Date: 4 – 12 ottobre 2025
- Lunedì – venerdì: 15:00 – 21:00
- Sabato e domenica: 10:00 – 21:00
Il progetto si inserisce nel quadro delle politiche attive del lavoro finanziate con risorse del Bilancio Regionale, del Programma Regionale (PR), del Fondo Sociale Europeo (PLUS FSE+) 2021-2027 della Regione Piemonte con l’obiettivo specifico di “incentivare l’inclusione attiva, per promuovere le pari opportunità, la non discriminazione e la partecipazione attiva, migliorare l’occupabilità in particolare dei gruppi svantaggiati”.
“Con l’approvazione di questo progetto – sottolinea la vicesindaca Michela Favaro – l’Amministrazione rinnova il suo impegno per una città dove nessuno venga lasciato indietro. I Cantieri di Lavoro rappresentano un’opportunità concreta per valorizzare le competenze e contrastare l’esclusione. Promuovere l’inserimento in contesto lavorativo significa non solo supportare le persone attraverso un reddito mensile, ma anche riconoscere e sostenere il contributo che ogni persona può offrire alla comunità”.
TORINO CLICK
Parla con Me® porta tre grandi appuntamenti alla 76ª Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola
Carmagnola (TO), agosto 2025 – La 76ª Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola (29 agosto – 7 settembre 2025) ospiterà tre serate speciali del format Parla con Me®, ideato e condotto da Simona Riccio (Digital Marketing Expert, Social Media Manager, LinkedIn Top Voice Italia, Founder Parla con Me®).
Tre appuntamenti che uniscono cultura, istituzioni, imprese e cittadini, per affrontare con linguaggio diretto e valoriale temi che spaziano dallo spreco alimentare all’identità territoriale, fino al benessere lavorativo.
📌 Mercoledì 3 settembre 2025 – ore 18:00–19:00 – BTM PalaPeperone, Piazza Sant’Agostino
“Nulla si spreca, tutto si trasforma”
Un incontro dedicato al tema dello spreco alimentare, con il lancio della campagna regionale “Diamo valore al cibo. Una buona occasione per non sprecare”, che dal 2026 coinvolgerà 50 ristoranti di Torino e Cuneo nella promozione della food bag e di buone pratiche contro lo spreco.
Ospiti e relatori:
Previsto collegamento con On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria Legge 166/2016 (Legge Antispreco).
📌 Sabato 6 settembre 2025 – ore 19:00–20:00 – Salotto della Fiera, Piazza Sant’Agostino
“Piemonteis / Piemonte Is – Il gusto autentico della nostra terra”
Evento istituzionale dedicato alla presentazione ufficiale del nuovo brand territoriale “Piemonteis / Piemonte Is – Eccellenza Piemonte”, promosso dalla Regione Piemonte per valorizzare e unire sotto un’unica identità le produzioni agroalimentari regionali d’eccellenza.
Ospiti e relatori:
Proiezione di un video istituzionale dedicato al progetto.
📌 Domenica 7 settembre 2025 – ore 19:00–20:00 – BTM PalaPeperone, Piazza Sant’Agostino
“Nutrire le relazioni: come connettere e generare aziende e lavoratori”
All’interno della rubrica culturale “Leggi Con Me”, un dialogo valoriale su libri, lavoro e relazioni. Un confronto che racconta come il cibo, il lavoro e le relazioni siano nutrimento autentico per persone, aziende e comunità.
Ospiti e relatori:
Invito
Tutti gli incontri sono a ingresso libero e aperti al pubblico.
Un’occasione unica per vivere la Fiera non solo come esperienza enogastronomica, ma anche come spazio di riflessione, confronto e crescita condivisa.
Conduce Simona Riccio – Digital Marketing Expert, Social Media Marketing Manager, LinkedIn Top Voice Italia, Founder Parla con Me®
«La situazione dei noccioleti piemontesi è drammatica. Le aziende agricole che da generazioni coltivano la nocciola nelle nostre colline stanno vivendo un’ennesima stagione segnata da perdite gravissime, con cali produttivi che in alcune zone superano il 70%. È necessario dichiarare lo stato di calamità naturale e, al contempo, avviare una riflessione più ampia sulla tenuta economica e sociale delle aree interne e rurali del Piemonte».
