ECONOMIA- Pagina 3

Possibili opportunità per far crescere un’impresa

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Far crescere un’impresa non significa soltanto aumentare il fatturato: è un processo più ampio, che riguarda la capacità di leggere i mercati, attrarre capitali e trasformare l’innovazione in valore concreto. In un contesto segnato da volatilità economica, rialzo dei tassi e nuove sfide globali, le aziende italiane hanno davanti a sé uno scenario complesso ma ricco di possibilità. Dalla diversificazione delle fonti di finanziamento alla digitalizzazione dei processi, fino all’apertura a partnership strategiche e mercati internazionali, ogni scelta può diventare un moltiplicatore di crescita.

La domanda non è più se espandersi, ma come farlo in modo sostenibile e competitivo, bilanciando rischi e opportunità con la giusta strategia finanziaria.

La crescita come scelta strategica

Per un’impresa, crescere non è mai un processo lineare né scontato. Si tratta di una scelta che implica visione, capacità di leggere i trend di mercato e volontà di destinare risorse a progetti che spesso danno frutti nel medio-lungo termine. In un contesto come quello odierno, caratterizzato da cicli economici instabili e da una competizione sempre più globale, la crescita non significa soltanto aumentare le dimensioni aziendali, ma rafforzare la competitività, consolidare la propria identità e prepararsi a cogliere nuove opportunità. Pianificare questo percorso con lucidità e metodo è il primo passo per trasformare un’aspirazione in un risultato concreto.

Innovazione come motore di sviluppo

La capacità di innovare è oggi la leva principale per differenziarsi e restare rilevanti. L’innovazione si traduce non solo in nuovi prodotti o servizi, ma anche in processi più efficienti, modelli organizzativi agili e strategie di digitalizzazione che consentono di sfruttare i dati come asset competitivo. Settori come l’intelligenza artificiale, l’automazione industriale o le tecnologie green stanno ridisegnando interi comparti e le imprese che vi investono acquisiscono un vantaggio significativo. Naturalmente, l’innovazione richiede investimenti consistenti in ricerca e sviluppo e spesso si accompagna a una richiesta di capitali destinati a progetti ad alto contenuto tecnologico, che necessitano di tempo per esprimere pienamente il loro potenziale.

Internazionalizzazione e apertura a nuovi mercati

L’internazionalizzazione rappresenta un passaggio cruciale per le imprese che vogliono crescere non solo in termini di fatturato, ma anche di resilienza. L’accesso a mercati esteri consente di diversificare i ricavi, ridurre i rischi legati al ciclo economico nazionale e confrontarsi con standard più elevati. Tuttavia, aprirsi a nuovi mercati significa affrontare barriere normative, logistiche e culturali: richiede quindi analisi approfondite, reti di distribuzione adeguate e competenze manageriali specifiche. Il sostegno finanziario può arrivare da strumenti come i finanziamenti agevolati per l’export, i programmi europei per l’internazionalizzazione o le partnership con operatori locali, che riducono il rischio d’ingresso e accelerano la penetrazione commerciale.

Acquisizioni mirate per accelerare la crescita

Le operazioni di acquisizione sono una strategia spesso utilizzata dalle imprese che desiderano crescere rapidamente. Rilevare un concorrente diretto permette di consolidare la propria quota di mercato, mentre acquisire un’azienda in un settore complementare può ampliare l’offerta e aprire nuovi canali di ricavo. Le acquisizioni offrono vantaggi immediati in termini di competenze, clienti e infrastrutture, ma vanno pianificate con estrema attenzione. La valutazione del target, l’analisi dei flussi di cassa e la sostenibilità finanziaria dell’operazione sono elementi determinanti per evitare che un’operazione potenzialmente strategica si trasformi in un peso sul bilancio.

Le opzioni finanziarie a supporto della crescita

Per sostenere strategie ambiziose, le imprese possono contare su diverse forme di finanziamento. L’ingresso di nuovi soci non porta soltanto capitali freschi, ma anche competenze e relazioni utili allo sviluppo del business. I finanziamenti alternativi, come il direct lending o i minibond, garantiscono maggiore flessibilità rispetto al credito bancario tradizionale e permettono di diversificare le fonti di raccolta. Un ruolo crescente è giocato dai fondi di private equity e venture capital, che investono in aziende con elevato potenziale di crescita, spesso affiancando al capitale un supporto manageriale e strategico. La scelta della struttura finanziaria più adatta dipende dal grado di rischio che l’impresa è disposta a sostenere e dalla velocità con cui vuole realizzare i propri obiettivi.

Visione e pianificazione di lungo periodo

Qualunque strada venga intrapresa, resta fondamentale la pianificazione di lungo periodo. La crescita non può essere interpretata come un obiettivo a sé stante, ma deve inserirsi in un disegno coerente con l’identità aziendale, la disponibilità di risorse e l’impatto desiderato sul posizionamento competitivo. Significa stabilire priorità, definire tempistiche realistiche e misurare i ritorni attesi con strumenti di analisi rigorosi. Solo così la crescita diventa sostenibile, evitando mosse dettate dall’urgenza o dall’emotività. Un’impresa che cresce con visione non accumula soltanto fatturato, ma costruisce valore duraturo, rafforzando la propria reputazione e assicurandosi una posizione di solidità nel mercato del futuro.

