ECONOMIA- Pagina 348

La nuova prepagata delle Poste è Green

Realizzata in materiale biodegradabile, offre nuove  funzioni per i ragazzi e i loro genitori, dal “parental control” alla “paghetta”

POSTEPAY GREEN: SOSTENIBILE PER I PIU’ GIOVANI

 

E’ disponibile presso tutti i 12.800 uffici postali la nuova carta di pagamento ricaricabile Postepay Green, realizzata in collaborazione con Visa, dedicata ai ragazzi da 10 a 17 anni e prodotta in materiale biodegradabile (composta per l’82% da acido polilattico di origine biologica) all’insegna della sostenibilità.

 

Con Postepay Green, Poste Italiane amplia ulteriormente il campo delle proprie applicazioni in chiave ESG (Environmental, Social e Governance) per la tutela ambientale, favorendo lo sviluppo e l’uso di prodotti ecosostenibili, con l’obiettivo di tagliare il traguardo di 20 milioni di carte biodegradabili entro il 2025.

 

La gestione della nuova carta è ottimizzata dall’App Postepay, che consente di soddisfare sia le esigenze dei figli che quelle dei genitori: i giovani possono fare acquisti e pagamenti quotidiani in autonomia, in modalità fisica e digitale, o scambiare piccole somme di denaro con i propri amici; i genitori, invece, possono utilizzare l’App per personalizzare l’uso della carta Green in base alle necessità di spesa del momento.

 

Dopo aver scaricato l’App Postepay, i ragazzi possono accedere a servizi innovativi e “smart”, come i pagamenti nei negozi convenzionati con “Codice Postepay” (basta inquadrare con la fotocamera dello smartphone il codice QR esposto), i pagamenti con lo smartphone tramite Google Pay, i trasferimenti di denaro “p2p” da una carta Postepay all’altra, o l’acquisto del biglietto dei mezzi di trasporto; con Postepay Green, inoltre, si può partecipare al programma ScontiPoste e fare acquisti e-commerce o nei negozi. E con la funzione contactless il pagamento diventa anche COVID free.

 

I genitori possono essere accanto ai propri figli in modo rapido e sicuro, anche grazie agli innovativi servizi a loro dedicati. Con Postepay Green è possibile inviare la “paghetta” tramite l’App Postepay o il sito postepay.it in modo semplice e veloce: i genitori possono scegliere di impostare una “paghetta automatica” per ricaricare la carta del proprio figlio, ad esempio ogni settimana (a tempo) oppure ogni volta che il saldo disponibile scende al di sotto della soglia prescelta (a soglia), per essere sicuri che la Postepay Green sia sempre carica.

 

Tramite il servizio di “parental control”, i genitori possono anche tenere sotto controllo le spese del proprio figlio, impostare i limiti di prelievo/spesa, abilitare/disabilitare la carta agli acquisti online per singole categorie merceologiche e l’utilizzo all’estero.

 

La Postepay Green si può ricaricare attraverso tutti i canali disponibili per altre carte Postepay: presso un ufficio postale, presso gli sportelli automatici ATM Postamat, tramite le tabaccherie e i punti vendita convenzionati della rete PuntoLIS, oppure online sul sito postepay.it o, ancora, dallo smartphone o dal tablet grazie alle App gratuite Postepay e BancoPosta.

 

La carta Postepay Green ha un costo di emissione di soli 5 euro e può essere richiesta dal genitore o tutore in qualsiasi ufficio postale senza la necessità della presenza dei ragazzi (basta avere con sé i propri documenti di identità e quelli del figlio).

 

Ulteriori informazioni sulla nuova Postepay Green e su tutti gli atri prodotti della gamma Postepay sono disponibili sul sito postepay.it.

 

Polliotto nel cda di Reply

Il noto legale torinese entra nella Governance del player torinese di rilevanza internazionale, leader nella consulenza aziendale e system integration, tra le prime 25 società italiane per tasso di crescita.

