ECONOMIA- Pagina 239

Un milione di utenti per l’app di Iren

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Al via l’integrazione con IrenGO, l’app per la mobilità sostenibile

 

 

Reggio Emilia, 25 febbraio 2021 – IrenYou, l’app per i clienti Iren, raggiunge un milione di clienti attivi, con un tasso di adesione di 7 utenti unici su 10 e oltre 150mila operazioni effettuate alla settimana, e si integra con IrenGO, la soluzione digitale per la mobilità elettrica e sostenibile.

 

Traguardi raggiunti grazie alle numerose funzionalità offerte dalla piattaforma: dalla gestione di tutti i contratti/bollette attivi con la multiutility (luce, gas, acqua) alla possibilità di effettuare i pagamenti di tutti i propri servizi energetici (IrenPay) fino all’accesso diretto al proprio conto bancario con la possibilità di controllare le proprie spese energetiche. Un’integrazione di servizi che punta all’unificazione e all’ottimizzazione della customer experience e che si arricchisce di un ulteriore tassello: da oggi, tutti i Clienti del Gruppo Iren abituati a navigare IrenYOU, passando dalla sezione servizi troveranno anche IrenGO, l’app integrata per fruire tutti i servizi dedicati alla mobilità elettrica e sostenibile.

 

Oltre a rendere disponibili sul mercato soluzioni complete per l’e-mobility, dai veicoli leggeri alle flotte di e-car aziendali, dalle stazioni di ricarica per famiglie alle colonnine più evolute per aziende ed enti pubblici, IrenGO completa la gamma di soluzioni proposte con un’app innovativa, che rende facile e immediata l’esperienza di ricarica del proprio veicolo elettrico.

 

L’app IrenGO, disponibile anche in forma autonoma su Apple App Store e Google Play Store, consente di ricaricare veicoli elettrici in semplicità e autonomia. Le funzionalità sono complete:

  • ricerca della colonnina, fra stazioni IrenGO e quelle di altri operatori con cui esistono accordi di interoperabilità sono visibili e operabili oltre 22.000 punti di ricarica sull’intero territorio italiano;
  • pianificazione dei percorsi per capire dove e quante volte ricaricare la propria auto elettrica per arrivare a destinazione. La ricerca della colonnina è raffinabile tramite criteri quali tipologia di vettura, tipo di ricarica, costi, connettori, provider e presenza di strutture ricettive o di intrattenimento nelle immediate vicinanze;
  • notifica dello status delle stazioni di ricarica, per verificare col dovuto anticipo se la stazione è disponibile, occupata, in manutenzione o già prenotata;
  • registrazione delle ricariche effettuate e dei pagamenti effettuati.

 

I pagamenti delle ricariche avvengono tramite l’utilizzo di un wallet, un borsellino digitale interamente gestibile tramite l’app, in grado di effettuare i pagamenti ma anche di tenere traccia delle spese di ricarica sostenute. A completare il servizio c’è la tessera IrenGO, una carta precaricata tramite portafoglio interno all’app, che è possibile richiedere gratuitamente e che abilita la ricarica alle colonnine, anche senza l’utilizzo dello smartphone.

 

 

L’assessore Tronzano: “La Regione non aumenta l’Irpef”

“Nonostante debiti sul bilancio per 6 miliardi, non tocchiamo le aliquote e quindi la Regione non aumenta l’IRPEF”, commenta l’assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano.

“Abbiamo dovuto allineare gli scaglioni alla legge nazionale, – aggiunge – ma la Regione non tocca le aliquote che rimangono le stesse. Manteniamo le detrazioni per famiglie numerose e per figli disabili”. Due azioni quindi, da parte della Regione: non si aumentano  le aliquote  e si mantengono comunque le detrazioni, nonostante l’introduzione dell’assegno unico.

