CULTURA- Pagina 93

Una seconda Venaria: parte il rilancio di Stupinigi e del suo borgo

Il presidente della Regione Piemonte Cirio e gli assessori Poggio e Tronzano: «Sarà una seconda Venaria.

Creeremo un sistema in grado di superare i Castelli della Loira»

 

Prende il via concretamente il progetto di rilancio della Palazzina di Caccia di Stupinigi, presentato nei mesi scorsi da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione Ordine Mauriziano: ieri durante un incontro presso la Presidenza della Regione Piemonte è stata definita la costituzione dell’Unità di missione “Stupinigi 2030” che avrà il compito di attuare una delle più grandi sfide internazionali di riqualificazione architettonica e culturale, dopo quella che ha coinvolto in passato la Reggia di Venaria.

L’investimento previsto è di 25 milioni di euro, 20 nell’ambito del Pnrr e 5 nell’ambito della programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale: sarà proposto al Ministero della Cultura con l’obiettivo di non frammentare le energie di queste risorse, concentrandole in un grande intervento dalle ricadute storiche per l’intero territorio piemontese e italiano.

«Stupinigi 2030 mira alla creazione di una seconda Venaria capace di attrarre milioni di visitatori e di un sistema in grado non solo di competere, ma anche di superare per qualità e attrattività i Castelli della Loira – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con l’assessore alla Cultura e Turismo Vittoria Poggio e l’assessore al Patrimonio Andrea Tronzano -. Mentre per la Reggia di Venaria la vocazione è principalmente culturale e artistica, per la Palazzina di Caccia di Stupinigi immaginiamo una mission storica e architettonica, ma allo stesso tempo rurale ed esperienziale. Per questo il progetto di recupero non coinvolgerà solo la Residenza reale, ma anche le sue cascine e le antiche botteghe. Daremo nuovamente vita ad un borgo, dove il visitatore potrà immergersi in una esperienza unica».

Per non generare nuove strutture, l’ipotesi è di insediare l’Unità di missione “Stupinigi 2030” all’interno del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, punto di riferimento nel panorama nazionale per il recupero di opere e beni artistici. Nata nel 2005 nell’ambito dei grandi interventi di riqualificazione della Reggia di Venaria, la Fondazione vede già tra i suoi fondatori il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune di Torino, Comune di Venaria Reale, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Compagnia di San Paolo e Università degli Studi di Torino.

Lattes-Grinzane, ecco i bandi di concorso

“Premio Lattes Grinzane” e “Premio Mario Lattes per la Traduzione”. Pubblicati i bandi per la XII edizione del primo e per la II edizione del secondo

Monforte d’Alba (Cuneo)

Organizzato come sempre dalla “Fondazione Bottari Lattes”,  presieduta da Caterina Bottari Lattes e con sede a Monforte d’Alba, prende il via il “Premio Lattes Grinzane 2022”, dedicato a Mario Lattes – storicamente sostenuto da Regione Piemonte, “Fondazione CRC”, “Fondazione CRT” e “Banca d’Alba” – e rivolto ad opere di narrativa italiana e internazionale pubblicate in Italia fra il gennaio del 2021 e il gennaio del 2022, “riconfermando la sua vocazione di progetto culturale e didattico di promozione alla lettura e di diffusione della letteratura contemporanea, in particolare tra i giovani”. Il bando di questa XII edizione scade il 31 gennaio del prossimo anno ed è scaricabile sul sito www.fondazionebottarilattes.it, con tutte le informazioni e le modalità di adesione.  Le tappe: entro aprile 2022, la “Giuria Tecnica”, presieduta da Gian Luigi Beccaria (linguista, critico letterario e saggista), selezionerà i cinque romanzi finalisti, che verranno, per l’esattezza, annunciati mercoledì 13 aprile a mezzo stampa, sul sito e sui canali social della “Fondazione”. Dopodichè, la scelta del vincitore sarà affidata al giudizio di 400 studenti delle “Giurie Scolastiche”, create in 25 scuole superiori (una all’estero e 24 in Italia) che sabato 15 ottobre 2022 al “Teatro Sociale Busca” di Alba esprimeranno in diretta il loro voto per proclamare il vincitore nel corso della cerimonia di premiazione in cui saranno presenti gli stessi finalisti. Scrittrici e scrittori in gara terranno anche un incontro con gli studenti delle scuole del territorio cuneese. Accanto al “Premio Lattes Grinzane”, anche quest’anno la “Fondazione Bottari Lattes” ha istituito il “Premio Speciale Lattes Grinzane”, assegnato dalla “Giuria Tecnica” a un’autrice o ad un autore internazionale che, nel corso del tempo, si sia dimostrato meritevole di un condiviso apprezzamento da parte della critica e del pubblico. Il vincitore, sempre sabato 15 ottobre e sempre al “Teatro Sociale Busca” di Alba, terrà una lectio magistralis, aperta al pubblico, su un tema letterario a propria scelta e sarà insignito del riconoscimento. I due appuntamenti saranno trasmessi in diretta streaming sul sito e sui canali social della “Fondazione”, “permettendo così – sottolinea Caterina Bottari Lattesdi raggiungere pubblici diversi e lontani e mettendo a disposizione di tutti importanti contenuti della grande narrativa contemporanea”.

E, dopo l’esordio dell’anno scorso che ha visto al centro la lingua araba, riparte anche, con la seconda edizione dedicata ai romanzi tradotti dalla lingua cinese, il “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione”, iniziativa della “Fondazione Bottari Lattes” in collaborazione con l’“Associazione Castello di Perno”. Il bando, in scadenza il 19 gennaio 2022 é scaricabile sul sito www.fondazionebottarilattes.it ed è aperto alle opere di narrativa contemporanea tradotte ed edite in Italia nel 2020 e 2021. La “Fondazione” di Monforte d’Alba “torna dunque a riconfermarsi attenta al fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e dell’impareggiabile contributo dato dalla traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo. Il tutto nella piena consapevolezza che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni del mondo da una cultura all’altra e che richiede una compenetrazione totale del traduttore in quella cultura”. La “Giuria stabile” del Premio individuerà cinque opere finaliste selezionate tenendo conto della capacità del traduttore di rendere in italiano la qualità letteraria del testo. La cinquina dei traduttori finalisti sarà resa nota, a mezzo stampa, entro la fine del mese di maggio. Il nome del traduttore vincitore sarà annunciato nel corso della premiazione che si svolgerà sabato 25 giugno 2022 al “Castello di Perno” (Cn).

