ECONOMIA- Pagina 216

Netflix del turismo enogastronomico: si chiama Neh Experience 

Lo hanno definito il Netflix del turismo. Si chiama Neh Experience ed è la start up legata ai tour enogastronomici ideata dagli Under 30 torinesi Carlo AbrateMatteo Jaretti Sodano ed Emanuele Sega.

Il progetto nasce sulla base dell’esperienza maturata da Piedmont Food, la pagina Instagram nata nel 2018 per volere di Emanuele Sega volta a promuovere l’enogastronomia piemontese. “Ci siamo ritrovati tutti a Torino durante la pandemia – spiegano i tre soci – dopo diversi anni trascorsi all’estero: siamo compagni di scuola e abbiamo sempre avuto una passione comune per questo settore; visti i problemi in cui il mondo della ristorazione si è imbattuto in seguito alla crisi pandemica abbiamo deciso di realizzare qualcosa che sia di aiuto per il settore e che porti valore al cliente finale”.

Queste le premesse per la nascita della start up che è stata ideata nel luglio del 2021: la piattaforma è andata online nel dicembre dello scorso anno, ma è solo nella primavera del 2022 che è stato previsto il lancio e l’effettiva operatività del sistema. Il valore aggiunto è quello di fare rete utilizzando il web e i social media, proponendo pacchetti esperienziali che possano essere costruiti dall’utente finale in modo tailor made.

Nei primi sei mesi di attività Neh Experience ha coinvolto un business angel esterno che ha acquisito il 6% del valore potenziale del progetto che si aggira sul milione di euro: “La nostra piattaforma – spiegano i soci – è un sistema di acquisto e prenotazione che aggrega in un unico portale servizi come quelli offerti da Air B&B, Booking e The Fork, ma tutto è stato sviluppato internamente per rendere il più personalizzabile possibile la piattaforma in base alle diverse esigenze dei nostri partner”.

Le experience passano dal settore enogastronomico al mondo dell’hôtellerie, fino ad arrivare alla realizzazione di eventi che siano in grado di valorizzare le proposte e i partner dell’iniziativa: “A noi spetta la selezione delle migliori realtà e l’ideazione di pacchetti che comprendano anche attività ludiche e di scoperta del territorio – aggiungono i tre soci – ma ogni scelta può essere implementata in base ai gusti del singolo utente che verrà guidato nella personalizzazione delle esperienze attraverso l’intelligenza artificiale”.

Attualmente hanno aderito al network una cinquantina di realtà che offrono un centinaio di attività tra Torino, Langhe e Monferrato, ma Neh Experience sta lavorando affinché per l’autunno il progetto esperienziale possa offrire attività anche nel nord Piemonte e sulle montagne. Le experience si suddividono in tre fasce di prezzo: sotto i 50 euro; tra i 50 e i 100 euro; sopra i 100 euro e propongono dalla degustazione in cantina al giro in mongolfiera.

Una curiosità: il nome Neh si rifà all’intercalare tipico piemontese e vuole essere non solo un omaggio all’esclamazione più simpatica del dialetto locale, ma vuole anche testimoniare il senso di appartenenza dell’intero progetto al territorio di origine e alla cultura locale.

CHI SIAMO

Carlo Abrate ha una laurea magistrale in Ingegneria Matematica ed è dottorando in intelligenza artificiale; Matteo Jaretti Sodano è laureato in Ingegneria Produzione Industriale e Innovazione Tecnologica e ha un master in Management e Production System; Emanuele Sega ha studiato come perito elettronico ed ha esperienze dall’Europa al Canada e all’Australia nella gestione ristorativa. Nell’ambito di Neh Experience i tre soci si sono suddivisi i ruoli tra gestione contabile, tecnologica e commerciale; in tutto lavorano al progetto una decina di giovani per il 60 % donne.

Per maggiori informazioni www.nehexperience.com

Women in Innovation: una torinese tra le vincitrici della borsa di studio di Amazon

Elisa ha coltivato la sua passione superando le sue paure; Jihad ha seguito le orme della sorella; Giorgia vuole utilizzare la tecnologia a beneficio dell’ambiente; Valentina rende i programmi a prova di hacker.  In comune hanno l’opportunità di sviluppare la propria carriera universitaria grazie alle borse di studio della quarta edizione di Amazon Women in Innovation. Il progetto mira ad avvicinare le giovani meritevoli alle discipline STEM, ad aiutarle a diventare le leader del futuro e ad avere successo nel mondo della tecnologia e dell’innovazione.

Milano, 26 maggio 2022 – Per il quarto anno consecutivo Amazon ha assegnato la borsa di studio Amazon Women in Innovation che, come parte del programma Amazon nella Comunità, ha lo scopo di incentivare e aiutare le giovani donne meritevoli a intraprendere un percorso di studi nell’ambito delle discipline STEM (in inglese: Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e a soddisfare la propria ambizione di lavorare nel settore dell’innovazione e della tecnologia. Supportando la formazione in ambiti in cui la presenza femminile è ancora oggi purtroppo ridotta, Amazon aiuta le vincitrici a diventare le leader del futuro tech e un esempio per tante giovani studentesse di materie scientifiche.

