ECONOMIA- Pagina 130

Pnrr, Graziano: industria del falso pericolo per ricerca

Il presidente del Polo tecnologico piemontese: «Senza tutele imprese a rischio»

TORINO – «Le eccellenze tecnologiche e scientifiche italiane sono a rischio. La contraffazione dei prodotti, del know how e di tutto il patrimonio informativo immateriale delle aziende mina il nostro sistema produttivo e, purtroppo, ad oggi non esistono strumenti di difesa efficaci per contrastarla».

Lo ha detto Antonio Graziano, presidente del Polo tecnologico piemontese e responsabile Salute del Forum italiano dell’export, intervenendo alla presentazione della quinta edizione degli Stati generali dell’export che si terrà in Piemonte il 29 e 30 settembre.

«Gli stessi processi di falsificazione sono diventati così elaborati e raffinati da rendere ancor più difficile l’attività di contrasto – ha aggiunto –. Purtroppo, in Italia scontiamo ancora una concezione retrograda che vede nel brevetto uno strumento di profitto invece che di avanzamento tecnologico e di conoscenza, come accade invece in America o nel resto d’Europa. Un errore che fa male alle aziende ma soprattutto al circuito della conoscenza».

«Il Pnrr ci offrirà l’occasione di investire moltissimo nella ricerca ma bisognerà tutelare i traguardi che saranno raggiunti – ha proseguito Graziano –. Se non proteggiamo la proprietà intellettuale, anche attraverso le nostre rappresentanze all’estero, non ha senso profondere tanto impegno e tante risorse nella ricerca se questa diventerà poi preda di saccheggio e conquista da parte di altri soggetti, di altre nazioni. E, alla fine, avremo investito tanti soldi per favorire i nostri competitor stranieri».

«Qualunque atto dell’intelletto italiano dovrebbe trovare una forte protezione a livello culturale – ha concluso Graziano – prima ancora che normativo o giudiziario. È uno scatto culturale, di approccio che il nostro Paese e la nostra classe dirigente devono fare a tutela non della singola azienda o della singola scoperta ma della funzionalità dell’intero sistema».

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato Città Europea del Vino

L’ATTESTATO CONSEGNATO A BRUXELLES DAL NETWORK RECEVIN

Poggio: «Sigillo internazionale sulla capacità di promuovere il territorio»

Protopapa: «Un punto di partenza per diventare più attrattivi»

Marnati: «Occasione storica per il Piemonte»

Radica (Presidente Città del vino): «Regione che merita la ribalta europea»

 

 

L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato hanno ricevuto  a Bruxelles dal network RECEVIN (Rete Europea delle Città del Vino), il riconoscimento di Città Europea del Vino 2024, il titolo che a rotazione premia le migliori aziende produttrici di un territorio italiano alternandosi con altre città vignaiole di Portogallo e Spagna. La corona di alloro è stata assegnata per tutto il prossimo anno a venti città piemontesi unite sotto un’unica sigla e un programma condiviso di eventi, meeting, convegni e degustazioni distribuiti sulle provincie di Alessandria, Biella, Novara, VCO e Vercelli nei Comuni di Acqui Terme, Barengo, Boca, Bogogno, Borgomanero, Briona, Brusnengo, Casale Monferrato, Fara Novarese, Gattinara, Ghemme, Grignasco, Maggiora, Mezzomerico, Ovada, Romagnano Sesia, Sizzano, Suno, Vigliano Biellese e Villa del Bosco.

 

La consegna del testimone, che dalla regione vinicola del Portogallo del Duoro passa ora al Piemonte, è avvenuta dopo l’esame di tre candidature pervenute all’Associazione Nazionale Città del Vino: Montepulciano (Siena), San Clemente (Rimini) e appunto la cordata delle città piemontesi. Che alla fine, hanno vinto non soltanto il titolo, ma anche il palcoscenico internazionale 2024 dedicato all’enologia. Per la Regione hanno raccolto l’attestato gli assessori Marco Protopapa (Agricoltura e Cibo) Vittoria Poggio (Cultura, Turismo e Commercio) e l’assessore novarese Matteo Marnati

 

«Non uno, ma venti comuni entrano da oggi nella Hall of fame dei luoghi più rinomati al mondo da cui diffondere la cultura del vino – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio, Vittoria Poggioun riconoscimento che attesta ancora una volta il primato piemontese in questo settore che attira migliaia di turisti e investitori nella nostra regione. E ne attirerà ancora di più grazie alla programmazione nelle nostre venti città che dal prossimo anno formeranno idealmente una macroregione del vino. Un plauso, dunque – ha aggiunto l’assessore – agli amministratori locali e al Comitato promotore che hanno fatto squadra con un programma giudicato credibile dalla commissione di Recevin che mette un ulteriore sigillo sulla qualità del prodotto Piemontese e sulla capacità di promuoverlo».

 

«Abbiamo ottenuto dall’Europa questo importante riconoscimento per l’Alto Piemonte e Gran Monferrato vitivinicolo – ha rimarcato l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa che si traduce in una grande occasione di offerta promozionale a livello europeo per tutto il territorio legato ai vini di qualità certificati che vanno dai grandi Nebbioli dell’Alto Piemonte, Ghemme e Gattinara, i bianchi dell’Ovadese e Gavi, ai rossi dell’Acquese e Casalese, Grignolino e Dolcetto insieme agli Aromatici. Questo è un punto di partenza per lavorare negli anni successivi ed essere più attrattivi per i visitatori europei».

