CULTURA- Pagina 44

Il mistero del dopo e la memoria degli assenti: torna Torino Spiritualità

Sono il mistero del dopo e la memoria degli assenti a rendere enigmatica la fine; nella sua certezza è però possibile trovare il senso della presenza, di quel cammino che è la vita. In occasione della sua 19. edizioneTorino Spiritualità dedica cinque giorni «Agli assenti. Della morte ovvero della vita», un’opportunità per scrittori, pensatrici, filosofi, artisti e per il pubblico del festival di provare a riflettere sul nostro rapporto con la morte. Il festival, ideato e organizzato dalla Fondazione Circolo dei lettori, in programma da mercoledì 27 settembre a domenica 1 ottobre tra il Circolo dei lettori, teatri, cinema e luoghi della cultura di Torino, sarà un’occasione d’incontro con la nostra finitezza, tanto necessaria quanto “scomoda” e arricchente.

 

Anteprima e inaugurazione, The biggest Death Café ever

 

Torino Spiritualità si è aperta con l’anteprima di domenica 17 settembre al Teatro Carignano: l’attore e doppiatore Francesco Pannofino legge e interpreta Le intermittenze della morte del Nobel José Saramago accompagnato da un ensemble di musicisti diretti da Simone CampaL’inaugurazione vera e propria della 19. edizione, in programma mercoledì 27 settembre, trasforma la chiesa di San Filippo Neri, la più grande di Torino, in un Death Caféthe biggest Death Café ever. Nati e diffusi nei paesi anglosassoni, i Death Café sono occasioni per riflettere insieme sulla morte e sul morire. Non sono sedute terapeutiche né sessioni di mutuo aiuto ma momenti di limpida condivisione di un’atmosfera informale, in cui i tabù cedono il posto alla convivialità e alla consapevolezza che essere mortali è quanto di più umano ci sia. A introdurre il Death Café di apertura di Torino Spiritualità, il monaco e tanatologo Guidalberto Bormolini; dopo il suo intervento, il pubblico della chiesa di San Filippo Neri viene diviso in 60 gruppi: 600 potenziali persone, 10 per ogni tavolo, guidate da un facilitatore, danno vita a una discussione comune sul perché la morte faccia parte della vita. L’evento è realizzato con la collaborazione di Fondazione Fabretti OnlusFondazione FAROOrdine Psicologi PiemonteScuola Capitale Sociale. Main sponsor SOCREM – Società per la Cremazione Torino.

Dopo l’inaugurazione, alle 21 al Cinema Massimo, Guidalberto Bormolini incontra l’attore e artista Alessandro Bergonzoni; moderati dall’antropologa Cristina Vargas, i due danno vita all’incontro Difficile non morire tutti quando muore qualcuno; sempre alle 21, al Circolo dei lettori, lo storico della scienza Francesco Paolo de Ceglia conversa con la scrittrice Chiara Valerio sul mito dell’immortalità nel dialogo Vampyr. La vita per sempre. Alla stessa ora nella sala Gioco del Circolo il sacerdote, scrittore e cappellano del carcere di Padova Marco Pozza riflette sull’esperienza dell’uccidere: La mia anima è triste fino alla morte.

Dopo aver inaugurato con il più grande Death Café mai realizzato, il Circolo dei lettori ospita altre sessioni di Death Café: giovedì 28 settembre con la tanatologa Marina Sozzi, venerdì 29 con lo psicologo Andrea Bovero, sabato 30 con il tanatologo Davide Sisto, domenica 1 ottobre con Natalia Pazzaglia, fondatrice di una piattaforma online di sostegno al lutto.

