CULTURA- Pagina 85

La grande tavola imbandita con gli argenti di Carlo Alberto

L’elegante allestimento sarà visitabile a Palazzo Reale sino al 17 luglio

Per l’intero Settecento, e oltre, l’ambiente fu occupato da due camere, la camera da
letto e la stanza per la toeletta del sovrano, a far parte dell’Appartamento d’Estate
commissionato da Vittorio Amedeo II, a fine Seicento, e in seguito rinnovato da Juvarra
e da Benedetto Alfieri. Nel 1837, le due camere vennero da Carlo Alberto affidate alle
cure di Pelagio Palagi che, abbattendo il muro divisorio, creò la nuova sala da pranzo.
Il pavimento dell’antica camera da letto (su cui ancora oggi il visitatore posa il piede
con il rito di ogni precauzione), realizzato da Giovanni Tamietti nel 1732 in legno di
noce, carpino, acero e mogano, venne allora ampliato dall’ebanista Gabriele Capello. A
completare la bellezza della sala, ci pensò Francesco Gonin con un grande affresco
nella parte centrale del soffitto a rappresentare un successo militare di Umberto
Biancamano e ai lati le tele di Ferdinando Cavalleri e di Massimo d’Azeglio, di
quest’ultimo sei tele ospitate oggi al secondo piano dello stesso Palazzo Reale. Dal
1886, durante il regno di Umberto I e Margherita, mutati le scelte e gli imperativi
d’ambiente, l’architetto Emilio Stramucci si rivolse ad una ricostruzione in stile
neorococò, facendo sistemare sulla volta i due ovali con “Rinaldo e Armida” del
viennese Daniel Seiter e “Bacco e Arianna” del bolognese Marcantonio Franceschini,
mentre trovarono posto, nella parete opposta alle finestre, gli arazzi settecenteschi
dovuti ai bozzetti del Beaumont, soggetti le imprese di Cesare e Annibale.
La sontuosa Sala da pranzo ospiterà sino al 17 luglio, a celebrazione del 161°
anniversario dell’Unità d’Italia e a ricordo degli stretti legami che ancora uniscono le
due capitali, Torino e Roma, un elegante allestimento – per “soli” dodici commensali e
per un complessivo di 164 pezzi – del fastoso corredo da tavola in argento realizzato a
Parigi nel 1833 (e trasferito al Quirinale tra il 1873 e il 1874, comprende oggi 1832
elementi) per il re Carlo Alberto dall’orafo Charles-Nicolas Odiot, figlio di quel Jean-
Baptiste che, con la sua fiorente bottega, sul finire del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, era solito servire l’aristocrazia francese e che tra i propri committenti
poteva citare il nome dello stesso Bonaparte. La ricostruzione del servizio la si deve
alle ricerche di Bertrand de Royère, che ha altresì rintracciato i disegni preparatori dei
tanti pezzi, dispersi in aste recenti.
Prestatore quindi il Quirinale, sulla tavola così riccamente ed elegantemente
imbandita trovano posto la posateria per i dodici commensali, una grande zuppiera
ovale, legumiere, salsiere e oliere, saliere e mostardiere, cucchiai per la senape,
sottobottiglie, piatti da portata, “cloches”, vassoi, zuccherriere e caffettiere, teiere e
lattiere e una “fontaine à eau chaude” con il proprio fornello, unitamente ad esempi di
“casseroles à entremets”. Chiaramente, il tutto impreziosito da cristalli e porcellane
delle collezioni dei Musei Reali: “popolata” la sala da quattro manichini ai lati del
tavolo, in abiti maschili e femminili di fine Ottocento e inizio Novecento, un
allestimento dovuto alla scenografa Claudia Boasso e alla collaborazione della
Fondazione Teatro Regio di Torino. In parallelo alla visita della grande sala, altre tavole
potranno essere ammirate ma soltanto su prenotazione. Non dimenticando l’apporto
del Soroptimist Club Torino che ha finanziato l’acquisto di nuove tovaglie che oggi si
possono vedere lungo il percorso di visita, si potrà accedere, al piano terra,
all’Appartamento della regina Elena, con la Sala da Pranzo ornata dai vasi
settecenteschi a motivo “palla di neve” e dal servizio “Uccelli e insetti” della
manifattura di Meissen (1896), il Salotto con servizio da caffè e cioccolata, la Sala del
Piano con servizio da tè realizzato a Berlino (1895) e la Sala della piglia con gli armadi
storici che contengono prestigiosi servizi di porcellana e cristallo di produzione
europea. Al primo piano, l’Appartamento dei Principi forestieri, con una tavola di gusto
orientale riservata agli ospiti, e l’Appartamento della regina Maria Teresa con lo
splendido servizio a motivi floreali dipinti in tonalità porpora dalla manifattura di
Berlino (1894) e “biscuit” centrotavola francesi nella Sala delle Cameriste, oltre a una
selezione del pregiato servizio da dessert parigino detto delle ”Donne più celebri
d’Europa di tutti i tempi”, del 1852, sovrane e figure leggendarie, eroine e letterate,
realizzato dall’Atelier di Boyer. La visita si conclude nella Sala del Lavaggio con la
collezione di porcellane orientali che trovano posto negli armadi storici del Palazzo
Reale.
Elio Rabbione

Capitale del libro: Ivrea in festa

Ai Musei Reali una settimana ricca di appuntamenti

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Con l’arrivo della primavera: tra mostre, laboratori e attività per famiglie e bambini

 

Anche questa settimana i Musei Reali di Torino offrono ai visitatori tante attività e appuntamenti. Oltre alle mostre in corso, ci sarà la possibilità di seguire laboratori dedicati alla pittura, oltre che trascorrere la Festa del Papà circondati dall’arte e accogliere la primavera tra cultura e svago.

 

Tra le principali novità, è visitabile la Galleria Archeologica: un’inedita sezione permanente del Museo di Antichità, dedicata alle civiltà del Mediterraneo antico, dove sono esposti reperti di rara bellezza e di inestimabile valore storico. I visitatori potranno ammirare più di mille oggetti raccolti in oltre quattrocento anni di collezionismo sabaudo. Un viaggio a ritroso nella Storia grazie a un affascinante percorso espositivo, suddiviso in cinque sezioni, articolato lungo dieci sale e allestito attraverso forme espressive contemporanee.

L’ingresso al percorso è compreso nel biglietto ordinario dei Musei Reali.

 

Attività per famiglie

Sabato 19 marzo alle ore 16 si terrà la visita speciale Sua maestà, il mio papà. Nel giorno della festa del papà, i Musei Reali invitano le famiglie per una visita a Palazzo Reale e all’Armeria. Scopriremo insieme i ritratti, le passioni e le persino le armi personali di un padre e un figlio molto speciali, re Carlo Alberto e suo figlio Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia. Giochi, quiz e disegni arricchiranno il percorso attraverso le splendide sale in cui i due sovrani vissero e governarono il loro regno.

Il costo dell’attività è compreso nel biglietto di ingresso ai Musei Reali, gratuito fino a 18 anni. Per i familiari, tariffa d’ingresso speciale a € 10 (ingresso gratuito con Abbonamento Musei).

Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it

 

I Martedì dell’Abbonato

Martedì 22 marzo alle ore 17 proseguono i Martedì dell’Abbonato con la visita Alla scoperta della mostra Animali dalla A alla Z. Un’esposizione pensata per il pubblico dei giovanissimi, ma che raccoglie oggetti affascinanti e curiosi anche per il pubblico più adulto tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali accomunate dalla raffigurazione di animali.

Accanto ad opere meno note, si potranno ammirare capolavori come il Toro in bronzo dalla città romana di Industria (Monteu da Po) del I secolo d.C. e il monumentale arazzo La zebra della Manifattura di Gobelins.

Per informazioni e prenotazioni https://piemonte.abbonamentomusei.it/

 

Le attività con CoopCulture

 

Sabato 19 marzo dalle ore 14 alle ore 18 si terrà il laboratorio Dalla pittura al segno. I partecipanti avranno l’occasione di osservare alcuni dipinti della collezione della Galleria Sabauda e riprodurli con la tecnica dell’acquerello monocromo e l’inchiostro di china. Particolare attenzione verrà data alla composizione e ai rapporti tra luci e ombre di alcune grandi opere, a partire da celebri capolavori di Guido Reni, del Guercino o di Bernardo Bellotto. Materiale occorrente: matita grafite HB, penne grafiche (es: penne fine liner con punta di diversa grandezza – 0.4, 0.5, 0.6) o inchiostro di china e pennini, acquerelli godet, carta da acquerello liscia 300 gr., 1 pennello da acquerello n° 12 o n° 14, nastro adesivo di carta.

Costo dell’attività: € 60 oltre al biglietto di ingresso ai Musei Reali.

Info e prenotazioni: 011 19560449 e info.torino@coopculture.it

 

Sabato 19 marzo alle ore 15.30 e domenica 20 marzo alle ore 11, le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture conducono la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia.

Il costo della visita è di € 7, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

È inoltre possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali:

Venerdì 18 marzo alle ore 16 il pubblico potrà visitare i magnifici appartamenti della regina Maria Teresa al primo piano di Palazzo Reale, il Gabinetto del Segreto Maneggio e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.

Sabato 19 marzo alle ore 16 i visitatori possono ammirare in un itinerario unico gli appartamenti nuziali dei Principi di Piemonte e dei Duchi d’Aosta, situati al secondo piano di Palazzo Reale, allestiti tra il 1720 e il 1843. Grandi architetti come Juvarra, Alfieri e Palagi si alternarono a decorare le magnifiche sale in cui risaltano capolavori rococò, con mobili e boiseries di Piffetti, Gianotti e Stroppiana, soffitti e sovrapporte di De Mura e Beaumont, soffitti di Ayres e Bellosio e arredi di Gabriele Capello in stile Impero. Sarà possibile raggiungere anche le sale che ospitano tesori del Neoclassico in cui gli architetti Piacenza e Randoni, con gli ebanisti Bonzanigo e Bolgiè, approntarono ambienti in stile Luigi XVI di meravigliosa bellezza tra il 1788 e il 1789.

Domenica 20 marzoalle ore 16 un affascinante tour attraversa le sale del primo piano di Palazzo Reale che affacciano sul Giardino Ducale e che conservano intatte le originali decorazioni settecentesche, tra le quali spiccano le pitture di Francesco De Mura e Laurent Pécheux: un susseguirsi di ambienti tra i più sorprendenti della residenza, utilizzati negli anni del re Carlo Alberto come appartamenti per i Principi Forestieri in visita alla corte torinese.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Ciprotour. Oltre il confine – ultimi giorni

Prorogata fino al 23 marzo 2022 la mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino: Il progetto Ciprotour. Oltre il confine, ispirato dalla mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro nelle sale della Biblioteca civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte la musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconta dell’isola sacra ad Afrodite con i profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi.

 

Le mostre in corso ai Musei Reali

Fino al 26 giugno, le Sale Chiablese ospitano l’esposizione Vivian Maier Inedita con oltre 250 scatti, tra cui molti inediti, video Super 8 e oggetti personali della fotografa americana. Curata da Anne Morin, la mostra presenta anche una sezione dedicata alle fotografie che Vivian Maier realizzò nel 1959 durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova. Dopo una prima tappa al Musée du Luxembourg di Parigi, lesposizione arriva in Italia e ha come obiettivo quello di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica della fotografaVivian Maier Inedita è organizzata da diChroma Photography e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais ed è prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali, con il patrocinio del Comune di Torino. L’esposizione è sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. Martedì 8 marzo, ingresso ridotto per le donne in occasione della Giornata internazionale della donna.

 

Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini è l’esposizione allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda fino al 3 aprile 2022. Il progetto, curato da Rosario Maria Anzalone ed Enrica Pagella, è concepito per bambini e famiglie, dall’altezza delle vetrine alle soluzioni grafiche: tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali sono accomunate dalla raffigurazione di animali, da indovinare in una modalità di fruizione partecipata. La visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

L’accesso ai Musei Reali e alle mostre è consentito unicamente esibendo il Super Green Pass (Green Pass rafforzato ad esito di vaccinazione o guarigione da Covid-19) e indossando la mascherina chirurgica, secondo le norme di sicurezza previste dal Decreto-legge del 24 dicembre 2021, n. 221.

 

Premio “Scribo”: con “Palmira, la dolce” a Balcet il terzo posto

Proclamati i vincitori della terza edizione
IL PIEMONTESE SUL PODIO

202 racconti partecipanti da ogni parte d’Italia

Con il racconto “Palmira, la dolce”, dedicato all’archeologo siriano Khaled al-Asaad, barbaramente ucciso nel 2015, Giovanni Balcet è tra i vincitori della III edizione del Premio Letterario Internazionale “Scribo” per racconti inediti, organizzato dall’omonima agenzia di Lanciano, in provincia di Chieti.
Il primo premio è andato a Menotti Sergio Di Diodoro, di Giulianova (TE), con il racconto “Assoluto mentale”; seconda classificata Silvia Alonso di Milano con “Gente di Porquerolle”; terzi ex-aequo Alberto Arecchi di Pavia con il racconto “Il bambino del mare” e Giovanni Balcet di Pino Torinese con “Palmira, la dolce”.