 

Un nuovo, prestigioso incarico per il noto legale torinese Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, e un curriculum di tutto rispetto che annovera posizioni e ruoli di primo piano in affermate e prestigiose realtà pubbliche e private italiane.

E’ l’avvocato in equilibrio tra grande azienda e consumerismo la principale novità della lista numero 1 dei candidati a comporre il prossimo Consiglio di amministrazione di ‘Reply’, la brillante quotata torinese guidata dalla famiglia Rizzante, società fondata nel 1996 sotto la Mole e oggi tra le prime in assoluto per tasso di crescita nel Paese con oltre 7mila dipendenti nel mondo distribuiti su più controllate.

Sono grata della fiducia ricevuta dalla famiglia Rizzante, creatrice di una delle maggiori aziende nazionali, testimonianza concreta di quel Piemonte operoso e capace, in grado di esportare la parte migliore di sé, delle proprie esperienze e competenze. Una realtà che certamente è in grado di fare la differenza anche nell’ambito dei progetti del ‘Next Generation EU’ per la ripresa dallo stallo dovuto alla pandemia da Covid-19” afferma con soddisfazione il noto legale.

Patrizia Polliotto è stata indicata da Alika, la holding titolare del 39,754% del capitale di Reply e del 56,891 dei diritti di voto. Tra i nuovi candidati da Alika spiccano anche il torinese Marco Cusinato, top manager di Reply e l’astigiano Franco Gianolio, ingegnere elettronico con una precedente, lunga e brillante carriera in Fiat. 

L’avvocato Polliotto è cassazionista, legale d’impresa e d’affari specializzata nella prevenzione del contenzioso societario, classe 1962, è titolare dell’omonimo studio con 12 avvocati specializzati con sede anche a Milano e Roma. 

Vincitrice dell’ambìto ‘Premio Quarto Potere 2019’ conferitole dall’omonima Fondazione piemontese per l’impegno profuso nell’informazione ai consumatori, è autrice del fortunato volume ‘La Sola dei Famosi’, un vademecum di diritto consumeristico tratto dal racconto delle truffe più singolari occorse ai vip di tutto il mondo.

Ha altresì pubblicato con il Dottor Francesco Neri il breve saggio sul case study Intesa San Paolo e UBI Banca: ‘Banche e rischi finanziari estremi’, in cui ha messo in evidenza come, nonostante la sopraggiunta pandemia, grazie alla solidità di Intesa San Paolo e alla bravura del suo management, sia stata portata a termine l’operazione di fusione bancaria più importante in Europa con grande creazione di valore per la Banca e per i territori di riferimento.

Nel corso della sua carriera ha avviato anche un’intensa attività pubblicistica, firmando rubriche di diritto per autorevoli organi di informazione, quali i settimanali nazionali a grande tiratura ‘In Famiglia’ e ‘Adesso’, e il quotidiano ‘CronacaQui.

Presidente dell’Istituto Galeazzi di Milano, struttura di eccellenza del ‘Gruppo San Donato’- primo Gruppo di sanità privata in Italia – l’Avvocato Polliotto ricopre anche la carica di Consigliere di Amministrazione delle quotate ‘Nb Aurora’ e ‘Vincenzo Zucchi’, nonché della ‘Banca del Fucino’, Presidente del Consiglio di Garanzia e componente Odv della ‘Juventus’, Presidente dell’Odv di ‘Iigm’, Componente dell’Odv della ‘Compagnia di San Paolo’ e dell’’Ufficio Pio’ della stessa fondazione torinese, della quale è stata per molti anni Componente del Consiglio Generale e del Comitato di Gestione.

Commercio su area pubblica, la Regione scrive al governo

«Valutare ipotesi di estendere a tutte le categorie del commercio la vendita su area pubblica nel rispetto delle norme di prevenzione del Covid-19»

 

Con una lettera a firma del Presidente Alberto Cirio e degli assessori al Commercio Vittoria Poggio e alla Semplificazione Maurizio Marrone, la Regione ha chiesto al Governo di estendere a tutte le categorie merceologiche la possibilità di vendita su area pubblica.