 

Ospiti, dialoghi, spettacoli 

 

Tanti gli incontri, le conversazioni, le lectio e gli spettacoli per riflettere. Lo scrittore svedese Björn Larsson conversa con Martino Gozzi, scrittore e AD della Scuola Holden, su orfanità e mancanza, sul rapporto tra autodeterminazione e legami di sangue. Al Teatro Gobetti il drammaturgo Stefano Massini esplora la paura dell’annientamento a partire dalle pagine del suo Manhattan Project (Einaudi, 2023). Lo scrittore e drammaturgo belga Éric-Emmanuel Schmitt, autore tra i più rappresentati sui palchi di tutto il mondo, ragiona sulle contraddizioni materiali e la profondità spirituale di Gerusalemme, a partire dal viaggio in Terra Santa che ha raccontato nel recente La sfida di Gerusalemme (Edizioni e/o, in coedizione con Libreria Editrice Vaticana, 2023). Il filosofo francese François Jullien intreccia pensiero orientale e occidentale per riflettere sulla smisuratezza dell’evento del morire nella lezione La morte: tra comprensione e incommensurabile (al MAO Museo d’Arte Orientale, venerdì 29 settembre, in collaborazione con Unione Buddhista italiana) e conduce, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, un seminario di introduzione al suo pensiero. In Non ai morti si addice la tristezza, la poetessa Chandra Livia Candiani riflette con il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto sui veli oscuri con cui abbiamo reso la morte un’estranea (sabato 30.9 al Teatro Gobetti), mentre il teologo Vito Mancuso tiene una lezione fornendo le Istruzioni per arrivare vivi alla morte (giovedì 28.9 al Cinema Massimo). Domenica 1 ottobre lo psicoanalista Massimo Recalcati è atteso per due appuntamenti: un’indagine sul mistero della resurrezione di Gesù (al Cinema Massimo, ore 15) e una lezione/spettacolo a partire dal celebre Diario di un dolore di C.S. Lewis, con la partecipazione dell’attore Sax Nicosia, in collaborazione con SOCREM – Società per la Cremazione Torino (Teatro Colosseo, ore 18.30). Sulle vite di chi è venuto prima di noi ragiona l’autore islandese Jón Kalman Stefánsson, a partire dal romanzo La tua assenza è tenebra e dalla nuova raccolta di poesie Quando i diavoli si svegliano déi (entrambi Iperborea, rispettivamente 2022 e 2023), insieme al libraio Davide Ferraris. Della sopravvivenza di noi negli oggetti dialogano Massimo Mantellini, esperto di tecnologia e web, Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 e autore del recentissimo La casa del mago (Ponte alle Grazie, 2023), e Chiara Alessi, storica del design e voce del podcast del Post Cosa c’entra?. Mantellini incontra inoltre il tanatologo Davide Sisto e la scrittrice Giulia Muscatelli per una conversazione sui social e l’elaborazione del lutto. Al rapporto tra morte e digitale è dedicato anche l’incontro a cura di AFC Torino S.p.A con il giornalista Sergio BellucciAndrea Ciucci della Fondazione Vaticana RenAIssance e la sociologa Maria Giovanna Musso. Nell’incontro Ispirati dalla fine, il fondatore e leader dei Marlene Kuntz Cristiano Godano racconta il sodalizio tra rock e morte (giovedì 28.9 ore 18.30, Circolo dei lettori) mentre lo scrittore Paolo Nori, insieme al clarinettista Mirco Ghirardini, presenta Essendo capace di intendere e di volere, reading a partire dai testamenti olografi dell’archivio notarile di Napoli (giovedì 28 al Teatro Gobetti); lo scrittore e studioso di letteratura russa tiene anche una lezione sulla morte nelle opere di Tolstoj (Circolo, venerdì 29.9). Gabriele Vacis e Roberto Tarasco presentano il progetto teatrale dedicato alla Bibbia (Antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale Torino, giovedì 28.9), insieme alla compagnia PEM Potenziali Evocati Multimediali. Ubbikaai. La madre Muerte è invece lo spettacolo di narrazione dell’antropologo e storyteller Marco Pollarolo, con il suggestivo live painting dell’artista Stefano Giorgi. Il dialogo interreligioso tra il pastore protestante Paolo Ribet e il rabbino Alberto Somekh, moderato dal filosofo Federico Vercellone, si concentra invece sui diversi modi con cui ebraismo e protestantesimo guardano all’esperienza del morire (giovedì 28.9, Circolo dei lettori). Di spettri, medium e case infestate discutono lo studioso Massimo Scotti, la fotografa Nadia Pugliese e il giornalista Luca Castelli, mentre lo psichiatra Vittorio Lingiardi si sofferma sulla dimensione del sogno come aldilà e Gabriella Caramore, in dialogo con il direttore della Fondazione Circolo dei lettori Elena Loewenthal, riflette sulla vecchiaia, ultima stagione dell’esistenza (sabato 30.9, Teatro Gobetti). In La vita succede. Anatomia della restanza, l’antropologa e micologa norvegese Long Litt Woon dialoga con lo scrittore Matteo