Dopo 15 anni di abbandono è tornato a casa sua, al Mastio della Cittadella, ma solo in parte, in piccolissima parte.


Vino e Donna, una storia millenaria
Un libro recentissimo, un titolo che richiama una storia antica: nel volume “Vino è Donna – da baccante a sommelier” pubblicato da Edizioni Pedrini, l’autrice Maria Luisa Alberico, giornalista, sommelier, per anni presidente dell’Associazione Donna Sommelier Europa, nella sua ventennale esperienza volta alla valorizzazione dell’impegno femminile nelle professioni legate al mondo del vino e alla cultura del saper bere, si interroga sul significato profondo che in questi ultimi decenni registra un significativo ritorno della donna verso attività che coinvolgono la Natura e che si ricollegano al vino. Si tratta di un affascinante e originale viaggio nel mondo della conoscenza e della pratica del vino dall’antichità ad oggi, attraverso il filo invisibile dell’indissolubile legame che unisce il nettare degli dei e la figura femminile, in compagnia di una divinità privilegiata, Dioniso, dio del vino e “dio delle donne”.
Il Nume, che ha in sé principi femminili e maschili ed è ad un tempo perturbante e gioioso, trasgressivo e simbolo dell’energia vitale, nella sua vicenda mitologica assegna alle donne, alle sue sacerdotesse e seguaci, le baccanti, un ruolo prioritario, in sintonia con la natura femminile per la quale prevede una libertà, un’ autonomia impensabili in civiltà tanto lontane da noi. E lo stesso suo dono, il vino, gioia dei mortali, esprime caratteri del femminile. Nasce dalla terra, elemento femminile per eccellenza, è un dono liquido, e come i liquidi è in stretta armonia con quell’acqua generativa da cui siamo nati, è in simbiosi con il calore e l’ardore alcolico e ne stempera l’eccesso.
Al termine di un suggestivo percorso che intreccia vari ambiti di riflessione, storia, antropologia, mito, l’autrice giunge dunque ad affermare che il vino è, in modo originale e speciale, arcaicamente/archetipicamente donna.
Quale oggi il rapporto donne e vino? Nel contemporaneo, le donne mettono in gioco componenti quali empatia, cura, accoglienza e consapevolezza del proprio autonomo impegno, ribaltando stereotipi che nei secoli hanno sottoposto il rapporto donna-vino ad una costante limitazione, tanto che per l’autrice l’odierna sommelier rappresenta l’erede di una tradizione millenaria, colei che sa contemperare la piacevole ebbrezza con il rigore professionale del saper bere affinchè il vino non divenga eccesso ma condivisione. Non si tratta di suggerire preminenze sessiste o di genere, la conoscenza e il piacere del vino superano tali distinzioni, ed anzi proprio la riscoperta di una storia così antica e affascinante permette di costituire una nuova “alleanza” in cui donne e uomini siano uniti nella comune difesa dei frutti della terra, e del vino come privilegiata bevanda di eccellenza.
La presentazione del libro in anteprima rientra nel calendario degli appuntamenti de “La Vendemmia a Torino – Grapes in Town” e si svolgerà Venerdì 1 marzo alle ore 17 presso Agenzia Viaggi Gattinoni – Via Cesare Battisti 1.
In dialogo con Maria Luisa Alberico interverrà Mara Antonaccio, giornalista, direttore editoriale del Pannunzio Magazine. A seguire brindisi a cura
dell’Associazione le Donne del Vino del Piemonte. (Cortese conferma entro 28/2 al 3281269629)
Informazione promozionale
Nel suo terzo romanzo, lo scrittore/musicista Domenico Capotorto abbandona il genere giallo per regalarci un’appassionante storia di un pianista ed un soprano, dalla loro infanzia sino al successo.
Cosa succede dietro il sipario dell’opera? Come si arriva a calcare i più grandi palcoscenici del mondo? L’autore vi trasporterà dietro le quinte della musica classica, facendovi entrare nel mondo degli artisti, vivendo i loro sforzi e sacrifici, scoprendo la loro passione e le opere che fanno parte del patrimonio culturale mondiale da secoli, attraverso i destini di una coppia di musicisti eccezionali e le loro sorprendenti vicende.
Arturo Monacelli, pianista di fama mondiale, ritorna a Venezia, dove ha trascorso i suoi anni da studente, per presentare il recital di un suo allievo, Luca von Grüber, al quale vuole evitare il percorso tortuoso e estenuante dei concorsi. Gli stessi concorsi che ha dovuto affrontare durante la sua adolescenza e che lo hanno trascinato sempre più nella sua solitudine, dove c’era spazio solo per la sua musica. La solitudine lo ha portato al successo ma, allo stesso tempo, gli ha fatto perdere tutti gli affetti e l’amore della sua gioventù: Maria Lascal.
