ECONOMIA- Pagina 238

Commercio, i corsi per manager di Distretto

Avviato il ciclo di incontri: i professionisti hanno il compito di diventare gli animatori dei centri naturali per proporre un’offerta diversa rispetto alla grande distribuzione

L’assessore al Commercio Vittoria Poggio: «Passo importante per dare credibilità a tutto il comparto»

 

È iniziato il primo ciclo di incontri per la formazione dei manager dei 77 distretti del Commercio Piemontesi. «Un passaggio importante – ha spiegato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio – grazie al quale si entra nel vivo della programmazione». L’orientamento è di far diventare queste figure dei veri e propri animatori, dialogheranno con le istituzioni, dovranno coordinare i progetti, diventeranno anche un punto di riferimento per i commercianti e per i soci. «Questa figura – ha proseguito l’assessore – è strategica per la programmazione ma soprattutto per la credibilità dei duc e di tutto il comparto commerciale, mi ha fatto piacere registrare la volontà dei sindaci di investire sulla professionalità che è cruciale per la messa a terra dei progetti». Progetti che la Regione ha già finanziato con una tranche ai primi 25 a cui seguirà una seconda per arrivare fino a 77.

L’obiettivo è di creare degli «ecosistemi» autonomi capaci di proporre alle comunità un’offerta commerciale diversa rispetto a quella della grande distribuzione. Nel 2022 continuerà la misura di sostegno delle attività progettuali dei singoli Distretti per rendere attuative le idee dei territori e per incentivare la ripresa e il miglioramento dei luoghi del commercio naturale.

Consumatori, Polliotto (Unc): “Prodotti difettosi e garanzie, tutte le novità”

La Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori illustra i cambiamenti intercorsi dal 1° gennaio 2022.