B. Bianchi di lutti dei propri amati e di vie per superare la perdita, insieme al libraio Giorgio Gizzi. Di attraversamento del lutto parlano anche la copywriter Giulia Andreani, la belonging designer Donatella Caggiano, l’illustratore Gianluca Folì e Natalia Pazzaglia, fondatrice della piattaforma online Lasae, nata per sostenere chi sta facendo i conti con la perdita. Il fondatore della Comunità di Bose e della Casa della Madia Enzo Bianchi tiene una lezione a partire dalla riedizione del suo Vivere il morire (EDB), mentre il sacerdote Luigi Maria Epicoco rilegge La strada, capolavoro di Cormac McCarthy, presentando le riflessioni sulla fine che danno corpo al suo imminente Custodire il fuoco. Vademecum dopo l’Apocalisse (Einaudi, 2023). Il sacerdote e saggista Luca Peyron conversa con il presidente della Fondazione Circolo dei lettori Giulio Biino su astronomia e stelle morte, cieli sereni e luce dal nero. La storia del suicidio vista attraverso filosofia, letteratura e cinema è il fulcro della conversazione Tanto vale vivere, tra la filosofa Ilaria Gaspari e Guido Vitiello, docente di linguaggio cinematografico; la filosofa dialoga anche intorno alla perdita degli animali amati insieme alla psicologa Barbara Alessio e al veterinario Franco Fassola, autori del saggio L’ultima carezza, in collaborazione con Tyche Pet. Sulla morte spiegata ai bambini si confrontano la docente ed esperta di pedagogia Chiara Scardicchio e il neuropsichiatra Stefano Benzoni; Scardicchio discute anche insieme allo psichiatra e scrittore Paolo Milone, autore di Astenersi principianti (Einaudi, 2023), di come si possa guardare la morte con gli occhi degli altri, con letture di Antonella Delli Gatti (sabato 30.9 al Teatro Gobetti). L’attrice Rita Pelusio porta in scena La felicità di Emma, spettacolo delicato, surreale e commovente tratto dall’omonimo romanzo di Claudia Schreiber (Teatro Gobetti, venerdì 29 ore 21), mentre lo scrittore Daniele Aristarco, accompagnato dal musicista Roberto Billi, racconta storie di vittorie e sconfitte, di lotta per la giustizia e sacrificio di sé nel reading Una bella R-esistenza, dedicato agli studenti delle scuole superiori. Don Paolo Scquizzato dialoga con il medico chirurgo Stefano Manera in Ho fatto pace con la morte (Aula Magna Cavallerizza Reale, domenica 1 ottobre). Intorno ai riti dell’ultimo viaggio ragionano il tanatologo Davide Sisto, lo scrittore e cerimoniere funebre Ade Zeno (Stefano Colavita) e la tanatoesteta e scrittrice Simona PediciniDerio Olivero, vescovo e saggista, esplora alcune importanti rappresentazioni pittoriche della morte mentre il latinista Nicola Gardini sviluppa una lezione sul potere necromantico della letteratura, capace di far rincontrare i vivi e i morti, e il filosofo e studioso del pensiero orientale Marcello Ghilardi ripercorre tradizioni e racconti popolari in cui i defunti lasciano tracce nel mondo dei viventi (in collaborazione con Unione Buddhista Italiana, al MAO Museo d’Arte Orientale). La Comunità Religiosa Islamica Italiana esplora il rapporto tra Islam e morte e omaggia la figura di René Guénon in occasione del trentennale della sua fondazione, mentre gli insegnamenti delle antiche fonti indiane sulla morte sono al centro della riflessione dell’indologo Gianni Pellegrini. Sulle scelte di fine vita si confrontano il teologo e bioeticista Carlo Casalone e il vicepresidente della Società Italiana di Cure Palliative Luciano Orsi insieme alla tanatologa Marina Sozzi (in collaborazione con Fondazione Fabretti). Il docente di religioni e filosofie dell’Asia Matteo Cesari dialoga con i monaci zen Dario Doshin Girolami e Elena Seishin Viviani. Il linguista Federico Faloppa e il medico Oscar Bertetto, con la psicologa e terapeuta Monica Seminara, si confrontano sulla difficoltà di dire la morte e sulle parole che aiutano nelle situazioni di crisi; la neuropsichiatra Pia Massaglia tiene una lectio su come sostenere i bambini e i ragazzi nell’esperienza di perdita, mentre la tanatologa Marina Sozzi ci accompagna tra I doni della morte (i tre incontri sono in collaborazione con Fondazione FARO). Resti di umanità. Dialogo sul corpo e la fisicità della morte è invece l’incontro che Frame – Divagazioni scientifiche, Fondazione Benvenuti in Italia, Fondazione Fabretti e SOCREM organizzano con gli storici Giovanni De Luna e Manfredi Merluzzi e la storica delle religioni Maria Chiara Giorda (sabato 30.9, Off Topic) mentre il Polo Culturale Missionario CAM – Cultures And Mission propone una riflessione sul culto degli antenati con l’antropologo Alessandro Gusman, la suora missionaria in Bolivia Stefania Raspo, l’antropologo e sacerdote missionario in Brasile Corrado Dalmonego.