Giovanni Balcet viene da terre di frontiera e di fertili incontri, sul crinale delle Alpi Occidentali. I suoi antenati erano montanari e maestri temprati dal clima e dalle guerre di religione. È nato in una famiglia popolata da molte donne. Ricorda come fosse ieri il suo primo giorno di scuola, che gli aprì la mente e il cuore. Per sua fortuna, da quel giorno ha incontrato sulla sua strada molti buoni maestri.
Parla lingue diverse e ha viaggiato il mondo, ama insensatamente la Grecia.
È sposato, ha un figlio, una figlia e due nipoti.
Insegna all’università di Torino. Studia l’economia globale e il suo impatto sulle società e le culture, in prospettiva storica. Ha pubblicato numerosi libri e articoli di saggistica. Tra i suoi libri possiamo citare: “L’economia italiana. Evoluzione, problemi e paradossi”, Feltrinelli, Milano, 1997; “Potenze economiche emergenti: Cina e India a confronto”, Il Mulino, Bologna, 2012 (con Vittorio Valli); “Geely Drives Out. The Rise of the New Chinese Automaker in the Global Landscape”, World Scientific, Singapore, 2021 (con Hua Wang e Wenxian Zhang). Tra i molti articoli: “La globalizzazione, al di là dei miti”, Il Mulino, n. 1, 1999; “From Joint Ventures to National Champions or Global Players? Alliances and Technological Catching-up in Chinese and Indian Automotive Industries”, European Review of Industrial Economics and Policy, n. 3, 2011 (con Joël Ruet); “Emerging countries’ multinational companies investing in developed countries:
at odds with the HOS paradigm?”, The European Journal of Comparative Economics, Vol. 10, n. 1, 2013, pp. 179-202 (con Wladimir Andreff); “Internationalization, outsourcing and labour fragmentation. The case of FIAT”, Cambridge Journal of Economics, Vol. 44, n.1, Jan. 2020, pp.105–128, (con Grazia Ietto-Gillies).
Scrive per passione e per piacere. Dal 2018 ha frequentato con buon profitto alcuni corsi di scrittura della LUA, Libera Università dell’Autobiografia, ad Anghiari. Nel 2020 ha spostato lo sguardo dalla scrittura autobiografica a quella narrativa. È alla ricerca di uno stile impregnato di energia, leggerezza e ironia, onirico e spirituale ma immerso nella storia.

Inoltre, si sono classificati finalisti i seguenti racconti, che si trovavano nella rosa dei candidati alla vittoria (in ordine alfabetico per autore): “Una domenica di svago” di Sabatino Ciocca (Chieti); “Domani è un altro giorno” di Gigliola D’Antonio (Lanciano – CH); “Il sortilegio” di Mariella Di Monte (Torremaggiore – FG); “La decappottabile rossa” di Roberto Leoni (Roma); “5°: non ammazzare” di Giuseppe Leuzzi (Lequile – LE); “Di terra e di mare” di Marilisa Munari (Sovizzo – VI); “Zampa di coniglio” di Tommaso Nidasio (Varese); “Nel tempo di un caffè” di Francesca Santi (Livorno).
In considerazione, poi, dell’alta qualità stilistico-narrativa dei testi pervenuti, l’agenzia Scribo ha creduto di segnalare i seguenti racconti (in ordine alfabetico per autore): “Gli inquilini del mondo” di Gabriele Andreani (Pesaro); “Il cuscino” di Dagmara Bastianelli (Fano – PU); “Gli estranei” di Rigel Bellombra (Bologna); “Il cassonetto 47” di Silvano Bertaina (Govone – CN); “Lucio Galli” di Francesco Bertazzo (Servigliano – FM); “Quattordici parole” di Amedeo Cappella (Lama dei Peligni – CH); “Perché è un bravo ragazzo” di Giuseppe Cappiello (Altamura – BA); “La lezione” di Paola Comelli (Tromello – PV); “Le stelle cadenti” di Luisa Coluzzi (Sezze – LT); “Una multa” di Vincenzo Corrado (Mantova); “Uroboro” di Anna Pia D’Alesio (Roma); “Nel tuo mondo, a modo nostro” di Alessandra De Angelis (Milano); “I mostri sotto il letto” di Elvira Delmonaco Roll (Castel Volturno – CE); “Spazi bianchi” di Beatrice Fiaschi (Roma); “Insonnia” di Edoardo Maresca (Bologna); “Il filo invisibile” di Anna Moro (Oniferi – NU); “La pallina gialla” di Giampaolo Reboa (Lanciano – CH); “Teresa tace” di Giovanni Salicco (Lanciano – CH); “Mariposa” di Adriana Valenza (Caltanissetta); “Il talento di Jack” di Orlando Volpe (Lanciano – CH).
Allo scrittore e poeta abruzzese Rolando D’Alonzo, istrionico e appassionato interprete delle istanze più profonde della letteratura del Novecento, l’agenzia Scribo ha voluto attribuire il Premio alla Carriera per la lunga, intensa e raffinata attività di scrittore e poeta, che lo rende un vanto per la sua terra e un Maestro e una guida per le future generazioni.

Il Premio, ideato e organizzato dall’agenzia di servizi editoriali, scrittura e ufficio stampa Scribo di Lanciano, ha visto in gara ben 202 elaborati provenienti da ogni parte d’Italia, a tema libero. Per quest’anno la cerimonia di premiazione non si svolgerà, ma nei prossimi giorni, sulla pagina facebook di Scribo e del Premio, sarà possibile conoscere vincitori, finalisti e segnalati attraverso dei brevi contributi video o dei commenti scritti realizzati dagli stessi autori premiati. Inoltre, con i racconti selezionati sarà realizzata un’antologia, curata da Scribo e edita dalla casa editrice chietina “IlViandante-Chiaredizioni”, che verrà presentata al Salone del Libro di Torino.
“Ringraziamo gli autori partecipanti per la fiducia che ci hanno accordato e ci complimentiamo con tutti non solo per la qualità tecnica dei singoli elaborati, ma soprattutto per il grande desiderio di mettersi in gioco, di raccontare e di trasmettere storie ed emozioni autentiche e coinvolgenti” affermano Giuseppina e Nicoletta Fazio di Scribo. “La scrittura, e l’arte in genere, mai come in questo periodo così pieno di amarezza e di dolore va salvaguardata perché è un bene prezioso, sinonimo di creatività e di libertà, ma anche strumento terapeutico e volano per risollevare il tessuto culturale, sociale ed economico della comunità”.

Corto Maltese, i cinquantacinque anni del marinaio di Hugo Pratt

Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo, ma non è vero che sono sempre calmo”.

Inizia così Una ballata del mare salato, la storia a fumetti che segnò l’esordio del celebre personaggio ideato dallo scrittore e disegnatore Hugo Pratt. Il primo episodio apparve cinquantacinque anni fa,  nel luglio del 1967,  sul primo numero della rivista Sgt. Kirk, frutto di una collaborazione tra l’editore Florenzo Vivaldi e lo stesso Pratt. L’albo si apriva su uno scenario al largo delle acque melanesiane del Pacifico del Sud, dove un catamarano salvava dalle onde un uomo legato a una zattera. Il singolare samaritano era nientemeno che l’avventuriero Rasputin, mentre il naufrago era Corto Maltese (chiamato così perché originario di Malta), ridotto in quello stato dall’ammutinamento del suo equipaggio. Era il primo novembre del 1913, giorno di Ognissanti, ma anche “Tarowean”, nome che i marinai delle isole Figi usano per indicare la stessa data attribuendole il significato di “giorno delle sorprese”. Iniziava così una delle più indimenticabili storie a fumetti, ricca di navigazioni, cannoniere tedesche, incursioni in mare aperto, isole misteriose.