Prodotti difettosi e garanzie, ecco le novità di legge. Al via una normativa che riscrive le regole del gioco per i produttori, per i quali è sempre consigliabile una verifica giuridico-legale preventiva dei propri formulari contrattuali al fine di renderli il più possibile adempienti e sicuri anche per chi fa impresa, in special modo per le PMI. “A partire dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il decreto legislativo 170/2021 che modifica gli articoli da 128 a 135 del Codice del Consumo (e introduce gli articoli da 135bis a 135septies), in attuazione alla direttiva europea n. 2019/771 sulla vendita di beni che si applica a tutti contratti conclusi successivamente al 1° gennaio 2022”, esordisce Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.
La riforma interessa oltre a quelli di vendita, anche altri contratti a tal fine equiparati (permuta, somministrazione, appalto, opera, fornitura di beni da fabbricare o produrre), indipendentemente dal fatto che la stipulazione del contratto avvenga fisicamente nei negozi, a distanza oppure online. Sono beni oggetto di vendita anche acqua, gas, energia elettrica in un volume o in una quantità determinata, beni mobili materiali anche da assemblare, animali vivi e infine anche oggetti usati.
“Quando si procede a un acquisto, il primo passo consiste nel verificare se sussistono i requisiti individuati dalla legge per considerare un bene conforme al contratto. Qualora manchi anche uno solo di questi elementi, infatti, il consumatore può attivare le garanzie. A proposito di dichiarazioni pubbliche la nuova normativa ha previsto degli obblighi rafforzati per il venditore. Il venditore è sempre vincolato a ciò che dichiara pubblicamente ossia rivolgendosi a un numero di persone indeterminato e ampio, salvo il caso in cui dimostri che non conosceva la dichiarazione o non avrebbe potuto conoscerla usando l’ordinaria diligenza”, approfondisce il legale. “Se un bene non soddisfa i requisiti previsti dalla legge – prosegue – il venditore deve specificamente informare il consumatore delle caratteristiche particolari del bene e, solo se il consumatore le accetta espressamente e separatamente, allora il venditore è esente da responsabilità. Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore di qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene che si manifesti entro due anni dalla consegna”.
Le regole in esame valgono anche per i contratti che hanno a oggetto beni contenenti elementi o servizi digitali. Se invece il difetto di conformità dovesse derivare dalla condotta di un’altra persona diversa dal venditore finale che è parte della catena contrattuale distributiva, il consumatore potrà rivolgersi comunque al venditore. Sarà poi quest’ultimo ad agire eventualmente in regresso nei confronti delle persone effettivamente responsabili nella catena commerciale.
In caso di prodotti difettosi, il consumatore ha diritto “Alla sostituzione o alla riparazione del bene. La scelta è libera e alternativa purché il rimedio preferito non sia impossibile o eccessivamente oneroso per il venditore. La riparazione o la sostituzione devono avvenire senza spese per il consumatore, entro un congruo lasso di tempo e senza arrecare notevoli inconvenienti. Oppure alla riduzione proporzionale del prezzo o alla risoluzione del contratto. Questi rimedi cosiddetti “secondari” possono essere attivati solo nel caso in cui il venditore non abbia effettuato la riparazione o la sostituzione del bene (o si sia rifiutato); persista il difetto di conformità nonostante l’intervento del venditore; il difetto sia grave; oppure il venditore non possa procedere entro un periodo di tempo ragionevole o senza inconvenienti per il consumatore. Si ricorda che, in caso di difetto di conformità, il consumatore può rifiutarsi di eseguire il pagamento fino a quando il venditore non abbia adempiuto ai relativi obblighi, così come previsto dal Codice Civile”, precisa Patrizia Polliotto. “Questi rimedi a disposizione del consumatore si estendono anche ai casi in cui il bene venduto non possa essere utilizzato o il suo uso è parzialmente limitato a causa della violazione di diritti dei terzi di proprietà intellettuale. È infatti il venditore ad essere responsabile per aver messo a disposizione della clientela beni su cui altri soggetti esercitano dei diritti, che sono incompatibili con i diritti dei futuri acquirenti”, precisa la Presidente di UNC Piemonte.
La nuova legge ha previsto degli obblighi più severi per il venditore o il produttore che offrono una garanzia convenzionale ulteriore e aggiuntiva rispetto a quella legale. “Infatti – conclude l’Avvocato Polliotto – se le condizioni stabilite nella dichiarazione di garanzia sono meno vantaggiose di quelle che sono state promesse in pubblicità, la garanzia vincola il venditore secondo le modalità pubblicizzate.  La dichiarazione di garanzia convenzionale deve essere fornita al consumatore non oltre il momento della consegna della merce, su supporto durevole e redatta in un linguaggio semplice e comprensibile”.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Il General Manager di Starbucks Italy Srl, Giampaolo Grossi, a Parlaconme

Ospite della trasmissione condotta da Simona Riccio

Sarà Giampaolo Grossi, General Manager di Starbucks Italy Srl, il protagonista dell’appuntamento di mercoledì 19 gennaio prossimo dalle 18 alle 19, nell’ambito della trasmissione PARLACONME sulla Radio web Radiovidanetwork, condotta da Simona Riccio, Organic Specialist e Social Media Manager del CAAT, Centro agroalimentare di Torino.

Titolo della puntata di PARLACONME sarà  “Condividere con gli altri ciò che hai vissuto e imparato nella vita è  un dovere”. Dalla classifica di Reputation Manager pubblicata dalla testata giornalistica Largo Consumo, Giampaolo Grossi, General Manager di Starbucks Italy Srl, risulta essere uno dei Top Ceo su Linkedin con 35 mila followers, ma ciò che lo rende tale non sonosolo i numeri dei collegamenti, ma anche il valore dei contenuti, che vanno al di là del ruolo ricoperto.

Simona Riccio, Social Media Manager del CAAT, è stata menzionata sul post Linkedin di Armando Garosci, Direttore di Largo Consumo, per fornire una sua opinione sulla classifica e sui top Ceo. La sua attenzione è  ricaduta sul profilo di Giampaolo Grossi che, come emerge dall’intervista radiofonica, comunica molto bene se stesso e gli insegnamenti ricevuti, dal rispetto verso i collaboratori alla convinzione dell’importanza di lavorare in team, ascoltando i bisogni del prossimo e mantenendo sempre un atteggiamento di umiltà.

