ECONOMIA- Pagina 2

Torna “Fabbriche aperte”, alla scoperta del cuore industriale del Piemonte

Le prenotazioni dal 14 ottobre. 150 le aziende che hanno aderito

Fabbriche Aperte Piemonte – Dentro il cuore del Piemonte industriale, per scoprire il valore di chi crea valore”, ritorna con la sua sesta edizione per consentire al grande pubblico di visitare i luoghi della produzione industriale, aperti straordinariamente per l’occasione, ed affermare l’immagine di un territorio luogo della manifattura intelligente, dell’innovazione e del saper fare.

Tra il 23, 24 e 25 ottobre i cittadini interessati potranno visitare le 150 aziende che hanno aderito, rappresentative delle principali filiere produttive che compongono l’economia piemontese: dall’aerospazio all’automotive, dal tessile all’agrolimentare, dalla meccatronica alla chimica e farmaceutica, dal tessile ai servizi avanzati. La ripartizione per provincia è la seguente: Alessandria 12, Asti 8, Biella 14, Cuneo 20, Novara 9, Torino 78, VCO 4, Vercelli 5.

Per le prenotazioni, possibili dal 14 al 22 ottobre, occorre utilizzare il sito www.fabbricheapertepiemonte.it, dove è possibile consultare l’elenco, che comprende una breve descrizione delle attività e le informazioni di tipo logistico per poter effettuare la visita. I posti disponibili sono 16.100.

«Con questa nuova edizione – sottolinea il presidente della Regione Alberto Cirio – vogliamo dimostrare la grande opportunità che i fondi europei hanno rappresentato negli ultimi anni e continueranno a rappresentare per il nostro sistema produttivo, oltre ad accrescere la consapevolezza delle capacità manifatturiere di cui disponiamo. Viene ulteriormente amplificato

il concetto della fabbrica come luogo di produzione di valore, elemento strategico e identitario della tradizione industriale del Piemonte nel passato, nel presente e nel futuro».

«L’apertura straordinaria delle aziende aderenti intende accendere i riflettori sulla manifattura di eccellenza e sull’innovazione tecnologica mediante la dinamica esperienziale delle visite agli stabilimenti – evidenziano gli assessori alle Attività produttive Andrea Tronzano e alla Ricerca e Innovazione Matteo Marnati – In questo modo il pubblico può rendersi conto direttamente del ricco patrimonio industriale del Piemonte, che vanta eccellenze a livello internazionale, ed avere l’opportunità di conoscere alcuni dei Poli creati per favorire la diffusione dell’innovazione e lo scambio di competenze tra Atenei, centri di ricerca e imprese».

Fabbriche Aperte Piemonte, co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, è anche l’occasione per rendere evidenti ai cittadini i diversi modi di utilizzare al meglio le risorse europee. Infatti, oltre il 40% delle imprese partecipanti ha beneficiato delle misure Fesr per l’efficientamento energetico, per l’innovazione dei processi produttivi, per la riqualificazione degli edifici o dei macchinari, per l’accesso al credito o il supporto agli investimenti in ricerca e sviluppo, con un investimento di oltre 73 milioni di euro, che rappresenta un impegno significativo del sistema pubblico-privato verso lo sviluppo sostenibile del comparto industriale.

Gli Stati generali della frutticoltura piemontese

Analisi del mercato, finanziamenti pubblici, gestione del rischio e innovazione si discuteranno nel convegno di venerdì 24 ottobre prossimo a Manta

L’evento degli Stati generali della frutticoltura è in programma venerdì 24 ottobre prossimo alle ore 14 e si svolgerà presso il Centro Sperimentale per la frutticoltura di Fondazione Agrion, in via Falicetto 24, a Manta, nel Cuneese. L’incontro si propone come un vero e proprio momento di approfondimento e dialogo che vedrà la partecipazione di esperti del settore agricolo, rappresentanti della filiera e istituzioni. Riunirà, infatti, rappresentanti della ricerca e della filiera produttiva  per approfondire le sfide e le prospettive di uno dei comparti più strategici per l’agricoltura piemontese.
A dare il via all’evento, alle 14, sarà l’inaugurazione del nuovo Digi Open lab di Fondazione Agrion, nato per offrire al settore un laboratorio di alto livello e ospitare università, centri di ricerca e aziende che nei prossimi anni vorranno dedicarsi allo sviluppo di tecnologie a servizio dei produttori frutticoli. Un vero e proprio polo di attrazione dove le migliori competenze, la creatività di ricercatori e il fabbisogno del comparto frutta si possono incontrare per dare vita a progetti  di sviluppo di nuove tecnologie, in grado di rispondere alle sfide del momento: salute delle piante e qualità dei prodotti, produttività costante  e elevata, calo del fabbisogno  di manodopera, ulteriore limitazione dell’utilizzo dei principali fattori di produzione e agrofarmaci, riduzione dei costi energetici e incremento delle fonti di energia rinnovabile, efficientamento dei sistemi di conservazione e stoccaggio. Si tratta di un lavoro importante per il quale il Piemonte può candidarsi ed essere riferimento a livello nazionale e europeo nel fornire alle imprese agricole soluzioni tecnologiche e pratiche agronomiche innovative tali da consentire l’efficientamento dei processi produttivi, l’ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro e la sostenibilità economica dell’impresa.
Nell’occasione sarà anche firmato un protocollo d’intesa con i principali poli universitari piemontesi, a testimonianza dell’impegno congiunto per sostenere il comparto agricolo.