Info: tel. 011/19771755 o 0173/7892412; book@fondazionebottarilattes.it, eventi@ fondazionebottarilattes.it WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes

g.m.

Nelle foto:

–         “Fondazione Bottari Lattes”

–         Caterina Bottari Lattes

Quei piccoli grandi doni di Santa Lucia

“La trappola dei ricordi”

Butto un occhio al calendario. Mi capita, a volte, mentre faccio colazione di mattina in cucinino. Più che la data che spesso dimentico (uno dei tanti regali dell’età), ciò che m’interessa è sapere qual è la Santa  o il Santo del giorno, per non bucare qualche “buon onomastico” alle amiche o agli amici o ai parenti più cari. Oggi è martedì 14 dicembre: San Venanzio. San Venanzio Fortunato. No, non conosco nessuno che porti il nome del Santo trevigiano eletto – leggo – nel 599 d. C. Vescovo di Poitiers, lì scomparso nel 607. Pericolo scampato. Non fosse che l’occhio mi fa un balzo sopra il 14. Ieri era lunedì 13 dicembre: Santa Lucia. No, anche di Lucie non mi ricorda presenze significative la mia segreta mnemonica “agenda amicale”. Eppure. Eppure. Cribbiolina! Ecco acchiapparmi, ancora una volta e senza pietà, la tenera ma anche un po’ fastidiosa “trappola dei ricordi”. Mi immobilizzo. Come potevo scordarmene? Santa Lucia, proprio Lei, la mia amata e tanto attesa dispensatrice di giochi pre-natalizi in tempi di una dolce infanzia dall’eco lontana. Un ricordo lo merita, eccome! Capitava una camionata d’anni fa. Si era a Pontenure, gran bel paesotto a un tiro di schioppo da Piacenza, dove ho abitato con mamma Giulia fino all’età di sette anni, in attesa di raggiungere papà Renzo, emigrato (come tanti, in quegli anni) a Torino, assunto come operaio alle Carrozzerie di Mirafiori, alla Fiàt. Sì, proprio con quell’à “accentata” che era dizione frequente per i molti emigrati dal Sud, che per la stessa ragione del babbo si erano trasferiti, valigie valigione e famiglie scaglionate al seguito, sotto la Mole.

Ebbene, proprio oggi 14 dicembre, se potessi per magia invertire (ma di tanto) la ruota del tempo, mi ritroverei bambino, felicissimo, nella cucina della piccola casa di Pontenure, in fondo al lungo cortile dove abitavano anche zia Ida, zio Natale e i cugini, l’Emma e l’Enrico, a giocare con i tanto attesi doni (doni? Andiamoci piano: un dono, un gioco, povero ma per me magnifico, una fetta di panettone, un mandarino o un’arancia) portati nella notte, fra il 12 e il 13 dicembre, dalla buona Santa Lucia. Il Piacentino è, infatti, una delle non poche province italiane in cui ancora oggi – credo – si pratica il culto di Santa Lucia, risalente pare al XIV secolo, quando i nobili veneziani, nel giorno dedicato alla Santa (siracusana e martire cristiana sotto la persecuzione dell’imperatore Diocleziano) erano soliti fare doni ai bambini. I doni che precedevano quelli un po’ più importanti (ma appena un po’) della notte di Natale. Noi bambini scrivevamo una letterina alla Santa – protettrice della “vista” per il nome che richiama la “lux” o luce latina – elencando con molta parsimonia i regali che avremmo voluto ricevere, mentre le mamme erano solite lasciare del cibo (arance, biscotti, caffè, mezzo bicchiere di vino rosso) per rifocillare e ingraziarsi la Santa, che viaggiava dalla sua Sicilia fino al Trentino a cavallo di un asinello, anche lui ripagato con un po’ di fieno o farina gialla. Alla mattina del 13 dicembre, noi bambini si trovava un piatto con gli avanzi lasciati dalla Santa (furtivamente smangiucchiati dalla mamma), ma arricchito di caramelle, monete di cioccolato e qualche mini-dono, lasciato lì in anticipo rispetto a quelli che ci avrebbe portato il più generoso Babbo Natale.

Ricordo confusamente un trenino (forse neanche elettrico), una macchinina di legno, qualche soldatino in terracotta, cow-boys o “giubbe” blu da mettere in guerra con i “grigi” della secessione americana. Mai i terribili (ingiusto sgarbo della Storia) Indiani Sioux. Pochi, piccoli ma grandi doni. Ci giocavo per giorni interi. Altroché playstation o tablet o altre (per allora) inimmaginabili futuristiche diavolerie! Per tutto il giorno di Santa Lucia – per detto popolare ancora oggi “il giorno più corto che ci sia” – non li mollavo un attimo. Me li portavo perfino sotto le coperte. Forse per paura che Santa Lucia venisse a riprenderseli. Ricordo di aver trascinato, un 13 dicembre di non so quale anno, una macchinina di legno legata ad una corda fino alla piazza del paese. Ciau Giani – mi apostrofò in stretto piacentino la signora dell’edicola mentre distribuiva copie della gloriosa “Libertà” – ist’an l’è sté bréve eh cun te Santa Lusia! E io con un sorriso ridicolmente tronfio: Cun me Santa Lusia l’è seimper bréva. Era quasi sera. Per mano alla mamma feci tutto il giro della piazza trascinandomi dietro orgoglioso la mia macchinina di legno. Fino al giorno di Natale, non l’avrei abbandonata un solo secondo. Faceva un gran freddo. E tirava un forte vento. Gelido come l’amara-dolce “trappola dei ricordi”. E come il caffè che questa mattina ho qui davanti, abbandonato a mezz’aria. Ormai imbevibile.

