ECONOMIA- Pagina 282

La svolta per far rinascere Torino dopo 25 anni di declino non si vede…

Caro Direttore, 

La situazione economica di Torino l’ha comunicata , purtroppo è chissà perché solo dopo le elezioni, il Presidente degli Industriali MARSIAJ. Dal 1996 al 2019 Torino e il Piemonte hanno perso 18 punti rispetto a MILANO e ben 8 rispetto alla media nazionale. Siamo quindi sotto la sufficienza con questi numeri nessun azionista privato avrebbe mai votato I cinque stelle o la sinistra che ha governato Torino dal 93 al 2016.
Siccome chi doveva cambiare cioè il commercio in difficoltà, le partite IVA, i giovani senza lavoro non sono andati a votare, ha vinto di nuovo la sinistra. Torino sta ripartendo? No. Siamo a sessanta giorni dalla elezione del Nuovo Sindaco Stefano LORUSSO ma la svolta per far rinascere Torino dopo 25 anni di declino non si vede e tutte le classifiche o gli studi sulla nostra Città la danno in declino. Perché Torino non riesce a rilanciarsi? Perché non vuole esaminare i dati della sua analisi come farebbe un Medico serio che dice la verità , tutta la verità ai suoi pazienti. Ieri dopo l’ennesima bocciatura del Sole 24 Ore che dice che Torino è 12a tra le venti Città capoluogo di Regione , LORUSSO ha risposto:”Sappiamo che Torino ha grandi difficoltà , ma anche grandi potenzialità, senza capire che questa frase che ci viene ripetuta da almeno 10 anni non ha dato risultati perché oggi le grandi potenzialità danno meno di ciò che Torino perde ogni anno e che purtroppo continuerà a perdere perché la strategia seguita dai vari governi, e dai vari tromboni, per il passaggio all’elettrico di auto e Tir ha fatto calare la vendita delle auto e intaccherà gran parte dell’indotto perché l’auto elettrica ha bisogno di meno parti rispetto a quella sulla quale viaggiamo da decenni. I pochi votanti hanno però votato un Consiglio Comunale di non eccelso livello .
Così lunedi scorso in Consiglio Comunale non si sono accorti che era uscita la pagella del Sole 24 Ore  e non ne hanno discusso , questo perché non basta avere pacchetti di preferenze per avere la grande qualità politica che avevano Peyron, Grosso, Donat-Cattin, Bodrato, Porcellana, Valente, Novelli, Dondona, Bracco, Berardi, Aceto, Zanone  e Biffi Gentili.
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Se non si ha il coraggio di dire che Torino dal 1996 al 2018 ha perso 18 punti di PIL rispetto a MILANO e 8 rispetto alla media nazionale non si capisce cosa vuol dire tutto ciò in termini di perdita di lavoro e negli incassi delle partite IVA e del commercio.  Il BOOM Economico nacque da grandi politici come Degasperi e Einaudi oltreche’ da grandi capitalisti che investivano nel nostro Paese ma nacque anche perché con la Indagine parlamentare sulla povertà del 1951-2 tutto il Parlamento sapeva alla perfezione come vivevano allora gli italiani. Finché La metà della Città che da anni sta male non starà meglio Torino non ripartirà . Ecco perché occorre accelerare i lavori della TAV, della Linea 2 della Metro , della quarta corsia sulla tangenziale o della Tangenziale est. Ecco perché occorre ottenere dal Governo un forte stanziamento di incentivi per sostituire le auto e i Tir vecchi con mezzi Euro 6 in produzione che sono molto ma molto meno inquinanti e molto, ma molto più sicure e non limitarsi a dare gli incentivi solo per acquistare mezzi elettrici.  Ecco perché i giornali dovrebbe spiegare molto meglio gli studi su Torino per dare la sveglia alla classe politica torinese… il Direttore de La Stampa aveva detto che LORUSSO conosceva bene i problemi ma stranamente non ha presentato il programma di rilancio e dei primi 100 giorni.
Temo però che il rilancio di Torino non arriverà dal Comune malgrado le grandi risorse del PNRR. Anche perché Comune è Regione non hanno ancora presentato le scelte e non ipotizzano le ricadute come farebbe qualsiasi Amministratore delegato di una azienda in crisi quando presenta il Piano di rilancio .  Se a febbraio non ci sarà chiarezza penso che la Società Civile , come abbiamo fatto per salvare la TAV, dovrà  farsi nuovamente sentire perché di questo passo tra alcuni anni Torino sarà ancora più piccola , più vecchia e con meno lavoro  .
Grazie della attenzione e Buon Natale a Lei e ai Suoi lettori,
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Mino Giachino 
SILAVORO SITAV

Dalla regione fondi per il sostegno psicologico ai minori

L’ASSESSORE CAUCINO: «EMERGENZA COVID: DALLA REGIONE PIU’ DI 350 MILA EURO»

La somma verrà ripartita alle cinque Asl di appartenenza dei cinque Servizi di Psicologia sovra zonali sulla base dei seguenti criteri: 40% popolazione minorile residente e 60% minori inseriti in strutture residenziali. L’esponente della giunta Cirio: «Uno sforzo voluto e dovuto, per proteggere i più fragili dai danni mentali causati dalle restrizioni forzate».