Durante la puntata Giampaolo Grossi illustrerà anche i luoghi in cui vengono realizzate le materie prime dei prodotti che vengono utilizzati da Sturbucks e le persone che si prendono cura di tali materie, che sono ‘cittadini del mondo’. Il valore dell’inclusione di genere, sesso, colore, etnia e religione rappresenta un tema molto caro a Giampaolo Grossi e anche a Simona Riccio che, da tempo,ne ha fatto il fulcro della sua trasmissione PARLACONME, coniugandolo anche al femminile, con la partecipazione di donne impegnate nel settore agroalimentare.

La trasmissione PARLACONME viene trasmessa in diretta web Radio da Radiovidanetwork sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vidanetwork.

Mara Martellotta 

Per ascoltare la trasmissione

Collegarsi al sito www.vidanetwork.it

App ufficiale Radio Vida Network scaricabile gratuitamente per Ios e Android

Nei maggiori aggregatori Radio

Su speaker Alexa e Google Home

Dal giorno successivo sarà possibile ascoltare la puntata senza stacchi pubblicitari sul sito www.parlaconmeofficial.it

Bonus mobili ed elettrodomestici, tutte le novità

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Confermato anche per il 2022 (e fino al 2024) il cd. bonus mobili ed elettrodomestici. La prima novità riguardante il bonus mobili ed elettrodomestici è quella relativa alla proroga: chi, infatti, non ha ancora usufruito dello sconto potrà farlo nel 2022 (ma anche nel 2023 e nel 2024).

L’agevolazione è stata estesa, come già accennato sopra, per altri tre anni, confermando gli stessi requisiti validi fino al 31 dicembre 2021.

Va ricordato, a tal proposito, che il bonus mobili ed elettrodomestici è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A o superiore per i forni e lavasciuga), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione va calcolata su un importo massimo di 10 mila euro, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

Potrà continuare a beneficiare della detrazione chi acquista mobili ed elettrodomestici nuovi nel 2021 e ha realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio 2020.Per avere l’agevolazione è indispensabile, quindi, realizzare una ristrutturazione edilizia, sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali.

La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio, oppure quando i mobili e i grandi elettrodomestici sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente.

Inoltre, per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile.

Quando è stato introdotto, il bonus mobili ed elettrodomestici riconosceva uno sconto Irpef entro il limite massimo di 10 mila euro. Nel 2021 il tetto di spesa su cui calcolare la detrazione è stato elevato a 16 mila euro, per poi tornare a 10 mila euro nel 2022. Tra le principali novità delle Legge di Bilancio, infatti, vi è il ricalcolo degli importi massimi di spesa.

Nello specifico, indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, è possibile fruire di una detrazione del 50% calcolata su un importo massimo di 10 mila euro, riferito, complessivamente, alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

Il limite dei 10 mila euro scenderà poi a 5mila euro nel 2023 e nel 2024, ma riguarderà sempre la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Quindi, il contribuente che esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari avrà diritto più volte al beneficio.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Assegno unico, come fare domanda

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Dal 1° gennaio 2022 è finalmente possibile presentare la domanda per l’Assegno unico e universale tramite il servizio online dell’INPS.

Si tratta di un sostegno economico dato alle famiglie che sostituisce il premio nascita (bonus mamma domani), l’assegno di natalità (bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni.

Si chiama “unico” perché semplifica e potenzia gli interventi a favore della genitorialità e della natalità, e “universale” perché è garantito a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliate in Italia.

L’Assegno unico e universale spetta ai nuclei familiari in cui ricorrono le seguenti condizioni:

per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza; per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni che: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea; svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale; per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

La domanda deve essere presentata da uno dei due genitori esercenti la responsabilità genitoriale.