Una Ballata del Mare Salato 
è un vero gioiello artistico; una storia corale, un insieme di vicende e personaggi diversi tra loro che però hanno qualcosa in comune che solo ad uno sguardo finale e completo risulterà chiaro agli occhi del lettore. Questo fumetto, raffinato e colto, contribuirà a sdoganare il genere nei confronti di un pubblico più maturo, che non temeva più di impegnarsi a leggere un fumetto. Con la sua opera prima, Hugo Pratt diede vita a un personaggio che rappresenta ancora oggi l’archetipo dell’antieroe per eccellenza, dedito alla pirateria, apparentemente cinico nei rapporti umani, pronto all’avventura. Una caratterizzazione molto curata, a partire dalla sua scheda biografica. Corto Maltese nasce il 10 Luglio 1887 a La Valletta, nell’isola di Malta. Il padre era un marinaio inglese della Cornovaglia, nipote di una strega dell’isola di Man, mentre la madre, gitana di Siviglia e modella del pittore Ingres, era chiamata la Niña di GibraltarCorto Maltese passa la sua infanzia spostandosi da un luogo all’altro, vivendo inizialmente a Gibraltar, poi a Cordova e infine a La Valletta, dove la madre lo manda a studiare nella scuola ebraica di Ezra Toledano. E’ lì che viene iniziato ai testi dello Zohar e della Cabbala. Il suo nome deriva dallo spagnolo, dove Corto equivale a “svelto“. Così, tra un avventura e l’altra, navigando nel mare d’inchiostro a china di Pratt, Corto Maltese è diventato negli anni uno dei personaggi dei fumetti più amati, un’opera letteraria considerata da molti come il primo esempio italiano di graphic novel. Riproposta dal Corriere dei piccoli nell’estate del 1971, Una ballata del mare salato venne pubblicata per la prima volta in un unico albo mezzo secolo fa da Mondadori, nel 1972. Le storie di Corto Maltese, in più di due decenni, anni diventeranno ventinove portando l’ormai celebre marinaio in tutto il mondo fra mari, deserti, steppe e giungle. “ Ma non c’è solo Corto in quegli anni”, ricorda lo scrittore Marco Steiner. “Ci sono stati gli Scorpioni del deserto e Jesuit Joe tanto per continuare a parlare solo di sud e nord e poi Antoine de SaintExupéry che vola un’ultima volta nei cieli e Mü, l’ultima storia di Corto, quella che farà volare l’universo fantastico di Hugo Pratt verso il magnifico non-luogo di un continente scomparso. Come il suo autore che scompare in Svizzera dove aveva scelto di vivere dal 1984”. Hugo Pratt muore per un male incurabile a Losanna il 20 agosto 1995. La sua tomba si trova alle porte del paese di Grandvaux, nel cantone di Vaud in Svizzera, dove viveva da undici anni nella sua casa situata nei pressi del Lago Lemano. Da Corte Sconta detta Arcana a Mu, passando per Favola di Venezia, La casa dorata di Samarcanda e tante altre storie che vedono protagonista il marinaio metà avventuriero e metà “gentiluomo di fortuna”, il timore era che anche Corto Maltese lasciasse orfani i lettori alla morte del suo autore. Quasi per miracolo ritornò da giovane, vent’anni dopo la scomparsa di colui che, a buon diritto, è stato considerato fra i maggiori autori di fumetti di tutti i tempi. Marco Steiner, scrittore e fotografo, marinaio amico e collaboratore di Hugo Pratt, dopo aver portato a termine nel 1996 Corte Sconta detta Arcana, il romanzo incompiuto di Pratt, e aver scritto tutte le introduzioni alle nuove edizioni delle varie avventure del Maltese, ridiede vita all’immaginario personaggio con due romanzi.

 

Il primo, “Il corvo di pietra”, ambientato nel 1902, anno del crollo del campanile di Venezia, quando il marinaio della Valletta è ancora un ragazzo. Inteso quasi come il romanzo di formazione di Corto Maltese, dove emerge il suo spirito di “imprevedibile meticcio mediterraneo”, solo all’apparenza cinico, dotato di grande ironia, rispettoso alla legge della lealtà e di amicizia. In quelle pagine tre ragazzi amanti dell’ avventura e tre strani individui stretti in un patto esoterico di vendetta si confrontano tra Venezia, Malta e la Sicilia in una vicenda dove la posta in gioco è un tesoro nascosto dall’enigma di una piccola statua che rappresenta un corvo di pietra. Nel secondo romanzo (pubblicato come il primo da Sellerio, nel 2015), intitolato “Oltremare”, il giovane Corto intraprende un viaggio che parte dalla Sicilia per finire in Cambogia, e su quella rotta tormentata incrocia i porti leggendari di tutti i mari: da Venezia all’isola prigione di Poulo Condor a sud della Cina, dalle acque del Mekong alle isole greche e ai mari del sud. Tra le tante mete una ha un fascino particolare, l’allora Costantinopoli, un tempo Bisanzio e dal 1930 Istanbul. Le zone in cui si svolge la storia sono quelle del porto, della collina e del cimitero di Eyüp dove si recava anche un altro grande viaggiatore, Pierre Loti. Istanbul , come Venezia, è una città dove Corto Maltese si trova “ a casa”, sul confine fra Europa e Asia, sul punto di contatto fra il grande mar Mediterraneo e la grande terra che si estende misteriosa e affascinante verso Oriente, il luogo dove nasce il sole. Quando a Marco Steiner è stata posta la domanda delle domande ( “Perché a un altro Corto?”) rispose così: “Sapevo chi erano i suoi genitori, quand’era nato e cosa gli era accaduto dopo il 1904, all’epoca della guerra russo-giapponese. Allora ho provato a immaginare un Corto sconosciuto, che doveva imparare a navigare e a vivere prima di quell’anno e ho scelto un periodo preciso, dal 1901 al 1904. Ho immaginato un’esperienza forte per un ragazzino di 14 anni, l’ho fatto partire in una notte piovosa e pericolosa dalla Scozia, dopo aver lasciato a terra quel padre così poco conosciuto. Insomma, ho cercato di fare un pezzo di strada, anzi di mare, insieme a quello che il giornalista Vincenzo Mollica, facendomi un grandissimo complimento, ha definito il “mio” Corto Maltese”. Ma il più famoso dei marinai di carta non è tornato a vivere solo nelle parole scritte da Steiner. Nuove storie con protagonista il personaggio creato da Pratt, sono state scritte da Juan Dìaz Canales, sceneggiatore di fumetti spagnolo , e disegnate dal conterraneo Rubén Pellejero. In Sotto il sole di mezzanotte” Corto Maltese parte per un viaggio in Alaska e Canada, durante la prima guerra mondiale, seguendo le indicazioni dategli da Jack London (che aveva già incontrato nel libro La giovinezza, durante la guerra russo-giapponese nel 1905) e come al solito si imbatterà in personaggi strani e situazioni avventurose. La trentunesima storia, anch’essa realizzata da Canales e Pellejero, intitolata Equatoria venne pubblicata in anteprima sul quotidiano La Repubblica  in dieci puntate quotidiane dal 4 al 13 agosto del 2017 e subito dopo edita da Rizzoli Lizard in volume unico. Gli stessi autori hanno firmato due anni dopo Il giorno di Tarowean, trentaduesimo episodio di Corto Maltese, uscito nell’ottobre 2019 sempre per Rizzoli Lizard, che costituisce una sorta di prequel di Una ballata del mare salato. Nella seconda metà del 2021 è giunta nelle librerie Oceano nero ( edizioni Cong), trentatreesima avventura di Corto Maltese, scritta dal francese Martin Quenehen e disegnata dal connazionale Bastien Vivès. Ed è del tutto probabile che ci saranno altri capitoli di questa “seconda vita” del marinaio tornato per viaggiare ancora. Dopotutto, come amava dire John Steinbeck, “non sono le persone che fanno i viaggi,sono i viaggi che fanno le persone”.