 

«Questo riconoscimento – ha spiegato l’assessore novarese Matteo Marnatipermetterà a questi 20 comuni di salire, con merito, su uno straordinario palcoscenico europeo di promozione dei due territori. É la dimostrazione che il buon lavoro di squadra paga e si possono raggiungere obiettivi molto prestigiosi. Sarà una storica occasione per far conoscere vini, produttori, paesaggi, ambientazioni con il fine di affermarsi definitivamente sul panorama enologico europeo, puntando sullo sviluppo del marketing territoriale, sull’attenzione alla sostenibilità e soprattutto alla qualità dei prodotti».

 

 

«L’Alto Piemonte e il Gran Monferrato – afferma Angelo Radica, presidente di Città del Vino – ha meritato questo riconoscimento per l’ampia offerta di eventi e iniziative programmate, soprattutto dal punto di vista degli approfondimenti tecnici e vitivinicoli, oltre che culturali e storici. Sono convinto che questo titolo potrà ulteriormente favorire la promozione di importanti territori vitivinicoli del Piemonte, e soprattutto dare un impulso a quel turismo del vino che sempre più caratterizza la voglia d viaggiare e di fare esperienze in territori ricchi di storia e tradizione, cultura e qualità della vita». 

 

Il vicepresidente nazionale di Città del Vino, Stefano Vercelloni, assessore del Comune di Sizzano (NO) e coordinatore regionale delle Città del Vino piemontesi aggiunge: «Un riconoscimento importante che si sviluppa nell’ambito dell’Associazione nazionale Città del Vino, una realtà straordinaria che unisce tantissimi Comuni italiani. La candidatura dell’Alto Piemonte Gran Monferrato racchiude un territorio ampio e variegato, davvero importante nel panorama enologico piemontese. Una zona ricca di vitigni autoctoni e di coltivazioni che meritano una ribalta europea che questo riconoscimento è in grado di dare».

 

Il dossier Alto Piemonte Gran Monferrato si è affermato sulla concorrenza per il coinvolgimento di ampi territori e di molti Comuni Città del vino dove alla programmazione ordinaria già pianificata durante l’anno si aggiungerà quella straordinaria legata all’evento. E proprio quest’ultima ha fatto la differenza. Il piatto forte saranno le tavole rotonde, le degustazioni, i convegni e le tematiche di carattere generale riguardanti le politiche comunitarie sulla vitivinicoltura, il mercato, il rapporto tra vino e salute, l’educazione al consumo consapevole e l’identità dei territori. Appuntamenti tutti collegati con un continuo passaggio di testimone da una città all’altra spalmati durante un anno intero che promettono di attirare turisti, curiosi e addetti ai lavori.

 

Sulla scena internazionale per tutto il 2023 resterà ancora la regione vinicola portoghese del Douro vincitrice l’anno scorso del titolo. Dal 2024 toccherà ai Piemontesi. 

 

Nasce il primo TECH EMBA d’Italia

INSEDIATO L’ADVISORY BOARD DEL PRIMO EXECUTIVE MASTER IN BUSINESS & TECHNOLOGY: UNA TASK FORCE DI 30 IMPRESE COME MODELLO DI COESIONE E SCAMBIO PROFICUO PER LA FORMAZIONE DEI MANAGER.

 

Innovazione tecnologica al servizio delle imprese. E la preparazione manageriale necessaria a sfruttarne il potenziale. Nasce il primo TECH EMBA d’Italia, dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino e la CUOA Business School. Due territori, due culture industriali, una visione comune: creare nuove competenze manageriali per guidare la trasformazione e crescere sul mercato internazionale.

Competitività, crescita, innovazione, sostenibilità, internazionalizzazione. Oggi più che mai sono questi i fattori che permettono alle aziende di restare sul mercato. E le strategie aziendali puntano su nuovi modi di sviluppare le competenze e attrarre e trattenere talenti. Al primo posto la formazione a manager e imprenditori per comprendere le grandi transizioni tecnologiche in atto e coglierne le opportunità. Nuovi modi di organizzare le filiere e nuove strategie competitive, in un mercato globale che risente anche dei cambiamenti geopolitici in atto. Da qui – in un Paese dove l’offerta di alta formazione manageriale è ancora presente a macchia di leopardo – l’esigenza di una proposta formativa che coinvolga tutti i territori, le tipologie di impresa e i bisogni tecnologici, per favorire lo sviluppo delle imprese ed aiutarle a gestire le crescenti complessità strategiche ed operative.

 

Nasce quindi dai bisogni dell’impresa l’Executive Master in Business & Technology del Politecnico di Torino e CUOA Business School. Nuove competenze per un nuovo modo di fare impresa e management. “Siamo molto orgogliosi di aver portato a compimento un progetto davvero ambizioso, coniugando la dimensione tecnologica, core business del nostro Ateneo, con quella manageriale – dichiara Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino – Grazie alla collaborazione con CUOA Business School, infatti, per la prima volta la Scuola di Master e Formazione Permanente del Politecnico firma un Executive Master in Business and Technology di altissimo livello, per rispondere alle esigenze di alta formazione delle aziende del territorio. Le tecnologie oggi non solo cambiano rapidamente il mondo del lavoro e la vita delle persone, ma possono e devono costituire un riferimento per le scelte che saranno chiamati a compiere i manager del futuro.”