L’importo dell’Assegno unico è determinato secondo il valore ISEE. Per questo motivo l’ISEE, valido e corretto, serve per fare la domanda, anche se non è obbligatorio. E’ possibile presentare la domanda anche senza ISEE ma in questo caso si accederà solo all’importo minimo previsto per l’Assegno unico. Sarà comunque possibile inviare l’ISEE successivamente ed avere accesso all’importo specifico e previsto per il proprio nucleo familiare.  E’ possibile inviare l’ISEE entro il 30 giugno 2022 con il riconoscimento retroattivo degli importi spettanti a decorrere dal mese di marzo.

L’Assegno unico per i figli a carico, poiché è una misura “universale”, può essere comunque richiesto anche in assenza di ISEE o con ISEE superiore alla soglia di euro 40mila. In questo caso però saranno corrisposti gli importi minimi dell’assegno previsti dalla normativa.

L’Assegno unico non concorre inoltre alla formazione del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF.

L’importo dell’Assegno unico e universale viene determinato in base all’ISEE eventualmente presentato del nucleo familiare del figlio beneficiario, tenuto conto dell’età dei figli a carico e di numerosi altri elementi.

Più precisamente, è prevista: una quota variabile modulata in modo progressivo: si va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Gli importi dovuti per ciascun figlio possono essere maggiorati nelle ipotesi di nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, nuclei con 4 o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro, figli affetti da disabilità.

Vi è poi una quota a titolo di maggiorazioni per compensare l’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se l’importo dell’assegno dovesse risultare inferiore a quello che deriva dalla somma dei valori teorici dell’assegno al nucleo familiare (componente familiare) e delle detrazioni fiscali medie (componente fiscale), che si sarebbero percepite nel regime precedente la riforma.

L’importo riconosciuto sarà corrisposto in via ordinaria sulle coordinate IBAN intestate al richiedente o tramite bonifico domiciliato.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Grattacielo della Regione, meglio tardi che mai. Ma i costi?

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Di Carlo Manacorda

Non si vogliono avanzare dubbi sull’assicurazione data dal Presidente Cirio sul completamento dell’immobile. Tuttavia, partendo dalla sua affermazione per cui “il primo modo di rispettare i cittadini è quello di rispettare i loro soldi”, interessa soffermarsi sugli elementi economici riguardanti l’opera, peraltro solo vagamente citati nel corso della conferenza-stampa in cui è stato annunciato che il grattacielo sarò consegnato il prossimo 10 ottobre.

Continua a leggere:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/01/13/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/grattacielo-della-regione-piemonte-meglio-tardi-che-mai-ma-si-dica-il-costo-reale-e-complessivo-d.html

Le disuguaglianze del Pnrr che privilegia le aree urbane e trascura la montagna

“Sul PNRR stanno arrivando le conferme delle preoccupazioni che Uncem ha espresso nell’ultimo anno, sia al Presidente Conte sia al suo successore Draghi e ai relativi Governi. Cioè la necessità, che oggi non si sta verificando, di superare delle sperequazioni territoriali reali, storiche e future nel Paese. Che non sono solo tra nord e sud dell’Italia, come qualcuno ideologicamente continua a credere.”

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem,  l’unione delle comunità ed enti montani, a sottolineare come alcune aree del Paese (interessata anche la nostra regione, pensando alle aree montane che rappresentano la maggior parte del territorio piemontese) siano penalizzate.

“Sono sperequazioni tra aree urbane e montane, tra zone rurali e zone metropolitane”, aggiunge infatti Bussone. Che prosegue: ” Sperequazioni che determinano disuguaglianze. Il PNRR avrebbe dovuto colmarle. Ma se per le graduatorie di bandi come la “Rigenerazione urbana” si adotta l’effimero e non realistico ‘Indice della vulnerabilità sociale e materiale’, siamo punto a capo. Le regioni del nord vengono fortemente penalizzate sugli investimenti e sulle strategie per vincere le sfide climatiche, pandemica, energetica, economiche. Dunque serve un cambio di passo e lo chiediamo al Governo, oltre che alle strutture che stanno scrivendo bandi e facendo graduatorie. Sia interne sia esterne ai Ministeri, se è vero che vi sarebbero consulenti di società pagati lautamente per scrivere bandi su temi che conoscono poco e male. Anche su questo, su quei 300 esperti che effettivamente ci sono, i Comuni chiedono un chiarimento”.