 

Laboratori, itinerari, esperienze 

 

Torino Spiritualità propone anche laboratori, itinerari cittadini e appuntamenti di riflessione anche giocosa intorno al tema degli assenti. Il laboratorio esperienziale Le assenze, gli assenti è un’esplorazione psicodrammatica sulla perdita e sul limite, condotto dall’antropologa Cristina Vargas e dalla psicoterapeuta Caterina di Chio (Circolo dei lettori, giovedì 28 settembre, in collaborazione con Fondazione Fabretti). Un giorno morirai, ma tutti gli altri no è un gioco interattivo di gruppo sull’imprevedibilità dell’evento che più temiamo, organizzato da Libreria Therese e condotto da Giulia Muscatelli e Davide Ferraris (Circolo dei lettori, domenica 1 ottobre). La filosofa Laura Campanello conduce il laboratorio Una è la medesima arte del vivere e del morire, mentre lo scrittore Ermanno Cavazzoni presenta un seminario di scrittura di epitaffi, necrologi e coccodrilli. L’artista Stefano Faravelli conduce un laboratorio di contemplazione di ex-voto, lo scrittore Martino Gozzi guida i partecipanti in un’esperienza di scrittura delle proprie catastrofi, il disegnatore Alessandro Bonaccorsi porta al festival un laboratorio di “disegno brutto” a tema funebre, la coreografa Monica Secco dà vita a un’esplorazione fisica del vuoto, mentre è dedicato alle scelte di fine vita il laboratorio proposto dalla tanatologa Caterina Giavotto e dall’avvocato Manuela Ferrari, in collaborazione con l’Unione Buddhista Italiana. Tra le camminate cittadine, gli itinerari condotti dalla storica dell’arte Federica Tammarazio presso il Cimitero monumentale di Torino, la visita artistico-simbolica condotta da Pietre Vive Torino, l’itinerario tra i padiglioni dell’Ospedale Mauriziano a cura del gruppo Stanza del Silenzio e il percorso Memoria d’assenza, marmorea presenza condotto dallo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa tra i monumenti del centro di Torino. Alle antiche Ghiacciaie del Mercato Centrale di piazza della Repubblica, don Paolo Scquizzato propone una meditazione guidata con sonorizzazione dal vivo, mentre il polistrumentista Simone Campa e la cantante Irene Rotondale si cimentano nella performance di ascolto e sound healing De profundis. Suoni dal ventre della terra.