Commercio e Distretti: un patto per lo sviluppo

 

Martedì 14 ottobre, alle ore 14.30, presso la Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7

Trenta milioni di euro, di cui quasi otto di contributi a fondo perduto, per le imprese del commercio. Sono questi i numeri più significativi dei Distretti del Commercio in Piemonte, una misura che ha consentito di attivare un partenariato tra le amministrazioni comunali, le associazioni di categoria e molti altri soggetti del territorio per sostenere le imprese di vicinato, che rappresentano i principali attori dell’economia locale. Grazie a queste risorse e alle attività dei Distretti, è stato possibile realizzare operazioni di riqualificazione urbana, interventi di miglioramento dei negozi, processi di innovazione tecnologica e digitale, formazione per gli imprenditori, azione di comunicazione e marketing territoriale, oltre a molti altri benefici per le imprese.
A oggi sono attivi 94 Distretti urbani, cioè costituiti da un solo Comune, o diffusi, che raggruppano più Comuni, che coinvolgono circa la metà delle amministrazioni comunali del Piemonte. Per fare un bilancio dei primi quattro anni di attività dei Distretti, Confesercenti ha organizzato un convegno-dibattito fra istituzioni, imprese e stakeholder per martedi 14 ottobre, alle 14.30, nella sede della Città Metropolitana di Torino, in corso Inghilterra 7.
Moderato dal giornalista Gabriele Russo, il convegno vedrà l’intervento del Presidente della Camera di Commercio Massimiliano Cipolletta, di Luca Tamini, del Politecnico di Milano, che parlerà dei Distretti del Commercio quali motore dello sviluppo locale. Dell’impegno della Confesercenti per i Distretti del Commercio parleranno Carlo Chiama, Direttore della Confesercenti di Torino e Provincia, ed Ermanno Torre di ARECOM srl.
Dopo la proiezione di due video, di cui uno incentrato sull’intervista a Sonia Cambursano, Consigliera Delegata dello Sviluppo Economico della Città Metropolitana di Torino, si terrà una tavola rotonda cui parteciperanno Giancarlo Banchieri, Presidente della Confesercenti Piemonte, Paolo Bongioanni, Assessore al Commercio della Regione Piemonte, Elena Franco, del Consiglio Generale della Fondazione Compagnia di Sanpaolo e Jacopo Suppo, Vicesindaco della Città Metropolitana di Torino. Le conclusioni saranno affidate a Nino Gronchi, Presidente Nazionale della Confesercenti.

Mara Martellotta

Quarto trimestre, clima di fiducia stabile per le imprese piemontesi. Ma pesa la frenata dell’export 

È stabile il clima di fiducia delle imprese piemontesi: dopo il rallentamento registrato a giugno, in autunno le imprese piemontesi hanno evidenziato attese in linea con quelle della scorsa rilevazione, dimostrando una buona solidità e capacità di tenuta nonostante il perdurare della crisi in alcuni settori chiave, come il tessile e il metalmeccanico, e un rallentamento delle esportazioni verso i mercati tradizionali. È quanto emerge dall’immagine congiunturale realizzata a settembre dal Centro Studi dell’Unione Industriale di Torino su un campione di oltre 1200 aziende del sistema confindustriale piemontese.

“Il quadro geopolitico influenza indiscutibilmente le previsioni delle nostre imprese, che comunque non rallentano la presa – commenta Andrea Amalberto, Presidente di Confindustria Piemonte – e prevedono un indice di utilizzo impianti elevato grazie a nuovi investimenti e occupazione stabili. Si tratta di uno sforzo che, in vista della scadenza di fine anno dei piani industria 4.0 e industria 5.0, deve trovare un accompagnamento concreto. Il cammino della Legge di Bilancio è avviato e, come ha detto il Presidente Orsini, il governo deve credere nelle imprese e nell’industria. Da parte nostra continueremo a cercare nuovi mercati, oltre a quelli storici, ben sapendo che Europa e Stati Uniti sono i partner con cui progettiamo partnership di sviluppo, mettendo tecnologia, innovazione e sostenibilità al centro”.
A livello regionale, dalle imprese arrivano dati sull’occupazione incoraggianti: saldo ottimisti-pessimisti al 6,1%, e per la produzione +1,1%. Negativi i consultivi: per ordini -1,4%, export -6% e redditività- 5,4%. Varia poco la propensione a investire, che interessa il 74% delle rispondenti, mentre il 23,5% delle imprese ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, dato in calo di due punti rispetto a giugno. L’indice di utilizzo di impianti e risorse rimane stabile al 67%, mentre aumenta il ricorso alla CIG attivata dall’11,2% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove raggiunge il 15,3%.
Tornando ai dati complessivi, si conferma ancora una volta che sono la sintesi di andamenti settoriali differenziati, infatti il manifatturiero rappresenta circa i 2/3 del campione, e registra ancora saldi con segno meno per tutti gli indicatori: produzione, nuovi ordini, redditività ed export. A soffrire è soprattutto il reparto metalmeccanico, dove il saldo fra ottimisti e pessimisti, e la produzione, sono in negativo da nove trimestri, pari a – 10,9%, soprattutto l’automotive e la metallurgia. Negative le attese anche per il tessile, l’abbigliamento (-10%), gomma e plastica (-4,9%), manifatture varie (-15,7%). Positive le attese per il settore cartiario grafico (+24,1%), alimentare ( +7,9), e edile e impiantistico (+1,3 e +18,2% rispettivamente)

Focalizzandosi su Torino, il clima di fiducia è ancora prevalentemente positivo, con indicatori sopra lo zero per produzione, 6,1% invariato da giugno, ordini +5,6% e occupazione (8,4%) leggermente in calo. Nella manifattura il saldo ottimisti/pessimisti torna negativo, attestandosi al -3,2% da un +5,5% di giugno. Cala la propensione a investire in nuovi impianti. Stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,4% delle imprese (in aumento di 0,3 punti) . Sale l’utilizzo di impianti e risorse, che rimane sui valori medi del lungo periodo. Nel capoluogo si registrano attese negative nel settore esportazioni (-2,9%).