Come riporta il rapporto dell’Onu «COVID-19 and the Need for Action on Mental Health». «Lisolamento, la paura, lincertezza, le turbolenze economiche, sono elementi che, specie se protratti nel tempo, causano gravi sofferenze psicologiche». La pandemia da Covid 19 si configura come un fattore di forte rischio per la salute mentale della popolazione in quanto «Lisolamento, la paura, lincertezza, le turbolenze economiche, sono elementi che, specie se protratti nel tempo, causano gravi sofferenze psicologiche».

Proprio per questo una forte azione a sostegno della salute mentale, così gravemente colpita da questa crisi pandemica, si configura come una vera e propria priorità soprattutto a favore di soggetti più vulnerabili quali i bambini e gli adolescenti. La letteratura scientifica, oltretutto, sottolinea, a questo riguardo, che la condizione venutasi a determinare a causa della pandemia da Covid 19 può essere assimilata ad altre esperienze traumatiche; sono evidenziati fenomeni specifici quali ansia da isolamento e pericolo per la salute, con un significativo aggravamento delle patologie preesistenti, oltre ad un incremento dei fenomeni di violenza ed aggressività intra-familiare.

E’ proprio partendo da queste considerazioni che la Regione, su proposta dell’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino, ha deciso di stanziare, nella giunta che si è tenuta questa mattina, 355mila euro per  la  realizzazione  di interventi di assistenza psicologica continuativa in favore dei minori, in particolare per far fronte alle problematiche collegate o riferibili all’emergenza Covid 19.

Il contributo va a coprire tutto il 2021 e 2022, ma le risorse ricadranno sul bilancio regionale 2021-2023, con particolare riferimento al 2021. I danari verranno ripartiti alle cinque Asl di appartenenza dei cinque Servizi di Psicologia sovra zonali sulla base dei seguenti criteri: 40% popolazione minorile residente e 60% minori inseriti in strutture residenziali.

Gli interventi saranno realizzati attraverso l’incremento del monte ore settimanale per personale convenzionato aggiuntivo, individuato tra gli operatori psicologi  dell’area di competenze necessarie, fino al raggiungimento del monte ore massimo di 38 ore settimanali. Inoltre è previsto il reperimento di competenze esterne a tempo determinato attraverso apposite procedure di selezione. A occuparsene direttamente sarà quindi la Direzione Sanità e Welfare,  Settore  Politiche per i bambini e le famiglie, minori e giovani, sostegno alle situazioni di fragilità sociale.

«Se soltanto lo scorso anno era un dubbio ora è una certezza – spiega Caucino -. Le conseguenze della pandemia, in particolare le chiusure e la privazione forzata della socialità, causata dall’emergenza Covid19, hanno inciso in maniera significativa sulla salute mentale di numerosi soggetti, in particolare dei bambini che si sono visti, letteralmente, “stravolgere il loro mondo” e che ora, per tornare all’auspicata normalità, necessitano di un sostegno psicologico».

«Per questo – conclude Caucino – ho voluto stanziare una somma per garantire un servizio che reputo di fondamentale importanza e delicatezza: le “ferite” subite in tenera età, infatti, rischiano di condizionare l’intera esistenza della persona e sono convinta sia compito delle Istituzioni fare in modo di evitare che ciò avvenga o, perlomeno, di minimizzare il più possibile il fenomeno».

Consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food: Torino -19 per cento

Dati novembre 2021 vs novembre 2019

Margini di miglioramento rispetto ai livelli pre-pandemia: novembre chiude a -13% rispetto a novembre 2019

L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-EY
evidenzia una fase ancora in recupero rispetto al periodo pre-pandemico con una chiusura nel mese di novembre 2021 a -13% su novembre 2019 e a -24% sul progressivo anno vs 2019, anno di riferimento per tracciare il benchmark a causa delle restrizioni iniziate a novembre 2020.
Il trend peggiore è per abbigliamento/accessori -21%, recupera la ristorazione -12%,
il non food chiude a +8,8%. Travel il più penalizzato a -26%.
Male sia i centri commerciali -19,4% sia le high street -19,3%.
La Puglia la regione con trend migliore +6,5% su novembre 2021 vs novembre 2019 e tra le città spicca Napoli +5%

L’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di novembre 2021 sullo stesso mese 2019 e porta l’asticella a segnare -13%. Il benchmark tiene conto del 2019 come anno di riferimento, in quanto il confronto col novembre 2020 (pari al +131%) non darebbe un quadro veritiero e corretto per via delle restrizioni applicate durante l’emergenza pandemica a fine 2020. Permangono, inoltre, le incertezze sul rialzo dell’inflazione che scuote le economie mondiali e sulla cui transitorietà i pareri dei banchieri internazionali si dividono.