 

L’immagine guida del festival, realizzata dall’illustratrice Laura Giorgi, si sofferma sugli “assenti” per tradurre in stravagante visione la loro lontananza e la nostra nostalgia, il loro appartenere a un altrove che non conosciamo ma al quale non smettiamo di volgere gli occhi.

 

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Il programma completo di Torino Spiritualità 2023 Agli assenti. Della morte ovvero della vita è su torinospiritualita.org

 

La biglietteria è su Vivaticket

 

Biglietteria il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino) 

Da lunedì a sabato ore 9.30 – 19.30

Domenica 1 ottobre ore 9.30 – 20.30

 

Vivi la 19. edizione di Torino Spiritualità anche sui siti e sui social media di Torino Spiritualità e Fondazione Circolo dei lettori.

 

#ToSp23 #TorinoSpiritualità

 

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Francesco Manacorda nominato nuovo Direttore del Castello di Rivoli

Il Consiglio di Amministrazione del Castello di Rivoli annuncia la nomina di Francesco Manacorda quale Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Il nuovo Direttore assumerà l’incarico a far data dal 1° gennaio 2024.

Francesco Manacorda è stato Direttore Artistico della V-A-C Foundation (2017-22); Direttore Artistico della Tate Liverpool (2012-17), Direttore di Artissima (2010-12) e Curatore presso la Barbican Art Gallery (2007-09). Dal 2006 al 2011 è stato Docente presso il dipartimento di Curating Contemporary Art del Royal College of Art, Londra. Ha co-curato nel 2016 la Biennale di Liverpool e nel 2018 l’undicesima edizione della Biennale di Taipei.

Francesco Manacorda è stato scelto al termine di una manifestazione d’interesse pubblica da una commissione giudicatrice presieduta da Francesca Lavazza, Presidente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, e composta da Richard Armstrong, che è stato Direttore The Solomon R. Guggenheim Foundation dal 2008 fino a luglio 2023; Andrea Ruben Levi, collezionista, Amico Benefattore del Castello di Rivoli, membro del Board of Trustees del New Museum di New York; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, collezionista, Presidente dell’omonima fondazione, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT; Sir Nicholas Serota, Presidente Arts Council England, già Direttore Tate.

Francesco Manacorda succede in qualità di Direttore a Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Museo nel 2009 e dal 1° gennaio 2016, che andrà in pensione il 31 dicembre 2023.

Le eccellenze si incontrano in Certosa

Arte, artigianato, natura, cultura e musica. Sono questi i principali ingredienti di “Eccellenze in Certosa”, l’appuntamento organizzato da Fatto-a-mano in collaborazione con Certosa 1515, per il prossimo 1 ottobre.

La giornata si svolgerà nella splendida cornice della Certosa, a metà strada tra i laghi di Avigliana e la Sacra di San Michele.
Nata nel 1515 come convento francescano, nel ‘900 la struttura è stata abitata da suore certosine. Negli anni ’90 il Gruppo Abele avvia un lungo ed impegnativo restauro per conservarne lo spirito originario. Oggi è un luogo di accoglienza aperto a tutti, gestito da un’impresa sociale. Un posto dove rigenerarsi e dove assaporare il valore della bellezza.

Una ventina di artigiani, in gran parte provenienti dalla Val Susa, Val Sangone e dalla Val Chisone, dalle 10 alle 17.30 del 1 ottobre, esporranno le loro produzioni raccontando il loro lavoro e la loro esperienza. Alcuni organizzeranno anche delle dimostrazioni per mostrare dal vivo cosa significa lavorare con le mani.

La giornata sarà poi inframmezzata da alcuni momenti culturali, musicali e dedicati alla natura: la visita all’alboreto della Certosa, la presentazione del libro di Simone Siviero “Mitobotanica” intervistato da Sante Altizio, presidente di Bookpostino.