Primo step, l’incontro tra i manager delle imprese che hanno aderito all’Advisory Board, il comitato che supporta la direzione scientifica dell’Executive Master per uno scambio reale tra formazione e impresa, territorio e crescita economica. Una task force di 30 aziende di diversi settori, diverse dimensioni e diverse culture imprenditoriali a rappresentanza di un sistema di imprese che, dalla piccola azienda del capitalismo imprenditoriale famigliare alla multinazionale tascabile, agli attori globali, risente non solo di una carenza di personale ma necessita più che mai, nel tessuto imprenditoriale in rapida evoluzione, di una preparazione scientifica che consenta al manager o imprenditore di comprendere e governare i nuovi trend tecnologici e i loro effetti sulle diverse aree d’impresa, sui processi e i prodotti del futuro, sulla competizione globale. Ecco quindi che l’Executive Master in Business & Technology del Politecnico e del CUOA propone un’esperienza formativa che legge la tecnologia come un fattore al servizio dello sviluppo d’impresa inteso in modo generale e trasversale. Anche per anticipare le competenze future.

La collaborazione tra CUOA e Politecnico di Torino nella progettazione e realizzazione del primo Tech-EMBA è decisamente innovativa nel settore dell’alta formazione. Oltre a essere un esempio virtuoso di collaborazione tra Università e Business School, è un progetto che crea sistema anche con le imprese, grazie alla costituzione di un advisory board cui partecipano i rappresentanti di una ventina di aziende – afferma Federico Visentin, Presidente del CUOA Business School e Presidente di Federmeccanica – Il Board si incontrerà in maniera periodica e costante, insieme alla direzione scientifica, per discutere su contenuti ed eventuali aggiornamenti da apportare al nostro Executive Master. Questo sta consentendo e consentirà di avere un approccio ancora più concreto e utile per i partecipanti al Master, mettendo maggiormente in comunicazione il mondo della formazione con quello delle imprese, nell’ambito di una filosofia che CUOA sta portando avanti da 66 anni. Questo accordo tra noi e il Politecnico di Torino si inserisce all’interno del progetto CUOA University Network Business School, nato nel 2019 con l’obiettivo di aggregare le eccellenze della formazione italiana attorno alla nostra scuola. Sono 17 gli Atenei aderenti. Con il Politecnico di Torino, in particolare, stiamo dimostrando come l’attenzione da parte del settore dell’alta formazione verso il mondo delle imprese sia alta e come sia comune l’impegno a fornire strumenti e competenze necessarie a fronteggiare le difficoltà che si incontrano in un contesto competitivo sempre più complesso e sfidante”.

l percorso formativo offerto dal master dura 20 mesi, si svolge nei weekend (brevi e lunghi) e prevede 500 ore di formazione ed esperienza, 10 moduli didattici. Sede principale la Scuola Master e Formazione Permanente del Politecnico di Torino, seconda sede il Campus CUOA di Altavilla Vicentina per alcuni moduli e diverse attività extra formative. Le materie curriculari caratteristiche della business administration (finanza aziendale, controllo di gestione, gestione organizzativa, project management, risorse umane e competenze comportamentali) si intrecciano con i temi di orientamento tecnologico per l’impresaquali i processi decisionali dei manager guidati dall’uso di dati e analytics nel più ampio ambito della Trasformazione Digitale, l’uso dell’Intelligenza Artificiale in diversi ambiti di lavoro, i paradigmi di sostenibilità e circolarità nelle filiere produttive e nell’uso dell’energia, la robotica e la virtualizzazione in fabbrica, la space economy, l’innovazione nei modelli di business. La metodologia didattica porta in aula, grazie a simulazioni e casi di studio, progetti e problemi reali. Al programma ordinario, si aggiunge uno modulo trasversale che approfondisce l’analisi delle competenze comportamentali per i manager e i diversi modelli di applicazione, ed è accompagnato da un percorso di coaching personalizzato.

L’Ecosistema NODES e i bandi a cascata del PNRR

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Le imprese non stanno a guardare.

Raccolte domande per 46,9 milioni di Euro.

Si è chiusa la prima finestra dei bandi con un’ottima partecipazione da parte del territorio

Il 30 giugno scorso, si sono chiusi i primi termini di scadenza per la presentazione delle domande di finanziamento a valere sui fondi PNRR messi a disposizione dall’Ecosistema dell’Innovazione NODES – Nord Ovest Digitale E Sostenibile per le imprese del territorio.

I bandi a cascata di NODES, emanati dagli Atenei dell’Ecosistema – Politecnico di Torino, Università di Torino, Università dell’Insubria, Università della Valle d’Aosta, Università del Piemonte Orientale, Università di Pavia e Università di Scienze Gastronomiche, sono rivolti a finanziare:

  • progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale fino a un valore massimo di 600.000 Euro;
  • accesso a servizi di innovazione fino a 80.000 Euro.