Lo dichiara Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori italiani Piemonte, commentando i dati preoccupanti sulla campagna corilicola 2025.
Il clima anomalo – con ondate di calore e lunghi periodi di siccità già da inizio estate – unito agli attacchi parassitari, in particolare delle cimici, ha provocato la cascola anticipata dei frutti, compromettendo drasticamente la resa dei noccioleti. Una condizione che, oltre al Piemonte, colpisce anche altre regioni italiane a vocazione corilicola come Lazio e Campania.
«L’allarme lanciato da Fondazione Agrion – prosegue Carenini – deve tradursi in atti concreti. Oltre al riconoscimento della calamità naturale, chiediamo con forza un piano straordinario di sostegno economico alle imprese agricole danneggiate, il rafforzamento della ricerca sulle problematiche fitosanitarie e climatiche e un coordinamento interregionale per affrontare in maniera strutturale le criticità del comparto».
Ma per il presidente di Cia Piemonte la crisi della nocciola è solo il sintomo di una fragilità più ampia che riguarda l’intera agricoltura delle aree interne.
«La coltivazione della nocciola – sottolinea – è emblematica: non solo per il valore economico e di filiera, ma anche per il presidio del territorio, la tutela della biodiversità e la continuità occupazionale. Le aziende agricole sono l’ultimo baluardo contro lo spopolamento e il degrado di interi territori, non solo in montagna ma anche in collina e in pianura».
Secondo Carenini, è necessario rimettere al centro dell’agenda politica il ruolo strategico dell’agricoltura familiare e multifunzionale nelle zone svantaggiate, anche alla luce dei dati nazionali che confermano la centralità delle aree collinari e montane nella produzione agricola italiana.
Infine, un appello all’Unione Europea e alla riforma della Pac: «Non è più accettabile che il 23% dei fondi vada al 2% delle aziende, spesso grandi imprese con capitali importanti. Serve un tetto ai contributi e un sistema che tenga conto non solo della dimensione, ma anche della localizzazione geografica. Le aree interne devono diventare prioritarie e beneficiare di un pacchetto di misure dedicate, magari attingendo ai fondi di coesione».
«Non stiamo chiedendo assistenzialismo – conclude Carenini – ma equità. Senza il reddito degli agricoltori, il nostro territorio muore. La nocciola piemontese, simbolo del Made in Italy, deve continuare a crescere nelle mani di chi ogni giorno lavora la terra, e non essere vittima di squilibri e abbandono istituzionale».
Chiorino: «Restituiamo prospettive a chi è in difficoltà e sosteniamo i sindaci»
Investiti 10,3 milioni di euro. Il vicepresidente della Regione Piemonte: «È un modello che unisce inclusione e sviluppo dei territori, superando l’assistenzialismo e puntando su politiche attive del lavoro in piena coerenza con la visione del Governo nazionale»
La Regione Piemonte ha approvato la totalità dei cantieri di lavoro richiesti dagli Enti che hanno partecipato al bando 2025. L’investimento complessivo è di 10,3 milioni di euro.
Cantieri di lavoro 353 progetti per 1.363 persone
353 progetti per permettere l’inserimento lavorativo di 1.363 persone in difficoltà all’interno degli enti pubblici locali (Comuni, Unioni di Comuni e organismi di diritto pubblico). Il finanziamento sarà assegnato in due tranche: la prima con 321 progetti per 1.282 lavoratori. I contributi per restanti 32 cantieri (disoccupati over 45 e per persone con disabilità) e per ulteriori 66 lavoratori, saranno formalizzati entro il mese di settembre.
I Cantieri di lavoro costituiscono un’occasione di ripartenza per chi è da tempo fuori dal mercato del lavoro, contribuendo all’acquisizione e al consolidamento di competenze professionali e facilitando il reinserimento lavorativo. Il cantiere non instaura un vero e proprio rapporto di lavoro tra il soggetto inserito e l’ente, ma rappresenta un’opportunità per entrambi: per il primo, un’integrazione al reddito e un’occasione di socializzazione e di apprendimento di competenze; per il secondo un supporto nella realizzazione di opere di manutenzione dei beni pubblici e di servizio alla comunità.