Seguirà il convegno introdotto dall’assessore al Commercio, Agricoltura e cibo, Parchi, Caccia e pesca, Peste Suina, Turismo, Sport e post olimpico Paolo Bongioanni e del presidente della Fondazione Agrion Giacomo Ballari, che vedrà gli interventi di esperti quali Angelo  Frascarelli, professore di Economia e Politica Agraria all’Università di Perugia, Luca Nari, responsabile dell’area tecnica di Fondazione Agrion, Bruno Mezzetti, professore ordinario di Arboricultura Generale e Coltivazioni Arboree all’Università politecnica delle Marche, Andrea Berti, direttore di Asnacodi ed Elisa Macchi , direttrice del Cso Italy.
Particolare attenzione sarà data al tavolo di confronto con la filiera, che coinvolgerà protagonisti dell’imprenditoria e della distribuzione ortofrutticola, tra cui Marco Rivoira, Ceo del gruppo Rivoira, Domenico Sacchetto,  presidente AOP Piemonte, Fabrizio Galliati, presidente del Caat di Torino e Domenico Paschetta di Orbita SB.
Durante la giornata sarà consegnata a giornalisti e istituzioni la Carta della frutticoltura, un documento di analisi e proposte realizzato e condiviso da tutti gli attori della frutticoltura piemontese, che delinea in modo chiaro le priorità future e le proposte strategiche su cui si chiede un forte impegno di tutti a livello regionale, nazionale e europeo. I suoi contenuti saranno esposti direttamente dagli attori della filiera presenti durante la giornata e potranno essere arricchiti dal dibattito e intervento degli esperti. Si tratta di una carta che vuole contribuire a definire una strategia chiara e condivisa per il Piemonte, ma che si candida ad essere un documento di riferimento per le altre principali regioni frutticoltura italiane ed europee.
Le conclusioni saranno affidate al direttore dell’Assessorato Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Paolo Balocco.

Mara Martellotta

Il presidente Cirio in visita alla Biraghi

Giovedì 9 ottobre, l’azienda Biraghi – storica realtà del settore lattiero-caseario con sede a Cavallermaggiore (CN) – ha ospitato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accompagnato dal Sindaco di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro.

Accolti dal Presidente Bruno Biraghi e da alcuni rappresentanti del Consiglio d’Amministrazione, gli ospiti hanno preso parte a una visita approfondita dello stabilimento, durante la quale hanno potuto osservare da vicino le linee produttiveconoscere il lavoro quotidiano degli operatori e apprezzare l’impegno dell’azienda per la qualità, la sicurezza alimentare e l’innovazione, sempre nel rispetto della tradizione.

Fondata nel 1934, Biraghi è oggi una delle realtà d’eccellenza dell’agroalimentare piemontese, riconosciuta in Italia e all’estero per la produzione di formaggi di alta qualità – come il Gran Biraghi e il Gorgonzola DOP – e per la valorizzazione delle materie prime locali. L’azienda si distingue per il forte radicamento nel territorio, il sostegno alla filiera corta e l’attenzione costante ai temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale.

“Accogliere il Presidente Cirio è stato per noi un grande onore” ha dichiarato Bruno Biraghi, Presidente dell’azienda“Abbiamo avuto l’opportunità di condividere con lui i nostri progetti futuri e ribadire il nostro impegno a investire sul territorio. La sua visita rappresenta un riconoscimento importante per il lavoro svolto ogni giorno da tutte le persone che fanno parte del team Biraghi.”

Anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha sottolineato il valore dell’incontro: “Biraghi è un’eccellenza piemontese conosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti e il forte legame con il territorio. Una realtà che unisce tradizione, innovazione e passione, valorizzando ogni giorno la filiera locale. Un grande esempio di come si può crescere facendo della qualità e del legame con la comunità la propria forza.”