Gianni Milani 

Apre a Torino Officine S la “piazza lineare” più lunga d’Europa

Dedicata all’intrattenimento, allo sport e al food con tante novità in esclusiva

Nello storico stabilimento SNOS, un nuovo concept di rigenerazione urbana con spazi indoor e outdoor tutti da vivere, per grandi e piccoli Una vera e propria rinascita, tutta da vivere. L’attesa è finalmente finita: il 16 dicembre riprendono vita le storiche Officine Savigliano di corso Mortara 24 a Torino. Negli spazi industriali dell’ex stabilimento SNOS aprono le nuove Officine S.

S come svago, sapori e sorprese. Tantissime novità in arrivo per tutti, dai più piccoli ai più grandi.
Per quattro giorni, dalle 18 di giovedì 16 dicembre fino a domenica 19, una grande festa rivolta a
tutti in cui Officine S si presenta alla città. Tanti eventi, spettacoli e appuntamenti assolutamente da
non perdere per scoprire il nuovo grande polo attrattivo di Torino.

Officine S è un nuovo format originale di rigenerazione urbana, che coniuga nuove esperienze di
intrattenimento, tra food, sport, eventi, appuntamenti culturali, spettacoli unici e attività del tutto
innovative. Una grande “agorà” dedicata al divertimento di tutta la famiglia, allo sport, al buon
cibo, alla cultura e al relax: 12.600 metri quadri di spazi, 26 nuove attrazioni che aprono subito o a
inizio 2022.

Ma non chiamatelo centro commerciale, perché Officine S è qualcosa di mai visto prima: una
“piazza lineare” lunga 300 metri, tra le più lunghe gallerie d’Europa, che si sviluppa sia all’interno
che all’esterno della struttura originale delle storiche Officine Savigliano, conservate in tutti i loro
tratti industriali. All’esterno, una promenade di 160 metri con dehors e spazi tutti da vivere.
Accanto alle più classiche attività commerciali, arrivano grandi novità esclusive per Torino e il
Nord Italia.

Zero Gravity: la palestra di tappeti elastici più grande d’Italia
Zero-Gravity è un successo straordinario: è la palestra di tappeti elastici più grande d’Italia, con
scivoli, gonfiabili e tantissime attrazioni per i più piccoli, e spazi dedicati alle discipline
acrobatiche, al freestyle e al parkour. Un luogo fantastico anche per organizzare feste. Da fine
dicembre.

Miniso: il primo gadget store nel Nord Italia di ispirazione giapponese
Miniso è il brand lifestyle di tendenza di ispirazione giapponese: offre oggettistica, prodotti per la
casa, cosmetici e alimenti di alta qualità a prezzi accessibili. Piccoli e grandi gadget, smart e low
cost, tutti brandizzati e con una particolare attenzione al green.

Ma Bookstore: la prima libreria contemporanea – made in Italy – esperienziale & green
Una prima assoluta in Italia: a Torino sbarca Ma Bookstore, la prima libreria esperienziale
futuristica e green, con oltre 30mila titoli, un’area co-working open free, un caffè letterario, uno
spazio kids e un forum per tanti eventi culturali da non perdere.
Doppio Malto: la birra artigianale italiana che ha conquistato l’Europa
La prima birreria Doppio Malto a Torino: uno spazio di 600 mq aperto ogni giorno a pranzo e cena
con aree relax e giochi per adulti e bambini. Propone un ricco menù e ben 14 birre artigianali di
produzione propria. Fino al 6 gennaio menù bambini gratuito per tutti i piccoli accompagnati da un
adulto, e prima birra offerta a tutti i clienti (sia a pranzo che a cena).

Gli eventi alle nuove Officine S dal 16 al 19 dicembre
Non perdete gli eventi che dal 16 al 19 dicembre animeranno Officine S.

Ecco il calendario:
giovedì 16 dicembre
Dalle 18 alle 20 Music Show con la comicità di Max Angioni e le voci di Giulia Penna, Comete,
Luca Re e L’IDL delle folle. Conduce Marco Maccarini

venerdì 17 dicembre
Dalle 18 alle 20 Cucinare diverte!: showcooking “irriverente” con gli chef Stefano Callegaro e
Stefano Gorno. A seguire, esibizione di Rossana De Pace e Open Stage musicali di band emergenti.

sabato 18 dicembre
Dalle 16 alle 18 Urban Adrenaline: esibizioni sport experience con CUS Torino e la crew freestyle
Da Move + Open Stage band emergenti.

domenica 19 dicembre
Dalle 15 alle 19 Christmas Time per i più piccoli: Babbo Natale incontra i bambini e distribuisce
dolciumi nel villaggio natalizio.

La settimana al Circolo dei Lettori

GLI INCONTRI AL CIRCOLO 

Ingresso libero fino a esaurimento posti (salvo dove espressamente indicato). Con la Carta Plus è possibile prenotare il posto in sala: acquistabile sullo shop online o in Accoglienza.

 

lunedì 13 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

Crepacuore (Rizzoli)

Selvaggia Lucarelli

Storia di una dipendenza affettiva

con Sara Ricotta Voza

“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.” Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”. Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.

 

lunedì 13 dicembre ore 21.00 | Circolo dei lettori, sala grande

Brillo. La guerra degli ovetti (Oblomov)

Igort

L’edizione integrale di un fumetto dal sapore antico

con Bruno Ventavoli

Brillo nasce sulle pagine di “Linus” a metà degli anni Novanta, durante l’esperienza giapponese di Igort. Serie tra le migliori mai scritte da Igort e molto amata dai lettori, rende omaggio al fumetto dei tempi antichi, quello di Herriman, Segar, della tradizione dei funny animals, gli animali parlanti dell’epoca d’oro del cartooning americano. Piccoli uomini, disegnati con le sembianze di pupazzi – un richiamo a Maus di Spiegelmann – vivono, soffrono e si confrontano con l’irrompere nel loro mondo fiabesco della realtà drammatica della guerra. Storie poetiche, dolenti, ironiche al contempo, che rivelano echi di Buzzati e George Grosz. Il paese di Fafifurnia – omaggio al Buzzati de La famosa invasione degli orsi in Sicilia – è scosso da una guerra che dura da sette lunghi anni. Noto con l’irriverente appellativo di “guerra degli ovetti”, il conflitto è il risultato di un effetto domino che origina dal banale errore di un impiegato innamorato: uno scambio di forniture di ovetti di cioccolato con sorpresa, nell’ordine provoca: la rabbia nazionalista di due popoli, una grave crisi diplomatica tra Stati, il fallimento di un’antica fabbrica di cioccolato con il conseguente licenziamento di 400.000 dipendenti e, infine, la guerra. Inserito da Oreste del Buono, mitico direttore di “Linus”, tra i “fumetti del millennio”, Brillo arriva in libreria in un’edizione integrale che include tutte le storie della serie pubblicate su “Linus” e le immagini inedite che restituiscono il percorso di una serie amatissima, oltre una postfazione di Igort sulle genesi della serie.