Anche in questa opera, l’arte (nello specifico la musica classica) è il filo conduttore. Nei due precedenti romanzi, però, l’autore si serviva dell’arte come pretesto per trattare temi sensibili: nel primo romanzo, “The Hype” (Robin&sons), Capotorto metteva la rock band irlandese, chiaramente ispirata agli U2, al centro di un intrigo di spionaggio internazionale per parlare degli attentati che hanno rivoluzionato il 21o secolo (da New York a Parigi). Nel secondo, “La pace del lago” (Robin edizioni), il pittore Marc Syfes mentre era alle prese con un serial killer d’artisti, si confrontava con illustri critici e professori sulla morte dell’arte e il baratro che separa gli introiti tra grandi e piccoli artisti, ma soprattutto con il disimpegno dei governi di tutto il mondo negli investimenti per l’educazione.
Ne “La solitudine del pianista” invece, non ci sono secondi fini evidenti: a parte la critica sul sistema dei concorsi e sull’invecchiamento del pubblico appassionato dalla musica classica, Capotorto ci trasporta con il suono del pianoforte di Arturo (Benedetti Michelangeli?) e con la voce di Maria Lascal (anagramma di Callas?). La loro storia, è raccontata sin dall’infanzia, insieme a quella di Manrico, melomane autodidatta e personaggio chiave del romanzo, un testimone quasi invisibile sempre presente nei momenti chiave dei due artisti. Dopo aver posato, con calma, le basi della trama, è inevitabile affezionarsi ai personaggi e, a partire dalle vicende di Luca, staccarsi dal libro.
Durante la lettura, la voglia di ascoltare i brani e le opere citate sarà irrefrenabile.
Pianista concertista, titolare di cattedra a Vallée Sud, nella regione parigina, compone ed esegue le musiche per “America!America!” al Lincoln Center, per “A provincial painter” e “Three eyes on Pinocchio” di Dacia Maraini, a New York. Ha collaborato con diversi registi cinematografici ed ha realizzato le musiche per il cortometraggio “The incredible journey of Margaux” e il film “L’invention de l’année 2016” (entrambi premiati in numerosi festival internazionali). Artista eclettico, ha studiato jazz e suonato in rock, pop e blues band. Scrive e recita in inglese la commedia “Cabaret Opera” presso la Demo Hall di New York. Il suo primo CD con composizioni originali, “Crossing Paths” è uscito nel 2017. Nel 2018 è stato pubblicato il suo primo romanzo “The Hype” (Robin&sons edizioni) e nel 2021 “La pace del lago” (Robin Edizioni) selezionato dai Robinson di Repubblica. Le sue musiche sono state interpretate nel disco “A provincial painter moods” (Rusty records 2018). Nel 2016 si è trasferito da Parigi a Berlino dove insegna nella sua scuola di pianoforte (Klavierschule im Salon) e presso la Deutsch-Französische Musikschule. Si esibisce come solista con orchestra e in diverse formazioni di musica da camera in Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone. Attualmente è professore di pianoforte presso il conservatorio N. Piccinni di Bari.
Dove ordinarlo:
https://www.robinedizioni.it/nuovo/la-solitudine-del-pianista/
https://www.ibs.it/solitudine-del-pianista-libro-domenico-capotorto/e/9791254676615
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Nella foto Domenico Capotorto in concerto alla Philharmonie di Berlino
Scurati il Commendatore

Anch’io nel lontano 1987 venni nominato dal presidente Cossiga commendatore dell’ordine della Repubblica, ma nessuno allora disse o scrisse che quella nomina avesse un qualche rapporto con la mia carriera di docente e di studioso e che desse ad essa una qualche autorevolezza aggiuntiva. Poi mi promossero con onorificenze più importanti, ma nessuno pensò che esse mi dessero titoli scientifici maggiori. Anzi qualcuno mi prese un po’ in giro su un giornale perché solo chi non ha titoli più importanti si fregia di queste titoli che Vittorio Emanuele II non negava a nessuno insieme ad un sigaro. Vi racconto queste piccole annotazioni personali perché in Liguria c’è stata una presentazione di uno dei soliti libri faziosi di Antonio Scurati presentato come commendatore della Repubblica e Ambrogino d’Oro. I titoli scientifici non ci sono perché Scurati è un romanziere che si è proposto di scrivere libri pseudo-storici, avrebbe detto Croce, contro l’odiato Mussolini contro cui conduce una sua crociata personale. Scurati non sa che la storia non è mai giustiziera e che ascolta, anzi deve ascoltare anche l’altera pars. Forse non ha neppure studiato il latino e quindi il commendatore non sa di cosa stia parlando. Non citiamo neppure Renzo De Felice che ha dedicato la vita a studiare il fascismo e Mussolini e che il romanziere non deve avere mai aperto perché considerata da Nicola Tranfaglia un’opera da mettere all’indice dell’antifascismo. Una volta si ironizzava sui ricchi commendatori con tanto di pancia che erano protagonisti di barzellette spesso sconce. Scurati che non ha la pancia e scrive libri, non suscita ilarità né barzellette. Lui è un reduce dell’antifascismo che combatte una battaglia che invece di creare nuovi adepti rischia di incrementare le truppe della Meloni. Senza voler esibire un pizzico di cultura elitaria, è proprio il caso di parlare di “eterogenesi dei fini”. Detto più semplicemente, il libro raggiunge scopi diversi, anzi opposti, da quelli che si proponeva.