Le attività affidate ai cantieristi sono infatti svariate e riguardano temi come ambiente, decoro urbano, servizi alle persone: si va infatti dalle opere di rimboschimento alla cura del verde pubblico, passando per il ripristino di strutture e di infrastrutture pubbliche (arredi urbani, strade) o alla tenuta e al riordino di archivi comunali. I cantieri, inoltre, possono prevedere momenti di formazione, per offrire alle persone nuove competenze e prepararle al reingresso nel mondo del lavoro.
Chiorino: «Restituiamo prospettive a chi è in difficoltà e sosteniamo i sindaci»
«Restituire dignità e prospettive di riscatto a chi è in difficoltà significa investire sul valore più grande: il lavoro, che resta la principale forma di libertà. Con i Cantieri di lavoro vogliamo offrire alle persone non solo un sostegno economico, ma anche l’opportunità di rimettersi in gioco, acquisendo competenze e ritrovando fiducia» ha affermato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte. «Allo stesso tempo questa misura rappresenta un aiuto concreto per sindaci e amministratori locali, che possono realizzare interventi sociali, di riqualificazione e manutenzione a beneficio delle loro comunità. È un modello che unisce inclusione e sviluppo dei territori, superando l’assistenzialismo e puntando su politiche attive del lavoro in piena coerenza con la visione del Governo nazionale» ha concluso Chiorino.
Quattro tipi di cantiere
Quattro i tipi di cantiere previsti. Uno è rivolto alle persone disoccupate di almeno 45 anni, in condizioni di difficoltà socio-economiche;
Il secondo si rivolge alle persone disoccupate con più di 58 anni, senza requisiti pensionistici;
Un terzo tipo si rivolge alle persone sottoposte dall’autorità giudiziaria a regime di restrizione della libertà personale.
Il quarto tipo è destinato alle le persone con disabilità, iscritte al collocamento mirato presso i Centri per l’impiego piemontesi.
Il cantierista è impiegato per progetti che durano tra sei e dodici mesi e, durante questo periodo, non perde lo stato di disoccupazione.
Le risorse
Le risorse stanziate dalla Regione Piemonte per la copertura dell’intera programmazione 2025 dei cantieri ammontano a 10,3 milioni di euro (692.941 saranno stanziati nelle prossime settimane). Quest’anno il contributo regionale previsto dal bando disoccupati over 45 aumenta la quota di copertura dell’indennità riconosciuta ai cantieristi, passando dal 60% delle scorse edizioni, all’80%.
Per quanto riguarda invece i disoccupati over 58 e le persone in regime di restrizione della libertà la copertura è del 100%, mentre per le persone con disabilità, oltre al 100% delle indennità sostenute, è prevista la copertura di ulteriori spese di tutti i servizi integrativi, come quelli relativi a pasti, trasporti e formazione.
I numeri per provincia
In provincia di Alessandria sono richiesti 109 lavoratori di cui: 9 lavoratori in regime di restrizione della libertà, 49 disoccupati over 45, 44 disoccupati over 58, 7 lavoratori con disabilità;
In provincia di Asti sono richiesti 100 lavoratori di cui: 63 disoccupati over 45, 33 disoccupati over 58, 4 lavoratori con disabilità;
In provincia di Biella sono richiesti 20 lavoratori di cui: 1 lavoratore in regime di restrizione della libertà, 2 disoccupati over 45, 15 disoccupati over 58, 2 lavoratori con disabilità;
In provincia di Cuneo sono richiesti 69 lavoratori di cui: 13 lavoratori in regime di restrizione della libertà, 6 disoccupati over 45, 42 disoccupati over 58, 8 lavoratori con disabilità;
In provincia di Novara sono richiesti 121 lavoratori di cui: 6 lavoratori in regime di restrizione della libertà, 32 disoccupati over 45, 72 disoccupati over 58, 11 lavoratori con disabilità;
In provincia di Torino sono richiesti 768 lavoratori di cui: 24 lavoratori in regime di restrizione della libertà, 246 disoccupati over 45, 440 disoccupati over 58, 58 lavoratori con disabilità;
In provincia di Verbania sono richiesti 59 lavoratori di cui: 1 lavoratore in regime di restrizione della libertà, 25 disoccupati over 45, 33 disoccupati over 58;
In provincia di Vercelli sono richiesti 36 lavoratori di cui: 2 lavoratori in regime di restrizione della libertà, 18 disoccupati over 45, 16 disoccupati over 58.