«Siamo consapevoli delle estreme difficoltà degli operatori del settore – si legge nella comunicazione inviata ai ministri della Salute Roberto Speranza, delle Finanze Daniele Franco e dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti – in particolar modo di quello extra-alimentare, quale effetto dei divieti introdotti dei recenti dPCM che, come è noto, prevede la presenza sulle aree mercatali dei soli generi alimentari, florovivaistici e agricoli».

«Riteniamo – sottolineano il presidente e gli assessori – che il ruolo cardine del commercio di prossimità offerto dai mercati rionali all’aperto vada salvaguardato sia per la funzione sociale, ma soprattutto per l’aspetto occupazionale. Per queste ragioni pur nel rispetto di tutte le norme di prevenzione sanitaria del Covid-19, portiamo alla vostra attenzione, sapendo che il Governo è intento a ragionare sull’eventuale rimodulazione delle restrizioni previste, di valutare la possibilità di ammettere tutte le categorie di commercio al dettaglio su area pubblica».

Giovani imprenditori: “Intelligenza artificiale grande opportunità”

Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di Alberto Lazzaro, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’U.I. di Torino, in merito all’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (I3A) e all’opportunità per Torino.

 

“L’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale rappresenta non solo il futuro di Torino ma dell’intero Paese, ed è la più grande opportunità che ha la nostra città per arginare la fuga dei cervelli a cui da troppi anni assistiamo inerti. L’innovazione e la connessione tra formazione e impresa che tale iniziativa creerebbe garantirebbe un’inversione di tendenza all’emorragia di giovani che scelgono altre città o altri posti nel mondo per stabilirsi, creare una famiglia e sviluppare il proprio business. Questo Istituto si inserisce in un progetto più grande di sviluppo strategico per il rilancio dell’economia locale e non solo: dal Manufacturing Technology Competence Center (MTCC) alla Cittadella dell’Aerospazio alla Città della Salute. Se la politica e le parti sociali perderanno l’occasione di rimanere uniti in queste partite ne risponderanno alle prossime generazioni e non solo alle prossime elezioni”. 

Ance e Confindustria Piemonte: “Situazione difficile per le imprese, materie prime troppo care”

Coro unanime di Ance Piemonte e Valle d’Aosta e Confindustria Piemonte per denunciare l’eccezionale rincaro nei prezzi di acquisto di materie prime, derivati e conseguentemente dei principali materiali da costruzioni, di entità così elevata da rischiare di compromettere la regolare prosecuzione dei lavori affidati

L’eccezionale aumento riguarda il prezzo dell’acciaio, che tra novembre 2020 e febbraio 2021 è aumentato del 130%. Una dinamica che, oltre ai prodotti siderurgici, si osserva anche in altri materiali di primaria importanza per l’edilizia, come, ad esempio, i polietileni che nello stesso periodo hanno mostrato incrementi superiori al 40%, il rame +17% e il petrolio +34%. Ma i dati sono in continua evoluzione e il trend sembra destinato ad aumentare per i prossimi mesi.

Il Presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta PAOLA MALABAILA: Gli impatti sulla produzione e sugli scambi commerciali causati dalla pandemia hanno ridisegnato il futuro delle supply chain a livello globale, scaricando sul settore edile il caro materialiSiamo molto preoccupati perché le imprese sono in forte sofferenza e questi incrementi eccezionali non fanno che aggiungersi alle già ingenti difficoltà finanziarie e patrimoniali dovute alle dinamiche disfunzionali di appalto connesse alla pandemia. Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di aggiornare il prezzario regionale basandosi sui prezzi delle materie prime e semilavorati rilevati nei primi tre mesi del 2021 anziché sulla media dei prezzi nel 2020 falsata dalla pandemia e tenere conto di questa infuocata dei prezzi.