Ecco la nuova “GAM” dell’era Bertola
Alla presenza delle Istituzioni, la nuova direttrice della “GAM” di Torino, Chiara Bertola, ha presentato un ricco pacchetto di “riflessioni” sul futuro del Museo di via Magenta
Da Venezia a Torino. Nuova direttrice, dall’ottobre 2023 della “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di Torino (succeduta alla direzione di Riccardo Passoni), Chiara Bertola, nata a Torino (classe ’61) ma, da tempo residente e operante a Venezia (dove, fra i tanti incarichi, è curatrice del progetto di arte contemporanea “Conservare il futuro” alla veneziana “Fondazione Querini Stampalia” dal 1999 ad oggi), ha presentato alla Città, presente il sindaco Stefano Lo Russo, le linee guida del suo mandato, la sua “visione per il futuro” del Museo ed il ricco e variegato programma espositivo del 2024. All’incontro presenziava anche il presidente della “Fondazione Torino Musei” Massimo Broccio, con il quale sono stati delineati i primi interventi della “revisione degli spazi”, in previsione del prossimo “concorso progettuale” che interesserà l’intero edificio progettato nel 1959 da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. “Con la nomina di Chiara Bertola – ha sottolineato Massimo Broccio – non solo prende avvio la sua nuova visione per il Museo e il suo ricco programma 2024 ma anche il percorso di riqualificazione dell’edificio. Entro l’anno sarà infatti esperito il Concorso internazionale di progettazione, ma annunciamo oggi come assoluta novità quello che abbiamo chiamato il ‘Lotto zero’, ovvero mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali, propedeutici al futuro cantiere, condotti nel foyer e al primo piano, a cui si accompagna la importante riapertura del ‘secondo piano’, dove troverà collocazione anche un ‘Deposito vivente’, in cui le opere saranno visibili dal pubblico attraverso uno sguardo dal di dentro, da dietro le quinte, così come sono abituati a vederle gli addetti ai lavori. La nomina di Chiara Bertola e le altre novità che riguardano l’edificio sono il primo concreto passo per una trasformazione attesa e necessaria, che investe sia il progetto culturale del Museo sia la sua architettura, tracciando un ponte tra una storia ormai antica e la consapevolezza degli orizzonti culturali futuri che ne modificheranno il ruolo”. Il futuro è dunque importante “trasformazione”, deciso cambio di passo, per la “GAM”. Culturale e strutturale. Molteplici, in questo senso, le principali “riflessioni” appuntate sul taccuino “GAM del Futuro”, su cui lavorerà la nuova direttrice. Da “La ‘GAM’ come organismo sapiente e accogliente”(Museo aperto all’intera comunità) fino all’ideazione di uno “Spazio nuovo”(“ripulendo le stratificazioni successive alle origini per denudare lo scheletro dell’edificio iniziale”), il tutto passando attraverso un prezioso “Lavoro di rete” con le altre istituzioni culturali del territorio, riconoscendo il valore di “due anime”, entrambi essenziali come il “rigore” verso la più nobile storicità dell’arte ma anche l’apertura al “deragliamento” verso “un’anima sperimentale, vitale e gioiosa, in sintonia con i giovani fruitori, con i nuovi artisti e le nuove creatività”. Grande attenzione alle preziose “Eredita’” acquisite dal Museo, non meno che alle “nuove progettazioni”. Su questa linea si muoveranno il “Programma Primavera– Estate 2024” (in primo piano, dal 24 aprile al 15 settembre, la grande retrospettiva dedicata a “Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte”) e la “Prima Risonanza Autunno 2024”, sotto la direzione di Chiara Bertola, dal 16 ottobre 2024 al 15 marzo 2025.
Punto chiave del tutto, il Capitolo “Un Museo verso il Futuro. La nuova Gam 4.0”. Ancora il presidente Broccio: “ Si tratta del grande progetto – supportato dalla ‘Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla sua partecipata, la ‘Società Prisma’ – di rigenerazione della prima Galleria Civica di arte nata in Italia e dell’avveniristica sede in cui è ospitata, attraverso principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, innovazione architettonica e tecnologica e nuovi modelli di fruizione museale, che sappiano coinvolgere e attrarre il pubblico di domani. Entro il prossimo mese di maggio la ‘Fondazione’ pubblicherà il bando per la selezione del gruppo di professionisti a cui affidare la progettazione dell’intervento, con l’obiettivo di aggiudicare il concorso entro la fine del 2024”.