Ed ancora la musica occitana del gruppo Li Destartavela’ e le sonorità coinvolgenti del Coro GiovanInVivaVoce.

“Questo appuntamento – sottolineano Adelaide Valle e Chiara Caratto del blog Fatto-a-mano – rappresenta per noi un punto di arrivo molto importante. Quando in pieno periodo Covid abbiamo creato questo sito, avevamo l’obiettivo di dare voce ai tanti artigiani forzatamente in silenzio. Poi i tour in bottega hanno significato apertura e coinvolgimento del territorio ed ora questo appuntamento ci aiuta a coniugare artigianato, cultura e bellezza elementi fondamentali del Fatto a mano”.

Il segreto dei Templari alle porte di Torino

Un alone di mistero circonda il castello tra storie, leggende e fantasmi. Lo stato piuttosto fatiscente in cui giace fa pensare che il tempo si sia fermato ma quel che resta del maniero ci rimanda alla storia dei Templari e poi a quella dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme.

Intriso di leggende e storia il mistero templare sopravvive a pochi passi da Torino, attorno e dentro il castello medioevale della Rotta a Moncalieri. Una residenza frequentata nel Medioevo, e anche successivamente, da vari Ordini cavallereschi. Leggende sui fantasmi di cavalieri morti in battaglia e giovani donne suicide che si lanciano dalla torre della rocca circolano numerose ancora oggi.

Non solo, ma sotto il castello, sarebbe rimasta una galleria attraverso la quale si poteva raggiungere Moncalieri da una parte e il piccolo borgo Gorra dall’altra. Siamo davanti a uno scenario templare di tutto rispetto in cui affiorano una lapide murale con racconti presumibilmente legati all’epoca delle Crociate e leggende misteriose come quella di una giovane fanciulla giunta dalla Francia per sposare il proprietario del maniero. Un signore ricco e facoltoso ma troppo brutto e deforme per sposarlo. Ma le nozze erano obbligate. Un tal giorno la giovane vola, forse spinta, da una finestra e si sfracella sul ponte levatoio. Leggende che rivivono avvicinandosi alla dimora che, pur decadente e attaccata dalla vegetazione, non ha perso nulla del suo fascino antico. Si trova in aperta campagna, a pochi chilometri da Moncalieri, nella frazione La Rotta, tra la statale e l’autostrada ed è raggiungibile percorrendo un sentiero sterrato e polveroso nelle cui vicinanze scorrono il Po, il Banna e lo Stellone. L’antico edificio aveva una funzione strategica: difendere il ponte sul torrente Banna sul quale passava la strada romana proveniente da Pollenzo. Passò in seguito ai cavalieri Gerosolimitani di Moncalieri che possedevano altri terreni nella zona e che nel Quattrocento ristrutturarono ampiamente l’edificio. I Cavalieri dell’Ordine del Tempio, fondato nel 1118-19, furono presenti in Piemonte e a Torino, secondo gli storici, già nella prima metà del dodicesimo secolo. Con la torre di vedetta, un grande cortile interno, l’ospizio per i pellegrini, la cappella, le stalle, il pozzo, magazzini e sotterranei, il castello presentava le caratteristiche di una “domus” templare e, secondo la studiosa Bianca Capone Ferrari, la Rotta assumeva le sembianze di una casa-forte templare dipendente dalla domus templare di Sant’Egidio di Testona vicino al ponte sul torrente Banna. La Capone scrive che il nome del castello deriverebbe dalla rotta, dalla sconfitta subita dal duca Tommaso di Savoia nella guerra contro i francesi nel 1639 ma già nel Quattrocento veniva indicato come Grancia Rupta dai gerosolimitami di Moncalieri. O forse ancora il nome deriverebbe da una rotta militare antica oppure da rotha (roggia) per la presenza di molti corsi d’acqua che scorrono nella zona. Non si sa quando i templari lasciarono la fortezza ma un documento conservato nell’archivio della città attesta che, verso la fine del Duecento, alla Rotta erano già presenti i Gerosolimitani. Negli anni Ottanta il fortilizio fu restaurato e riportato all’antico splendore. Come detto, le leggende sul castello  sono talmente numerose che hanno suscitato l’interesse di curiosi ed esperti secondo i quali il momento più propizio per “osservare” i fantasmi sarebbe la notte tra il 12 e il 13 giugno.