 

martedì 14 dicembre ore 18 | Teatro Colosseo, via Madama Cristina 71

Una vita nuova (Mondadori)

Fabio Volo

«Ero bambino e vivevo in un mondo più lento, e senza paure»

con Alberto Infelise
a cura di Fondazione Circolo dei lettori e Mondadori

in collaborazione con Teatro Colosseo Torino elaFeltrinelli Torino

Due amici su un’auto rossa attraversano l’Italia: musica da cantare, il vento tra i capelli, la mano fuori dal finestrino a giocare con l’aria. Hanno una quarantina d’anni e una vita incagliata. Andrea aspetta un verdetto da cui dipende la sua vita sentimentale. Paolo è in crisi: di coppia, di identità, di mezza età. O forse è solamente bisogno di leggerezza. L’auto su cui viaggiano è una vecchia Fiat 850 spider. Il padre di Paolo l’aveva dovuta vendere per far spazio alla famiglia, e ancora la rimpiange. Così Paolo ha deciso di recuperarla e fargli una sorpresa. Mentre risalgono dalla Puglia a Milano, Paolo e Andrea parlano tra loro con la spietatezza che ci si può concedere solo fra amici: l’amore, il lavoro, i genitori… E quelli che sembravano problemi insolubili si sgonfiano alla luce di una leggera ironia. Sarà un viaggio pieno di divertentissimi imprevisti e di scoperte, delle bellezze che a volte non si vedono mentre siamo concentrati a fare quello che gli altri si aspettano da noi. Un viaggio che condurrà Paolo dal dovere al volere, dal pensare al sentire, dal pudore alla tenerezza. Ingresso gratuito con posto assegnato | prenotazione obbligatoria su https://bit.ly/EventbriteVolo | Prenotazione Carte Plus 011 8904401 | info@circololettori.it

 

martedì 14 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala gioco

La prima figlia (e/o)

Anna Pavignano

Quel conflitto tra desiderio e paura di far venire al mondo un essere umano

con Enrica Baricco e Antonella Parigi

Una storia sul conflitto tra cuore e ragione, sul legame viscerale tra madre e figlio che si instaura prima della nascita, sul perché sentiamo il desiderio di procreare e sul timore di farlo per la responsabilità che comporta il decidere di far venire al mondo un essere umano. Un modo trasversale per accostarsi al mondo della diversa abilità, a ciò che significa essere genitori di una persona down, al “dopo di noi”. Sassi lanciati nello stagno e non risposte, perché quelle si possono trovare solo nella consapevolezza di ognuno e nel proprio modo di vedere la vita. E forse in un “sentire” che poco ha a che fare con la ragione e la saggezza. Poliana è incinta e ricoverata in day hospital per fare l’amniocentesi: ha quarant’anni, il rischio di avere un bambino down è piuttosto alto. Non ha mai pensato al feto che ha in corpo come a un bambino, l’ha sempre considerato un essere provvisorio il cui futuro è legato all’esito dell’esame. È scontato che se dovesse essere down non lo farà nascere. Poliana ha una fervida immaginazione e, così come in passato aveva dato vita con la fantasia a una figlia che non ha mai nemmeno concepito, ma che ha molto desiderato tanto da immaginarne ogni particolare, anche il modo in cui l’avrebbe vestita – la bambina con il vestito a pois – ora si concede di pensare alla creatura che ha in grembo, di parlarle, di essere certa che è femmina, di darle un nome, di farla essere viva e, in qualche modo, di affezionarsi a lei.

 

martedì 14 dicembre ore 21 | Circolo dei lettori, sala grande

La casa senza ricordi (Longanesi)

Donato Carrisi

Un bambino, un ipnotista e una storia da brividi

con Petunia Ollister

Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa. Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala gioco

Ecchecavolo (Einaudi)
Mariolina Venezia

Il mondo secondo Imma Tataranni, la PM più famosa della tv
con Vanessa Scalera

I colleghi che si sentono in dovere di fare i simpatici a tutti i costi, le suocere impiccione, i tuttologi dell’ultimo minuto. Quelli che non si regolano durante il pranzo della domenica e quelli che chiedono «ti è piaciuto?» dopo aver fatto l’amore: nel suo mondo ideale Imma Tataranni non fa sconti a nessuno. Neanche a se stessa. Dopo il successo televisivo, la Dottoressa torna in libreria, ma non con una delle sue indagini: questa volta vuole dettare legge. Cosí, mentre risolve un caso o fa la spesa al supermercato, elabora le sue personali normative. Un libro divertente, struggente, pungente. Proprio come lei. In questa raccolta di leggi immaginarie, decreti e piccoli editti, architettati mentre fa la fila alla posta o risolve un caso, la Piemme piú chiacchierata di tutto il Centro Sud esprime la sua visione del mondo. Non com’è, naturalmente, ma come dovrebbe essere. Almeno secondo lei. Dalle misure per i proprietari di cani agli incentivi per chi è capace di starsene zitto, dal patentino per diventare madre alla lettera di motivazione per i turisti in visita nei Sassi di Matera, la Tataranni ne ha per tutti. Paradossale, insofferente, allergica ai luoghi comuni, ma anche capace di autocritica e autoironia, Imma si colloca di prepotenza fra i grandi pensatori di ogni epoca, da Platone a Cesare Beccaria. Immagina cosí una sua Società Ideale, un po’ dispotica, certo, ma con una profonda aspirazione alla giustizia. Legge dopo legge, intanto, prendono vita i personaggi che l’hanno accompagnata nei libri precedenti, il marito Pietro, la figlia Valentina, il bel Calogiuri, le compagne di scuola e tutta la Procura. Emergono in filigrana pensieri e desideri inconfessabili, idiosincrasie, debolezze, aneddoti inediti e segreti del Sostituto Procuratore che passando dai romanzi alla fiction di Rai 1 ha conquistato tanti cuori. Imma salta fuori dalla pagina grazie a una scrittura briosa, dissacrante, personalissima e letteraria, che attraversando il genere poliziesco e la commedia racconta la nostra società, le sue storture e il coraggio di tante straordinarie donne comuni.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