Le vincitrici della quarta edizione di Amazon Women in Innovation sono: Valentina Cristoferi, studentessa del corso di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino; Jihad Founoun, iscritta a Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano; Elisa Cacace di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”; e Giorgia Orofino, studentessa di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Cagliari. Le quattro vincitrici di quest’anno si aggiungono alle nove studentesse che hanno ottenuto la borsa nelle precedenti edizioni e che stanno proseguendo il proprio percorso di studi con il supporto di Amazon.

La borsa di studio Amazon Women in Innovation consiste in un finanziamento di € 6.000 per l’anno accademico 2021/2022, con la possibilità di rinnovo nei successivi due anni. Oltre a supportare economicamente le studentesse, Amazon metterà loro a disposizione alcune manager di Amazon, che, in qualità di mentor, le aiuteranno a sviluppare le competenze utili per il lavoro futuro come, ad esempio, creare un curriculum efficace o affrontare un colloquio di lavoro in Amazon o in altre aziende.

Ecco le storie delle quattro vincitrici, tutte diverse tra loro, ma accomunate da una naturale passione per le materie scientifiche, tanta costanza, determinazione e grandi sogni:

• Valentina Cristoferi – Politecnico di Torino
Valentina Cristoferi ha 19 anni e viene da Lugo, cittadina in provincia di Ravenna. La passione per l’informatica è nata durante il liceo scientifico – scienze applicate, tra studi e serie tv su cyber hacking: “Ho iniziato a interessarmi all’informatica guardando una serie tv su un gruppo di hacker stile Anonymous. Trovo affascinante il campo della cyber security; nelle ore di informatica al liceo mi divertivo a individuare e risolvere bug e vulnerabilità nei programmi. In futuro mi piacerebbe usare le mie competenze per creare un impatto positivo a livello sociale e ambientale”. Determinata, curiosa e ambiziosa, Valentina Cristoferi ha scelto da sola e in modo del tutto naturale di intraprendere il corso di Ingegneria Informatica al Politecnico di Torino: “Essere donna in un mondo a maggioranza maschile non mi spaventa, sono brava e portata per le materie scientifiche. Il vecchio stigma della società è, a mio avviso, totalmente infondato. Sono contenta di aver vinto questa borsa di studio di Amazon che mi sprona a proseguire i miei studi e perseguire i miei obiettivi”.

• Jihad Founoun – Politecnico di Milano
La passione per l’informatica è un “affare di famiglia” per Jihad Founoun, ventenne monzese di origini marocchine che si è iscritta al corso di Ingegneria Informatica al Politecnico di Milano grazie anche all’incoraggiamento della sorella sviluppatrice: “Mi sono diplomata all’Istituto Professionale Odontotecnico ma sono sempre stata portata per le materie scientifiche e mia sorella mi ha spronata a cambiare rotta all’università. Mi piace la programmazione e mi affascina molto riuscire a gestire e risolvere grandi problemi attraverso un ‘semplice’ codice”. A Jihad Founoun piacerebbe diventare insegnante per rendere l’informatica accessibile a tutti a un numero sempre maggiore di persone. “Ritengo sia importante avere modelli femminili nelle materie STEM a cui ispirarsi, come è successo a me con mia sorella Amina. A tutte le ragazze interessate alle materie STEM dico di non farsi scoraggiare dai pregiudizi. Per fortuna esistono progetti come la borsa di studio Women in Innovation di Amazon grazie alla quale avrò il sostegno necessario per continuare il mio percorso e realizzare i miei sogni”.

• Giorgia Orofino – Università degli Studi di Cagliari
Giorgia Orofino, 19 anni, nata e cresciuta a Cagliari, tenace come una sportiva a livello agonistico sa essere, è infatti una promessa della canoa polo italiana. La sua attitudine verso le materie scientifiche è sempre stata preponderante, perciò, grazie al sostegno del papà ingegnere informatico, ha deciso di iscriversi al corso di Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Cagliari. Giorgia Orofino è rimasta colpita da subito dai “poteri” dell’informatica: “Ho apprezzato immediatamente l’attività di sviluppo e programmazione; in futuro mi piacerebbe usare la tecnologia al servizio dell’ambiente, magari sfruttando le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale”. Alle ragazze che ancora devono decidere il loro corso di studi suggerisce di non farsi condizionare dai pregiudizi: “Essere donne non deve rappresentare un ostacolo per le nostre passioni e la nostra carriera! Per questo ringrazio Amazon: ero a conoscenza di diverse borse di studio ma mi ha colpito ‘Amazon Women in Innovation’ proprio perché dedicata alle donne”.