Mara Martellotta

A Rimini siglato l’accordo turistico Piemonte-Liguria

Le Regioni Piemonte Liguria hanno siglato ieri al TTG Travel Experience di Rimini, l’Accordo di collaborazione per una strategia condivisa di valorizzazione turistica dei territori regionaliA sottoscrivere il documento sono stati l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-Olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e l’assessore a Turismo e Marketing territoriale della Regione Liguria Luca Lombardi.

L’idea di stabilire una forma organica di collaborazione fra le due regioni turistiche aveva preso forma a metà agosto in un incontro fra gli assessori delle due Regioni a Sanremo ed era stata ulteriormente sviluppata in occasione di Cheese a Bra con l’annuncio del protocollo. Con questa intesa Piemonte Liguria scelgono di unire le forze per promuovere il turismo come motore di sviluppo sostenibile e competitivo, creando un sistema integrato capace di valorizzare le eccellenze dei due territori. Un accordo rafforzato anche dal sostegno espresso ieri dal ministro del Turismo Daniela Santanchè durante l’inaugurazione presso lo stand della Regione Piemonte.

L’obiettivo comune è valorizzare la continuità territoriale e la complementarità dell’offerta tra mare montagna, creando un sistema turistico integrato di qualità, capace di sviluppare progetti integrati e – in prospettiva – di veri e propri prodotti turistici capaci di valorizzare le eccellenze dei due territori ed essere così ancora più competitivi sui mercati nazionali e internazionali.

Dichiara l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-Olimpico, Caccia e Pesca, Parchi Paolo Bongioanni: «È un accordo che definirei storico, perché mette insieme l’offerta turistica del Piemonte e quella della Liguria attraverso il turismo all’aperto, e in particolare quello delle ciclovie. Piemonte e Liguria sono unite da una storia antica rappresentata dalle “vie del sale”: le antiche strade su cui si saliva dalla Riviera e si scendeva dalle montagne incontrandosi. Il Piemonte portava il grano, la Liguria portava l’olio, il sale e le acciughe, ingrediente base di tanti piatti simbolo della cucina piemontese. Quelle antiche vie oggi sono percorsi turistici straordinari: per il Piemonte cito la Strada dell’Assietta e l’Alta via del Sale, e sul versante ligure la più bella ciclovia d’Europa che è la Ospedaletti-Imperia. Messo assieme questo pacchetto avremo un prodotto straordinario, le “Alpi che si gettano nel mare”. I nostri imprenditori accresceranno così l’offerta da collocare sui mercati accanto ai laghi, alla montagna, all’enogastronomia. Potremo “avere il mare” fra i prodotti turistici del Piemonte. Una proposta nuova per andare a penetrare mercati nuovi. Sappiamo quanto oggi si debba diversificare: il mercato non ci aspetta, il mercato corre; e noi dobbiamo correre veloci come lui. Per questo ringrazio l’assessore Luca Lombardi, con cui quest’estate è nata quest’idea che oggi ha trovato in questa firma un passaggio fondamentale».

«Questa firma – ha dichiarato l’assessore regionale a Turismo e Marketing territoriale della Regione Liguria Luca Lombardi – segna un passo importante verso una collaborazione strutturale con il Piemonte. Lavorare in sinergia ci permetterà di rafforzare l’immagine turistica delle nostre regioni e generare ricadute concrete per i territori. Liguria e Piemonte sono naturalmente connessi: il verde delle montagne e il mare formano un legame storico e culturale che oggi si rinnova anche in chiave di turismo sostenibile. La nostra regione può già contare su oltre 4mila chilometri di percorsi dedicati all’outdoor, dall’escursionismo al cicloturismo, che diventano ancora più attrattivi se messi in rete con quelli piemontesi. Penso, ad esempio, alle antiche vie di collegamento, come la Via del Sale, simbolo di un patrimonio condiviso che unisce paesaggio, natura e tradizioni. E non potevamo che scegliere una delle principali fiere internazionali di settore come il TTG per siglare questo accordo, nel luogo in cui il turismo italiano ed europeo si incontra e si racconta».

Tra i primi ambiti di collaborazione rientra lo sviluppo del nuovo sistema di ciclovie attraverso le Alpi del Mare. Il progetto, che vedrà il coinvolgimento delle Camere di Commercio di Cuneo e di Riviere di Liguria, rappresenta un passo concreto nella direzione di un turismo outdoor capace di unire montagna e mare, consolidando così la proposta turistica sovraregionale in chiave di sostenibilità e competitività.