Il progressivo anno mostra comunque un +14% vs 2020, ma ancora un pesante gap sul 2019 pari al -24%, che la dice lunga sulle difficoltà del settore.
Forti differenze fra settori di attività, dove abbigliamento/accessori sono ancora pesantemente sotto nel progressivo vs 2019 con -27% e anche nel mese sono il settore più penalizzato in flessione del -21% vs 2019. La ristorazione è il settore con le peggiori performance sul progressivo, -30% vs 2019, ma mostra maggiori segnali di dinamicità nel recupero con -12% sul 2019 nel mese di novembre.
Infine, la buona notizia arriva dal non food, che ha quasi chiuso il gap vs 2019 con un -2% sul progressivo anno e registra un dato positivo sul mese (+8,8%) rispetto al 2020, grazie al positivo effetto di alcune categorie e operatori come quelli legati alla casa e alla tecnologia.

 

Quanto ai canali di vendita, il trend più brillante arriva dalle location di prossimità (zone periferiche delle metropoli e shopping area delle città di provincia), che chiudono novembre con un (-13%), 11 punti meglio rispetto alla media Paese sul progressivo vs 2019.
Continua il trend negativo del travel, che rimane il più penalizzato vs 2019 sia sul mese -26% sia sul progressivo anno -49% e -25 punti percentuali meno della media Paese. Il travel risente anche della quarta ondata, che ha portato alla cancellazione di migliaia di viaggi già prenotati.
Male anche i centri commerciali, che chiudono novembre a -19,4% su novembre 2019 e a
-31,9% sul progressivo anno vs 2019. Andamenti simili si riscontrano anche per le high street in flessione del -19,3% vs 2019 nel mese e del -26% nel progressivo anno.

 

Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese (-5%) sia nel progressivo anno (-15%) vs 2019. L’area Centro chiude novembre a -13% e il progressivo anno vs 2019 a -24%. Un andamento simile si riscontra al Nord-ovest rispettivamente a -13% e -26%. Fanalino di coda il Nord-est con un mese di novembre a -20% e un progressivo anno a -31%.

«La fotografia di novembre – afferma Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – delinea un rallentamento rispetto al mese di ottobre che, con un -6% vs 2019, era stato il mese migliore da marzo 2020 e aveva fatto sperare in un pieno imminente recupero. Si assiste, dunque, a una parziale battuta di arresto sulla strada del recupero dei livelli pre-pandemia che mostra come, anche in assenza di restrizioni, le preoccupazioni dei consumatori per la crisi sanitaria e le prospettive economiche pongano serie limitazioni a una piena ripresa. Secondo una nostra ricerca consumatori sulle propensioni di spesa natalizia, su questa incidono sia il pessimismo per i prossimi mesi, tornato ai livelli di febbraio/marzo di quest’anno, sia gli acquisti effettuati durante il Black friday, in cui quasi una famiglia su tre ha approfittato degli sconti per comprare i regali di Natale e per il 24,2% questo avrà un impatto consistente sugli acquisti natalizi».
Quanto alle aspettative di vendita sul Natale da parte delle aziende, anche se si registrasse un aumento del 30% vs 2020, il livello 2021 vs 2019 sarebbe comunque pari al -22% a causa del forte decremento nel 2020 rispetto al 2019 (-40% in media).
Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia, commenta: «Rispetto alla crescita del mese precedente (circa +10%), osserviamo un rallentamento nel mese di novembre dove le vendite risultano essere in linea a quelle del mese di ottobre. Particolarmente colpiti sono il settore abbigliamento e il canale dei centri commerciali, i cui dati sono rimasti “flat” rispetto a quelli di ottobre. Confermato il buon andamento nelle aree non metropolitane che questo mese registrano vendite simili a quelle del novembre 2019 rispetto alla media nazionale che registra -13%, a dimostrazione che i consumatori continuano a privilegiare anche nel periodo precedente al Natale i negozi di prossimità».

Analisi principali regioni

Nell’analisi del mese di novembre 2021 vs novembre 2019 solamente la Puglia registra un trend positivo (+6,5%) mentre le altre che seguono rilevano trend ancora negativi nell’arco temporale di riferimento. In particolare, poco distanti dalla regione pugliese seguono Abruzzo (-2,9%), Calabria (-4,2%) e Sicilia (-7,6%). Tra le peggiori troviamo Veneto (-22,9%), Umbria (-21,4%) e Marche (-21%). Sempre con segno negativo seguono Friuli-Venezia Giulia (-20%), Emilia-Romagna (-18%), Trentino-Alto-Adige (-17,3%), Toscana (-15,6%), Piemonte (-14,2%), Lombardia (-12,3%), Liguria (-12%), Lazio (-10%), Campania (-9,9%) e Sardegna (-9,2%).

