha la disponibilità) chiudere il finanziamento ad un costo ragionevole. Ipotizzando che la cessione di 100.000 euro nominali sia avvenuta al 30%, potrà estinguere la posizione sborsando da un minimo di 36.000 ad un massimo di 42.000 euro, potendo così procedere (se ne ha la possibilità) con la sua attività
  • Il cessionario incassa subito un guadagno grazie alla maggiorazione fissata dalla legge, senza impegnarsi nelle lunghe e costose azioni di ricupero, dall’esito comunque incerto
  • La banca è in una posizione neutra, avendo comunque chiuso i suoi conti e non subendo alcun pregiudizio dal successivo esito della pratica.

Però si sono scatenate reazioni violente da parte dei protagonisti del mercato.

Le obiezioni riguardano la “complessità delle operazioni”, il “costo delle comunicazioni”, “l’impossibilità di determinare con esattezza il valore dei singoli crediti” perché ceduti “in blocco”.

Obiezioni tecniche facilmente superabili che nascondono in realtà il disappunto nel veder ridimensionato un mercato che offre lauti margini di guadagno.

Ci sarebbe anche da discutere su chi sono gli “imprenditori degli NPL”, quali intrecci hanno con le banche stesse, quali mezzi usano per “convincere” i debitori a pagare…

Discussione che potremmo rinviare ad un prossimo intervento.

 

 Gianluigi De Marchi 

demarketing2008@libero.it

Cresce il divario tra i prezzi degli affitti e le aspettative

L’ultima ricerca di HousingAnywhere, la più grande piattaforma europea di affitti a medio termine riguarda il divario tra i prezzi degli affitti in Europa e le aspettative di spesa degli inquilini.

 

Si tratta del Rent Gap Monitor per il primo trimestre del 2024, che confronta il prezzo medio degli appartamenti presenti sulla piattaforma con la spesa massima media impostata dagli utenti in cerca di alloggio in affitto su HousingAnywhere.

L’indagine ha analizzato oltre 3,9 milioni di ricerche in 28 città in 12 paesi europei nei primi trimestri del 2024 e del 2023, rivelando che gli inquilini di gran parte dell’Europa si aspettavano di trovare alloggi in affitto a un prezzo inferiore del 18,7% rispetto al prezzo reale di mercato.

Per quanto riguarda l’Italia, la differenza tra aspettative e realtà è cresciuta maggiormente a Torino (da 0 a 219 euro), ma è diminuita significativamente a Bologna, Milano, Firenze e Roma.

Tuttaviail mercato immobiliare italiano in diverse città è ancora lontano dall’accessibilità. Roma è regina in Italia nei prezzi degli appartamenti, seconda in tutte e 28 le città europee analizzate solo a Parigi, con un canone di 2.000 euro, Milano è ottava con ben 1.700 euro.

La città che cambia: alloggi residenziali nell’ex fabbrica Paracchi

Tornerà finalmente a nuova vita la ex fabbrica Paracchi all’incrocio tra le vie Pessinetto e Pianezza dove, all’inizio degli anni ’20 del secolo scorso, si insediò la più antica azienda d’Italia per la fabbricazione di tappeti industriali.

Il complesso da 1.600 metri quadrati su 4 piani, abbandonato da oltre vent’anni dopo la chiusura dello stabilimento nei primi anni ’90, ha finalmente trovato un compratore nella società Olivero Srl di Fossano che se lo è aggiudicato grazie a un’offerta di 651mila e 500 euro, con un rialzo di oltre il 22% sul prezzo a base d’asta di 531mila euro.

“L’acquisto del compendio Paracchi e le sua rigenerazione sono un’ottima notizia per tutti e in particolare per i cittadini della zona che nell’edificio messo insicurezza e riqualificato sapranno riconoscere un  passo fondamentale e concreto all’interno di un percorso lungo e delicato di riqualificazione dell’area” – commenta la Vicesindaca con delega al Patrimonio Michela Favaro che aveva deciso di inserire il bene in un nuovo procedimento di alienazione, dopo che la prima gara a dicembre dello scorso anno era andata deserta.

L’immobile è destinato ad ospitare alloggi residenziali.

L’apertura delle buste e l’esame delle offerte pervenute hanno riguardato altri 5 dei 16 lotti indicati per un valore complessivo di quasi 1 milione e 826mila euro (comprensivi dei 651mila euro della ex fabbrica Paracchi).

Si tratta dell’immobile ai civici 8-10 di strada Calleri che ospitava la ex scuola materna “Fiorina” (lotto 4), dell’ alloggio su due livelli con box auto triplo e cantina al civico 79 di strada  comunale di Mongreno (lotto 8), del locale commerciale al civico 16/a di piazzale Valdo Fusi n. 16/A (lotto 10),  del basso fabbricato al civico 73/d di via Bianchi (lotto 13) e del terreno in via Bellardi in prossimità del civico 71 (lotto 15).

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Percorsi di educazione finanziaria al Museo del Risparmio di Torino

 
Il Museo del Risparmio  di Via San Francesco d’Assisi 33  presenta la prima Escape Room di educazione finanziaria: sabato 15 giugno si potrà provare gratuitamente la nuova attività, diffusa lungo le sale del museo 
 
 

Nella vita quotidiana, soprattutto in questo delicato e incerto periodo e economico, dove le scelte finanziarie devono essere calibrate fino all’ultimo centesimo, la gestione del proprio denaro non è affare semplice.  In realtà, quella che potremmo definire una vera e propria ‘ educazione finanziaria’, pochissimi ne sono stati o ne sono influenzati, abituati da sempre a far gestire ” ad altri” del settore, finanze o, i più caparbi, investimenti.