Marco Travaglini

L’angolo della Poesia di Gian Giacomo Della Porta

La Linea Maginot

Fra te e me ci sarà sempre la Linea Maginot,

fra te e me ci sarà sempre l’Ombra delle Disgrazie Passate,

il Cielo dei Caduti ci sarà,

e le mie poesie piú amorose scritte per te ti faranno ricordare la polvere da sparo,

la polvere da sparo, le trincee, il fronte affumicato.

Fra te e me ci sarà sempre la Linea Maginot,

fra te e me,

fra ogni nostro aprile e noi,

fra ogni nostro novembre e noi,

l’Ombra delle Disgrazie Passate, il Cielo dei Caduti, la Linea Maginot,

e mai, davvero mai riusciremo tu e io a occuparci soltanto delle tende nuove

necessarie a far cinguettare il nostro appartamentino,

necessarie per sottrarci alla vista di tutti quando beviamo

i dolci vini del nostro amore,

per non farci vedere da nessuno quando torniamo dalle nostre

inutili fughe stanchi,

per non far scoprire a nessuno le tacite ragioni per cui viviamo.

Fra te e me ci sarà sempre la Linea Maginot,

fra te e me, fra noi, fra tutti noi,

per dirci quanto siano insignificanti le tende nuove nel nostro appartamento

quanto sarebbe comicamente irrilevante anche chi potesse vederci quando ci amiamo,

qualcuno che potesse lamentarsi di noi quando ci amiamo.

Fra te e me ci sarà sempre la Linea Maginot,

l’Ombra delle Disgrazie Passate, il Cielo dei Caduti, la Linea Maginot.

I treni ci porteranno nelle nostalgiche primavere dei nostri aprili novembrini

perché il nostro tetro carico urbano di pensieri

si arricchisca di verde cosí necessario per vivere,

cosí necessario per amare,

cosí necessario per andarsene umanamente,

ma sappi:

noi non riusciremo mai a raccogliere le margherite solo come margherite,

perché fra i fiori e noi, fra te e me,

ci sarà sempre la Linea Maginot.

Fra te e me ci sarà sempre la Linea Maginot.

Fra te e me,

fra ogni nostro desiderio e noi,

fra ogni nostra partenza e noi,

fra ogni nostro ricordo e noi

ci saranno sempre

l’Ombra delle Disgrazie Passate, il Cielo dei Caduti, la Linea Maginot.

Izet Sarajlić

 

Izet Sarajlic, nato a Doboi, Bosnia settentrionale, nel 1930, scomparso a Sarajevo nel 2002, è considerato uno dei più grandi poeti del Novecento.

Pioniere di nuove correnti poetiche in Bosnia-Erzegovina, è il poeta più tradotto dalla lingua serbo-croata, testimone e protagonista della guerra di Bosnia e dell’assedio di Sarajevo, quella Sarajevo da cui si è rifiutato di fuggire e di cui è diventato la voce più importante, una luce nelle notti più buie.

Nella drammaticità di quei momenti, nella sua Sarajevo bombardata e dolorante, Sarajlic ha avuto la forza di scrivere versi d’amore tra i più belli, di riaffermare la vita, di urlarla contro quel muro nero che era diventato il futuro, fino a farla rimbalzare di casa in casa, di cuore in cuore, a sostegno dei propri concittadini.

“Chi ha fatto il turno di notte per impedire l’arresto del cuore del mondo? Noi, i poeti”.

“A Parigi come potrei chiamare il pronto soccorso

se non ha risposto neppure agli appelli di Villon?

Qui, se chiamo persino i pioppi, miei concittadini,

anch’essi sapranno ciò che mi fa soffrire.

Perchè questa è la città dove forse non sono stato troppo felice,

ma dove anche la pioggia

quando cade

non è solo pioggia”.

Così scriveva Izet Sarajilic, un poeta che vi invito a scoprire.

Propongo qui una sua poesia, nella speranza che possa piacervi ed emozionarvi.

Gian Giacomo Della Porta

Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi passeggiate guidate al Parco Storico

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“Leggere il giardino”. Il parco ospitò anche l’elefante Fritz

Da sabato 19 marzo

Progettato sul modello francese nel 1740 da Michel Bénard, direttore dei “Reali Giardini”, che riuscì perfettamente ad elaborare il pensiero juvarriano di “spazio aulico dinamicamente collegato con l’ambiente venatorio circostante”, il giardino della Palazzina di Caccia di Stupinigi aprirà eccezionalmente i cancelli al pubblico, da marzo ad ottobre, una volta al mese, il sabato mattinadalle 10,30 alle 12,30. Muniti di caschetto di protezione, i visitatori potranno addentrarsi nei giardini, dal cortile d’onore, al padiglione centrale, al giardino di levante, alla scoperta delle evoluzioni del parco interno alla Palazzina. Attraverso mappe e documenti storici le passeggiate ripercorreranno le fasi e gli stili del giardino, dal gusto alla francese del Settecento all’evoluzione del gusto romantico, fino ad arrivare al giardino Novecentesco risalente al periodo delle villeggiature della regina Margherita. L’iniziativa, titolata “Leggere il giardino” e promossa dalla “Fondazione Ordine Mauriziano” (ente governativo dedicato alla conservazione e valorizzazione della “Residenza Sabauda per la Caccia e le Feste” edificata a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra) prenderà il via sabato prossimo 19 marzo. Per proseguire il 2 aprile, il 21 maggio, il 18 giugno, il 17 settembre e l’8 ottobre. La Palazzina di Caccia di Stupinigi, con il suo parco, rappresenta un sistema integrato tra l’attività venatoria e il loisir della corte. Occupa una superficie di circa dieci ettari lungo l’asse longitudinale che attraversa Stupinigi in direzione nord-sud: arrivando da Torino si trovano i grandi prati semicircolari che introducono ai parterres fino al cortile d’onore, con una serie di viali trasversali a collegare le scuderie e i diversi appartamenti reali. Nella concezione progettuale dell’architetto messinese Filippo Juvarra, l’area verde era strettamente connessa alle linee, straordinariamente innovative per il tempo, della Palazzina di Caccia. Nel 1740 iniziarono i lavori, per terminare verso la fine del secolo, sotto la direzione dell’Architetto Reale Tommaso Prunotto e portati avanti da Ludovico Bo e dal Direttore dei Reali Giardini Michel Bénard che seppero elaborare e mantenere l’idea originaria juvarriana di simmetria e prospettiva. Durante l’occupazione napoleonica, il giardino subì una prima trasformazione: vennero eliminati i sostegni in ferro e legno delle “gallerie verdi” come anche i vasi di fiori e alcuni parterres furono trasformati in “bosquet” con la messa a dimora di alberi anche di alto fusto. Reimpiantati nel tempo, oggi rimangono comunque ancora visibili i filari di carpini. Nell’Ottocento, intorno alla metà del secolo, il giardino venne rimaneggiato per adeguarsi al nuovo gusto inglese e sotto la direzione di architetti e paesaggisti del tempo come MelanoRoda e Scalarandis si introducono nuovi elementi paesaggistici come il laghetto con l’isolotto, la capanna dell’eremitaggio, un labirinto di bossi e il “casino cinese”, il giardino di fiori nell’area di levante che ospitava il luogo di ricreazione dell’elefante Fritz, inviato nel 1827 dal vicerè d’Egitto Mohamed Alì come omaggio a Carlo Felice che ricambiò con 50 pecore merinos. Triste storia quella dell’elefante Fritz. Accolto come un’autentica star di fama internazionale, il pachiderma per venticinque anni rappresentò una grandissima attrattiva per i torinesi e fu il primo animale ad essere immortalato su un dagherrotipo, oltreché in vari dipinti ed incisioni e perfino nelle pagine di scrittori e poeti. Senonché nel 1852 accadde l’irreparabile. Il nuovo guardiano (succeduto al primo) lo colpì involontariamente con un tridente ferendolo alla proboscide. Il che non piacque affatto a Fritz che, dopo averlo lanciato in alto, lo schiacciò inesorabilmente al suolo. Gesto di stizza che per l’ormai anziano Fritz, ritenuto da allora “animale pericoloso”, indusse le autorità a sopprimerlo mediante asfissia con ossido di carbonio. Tassidermizzato, Fritz è oggi conservato nel “Museo Regionale di Scienze Naturali” di Torino.