Unione Industriali Torino, Marco Gay: “L’Italia deve tornare a crescere investendo su industria e innovazione”

Davanti a oltre 800 tra imprenditori e manager, si è svolta questa mattina l’assemblea annuale dell’Unione Industriali Torino. All’evento hanno partecipato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.

La relazione del presidente Marco Gay si è aperta con un suggestivo video, realizzato con l’intelligenza artificiale, che immaginava la Torino del 2100. Le immagini si sono concluse con una panoramica sul pubblico in sala: “Questo video inizia qui. Inizia qui perché abbiamo una certezza: la nostra ambizione e il nostro impegno sono gli stessi con cui ci siamo lasciati un anno fa (…). Mettere in campo ogni sforzo e ogni energia per contribuire a rendere la nostra città e il nostro territorio luoghi di crescita e innovazione”.

Nel suo intervento, Gay ha espresso preoccupazione per il quadro geopolitico internazionale: “Al di là dell’Atlantico si sta imponendo un nuovo codice nel linguaggio diplomatico (…). Ciò che più ci preoccupa è la costante incertezza di quello che è e che sarà”, pur riconoscendo come “in Italia godiamo di stabilità politica: per noi imprenditori è essenziale”. Ribadendo l’importanza dell’Europa, ha ammonito che “dobbiamo riformare le politiche, non i princìpi”, invitando a ridurre frammentazioni e burocrazia: “Siamo fermi a guardare cosa fanno gli altri”.

Riguardo alla Legge di Bilancio, il presidente ha richiamato la necessità di un equilibrio tra vincoli e crescita: “Il rispetto dei vincoli comunitari non deve diventare il motivo per non fare (…). Una crescita dello 0,5% non è una vera crescita”. E ha aggiunto: “Gli equilibri di finanza pubblica non si tengono senza investimenti e senza crescita”, sottolineando l’urgenza di agire su innovazione, intelligenza artificiale, fiscalità e costo dell’energia.

Sul fronte industriale, Gay ha ricordato che il settore “vale 510 miliardi di euro, pari al 23,4% del PIL nazionale e al 26% a Torino”, invitando gli imprenditori a una scelta chiara: “Vogliamo essere ambiziosi o continuare a difenderci?”.

“Al nostro Paese serve una politica industriale con una visione almeno triennale (…). Ma non è pensabile di fare sviluppo e crescita con queste risorse”, ha osservato riferendosi ai limiti del bilancio statale e alla misura del superammortamento.

Guardando a Torino, Gay ha sottolineato come “è già da tempo il momento del coraggio”, rilanciando il tema della mobilità: “Abbiamo la filiera, il know how, l’ingegneria e allora abbiamo bisogno che tutti si prendano degli impegni chiari”.

Ha poi ricordato i progressi del tessuto produttivo locale: “In dieci anni le aziende di Torino sopra i 5 milioni di fatturato sono cresciute del 37% e i dipendenti del 24% (…). È il segnale che nessuno sta ‘divorando’ il presente, ma stiamo investendo sul domani”.

Proiettandosi verso il 2030, Gay ha indicato i settori chiave della crescita globale — aerospazio, robotica, chip, energia, medicina, nanomateriali e alimentazione — e il ruolo strategico che Torino può giocare: “Essere la città dove uomo e macchina convivono in un prodotto industriale di eccellenza (…). Vogliamo essere centro sperimentale per il volo dei droni e per la medicina del futuro”.

Ampio spazio è stato dedicato anche alla formazione: “La rivoluzione tecnologica comporta una rivoluzione che è anche culturale (…). Dobbiamo superare tutte le resistenze per rafforzare la collaborazione tra sistema educativo e sistema produttivo”. E ancora: “I giovani sono il nostro presente e a loro dobbiamo prima di tutto l’attenzione delle nostre scelte”.

Sul mondo delle imprese, Gay ha annunciato il progetto “Destinazione crescita”: “La crescita dimensionale sarà un requisito per stare nel futuro da protagonisti (…). Ma la crescita non è un fatto individuale. È un esercizio collettivo”, ribadendo l’importanza delle grandi infrastrutture e delle misure straordinarie per la competitività.

In chiusura, un appello alla responsabilità e all’ottimismo: “Noi abbiamo la responsabilità di proporre, è il nostro compito (…). È il momento di recuperare e alimentare quell’ottimismo industriale che ha sempre distinto la nostra città (…). Un posto dove l’industria c’è, ma certamente la nuova industria continuerà a esserci e troverà casa”.

Auto in crisi, futuro incerto per l’economia: Torino rischia

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Il settore dell’automotive sta vivendo una fase di profonda trasformazione e incertezza, che a Torino e in Piemonte assume una valenza particolarmente delicata. L’area che per decenni è stata il cuore pulsante dell’industria automobilistica italiana, con la Fiat prima e poi con Stellantis, oggi affronta una crisi strutturale dovuta a una combinazione di fattori: la transizione verso l’elettrico, il rallentamento della domanda in Europa, la riorganizzazione delle strategie produttive globali e la perdita progressiva di occupazione.