“L’obiettivo – conclude Chiara Bertola – è creare un’Istituzione in grado di mettersi in relazione con il mondo, dentro e fuori dalle proprie mura. Mi piacerebbe che la ‘GAM’ si trasformasse il più possibile in un luogo complesso, vivo e inclusivo, che riuscisse ad accendere e riattivare le opere e le idee del patrimonio ereditato, proponendole sotto una nuova luce e riposizionandole in una nuova costellazione di senso”.
Gianni Milani
Nelle foto: Chiara Bertola e GAM esterni
Liberi si nasce e liberi si resta!
UN INCONTRO SULLA LIBERTÀ E LA TIRANNIA
Un appuntamento culturale di rilievo è in programma venerdì 16 febbraio alle ore 18:30 al Circolo dei Lettori di Via Bogino 9 a Torino. Si terrà infatti, la presentazione con lettura e dibattito di “Il Contr’uno remix o della servitù volontaria”, adattamento di Fabrizio Odetto del saggio epocale sulla tirannia e la servitù dei popoli, scritto intorno alla metà del XVI secolo dal giovane filosofo francese Étienne de La Boétie. Il libro è edito da Lisianthus.
Nell’odierno clima culturale, pieno di contraddizioni, questo breve saggio ci ricorda che la libertà e il libero arbitrio sono tesori dal valore inestimabile; beni così preziosi che, una volta perduti, sono capaci di spogliare l’uomo della sua stessa umanità.
Il celebre “Discorso sulla servitù volontaria” è ritenuto uno dei più grandi testi mai scritti contro la tirannia, in difesa dei diritti naturali dell’uomo. Una lucida visione che proviene da un remoto passato, diretta verso un lontano futuro, che rischia di diventare un eterno presente.
“Non occorre che il tiranno lo scacciate con la forza” scrive Étienne de la Boétie, “non serve buttarlo giù dal trono: basta smettere di sostenerlo e, simile a un gran colosso a cui si tagliasse via la base, eccovelo a terra, cadere sotto il proprio peso, e andare in mille bricioli!”
L’attore Fabrizio Odetto ha rielaborato e adattato la prima versione italiana a cura di Pietro Fanfani e al Circolo Lettori ne porterà viva testimonianza attraverso la sua interpretazione.
L’incontro sarà moderato da Riccardo Cristiani.
L’ingresso è gratuito, è gradita la prenotazione.
Per informazioni contattare il numero 0118904401 o scrivere un’e-mail: info@circololettori.it
Mara Martellotta
Per “Giovedì Scienza”, il 15 febbraio 2024, al Polo del ‘900, in via del Carmine 14, a Torino, alle ore 17.45, si terrà l’incontro “Da Holliwood al Bluetooth – L’attrice che ci ha portato il Wi -Fi”. Un pomeriggio con l’attrice e scrittrice torinese Sara Damario e con la professoressa Michela Meo del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino alla scoperta dell’attrice austriaca Hedy Lamarr. La diva viennese, per Andy Warhol la “donna più bella del mondo” non fu un’attrice qualsiasi: oltre a diversi film, sei mariti ed il successo internazionale sin dalla prima pellicola in cui si vede un seno nudo – “Extase” del cecoslovacco Gustav Machaty nel 1933 – brevettò un’invenzione a scopo militare, oggi utilizzata per la telefonia mobile, la tecnologia wireless. Lady Bluetooth interpretò quindi un ruolo chiave nella storia dell’innovazione scientifica inventando il moderno metodo di comunicazione senza fili impiegato nelle reti wi -fi e nel Gps. Modernissima.
Igino Macagno
La XXXVI edizione del Salone del libro sarà ispirata alla raccolta di scritti intitolati “Vita immaginaria” di Natalia Ginzburg, uscita esattamente cinquanta anni fa.
“Questo salone – spiega Annalena Benini, la direttrice editoriale – rappresenta un omaggio alla vita immaginaria, in tutte le sue forme, al suo modo creativo, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando che qualcuno di essi possa diventare reale”.
“Il manifesto di quest’anno – aggiunge Annalena Benini – è stato creato dall’illustratrice Sara Colaone ed è il racconto di un territorio dove lo sguardo si fa libero di immaginare e di contemplare vite e pensieri che crescono in modo autonomo. Un inno alla immaginazione e alla comunità, un invito a inventare insieme mondi nuovi e spazi nuovi, che appartengono alla collettività. Sogniamo insieme pagine, parole, vite che già esistono e si nutrono”.
MARA MARTELLOTTA
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