Il Presidente di Confindustria Piemonte MARCO GAY: “Le ragioni di tale situazione derivano da una serie di congiunture internazionali, impreviste e imprevedibili, che si inseriscono in un mercato già gravemente anomalo per la crisi pandemica in atto. Un’impennata così rapida non si era mai verificata e di questo passo tra un paio di mesi il rischio è che alcune imprese siano costrette a sospendere la produzione. Oltre ai rincari, non si riescono a reperire materiali e i tempi di consegna si sono dilatati rispetto agli standard, senza contare che la qualità si è notevolmente abbassata. Riscontriamo troppe incertezze e tutto ciò sta assumendo dimensioni tali da minacciare la ripresa economica post-Covid del comparto dell’edilizia con pesanti ricadute su tutta la filiera”.

Qual è lo stato di salute delle imprese piemontesi? A rischio il 35%

Studio Temporary Manager S.p.A.società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha fotografato lo stato di crisi delle aziende italiane, dividendole in categorie con rating positivo e critico. Secondo la rielaborazione, condotta su base dati AIDA sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, in Piemonte il 35% presenta al momento un rating a rischio.

L’analisi di Studio Temporary Manager: in Italia rating a rischio per ben il 36% delle aziende con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, con otto regioni che superano il 40%. La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore
è la chiave di un risanamento efficace

A soffrire maggiormente le aziende della Sicilia (43%), Abruzzo (42%), Lazio (42%), Molise (42%), Puglia (42%), Calabria (42%), Basilicata (41%) e Sardegna (41%). Alberto Cerini, STM: “2021 all’insegna dell’incertezza, ma un piano di ristrutturazione aziendale efficace può creare un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, offrendo così una seconda possibilità ad un’impresa in crisi”

 

Crisi d’impresa, piano di risanamento, ristrutturazione aziendale (c.d. Turnaround), sono state tra le parole più ricorrenti del 2020 appena trascorso e le prossime su cui puntare. Un anno complesso per le PMI italiane, che ha visto secondo il Cerved un aumento dei default del +10% rispetto ai mesi pre-Covid e la previsione di un raddoppio per il 2021, nonostante gli aiuti statali e le speranze affidate al Recovery Plan. Ma qual è la situazione oggi? Quante imprese non ce la faranno quando le moratorie e le proroghe finiranno? In questo scenario di incertezza, Studio Temporary Manager S.p.A., società specializzata nei servizi di temporary management al fianco delle aziende in difficoltà, ha elaborato un’analisi sui bilanci depositati presso la Camera di Commercio di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro, fotografando lo stato di crisi delle aziende e dividendole in categorie con rating positivo e critico. Sul totale del campione preso in esame, il 36% presenta al momento un rating a rischio.

Se ci si sposta poi a livello regionale, tutti i territori mostrano segnali di sofferenza ma con valori variabili. In otto regioni le imprese con un rating a rischio superano il 40% e tutte il 30%: tra queste si evidenziano la Sicilia (43%), l’Abruzzo (42%), il Lazio (42%), il Molise (42%), la Puglia (42%), la Calabria (41%), la Basilicata (41%) e la Sardegna (41%). Seguono l’Umbria (39%), l’Emilia Romagna (37%), la Liguria (37%), la Toscana (36%), il Piemonte (35%), la Lombardia (35%), il Friuli-Venezia Giulia (34%), la Valle d’Aosta (34%), la Campania (33%), le Marche (34%), il Trentino-Alto Adige (31%) e il Veneto (31%)

 

“Dalla nostra analisi emerge che già nei bilanci ad oggi depositati sono presenti evidenti segnali di criticità; molto probabilmente l’impatto del Covid e la relativa chiusura a intermittenza di molte attività accelereranno la crisi delle imprese italiane già fragili, a cui se ne aggiungeranno altre, e ciò comprometterà in modo significativo la capacità delle stesse di far fronte ai propri impegni finanziari futuri – ha dichiarato Alberto Cerini, Responsabile “Corporate Turnaround & Restructuring” di Studio Temporary Manager  Di conseguenza, anche il rapporto con gli istituti di credito è divenuto più complesso e richiede ora più che mai assistenza qualificata per poter accedere alle opportunità finanziarie messe a disposizione dai recenti provvedimenti legislativi. Portare a compimento un piano di risanamento aziendale di successo può offrire una seconda possibilità ad un’impresa in crisi, e per far ciò va creato un clima di fiducia e consenso presso i principali stakeholders, cioè clienti, fornitori, banche e fisco, in quanto è solo con l’appoggio anche di questi ultimi che si può implementare un efficace rilancio aziendale.”