Negli ultimi anni, la produzione automobilistica in Italia ha subito un calo costante, e il Piemonte ne è uno degli epicentri. I dati diffusi dai sindacati mostrano che Stellantis ha ridotto di diverse migliaia il numero di dipendenti nel Paese, con una parte consistente degli esuberi concentrata tra Torino e Mirafiori. Lo storico stabilimento torinese, simbolo del “miracolo industriale” del Novecento, è oggi al centro di un difficile processo di riconversione: la produzione della Fiat 500 elettrica, su cui si erano riposte molte speranze, non ha raggiunto i volumi attesi, e l’azienda ha dovuto fare ricorso a cassa integrazione e programmi di uscite volontarie per centinaia di lavoratori. Le linee produttive funzionano a ritmo ridotto e, in più occasioni, sono state sospese per mancanza di domanda.

Le cause di questa crisi sono molteplici. Da un lato, la transizione ecologica impone investimenti enormi per aggiornare impianti e competenze, mettendo in difficoltà i territori che per decenni hanno basato la loro forza su motori termici e componentistica tradizionale. Dall’altro, la concorrenza internazionale — in particolare dei produttori cinesi di veicoli elettrici a basso costo — sta erodendo quote di mercato, mentre l’Unione Europea si trova a dover bilanciare le politiche ambientali con la tutela della propria base industriale. A ciò si aggiunge la strategia di Stellantis, che tende a razionalizzare la produzione su scala europea, concentrando le catene di montaggio nei siti più competitivi e lasciando in secondo piano alcuni stabilimenti italiani.

Le ripercussioni per il Piemonte sono significative. Oltre agli effetti diretti sull’occupazione nelle fabbriche torinesi, si osservano difficoltà diffuse nella rete dei fornitori locali, composta da centinaia di piccole e medie imprese specializzate in componentistica meccanica, elettronica e servizi di supporto. Molte di queste aziende rischiano di non reggere l’urto della trasformazione se non riusciranno a riconvertire rapidamente le proprie produzioni. Tuttavia, la regione conserva un patrimonio di competenze tecnico-industriali e di ricerca di altissimo livello, sostenuto da poli universitari e centri di innovazione che potrebbero diventare un punto di forza nella filiera dell’elettrico, della mobilità sostenibile e delle tecnologie digitali applicate all’automotive.

Per evitare che la crisi si traduca in un declino irreversibile, occorre un impegno coordinato tra istituzioni, imprese e sistema formativo. Le priorità riguardano la riqualificazione dei lavoratori, il sostegno alla riconversione delle PMI, la creazione di infrastrutture per la produzione di batterie e componenti per veicoli elettrici, e una politica industriale capace di attrarre nuovi investimenti. Alcune iniziative in questa direzione sono già in corso, ma serviranno tempi rapidi e strategie condivise per restituire competitività a un comparto che ha costruito la storia economica e sociale del Piemonte.

La crisi dell’automotive torinese, insomma, non è solo la fine di un ciclo produttivo, ma il segnale di una transizione epocale. Se affrontata con visione e coraggio, potrebbe diventare l’occasione per ridisegnare il futuro industriale della regione, mantenendo viva una tradizione manifatturiera che ha dato al Paese alcuni dei suoi momenti più alti di innovazione e sviluppo.