Patenti professionali, ecco il bonus per i nuovi autisti

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Nel dl Milleproroghe è stato approvato l’emendamento che istituisce il fondo “Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto“, che prevede lo stanziamento di 3,7 milioni per il 2022 e di 5,4 l’anno dal 2023 al 2026 per l’erogazione di voucher ai giovani tra i 18 e i 35 anni che prendono la patente per la guida dei mezzi pesanti.
Si tratta di un voucher di importo non superiore a 2.500 euro, da utilizzare nel periodo compreso tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2026.
Il bonus patente autotrasporto sarà erogato per il periodo dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2026 ed è un contributo pari all’80 per cento della spesa sostenuta e comunque di importo non superiore a 2.500 euro.
Spetta ai cittadini di età compresa fra 18 e i 35 anni per il conseguimento della patente e delle abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all’esercizio dell’attività di autotrasporto di persone e di merci.
Il voucher patente autotrasporto potrà essere richiesto per una sola volta, non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non risulta ai fini del computo del valore dell’Isee.
Le indicazioni e i termini per presentare le domande per ottenere il bonus, così come le modalità di erogazione del voucher, saranno definiti con un decreto del ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

In Piemonte previsti nuovi bacini per l’accumulo idrico

“Il Piemonte – ha dichiarato l’assessore – sta vivendo un momento critico dovuto alla mancanza di precipitazioni, che sta coinvolgendo pesantemente il comparto agricolo e, se la siccità si protrae, potrebbero rendersi necessari interventi di tipo irriguo per il grano. È nostra intenzione avviare una riforma della governance del sistema irriguo per ridurre la frammentazione degli interventi e provvedere a nuovi regolamenti attraverso un confronto con i soggetti interessati. Abbiamo importanti progetti da portare avanti, quali quelli di Serra degli Ulivi e del Sessera. Il primo sta procedendo, grazie anche ai fondi che arriveranno con il Pnrr, mentre per il secondo il Governo ha chiesto una serie di approfondimenti per verificare meglio le necessità del territorio”.

“Stiamo inoltre seguendo – ha aggiunto – alcuni bandi attivati nel 2019 per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture e per l’adeguamento dei pozzi irrigui e stiamo per chiudere quelli per il rispetto delle norme ambientali da parte dei consorzi”.

Il dibattito è stato aperto da Paolo Demarchi (Lega), che ha sottolineato che “senza l’intervento degli agricoltori l’ecosistema sarebbe decisamente più a rischio e la desertificazione procederebbe in modo più deciso” e ha messo in guardia sulle conseguenze della guerra in Ucraina sull’agricoltura.

Sean Sacco (M5s) ha ricordato che “il M5s aveva depositato una proposta di legge di governance sui consorzi che è stata bocciata” e che “è forse il caso di ragionare, con le associazioni, su come ridurre il fabbisogno d’acqua in agricoltura”.

Marco Grimaldi (Luv), che ha domandato se siano già state emesse ordinanze per limitare l’uso di acqua in agricoltura, infine, l’assessore ha risposto che è avvenuto solo in alcuni Comuni per impedire le bagnature dei giardini

Le imprese femminili dimostrano grande capacità di resilienza: in Piemonte aumentano rispetto a un anno fa

Secondo i dati forniti da Unioncamere in Piemonte le imprese femminili al 31 dicembre 2021 sono 96.433, in aumento rispetto alle 95.879 del 2020. Sara Origlia (Presidente del Movimento donne Impresa di Confartigianato Piemonte): “Occorre canalizzare risorse per sostenere l’imprenditoria femminile, che concorre in modo determinante alla tenuta economica del nostro Paese”

 

“Le imprese femminili hanno pagato il prezzo più alto a causa della crisi pandemica, pensiamo ad esempio ai servizi alla persona come le parrucchiere e le estetiste, (le prime chiusure durante il lockdown e le ultime aperture), alle imprese legate alla moda o quelle che svolgono attività riconducibili al turismo o agli eventi, alle quali si collegano le pasticcerie e la ristorazione, le pulitintolavanderie: tutte imprese ad alta vocazione imprenditoriale femminile. Imprese rosa, che hanno anche saputo affrontare le difficoltà con uno spirito guerriero, cercando di modificare in itinere gli obiettivi da raggiungere, applicando una delle doti femminili più rappresentative: la vocazione naturale al cambiamento”.