Casa, Piemonte: come va il mercato dei mutui?

Kìron Partner SpA, società di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, ha analizzato nel dettaglio l’andamento dei finanziamenti finalizzati all’acquisto dell’abitazione concessi alle famiglie residenti sul territorio regionale nel secondo trimestre 2021. L’analisi fa riferimento al report Banche e istituzioni finanziarie, aggiornato e pubblicato da Banca d’Italia nel mese di Settembre 2021.

ITALIA

Le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 16.596,3 milioni di euro, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente si registra una variazione delle erogazioni pari a +39,9%, per un controvalore di 4.729,6 milioni di euro. La fotografia indica ancora un aumento dell’erogazione del credito concesso alle famiglie, che conferma la tendenza sia del primo trimestre 2021 (quando la variazione è stata pari a +29,3%) sia del quarto trimestre 2020 (+7,5%). Il primo semestre 2021 si è chiuso con 31.329,7 milioni di euro erogati, con una variazione pari a +34,7% rispetto ai primi sei mesi del 2020.

PIEMONTE
Le famiglie piemontesi hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 1.222,4 milioni di euro, che collocano la regione al sesto posto per totale erogato in Italia, con un’incidenza del 7,37%; rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente in regione si registra una variazione delle erogazioni pari a +49,4%, per un controvalore di +404,3 milioni di euro. Se si osserva l’andamento delle erogazioni nella prima parte dell’anno, e si analizzano quindi i volumi del primo semestre 2021, la regione mostra una variazione positiva pari a +39,3%, per un controvalore di +637,9 mln di euro. Sono dunque stati erogati in questi primi sei mesi 2.262,8 mln di euro, volumi che rappresentano il 7,22% del totale nazionale.

 

PROVINCE DEL PIEMONTE
Nel secondo trimestre 2021 le province del Piemonte hanno evidenziato il seguente andamento.

La provincia di Alessandria ha erogato volumi per 71,9 mln di euro, facendo registrare una variazione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno pari a +72,0%. Nel primo semestre 2021 sono stati erogati 131,6 mln di euro, pari a +50,9%.

Ad Asti provincia sono stati erogati volumi per 36,1 mln di euro, corrispondenti a una variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente pari a +45,1%. Nel semestre sono stati erogati 64,8 mln di euro (+30,9%).

La provincia di Biella ha erogato volumi per 23,6 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a +48,2%. I primi sei mesi dall’anno hanno evidenziato volumi per 43,1 mln di euro, corrispondenti a +30,6%.

In provincia di Cuneo i volumi erogati sono stati 136,5 mln di euro, con una variazione pari a +45,5%. Quelli nella prima parte dell’anno sono stati 256,7 mln di euro, (+40,7% rispetto al primo semestre dell’anno scorso).

In provincia di Novara sono stati erogati volumi per 109,4 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente pari a +68,1%. Il primo semestre ha visto un totale di 196,2 mln di euro, con una variazione di +58,5%.

Torino provincia ha erogato volumi per 775,9 mln di euro, la variazione sul trimestre è pari a +45,6%. I primi sei mesi dell’anno hanno evidenziato volumi per 1411 mln di euro e una variazione pari a +33,5%.

La provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha erogato volumi per 43,6 mln di euro, facendo registrare una variazione sul trimestre pari a +65,8%. La prima metà del 2021, ha segnalato un totale di 107,7 mln di euro, con una variazione di +104,4%.

A Vercelli provincia sono stati erogati volumi per 25,5 mln di euro, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è risultata essere pari a +44,0%. Il semestre, invece, ha visto 51,8 mln di euro (+32,1%).