g.m.

Per info: Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.ordinemauriziano.it

Obbligatoria la prenotazione: costo del biglietto 13 euro, comprendente la visita guidata e l’ingresso a prezzo ridotto in palazzina.

Torino Ferita

TORINO FERITA 11dicembre1979

MOSTRA FOTOGRAFICA

Titolo​​Torino Ferita 11dicembre1979

Fotografie​: Immagini su gentile concessione dell’Archivio Storico della Città di Torino (fondo Gazzetta del Popolo) e dell’Archivio La Stampa

Dove​​: Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino Piazza Carlo Alberto 3, Torino

Per informazionilaportadivetro@gmail.cominfo@artphotobonomo.it (+39 335 7815940)

Con la mostra fotografica Torino Ferita 11dicembre 1979” si conclude il percorso sulla memoria degli “Anni di piombo” che l’associazione La Porta di Vetro ha intrapreso con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte l’11 dicembre 2019. In quella giornata a palazzo Lascaris, un convegno ricordò, a quarant’anni esatti dall’avvenimento, uno dei più gravi episodi terroristici che subì Torino: l’assalto alla Scuola d’Amministrazione Aziendale da parte del gruppo terroristico di Prima Linea. Fu un’azione cruenta che provocò il ferimento di dieci persone, cinque docenti e altrettanti studenti.

La data dell’inaugurazione della mostra, che si giova anche dell’apporto della Biblioteca Nazionale Universitaria e dell’Associazione Amici, non è casuale: l’11 marzo è il giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo voluto dal Parlamento europeo dopo i contemporanei attentati messi in atto dal radicalismo islamico a Madrid l’11 marzo del 2004 in cui morirono 193 persone e oltre duemila furono quelle ferite.

L’attentato alla SAA (Scuola di Amministrazione Aziendale) dell’11 dicembre 1979 è stato uno tra i tanti che ha contrassegnato quel drammatico periodo per il nostro Paese, periodo documentato dai tanti fotografi che lavoravano per i quotidiani cittadini. Le immagini, infatti, sono state recuperate dagli archivi sia del quotidiano La Stampa sia di quello della Gazzetta del Popolo acquisito dall’Archivio Storico della Città di Torino. La mostra, a cura di Tiziana Bonomo, riporta alla memoria attraverso trenta istantanee il clima – oppressivo e ossessivo per la sequenza ripetuta e l’intensità di attentati – in cui si viveva a Torino.

Quattro le sezioni in cui si articola la mostra: l’Assedio, che descrive le fasi della “militarizzazione”, soprattutto durante i processi alle Brigate rosse, in cui si ritrovò catapultata la città: gli Attentati, dominati da escalation che dalle minacce verbali alle auto bruciate, dalle aggressioni e ai sequestri di persone, portarono alle cosiddette “gambizzazioni” e agli omicidi; il Doloreaffinché la memoria ci restituisca il sacrificio per aver conservato il senso della convivenza civile e con essa il valore della resistenza alla violenzae per concludere con l’Attacco alla Scuola di Amministrazione Aziendale in cui furono ferite gravemente dieci persone.

Le immagini in esposizione sono accompagnate dai testi di Michele Ruggiero,autore del libro “Pronto qui Prima Linea”, da quelli di Paolo Turin, all’epoca docente alla SAA, che ha vissuto la brutale esecuzione dai terroristi, dalla curatrice Tiziana Bonomo e dai dettagliati ricordi degli allievi del primo anno tenuti ostaggio durante l’esecuzione.  

Biografie

Michele Ruggiero, giornalista professionista, presidente de La Porta di Vetro, di cui è responsabile del sito www.laportadivetro.org, è autore di alcune pubblicazioni sul terrorismo.

Tiziana Bonomo, nata a Torino, ha lavorato a lungo nel marketing e nella comunicazione di grandi aziende internazionali. Negli ultimi anni ha fondato” ArtPhotò” (https://www.artphotobonomo.it/) con cui promuove e sperimenta progetti legati alla fotografia di documentazione e impegno sociale. Autrice del libro “Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico”, edito da Jaca Book.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

11 – 17 marzo 2022

 

SABATO 12 MARZO

 

Sabato 12 marzo ore 15

LABORATORIO DI IKEBANA, L’ARTE GIAPPONESE DEI “FIORI VIVENTI”

MAO – workshop per adulti sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

A cura della maestra Yuko Fujimoto per Associazione Interculturale Sakura APS

I partecipanti saranno guidati dalla maestra Yuko Fujimoto nell’arte della disposizione dei fiori recisi. Lo stile utilizzato sarà lo Shoka Shinpu-tai, ovvero l’evoluzione moderna e contemporanea dello Shoka; quest’ultimo nacque sotto l’influsso del pensiero zen e grazie a esso l’ikebana divenne anche un metodo spirituale di meditazione.

Massimo 15 partecipanti. Costo: 40 €. Tutti i workshop sono comprensivi dei materiali. Prenotazione consigliata alla mail: mao@fondazionetorinomusei.it.

 

Sabato 12 marzo ore 14.30

LEGAMI METALLICI. I metalli nell’arte orientale

MAO – visita guidata alle collezioni

L’itinerario si concentra su una selezione di opere del museo accomunate dal medesimo materiale d’utilizzo: il metallo. Sia esso in forma pura o costituito da leghe, sin dall’antichità ha rappresentato un valido e prezioso alleato dell’essere umano per la realizzazione di manufatti e opere d’arte, esito delle più svariate lavorazioni. Il percorso mette in luce nuclei di opere accomunati dall’utilizzo dei metalli, dimostrandone la versatilità sia dal punto di vista delle tecniche, sia della funzione e della natura dell’oggetto artistico.