Con queste parole, Sara Origlia titolare di un laboratorio artigianale di pasticceria secca e Presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte, ha commentato i dati sull’imprenditoria femminile in Piemonte, elaborati da Unioncamere Piemonte.

 

A fine dicembre 2021 le imprese femminili con sede in Piemonte ammontavano a 96.433 unità, in aumento rispetto alle 95.879 del 2020, ma ancora leggermente inferiori rispetto alle 96.591 di fine 2019. Le aziende in rosa rappresentano una fetta importante del tessuto imprenditoriale regionale, raggiungendo una quota del 22,5% delle imprese complessivamente registrate in Piemonte.

Nel corso del 2021, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha registrato la nascita di 6.138 imprese femminili, a fronte delle 5.403 che hanno, invece, cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra i due flussi è risultato, dunque, positivo per 735 unità, traducendosi in un tasso di crescita del +0,8%.

Sebbene il dato sia meno brillante rispetto a quello del sistema imprenditoriale valutato nel suo complesso (+1,1%), l’imprenditoria femminile piemontese manifesta una maggiore vivacità, sia in termini di natalità (tasso del 6,4%, a fronte del 5,9% registrato per il totale delle imprese), che di mortalità (tasso del 5,6%, contro un 4,8%). La dinamica mostrata dalla componente femminile del tessuto imprenditoriale piemontese appare, tuttavia, meno intensa rispetto a quanto osservato a livello complessivo nazionale (+1,5%).

 

“Lo tsunami della pandemia – continua Origlia – non ha spento la vocazione imprenditoriale femminile, anche se abbiamo compreso ancora una volta come nel nostro Paese c’è un grande problema ancora insoluto: la conciliazione lavoro-famiglia, soprattutto in questi anni in cui le imprenditrici hanno dovuto dividersi in quattro per affrontare problemi aziendali, dedicarsi alla cura della famiglia, con le chiusure di scuole e asili. A questo punto, considerati i numeri in crescita relativi alle imprese condotte da donne in Piemonte, chiediamo politiche di sostegno che aiutino le donne ad uscire da questa situazione che le ha gravemente penalizzate sia sul piano personale, sia lavorativo”.

L’Italia è al primo posto in Europa per il maggior numero d’imprese a conduzione femminile, ben 1.336.227. Se l’Italia è il “Paese dell’anno”, come ha decretato “The Economist”, questo numero dimostra che il merito è anche delle donne e della loro grande capacità di reagire e affrontare un momento così difficile come quello vissuto con la pandemia.

“Le imprese femminili – rimarca Origlia – hanno dimostrato grande capacità di resilienza, coraggio e capacità di adattamento. Ogni giorno devono affrontare gli effetti economici della pandemia ancora in corso e il rincaro delle materie prime, del gas e dell’elettricità. che stanno penalizzando in maniera trasversale tutte le imprese. Gli ultimi dati di Unioncamere evidenziano una crescita in Piemonte delle imprese condotte da donne. Questo significa che nonostante tutte le difficoltà, le donne non mollano, dimostrando una capacità di adattamento e forte volontà”.

“Abbiamo, però, bisogno – conclude Origlia – di un welfare a misura di donna che lavora e che svolge un’attività indipendente. Occorre canalizzare risorse per sostenere l’imprenditoria femminile, che concorre in modo determinante alla tenuta economica del nostro Paese, con azioni volte a incentivare la partecipazione femminile all’attività d’impresa, supportandone le competenze e la creatività per l’avvio di nuove iniziative economiche e la realizzazione di progetti innovativi, attraverso finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto”.