RESTART, le opportunità per lo sviluppo delle PMI nel TLC e digitale

Riunite a Torino le eccellenze d’impresa e dell’innovazione nazionale
Grande successo, il 10 ottobre 2025, all’Hotel Hilton Turin Centre di Torino, per l’evento “Tech-Transfer: la leva delle TLC e del digitale per la svolta delle PMI”, iniziativa organizzata da Fondazione RESTART in collaborazione con ANFoV e Il Quadrato della Radio nel contesto del programma RESTART – “RESearch and innovation on future Telecommunications systems and networks, to make Italy more smart”. Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del NextGenerationEU-PNRR, RESTART rappresenta il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nel settore delle Telecomunicazioni.
Una giornata di approfondimento, articolata con un focus particolare sulla Missione 3 “Innovazione e Trasferimento Tecnologico” del programma RESTART, che ha mirato a facilitare l’innovazione creando consapevolezza delle nuove opportunità offerte da componenti e sistemi tecnologici innovativi nel settore delle telecomunicazioni.
L’evento, introdotto da Roberta Sabella – Responsabile della Missione 3 di RESTART – insieme ad Umberto De Julio – Presidente di ANFoV e Quadrato della Radio – e Marco Baldi – Responsabile Area Ricerche Economiche e Sociali di CNA -, ha riscosso grande interesse, con la presenza in sala di un ottantina di spettatori selezionati con cura tra CEO, professionisti dell’innovazione, esponenti del settore pubblico, rappresentanti di aziende piccole o medie e start up.
I lavori hanno visto, in apertura, l’intervento della Vice Sindaca di Torino, Michela Favaro e un messaggio che è stato inviato dell’Assessore regionale all’Innovazione e attività Produttive, Andrea Tronzano. Testimonianze che hanno sottolineato l’importanza di trasmettere alle Piccole e Medie Imprese il valore strategico delle telecomunicazioni e delle tecnologie digitali come motore di crescita e competitività, in un contesto economico e tecnologico in rapida evoluzione.
La giornata ha vissuto il susseguirsi degli interventi di esperti, casi di successo e workshop, con un focus particolare ad imprenditori e dirigenti di PMI interessati ad aggiornarsi e innovare, a startup nel settore digitale e delle telecomunicazioni, responsabili di R&D e innovazione, università, centri di ricerca ed enti tecnici e locali, con l’obiettivo di facilitare il trasferimento tecnologico, stimolando partnership pubblico-private e favorendo l’adozione di soluzioni innovative nelle PMI.
“RESTART rappresenta un’opportunità strategica per le PMI perché offre un contesto concreto nell’ambito del quale le stesse PMI possono attingere a competenze e tecnologie innovative” – ha sottolineato la Direttrice della Fondazione RESTART, Adele Del Bello, intervenendo per illustrare le prospettive offerte dal piano industriale post PNRR.
“Il processo di trasferimento tecnologico previsto da RESTART va oltre la semplice intermediazione tra domanda e offerta d’innovazione – ha aggiunto Roberto Sabella responsabile della Missione “Innovazione e Trasferimento tecnologico” –. Esso prevede infatti un’interazione attiva tra i proponenti delle innovazioni e i potenziali destinatari, facilitata da eventi dedicati come questo, con l’obiettivo di affinare le proposte e adattarle alle esigenze specifiche del mercato”.
Il Presidente di ANFoV e de Il Quadrato della Radio – Umberto De Julio – ha invitato a riflettere sull’importanza di migliorare la capacità d’innovare del nostro sistema produttivo, in un’industria, quella delle TLC “che oggi è in difficoltà e non solo in Italia. Si tratta – ha detto De Julio – di un settore fondamentale per la crescita del Paese. Il focus di oggi è sulle PMI. Storicamente esse sono l’ossatura della nostra industria ed oggi, nelle economie più avanzate, è proprio dalle piccole aziende, dalle start-up, che parte e si diffonde il processo d’innovazione. Questa giornata ha fornito contributi e proposte su come, anche nel nostro Paese, si possa alimentare e potenziare il trasferimento di idee, di brevetti, dal mondo dell’Università e della ricerca a quello delle imprese, per aiutarci a ridurre il gap d’innovazione che separa l’Italia e l’Europa dagli Stati Uniti e dalla Cina”.
In un momento in cui la trasformazione digitale e le infrastrutture di telecomunicazione sono sempre più centrali per la competitività aziendale e della nazione, l’evento di Torino è stato un’occasione unica per le PMI di acquisire conoscenze e strumenti operativi per beneficiare dei bandi attivi e dei programmi collegati all’innovazione e anche per aprire la via a collaborazioni con enti di ricerca e partner tecnologici toccando con mano casi reali di successo che ispirino le proprie strategie.
Marco Baldi, Responsabile Area Ricerche Economiche e Sociali di CNA, ha presentato una ricognizione dettagliata sul ruolo e la partecipazione delle PMI ai processi innovativi e sull’evoluzione dello scenario.
Fulcro del programma della mattinata sono stati gli interventi dei protagonisti della filiera dell’innovazione: hanno partecipato Daniele Munaretto, R&D and Innovation Manager di Hewlett Packard Enterprise; Nicola Ciulli, Co-founder e Responsabile R&I di Nextworks; Luciano Lucrezia,  Chief Operating Officer e Co-founder di Tiesse; Roberto Siagri, Amministratore Delegato di Rotonium; Alfredo Salvatore, Amministratore Delegato di Sensor ID e Francesco Brescia, Ventures Associate di Plug & Play, che hanno presentato casi di successo frutto del ruolo delle telecomunicazioni e delle tecnologie digitali come infrastrutture abilitanti per l’innovazione nelle imprese. La Direttrice della Fondazione RESTART, Adele Del Bello è, infine, intervenuta per illustrare le prospettive del piano industriale post PNRR.
La tavola rotonda moderata dalla giornalista ed esperta di innovazione Mila Fiordalisi ha permesso, inoltre, di far emergere i punti cruciali dell’evoluzione dell’ecosistema dell’innovazione in Italia – e a livello europeo/globale – soprattutto in relazione alla transizione digitale e tecnologica.
I due workshop pomeridiani, svolti in parallelo e coordinati da Gabriele Elia, Responsabile Standard & IPR di TIM e Roberto Siagri, Amministratore Delegato di Rotonium hanno rappresentato un’ulteriore occasione per approfondire le tematiche legate al trasferimento tecnologico, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di tecnologie avanzate per la digitalizzazione, supportando le PMI nel superamento dei gap tecnologici e diffondendo la cultura del tech transfer come leva di crescita economica e competitiva.
Sul sito della Fondazione Restart (reperibile al seguente link https://fondazione-restart.it/it/2025/10/14/restart-grandi-opportunita-per-lo-sviluppo-delle-pmi-grazie-a-tlc-e-digitale/ ) saranno pubblicati i video degli interventi della mattinata di lavori, a disposizione gratuitamente per le PMI, i professionisti e tutti coloro che sono interessati e che non hanno potuto partecipare, oltre ad alcune brevi videointerviste realizzate ai protagonisti dell’evento.