Costo: 6€ a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto d’ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Info 011.5211788 –  prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

 

 

DOMENICA 13 MARZO

 

Domenica 13 marzo ore 16

PENNELLATA DI GIAPPONE

MAO – attività per famiglie sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

L’attività prevede la visita della mostra temporanea Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese e un laboratorio in cui i partecipanti potranno realizzare il proprio dipinto verticale su rotolo utilizzando la pittura monocromatica ispirata alla tecnica sumi-e.

Costo: bambini € 7; adulti ingresso ridotto € 8 (gratuito con Abbonamento Musei)

Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente tel. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MERCOLEDI 16 MARZO

 

Mercoledì 16 marzo ore 18.30

COLLECTING ASIA. QUESTIONING THE EXOTICA AND REPOSITIONING AESTHETIC CANONS

MAO – evento in inglese

Per riflettere sulle eredità e sui lasciti di Hub India | Classical Radical, progetto a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio realizzato nell’ambito di Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino in collaborazione con Fondazione Torino Musei e l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che ha portato nelle sedi del MAO, di Palazzo Madama e dell’Accademia Albertina, i lavori di 65 fra i più importanti artisti contemporanei e moderni provenienti dal subcontinente indiano, mercoledì 16 marzo alle ore 18.30 il MAO ospita Collecting Asia. Questioning the exotica and repositioning aesthetic canons: Davide Quadrio e Giovanni Carlo Federico Villa, rispettivamente direttori del Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama, e Paola Gribaudo, Presidente dell’Accademia Albertina, saranno in dialogo con alcuni fra i più importanti direttori di musei e curatori di arte asiatica a livello globale, come Mami Kataoka (Mori Art Museum), Suhanya Raffel (M+), Laura Vigo (Musée des Beaux-Arts de Montréal), Roobina Karode (KMNA) e Myna Mukherjee (Engendered).

L’evento, moderato da Anna Somers Cocks, storica dell’arte e fondatrice di The Art Newspaper, rappresenta un’occasione di riflessione sui sistemi museali internazionali che si occupano di collezioni di arte asiatica o non europea in contesti diversi. Il panel analizzerà narrazioni plurime e trasversali che riguardano l’”oggetto” artistico di provenienza non europea, le sue implicazioni rituali e religiose e il suo continuo evolversi nel contesto contemporaneo globale.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito del Giornale dell’Arte, media partner dell’incontro, e sulla pagina Facebook del MAO.

 

 

GIOVEDI 17 MARZO

 

Giovedì 17 marzo ore 18

fino al 16 giugno

OTTO ARTISTI PER UN RINASCIMENTO. VENEZIA E L’INVENZIONE DELLA MODERNITÀ

Palazzo Madama – nuovo ciclo di appuntamenti di Storia dell’Arte con il direttore del museo Giovanni Carlo Federico Villa

“Venezia è la città più gloriosa che io abbia mai visto, ed è la più saggiamente governata”, scriveva l’ambasciatore Philippe de Commynes nel 1494. E sono i protagonisti veneti della rivoluzione pittorica a indicare il ruolo cardine di Venezia per il rinnovamento della cultura italiana ed europea. Se quando si tratta di Rinascimento lo si associa precipuamente a Firenze e Roma, è a Venezia che si assiste al pieno sviluppo dell’arte moderna, interprete di una cultura capace di creare i monumenti di Pietro e Tullio Lombardo e i prodotti delle manifatture tessili, i tratti di pennello di Giovanni Bellini e la produzione navale dell’Arsenale, gli scritti di Ermolao Barbaro e gli aridi saggi sulla partita doppia, le prime collezioni da museo e gli orti botanici, la biblioteca del cardinale Bessarione e gli scritti di Pietro Bembo. Produttori e artisti, politici ed eruditi, pensatori e condottieri respiravano la stessa aria, erano prigionieri dell’identica atmosfera di un’epoca tutta riassunta nella stupefacente Veduta a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari. Ed è questo il racconto, intessuto di immagini, che si svolgerà in otto incontri sul farsi dell’arte occidentale.

 

Programma

 

Giovedì 17 marzo 2022, ore 18.00

‘Non humani pictoris’. Il divino Antonello dal mito alla storia

 

Giovedì 24 marzo 2022, ore 18.00

‘Zambelin se puoi dir la primavera del Mondo tuto, in ato de Pitura’. Giovanni Bellini, o della classicità

 

Giovedì 7 aprile 2022, ore 18.00

Nell’altra luce: sguardi e paesaggi di Cima da Conegliano

 

Giovedì 28 aprile 2022, ore 18.00

Palma il Vecchio, l’invenzione della bellezza

 

Giovedì 5 maggio 2022, ore 18.00

Da Venezia all’Europa. Tiziano “principe de’ pittori”

 

Giovedì 26 maggio 2022, ore 18.00

‘Solo, senza fidel governo et molto inquieto dela mente’. Lorenzo Lotto, l’ombra dell’angelo

 

Giovedì 9 giugno 2022, ore 18.00

“Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura”. Tintoretto, dal disegno alla pittura

 

Giovedì 16 giugno 2022, ore 18.00

La magnifica illusione. Suggestioni per Paolo Veronese

 

Giovanni Carlo Federico Villa

Professore presso le Università di Bergamo e di Udine, dal 2019 è componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici e, dal 2015 al 2018, è stato direttore onorario dei Musei Civici e Conservatoria Pubblici Monumenti di Vicenza. Ha curato numerosi progetti espositivi in Italia, tra cui quelli per le Scuderie del Quirinale di Roma, e all’estero. Autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e monografie, numerose sono le sue presenze divulgative relative al patrimonio artistico nazionale sui principali canali radiotelevisivi italiani e stranieri.

 

Durata: 1 ora

Costo: intero € 120, ridotto € 90 (riservato ad Abbonati Musei, studenti, insegnanti, guide turistiche abilitate, Amici Fondazione Torino Musei, soci Rotary Club e Inner Wheel)

Info e prenotazioni: t. 011.4429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Giovedì 17 marzo ore 18.30

HARU – LA PRIMAVERA IN HAIKU

MAO – conferenza seguita da scrittura creativa

A cura della dottoressa Roberta Vergagni, iamatologa

Ogni incontro si articolerà in tre momenti: introduzione teorica allo haiku, lettura di alcuni tra gli esempi più evocativi dei grandi maestri e composizione guidata di haiku come scrittura creativa.

Massimo 25 partecipanti a incontro. Costo: 3 € a incontro

Info e prenotazioni:  mao@fondazionetorinomusei.it

 

 

 

Le modalità di accesso ai Musei sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

 

“Cuori Selvaggi” La XXXIV edizione del Salone del Libro dal 19 al 23 maggio

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Il Salone Internazionale del Libro di Torino torna con la sua XXXIV edizione, che avrà luogo a Lingotto Fiere tra giovedì 19 e lunedì 23 maggio. Dopo l’esperienza dello scorso ottobre – eccezionalmente in autunno – il Salone ritorna nella sua stagione naturale: la primavera.