La voce d’oro di Mussolini (Neri Pozza)

Sandro Gerbi

Storia di Lisa Sergio, la donna che visse tre volte

con Barbara Berruti e Enrica Bricchetto

Chi era l’elegante figurina che la sera del 9 maggio 1936, dai gradini più alti del Vittoriano, trasmetteva in inglese il famoso discorso di Mussolini sulla conquista dell’Impero?

Si chiamava Lisa Sergio (1905-1989) e stava vivendo la sua prima incarnazione: quella della «fervente fascista», nota all’estero come la «voce d’oro» di Roma. Giornalista fiorentina plurilingue, di madre americana e padre napoletano, nel 1937 fu licenziata dal ministero della Propaganda forse perché sospettata di mormorare contro il regime o più probabilmente perché ritenuta troppo loquace circa una sua breve relazione con il genero del duce Galeazzo Ciano. Protetta da Guglielmo Marconi, approdò negli Stati Uniti nel 1937 e ricominciò una brillante carriera radiofonica all’insegna della democrazia americana: ecco la sua seconda vita. Dopo la guerra però, ottenuta la nazionalità statunitense, fu accusata dall’FBI di simpatie per il comunismo, allontanata dalla radio e inserita in alcune «liste nere» da seguaci del maccartismo. Alla fine decise di trasferirsi a Washington, dove si reinventò come conferenziera.

 

mercoledì 15 dicembre ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

La mappa del mondo

Trent’anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica

con Dario Fabbri, Orietta Moscatelli e Lorenzo Pregliasco

a cura di LIMES”

in collaborazione con YouTrend

 

mercoledì 15 dicembre ore 21 | Circolo dei lettori, sala grande

Il martirio di Norma
Cantata per Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà
musica di Luigi Donorà su testo di Luca Dorizzi
nell’ambito di Identità oltre confine

progetto realizzato da Fondazione Circolo dei lettori

in collaborazione con Assessorato all’Emigrazione Regione Piemonte

Cantata da Camera per Soprano, Baritono, Voce Recitante, Quartetto d’Archi e

Pianoforte.

La Cantata è stata scritta in onore e memoria di Norma Cossetto, studentessa istriana caduta per la Libertà. L’assassinio di Norma si consumò nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 assieme a quello di altre venticinque persone. Il suo cadavere venne estratto dalla foiba di Villa Surani il 10 dicembre dello stesso anno. Secondo la ricostruzione di autorevoli storici la ragazza fu ripetutamente violentata e successivamente le furono pugnalati i seni e penetrata nella vagina con un oggetto di legno, rinvenuto sulla salma. Su denuncia di Licia Cossetto, sorella di Norma, i soldati tedeschi catturarono sedici partigiani che avevano partecipato alle sevizie e li costrinsero a vegliare tutta una notte la salma di Norma, per poi fucilarli all’alba del giorno successivo: di questi, tre partigiani impazzirono nel corso della notte. La vita e soprattutto la morte di Norma – o meglio le ragioni delle violenze subite e della sua uccisione – continuano tuttavia a essere oggetto di interpretazione politica, in particolare il suo presunto legame diretto con il fascismo. Ricerche d’archivio avvalorano di contro la tesi che Norma ha sempre dimostrato un totale disinteresse per la politica e la non militanza fascista. Norma, come molte altre centinaia di donne e uomini infoibati, è stata uccisa perché colpevole di abitare un’area geografica oggi divisa tra Italia, Slovenia e Croazia. Non da ultimo, la drammatica vicenda di Norma Cossetto è riconducibile all’altrettanto drammatico fenomeno che oggi conosciamo con il nome di femminicidio. Prenotazione consigliataprenotazioni@circololettori.it

 

giovedì 16 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala musica

Estetica dell’improvvisazione (il Mulino)

Alessandro Bertinetto

Quella miscela di abitudine e creatività alla base dell’agire
con Pietro Cavallotti, Gaetano Chiurazzi, Nicola Perullo eFederico Vercellone

L’improvvisazione è un tema in auge fin dal secolo scorso, come testimoniano i grandi nomi dei filosofi che se ne sono interessati, fra gli altri Derrida ed Eco. Felice miscela di abitudine e creatività, di norma e libertà, l’improvvisazione è costitutiva dell’agire. La consentono e spesso la richiedono in gradi variabili molte pratiche umane anche ben regolamentate, come il gioco degli scacchi, il pilotaggio di aeroplani o la medicina. Ed è anche la sorgente stessa dell’esperienza artistica. L’arte nasce come improvvisazione, eppure quest’ultima ha una sua dimensione estetica specifica: quella di una «grammatica della contingenza» in cui nozioni quali emergenza, presenza, curiosità e autenticità spiegano il piacere dell’avventura improvvisativa e il coinvolgimento empatico che essa può generare. Questo libro propone una teoria estetica generale dell’improvvisazione nell’arte, in tutte le arti, performative e non, in riferimento a molti casi concreti.