Analisi per città

L’analisi per città rileva il primato di Napoli che chiude novembre 2021 vs novembre 2019 a +5% e si aggiudica il primo posto tra le città prese in esame. Le altre città registrano invece trend negativi rispetto al medesimo arco temporale di riferimento: Roma (-11%), Milano e Palermo (-13%), Torino (-19%), Genova e Firenze (-21%). I valori peggiori si registrano nell’ordine a Bologna (-33%), Verona (-30%) e Venezia (-27%).

Analisi principali province

L’analisi per province a novembre 2021 vs novembre 2019 evidenzia Bari in testa (+10%), a seguire Novara (+1,2%). Le altre province prese in esame registrano invece trend negativi: Catania (-6%), Varese (-6,9%), Brescia (-8,7%), Roma (-9,8%), Caserta (-10,6%), Milano (-11,9%), Napoli (-12,2%), Monza e della Brianza (-12,7%), Bergamo (-13,6%), Palermo (-13,7%), Udine (-17,3%), Genova e Torino (-18,7%). Raggiungono i valori più bassi le province di Bologna (-27,9%), Venezia (-24,2%), Verona (-22,9%), Firenze (-21,2%) e Padova (-20,9%).

 

 

DDL Concorrenza: una bomba per il comparto del Trasporto Taxi e NCC

Confartigianato Imprese Piemonte Taxi-NCC: “Chiediamo lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e la conferma delle prerogative della Regione Piemonte in materia di regolamentazione del comparto”

Proficuo l’incontro con l’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi. Le imprese piemontesi del comparto Taxi ed NCC  sono oltre 5.000

 

L’Assessore regionale Marco Gabusi ha incontrato una delegazione di Confartigianato Imprese Piemonte Taxi-NCC (Alessandro Nordio, Eraldo Abbate e Baglione), e una delegazione di Tassisti Torinesi (Alberto Aimone Cat, Roberto Sulpizi e Francesco Ammirati).

Sul tavolo, la richiesta di sostegno da parte della Regione Piemonte allo stralcio dell’articolo 8 del DDL Concorrenza. Trattandosi, nei fatti, di un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea, peraltro mai completata, i presenti hanno espresso forte preoccupazione per le prospettive del Comparto. Il rischio è quello di compromettere alcuni dei principi cardine del nostro Ordinamento, anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore del Lavoro, dell’Artigianato e della Cooperazione.

Taxisti ed NCC (Noleggio con Conducente) sono in perfetta sintonia nel denunciare alla Regione – dopo un presidio svoltosi in piazza Castello lo scorso 14 dicembre al quale ha fatto seguito un incontro con l’Assessore ai Trasporti, Marco Gabusi – le forti criticità che potrebbero derivare al comparto dalle disposizioni contenute nell’art. 8 del Decreto Concorrenza.

Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione (e non sulla connessione) del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persona non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in “lavoratori subordinati”. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro.

“La libertà d’impresa – sottolineano Alessandro Nordio, Presidente Nazionale di Confartigianato Taxi (anche lui presente all’incontro)  ed Eraldo Abbate Presidente Confartigianato Piemonte NCC – non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore deve sempre essere garantita, in quanto servizio pubblico integrativo e complementare del trasporto locale, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’Artigianato e della Cooperazione – settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione. A chi risponde, invece, il Decreto Concorrenza? Ci va un cambiamento culturale sul tema dei servizi pubblici che oggi è in crisi e che dal prossimo 1° gennaio non avrà più gli strumenti di sussidio previsti per la pandemia”.

“Dobbiamo continuare a sostenere – hanno affermato Roberto Sulpizi, Vicepresidente della Cooperativa Taxi Torino, Francesco Ammirati, referente del Comitato di Base Tassisti di Torino – la territorialità del servizio  e salvaguardare le attività di migliaia di professionisti che operano in maniera regolare e nel rispetto delle regole. Una legge nazionale non può non tener conto delle esigenze delle imprese a cui corrispondono persone e famiglie che vivono di queste attività”.

“Occorre difendere – ha affermato Alberto Aimone Cat, Presidente della Cooperativa Taxi Torino –  quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l’autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato”.

L’Assessore Regionale Marco Gabusi ha espresso piena solidarietà e appoggio alle istanze espresse, e ha condiviso la proposta presentata dalla delegazione in merito alla elaborazione e alla approvazione redazione di un Protocollo d’intesa tra le parti interessate.

Nei ristoranti a Natale clienti in calo del 15 per cento

Il protrarsi  dell’epidemia da Covid fa registrare un calo del 15% della clientela, pari a circa 35mila persone, nei ristoranti di Torino e del Piemonte

Questo il quadro di una indagine svolta su 6.000 locali da Epat Torino e provincia, il sindacato di categoria dei pubblici esercizi. C’è preoccupazione per la ristorazione, considerando che il Natale rappresenta il 10% annuo del fatturato e solo il 65% dei locali è aperto per le difficoltà legate alla carenza di personale, alla chiusura del governo agli accessi di stranieri e al super Green pass. circa il 60 per cento dei ristoratori è però ottimista che si possa tornare presto alla normalità.