Filippo Re

Castello di Miradolo: Italo Calvino. Immagini e note a piè di pagina

Oltranza Festival, l’arte dell’incontro contro le barriere

 

www.oltranzafestival.it

 

Una giornata per promuovere il tema dell’accessibilità totale dei luoghi e dei contenuti della cultura di Torino

 

I proventi supporteranno interventi concreti volti a migliorare l’accessibilità di circoli e a sovvenzionare una borsa di studio

 

 Una sola missione: quella di promuovere la totale accessibilità dei luoghi e dei contenuti della cultura di Torino. OLTRANZA FESTIVAL torna, per la sua seconda edizione, domenica 24 settembre all’Hiroshima Mon Amour per divertire, aggregare e, soprattutto, per sensibilizzare il pubblico ad agire ogni giorno e contro ogni barriera, riflettendo sull’importanza dell’inclusione. 

 

Un’intera giornata in compagnia di un fitto programma di appuntamenti, fra musica liveconcerti in Lingua dei Segni Italiana (LIS), dj setlaboratori di teatro integratoperformance di live paintingmostre, esposizioni tattililezioni di yoga presentazioni di libri, ma anche talkdibattiti ed interviste ad alcuni dei volti più noti della cultura torinese.

 

La fruizione della cultura è ancora oggi un lungo percorso a ostacoli, che non consente la totale libertà di raggiungere un pubblico senza categorie. Quanti dei luoghi e dei contenuti che frequentiamo si possono considerare accessibili? Da questa e da altre domande nasce OLTRANZA FESTIVAL, per promuovere da un lato l’accessibilità dell’arte affinchè tutte le persone – disabili e non – possano frequentare concerti, teatri, mostre, con la possibilità di godere a pieno di ciò che l’arte ha da offrire, scegliendo in piena libertà le modalità con cui farlo. Dall’altro, il festival intende sensibilizzare il pubblico – tutto – sulla differenza che esiste tra assistere ad uno spettacolo e viverlo.

“La miglior arma contro abilismo, razzismo ed emarginazione è la conoscenza dell’altro”, dichiarano Eleonora Cappelluti e Gigi Cosi, presidenti delle associazioni promotrici del progetto, Soundset Aps e Indiependence, nonché a loro volta cantautori (in arte sono Ella Nadì e Bandini). “Per questo c’è bisogno di luoghi fisici dove poter incontrare il diverso da noi, dialogarci e scoprire che così diverso non è. Speriamo che tanta gente si unisca a noi in questa missione perché più persone saremo, più saremo capaci di migliorare, seppur nel nostro piccolo, il mondo in cui viviamo”.

 

Tutti i proventi dell’iniziativa saranno per questo motivo utilizzati per finanziare una borsa di studio destinata al Master in Disability Management di SAA School of Managementper manifestare la voglia di investire nella formazione di professionisti che sappiano garantire in futuro pari diritti, a tutte le persone. Il restante ricavato sarà inoltre devoluto per sovvenzionare – con interventi concreti  l’installazione di piattaforme di accesso ai circoli e ai luoghi della cultura di Torino.

 

Al centro della giornata di festival c’è l’arte, in tutte le sue sfaccettature: dal dibattito al talk, dai concerti ai dj set, dai laboratori alle mostre, per lanciare un messaggio di cambiamento e trasformare quelli che oggi sono vissuti come limiti, in possibilità di miglioramento. Il festival proverà quindi a riflettere sulle tematiche inclusive in maniera propositiva insieme ai suoi ospiti, intervistati dai microfoni di Radio Baraccone 13, a partire da Eugenio Cesaro (Eugenio in via di gioia) Patrizia Saccà campionessa paralimpica di tennis-tavolo e istruttrice di yoga che ha ideato il Saluto al Sole per persone con disabilità motoria, ma anche attraverso i dibattiti condotti da RBE TV, che esplorerà l’accessibilità degli eventi culturali a Torino, dai percorsi museali, alla comunicazione.  