       

IMPORTO MEDIO DI MUTUO – PIEMONTE
Attraverso l’elaborazione dei dati provenienti dalle agenzie di mediazione creditizia Kìron ed Epicas, gli esperti di Kìron Partner SpA hanno analizzato la tendenza rispetto all’importo medio di mutuo erogato. Nel secondo trimestre 2021 in Piemonte si è registrato un importo medio di mutuo pari a 109.084 euro, in aumento rispetto a quanto rilevato durante lo stesso trimestre dell’anno precedente, quando il ticket medio ammontava a 108.000 euro. Mediamente colui che sottoscrive un mutuo nella regione viene finanziato circa il 6% in meno rispetto al mutuatario medio italiano.

CONCLUSIONI

Nonostante l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus che stiamo affrontando a livello mondiale, il mercato dei mutui alla famiglia in Italia si è fino ad oggi ben comportato. La Bce ha contribuito a tenere bassi i tassi di interesse agevolando di fatto l’accesso al credito delle famiglie a tassi molto competitivi, e si è posta a sostegno delle economie e della finanza dell’area Euro in difficoltà. Attualmente, visti i prezzi degli immobili ancora convenienti ed i tassi dei mutui ancora molto bassi, permangono interessanti opportunità per il mercato immobiliare, sia per chi vuole comprare a scopi abitativi, sia per chi vuole comprare a titolo di investimento.

 Fonte: Kìron Partner SpA, Gruppo Tecnocasa

I piccoli Comuni: “non solo soldi ai grandi”

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo  che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.  (Cesare Pavese)

NON SOLO SOLDI PER I GRANDI MA ANCHE PER I PICCOLI COMUNI, LA CITTA’ METROPOLITANA COINVOLGA I PICCOLI NELLA PIANIFICAZIONE DEI FONDI PER IL PNRR

Dai giornali ho appreso la discussione sulla ripartizione dei fondi P.N.R.R. in capo alla Città Metropolitana di Torino.

Oggetto di tale discussione sembrerebbe essere la parte di fondi messa a disposizione per i comuni di grandi dimensioni. Dovrebbe trattarsi solo della parte di quanto verrà trasferito in seguito ai Comuni della ex Provincia di Torino , in questo caso i fondi riservati ai Comuni “grandi”, limite minimo dai 15.000 abitanti, mentre la tranche più corposa sarà attribuita a tutti i Comuni “piccoli” (inferiore ai 15mila).

La suddivisione di questi fondi sarebbe, comunque, avvenuta prima dell’insediamento del nuovo Consiglio della Città Metropolitana (insediatosi nella giornata del 12/01/2022). Detto questo, vista la nomina e la distribuzione delle deleghe, confido nella capacità amministrativa dei neo eletti, in maggioranza Sindaci che conoscono e vivono tutti i giorni le criticità dei paesi (sono rappresentanti di aree e Comuni che sconfinano da quelli di montagna a quelli di pianura, passando perquelli collinari). Mi auguro che riescano a lenire la spaccatura provocata dal nuovo ente metropolitano nato da una legge che, nell’attesa che qualcuno la riformi dopo la sentenza di anticostituzionalità pronunciata dalla Corte Costituzionale, ha provocato un evidente e innegabile Torino dipendenza.

Quando si intraprende un nuovo percorso, è d’obbligo l’ottimismo, ed è con questo spirito positivo che attendiamo riscontri e tutele nei confronti del cuore pulsante della Città Metropolitana: i Piccoli Comuni.

Ci aspettiamo, in conclusione, che il nuovo Sindaco Metropolitano e il nuovo Consiglio coinvolgano i piccoli comuni nella pianificazione territoriale e ci tengano informati dei fondi che dovrebbero arrivare in modo da predisporre per tempo i progetti per gli investimenti attesi dai territori.

Noi di Anpci come sempre rimaniamo aperti al confronto, ed al dialogo costruttivo, per il bene del nostro territorio e dei nostri abitanti.