 

giovedì 16 dicembre ore 19 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

L’ultimo lupo (Rizzoli)

Corrado Fortuna

Enigmi e passioni nelle montagne della Sicilia

con Petunia Ollister

Tancredi Pisciotta ha quarant’anni, è nato a Palermo ma vive a Milano. Sente forte la mancanza di un figlio, che sembra non arrivare mai. E sente forte la Camurrìa, che invece sembra perseguitarlo. Ha bisogno di staccare e così si rifugia a Piano Battaglia, nelle Madonie. In quel pezzetto di terra sperduto tra le montagne siciliane, mezzo secolo prima, suo nonno Adelmo ha portato una casa mobile, che è diventata l’abitazione di famiglia. In quel luogo Tancredi spera di ritagliarsi qualche giorno di pace. Mai però avrebbe immaginato di essere catapultato tra le maglie di un mistero. Dopo una notte di luna piena infatti è lui a ritrovare il corpo di Amir, un pastore marocchino: è riverso a terra, con un grosso ramo vicino alla testa. Dalla sua bocca escono due parole debolissime: «Il lupo». Ma l’ultimo lupo delle Madonie è stato ammazzato tanto tempo prima. A Piano Battaglia la gente mormora; c’è anche Angela. È bionda, sulla ventina, di una bellezza selvatica, e non parla da quando era bambina. Dentro i suoi occhi si celano segreti più grandi di lei. Toccherà a Tancredi guadagnarsi la fiducia di questa strana ragazza, per riportare a galla verità nascoste in un remoto passato. In un romanzo caldo e amaro come la Sicilia, Corrado Fortuna si misura con le passioni indecifrabili dell’animo umano. Rivelazione dopo rivelazione, esplora i lati più inaspettati di personaggi sorprendenti, costretti a fare i conti con le proprie vite e con un enigma insondabile custodito dai boschi.

 

venerdì 17 ore 18.30 | Circolo dei lettori, sala grande

La cucina di famiglia (Einaudi)

Antonino Cannavacciuolo

40 ricette spiegate come a casa

con Elena Loewenthal

Quella di Antonino Cannavacciuolo è una cucina che nasce dal cuore, fatta di ingredienti scelti con cura ed elaborati con passione, sempre attenta a mantenere un perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione. Ora, per la prima volta, le preparazioni complete, i suggerimenti per rendere eccezionale ogni piatto e i segreti che hanno conquistato migliaia di appassionati sono raccolti da Antonino in un libro che è una sintesi della sua arte: dall’antipasto al dolce.

 

sabato 18 dicembre ore 16 – 17.30 | Circolo dei lettori, sala grande

Il rapimento geometrico

dal movimento incontrollato a una direzione
laboratorio per bambini 6-10 anni con Fabrizio Einaudi

€ 10 (merenda compresa)

prenotazione obbligatoria 011 8904401 | info@circololettori.it

 

sabato 18 dicembre ore 18 | Circolo dei lettori, sala biblioteca

L’omino rosso (Sandro Teti Editore)

Doina Ruşti

Uno spaccato della Romania di oggi tra realtà e virtuale

con Roberto Merlo
a cura di Accademia di Romania in Roma e Libreria Internazionale Luxemburg
partner Dipartimento di Lingue e letterature straniere e culture moderne Università di Torino

Laura Iosa è una quarantenne costretta a competere con una società che delle donne apprezza soprattutto aspetto, giovinezza e impudenza. Trattata con sufficienza dalle case editrici a cui chiede invano di pubblicare un suo dizionario e delusa dall’ambiente che la circonda, Laura decide di scrivere la sua storia su un blog, aperto ai commenti dei visitatori, imprimendo così una svolta radicale alla sua vita: sviluppa una relazione con due strani personaggi, un ragazzo solitario, mago dell’informatica e un sorprendente omino saggio che la condurrà in un paradiso virtuale e allucinante. Doina Ruşti è una delle scrittrici romene contemporanee più celebrate dalla critica e dai lettori per la forza epica e l’originalità della narrazione.

Storico protocollo per il forte di Fenestrelle

Il territorio Pinerolese con l’Associazione San Carlo guardano congiuntamente al futuro e al bene comune attraverso un’importante intesa per la redazione di un piano operativo riguardante il Forte di Fenestrelle ed il Territorio delle Valli e del Pinerolese, finalizzato al restauro, conservazione e valorizzazione storica, ambientale e turistica dell’area del Forte di Fenestrelle in sinergia con progetti di sviluppo territoriale e di una ampia visione turistica e culturale.

E’ questo il riassunto di una giornata storica per il Pinerolese e per il Piemonte tutto che sancisce un Patto di collaborazione per il futuro comune del territorio. Una chiara volontà di collaborazione, di sinergia costruttiva, di desiderio di generare un circuito virtuoso, grazie alla collaborazione di tutti e alla volontà di valorizzare insieme il territorio. Ma anche un Patto che impegna e pone ciascuno di fronte al senso profondo di responsabilità del proprio ruolo nel dare il meglio per potenziare il Forte di Fenestrelle e il Territorio.

E’ questo il riassunto del protocollo d’intesa firmato dai principali attori pubblici e privati del territorio che dimostra la maturità di tutti nel vedere nell’unione degli intenti e negli obiettivi comuni la chiave necessaria per moltiplicare gli sforzi e renderli più efficaci.

Direbbe una metafora sportiva: non ci sono campioni del mondo senza gregari e compagni di squadra. Il campione del mondo è Il Forte di Fenestrelle nel cuore del Territorio delle Valli e del Pinerolese. I gregari sono tutti coloro che a vario titolo possono dare aiuto a realizzare quel sogno comune di emergere per la propria bellezza e gli immensi valori di cui si dispone.

La proposta progettuale, traendo le sue origini dal bene storico costituito dal Forte di Fenestrelle e coerentemente con le politiche di sviluppo sostenibile, propone di avviare e potenziare attività di turismo culturale, artigianato, commercializzazione di prodotti tipici dell’agricoltura ed allevamenti locali, turismo sportivo e di svago con l’obiettivo di generare opportunità di crescita economica e occupazionale diffusa e durevole, in armonia con il paesaggio e l’ambiente, valorizzando le risorse turistico – culturali dell’area, come leva per attivare flussi turistici nazionali ed internazionali in una logica di attrattività territoriale, contribuendo, così a migliorare la situazione socio-economica dell’area tutta rappresentata dal protocollo di intesa.