 

Cosa dovrebbero fare gli imprenditori? Secondo Cerini “La discontinuità con il passato affidata a manager credibili al fianco dell’imprenditore è la chiave di un risanamento efficace. Inoltre, è importante da un lato riconoscere ed ammettere la crisi in corso e gli errori fatti nel passato, perché questa consapevolezza permette di non rifare i medesimi errori nel futuro; dall’altro avere il coraggio e la forza di fare cambiamenti, di innovare (anche grazie alle agevolazioni fiscali in essere) e implementare velocemente azioni spesso difficili, se necessario tramite gli strumenti legislativi disponibili, che consentano però poi alla propria impresa di tornare a prosperare.”

 

Per aiutare gli imprenditori Studio Temporary Manager ha realizzato un vademecum di 10 regole utili nei momenti di crisi aziendale:

1)        Discontinuità con il passato: identificare il giusto team per la gestione della crisi e affiancare agli imprenditori manager adeguati, se necessario esterni all’azienda

2)        Fermare l’emorragia: stop loss

3)        Essere reattivi: 1 mese vale 1 anno

4)        Ristrutturare l’indebitamento finanziario

5)        Risolvere i problemi industriali

6)        Comunicare in modo efficace il progetto di risanamento ai terzi

7)        Gestire l’azienda per cassa

8)        Focalizzarsi su ciò di cui si ha esperienza (core business)

9)        Porre le basi per il futuro, anche con operazioni di M&A

10)     Avere umiltà ma anche coraggio e forza di innovare

REGIONE RATING POSITIVO  RATING CRITICO
SICILIA 57% 43%
ABRUZZO 58% 42%
LAZIO 58% 42%
MOLISE 58% 42%
PUGLIA 58% 42%
CALABRIA 59% 41%
BASILICATA 59% 41%
SARDEGNA 59% 41%
UMBRIA 61% 39%
EMILIA ROMAGNA 63% 37%
LIGURIA 63% 37%
TOSCANA 64% 36%
PIEMONTE 65% 35%
LOMBARDIA 65% 35%
FRIULI-VENEZIA GIULIA 66% 34%
VALLE D’AOSTA 66% 34%
CAMPANIA 66% 34%
MARCHE 67% 33%
VENETO 69% 31%
TRENTINO-ALTO ADIGE 69% 31%
TOTALE ITALIA 64% 36%

Fonte e campione: Rielaborazione Studio Temporary Manager S.p.A. (www.temporarymanager.info) su base dati AIDA. L’analisi è stata condotta sui bilanci depositati da un campione di circa 72 mila imprese italiane, con fatturato tra i 5 e i 50 milioni di euro

 

Fondi agricoltura, Protopapa: “Bene la ripartizione”

La Regione Piemonte condivide pienamente la proposta dal ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sui criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi Feasr 2021 -2022 per l’attuazione del Programma di sviluppo rurale. Ha dichiarato l’assessore Marco Protopapa:

 “Il Piemonte, insieme ad altre 14 Regioni, plaude al piano di ripartizione dei fondi Feasr presentato dal Ministro: una proposta equilibrata che supera, finalmente, i vecchi criteri, cosiddetti “storici”, che sono ormai completamente avulsi dalla realtà agricola italiana. Si, invece, all’adozione di criteri oggettivi che, peraltro, entreranno a regime con gradualità, proprio per venire incontro anche alla esigenze delle 6 Regioni che ancora si oppongono a questo nuovo approccio. Peraltro ricordiamo che in base all’accordo sancito all’unanimità nel 2014 tra tutte le Regioni e le Province Autonome, questi criteri dovevano essere completamente abbandonati con l’attuale periodo di programmazione. Con questa modalità di assegnazione, nel biennio 2021-2022, il Psr del Piemonte potrà contare su un aumento della spesa pubblica di oltre il 10% a cui si aggiungeranno circa 50 milioni di € dei fondi “Next Generation”. In questo modo sarà anche possibile dare risposte concrete alle nostre aziende in un periodo di eccezionale difficoltà”.