Cinghiali e rischio di peste suina africana L’allarme di Confagricoltura

“Destano forti preoccupazioni anche nella nostra regione le notizie provenienti dalla Germania, che segnalano un nuovo caso di peste suina africana nel distretto di Ludwigslust-Parchim, in una carcassa di cinghiale ritrovata un’ex area di addestramento militare, nei pressi di Redlin, al confine con lo stato del Brandeburgo”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interviene ancora una volta sulla questione dell’eccessiva proliferazione della fauna selvatica, chiedendo a tutti gli enti interessati il massimo sforzo per contenere il fenomeno.
“Nei mesi scorsi, grazie all’intervento del prefetto di Torino che si era attivato su segnalazione della nostra organizzazione, si era istituito un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti interessati – spiega Allasia – per individuare iniziative congiunte per limitare la presenza abnorme di cinghiali che oltre a danneggiare pesantemente i raccolti crea problemi di ordine sanitario all’ecosistema”.
Le notizie provenienti dalla Germania allarmano non soltanto gli agricoltori, ma tutti i cittadini. Al momento, come riferisce il sito https://www.regierung-mv.de/ del governo federale del Meclemburgo-Pomerania Occidentale,  non è noto come la peste suina africana sia entrata nel distretto di Ludwigslust-Parchim. Tuttavia, la stessa variante del virus è stata confermata nell’allevamento di suini domestici di Lalendorf e nel focolaio di Marnitz, che è ora diffusa nell’Europa orientale, negli Stati baltici, in Polonia e nel Brandeburgo.
“Dobbiamo evitare in tutti modi che la peste suina africana si propaghi: sarebbe un danno enorme per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentare – aggiunge Enrico Allasia –  e per questo chiediamo a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per sviluppare un’attività di selezione dei cinghiali che riporti il numero di ungulati a un livello compatibile per il nostro territorio”.

Idee per il rilancio del commercio La parola all’assessore Chiavarino

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Natale 2021: doveva essere il Natale del rilancio del commercio, di una nuova vita per i negozi nei quali, in concomitanza proprio di questo periodo – nel 2020 –  molta merce è rimasta in magazzino, complici le restrizioni dovute alla pandemia e alla comodità di acquistare on line…purtroppo  lo sarà solo in parte.

Secondo le ultime osservazioni del neo assessore al commercio del comune di Torino, Paolo Chiavarino –  persona conosciuta e di grande competenza nel mondo del commercio –  l’aumento dei contagi e della paura dei cittadini a chiudersi per molto tempo nei locali, ha sfiduciato l’acquisto ” in presenza” , preferendo quello  da casa.
Noi de ” Il Torinese” abbiamo intervistato l’assessore  nei suoi uffici per cercare di comprendere il suo nuovo progetto, nel quinquennio di consiliatura  comunale  che lo vede coinvolto, in uno dei settori fortemente colpito dalla pandemia.
1. Il Natale 2020 per il commercio torinese ha subito una forte flessione nelle vendite, causa pandemia. Quest’anno  si sperava in una ripresa, ma pare che all’aumento dei contagi, se pur con molte meno restrizioni rispetto all’anno scorso, segua ancora, da parte dei clienti, una paura generalizzata: come vede la situazione da neo assessore appena insediato? 
A subire il colpo sono stati soprattutto i negozianti e io personalmente ho trovato il commercio torinese in difficoltà . Tuttavia, da parte degli operatori, c’è grande attesa e fiducia per il futuro : stanno lavorando davvero con entusiasmo non solo in centro, ma anche in periferia, dove la storiche vie del commercio stanno piano piano riprendendo vigore. Sono cautamente ottimista ma solamente perchè mi baso sui dati che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi e devo quindi agire in maniera preventiva a tutela sia dei commercianti e del loro operato sia dei consumatori, cioè dei cittadini
2. La precedente assessora alla viabilità aveva delineato un progetto di ztl ambientale prolungata che aveva trovato il disaccordo delle associazioni di categorie a tutela dei commercio e i commercianti stessi.  Ci può dare una previsione sul suo futuro operato a tal proposito? 
Coi colleghi degli assessorati coinvolti nella questione, siamo giunti alla conclusione che al momento le telecamere restano spente: le argomentazione volte alla  tutela dell’ambiente e alla valorizzazione e alla promozione del commercio cittadino, le vorrei affrontare partendo da un concetto ben noto ai negozianti torinesi che è quello della pedonalizzione di aree cittadine più specificatamente dedicate allo shopping e destinabili a questo tipo di di rigenerazione urbana. Le associazioni di categoria e quelle ambientaliste mi sostengono e ne sono lieto. La pandemia ci ha sicuramente insegnato un nuovo modo di vivere la città in tutti i suoi aspetti, compresi quello commerciale: mi voglio impegnare, di concerto con tutti gli attori coinvolti,  per seguire questa importante scia sociale.
3. Una tematica per la quale sono iniziati i lavori con l’ex assessore al commercio e che però non è riuscita a trovare un completamento è quella dei distretti  commerciali: intende proseguire? 
 