Prende ora avvio l’importante fase di valutazione delle proposte presentate che riguardano innovazione e ricerca negli ambiti di NODES: Industria 4.0, mobilità sostenibile e aerospazio, Green technologies e industria sostenibile, Industria del turismo e cultura, Montagna digitale e sostenibile, Industria della salute e silver economy, Agroindustria primaria e Agroindustria secondaria.

In questo contesto, un primo obiettivo può dirsi già centrato: la partecipazione è stata molto buona e facilmente i primi fondi del PNRR (più di 16M €) per le imprese saranno effettivamente utilizzati secondo le aspettative. Sono infatti ben 276 le domande pervenute per un valore complessivo di contributo richiesto di 46,9 milioni di euro.

Il Presidente di NODES, Guido Saracco dichiara: “Questi numeri confermano che, nonostante le perplessità e preoccupazioni rispetto al fatto che l’Italia non riesca a cogliere pienamente le opportunità garantite dai fondi PNRR, oggi la migliore risposta è fornita dalle aziende che dimostrano fiducia negli strumenti messi a disposizione dal MUR e in particolare dall’Ecosistema NODES per fare innovazione e ricerca sul territorio in modo virtuoso”.

La gestione ottimale dei bandi a cascata è garantita dalla collaborazione istituzionale tra NODES e Unioncamere Piemonte attraverso il supporto di un team dedicato e della piattaforma webtelemaco.infocamere.it, già utilizzata dal mondo delle imprese.

“Il PNRR, a cui fanno capo i bandi a cascata di Nodes, rappresenta un’occasione straordinaria di crescita per il nostro tessuto economico: la risposta che sta arrivando dalle nostre imprese – anche grazie a un capillare e approfondito sistema di informazione e formazione e a un importante lavoro di squadra delle istituzioni – ci inorgoglisce e ci conferma la grande capacità del territorio di voler e saper cogliere le sfide continue poste nei campi dell’innovazione e della trasformazione ambientale, in un’ottica di sostenibilità e cultura digitale applicate in più campi” commenta Paolo Bertolino, Segretario Generale di Unioncamere Piemonte.

Il Direttore Generale di NODES, Chiara Ferroni, infine rilancia ricordando le prossime scadenze:
i bandi per le imprese del mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) sono in pieno svolgimento e scadranno il prossimo 04/09/2023.
Inoltre, dal 01/09/2023 si aprirà la seconda finestra dei bandi per il Nord Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, province di Como, Pavia, Varese) con scadenza 31/10/2023.
Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sono disponibili sul sito web ecs-nodes.eu

 

SCHEDA SINTESI NODES

NODES, Nord Ovest Digitale E Sostenibile
, è uno tra gli 11 Ecosistemi dell’innovazione individuati dal Ministero dell’Università nell’ambito del PNRR: riunisce le regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e le province più occidentali della Lombardia (Como, Varese e Pavia).

I fondi PNRR a disposizione di NODES, globalmente, ammontano a oltre 110 milioni di euro e serviranno per supportare la crescita sostenibile e inclusiva per la transizione digitale ed ecologica dell’Italia con ricadute sul territorio del Nord Ovest.

Anche le regioni del mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) potranno contare su questi fondi: 15 milioni di euro che saranno dedicati ad attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle imprese.

24 partner che compongono l’Ecosistema, sono espressione dell’innovazione locale, dell’eccellenza produttiva e della ricerca sul territorio. L’Ecosistema coinvolge:

– 7 Università: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia, Università della Valle D’Aosta e Università di Scienze Gastronomiche.

– 6 poli di innovazione

– 6 enti di ricerca

– 1 centro di competenza

– 3 incubatori

– 1 acceleratore

I TEMI

Il progetto ha l’obiettivo ambizioso di creare filiere di ricerca e industriali in sette ambiti legati alla vocazione imprenditoriale del territorio, ciascuno presidiato da uno Spoke specifico:

1. – Industria 4.0, mobilità sostenibile e aerospazio

2. – Green technologies e industria sostenibile

3. – Industria del turismo e cultura

4. – Montagna digitale e sostenibile

5. – Industria della salute e silver economy

6. – Agroindustria primaria

7. – Agroindustria secondaria

Saldi, indagine Ascom: 7 torinesi su 10 spenderanno quanto lo scorso anno

SALDI ESTIVI 2023. UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER GLI IMPRENDITORI, UN’OFFERTA PARTICOLARMENTE RICCA PER I CONSUMATORI

 

A poche ore dall’inizio dei saldi estivi gli imprenditori del fashion torinese non prevedono grandi miglioramenti nelle stime di acquisto rispetto allo scorso anno, ma l’attesa è comunque molto alta per quello che è certamente un appuntamento imperdibile per il commercio del settore.

Dall’indagine Ascom Confcommercio Torino e provincia tra le attività del settore abbigliamento e accessori emerge che per il 70% degli intervistati la spesa media dei clienti sarà analoga allo scorso anno e per il 30% sarà inferiore. La previsione di acquisto rimane stabile rispetto allo scorso anno per il 50% degli intervistati e in flessione l’altra metà. Vanno meglio le previsioni per i negozi che hanno anche l’e-commerce: il 20% prevede infatti un incremento di acquisti rispetto ai saldi 2022, il 60% una tendenza stabile e il 20% un peggioramento.

La presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa sottolinea le difficoltà, ma anche le opportunità dei prossimi giorni. «Riconosciamo – evidenzia – che l’ultimo anno è stato difficile per le attività, soprattutto per il settore fashion, a causa, in primo luogo, dell’inflazione che ha spostato la spesa verso articoli ‘indispensabili’ e ha distratto dall’acquisto innanzitutto di abbigliamento, accessori e cosmesi. Nonostante ciò, siamo consapevoli che l’interesse per i saldi estivi è ancora vivo. Lo dimostra l’apprezzamento mostrato nei giorni dell’ultimo fine settimana, in cui le grandi catene hanno organizzato i cosiddetti pre-saldi e i nostri imprenditori si sono adeguati riservando ai clienti occasioni e offerte interessanti. Quest’anno, inoltre, la stagione dei saldi inizia di giovedì proponendo così una formula di avvio di week end lungo, che ci auguriamo possa renderli ancora più appetibili».

Quest’anno i saldi estivi promettono di essere particolarmente ricchi nell’offerta. «Come si può vedere già nelle vetrine – conferma la presidente Maria Luisa Coppa – la varietà di articoli disponibili a prezzi scontati quest’anno è decisamente ampia, complice il brutto tempo che fino a poco fa ha frenato gli acquisti prettamente estivi, facendo prediligere articoli ancora di mezza stagione. L’appuntamento con i saldi estivi si conferma un appuntamento imperdibile e riteniamo che quest’anno potrà dare davvero tanta soddisfazione a ne vorrà usufruire».

Crescono del 20% le opportunità di lavoro in Piemonte

Aziende del territorio a caccia di ingegneri, software developer, software engineer e professionisti del mondo finance

L’economia della regione migliora e aumentano le richieste di profili specializzati. Hunters Group inaugura, a Torino, la quinta sede in Italia.

Crescono del 20% le opportunità di lavoro a Torino (e più in generale in Piemonte), soprattutto nei settori aerospaziale, dell’Automotive, del Finance e dell’IT. Non mancano, poi, interessanti occasioni nel segmento logistica e trasporti che, da sempre, rappresenta il fiore all’occhiello della regione.

Il Piemonte – dichiara Stefano Castelli, Area Manager della nuova sede di Torino di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – sta crescendo molto a livello occupazionale, sia nei settori che potremmo definire tradizionali (Finance, logistica, Automotive ad esempio), sia in quelli legati al Digital e alle nuove tecnologie. Negli ultimi tempi, abbiamo registrato una crescita del 20% nella richiesta di profili altamente qualificati che, in molti casi, è difficile da colmare. Grazie alla nostra nuova sede di Torino, la quinta in Italia, vogliamo accorciare questa distanza”.

Opportunità di lavoro in Piemonte: quali sono i settori più interessanti? In questo momento, i settori più dinamici ed interessanti dal punto di vista delle opportunità di lavoro sono sicuramente: l’aerospaziale, l’Automotive e il settore metalmeccanico. Anche i comparti IT, Finance e Insurance sono in grande crescita, così come quello della logistica e dei trasporti.

Tutti i professionisti che, a vario titolo, si occupano di automazione e coloro che operano nella metalmeccanica (montatori meccanici, saldatori, manutentori, installatori di impianti) sono notevolmente cercati dalle aziende del territorio, così come gli ingegneri meccanici e gli ingegneri aerospaziali. Non mancano, infine, ottime occasioni di carriera e guadagno anche per i Software Developer e i Software Engineer.

Il mercato del lavoro nella nostra regione – conclude Stefano Castelli – è molto ricco anche dal punto di vista delle retribuzioni. Ad esempio per un Software Developer si parte da RAL di € 30.000 per le figure più junior fino a € 50.000 per i più senior. La RAL media per un SeniorSoftware Engineer è di € 60.000. Per i profili meccanici siamo intorno ai € 40.000 lordi/anno per figure autonome e anche € 50.000 per i profili molto esperti. Per gli Ingegneri, infine, si parte da una RAL di € 30.000 per i junior, fino a retribuzioni molto importanti per profili di responsabilità”.

In Piemonte saldi estivi dal 6 luglio per 8 settimane

In Piemonte i saldi estivi inizieranno giovedì 6 luglio 2023 e dureranno per 8 settimane, anche non continuative. Nello stesso giorno inizieranno anche nelle Regioni confinanti come concordato dalla Conferenza delle Regioni a tutela della concorrenza, e per scongiurare flussi anomali che potrebbero creare problemi di assembramento. Permane il divieto di avviare vendite promozionali nei 30 giorni precedenti.In realtà in molti negozi gli sconti sono già in corso da giorni.

Cirio e Lo Russo: «Progettare, produrre, riciclare: tre parole chiave per il futuro di Mirafiori»

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IL NUOVO GREEN CAMPUS DI STELLANTIS
«La nascita a Mirafiori del terzo GrEEn Campus di Stellantis in Europa, con un investimento economico importante, è una notizia positiva che conferma la volontà dell’azienda di continuare a investire su Torino come luogo di produzione ma anche di innovazione, due elementi che devono continuare a viaggiare l’uno fianco all’altro, come rimarcato pochi giorni fa anche dal ministro Urso» sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
«Mirafiori è la fabbrica simbolo della storia dell’auto italiana e il fatto che saranno proprio i suoi spazi a ospitare le menti e le attività di progettazione dell’auto del futuro è un altro segnale concreto della centralità di Torino e del Piemonte nella filiera circolare dell’automotive – proseguono Cirio e Lo Russo -. Progettare, produrre, riciclare: con il nuovo GrEEn Campus, i modelli legati all’elettrico e il primo hub europeo del riciclo di vetture, queste tre parole chiave possono contribuire a tracciare il futuro di Mirafiori, uno stabilimento che deve continuare ad avere nella produzione la sua forza trainante e su cui la capacità di innovare può rappresentare una risorsa determinante non solo per mantenere ma anche per generare nuovi posti di lavoro».