 

Recovery Plan made in Piemonte: 27 miliardi per oltre 1200 progetti

Il presidente Alberto Cirio: “Diamo voce alle esigenze di sviluppo del territorio. Priorità a nuove tecnologie, ambiente e infrastrutture”. Il documento ora verrà trasmesso a Roma: l’8 aprile inizierà il confronto con il presidente del Consiglio Draghi

Si intitola “Next Generation Piemonte” il documento, approvato questo pomeriggio durante una riunione straordinaria della Giunta regionale, che contiene oltre 1200 progetti dal valore complessivo di 27 miliardi di euro.

Il testo raccoglie i contributi giunti dal territorio dei quali si chiede al Governo l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan. La prossima settimana inizierà il confronto con Roma per definire quali di questi progetti potranno essere inclusi nel documento finale che il Governo entro il mese di aprile invierà all’Unione Europea con le priorità italiane.

“Giovedì 8 aprile presenteremo al premier Mario Draghi questo documento, che definisce le linee di indirizzo per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi 10 anni – ha dichiarato il presidente della RegioneAlberto Cirio, al termine della seduta -. Siamo orgogliosi di dire che è il contributo del Piemonte, e non della Regione Piemonte, perché dà voce a tutte le esigenze di crescita che ci sono pervenute dal territorio durante l’intenso calendario di incontri che, nelle scorse settimane, ci ha visto andare in tutte le province per ascoltare gli enti locali, le categorie economiche, produttive e sociali, i nostri giovani, che sono i veri proprietari del futuro. Quante volte leggendo un bando europeo ci si è chiesti chi lo avesse scritto, perché troppo distante dalla realtà, noi abbiamo voluto evitare questo scollamento andando prima sul territorio per raccogliere le esigenze reali da chi il territorio lo vive tutti i giorni”.

L’analisi delle istanze mette in risalto come la progettualità dal basso esprima un preciso orientamento verso le nuove tecnologie, l’ambiente e le infrastrutture: oltre 600 progetti riguardano questi ambiti.

“Infrastrutture tradizionali come le strade, i ponti le vie, ma anche quelle che riguardano le infrastrutture multimediali per rendere il Piemonte più connesso anche a livello digitale – ha proseguito il presidente Cirio -. E poi i progetti che riguardano l’istruzione e l’edilizia sanitaria. In questo documento c’è quello che serve al Piemonte e non dobbiamo perdere questa opportunità. Se infatti è fondamentale continuare a vaccinare, perché vincerà questa battaglia chi prima avrà vaccinato la sua gente, dall’altra dobbiamo continuare a progettare il futuro e i fondi del Recovery Plan abbinati a quelli della prossima programmazione europea 2021-2027 porteranno in Piemonte oltre 10 miliardi di euro, una cifra che il Piemonte non ha mai avuto e che adesso dobbiamo investire per fare ripartire la nostra regione e non lasciare nessuno indietro”.

La proposta di Recovery Plan del Piemonte in sintesi vede 1.273 progetti così ripartiti:
– 672 riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica

– 230 racchiudono interventi su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

– 187 si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità sostenibile

– 107 comprendono l’inclusione e la coesione

– 55 fanno riferimento all’istruzione e alla ricerca

– 22 concernono l’assistenza sanitaria

A livello territoriale la provincia di Alessandria vede 34 progetti per un valore di 1,8 miliardi di euro, quella di Asti 195 progetti per circa 1 miliardo di euro, Biella 76 progetti per 684 milioni di euro, Cuneo 39 progetti per oltre 1,8 miliardi di euro, Novara 187 progetti per oltre 1,2 miliardi di euro, Torino 182 progetti per 3,5 miliardi di euro, Vercelli 344 progetti per 2,5 miliardi di euro, il Verbano-Cusio-Ossola 57 progetti per oltre 560 milioni di euro. A questi si aggiungono 159 progetti a valenza regionale del valore complessivo di 13,8 miliardi di euro.