PMI: tassi che non calano e prestiti che si contraggono

PMI: tassi che non calano e prestiti che si contraggono

E’ questa, in sintesi, la situazione in cui si trovano, ormai da decenni, le micro, piccole e medie imprese del Piemonte, costantemente alle prese con condizioni di accesso al credito molto difficoltose, se non impossibili.

Secondo le rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati della Banca d’Italia, a giugno di quest’anno i prestiti alle micro e piccole imprese del Piemonte, fino a 20 dipendenti, sono diminuiti del 4,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mentre, al contrario, i finanziamenti al resto delle attività è cresciuto del 2,0%.

“La ripresa del credito in Piemonte, come nel resto d’Italia, resta fragile e diseguale, con le micro e piccole imprese ancora penalizzate dal costo elevato dei finanziamenti e dall’assenza di un vero impulso espansivo – afferma Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – Un’adeguata disponibilità di credito è essenziale per sostenere gli investimenti e favorire la ripresa produttiva, soprattutto per le aziende più piccole”.

“Nonostante la Banca Centrale Europea abbia abbassato i tassi d’interesse – continua De Santis– gli effetti concreti di questa misura sulle imprese sono ancora difficili da percepire. La situazione resta dunque preoccupante, sia per gli imprenditori che necessitano di credito per poter investire e crescere sia per i cittadini, che hanno bisogno di finanziamenti per sostenere il mutuo e le spese quotidiane”.

Un credito, rileva Confartigianato, che non allenta i cordoni della borsa.

In aggiunta a tale condizione, vi è quella dei tassi di interesse applicati alle realtà piemontesi.

Analizzando il TAE medio applicato alle micro, piccole e medie imprese del Piemonte, risulta essere dell’8,40% contro il 5,60% applicato alle realtà di medie e grandi dimensioni, condizione che crea un gap tra le piccole e le grandi di 280 punti base.

 

Sempre a giugno di quest’anno, la totalità delle attività produttive piemontesi ha pagato in media un tasso di interesse annuo effettivo (TAE) del 5,33% contro la media nazionale del 5,22%.

Analizzando i vari settori il denaro più costoso è quello che richiedono le imprese piemontesi delle Costruzioni con il TAE al 7,00% contro una media nazionale del 6.30%. Meno cari e al di sotto della media nazionale, i prestiti alle Imprese dei Servizi: una attività del Piemonte paga un TAE del 5,26%, contro una media nazionale del 5,40%. I “più convenienti” ma al di sopra della media nazionale sono i prestiti verso il Manifatturiero: le realtà del Piemonte pagano un interesse del 5,11% contro una media nazionale del 4,82%.

“È fondamentale restituire fiducia al mondo produttivo – aggiunge De Santis – poiché il costo del denaro continua a rappresentare un ostacolo alla ripresa economica. Occorre, quindi, garantire nuovo ossigeno e maggiori opportunità di finanziamento a tutte le realtà che desiderano investire. Banche e imprese devono collaborare e muoversi nella stessa direzione individuando soluzioni alternative a un calo dei tassi che procede ancora troppo lentamente. È indispensabile evitare che questa situazione provochi ulteriori danni al sistema produttivo locale e, più in generale, a quello italiano. La marginalità delle pmi è contratta all’osso quindi anche la volontà di mettere in atto quelle misure utili ad aumentare la propria competitività”.