Franco Cominetto Presidente Anpci

Città Metropolitana di Torino

Canone Rai ed esenzione 2022, chi la deve richiedere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Canone Rai, le esenzioni del 2021 non valgono più: chi ne ha diritto deve presentare apposita domanda per non pagare la tassa sulla tv. Il canone Rai verrà eliminato definitivamente dalla bolletta della luce a partire dal 2023. Per quest’anno continueremo dunque a pagare i 90 euro annui del canone nella bolletta elettrica. Chi ha diritto all’esenzione, dovrà fare una nuova richiesta entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento per un esonero completo per tutto l’anno.

L’esenzione del canone RAI è regolata da precise disposizioni consultabili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, per evitare l’addebito diretto in bolletta, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica ad uso residenziale possono dichiarare che non è presente alcuna televisione, propria o di un componente della famiglia anagrafica, in nessuna delle abitazioni in cui è attiva l’utenza elettrica a loro intestata. Per farlo, basta scaricare a questo indirizzo Schede – Canone TV – Dichiarazione sostitutiva – Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it) il modulo per la dichiarazione sostitutiva compilato nelle sue parti e sottoscritto dovrà essere inviato utilizzando una delle seguenti modalità:  tramite l’applicazione web presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate,  attraverso gli intermediari abilitati, per posta elettronica certificata all’indirizzo cp22.canonetv@postacertificata.rai.it, entro gli stessi termini previsti dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia per le altre modalità di invio (plico raccomandato senza busta o invio telematico) purché la dichiarazione stessa sia sottoscritta mediante firma digitale, coerentemente con quanto previsto dagli articoli 48 e 65 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’Amministrazione Digitale), o in alternativa  in forma cartacea, mediante spedizione a mezzo del servizio postale all’Ufficio Canone TV – c.p.22 Torino – per plico raccomandato senza busta unitamente a copia fronte e retro di un valido documento di riconoscimento. Chi dovesse decidere di inviare la dichiarazione sostitutiva a mezzo del servizio postale si consiglia di conservare sempre una copia della dichiarazione inviata e della ricevuta di invio e di avvenuta ricezione.

Viepiù, con lo stesso modello, i contribuenti titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale possono certificare la non detenzione, in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica ad essi intestata, di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per cui è stata precedentemente presentata una denunzia di cessazione dell’abbonamento televisivo per suggellamento, da parte del titolare o dei loro familiari.

Il modello può essere utilizzato anche da un erede per dichiarare che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata a un soggetto deceduto, non è presente alcun apparecchio TV.

L’istanza (da ripresentarsi ogni anno) va inviata: dal 1° febbraio 2022 al 30 giugno 2022 esonera dall’obbligo del pagamento del canone per il secondo semestre dello stesso anno;dal 1° luglio 2022 al 31 gennaio 2023 esonero dall’obbligo del pagamento per l’intera annualità 2023.

Possono, previa richiesta, ottenere l’esonero dal pagamento del canone Rai 2022 coloro che hanno compiuto 75 anni e: non convivono con altri soggetti, diversi dal coniuge o dal soggetto unito civilmente, titolari di reddito proprio, eccezion fatta per collaboratori domestici, colf e badanti; possiedono un reddito annuo (considerando anche quello del coniuge o del soggetto unito civilmente) non superiore a 8 mila euro.

Ai fini dell’agevolazione rileva il reddito registrato nell’anno precedente quello in cui si intende fruire dell’esonero, imponibile ai fini fiscali e risultante dalla dichiarazione dei redditi. Ad esempio redditi relativi al periodo di imposta 2021 per accedere all’esonero nel 2022.

Una volta inviata la dichiarazione non sarà necessario trasmetterla per le annualità successive, a patto che il contribuente mantenga i requisiti di spettanza.

Sono esentati dal pagamento del canone tv, per effetto di convenzioni internazionali: gli agenti diplomatici, ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione di Vienna del 18 aprile 1961; i funzionari o gli impiegati consolari, ai sensi dell’articolo 49 della Convenzione di Vienna del 24 aprile 1963; i funzionari di organizzazioni internazionali, esenti in base allo specifico accordo di sede applicabile; i militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia, ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.