Certamente, i progetti sul tavolo sull’argomento sono parecchi: il nuovo volto che porteranno alla città avrà un impatto importante anche sul turismo.
L’aspetto strutturale stesso della città sara’ un po’ modificato, a partire dalle aree porticate perchè anche lì si possono creare delle sinergie, rapporti di partenariato fra pubblico e privato, rimettendo mano anche ad alcuni edifici abbandonati da tempo e che potrebbero essere destinati a nuove e diverse attività commerciali e culturali.
Un aspetto importante in questo cammino di sviluppo dei distretti  commerciali è anche quello che vede la messa in opera di strutture informatiche sostenute dalla città e  adatte a  sfavorire l’acquisto in rete da una parte, dall’altra però a  sostenere i negozianti sia nella vendita in presenza sia on line dei loro stessi prodotti.
Il mio compito sarà anche quello di agevolare sempre di più la bottega di prossimità: è uno strumento di sviluppo oltre che commerciale anche sociale e, mi permetto di aggiungere, promozionale della città nelle quali le eccellenze del territorio e della città sono sempre a disposizione con loro qualità e narrate dai produttori stessi. Condivido con favore alcuni dei progetti, messi in campo per il mio assessorato, della precedente amministrazione e sarà mio compito migliorarli e aggiungervi novità. E’ mio preciso dovere sottolineare anche come questa condivisione di progetti è realizzata in primis con le circoscrizioni dove il dialogo  è di assoluta importanza per avere un occhio puntuale sulla situazione attuale e a lavorare di conseguenza.
4. Nelle linee programmatiche che ha presentato in terza commissione consiliare, tra i vari punti illustrati, quello relativo alla situazione dei mercati,  fortemente identitari per alcune aree cittadine, pensare al mercato che più rappresenta Torino – Porta Palazzo – , è inevitabile.  Ci può illustrare come e se verrà riqualificato ulteriormente? 
 
Il mio lavoro su questo importante mercato deve essere necessariamente realizzato con i colleghi degli assessorati coinvolti nei vari aspetti: viabilità, arredo urbano, turismo.
Io devo occuparmi dei caratteri strettamente commerciale – strutturale : la vendita dell’ittico, ad esempio, che si svolge in una struttura obiettivamente con molte criticità, stiamo cercando di rimetterla a posto. Le difficoltà ci sono, è chiaro, ma confido anche nella collaborazione degli operatori.
L’aspetto innovativo del lavoro in questa zona sarà il restyling delle bancarelle dell’ortofrutta e delle plance di vendita dei prodotti, leggere e in alluminio , con un budget messo a punto pari a  200.000 euro: con la compartecipazione finanziaria anche di camera di commercio, ritengo che anche l’aspetto estetico per un turista che viene in visita a Porta Palazzo, possa risultare una ulteriore e significativa carta d’identità per la cura della città, pur mantenendo i caratteri che fanno di Porta Palazzo il simbolo del meltin’pop culturale di Torino.  Spero anche negli  aiuti finanziari che potrebbero pervenire dal PNRR e per questo mi sono messo subito al lavoro.
5. In questo periodo di festività il tema della movida sarà al centro dell’attenzione, così come lo è ormai da parecchio tempo. Quali linee programmatiche suggerisce per conciliare  fra il ” diritto al divertimento e il diritto al sonno?

Sicuramente non è nelle mie intenzioni “militarizzare” le zone della cosiddetta “movida” , però un segnale alla cittadinanza  bisogna darlo. Fermare immediatamente le situazioni di disagio che si vengono a creare su segnalazione dei residenti, nei limiti dell’ordine pubblico, è fra le mie priorità. Limitare l’asporto, modificare gli orari di apertura e di chiusura dei locali potrebbero essere dei segnali, ad esempio. La soluzione, spero che possa trovare apprezzamento e  su cui sto ragionando con gli altri assessorati competenti e con i Presidenti delle circoscrizioni , è la proposta e la creazione di iniziative culturali e musicali con  una programmazione oraria che ” distragga” dal momento alcolico puro ma che si possa associare a una situazione di coinvolgimento sociale attenta e divertente allo stesso tempo.

Chiara Vannini

Bettelmatt, il pascolo della questua

Il nome Bettelmatt, oggi associato ad uno dei più famosi e rinomati formaggi d’alpe, deriva da un termine vallesano-Walser risalente al Medioevo che significa, letteralmente, “pascolo della questua”, traendo origine da un’antica tradizione religiosa .