A ben vedere, tuttavia, la credibilità di un professionista, non solo operatore negli ambienti economici, ma chiunque abbia obiettivi finanziari, anche minimi , nel breve o nel lungo termine, dimostrare di avere competenze finanziarie di base, supportate poi dagli approfondimenti dai professionisti del settore, rappresenta un notevole  passo per essere ” avanti” in tanti aspetti della vita lavorativa e personale; per non incappare, ad esempio, in situazioni sgradevoli determinate da disattenzione o ignoranza.

Il Museo del Risparmio, progettato e voluto dal gruppo bancario di Intesa San Paolo, nasce quindi dall’idea di creare un luogo unico, innovativo, divertente dedicato alle famiglie, agli adulti e ai bambini. Uno spazio in cui sia possibile avvicinarsi ai concetti di risparmio e investimento con linguaggio chiaro e semplice, al fine di migliorare il proprio livello di ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA.

È, infatti, possibile fare buone scelte finanziarie anche senza essere in grado di usare formule matematiche complesse!

L’iniziativa di sabato15 giugno ha l’obiettivo di coinvolgere famiglie e ragazzi particolarmente sensibili alle tematiche a sfondo finanziaria,  attaverso varie attivitá immersive e che si sviluppano in diverse ambientazioni, accompagnati da giochi luminosi e situazioni di interattività digitale, creati per l’occasione

Un’esperienza di gioco  coinvolgente che, per la particolare tematica trattata, trae ispirazione dalla scalata in montagna, una delle attività sportive che più di tutte riporta alla fatica nel raggiungere la vetta, metafora della pianificazione finanziaria per arrivare all’obiettivo,  la ” vetta” . I giocatori,  cioè i risparmiatori, attaverso la ricerca degli strumenti per la ” scalata” , passo dopo passo, compiono tutti i processi per accantonare, investire e, appunto, imparare a risparmiare. Per non arrivare all’obiettivo scarichi di energia, vuoti di soldi.

Interessanti anche i totem digitali a racconto dell’evoluzione della moneta sino ai giorni nostri

Il pubblico potrà provare la nuova attività sabato 15 giugno in uno dei tre turni in programma: ore 15 , ore 16 e ore 17 prenotandosi all’indirizzo mail prenotazioni@civita.art. L’attività sarà poi riprogrammata anche a luglio e, da settembre, una volta al mese.

Chiara Vannini

L’allarme degli autotrasportatori: autostrade ingolfate per i cantieri

Si prospettano mesi duri per gli autotrasportatori di Torino e del Piemonte, a causa  dei perenni lavori sulla tangenziale e dei rallentamenti sulla Torino-Savona con i cantieri a cielo aperto, con lunghe code e tempi di percorrenza triplicati. Questa è la situazione delle autostrade piemontesi, come si prefigura alle soglie dell’estate e che proseguirà fino al 2025.

Manutenzione stradale o rifacimenti che non riguardano solo i collegamenti con la Liguria, ma anche con la Francia. Infatti sia la Torino- Bardonecchia, che vive sotto una costante manutenzione straordinaria, sia la Torino-Savona costituiscono un enorme disagio per gli autotrasportatori a causa dei rallentamenti o delle vere e proprie soste forzate.

A questa situazione infrastrutturale di emergenza con la Liguria si aggiungono le lunghe ore di attesa fuori dai gate del porto di Genova. Elementi che stanno generando, da molte settimane, enormi perdite di produttività ed extracosti, insostenibili per le già limitate capacità di ricavi delle imprese di autotrasporto.

“La perdita di produttività economica generata da questi disservizi del sistema portuale di Genova – commenta Giovanni Rosso, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti – non può più essere sostenuta solo dalle imprese di autotrasporto, ma deve essere spalmata su tutta la filiera di servizi alla merce. Voglio ricordare che ad oggi solo il 4% dei 10 miliardi di euro di valore generati dal Porto di Genova arriva in Piemonte”.

“Questa situazione di emergenza – continua Rosso – sta mettendo in ginocchio le imprese dell’autotrasporto, che rischiano di non ammortizzare gli extra-costi dovuti al dilatarsi delle tempistiche di percorrenza. Chiediamo almeno una pianificazione dei cantieri sulle tratte maggiormente battute e l’esenzione del ticket del pedaggio autostradale. Il Piemonte da anni vive una carenza infrastrutturale, mai veramente affrontata dalle istituzioni. Le principali aree di attenzione includono lo sviluppo e la manutenzione delle strade e autostrade, la riapertura dei trafori, il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo e l’ampliamento e completamento della tangenziale di Torino. Queste sono solo alcune delle problematiche che da anni causano enormi difficoltà logistiche per le imprese del territorio. Al fine di poter dare impulso all’economia del Piemonte, risulta pertanto urgente dare priorità al completamento e alla realizzazione di queste opere”.

“Occorre che la politica esca dalla contingenza e dalla rincorsa delle emergenze – conclude Rosso – per tracciare un disegno complessivo per dotare il Nord Ovest di infrastrutture moderne senza le quali rischiamo di compromettere il futuro del comparto dell’autotrasporto e dell’economia tutta”.