Il Piemonte con l’Alta Via del Sale – l’antica strada militare d’alta quota che collega la cuneese Limone con l’imperiese Monesi di Triora – è stato pioniere in Europa nell’aprire un percorso outdoor a ingresso regolamentato e pedaggiato, che oggi attira appassionati da molti Paesi. La Liguria con la Cycling Riviera – Parco costiero Riviera dei Fiori a maggio 2025 ha vinto il Premio Igraw, l’Oscar italiano del cicloturismo. L’accordo siglato a Rimini punta a connettere e sviluppare in modo organico queste realtà dal formidabile potenziale turistico.

L’Accordo prevede a tale scopo la rapida costituzione di un Gruppo di lavoro tecnico con personale delle Direzioni Turismo di entrambe le Regioni e figure con specifiche competenze nel settore, per garantire la piena attuazione degli obiettivi condivisi.

La tabella che gli ultimi Sindaci da Castellani in poi non hanno consultato

Giachino: “spiega bene il Declino economico della nostra Città”

Premesso che governare una Città, una Regione o un Paese è molto difficile e complesso e chiaro però che chi si candida a governare deve conoscere alcune cose fondamentali come la differenza di valore aggiunto tra un settore e l’altro della economia, una cosa scontata per ogni manager di azienda. Non a caso Benedetto Croce diceva che per un politico essere onesto voleva dire essere competente, cioè in grado di governare bene un Paese o una Città. Non a caso la politica è sicuramente l’impegno più nobile e importante che ci sia. È una Città e un Paese debbono il loro sviluppo e il loro benessere certo a imprenditori di qualità ma anche a grandi Governanti nazionali e amministratori locali. Nel Boom economico , il periodo in cui la economia Italiana cresce più di tutte le altre economie mondiali, il ruolo di DeGasperi, Fanfani, Vanoni fu persino superiore a quello di grandi imprenditori di quel tempo .

Così come negli anni  50 dell’800 Cavour e la sua grande VISION furono decisivi per darci infrastrutture e politica agraria e industriale di grandissimo livello. Ricordo a tutti che nel 1857 il più piccolo degli Stati europeo approvò il progetto dell’opera del secolo , il Traforo del Frejus. Per governare bene una azienda o una Città occorre conoscere la importanza dei settori su cui si punta per sviluppare una azienda o una Città. Se si sbagliano le scelte il declino economico e il risultato più probabile . Nel 1993 alcuni mesi dopo la elezione di Valentino Castellani il nuovo Sindaco con i suoi esperti lavorò al Primo Piano strategico per la Torino del futuro. In quel Piano si dava per scontato che l’industria non sarebbe stata più così importante per Torino e si sceglieva di puntare tutto sul Turismo, sulla cultura e sul loisir. Strano perché nello stesso periodo a Bologna e in Emilia si decideva di puntare sulla Motor VALLEY cosicché nell’ultima relazione della Fondazione Rota, messa poi a tacere perché dava fastidio, si diceva che Bologna aveva superato Torino come quota della manifattura.  Se i Sindaci di sinistra avessero studiato la tabella di cui sopra, forse avrebbero difeso di più con passione e con grinta l’industria dell’auto, magari organizzando scioperi e manifestazioni nella Mirafiori che la più sbagliata tra le scelte dell ‘Avvocato Gianni Agnelli aveva privato  dell ‘Ing. Ghidella.  Non avendo mai fatto un Bilancio consuntivo della strategia scelta la riconfermarono nel secondo Piano strategico. Non studiando  i dati dell’Istat ma solo gli articoli di stampa  compiacenti non si accorsero che neanche nel  2006 il PIL piemontese, che è condizionato per il 55% dal PIL torinese, era cresciuto sopra la media nazionale. La forte alleanza sindacato Giunte di sinistra che per la proprietà transitiva diventava alleanza con la grande Azienda porto’ in dote  la pace sociale . Misero la sordina anche alle denunce del sottoscritto, il primo che si accorse del declino. Così l’arrivo della Autorità dei trasporti arrivò da una mia proposta appoggiata dalla Unione Industriali allora presieduta da Licia Mattioli. Così la grande Piazza SiTAV fu organizzata dal sottoscritto con la collaborazione delle Madamin. Alla fine del 2021 a Torino ne’ il Comune, ne’ i parlamentari eletti si accorsero che nell’ultima Legge di Bilancio di Draghi vi era una lira a favore del settore che aveva reso grande la Città. Dovemmo intervenire io e l’on. Molinari. Ora sarà chiaro a tutti che , anche se è tardi.  Torino deve fare l’impossibile  per difendere il settore auto oltre che accelerare i lavori della costruzione della TAV e della linea 2 della Metro oltreché il completamento della tangenziale est. In nostro aiuto arriva il Centro per la Intelligenza artificiale assegnato dal Governo Meloni a Torino e che in questi giorni il Politecnico con il supporto delle Fondazioni bancarie sta implementando sempre nell’area delle OGR. Sì perché al declino economico si aggiunge il declino sociale di metà della Città perché tutte le scelte delle Amministrazioni puntano sul Centro della Città , sul Lingotto e sulle OGR. A parte l’investimento Motorola , presto abortito, nessun investimento pubblico ha interessato la metà della Città che sta male a parte la meritoria ristrutturazione ad opera della Lavazza dell’area di via Bologna. Così la bassa crescita economica della Città ha aumentato le diseguaglianze sociali e territoriali. Io non demordo e continuo a premere perché il Comune sposti qualche attività economica e un po’ di lavoro in Barriera .Una cosa è certa i dati bocciano le scelte fatte dalle amministrazioni negli ultimi trent’anni e Torino paga cara la l’obiettivo di non essere più una One Company Town. E pensare che anche nella energia il ruolo del Piemonte nel 1800 fu primario, così nella industria, così nella farmaceutica, così nelle infrastrutture. Ecco perché alle prossime elezioni i torinesi che pensano ai figli e ai più sfortunati debbono privilegiare una politica con l’anima come quella che rintracciamo nella migliore delle stagioni DC. Ho scritto queste cose perché purtroppo non sono dibattute in Consiglio comunale o regionale.

Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

TTG Rimini, inaugurato lo stand della Regione Piemonte

Ieri in occasione dell’apertura del TTG Travel Experience di Rimini, è stato ufficialmente inaugurato lo stand della Regione Piemonte, uno spazio concepito per raccontare un territorio che cresce e si propone al mercato nazionale e internazionale con un’offerta turistica sempre più ricca, sostenibile e integrata. Erano presenti: il ministro del Turismo Daniela Santanchè, l’onorevole Gianluca Caramanna, l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo e Sport della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, l’assessore al Turismo e Marketing Territoriale della Liguria Luca Lombardi e il presidente di Visit Piemonte, Silvio Carletto.

All’interno del Padiglione C5 (stand 227-314), la Regione Piemonte è presente con una rete articolata di Agenzie Turistiche Locali, Residenze Reali Sabaude e oltre 30 operatori del settore, in rappresentanza delle eccellenze delle diverse aree regionali – dalle montagne ai laghi, dalle colline alle città d’arte. Lo stand si conferma punto di riferimento per incontri istituzionali e professionali durante tutta la durata della manifestazione.

La giornata si è concentrata sulla presentazione di progetti e strategie per valorizzare le eccellenze turistiche piemontesi, in un’ottica condivisa, innovativa e sostenibile.

Il primo appuntamento ha visto protagonista i Giardini Botanici di Villa Taranto, esempio di bellezza senza tempo e oggetto di una nuova sfida: attualizzare la visione originaria del Capitano McEacharn, rendendola accessibile e coinvolgente per le nuove generazioni.

Successivamente, la provincia di Alessandria ha illustrato il percorso intrapreso verso la creazione di un Sistema Turistico di Destinazione per il Piemonte Sud, volto a rafforzare il coordinamento territoriale e la promozione integrata dell’offerta.

Grande attenzione ha suscitato la nascita di Turin Alps, nuovo progetto che unisce Torino e le Montagne Olimpiche in un’unica proposta turistica, capace di coniugare città, natura, sport e cultura in un modello integrato.

Spazio anche al turismo sostenibile e outdoor, con i progetti PAYSAGE+ Aimable e Bikeland, che mirano a valorizzare il paesaggio attraverso esperienze lente, inclusive e ad alto valore aggiunto.

Biennale Tecnologia, come sarà la prossima edizione

Soluzioni, un progetto del Politecnico di Torino 

V edizione da mercoledì 15 a domenica 19 aprile 2026

Dal 15 al 19 aprile 2026 il Politecnico di Torino, in collaborazione con importanti partner locali e nazionali, organizzerà nel capoluogo piemontese la quinta edizione di Biennale Tecnologia, il grande evento – pensato per i giovani e il grande pubblico – dedicato all’esplorazione dell’impatto trasformativo della tecnologia su tutti gli aspetti della vita e della società: dalla salute all’ambiente, dalle relazioni interpersonali alla democrazia, dall’istruzione al lavoro, dalle questioni locali alle sfide globali che riguardano il digitale, l’intelligenza artificiale, la sostenibilità, l’energia, lo Spazio, la mobilità, il lavoro, l’educazione e molto altro.

Soluzioni è il titolo scelto per questa edizione di Biennale Tecnologia, che proverà a rispondere alla domanda “Come possiamo usare la tecnologia per il bene comune?”. E lo farà provando a riflettere sulle criticità che l’accelerazione tecnologica necessariamente evidenzia, per trovare insieme soluzioni possibili e concrete a questa grande sfida e per immaginare nuove possibilità. La formula sarà quella che ha incontrato il successo del pubblico nelle scorse edizioni, con lezioni, dialoghi, incontri, workshop, spettacoli e mostre con esperti ed esperte di fama nazionale e internazionale, tutti ad ingresso libero e gratuito, che daranno vita a una narrazione scientifica arricchita anche dai linguaggi creativi della letteratura, del cinema, del teatro, della musica e delle arti visive.

Tante e importanti le novità di questa edizione:

 

  • Tre co-curatori, selezionati fra 30 candidati, che affiancheranno il curatore professor Guido Saracco nella definizione del programma della manifestazione: Simone Arcagni, saggista e docente all’Università IULM; Frame | Divagazioni Scientifiche, associazione specializzata nella comunicazione scientifica e fondata da Alberto Agliotti, Emiliano Audisio, Francesca Calvo, Enrica Favaro, Beatrice Mautino; Federico Bomba, direttore artistico dell’organizzazione culturale Sineglossa.

  • Tre filoni tematici principali costituiranno la struttura portante del programma di Biennale Tecnologia 2026:

Culturtech, che mette al centro il ruolo sempre più significativo della tecnologia nella produzione culturale e il suo impatto trasformativo sulle forme, sui significa(n)ti, sulle modalità di fruizione della cultura da parte del pubblico e viceversa sul modo in cui la cultura produce immaginari tecnologici, in cui una sezione specifica, curata dell’Associazione Italian Cultural Content Industry, sarà dedicata all’industria dei contenuti e alle imprese.