• Elisa Cacace – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
Elisa Cacace ha 19 anni e vive a Frosinone. Il primo e ufficiale contatto con l’informatica è avvenuto al liceo scientifico, all’indirizzo di scienze applicate ed è stato “amore a prima vista”. Per questo ha scelto di frequentare il corso di Ingegneria Informatica all’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’: “La mia famiglia era un po’ preoccupata per questa decisione. Ma fin dai primi esami ho capito quanto la passione per una materia alleggerisca anche gli esami più complicati: questo corso mi sta permettendo di acquisire sempre più fiducia nelle mie capacità”. Elisa Cacace spera che con il tempo la situazione possa cambiare e che sempre più ragazze decidano di intraprendere corsi di laurea STEM, andando al di là degli stereotipi: “Trovo che questa iniziativa di Amazon sia particolarmente importante perché rappresenta un grande supporto alle ragazze che decidono di studiare materie STEM. Vincere questa borsa di studio è stata per me una bellissima sorpresa che mi spinge ad impegnarmi ancora di più”.

Le vincitrici delle borse di studio di Amazon saranno supportate da quattro mentor di Amazon: Chiara Rubagotti, Language Engineer, Alexa AI – Natural Understanding, seguirà Valentina Cristoferi del Politecnico di Torino; Michela De Metrio, Account Manager di AWS, collaborerà con Jihad Founoun del Politecnico di Milano; Letizia Cordeschi, Customer Service Manager, affiancherà Giorgia Orofino dell’Università degli Studi di Cagliari; e, infine, Elena Ceccolini, Diversity Equity and Inclusion Operations Manager per Amazon Logistics, accompagnerà nel suo percorso di studi Elisa Cacace dell’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’.

• Chiara Rubagotti, Language Engineer, Alexa AI – Natural Understanding
Laureata in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere presso l’Università Cattolica di Milano, consegue un Dottorato di Ricerca in Linguistica Inglese presso la stessa facoltà. Inizia subito una carriera come linguista nel nascente settore del Natural Language Processing, assumendo ruoli a crescente competenza tecnico-scientifica in prestigiose tech companies internazionali e specializzandosi nello sviluppo di assistenti virtuali. Nel 2019 entra in Amazon come Language Engineer per Alexa. Con il suo lavoro contribuisce a sviluppare la capacità di comprensione del linguaggio naturale da parte dell’intelligenza artificiale e a migliorare la customer experience degli utenti italiani e spagnoli. Da sempre molto attenta al tema della parità di genere, è impegnata in diverse iniziative a favore dell’empowerment femminile. Nel 2021 viene selezionata come Ambassador per AWS Get IT, il programma educativo di AWS per la promozione delle competenze digitali tra gli studenti delle Scuole Medie italiane, in particolare tra le ragazze.

• Michela De Metrio, Account Manager di AWS Italia
Michela De Metrio è una Account Manager di AWS in Italia. Nel suo ruolo, lavora a stretto contatto con le principali aziende italiane ISV (Independent Software Vendor) per supportare il loro percorso di innovazione e accelerazione del business attraverso l’adozione dei servizi cloud di AWS. Con vent’anni di esperienza commerciale nell’IT, è da diversi anni impegnata in tematiche di inclusione e diversità, facendosi promotrice di diversi progetti come referente e volontaria all’interno di AWS Italia.

• Letizia Cordeschi, Customer Service Manager
L’esperienza lavorativa con Amazon è iniziata nel 2010 a Cork, in Irlanda. In questi dodici anni, Letizia ha avuto la possibilità di crescere in azienda, ricoprendo diversi ruoli in Irlanda, Stati Uniti e Italia. Dal 2020, Letizia si occupa della gestione operativa del Customer Service, nel Customer Service di Cagliari. Con quasi vent’anni di esperienza manageriale, collezionata lavorando per aziende internazionali, Letizia ha sviluppato una sensibilità forte su temi di inclusione e leadership development. Negli anni, Letizia ha usato, e continua a usare, la sua esperienza per supportare la crescita dei manager, coprendo il ruolo di mentor, facilitando corsi di formazione, leadership, inclusione e diversità, all’interno dell’azienda.

• Elena Ceccolini, Diversity Equity and Inclusion Operations Manager per Amazon Logistics
Da 2 anni in Amazon, ha iniziato il suo percorso come Area Manager in un deposito di smistamento di Roma. Da luglio del 2021 si occupa di Diversity Equity and Inclusion per Amazon Logistics Italia. Approda in Amazon attraverso il Military Recruitment Program dopo 19 anni di carriera come pilota militare in Aeronautica. Durante la sua precedente carriera ha avuto modo di viaggiare, rapportarsi con varie realtà, conoscere molte culture e questo l’ha avvicinata alle tematiche di diversità e inclusione. Ha una laurea in Scienze Politiche a indirizzo internazionale e un master in “Leadership e analisi strategica”.