Climmar Congress, concessionari di macchine agricole a confronto

Dal 16 al 18 ottobre prossimi, a Torino, si terrà il Congresso Europeo dei concessionari di macchine agricole da giardinaggio, organizzato da Federacma Confcommercio, con le associazioni di 17 Paesi e con il patrocinio del Masaf. L’evento rappresenta l’edizione 2025 del Climmar Congress, congresso annuale della Confederazione Internazionale delle associazioni nazionali dei rivenditori e riparatori di macchine agricole e da giardinaggio.
L’evento si terrà presso il Pacific Hotel Fortino. Il Climmar Congress rappresenta il principale appuntamento internazionale del settore, riunendo i rappresentanti delle associazioni di 17 Paesi per discutere strategie comuni, innovazione e sviluppo della filiera, della meccanizzazione agricola e da giardinaggio. Per la prima volta nella storia del Climmar, saranno riuniti, in un unico evento, i costruttori, i rivenditori, i contoterzisti e gli agricoltori.

“Portare il Climmar Congress in Italia è per noi un onore e una responsabilità – dichiara il presidente di Federacma Andrea Borio – abbiamo scelto Torino perché incarna perfettamente l’anima industriale e innovativa del nostro Paese, ma anche per la sua storia, cultura e la straordinaria offerta enogastronomica. Sarà l’occasione per valorizzare la nostra filiera e rafforzare la voce italiana in Europa”.
Il programma prevede tre giornate dense di contenuti, tre sessioni tecniche, tavoli di lavoro, momenti istituzionali e attività culturali. Il clou sarà venerdì 17 ottobre prossimo, che vedrà la partecipazione di alcune delle principali personalità del settore. A inaugurare i lavori sarà il presidente del Climmar Tomáš Kvapil, che introdurrà il confronto tra le associazioni nazionali. A fare gli onori di casa sarà il presidente di Federacma Andrea Borio, cui seguiranno i contributi del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dell’europarlamentare Giovanni Crosetto, del presidente di Confagricoltura e Copa Cogeca Massimiliano Giansanti, del Vicepresidente del CEMA Alessandro Malavolti e del Vicepresidente Ceettar Jacob Chr. Nielsen. Nel pomeriggio il congresso entrerà nel vivo con un momento dedicato alla ricerca e all’innovazione, temi centrali per il futuro della distribuzione agricola. La sessione si aprirà con l’intervento di Fabian Haybach, segretario generale di Climmar, seguito dai responsabili dei gruppi di lavoro della Confederazione, che condivideranno esperienze e proposte sul ruolo sempre più strategico dei concessionari nell’adozione e nella diffusione delle nuove tecnologie. Il confronto proseguirà con l’intervento del dottor Cristiano Spadoni, esperto di agricoltura digitale, e del prof. Paolo Gay, dell’Università di Torino, che guideranno una riflessione su come strumenti digitali, dati e competenze possano trasformare concretamente il settore. Dalle macchine intelligenti agli scenari emergenti, dalle dotazioni tecnologiche alle politiche di supporto all’innovazione, il dialogo si svolgerà in modo dinamico e partecipato grazie a un sondaggio Interattivo in tempo reale rivolto alla platea. Al termine di questa sessione, seguiranno le presentazioni tecniche del DSI (Dealer Satifaction Index) e del Branch Report. A concludere i lavori un confronto fra le associazioni nazionali su priorità e impegni futuri, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo del Climmar su scala europea. I lavori verranno chiusi dal presidente della Confederazione Kvapil, tracciando un bilancio della giornata.

La partecipazione all’evento è riservata agli associati, ai partner e agli operatori del settore, previa registrazione.

L’evento si svolge con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), della Regione Piemonte e della Città di Torino.

Mara Martellotta

“Continua la Bassa crescita dell’economia italiana”

Giachino: “Purtroppo avevo ragione… Ne parlai nel mio libro a Marzo 2025. Nel frattempo aumentano le povertà e le diseguaglianze. La politica sembra insensibile alle sofferenze di una parte importante del Paese” 