“Libriamoci” con gli allievi del Calamandrei

 NEL CORTILE DELL’INFERMERIA DEL SANTO SPIRITO DI CRESCENTINO

 

L’Istituto Calamandrei di Crescentino (che appartiene all’Istituto di istruzione superiore Galileo Ferraris di Vercelli, dirigente Cinzia Ferrara) ha preso parte a ‘Libriamoci’, iniziativa promossa dal Ministero della Cultura. Venerdì mattina gruppi di allievi delle classi III, IV, V Sia-Sistemi informativi aziendali, III agraria e III Cat (Costruzioni ambiente territorio), nel giardino dell’Infermeria Santo Spirito hanno letto brani di libri scelti in precedenza e concordati con gli insegnanti (le docenti di lettere Ilaria Rey e Beatrice Ferrari, di inglese Gianna Pastè, di francese Valentina Gualeni, con il supporto e la regia nella diretta Facebook del professor Francesco Brancaccio e del vice preside Alberto Averono) con il denominatore comune di ‘Varcare il confine’, ‘limen’ che può essere fisico o psicologico come migrazione, spostamento, confine mentale di opinioni, idee, preconcetti, sugli altri, su sé stessi, sul mondo.

“Guarda che storia! Racconti per lo schermo” Al “Circolo dei lettori” di Torino

Presentazione dei sette romanzi selezionati per diventare cinema

Venerdì 26 novembre, ore 14,30

Dalla scrittura al cinema. Si intitola “Guarda che storia! Racconti per lo schermo”, il nuovo progetto ideato e organizzato da “Film Commission Torino Piemonte” e “Salone Internazionale del Libro” di Torino per individuare romanzi adatti a essere trasformati in lungometraggi o serie tv, e permettere così alle case editrici di presentare i propri libri a registi, sceneggiatori, produttori e decision makers del settore: un’iniziativa insomma nata per facilitare il dialogo tra il mondo editoriale e quello della produzione cinematografica e audiovisiva. Rivolta a romanzi o graphic novel editi tra il 2019 e il 2021 – la cui call for application si è chiusa lo scorso 25 ottobre – la prima edizione dell’iniziativa ha visto  selezionati sette libri, che saranno presentati venerdì 26 novembre alle ore 14,30, presso il “Circolo dei lettori” di Torino (via Bogino 9, tel. 011/8904401), in una presentazione “pitching session” organizzata nell’ambito di “TFI Torino Film Industry – Production Days”.

Questi i “magnifici sette” selezionati: Ada Zeno“L’incanto del pesce Luna”, Torino, Bollati Boringhieri, 2020; Andrea Monticone“Carne mangia carne”, Torino, Buendia Books, 2020; Riccardo Humbert“Il cappotto di Bea”, Torino, Graffio, 2021; Francesca Manfredi“L’impero della polvere”, Milano, La nave di Teseo, 2019; Marco Zambelli“Fine corsa. Una storia giunta al capolinea”, Alessandria, Puntoacapo, 2021; Marina Visentin“Cuore di rabbia”, Milano, S.E.M., 2021; Giuliana Cutrona“La sposa sola”, Torino, Zedde, 2018/2019.

Dai thriller ai gialli ai racconti di formazione o ai racconti di vite che s’intrecciano con la Storia, in base a quanto richiesto nel bando, sono state privilegiate le storie ambientate in Piemonte, oppure collocate in altre regioni o in altri Paesi o in luoghi non definiti, ma potenzialmente in grado di prevedere la realizzazione cinematografica e audiovisiva in Piemonte. “Film Commission Torino Piemonte – afferma il direttore Paolo Manera – da tempo ha ampliato il suo raggio d’azione, avviando nuovi strumenti per stimolare lo sviluppo e la realizzazione di progetti sempre più rilevanti, capaci di intercettare storie significative e rappresentative, e mettere in connessione talenti e filiere culturali e produttive diverse, unendo il cinema e l’audiovisivo a tutte le espressioni artistiche e le eccellenza del territorio. In questo caso la sfida è agevolare e accelerare il contatto diretto tra autori, editoria e audiovisivo, a partire da una città che ha nella scrittura e nel pubblicare una tradizione e un presente formidabile, insieme a un partner più che eccezionale e internazionale come il Salone del Libro di Torino”. E a Manera fa eco Marco Pautasso per il “Salone del Libro”: “Si tratta di un progetto condiviso che speriamo possa crescere negli anni a venire, in un rapporto tra libro e film che può aprire nuove prospettive per il futuro dell’audiovisivo. Le scelte sui sette romanzi selezionati sono state prese all’unanimità, dopo un confronto approfondito tra le opinioni, lavorando con unità di intenti, portando ciascuno sul tavolo del confronto le proprie esperienze e professionalità”. A condurre l’appuntamento programmato al “Circolo dei lettori” sarà Gino Ventriglia, sceneggiatore e story editor, che insieme all’autrice e sceneggiatrice Paola Mammini e a Marco Pautasso ha composto il comitato di selezione chiamato ad individuare i progetti finalisti dell’iniziativa. La presentazione delle sette opere sarà invece affidata a Paolo Manera e allo stesso Marco Pautasso. L’evento è riservato agli accreditati a “TFI – Production Days”. Il pubblico interessato potrà scrivere a segreteria@salonelibro.it per richiedere di partecipare, lasciando la propria mail e il proprio numero di cellulare. La prenotazione è obbligatoria. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

  1. m.

Nelle foto

–         Paolo Manera

–         Marco Pautasso

Davide Quadrio è il nuovo direttore del Mao

Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei annuncia la nomina di Davide Quadrio a Direttore del MAO Museo d’Arte Orientale di Torino.

Sono convinto che questa scelta garantirà al museo uno sviluppo che ne rafforzerà l’immagine a livello internazionale – dichiara Maurizio Cibrario, Presidente della Fondazione Torino Musei.

L’Asia è un continente culturale immenso, ricco di tradizioni ma anche di intuizioni culturali e sociali innovative e importanti. – dichiara il neoeletto direttore Davide Quadrio – Essere direttore del MAO è per me una grande opportunità per portare a Torino la mia esperienza trentennale in Asia. Ringrazio la Fondazione Torino Musei per la fiducia riposta in me per accompagnare il MAO in una dimensione museale ancor più internazionale.