Università, Udu denuncia aumenti tasse dal 2010 +68% al nord

‘Peso quote premiali sino a 1/4. Sistema insostenibile, Mur ascolti’

Milano – “L’incremento della tassazione universitaria dal 2010 a oggi ha davvero dell’assurdo: per quanto riguarda il nord si assesta al 68%, con punte, sul territorio nazionale, del 140%”. Questo sarebbe stato causato non solo dal taglio di 1 miliardo del fondo del finanziamento ordinario (con la riforma Gelmini), che ha reso la contribuzione studentesca una parte fondante e sempre più insostituibile dei bilanci degli atenei, ma anche dalla composizione stessa del finanziamento, alla luce del peso crescente delle cosiddette quote premiali, che sono passate dal 7% a un quarto del finanziamento totale. Circostanza che “determina poi disuguaglianze tra atenei e territori”.
E’ la denuncia di Giovanni Sotgiu, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, intervenuto oggi a Milano per presentare i dati di una ricerca sulla tassazione universitaria.
Le misure prese sinora, specie sull’estensione della no tax area, incalza, sarebbero tanto “timide e insufficienti” da finire per penalizzare soprattutto studenti fuori corso, “su cui spessoci sono rincari”, e persone di fascia media, “con importi davvero alti”.
“Speravamo che il Pnrr potesse essere occasione di discussione per una riforma della tassazione ma questo confronto- conclude- non c’è stato”. Detto questo “andremo avanti” sulla strada della gratuità del sistema universitario.
Agenzia DIRE

Cambio frequenze tv: la preoccupazione di Uncem

“I Comuni sono molto preoccupati perché con il cambio delle frequenze televisive, per il passaggio al nuovo standard del digitale terrestre, molti residenti e proprietari di seconde case nei Comuni montani non vedranno più la TV. Già vedono niente oggi. Eppure pagano la tassa di possesso sul televisore. Che rimane senza segnale. Una situazione grave, che ha visto Uncem agire negli ultimi sei mesi chiedendo al Ministero dello Sviluppo economico dei chiarimenti. E interventi. In primis per i Comuni, le Comunità montane, le Unioni montane di Comuni proprietari di impianti di trasmissione. Molti non sanno, e anche al Mise non è chiarissimo, che senza Enti locali la tv in montagna non si sarebbe finora vista. Da trent’anni, i nostri impianti sono decisivi. Spegnerli fa piacere a molto. Sia Rai, sia Mediaset, sia le tv locali cambieranno frequenza. E questo si somma al problema per gli Enti locali e i nostri tralicci. Perché ora, adeguare da parte nostra gli impianti, ha costi rilevanti. Il Mise, in una serie di incontri con Uncem, ha detto di non avere risorse disponibili. E che i cittadini possono passare alla tecnologia TivuSat. Nulla in contrario, niente di ideologico. Peccato però che abbia un costo, installare parabole e dotarsi di decoder. E serve un fondo ad hoc, se si vuole seguire questa strada. Uncem ha fato al Mise, alla dott.sa Eva Spina e alla Sottosegretaria Ascani, una serie di proposte operative per uscire dal problema. Non servono molti soldi. Probabilmente bastano 5 milioni di euro a livello nazionale. Ma dobbiamo evitare che Enti montani e cittadini si sentano nuovamente presi in giro e beffati. Mise faccia in fretta a definire una strategia”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Limone Piemonte punta sull’intelligenza per attrarre lavoratori in smartworking

L’Italia dell’intelligenza e dei talenti, dunque un’Italia sempre più piccola, continua a credere nello smartworking nonostante Brunetta.

Che, appunto, con quella parte d’Italia ha poco da spartire. È nata persino una startup, MyOrango, per individuare i luoghi migliori dove poter andare a lavorare a distanza utilizzando competenze, professionalità, intelligenza. Ma Gianluca Ranno, uno dei fondatori di MyOrango, sottolinea in un intervento a Grp Tv che lo smartworking offre grandi opportunità non solo ai lavoratori ma anche – e forse soprattutto – alle località che lo favoriscono.