 
Caro Direttore, 
L’attuale Governo sta tenendo magistralmente a posto i conti pubblici che, insieme alla stabilità economica, danno un messaggio positivo ai mercati , cosicché lo Spread si riduce sempre di più anche se la Bassa crescita economica non riesce a diminuire il nostro Debito Pubblico che al nostro Paese costa decine di miliardi che potrebbero essere usati per la Ricerca, per la Scuola e la Sanità.  La maggiore CRESCITA della nostra economia è il primo problema del nostro Paese.  Ne ho scritto nel mio ultimo libro PER CRESCERE DI PIÙ che presentai il 21 marzo scorso alla Camera dei Deputati insieme al Dott. Gianni LETTA. La bassissima crescita della economia  aumenta i suoi effetti negativi con l’aumento delle persone in povertà e con l’aumento delle diseguaglianze , due argomenti che il nuovo Santo Padre ha sottolineato ieri nell’ incontro con il Presidente Mattarella e la Premier Meloni. La politica , neanche le Piazze pro Palestina della settimana scorsa, sembra insensibile al grido di dolore delle persone in difficoltà.  Non era così nei primi decenni del dopoguerra. La la grande crescita economica che portò al Boom economico si può dire che ridusse le diseguaglianze perché le famiglie lavorando riuscivano a migliorare il benessere famigliare, gli immigrati dal Sud trovavano lavoro, facevano studiare i figli e acquistavano auto e casa. In questi ultimi trent’anni la bassa crescita della economia invece ha aumentato le diseguaglianze e la povertà. Le Città sono divise in due tra chi sta bene e la metà che sta male. A Torino in particolare la metà della Città che quattro anni fa stava male oggi sta peggio .Le periferie sono dimenticate o non sono centrali nelle strategie delle Amministrazioni comunali.
Abbiamo bisogno che la politica recuperi anima e sensibilità umana per ricalibrare le priorità . Abbiamo bisogno di maggiori competenze nel Governo nazionale e nelle Amministrazioni locali .  A ottant’anni dalla Liberazione emergono le grandi scelte dei Governi di De Gasperi e a guida DC. Per capirci nei Governi di De Gasperi c’erano più candidati alla Presidenza della Repubblica . Nell’attuale Governo le competenze di livello internazionale stanno ampiamente nel palmo di una mano. A Torino i grandi Sindaci sono Peyron e Grosso tutti e due di scuola DC.
Oggi non essendo possibile il terzo mandato di Sergio Mattarella , salvo che non si candidi la Premier , l’unico candidato autorevole e con consenso ampio e’ Gianni Letta.
Ecco perché non sono assolutamente fuori luogo i tanti richiami alla DC .
 
Mino GIACHINO 

Assemblea UI Torino: l’industria piemontese cerca la svolta tra innovazione, sostenibilità e capitale umano

Se ne parlerà all’Assemblea dell’Unione Industriali di Torino del 17 ottobre 2025: è un momento in cui la produzione industriale piemontese mostra ancora segnali di debolezza ma anche alcune potenzialità di rilancio. Nel corso dell’ultimo anno la manifattura regionale ha registrato una flessione complessiva di circa l’1,7 per cento, proseguendo una fase di rallentamento che interessa in modo particolare i comparti tradizionali come la metalmeccanica, l’automotive e il tessile, mentre settori come l’alimentare, la chimica e il legno-arredo si dimostrano più resilienti. Il quadro torinese riflette la complessità della situazione: le grandi imprese soffrono maggiormente, anche per il peso delle trasformazioni in atto nel settore dell’auto, mentre le piccole e medie aziende mantengono una certa capacità di adattamento, sostenute da iniziative locali e da una moderata ripresa della fiducia. Il clima resta comunque incerto, con export in flessione e investimenti ancora timidi, anche se nuovi strumenti di sostegno — come l’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per 17 miliardi di euro destinati a innovazione e sostenibilità — potrebbero rappresentare una leva importante per invertire la tendenza. La Regione Piemonte, parallelamente, continua a promuovere programmi di visibilità e apertura verso il pubblico, come l’iniziativa “Fabbriche Aperte”, e a spingere sulla manifattura avanzata, sulla digitalizzazione e sulle nuove competenze tecniche. Le prospettive per i prossimi anni dipenderanno dalla capacità delle imprese di innovare i propri processi, diversificare i mercati, investire in sostenibilità e formare capitale umano qualificato. In uno scenario base si può ipotizzare una lenta ripresa tra il 2026 e il 2027, sostenuta dall’adozione di tecnologie intelligenti e da politiche industriali coordinate, mentre un contesto più favorevole potrebbe generare una vera accelerazione, soprattutto nei comparti a più alto valore aggiunto. Resta però concreta la possibilità di una stagnazione prolungata se non si riuscirà a rilanciare gli investimenti e a rafforzare la fiducia. In questo quadro, il messaggio chiave dell’assemblea sarà la necessità di fare sistema, di unire imprese, istituzioni e formazione per costruire un modello produttivo capace di crescere, innovare e competere, restituendo a Torino e al Piemonte il ruolo di protagonisti dell’industria italiana

Partecipano ai lavori dell’Assemblea dell’unione Industriali di Torino il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il Presidente dell’Unione Industriali Torino, Marco Gay, il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. In collegamento interverranno il Vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il Ministro della Difesa, Guido Crosetto.

I lavori saranno moderati da Monica Maggioni e si potranno anche seguire in streaming sul canale YouTube dell’Unione Industriali Torino.