L’impegno di Amazon per la comunità a livello globale
Amazon è costantemente impegnata a supportare donne, giovani, studenti e comunità meno avvantaggiate in tutto il mondo. Nell’ambito di un impegno più ampio verso l’istruzione, Amazon si sta adoperando per promuovere la formazione di bambini, giovani e adulti, avvicinandoli alle materie STEM attraverso programmi come Amazon Future Engineer e il supporto a organizzazioni come Techonovation.org. Amazon interviene poi a sostegno dei bisogni primari, consegnando pasti e prodotti di prima necessità alle famiglie in difficoltà, e supporta le comunità colpite da catastrofi naturali ed emergenze attraverso il programma “Disaster Relief”.

I single aumentano e comprano casa a Torino

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate attraverso le agenzie attive nelle grandi città italiane nel 2021. L’obiettivo è quello di stilare una classifica con le percentuali di acquisto da parte di single. La componente “single” è composta dalle compravendite concluse da single, divorziati, separati e vedovi.

Dalle analisi emerge che le prime tre città per compravendite di single sono Bologna, Milano e Torino, tre realtà in cui la popolazione single è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni. Sono città con un’elevata attrattività lavorativa e la presenza di importanti atenei, con una forte prevalenza di studenti universitari e di lavoratori fuori sede che, quasi sempre, dopo un periodo in affitto acquistano l’abitazione.

Nel 2021 è Bologna la città con il più alto tasso di acquisto da parte di single (49,5%). Segue a breve distanza Milano (48,8%), città che nel 2020 era al comando di questa speciale classifica. Bologna riconquista quindi il primato che aveva perso nel 2020 a favore di Milano. A Bologna nel 2019, prima della pandemia, gli acquisti da parte di single si attestavano al 43,5%, per scendere poi al 41,5% nel 2020 in piena emergenza covid e infine salire al 49,5 nel 2021. Anche Milano, rispetto al 2020, evidenzia un aumento di acquisti da parte di single, si passa infatti dal 46,5% al 48,8% del 2021.

Al terzo posto si conferma Torino (39,1%), così come era accaduto nel 2020 quando la percentuale era sostanzialmente la stessa.

Genova, Roma, Verona e Firenze si attestano su percentuali che rispecchiano la media delle grandi città (intorno al 36,3%) e confermano le posizioni che occupavano anche nel 2020 (eccezion fatta per Roma che precedeva Genova).

Anche nel 2021 Bari, Palermo e Napoli si confermano le città con i tassi più bassi di acquisti da parte di single, rispettivamente con il 29,3%, il 28,3% e il 26,7%. Rispetto al 2020 Napoli e Palermo vedono un lieve rialzo delle percentuali, mentre a Bari diminuisce ulteriormente la componente di acquisti da parte di single.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Pnrr, 5G nelle aree montane: presa di posizione di Uncem

RIDUZIONE DEGLI OBBLIGHI DI COPERTURA DEL 5G NELLE “AREE BIANCHE” INTERNE E MONTANE DEL PAESE. UNCEM: NON È QUESTO IL PNRR CHE VOGLIAMO

“Dopo il bando andato deserto, qualche settimana fa, da 1 miliardo di euro di PNRR per la copertura con il 5G delle aree bianche, montane e interne del Paese, ‘a fallimento di mercato’, Uncem esprime grande preoccupazione per la riduzione degli obblighi di copertura minimi del nuovo bando. Che di fatto dimezza anche la cifra a disposizione. Risultato, meno copertura, meno risorse, meno opportunità per i territori. E il divario digitale che aumenta. Aspettiamo un chiarimento da parte del Ministro Colao, perché non è questo il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che vogliamo che fa bene ai territori. Aumentiamo il digital divide e dunque le disuguaglianze sociali ed economiche tra aree urbane e rurali. Non è accettabile”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Experis e  Hexagon si alleano per supportare i progetti delle aziende italiane

Le due società hanno stretto una partnership per fornire tecnici con competenze avanzate e soluzioni innovative a supporto dell’evoluzione tecnologica delle aziende del Paese

 

 Experis, azienda di ManpowerGroup leader nella Ricerca e Selezione di middle e top management, sviluppo di carriera e competenze, consulenza in ambito IT, Engineering e System Integration, e la ex MSC Software, ora Business Unit Design & Engineering di Hexagon (azienda torinese), specializzata in software CAE (computer-aided engineering), hanno sottoscritto un accordo per il supporto ai progetti ingegneristici delle aziende italiane, che consentirà ad entrambe le realtà di offrire soluzioni tecnologiche migliori e più complete ai propri clienti.

Attraverso questa partnership, che unisce la tecnologia con la componente umana, entrano in sinergia due eccellenze: Experis potrà rafforzare la sua offerta di professionisti IT con le competenze nell’uso dei software di simulazione più avanzati sul mercato, mentre Hexagon avrà a disposizione il bacino di professionisti informatici di Experis nella sua attività di supporto ai clienti acquisiti e potenziali. Grazie alla partnership quindi si potranno creare opportunità di collaborazione sia presso le aziende che si avvalgono dei servizi di consulenza di Experis per l’area engineering, che presso i clienti che implementano le soluzioni di simulazione di Hexagon.