Stati Generali dell’Export: Commercio estero un terzo del Pil

ZURINO, “METTERE INSIEME ISTITUZIONI, IMPRENDITORI, CORPI INTERMEDI SOTTO UN UNICO CAPPELLO”

È stata presentata, nel corso di un Pre-Summit, su iniziativa de Presidente Lorenzo Zurino, nella storica sede della Camera di commercio, la quinta edizione degli Stati Generali dell’Export: il più importante evento dedicato al Commercio Estero e alle opportunità di sviluppo delle imprese italiane fuori dall’Italia, che si svolgerà ad Alba il 29 e 30 di settembre.

Al consesso hanno partecipato importanti personalità del mondo istituzionale e dell’economia: Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte; Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare; Stefano Lo Russo, Sindaco della città di Torino; Dario Gallina, Presidente della Camera di Commercio di Torino; Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali di Torino; Antonio Graziano, Presidente del Forum Italiano dell’Export Piemonte; Matteo Zoppas, Presidente ICE; Riccardo Maria Monti, Presidente di Triboo S.p.a; Leonardo Massa, Managing Director di MSC Crociere; Lorenzo Cesa, Presidente Delegazione NATO della Camera dei Deputati; Ilaria Cavo, Vicepresidente della commissione attività produttive della Camera dei Deputati; Claudio Andrea Gemme, Presidente di Fincantieri Infrastrutture; Stefano Kuhn, Chief Retail & Commercial Banking Officer BPER Banca.

Sono intervenute inoltre due autorevoli figure che hanno contribuito, con il loro prestigio e competenza, al dibattito sul Commercio Estero: Antonio Di Stasio, Generale di Brigata Legione Carabinieri Piemonte/Val d’Aosta, Benedetto Lipari, Comandante Regionale Piemonte-Valle d’Aosta della Guardia di Finanza e Gian Carlo Caselli, Presidente Comitato scientifico Fondazione Osservatorio agromafie.

Antonio Noto, Direttore dell’Istituto demoscopico Noto Sondaggi, invece, ha presentato lo studio “La Tutela dei prodotti Made in Italy: l’opinione degli italiani”.

“Sarà Alba ad ospitare i prossimi 29 e 30 settembre la quinta edizione degli Stati Generali dell’EXPORT, evento dedicato al commercio estero e allo sviluppo delle imprese italiane all’estero. Oggi i numeri ci dicono che il commercio estero vale un terzo del PIL, supera i 600 miliardi e su questa materia da cinque anni cerchiamo di mettere insieme imprese, imprenditori, istituzioni, corpi intermedi sotto un unico cappello che è l’importanza del Made in Italy. Quest’anno siamo alla quinta edizione e siamo arrivati a Torino, una città che ho trovato fertilissima su questo tema, una città che ha voglia di esprimere i propri talenti, le proprie capacità, la propria determinazione a fare imprese che a noi è cara, la capacità di conoscere geografie commerciali nuove. Anche ad Alba, dove quest’anno si svolgeranno gli Stati Generali, saremo ospitati all’Auditorium Ferrero, che è un po’ la casa del Made in Italy. Oggi non si può andare all’estero senza una conoscenza di tante verticali fondamentali, l’EXPORT si fa con logistica, con capacità di conoscere la dogana e la geopolitica. Non si può andare a vendere all’estero se non si sa il paese dove si va a vendere, quali sono gli usi i costumi e le caratteristiche” – Così Lorenzo Zurino, Presidente del Forum Italiano dell’Export. 

“In Piemonte siamo di fronte all’ottavo trimestre consecutivo di crescita sull’export che testimonia la forza della nostra Regione e l’attrattività dei nostri prodotti su tutti i mercati esteri. Questi dati ovviamente sono legati alla capacità produttiva e all’ingegno dell’imprenditoria piemontese ma anche alla logistica. Il fatto che entro 10 anni tutte le merci d’Europa da Lisbona a Kiev e da Genova a Rotterdam viaggeranno attraverso 2 grandi corridoi e questi corridoi si incrociano in Piemonte testimonia come per esportare non bisogna solo sapere fare dei buoni prodotti di eccellenza ma sapere anche costruire le infrastrutture necessarie. E le infrastrutture non sono solo quelle fisiche, come Tav e Terzo Valico, che però sono fondamentali ci sono infrastrutture burocratiche e gli Stati Generali dell’EXPORT aiutano anche a capire in che modo si può migliorare e semplificare la burocrazia per facilitare l’esportazione. Inoltre, aiutano a incontrarsi, a fare una fotografia dello stato di salute dell’EXPORT italiano e a porre i correttivi necessari. Il fatto che il Forum abbia scelto Torino e il Piemonte è un’ulteriore testimonianza di come l’aria sia positiva per l’economia del Piemonte che viene data in crescita al 2% contro un 1,7% nazionale nel primo trimestre 2023 dopo 11 anni un cui crescevamo meno della media nazionale”.                                            

E’ quanto ha dichiarato il Presidente del Piemonte, Alberto Cirio. 