Davide Quadrio è stato selezionato al termine della call lanciata dalla Fondazione Torino Musei per individuare il nuovo direttore del Museo.

Davide Quadrio è un produttore culturale, curatore e educatore che vive e lavora tra Asia e Italia. Ha fondato e diretto per un decennio il BizArt Center, il primo laboratorio artistico indipendente no-profit a Shanghai, nato per promuovere la scena artistica contemporanea locale. Nel 2007 ha creato Arthub, una piattaforma curatoriale dedicata alla produzione e alla promozione dell’arte in Asia e nel mondo. Gli archivi di BizArt e Arthub, attivi in Cina dagli anni 2000, sono stati presentati come una delle realtà culturali e risorse artistiche principali per la mostra “Art and China after 1989: Theatre of the World”, ospitata dal Guggenheim di New York e Bilbao. Quadrio è stato ospite presso il Shanghai Visual Art Institute (2011-2017), ha curato e prodotto il progetto monumentale City Pavilion per la Biennale di Shanghai del 2012.

Dal 2013 al 2016 ha curato la sezione di arte contemporanea dell’Aurora Museum di Shanghai, una delle collezioni di arte antica cinese più spettacolare al mondo.

Dal 2020 è professore d’eccellenza presso lo IUAV di Venezia.

 

Martedì 21 dicembre alle 11 è prevista la conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore, nella sala polifunzionale del MAO, via San Domenico 11 Torino.

Premio Alessandro Marena: un ricordo a sostegno dei giovani artisti

Giunto alla quarta edizione, il Premio Alessandro Marena torna a supportare i giovani artisti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino che hanno trovato presso l’Associazione Alessandro Marena una delle sedi formative ed espositive.

 

Abbiamo incontrato Franca Pastore Marena, mamma del compianto Alessandro e ideatrice dell’Associazione e del Premio in sua memoria.

 

Franca, il ricordo di Alessandro rimane vivo nelle moltissime persone che lo conoscevano e che hanno contribuito alla nascita di questa realtà che è l’Associazione Alessandro Marena. Come è nato questo progetto?

 

Alessandro è mancato il 7 luglio 2013, da questa data tragica è nata l’Associazione che porta il suo nome, da me fortissimamente voluta e caldamente sostenuta dai tanti amici vicini in quei terribili momenti.

La mission dell’Associazione intende continuare il progetto di Alessandro nel mondo dell’arte: dapprima nella galleria Marena Rooms Gallery e successivamente nell’Alessandro Marena Project. La galleria d’arte a tutti gli effetti, aperta insieme a me, e un secondo spazio, con installazioni e opere da lui volute, in un progetto più museale e di ricerca.

 

Si può dire quindi che l’arte è stata una passione tramandata di madre in figlio?

 

In un certo senso sì, fin da piccolino seguiva le mostre insieme a me. Andavamo per fiere, mostre e musei…

 

Quindi che attività svolge esattamente l’Associazione?

 

Oltre al Premio Alessandro Marena, con cadenza biennale, giunto oggi alla quarta edizione, l’Associazione organizza mostre ed eventi durante l’anno, per esempio in questi giorni – fino al 30 novembre 2021 – si potrà visitare la mostra “La valle dei pollini” di Theo Gallino a cura di Monica Trigona nel parco secolare di Villa Sassi, dove sono installate le sue monumentali opere in un perfetto connubio tra natura e arte.

 

Parliamo di questo Premio: un momento di ricordo, ma soprattutto uno spiraglio di speranza e di incoraggiamento per tanti ragazzi talentuosi, di cosa si tratta?

 

Il Premio Alessandro Marena consiste in un premio in denaro per consentire al vincitore o vincitrice di proseguire nella sua ricerca artistica e nel suo percorso formativo. L’impegno da parte dell’Associazione è quello di seguire la crescita artistica dei partecipanti.

 

Oltre al Premio Alessandro Marena 2021, quest’anno verranno assegnati altri due premi:

– il Premio conferito dai visitatori della mostra che darà l’opportunità al vincitore di esporre presso la sede dell’Associazione o presso un’altra sede selezionata
– il Premio Villa Sassi concesso dalla Presidente dell’Associazione Patrizia Reviglio che permetterà al vincitore di esporre una o più opere nella location storica.

Qual è stato il tema su cui gli artisti sono stati chiamati a riflettere e a produrre le proprie opere?

 

Quest’anno ho voluto fermamente, in accordo con la curatrice della mostra Francesca Canfora, che i partecipanti trattassero il tema della perdita nelle opere proposte. Nel 2013 io ho subito la perdita di un figlio, ma non sono la sola ad essere stata colpita da una perdita importante: la pandemia ha portato ognuno di noi a sentire la mancanza di qualcuno, sia dal punto di vista della perdita fisica causata dalla morte, sia dalla perdita dovuta all’interruzione dei rapporti umani, all’isolamento dalle persone. Ed ecco che i ragazzi hanno perfettamente recepito il concetto proponendo opere che si riferiscono ad ogni forma perdita.

 

Quanti ragazzi hanno partecipato quest’anno?

 

Ad ogni edizione cresce il numero di partecipanti: delle 56 candidature pervenute il nostro comitato scientifico ha selezionato i 23 artisti che meglio rispondevano al tema proposto nel bando “Missing Ties”.

 

Ricordiamo allora ai lettori i prossimi appuntamenti.

 

La mostra con le opere finaliste potrà essere visitata fino al 30 novembre dal lunedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.00 presso la sede dell’Associazione Alessandro Marena in Via dei Mille 40/A a Torino.

Il 30 novembre alle ore 17.00 si terrà un confronto/dibattito con esperti del settore dal titolo “Dall’accademia alla mostra: istruzioni per l’uso per artisti emergenti”, mentre alle 18.00 si potrà assistere alla premiazione finale.

 

Ringraziamo Franca Pastore Marena e rimaniamo in attesa di scoprire e comunicare i nomi dei vincitori.

 

Pietro Ruspa