Nello specifico, la tecnologia di simulazione sviluppata da Hexagon permette agli ingegneri di validare e ottimizzare i progetti utilizzando prototipi virtuali. Le aziende in pressoché ogni ambito dell’industria manifatturiera utilizzano questa tipologia di software per integrare e, in alcuni casi, sostituire il processo di costruzione e test dei prototipi fisici solitamente adottato nella progettazione dei prodotti.

“L’accordo con Experis è una iniziativa fondamentale per la strategia di sviluppo commerciale della Business Unit Design & Engineering di Hexagon in Italia. Le soluzioni di Computer Aided Engineering del gruppo svedese, già affermate presso le più importanti aziende italiane, potranno beneficiare di una ulteriore diffusione grazie alla capillarità della rete di consulenza ingegneristica di Experis, favorendo l’utilizzo dello stato dell’arte delle tecnologie di simulazione nello sviluppo di progetti integrati” ha dichiarato Claudio Bruzzo, Direttore Tecnico della BU D&E.

“Grazie a questa nuova collaborazione potremo offrire ai rispettivi clienti, il supporto dei professionisti di Experis in ambito Tecnologico e IT, sempre più qualificati e capaci di facilitare l’adozione delle potenti e versatili soluzioni software di Hexagon, consentendo così di fruire di tutti i benefici che la digital business trasformation nei settori industriali, manifatturieri e di ricerca comporta” ha affermato José Manuel Mas di Experis. “Quella della digitalizzazione è forse la sfida principale che il nostro Paese ha davanti a sé in questo momento. Una sfida che rappresenta anche la prima missione del PNRR, a cui sono stati destinati 50 miliardi di euro. Ma gli investimenti da soli non bastano senza il capitale umano pronto a guidare questa innovazione. Il ruolo di Experis vuole essere proprio quello di partner specializzato e hub di competenze nell’innovazione e nella transizione digitale, oggi anche a supporto dei migliori tool”.

Giachino, rilancio dell’economia soprattutto grazie alle grandi opere

‘Cirio raccolga l’apertura di Giorgetti su Torino Genova Milano’

Bisogna cogliere al volo l’apertura di Giorgetti sul triangolo Torino Genova Milano per mettere a fattor comune gli investimenti infrastrutturali previsti dal Pnrr nelle tre Regioni er raddoppiarne le ricadute economiche e sociali. Lo propone Mino Giachino, leader dell’associazione Si Tav Si Lavoro per il rilancio del Nord Ovest. “Cirio ha fatto bene in questi anni molto difficili condizionati dal Covid e ora dalla guerra in Ucraina, ha tenuto la barra dritta, ha ottenuto importanti fondi europei e dal Pnrr – osserva Giachino, che è anche presidente e amministratore delegato di Saimare Spa – ma il rilancio dell’economia e del lavoro arriverà soprattutto dagli effetti dei grandi progetti della Tav, del Terzo Valico, dalla Nuova Diga a Genova e dalla Gronda e dagli investimenti che il Pnrr prevede nelle tre regioni oltreché dagli stanziamenti per il settore automotive”. “Cirio colga al balzo la proposta lanciata dal ministro Giorgetti di rilanciare il vecchio triangolo industriale che con i grandi investimenti previsti dal Pnrr renderà il Nord Ovest il baricentro della Grande Area Logistica del Sud Europa, per definire col Mise e con il Mit un Grande Piano di Sviluppo del Nord-Ovest allargato all’area di Lione Il Porto di Genova diventerebbe finalmente il porto più importante del Mediterraneo e il grande sbocco delle merci in arrivo da Suez è dall’Africa, come immaginava Cavour. Il Piano di Sviluppo del Nord Ovest e la gestione delle grandi ricadute degli investimenti infrastrutturali moltiplicherebbe gli effetti positivi dei fondi del Pnrr – conclude – e sarebbe una best practice da offrire al Governo Draghi”.

Cooperativa Di Vittorio, 50 anni di aiuti alle famiglie

Venerdì 27 maggio 2022 dalle 18:30 Lavanderia a Vapore Corso Pastrengo 5 – Collegno

 

La Cooperativa Edilizia “Giuseppe DiVittorio” celebra i suoi primi cinquant’anni con l’evento “Il legame che ci unisce. Di casa in casa: 50 anni di Cooperativa Di Vittorio a Torino e in Piemonte: una mostra, una rappresentazione teatrale e una tavola rotonda.