Una delle più vecchie pratiche di lasciti in natura, a favore dei poveri o di enti religiosi, per i vallesani dell’Oberland bernese e per i Walser, era quella di disporre, giunta l’ultima ora, di “legati” in formaggio, usandolo come merce di scambio, per il pagamento degli affitti, delle concessioni di alpeggio e delle tasse. O, come in questo caso, a vantaggio dei più bisognosi. Così, dall’alto Vallese alle colonie Walser come la Val Formazza, si diffuse l’usanza, nei testamenti, di questi lasciti a favore dei poveri, con la distribuzione ( quasi sempre a Natale o Pasqua ) di forme di formaggio. Grazie alla devozione e al senso di pietà dei vecchi Walser, i formaggi dei pascoli migliori  venivano riservati alla questua per i poveri. Gli alpeggi da cui provenivano questi formaggi venivano spesso indicate come “alpi della questua” (“Bettelalp”) e corrispondevano sempre ai pascoli più ricchi delle vallate. Il motivo? Più il pascolo era ricco e più la generosità del donatore sarebbe stata premiata nell’altra vita. In altri casi l’usanza della questua era legata ad ex-voto, per “liberarsi” da pericoli e calamità naturali. Nella Turtmanntal , valle del Canton Vallese che si apre sulla sinistra della valle del Rodano, un tempo abitata dai Walser, ai piedi dell’imponente mole del Weisshorn, il 14 agosto – vigilia dell’Assunta – i poveri , saliti dal fondovalle, giravano con la gerla i diciassette alpeggi, ricevendo in ciascuno una piccola parte di formaggio. Ma gli esempi sono tanti, come recitano i più antichi documenti conservati negli archivi ecclesiastici e delle varie comunità. Il Bettelmatt, formaggio a pasta compatta di colore che va dal giallo all’oro, con la ruvida crosta di color marrone più o meno scuro, porta con se anche questa storia legata all’elemosina pubblica. Così questa delizia, prodotta da latte crudo intero di una mungitura di mucche di razza bruna,  tra luglio e settembre, esclusivamente nei sette alpeggi della Valle Antigorio Formazza ( Bettelmatt, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno e Sangiatto )  può essere definito anche un prodotto solidale che affonda le radici in quello che era un generoso esempio di carità e di sostegno agli “ultimi”.

Marco Travaglini

Ripresa economica: la Regione proroga i voucher turismo e rilancia Piemonte Lavoro

Prorogati i voucher turismo, approvati il piano 2021 e le attività 2020 dell’Agenzia Piemonte Lavoro.

Questo, in sintesi, è quanto è accaduto nella seduta della terza Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Claudio Leone.

L’assessore regionale Vittoria Poggio ha illustrato il Ddl 176, che “allinea i tempi di utilizzo dei voucher per favorire la domanda turistica”. Il provvedimento, visto il permanere delle difficoltà di spostamento e soggiorno a causa della pandemia, consente alla Giunta regionale di aggiornare i termini temporali di utilizzo dei voucher.
Verranno così tutelati i potenziali turisti che hanno acquistato i buoni, evitando che scadano prima del loro utilizzo.

Il provvedimento è stato approvato all’unanimità, insieme a un emendamento proposto da Monica Canalis (Pd). Nel corso dei lavori sono anche intervenuti Alberto Preioni (Lega), Alessandra Biletta (Fi) e Marco Grimaldi (Luv).

“Le politiche attuate da Agenzia Piemonte Lavoro vogliono potenziare le reti territoriali e garantire servizi più efficienti, per ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro”. Così si è espressa l’assessore regionale Elena Chiorino, coadiuvata dal direttore dell’agenzia, illustrando il Piano di attività approvato all’unanimità dalla Commissione.

L’agenzia – quindi – continuerà con il rafforzamento della formazione per andare incontro alle esigenze delle imprese con nuove figure professionali.

Nel corso del 2021 Agenzia Piemonte Lavoro, che coordina i 31 Centri per l’Impiego piemontesi, ha continuato a lavorare sugli elementi introdotti in periodo pandemico, come per esempio la remotizzazione dei servizi, che si sono rivelati utili per garantire minori tempi di attesa, migliore efficienza e qualità agli utenti.

Da segnalare anche il piano di potenziamento delle risorse umane dell’agenzia, che ha già portato all’inserimento di 188 persone e che realizzerà, una volta ultimato il piano, l’assunzione di ulteriori 300 unità. Già a partire dal marzo 2022 saranno contrattualizzate 134 unità con contratti di Formazione e Lavoro.