Interfaccia uomo-macchina, che esplorerà gli effetti dirompenti prodotti dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale in diversi ambiti che investono direttamente la nostra società, come la salute, il lavoro, l’educazione, e nell’evoluzione stessa di diverse branche del sapere – come, ad esempio, le neuroscienze – per immaginare senza timore le diverse forme di convivenza e ibridazione uomo-macchina.

Installazioni artistiche, mostre, spettacoli, reading, performance che racconteranno le nuove tecnologie, e in particolare l’intelligenza artificiale, da un punto di vista artistico e creativo.

Parallelamente a questi filoni principali ruoteranno poi altri eventi tematici, che – sempre partendo dalla tecnologia – approfondiranno da più prospettive argomenti come lo sviluppo delle tecnologie spaziali, la geopolitica dell’innovazione, le scienze della vita, le tecnologie verdi, la mobilità, la città del futuro, l’economia, lo sport e molto altro.

Inoltre l’intero programma di Biennale Tecnologia sarà accolto nel fascicolo di candidatura di Torino Città Capitale Europea 2033.

  • Biennale Tecnologia, nel 2026, uscirà dal perimetro del Politecnico per incontrare la cittadinanza nel cuore di Torino: da venerdì 17 a domenica 19 aprile gli incontri del suo programma principale si svolgeranno in alcune delle sedi più rappresentative della città, dal Circolo dei lettori all’Accademia delle Scienze, dal Teatro Carignano al Teatro Regio e al Teatro Vittoria, passando per il Museo del Risorgimento e l’Oratorio San Filippo Neri. Un modo per offrire al pubblico e ai visitatori l’opportunità di vivere il fascino e la storia della città e per rendere la tecnologia e la scienza sempre più vicine.

Tornano invece rinnovate molte delle iniziative collaterali che negli anni hanno caratterizzato Biennale Tecnologia:

 

  • Tecnologia Futura

Anche nel 2026 Biennale Tecnologia aderisce a Torino Futura, il progetto voluto e promosso dagli Assessorati alla Cultura e all’Istruzione della Città di Torino per moltiplicare le occasioni di socialità e di dialogo tra i giovani, anche attraverso modalità di protagonismo civico. Molte saranno infatti le attività appositamente pensate per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori di ogni ordine e grado. E, di riflesso, per i loro insegnanti. A cominciare dal Campus residenziale, che anche nel 2026 darà la possibilità a oltre duecento studenti provenienti dalle scuole di tutta Italia di partecipare gratuitamente a momenti di formazione pensati appositamente per loro sui temi più importanti affrontati dalla manifestazione e di seguire, con accesso riservato, gli stessi incontri promossi da Biennale Tecnologia.

  • Tecnologia in piazza

La centralissima Piazza San Carlo, baricentro degli eventi in programma, sarà un presidio fisso per tutta la durata della manifestazione e ospiterà il Villaggio della Tecnologia, sede di laboratori e percorsi ludico-didattici pensati e costruiti per i più piccoli e le loro famiglie e dove i più appassionati potranno curiosare negli stand allestiti e curati dai Team Studenteschi del Politecnico, che racconteranno e mostreranno al pubblico i risultati delle loro ricerche applicate, le loro invenzioni, i loro prototipi. Accanto agli stand sarà inoltre allestito un punto informativo dove i cittadini potranno consultare il programma, informarsi sugli eventi e le attività di Biennale Tecnologia, costruire grazie all’aiuto di personale qualificato i propri percorsi di visita.

  • Tecnologia Diffusa

A essere protagonisti saranno ancora una volta i docenti e ricercatori del Politecnico che, anche grazie alla collaborazione con le reti delle Biblioteche Civiche e delle Case del Quartiere di Torino, daranno vita a un vero e proprio programma parallelo di attività pensate e (co-)progettate per portare anche nei quartieri più distanti dal centro della città le riflessioni sul futuro e sul rapporto tra tecnologia e società, nell’ottica di raggiungere e coinvolgere un bacino di pubblico il più ampio e variegato possibile.

 

  • Politecnico Aperto

Altro appuntamento ormai tradizionale e atteso, soprattutto dalle famiglie, è il programma di Politecnico Aperto. Come per ogni edizione, anche nel 2026 l’Ateneo aprirà al pubblico sempre più ampio di curiosi e appassionati le porte dei suoi laboratori e centri di ricerca per far conoscere a tutti, grazie a un ricco programma di attività, incontri, esperimenti e workshop, le sue più importanti linee di ricerca, con particolare riferimento a quei progetti di frontiera, e di ricerca applicata, utili alla vita di tutti i cittadini.

Il Rettore Stefano Corgnati ha commentato: “Biennale Tecnologia da questa edizione si apre sempre più alla città. Uno degli obiettivi che ci siamo dati con il curatore, infatti, è renderlo un evento che coinvolga sempre più la cittadinanza, andando all’interno anche dei luoghi della città e non solo del Politecnico – illustra il rettore Stefano Corgnati, presidente di Biennale Tecnologia – Per questo motivo la scelta è stata quella di inaugurare nell’Ateneo per poi proseguire nel weekend in alcuni luoghi iconici che sono pienamente integrati in ecosistemi della diffusione della conoscenza. In questo modo il progetto risponde alla nostra terza missione, diffondendo la cultura del sapere scientifico in modo obiettivo, imparziale e aprendo a un dialogo che tenga conto, sotto tutti i di tutti i punti di vista, degli aspetti della trasformazione della società permeati da transizioni di tipo tecnologico”.