 

Cuori selvaggi è il titolo della XXXIV edizione. Viviamo in un mondo inquieto, turbolento, costellato di problemi ma anche di speranza nel futuro. La cultura e l’arte hanno sempre cercato di esplorare il nostro cuore di tenebra, ma anche gli slanci luminosi di cui i nostri cuori sono parimenti capaci. L’illustrazione del manifesto è stata realizzata da Emiliano Ponzi, illustratore e autore italiano, da anni attivo nell’ambiente editoriale, pubblicitario e della moda italiana e internazionale.

 

La XXXIV edizione è stata presentata oggi – martedì 8 marzo 2022 – al Teatro Astra di Torino da Silvio Viale, Presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro; Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori e da Nicola Lagioia, Direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino che ha dialogato con alcuni rappresentanti del gruppo di lavoro del Salone: Babu CarenaPamela TarantinoMarco PautassoFrancesca ManciniMariagiulia Brizio e Andrea Gregorio. Sono intervenuti Vittoria Poggio, Assessora alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte e Stefano Lo Russo, sindaco della Città di Torino.

 

La conferenza stampa, che come sempre è stata tradotta in LIS, si è aperta con la lettura di alcune poesie di Taras Shevchenko, scrittore di lingua ucraina e russa di fama mondiale, Lina Kostenko, scrittrice ucraina della “Generazione dei ‘60”, e un lungo post del 2 marzo di una donna di Kharvok a cura dell’attrice ucraina Lidia Liberman, in segno di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino.

 

Anticipazioni sul programma.

Il programma completo sarà diffuso ad aprile, ma oggi sono stati anticipati alcuni ospiti confermati: dall’Oman arriverà Jokha al-Harthi con Corpi Celesti, Bompiani; Joël Dicker presenterà in anteprima il suo nuovo romanzo Il caso Alaska Sanders, in uscita per La nave di Teseo; la statunitense Jennifer Egan racconterà La casa di marzapane, in uscita per Mondadori; il regista, autore e produttore Werner Herzog porterà Il crepuscolo del mondo, edito da Feltrinelli; il campione olimpico Marcell Jacobs sarà a Torino per presentare Flash. La mia storia, in uscita per Piemme; l’autore cileno Benjamín Labatut racconterà il suo Quando abbiamo smesso di capire il mondo, edito da Adelphi; ospite sarà anche il grande romanziere americano Joe R. Lansdale, con il nuovo Moon Lake, edito da Einaudi Stile Libero; dalla Spagna, invece, arriverà Cristina Morales con il suo Ultime sere con Teresa d’Avila, in uscita per Guanda; non mancherà la vincitrice della 48° edizione del Premio Mondello – Sezione Autore Straniero Annie Ernaux, che si incontrerà con il giudice monocratico di questa edizione Lorenzo Tomasin; ad animare il Bookstock 2022 ci sarà poi Jean-Claude Mourlevat, vincitore nel 2021 dell’Astrid Lindgren Memorial Award. Inoltre, a dieci anni dalla scomparsa, sarà celebrato Enzo Sellerio, fondatore della casa editrice, con una mostra fotografica dedicata.

 

Il Salone del Libro in Italia e nel mondo.

Si confermano le storiche collaborazioni del Salone in Italia e nel mondo, e si aggiungono nuove e rinnovate sinergie con – tra i tanti – associazioni di categoria della filiera editoriali, enti culturali e istituzionali, manifestazioni, fondazioni e musei per la realizzazione e la prosecuzione di progetti di respiro nazionale e internazionale. Rai si conferma Main Media Partner.

 

Il Salone del Libro per ragazze e ragazzi.

Da sempre il Salone considera il lavoro con i ragazzi e i docenti uno dei suoi obiettivi fondanti. Tornano lo spazio ragazzi Bookstock – sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo – e tutti i progetti e le collaborazioni che da sempre lo arricchiscono, oltre a una novità: la presenza di una Biblioteca Scolastica all’interno dell’area. Grazie al finanziamento della Regione Piemonte torna il Buono da leggere per le classi e i ragazzi residenti in regione, e con il contributo dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte sono a disposizione biglietti scontati per gli studenti piemontesi e le scuole secondarie della regione. Sono aperte le iscrizioni per le classi: i docenti e gli intermediari per la scuola possono già prenotare la visita al Salone del Libro di ottobre per le loro classi registrandosi sulla piattaforma SalTo+.

Anche per la XXXIV edizione sono state avviate molte iniziative per gli studenti delle scuole di vario grado e ordine: Adotta uno scrittore, che quest’anno festeggia i suoi primi vent’anni; Un libro, tante scuole, la cui lettura sarà L’isola di Arturo di Elsa Morante; Lavorare con i libri, corso di formazione per scoprire la filiera del libro; il Concorso di fotografia sul tema Cuori Selvaggi, per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia (organizzato dal Liceo Classico Cavour in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo); Comix Games, contest di ludolinguistica per gli studenti delle scuole medie e superiori organizzato da Agenda Comix e Repubblica@scuola.

 

I progetti speciali e il Salone Off.

Tornano e si rinnovano anche tutti i progetti speciali: dal Concorso Lingua Madre al Premio Mondello e al Premio Nati per Leggere. Torna inoltre il Rights Centre, dedicato al confronto professionale e al mercato.

Quest’anno il Salone Off, l’iniziativa che coinvolge tutta la città di Torino, l’area metropolitana e il territorio regionale, compirà 18 anni. Anche nel 2022 il Salone Off proporrà un’offerta variegata di appuntamenti e, per festeggiare il compleanno, riprende la sua veste “365” con due appuntamenti già confermati: il 28 marzo al Sermig e il 29 marzo al Liceo Massimo D’Azeglio – in collaborazione con ADD Editore – sarà a Torino Lilian Thuram; l’11 giugno al Circolo dei lettori, in collaborazione con il Torino Jazz Festival, arriverà Jonathan Coe, scrittore e musicista, che dialogherà con Giuseppe Culicchia.

 

Il piano industriale del Salone del Libro.

L’Associazione Torino la Città del Libro, la Fondazione Circolo dei Lettori, la Regione Piemonte e la Città di Torino hanno definito le linee guida di un piano industriale a partire dall’edizione 2023. Il primo passo del piano industriale sarà la condivisione da parte di tutti i partner stabili del Salone della procedura per la nomina della Direzione Editoriale che consisterà nella pubblicazione di una manifestazione di interesse per la raccolta dei curricula delle candidature. La figura direttoriale designata affiancherà il Direttore uscente durante il suo ultimo anno di mandato: per l’anno 2023 la direzione del Salone Internazionale del Libro sarà dunque ancora di Nicola Lagioia, a cui sarà affiancata la figura individuata dall’avviso pubblico. La selezione è prevista al termine dell’edizione 2022 del Salone e il Direttore o la Direttrice assumerà piena titolarità nel suo ruolo a partire dal 2024.