Massimo Rizzo, presidente della Cooperativa, è molto orgoglioso del traguardo. “Operiamo sul territorio torinese dal 1972 e siamo specializzati in edilizia convenzionata. I soci iniziarono a progettare i primi interventi per offrire risposte certe all’emergenza abitativa di quegli anni: una vera e propria edilizia operaia, che ancora oggi vuole dare un contributo concreto non solo alla composizione architettonica della città, ma soprattutto alla sua componente umana. Negli anni abbiamo aiutato molte famiglie a superare difficoltà: parliamo di più di cinquemila nuclei, quella fascia grigia di popolazione che ha un reddito troppo alto per accedere alle case popolari ma non riesce ad accedere alle abitazioni sullibero mercato, anche a causa del forte incremento dei costi delle utenze domestiche. Il modello Di Vittorio non si esaurisce nel dare un tetto e nel riscuotere un canone: siamo protagonisti nella creazione del tessuto urbano. La cooperativa segue le persone in tutte le loro necessità e dà vita a un processo di integrazione comunitaria e solidale, intrecciandosi con le trasformazioni economiche e sociali di Torino e della sua area metropolitana.

La serata si svilupperà in tre momenti. Dalle 18:30 alle 20:15 la mostra fotografica, curata da Creostudios S.p.A., per raccontarele principali evoluzioni di Torino e provincia dal punto di vista della Cooperativa. Gli scatti di Michele D’Ottavio ne mostrano il ruolo nelle trasformazioni urbanistiche del capoluogo piemontese, del passaggio da città industriale a post-industriale,delle forti evoluzioni demografiche e delle Olimpiadi del 2006.

Alle 20:15, il racconto prosegue con la piéce teatrale “Questenon sono semplici chiavi” di Alessandro Tessitore, interprete insieme a Zahira Berrezouga, diretto da Mirella Violato, con lemusiche dal vivo di Daniele Deluca.

Si proseguirà infine con una Tavola Rotonda, che vede al centro uno studioso, prof. Filippo Barbera, Professore disociologia dei percorsi economici e del lavoro presso l’Universitàdi Torino, e alcuni grandi interpreti delle trasformazioniurbanistiche torinesi: Sergio Chiamparino, sindaco di Torino tra il 2001 e il 2011, e Massimo Rizzo, Presidente della Cooperativa. In occasione dell’evento verrà anche presentato ilnuovo logo della Giuseppe Di Vittorio, dedicato ai cinquant’anni dalla sua fondazione.

Architettura rurale, proroga al 30 maggio

 L’AVVISO PUBBLICO PER LA PROTEZIONE E VALORIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA E DEL PAESAGGIO RURALE SUI FONDI DEL PNRR

 

Sono stati prorogati al 30 maggio 2022 i termini di scadenza per la presentazione delle domande relative all’Avviso Pubblico per la protezione e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. Il bando, inserito nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha una dotazione di 39,5 milioni di euro che serviranno ad incentivare persone fisiche e soggetti privati profit e no profit, nel recuperare testimonianze significative della storia delle popolazioni e delle comunità rurali.

Gli edifici rurali e gli elementi della cultura, religiosità e tradizione locale hanno costituito per molti anni l’ossatura economica e culturale delle comunità piemontesi, e oggi potranno tornare a nuova vita con un programma di conservazione finalizzato alla pubblica fruizione attraverso la realizzazione ed allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici, e per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio.

Nella nostra regione molti siti hanno un valore storico rilevante, e per il Piemonte si presenta una opportunità ghiotta di mettere in vetrina il proprio patrimonio per attrarre visitatori italiani ma soprattutto stranieri allargando così l’offerta turistica e culturale, ambiti in cui rientrano le «missioni» del Pnrr. L’iniezione di risorse dovrebbe inoltre arrestare il processo di degrado e anzi migliorare la qualità paesaggistica del territorio e migliorare anche l’accessibilità per persone con disabilità fisica e sensoriale.

L’azione regionale rientra in quella più generale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha messo a disposizione delle Regioni 49 miliardi di euro per investire su turismo e cultura, due settori chiave per l’Italia che coinvolgono anche la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo.

L’avviso pubblico è accessibile tramite il sito istituzionale della Regione Piemonte nella sezione bandi.

Polizze dormienti… addio ai risparmi

Hanno raggiunto la considerevole cifra di quasi 320 milioni di euro le polizze “dormienti” girate dalle compagnie di assicurazione al FIR (Fondo Indennizzo delle vittime di truffe finanziarie), il fondo istituito con l. 23 dicembre 2005 n. 266 per “indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, sono rimasti vittime di frodi finanziarie e che hanno sofferto un danno ingiusto non altrimenti risarcito.”

 

La legge prevede che il Fondo faccia parte del Ministero dell’Economia, che ne affida la gestione operativa alla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici).
Un provvedimento che, ai tempi, fu salutato con favore dai risparmiatori e dalle varie associazioni che raggruppano e difendono coloro che hanno subito perdite per investimenti disastrosi effettuati a causa di “malafinanza” bancaria o vere e proprie truffe messe in atto da criminali.
Ma se la finalità era giusta e doverosa, la sua applicazione e le modalità di alimentazione delle somme che vanno a costituire il Fondo lasciano molto perplessi e hanno suscitato molte polemiche.
La circolare applicativa emanata dal Ministero dell’Economia stabilisce, infatti, che confluiscono nel FIR conti bancari e postali inattivi da dieci anni e assicurazioni dei rami vita che prevedono il pagamento di una rendita o di un capitale al beneficiario, non reclamate entro dieci anni.