Il Professor Guido Saracco, curatore residente della Biennale Tecnologia: “La prossima Biennale Tecnologia 2026 promette di affrontare le più grandi sfide al crocevia tra tecnologie e società non soltanto contestualizzandole ma offrendo possibili e concrete soluzioni socio-tecniche, con la finalità ultima di restituire consapevolezza e fiducia alla cittadinanza. In questa direzione l’interdisciplinarità è un fattore chiave ed è per questo che il festival darà ancor più voce a diversi punti di vista e diversi strumenti di comunicazione, realizzando nei suoi eventi strette collaborazioni con enti culturali, economici e sociali come mai prima d’ora, in collaborazione col nuovo strumento di produzione di contenuti culturali del Politecnico di Torino: Prometeo Tech Cultures. In quest’ottica vanno anche inquadrati i contributi dei tre guest curators che ci affiancheranno nella definizione ultima del programma, nuove voci del coro della futura Biennale Tecnologia”.

 

 

Torino e le imprese più proficue dell’anno

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Nel corso del 2025, Torino ha dimostrato una sorprendente capacità di adattamento e crescita, consolidando il proprio ruolo di protagonista nell’economia italiana. 

In un contesto nazionale ancora segnato da incertezze globali, il capoluogo piemontese ha saputo distinguersi per dinamismo, innovazione e resilienza.

Le imprese locali hanno beneficiato di un ecosistema favorevole, alimentato da politiche territoriali lungimiranti, investimenti mirati e una rete di servizi digitali sempre più efficiente.

In particolare, l’adozione sempre più diffusa di strumenti web ha contribuito a rafforzare la visibilità delle aziende, facilitando l’accesso ai mercati e la costruzione di relazioni commerciali solide.

Sette settori si sono rivelati decisivi per la crescita economica della città, ciascuno con caratteristiche e traiettorie specifiche, ma accomunati da una forte spinta all’innovazione e alla sostenibilità.

Automotive e mobilità sostenibile

Torino continua a essere un punto di riferimento per l’industria automobilistica, pur in una fase di profonda trasformazione. Il gruppo Stellantis ha investito ingenti risorse nella riconversione degli impianti di Mirafiori e Grugliasco, orientandoli verso la produzione di veicoli elettrici e ibridi. La filiera locale ha risposto con prontezza, sviluppando componenti ad alta efficienza, batterie di nuova generazione e software per la guida autonoma. L’indotto ha beneficiato di un rilancio significativo, con nuove assunzioni e collaborazioni tra imprese, centri di ricerca e università.

Tecnologie verdi e transizione ecologica

Il 2025 ha segnato un’accelerazione nella transizione ecologica, e Torino si è distinta per la capacità di integrare sostenibilità e competitività. Le imprese attive nel settore delle tecnologie verdi — dall’efficienza energetica alla gestione intelligente dei rifiuti — hanno registrato tassi di crescita superiori alla media nazionale. Il Comune ha promosso bandi per la riqualificazione energetica degli edifici, incentivando l’adozione di pannelli solari, pompe di calore e sistemi di monitoraggio ambientale. Anche le startup green hanno trovato terreno fertile, grazie a incubatori specializzati e fondi di investimento dedicati.

Digitale e innovazione tecnologica

L’ecosistema digitale torinese è tra i più vivaci d’Italia. Con oltre trenta incubatori e acceleratori attivi, la città ha visto nascere e consolidarsi numerose realtà nel campo dell’intelligenza artificiale, della blockchain, della robotica e della cybersecurity. Le imprese tech hanno beneficiato di una forte domanda di soluzioni digitali, sia da parte del settore pubblico che privato. La collaborazione tra Politecnico, Università degli Studi e imprese ha generato brevetti, spin-off e progetti di ricerca applicata. Torino si è affermata come hub dell’innovazione, attirando talenti e investitori da tutta Europa.

Turismo e ospitalità

Il comparto turistico ha vissuto un anno di grande rilancio. Torino ha saputo valorizzare il proprio patrimonio culturale, architettonico e gastronomico, attirando visitatori da ogni parte del continente. Il Museo Egizio, la Reggia di Venaria, il MAUTO e il circuito delle residenze sabaude hanno registrato numeri record. Le strutture ricettive hanno ampliato l’offerta, puntando su esperienze personalizzate, sostenibilità e digitalizzazione. Anche il turismo congressuale ha ripreso vigore, con eventi internazionali ospitati presso il Lingotto e il Centro Congressi Torino Incontra.

Salute, benessere e life sciences

Il settore della salute ha mostrato una crescita solida, trainata da investimenti in ricerca, innovazione e servizi personalizzati. Le aziende farmaceutiche e biotecnologiche torinesi hanno rafforzato la propria presenza sui mercati internazionali, grazie a prodotti innovativi e collaborazioni con centri clinici di eccellenza. Parallelamente, il benessere ha conquistato nuove fasce di pubblico: palestre, centri yoga, spa e cliniche private hanno ampliato la propria offerta, rispondendo a una crescente domanda di servizi orientati alla salute mentale e fisica.