Scuola di Amministrazione al Polo Cavouriano di Santena

Brunetta: “Simbolo di rinascita che farebbe inorgoglire Cavour”

16 dicembre 2021 – È stato siglato a Palazzo Vidoni il protocollo d’intesa per realizzare un polo formativo della Scuola Nazionale dell’Amministrazione (Sna) presso il Complesso Cavouriano di Santena, in provincia di Torino. A firmarlo, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, la presidente della Sna, Paola Severino, il presidente della Fondazione Cavour, Marco Boglione, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e la vicesindaca Michela Favaro, su delega del sindaco, Stefano Lo Russo, intervenuto in videocollegamento insieme al sindaco di Santena, Ugo Baldi. Presenti alla cerimonia della firma anche il segretario generale della Sna, Fortunato Lambiase, il direttore della Fondazione Cavour, Marco Fasano, e i deputati piemontesi Carlo Giacometto e Claudia Porchietto.

Il nuovo polo formativo Sna permetterà di attivare programmi di formazione in raccordo con gli enti territoriali e con specifico riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e potrebbe diventare un vero “Campus Cavour”, sviluppando collaborazioni con le Università locali, a partire dall’ateneo di Torino e dal Politecnico.

“La scelta del Complesso Cavouriano come polo del Nord-Ovest della Scuola Nazionale dell’Amministrazione ha un grande valore simbolico – commenta il ministro Renato Brunetta – perché rappresenta la continuità tra il passato e il presente. Siamo qui per un rito di buona amministrazione. Nel 1853 Cavour varò la riorganizzazione dello Stato sabaudo, la riforma della Pubblica amministrazione che di lì a poco sarebbe stata estesa a tutta l’Italia unita. Oggi stiamo costruendo una nuova Pa per la ricostruzione di una nuova Italia dopo lo shock della pandemia. Il Pnrr può essere considerato una enorme scommessa sul capitale umano, sulle competenze e sulla formazione dei dipendenti pubblici. Il polo Sna a Santena affiancherà la sede storica ospitata nella Reggia di Caserta e il polo in progettazione a L’Aquila. Saranno i primi di una serie di altri poli in tutto il Paese, simboli di rinascita che farebbero inorgoglire Cavour. Stiamo realizzando una nuova unità d’Italia nel nome dei ‘volti della Repubblica’, come li ha definiti il presidente Mattarella”.

“La Scuola Nazionale dell’Amministrazione deve diventare una scuola dell’eccellenza, un hub che dirama i suoi raggi nei poli formativi sul territorio”, sottolinea la presidente Paola Severino. “I poli formativi, a loro volta, saranno i luoghi di un incrocio virtuoso tra mondi diversi: le amministrazioni centrali, quelle locali, le università e le imprese. La velocità con cui abbiamo dato vita a questo progetto è un segnale importante: rispecchia la nuova Pubblica amministrazione, che si muove con rapidità quando c’è una buona idea da tradurre in pratica”.

“Sono felice e orgoglioso di firmare questo Protocollo, anche per i Cavalieri del Lavoro che rappresento”, afferma l’imprenditore Marco Boglione, presidente della Fondazione Cavour. “Il segreto di questa iniziativa sta nella collaborazione istituzionale di tutti gli stakeholder. Cavour sarebbe fiero di una giornata come quella di oggi”.

“In Piemonte è nata l’Italia per opera di donne e uomini di questa terra che hanno creduto per primi nel nostro futuro come Paese – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio -. Penso a Cavour, penso a Einaudi. Qui sono nati i padri dell’Italia e della nostra Repubblica, amministratori straordinari, e credo non possa esserci sede migliore di Santena per ospitare una scuola che punta a formare chi ci governerà domani. Il progetto, poi, sarà sostenuto con i fondi del Pnrr e questo è uno dei primi risultati concreti del lavoro sinergico che la Regione sta facendo insieme alle altre istituzioni del territorio, per attrarre e utilizzare al meglio i fondi che l’Europa sta mettendo a disposizione del nostro Paese”.

“Per Torino e il Piemonte, l’apertura a Santena della nuova sede per la Scuola Nazionale dell’Amministrazione – evidenzia la vicesindaca di Torino Michela Favaro – arricchisce, integra e contribuisce a irrobustire un sistema universitario e della conoscenza che conta già su importanti atenei e centri di alta di formazione di riconosciuta e assoluta eccellenza. Peraltro, considerando l’attuale contesto che richiede alte capacità progettuali per mettere concretamente a frutto le opportunità di rilancio e sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Pubblica amministrazione è chiamata a svolgere un ruolo chiave, da esercitare anche attraverso il potenziamento dell’offerta formativa per i propri funzionari e dirigenti”.

Per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, “portare a Santena, nell’area metropolitana di Torino, la seconda sede della Scuola nazionale di amministrazione pubblica è un grande risultato, frutto di un lavoro svolto in sinergia con tutti i livelli dell’amministrazione locale, il ministro e il Dipartimento della funzione pubblica. In quella prestigiosa sede si porterà una delle funzioni principali dello Stato: la formazione del proprio personale. Dovremo investire sempre più nel capitale umano, è una necessità a tutti i livelli per affrontare al meglio sfide sempre più complesse”.