POLIZZE DIMENTICATE: PUO’ SUCCEDERE
Può sembrare strano che risparmiatori “dimentichino” i loro averi, ma purtroppo, come dimostrano i dati, sono numerosi.
In base ai dati forniti dalla Consap, i 320 milioni di polizze girate al FIR provengono da ben 60.495 polizze. La parte preponderante deriva dagli anni 2010/2012, quando furono “requisiti” oltre 40.000 rapporti; successivamente (anche per effetto di un pressante invito delle autorità alle compagnie affinché attivassero campagne d’informazione della clientela) il numero è calato intorno a 1.000, ma nel 2020 si è verificata un’improvvisa, preoccupante impennata che ha alimentato il Fondo con quasi 10.000 polizze.
Ma come mai un risparmiatore si dimentica del suo “tesoretto” e lo abbandona al suo destino senza pretendere di ricuperarlo?
Può succedere che una persona custodisca in un luogo segreto la preziosa polizza con la quale aveva programmato di donare un importo ad un congiunto, un amico, un ente di beneficienza e che alla sua morte nessun erede sia andato a cercare il contratto, in assenza di precise indicazioni su dove cercare; può succedere che una persona stipuli una polizza vita versando una somma “una tantum” con durata 30 anni e che, alla scadenza, non se lo ricordi più (quest’ultimo caso non è assolutamente infrequente…).
Fino al 2005 le somme “dormienti” erano incamerate dalla compagnia di assicurazione in base alle norme sulla prescrizione dei diritti, che prevedono che un creditore non possa più far valere i propri diritti su una somma, trascorso un certo periodo di tempo. Ora è lo Stato che si appropria di tali somme, destinandole, come accennato, a fini “sociali” (indennizzare le vittime di truffe finanziarie).
Che cosa succede se si ritrova una polizza vita scaduta? I soldi sono definitivamente persi o c’è la possibilità di ricuperarli e come?

COME RICUPERARE I SOLDI
Ricordiamo anzitutto che il termine per la domanda di rimborso è di 10 anni dalla data di scadenza contrattuale. C’è quindi un po’ di respiro per i beneficiari…
Una volta trovata la polizza, occorre fare domanda alla compagnia, fornendo tutti i dati per la sua individuazione, allegando:
⦁ Copia di un documento del beneficiario e copia del codice fiscale
⦁ Eventuale certificato di morte dell’avente diritto e dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti la qualità di erede del titolare del rapporto dormiente.
⦁ Contratto assicurativo.
C’è un’ultima “ancora di salvataggio” anche dopo l’avvenuto accredito al Fondo delle polizze.
E’ vero che non è previsto per legge il rimborso dei rapporti prescritti definitivamente, ma il Ministero dello Sviluppo Economico ha intrapreso da qualche tempo iniziative a favore dei beneficiari, consentendo alla Consap di indennizzare parzialmente chi ha subito l’esproprio non in base alla prescrizione ordinaria decennale, ma in base alla prescrizione “breve” fissata per le sole polizze assicurative (che stranamente era fissata in soli due anni!). E così, con sette diversi provvedimenti, sono stati effettuati rimborsi per complessivi 20,6 milioni di euro.

I RISPARMIATORI “DISTRATTI” RIMBORSANO I RISPARMIATORI TRUFFATI
Come si accennava, una norma giusta quella che prevede un indennizzo per chi subisce una truffa, anche alla luce dell’art.47 della Costituzione che recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”.

Nonostante mille provvedimenti legislativi, la tutela è carente, tanto che ogni anno miliardi di euro faticosamente messi da parte delle laboriose “formichine” italiane vanno in fumo. Si pensi solo alla distruzione di risorse dovute ai casi Argentina, Cirio, Parmalat ed altri minori (area di responsabilità della Consob), ed a quella dovuta ai casi delle tante banche fallite (area di responsabilità della Banca d’Italia).
Le istituzioni pubbliche di tutela si sono rivelate impotenti o incerte o inattive in tutti questi casi; logico che esista una responsabilità morale dello Stato che avrebbe dovuto comportare un’azione di ristoro pubblica.
Invece si è scelta una strada arzigogolata e moralmente criticabile: si è costituito un fondo per gli indennizzi, ma non lo si è alimentato con stanziamenti a carico del bilancio statale, ma con versamenti a carico di un’altra categoria di risparmiatori, gli “smemorati”.
E così conti bancari, depositi postali e polizze assicurative prescritti sono utilizzati per dare un po’ di respiro ai truffati…