Le persone interessate a partecipare ai Cantieri possono rivolgersi al proprio Centro per l’impiego di riferimento.
L’elenco dei progetti approvati, allegato in tabella, sarà consultabile sul sito della Regione Piemonte, nelle pagine della voce “Lavoro”.
Durante la 76esima edizione della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese ha inaugurato un nuovo percorso di valorizzazione territoriale, presentando la prima vetrina presso il CAAT (Centro Agroalimentare di Torino).
L’iniziativa si realizza proprio nei giorni di svolgimento della fiera e sancisce l’avvio di un format che vuole coinvolgere nel tempo tutti i prodotti e i Comuni del Distretto, superando la logica del singolo evento e sviluppando una promozione sull’intera fiera agroalimentare locale.
L’iniziativa, promossa dal Distretto del Cibo Chierese Carmagnolese in collaborazione con il CAAT, il Consorzio del Peperone di Carmagnola e la Fiera Nazionale del Peperone, rappresenta la puntata zero di un percorso condiviso, che nasce dalla firma di un protocollo d’intesa tra il Distretto e il Caat e che, se questa volta riguarda il peperone di Carmagnola, nelle prossime occasioni riguarderà l’asparago di Santena, il pomodoro costoluto di Cambiano, la tinca di Poirino, la menta di Pancalieri e tutte le altre eccellenze dei trenta Comuni che fanno parte del distretto.
“Questa iniziativa rappresenta l’inizio di una collaborazione strutturata tra il distretto del Cibo e il CAAT – spiega Roberto Ghio, Presidente del Distretto del Cibo Chierese- Carmagnolese – con l’obiettivo di creare una vetrina stabile e replicabile per tutti i prodotti e le eccellenze del territorio. Non si tratta solo di vendita, ma di una valorizzazione delle filiere, della tracciabilità e della qualità dei prodotti locali, costruendo una rete capace di coinvolgere aziende, istituzioni e operatori.
La Fiera del Peperone di Carmagnola diventa il palcoscenico di partenza di un percorso che, nel tempo, vedrà protagonisti tutti i prodotti e le realtà agricole dei nostri trenta Comuni”.
“Questa vetrina- evidenzia il Presidente del CAAT Fabrizio Galliati – valorizzerà il peperone, prodotto ben conosciuto al CAAT, durante i giorni della Fiera e non solo ne promuoverà la visibilità, ma lo valorizzerà come logica di filiera e di territorio. In questa edizione è dunque protagonista il peperone di Carmagnola, con il coinvolgimento del Consorzio del Peperone di Carmagnola e della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, ma in futuro il format potrà raccontare altri prodotti e altre storie del territorio, in contesti strategici in cui si incontrano produttori, operatori e nuove opportunità di mercato. È il primo passo per un progetto che vuole focalizzare il ruolo del CAAT come risorsa per i cittadini e il territorio, grazie a un programma più ampio, in collaborazione con il Distretto del Cibo Chierese e Carmagnolese.
Per questa prima edizione è stato prezioso il contributo di Simona Riccio, Linkedin Top Voice Italy e Agrifood & Organic Specialist nell’organizzazione dell’iniziativa che inaugura una stagione di eventi per la valorizzazione dei nostri prodotti e del territorio”.
Il progetto coinvolge in modo diretto i grossisti , come racconta Stefano Cavaglià, presidente Associazione Grossisti del CAAT: “Avere una vetrina speciale al CAAT di Torino per il Peperone di Carmagnola significa aprirsi ad un mercato internazionale. Grazie ai membri della nostra associazione , il prodotto raggiunge Piemonte, val d’Aosta, Liguria e persino la Francia”.
La Vetrina del Peperone sarà allestita nella galleria d’ingresso del CAAT, in un punto ad alta visibilità e presenterà le originali valigette del Consorzio contenenti peperoni freschi, affiancati da materiali informativi. Il team operativo garantirà la cura quotidiana dello spazio e il coordinamento delle attività. Vi saranno anche momenti di coinvolgimento della tradizione locale, con la visita di Re Peperone e della Bella Povronera alla galleria del CAAT.