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Psoriasi e artrite psoriasica, incontro all’Accademia di Medicina

Venerdì 11 marzo alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Psoriasi e artrite psoriasica. Dalla patogenesi alla terapia”.

L’incontro verrà introdotto da Pietro Quaglino, Professore Associato di Dermatologia, Università di Torino ed Enrico Fusaro, Primario di Reumatologia, Città della Salute di Torino. Entrambi sono soci dell’Accademia di Medicina. I relatori saranno Paolo Dapavo, Dirigente medico SC Dermatologia, Città della Salute di Torino e responsabile Rete Piemontese Psoriasi e Luisa Brussino, Direttore SSDDU Immunologia, Allergologia, Ospedale Mauriziano, Torino.

Il prof. Quaglino rileva come la psoriasi sia una patologia cronica invalidante molto frequente che può essere associata a un significativo rischio di coinvolgimento articolare e a varie comorbidità tra cui quelle cardio-vascolari, metaboliche e immunologiche. Negli ultimi anni, un sempre maggiore comprensione dei meccanismi patogenetici ha portato allo sviluppo di terapie biologiche innovative che hanno migliorato le nostre potenzialità di gestione nei pazienti con malattia cutanea estesa e/o coinvolgimento articolare. La gestione attuale del paziente con psoriasi è basata su una stretta collaborazione multidisciplinare tra i vari specialisti coinvolti.

Il dott. Fusaro sottolinea come l’artrite psoriasica sia una patologia che può colpire anche più del 30% delle persone affette da psoriasi. Si tratta di una malattia eterogenea con più quadri clinici: una forma poliarticolare, forme oligo-articolari o monoarticolari, la forma assiale, la dattilite e l’entesite. L’obiettivo principale è prevenire l’eventuale danno articolare permanente per cui è necessaria una diagnosi precoce. Nuovi farmaci sono in grado di interagire riducendo l’infiammazione e quindi i sintomi e la progressione del danno.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), previa prenotazione da effettuare via mail all’indirizzo accademia.medicina@unito.it e dietro presentazione del Green Pass, sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

“Tech cities 2022”, Torino tra le città più tecnologiche

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Il nuovo studio di Experis, brand del Gruppo Manpower, dal titolo “Tech cities 2022”,  analizza i lavori tecnologici più ricercati e retribuiti con un focus sulla provincia di Torino

Il report evidenzia come la pandemia abbia accelerato di 5-10 anni i processi di digitalizzazione della società e delle aziende, favorendo una crescita della domanda di figure tecniche (+36% per il primo trimestre 2022) per venire incontro alle nuove esigenze emerse. Quindi, fornisce una serie di dati relativi alle professioni IT più ricercate e retribuite nel territorio torinese, offrendo un confronto con le altre provincie considerate in termini di distribuzione delle ricerche, RAL medie, settori con maggiori opportunità, e altro ancora.

Di seguito le principali evidenze del report:

  • Con il 10% delle nuove offerte di lavoro nel campo tecnologico, Torino è una delle città più “tech” d’Italia.
  • Con il 42% di ricerche attive, Milano è la provincia in cui si concentra il maggior numero di offerte di lavoro per le posizioni IT analizzate, seguita da Roma (25%), Torino (10%), Napoli (8%), Bologna (7%), Padova (5%) e Bari (3%).
  • Per i lavori IT, la provincia di Torino offre una RAL media di 39.000 Euro – inferiore a Milano (43mila), in linea con Roma e superiore a Padova e Bologna (37mila), Napoli e Bari (33mila)
  • Torino offre maggiori opportunità in società di consulenza e PMI
  • Anche qui si sconta la difficoltà per le aziende di reperire i profili tecnologici ricercati: la ricerca stima che in Italia le aziende facciano fatica a trovare 3 profili su 4.
  • I profili più richiesti: Cloud Developer, Full Stack Developer, Data Scientist, Java Developer, Cyber Security e DevOps Engineer