Si segnalano, tra gli ambiti:

– rigenerazione edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, messa in sicurezza, interventi antisismici (468 proposte per un valore complessivo di 11,9 miliardi);

– interventi in viabilità, infrastrutture viarie e opere di ingegno come ponti, strade e parcheggi (183 proposte per 4,2 miliardi);

– sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale, trasporto ferroviario, infrastrutture per il trasporto aereo cargo e passeggeri (37 schede per 2 miliardi);

– riqualificazione o costruzione di impianti sportivi, sia a valenza di coesione e infrastrutture sociali, sia in integrazione dell’offerta turistica, insieme ad altri strumenti e investimenti sui servizi turistici (63 proposte per 1,8 miliardi);

– progetti di mobilità alternativa e dolce, come ciclovie, funivie e passerelle, prevalentemente a servizio della riqualificazione paesaggistica e dell’offerta turistica in contesti adeguati (109 schede per 635 milioni);

– potenziamento di strutture, risorse e strumenti per anziani, minori, famiglie in difficoltà, soggetti vulnerabili (84 interventi per 750 milioni).

“Lavoro nel gioco legale. Ecco le mie ragioni”

Caro direttore, mi presento, sono un giovane piemontese di trentadue anni e mi chiamo Alessandro Rosso.

Finita la scuola tredici anni fa ho subito iniziato a cercare lavoro l’ho trovato in una azienda che noleggia slot machine e giochi da intrattenimento per bar, la mia mansione è tecnico riparatore.
Piano piano questa ditta è diventata una seconda famiglia per me.

Amo il mio lavoro e vorrei continuare a farlo.
Purtroppo per il nostro settore è entrata in vigore la legge 9/2016 la cui conseguenza è stata una diminuzione drastica del lavoro e molti miei colleghi hanno scelto una strada diversa. Se questa legge non verrà modificata ci saranno moltissimi altri tagli in tutto il settore del gioco legale e dell’indotto.

Queste aziende creano posti di lavoro che vengono annullati con una semplice legge regionale.
Migliaia di persone rischieranno il posto di lavoro.
Il rammarico di noi dipendenti sarà quello di essere licenziati non per causa nostra ma per colpa di una legge che non ci considera.

Non ci lamentiamo inutilmente, non vogliamo il reddito di cittadinanza e sussidi vari, ma vogliamo alzarci ogni mattina, andare a lavorare come qualsiasi altra persona.

Tutti ci considerano cattive persone che approfittano della gente che gioca: ma in realtà siamo LA PRIMA BARRIERA CONTRO IL GIOCO ILLEGALE.

Quindi non siano dei malfattori e neanche dei lavoratori di serie b. Il 20 maggio dopo 3 anni di agonia conosceremo il nostro futuro. Continuiamo a sperare che la regione Piemonte prenda provvedimenti in nostro favore.

Alessandro Rosso

La Tav? Non è un buco inutile nella montagna

Di Carlo Manacorda  LINEAITALIAPIEMONTE.IT

Le riflessioni dell’economista ed esperto di bilanci pubblici Carlo Manacorda sul significato di questa grande opera anche alla luce dei programmi che Draghi sta mettendo a punto nell’ambito del Recovery Plan che dovrà essere presentato all’Europa entro fine aprile per poter ricevere i famosi 209 miliardi…

… Continua a leggere:   https://www.lineaitaliapiemonte.it/2021/03/23/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/la-tav-non-e-un-buco-inutile-nella-montagna-ma-un-aiuto-alleconomia-e-allambiente-di-carlo-m.html