Questa iniziativa dimostra come la sinergia tra enti e attori del territorio può generare nuove opportunità per promuovere eccellenze locali.
Mara Martellotta
Il turismo nelle aree montane italiane incide per il 6,7% del PIL, un valore in linea con la media nazionale. Secondo il Rapporto Montagne Italia di UNCEM, realizzato con IPSOS, il 90% degli intervistati considera la montagna italiana “un’importante attrattiva turistica”, mentre il 56% la vede come un luogo dove vivere.
Il documento analizza la situazione di 387 comunità territoriali tra Alpi e Appennini, aree omogenee di Comuni impegnati in strategie e piani di sviluppo condivisi. Nel 2023, queste zone contavano in media 19,3 posti letto ogni 100 abitanti e 1.200 presenze turistiche per 100 abitanti, con una durata media del soggiorno di 3,1 giorni.
Il rapporto – edito da Rubbettino nell’ambito del progetto ITALIAE della Presidenza del Consiglio dei Ministri – sottolinea che il turismo in montagna non può esistere senza agricoltura e cura del territorio. “Il turismo c’è perché ci sono paesi e comunità”, ricorda Marco Bussone, presidente UNCEM. “È a nostro giudizio sbagliato parlare di overtourism nella montagna. Possiamo piuttosto parlare di picchi in alcuni periodi dell’anno, di aumento di flussi in alcuni giorni e in poche aree. Ma non di overtourism. Come è invece necessario parlare di limiti, prima di tutto di chi affronta i territori per motivi ludico-sportivi”.
Bussone invita a considerare la complessità dei sistemi montani, dove ecologia e presenza umana sono strettamente intrecciate: “Le comunità dei paesi, che non sono borghi turistici, sono fondamentali. Accolgono e sono decisive per il turismo stesso. Evitarli, pensare non ci siano, è assurdo e inopportuno. Chi sale non porti tutto da casa. Compri in valle, faccia vivere quei negozi e quei bar. Non chiediamo assistenzialismo, ma buonsenso e incontro. Comunione con le comunità dei territori. Che sono la vita delle montagne stesse”.
Occupazione turistica: in media 650 addetti per comunità territoriale. Il massimo si registra in Alto Adige, a Villabassa-Alta Pusteria, con 12.849 occupati. Seguono Verano e Tires (Alto Adige), Dolomiti Bellunesi. In coda, Bassa Valle del Tirso e Grighine (Sardegna), Vette dei Nebrodi (Sicilia), Locride (Calabria).
Incidenza sul PIL locale: record nelle Dolomiti, con Trento (72%), Soraga di Fassa (62%), Tires (59%). In 63 comunità l’incidenza è sotto l’1%.
Posti letto: picco a Soraga di Fassa (254 ogni 100 abitanti), seguita da Walser Monte Rosa (239), Baldo-Garda (220), Spormaggiore (197) e Valdigne-Mont-Blanc (170).
Presenze turistiche: Soraga di Fassa (30.000), Spormaggiore (27.000), Baldo-Garda (19.000), Luserna (13.000) e Vermiglio (12.000).
Durata media del soggiorno: primato all’Alto Maceratese (13 giorni), seguito da Versante Ionico (Calabria), Terre di Castelli (Emilia Romagna), Area Grecanica e Sila Greca (Calabria), Metauro (Marche) e Lambro-Mingardo (Campania).
I dati completi per le 387 comunità territoriali, con la lista dei Comuni di ciascuna, sono disponibili su richiesta a UNCEM.
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Il risultato è frutto di una strategia industriale ben definita, con investimenti significativi e una visione a lungo termine sostenuta dal governo marocchino e dal coinvolgimento di grandi gruppi come la stessa Stellantis.
Un sorpasso favorito proprio da Stellantis che ha raddoppiato la produzione di veicoli in Marocco, passando da 200mila a 400mila unità e quadruplicato la produzione di motori, da 80mila a 350mila unità.
Leggi l’articolo su L’identità:
Automotive, il Marocco sorpassa l’Italia grazie a Stellantis