Nel corso della conferenza stampa, tramite un videomessaggio, il Ministro per la Protezione Civile e per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha affermato: “Noi abbiamo la necessita’ di accettare una sfida, quella che deve consentire alle imprese di conquistare nuovi spazi di mercato all’estero e una nuova leadership, nella consapevolezza che la competizione cresce e si fa sempre più esigente. Il governo ha voluto istituire persino una delega con il made in Italy proprio perché siamo convinti che il nostro paese debba e possa trovare ulteriori spazi con le sue imprese con una tradizione plurisecolare. Pur nella consapevolezza che servono ulteriori investimenti perché le imprese hanno bisogno di adeguarsi al contesto, di essere sostenute. L’internazionalizzazione non deve essere solo un obiettivo ma una pratica diffusa. La politica è e deve essere ottimista. I dati degli ultimi due, tre anni ci danno ragione. L’Italia può diventare leader nei mercati internazionali. Il commercio con l’estero è un impegno che l’Italia segue ormai da 75 anni e io vedo che ci sono tutti i numeri per potersi accreditare con capacità, qualità, umiltà del dialogo e del confronto e il sostegno del pubblico che non deve mai venire meno. Credo che questa edizione sarà quella del successo anche perché matura in Piemonte che ha una solida tradizione industriale e imprenditoriale”.

“Siamo lieti di ospitare in Piemonte la seconda tappa annuale degli Stati Generali dell’Export. L’appuntamento assume una valenza importante per il nostro territorio che sta dimostrando segnali di ripresa costanti: l’export piemontese registra, infatti, per il secondo anno una crescita a doppia cifra (+16,8%), confermando Torino come seconda provincia italiana dopo Milano. Iniziative come questa consolidano la nostra aspirazione di contribuire ad una stabile connessione tra imprese, istituzioni e organizzazioni internazionali come l’Italian Export Forum” – Così Dario Gallina, Presidente Camera commercio Torino. 

Stefano Vittorio Kuhn, Chief Retail & Commercial Banking Officer di BPER Banca, ha aggiunto: “Anche per quest’anno siamo sponsor dell’Italian Export Forum, che permette dialogo, condivisione e networking con le PMI del nostro territorio. Il nostro Istituto ha da sempre messo in campo il massimo impegno per favorire l’export e l’internazionalizzazione. Grazie al Global Transaction Banking mettiamo a disposizione esperienze e professionalità per dare impulso  al commercio estero ed aiutare i nostri clienti nel poter cogliere le opportunità del mercato internazionale. Grazie alla rete di Specialisti Estero, siamo in grado di fornire un servizio completo e di alta qualità”.

“La cucina italiana protagonista degli Stati generali. Valori, tradizione, famiglia, cultura tra sostenibilità e biodiversità. I risultati del nostro export – che nel 2022 ha visto una forte crescita, +12,7%, sul 2021, raggiungendo i 624 miliardi di euro – è in gran parte mitigato dall’effetto inflattivo. A fronte dell’aumento delle materie e prime e lo spropositato aumento dei costi logistici l’aumento dei prezzi non ha intaccato i volumi perché protetto dal cappello del Made in Italy. Significa che il consumatore ha preferito ai prodotti locali i prodotti italiani anche se più costosi.  Così come espresso dall’ultimo decreto del Mimit ICE insieme all’intero sistema Paese, continuerà a fare la sua parte nella lotta all’italian sounding e a promuovere attraverso progetti come Track.it la tracciabilità dei prodotti italiani e della filiera. I segnali di crescita registrati nel 2022 stanno continuando anche quest’anno: nei primi quattro mesi del 2023 abbiamo registrato un +8,9% del nostro export. Oggi, l’inversione di tendenza dei costi di trasporto e dei costi delle materie prime, fanno ben sperare per il raggiungimento di quei 667 miliardi indicati da SACE e sarebbe un bell’auspicio se si potesse andare oltre. ICE Agenzia con i suoi 79 uffici in 67 paesi esteri continuerà ad essere al fianco delle imprese, grandi, ma soprattutto quelle medio o piccole in tutte le fasi del loro percorso di internazionalizzazione, che hanno bisogno di aiuto nel capire quali possano essere i loro potenziali clienti all’estero” – Così il Presidente di Ice Matteo Zoppas. 

Il Forum Italiano dell’Export è una piattaforma di confronto sul Made in Italy tra importanti attori imprenditoriali e istituzionali, italiani e stranieri.

IEF è stato creato da Lorenzo Zurino, imprenditore dell’Export da oltre 4 generazioni, fondatore e CEO di The One Company. L’azienda è leader nel commercio di prodotti italiani nel mondo, con un focus sul Food & Wine esportato principalmente negli Stati Uniti (11 Stati). Dopo l’acquisizione della Storica PIEFFE & Partners, il volume di export è aumentato a 2000 container all’anno, con aggiunta di Australia, Israele ed Europa (Svizzera, Germania e Austria).