CONSIGLI UTILI
Meglio prevenire che reprimere, dice un noto proverbio.
E nel caso della stipula di assicurazioni, il consiglio è analogo: meglio organizzarsi prima che affannarsi dopo.
Chi versa i suoi risparmi su una polizza deve immediatamente pensare a come fare per evitare il rischio di “regalare” i suoi sudati risparmi allo Stato.
Primo consiglio: se il contratto è a nome proprio, scrivere su agende, calendari o computer la data di scadenza in modo da ricordarsi di chiedere l’incasso. Il rischio è quello della “premorienza”, ma basta comunicare ai propri eredi che esiste il contratto, dove si trova, come fare ad incassarlo.
Secondo consiglio: se il contratto prevede fin dalla stipulazione che il beneficiario è altra persona, comunicarglielo con le istruzioni del caso; è bene che sappia della sua esistenza.
Terzo consiglio: comunicare alla compagnia ogni variazione di residenza, di recapito telefonico, per consentirle di inviare comunicazioni sulla polizza all’indirizzo giusto.
Quarto consiglio: evitare durate eccessivamente lunghe. E’ vero che in genere gli agenti consigliano il contrario, sostenendo che solo nel lungo periodo una polizza dà ottimi frutti, ma non è vero e comunque nulla vieta di limitare la durata iniziale a 10 anni e, alla scadenza, optare eventualmente per un allungamento magari di 5 anni, se non si ha necessità di incassare l’importo.
Come per qualunque altra operazione che riguarda i nostri risparmi, la regola principale è quella dell’attenta “manutenzione” degli investimenti, che non possono mai essere “dimenticati” in un cassetto o rimossi dalla memoria.

Gianluigi De Marchi

Maltempo sul Piemonte. Confagricoltura: a rischio la produzione di mirtilli

L’ondata di piogge intense e grandinate che si è abbattuta sul Piemonte nelle scorse ore  ha causato gravi danni all’agricoltura. “I nostri tecnici sono al lavoro  per effettuare i rilievi nelle zone colpite dal maltempo – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – e ci stanno segnalando situazioni preoccupanti, soprattutto per quanto riguarda il comparto frutticolo“.

Confagricoltura Piemonte evidenzia che c’è il rischio di vedere pressoché azzerata la produzione di mirtilli. “In Valle Po, Valle Bronda, nel Saluzzese e in particolare nei comuni di Revello e Barge – dichiara Roberto Abellonio direttore di Confagricoltura Cuneo – registriamo danni di grave entità alle coltivazioni frutticole, in particolare per quanto riguarda i piccoli frutti“.

La coltivazione del mirtillo, fanno rilevare i tecnici di Confagricoltura, è prossima alla raccolta e la grandine che si è abbattuta con violenza in molti casi ha azzerato la produzione: sono caduti i chicchi grandi come noci con una violenza inaudita, scrollando le piante e facendo cadere a terra i frutti. In provincia di Cuneo è concentrata la maggior parte (80%) degli impianti di mirtillo della regione: complessivamente in Piemonte le superfici superano i 560 ettari, coltivati da oltre 1.000 aziende.

Nella zona del Saluzzese si registrano danni gravi anche per quanto riguarda gli altri piccoli frutti e sugli impianti di albicocco.

Danni importanti agli impianti di mirtillo si segnalano anche nel Canavese, in provincia di Torino. Nella zona di Agliè, Cuceglio, San Giusto Canavese, San Giorgio Canavese in direzione Montalenghe, si sono verificate grandinate con danni visibili, nell’ordine del 30-40%, anche sui vigneti di Erbaluce.

Si segnalano danni anche nella zona di Druento  e Robassomero, dove la grandine si è abbattuta sulle coltivazioni di mais, con danni del 30-40%, e nel Chivassese, dove le abbondanti piogge (oltre 80 millimetri di acqua in poche ore) con vento impetuoso hanno causato danni ai seminativi di mais e allettamenti delle coltivazioni nei campi di triticale, prossimo alla raccolta, orzo e grano. Anche nel Vercellese e verso il Casalese si segnalano grandinate di vasta portata, con danni ai seminativi di grano, orzo e mais; nella zona di Crescentino sono stati allagati prati e seminativi.

I tecnici di Confagricoltura hanno rilevato danni da grandine anche nei comuni a sud di Novara, verso la Lomellina.

I fenomeni estremi che si registrano con sempre maggiore frequenza mettono a repentaglio le produzioni agricole. Confagricoltura sottolinea che ricorda che Le compagnie assicurative stipulano con difficoltà crescente e a costi sempre più elevati polizze per la copertura dei danni. “Occorre intervenire con strumenti nuovi a tutela delle produzioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – individuando con le compagnie di assicurazione termini e modalità per consentire all’impresa agricole di attutire i rischi del maltempo. La nuova politica agricola comunitaria ci offre indicazioni al riguardo, che insieme ai consorzi di difesa dovremo studiare bene per individuare nuove modalità di adesione alla difesa dalle calamità atmosferiche a costi sostenibili”.