Logistica e movimentazione industriale

La posizione strategica di Torino, crocevia tra Italia, Francia e Svizzera, ha favorito lo sviluppo del settore logistico. Le imprese specializzate nella movimentazione industriale, come Cieffe Carrelli, hanno registrato un incremento della domanda, grazie all’espansione dell’e-commerce e alla necessità di soluzioni flessibili per la gestione delle merci. I poli logistici di Orbassano e Settimo Torinese sono stati potenziati, con l’introduzione di tecnologie smart per il tracciamento e l’ottimizzazione dei flussi. La logistica si è confermata un asset strategico per la competitività del territorio.

Agroalimentare e eccellenze gastronomiche

Il comparto agroalimentare ha continuato a rappresentare un pilastro dell’economia torinese, con una forte vocazione all’export e alla valorizzazione delle tradizioni locali. I produttori di vino, cioccolato, formaggi e salumi hanno consolidato la propria presenza sui mercati internazionali, puntando su qualità, tracciabilità e storytelling. Le fiere gastronomiche, i mercati contadini e le collaborazioni con chef stellati hanno rafforzato l’identità culinaria della città, contribuendo anche al turismo enogastronomico. Torino si è confermata capitale del gusto, capace di coniugare innovazione e tradizione.

Uno sguardo al futuro

Questi sette settori hanno rappresentato il motore della crescita torinese nel 2025, dimostrando come la diversificazione economica sia una strategia vincente. La città ha saputo coniugare tradizione e innovazione, puntando su sostenibilità, digitalizzazione e valorizzazione del territorio.

Le imprese hanno mostrato una notevole capacità di adattamento, investendo in formazione, ricerca e internazionalizzazione.

Con l’arrivo dell’inverno 2025 e l’avvicinarsi delle festività dicembrine, sarà interessante osservare come queste dinamiche evolveranno. Le imprese torinesi, forti dei risultati ottenuti, si preparano a chiudere l’anno con slancio e a pianificare nuove sfide per il 2026. Il futuro, a Torino, è già iniziato.

 

Il Piemonte turistico si presenta al TTG di Rimini

8–10 ottobre 2025 – Padiglione C5, Stand 227-314

Montagne, Residenze Sabaude, eventi e turismo sostenibile sono i protagonisti dell’offerta turistica con cui il Piemonte si presenta alla 62ª edizione del TTG Travel Experience di Rimini, appuntamento di riferimento per il turismo internazionale in Italia.

Il tema “AWAKE” invita a una nuova consapevolezza del viaggio: il Piemonte risponde con una proposta fondata su identità, innovazione e accoglienza diffusa, per un turismo autentico e sostenibile.

“Il TTG rappresenta per il Piemonte lo straordinario palcoscenico in cui raccontare al mondo degli operatori il cambiamento e l’evoluzione della propria proposta… Il Piemonte si presenta al TTG 2025 con idee, progetti e realtà concrete che interpretano perfettamente il significato di questo nuovo corso del turismo piemontese”, dichiara Paolo Bongioanni, Assessore al Turismo della Regione Piemonte.

Tra i momenti centrali della fiera, giovedì 9 ottobre alle 11.30, la firma dell’accordo di collaborazione tra Regione Piemonte e Regione Liguria per una strategia congiunta di valorizzazione turistica. L’intesa punta a promuovere un’offerta integrata tra mare e montagna, cultura ed enogastronomia.

Lo stand piemontese ospita ATL, Residenze Sabaude e oltre 30 operatori per raccontare un territorio che unisce paesaggi, comunità ed esperienze. La montagna è al centro della strategia 2025, con offerte per l’autunno e l’inverno tra outdoor, cultura e natura.

Le Alpi di Cuneo valorizzano il turismo accessibile con il progetto DiscesaLiberi, mentre in Val Susa nasce Turin Alps, sinergia che unisce Torino alle montagne olimpiche. Nell’Alto Piemonte si inaugurano nuovi cammini spirituali e naturalistici: San Bernardo delle Alpi, Ermenegildo e Varallo–Alagna.

Progetti come PAYSAGE+ Aimable e Bikeland promuovono turismo lento e cicloturismo; Alexala presenta il Sistema Turistico del Piemonte Sud e la “Residenza d’Autore”, dedicata al paesaggio vitivinicolo.

L’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero introduce un ecosistema digitale integrato per migliorare l’esperienza dei visitatori e valorizzare i siti UNESCO, mentre il progetto “Residenze Sabaude. Un territorio da Re” offre itinerari esperienziali nelle dimore reali.

Anche il patrimonio botanico si racconta con i Giardini di Villa Taranto, simbolo di bellezza e sostenibilità.

Tra gli eventi internazionali in arrivo: Fiera del Tartufo Bianco d’Alba (11 ott – 8 dic), Nitto ATP Finals (9–16 nov), Torino Film Festival (21–29 nov), Artissima (31 ott – 2 nov), CioccolaTò (13–17 feb 2026), Final Eight di Basket (18–22 feb), Salone del Libro (14–18 mag) e Terra Madre – Salone del Gusto (22–26 set).

Un calendario che conferma il Piemonte come una delle destinazioni più dinamiche e attrattive d’Europa, capace di coniugare cultura, sport, natura e innovazione.