Le tappe degli Stati Generali sono state le seguenti: 2019 Sorrento, 2020 Bari, 2021 Marsala, 2022 Ravenna, mentre quelle dei talk sono state 2019 Milano, 2020 New York, 2022 Dubai e San Marino.

In Piemonte continua il rapporto virtuoso tra apprendistato e imprese:  secondo posto in Italia

 Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Rilanciare lo strumento e renderlo più appetibile per imprese e dipendenti”. Nel frattempo tante imprese faticano a trovare figure professionali formate e preparate.

               

Lo scorso anno, infatti, 29.236 giovani piemontesi sono entrati nel mondo del lavoro con questo particolare contratto su un totale di 198.714 nuove assunzioni a tempo indeterminato. Tale dato pone la nostra regione al secondo posto nazionale. In testa l’Umbria dove si contano 17,6 nuovi rapporti di apprendistato ogni cento nuovi rapporti attivati per under 30; segue il Piemonte con 14,7 contro la media nazionale del 10,7%.

 

Secondo l’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, sui dati INPS, nel 2022 in Piemonte si sono contate 14,7 nuove assunzioni con l’apprendistato ogni 100 nuovi rapporti attivati.

livello provinciale, la migliore delle province piemontesi è Torino con 16.382 assunzioni con apprendistato (15,2 assunzioni ogni 100); segue Cuneo con 5.440 (18,1), Alessandria con 2.074 (13,1), Novara con 1.667 (9,2), Asti con 1.383 (20,9), Biella con 877 (15,1), Verbano con 734 (9,9), Vercelli 669 (10,2).

Per ciò che riguarda la formazione del personaleil 24,6% delle aziende piemontesi (8a posizione in Italia) ha provveduto a istruire e aggiornare i propri dipendenti facendoli partecipare a specifici percorsi formativi, contro una media italiana del 22,4%. Per ciò che concerne i tirocini, il 17% delle realtà piemontesi ha ospitato una o più persone (media nazionale 12,5%); sul totale l’11,6% dei tirocinanti è dato dall’alternanza scuola-lavoro. 

 

“In Piemonte bisogna continuare a puntare sull’apprendistato per preparare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro – sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – è necessario rilanciare questa “palestra” nella quale i giovani studiano e lavorano, anche per soddisfare le esigenze di un mondo che richiede competenze tecniche evolute imposte anche dalla rivoluzione digitale”.

 

 In ogni caso, in Piemonte, nonostante la cronica mancanza di lavoro, tante attività faticano a trovare figure professionali formate e preparate ovvero cresce sempre di più la necessità di figure professionali qualificate da inserire nelle imprese: se nel 2022 la quota mancante di manodopera specializzata era del 41,9%, nel 2023 la carenza si attesterà al 48,3%, con una crescita del 6,4%. Tra le imprese artigiane la difficoltà di reperimento di manodopera in Piemonte e Val D’Aosta è del 47,7%.

 

Insomma, il lavoro ci sarebbe ma i posti rimangono liberi a causa del ridotto numero di candidati, per l’inadeguatezza professionale degli aspiranti e per altre “generiche motivazioni”.

Manca di tutto: da chi opera nell’ambito digitale e ICT, come i progettisti di software, gli amministratori di sistema, gli analisti e i tecnici programmatori, passando per gli autisti di camion, gli operai edili specializzati in risparmio e riqualificazione energetica, gli elettricisti, i meccanici, i meccatronici e i riparatori di autoveicoli, gli idraulici, i saldatori, gli assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche senza dimenticare gli estetisti, gli acconciatori e i cuochi.

Inoltre, nel 2022 le imprese piemontesi hanno impiegato in media 3,3 mesi con i tempi allungatisi fino a 4,7 mesi per gli operai altamente specializzati anche se per migliaia di altre figure altamente professionalizzate occorre oltre 1 anno di ricerca.

Nella nostra regione ormai siamo al paradosso: il lavoro ci sarebbe, la possibilità di assumere anche ma mancano le figure professionali adatte – continua Felici – la realtà è che gli imprenditori hanno necessità, per la loro azienda, esclusivamente di personale adeguatamente formato e pronto a operare in tutti i settori.  Per questo il Piemonte che produce non potrà mai esprimere tutto il suo potenziale se non si allineeranno i percorsi formativi alle esigenze delle aziende e se non si favorirà l’inserimento dei giovani nelle imprese artigiane. C’è una sottovalutazione del lavoro manuale rispetto a quello intellettuale. Si deve riconoscere il prestigio liceale anche agli istituti tecnici, come in Francia. È una questione di mentalità”.

“Per mantenere allineata la qualità dell’offerta e della domanda di lavoro – conclude Felici – una soluzione è quella di rendere lo strumento dell’apprendistato più appetibile dal punto di vista del costo del lavoro a carico dell’impresa, soprattutto al termine del percorso di apprendistato laddove ci sia l’assorbimento in azienda del giovane. Un’altra è il consentire la valorizzazione del ruolo del maestro artigiano, l’unico in grado di trasferire al giovane le conoscenze e competenze utili per una corretta qualificazione professionale. Ma, il lavoro nelle imprese lo si crea, e lo si conserva, anche grazie a incentivi e contributi che devono essere erogati con una minima burocrazia e tempi certi”.