 

Tra i laboratori per bambini e adulti proposti dal festival il più atteso e “SILENT: un viaggio visionario al limite della percezione”, in virtù della presenza di un ensemble vocale costituito da persone sorde al fianco dei solisti, attraverso una sessione di musica elettronica di due ore, aperte a sordi e udenti, dove il suono non viene concepito come un momento d’ascolto, ma come vibrazione attraverso cui fare esperienza. Il progetto d’avanquardia, rompe le barriere tra udente e non udente, attraverso un prodotto artistico pensato appositamente per essere fruito indistintamente da chi può utilizzare l’udito e chi no, e dove – per la prima volta – l’obiettivo non è rendere possibile ai sordi l’accesso al mondo sonoro degli udenti, ma il contrario: entrare nel mondo sonoro dei non udenti. 

 

Un approccio multidisciplinare, per un evento che affronta il tema dell’iclusione da diversi punti di vista attraversando trasversalmente diverse discipline, dal teatro con il laboratorio integrato di improvvisazione “Teatro e Dintorni a cura della compagnia STRANAIDEA, dedicato all’esplorazione delle abilità insite in ognuno di noi, fino alle imperdibili performance di live painting di Francesco Canale che – nato senza braccia e gambe – all’età di soli quattro anni inizia a realizzare i suoi primi disegni con la bocca. Schizzi che rivelano un incredibile talento.

 

Un susseguirsi di eventi lungo tutta la giornata cercherà di accontentare diverse fasce d’età e molteplici interessi attraverso la musica, con djset e concerti che vedranno protagonisti gli Sweet Life Society, gli eclettici Makepop, la cantautrice e nuova rivelazione torinese Omär, e, nel pomeriggio, anche un concerto interamente tradotto in LIS (Lingua dei Segni Italiana) di LEPRE, cantautore romano dal linguaggio attuale, sincero, che presenterà il suo nuovo lavoro discografico “Malato”. Attraverso il corpo, le mani e la traduzione artistica del testo, la musica diventa visiva. Un’ulteriore soluzione per favorire la completa immersione nella musica e nel ritmo delle persone sorde, sarà la distribuzione di palloncini che amplificano le vibrazioni, facendole percepire direttamente attraverso il corpo.

 

Fra le presentazioni di libri non poteva mancare l’ospite più affezionato del festival, Valeria Carletti con la presentazione del suo primo libro “A oltranza (dis)avventure di una vecchia groupie” pubblicato da Miraggi Edizioni nella collana Golem, in compagnia di un altro attesissimo ospite, Guido Catalano per interpretare in un reading il suo libro. Un diario non convenzionale, dove a scandire il racconto biografico non è un calendario, ma una selezione di brani musicali e dove la penna di Valeria Carletti, caustica eppure capace di tenerezza e passione, è estranea al cinismo, ma acuminata quanto basta per insinuarsi negli angoli scomodi delle nostre comfort zone.

L’ispirazione di Oltranza Festival nasce proprio nel 2022 dalle parole di Valeria Carletti, donna, torinese, disabile, affetta da tetraparesi spastica dalla nascita,  appassionatissima di concerti: “La fruizione della cultura è oggi ancora un percorso ricco di barriere, che non consente la totale libertà di raggiungere un pubblico senza categorie. Spesso gli eventi si annunciano rivolti alla comunità, dando per scontato il raggiungimento del valore dell’inclusione sociale. Ma quanti dei luoghi che frequentiamo sono realmente accessibili? La vita è l’arte dell’incontro e la miglior arma contro abilismo, razzismo ed emarginazione è la conoscenza dell’altro, per questo c’è bisogno di luoghi fisici dove poterci incontrare, dialogare e scoprire che così diversi non siamo”.

 

Nel corso del lungo pomeriggio nell’area garden di Hiroshimaistituzioni e le associazioni di promozione culturale si incontreranno e si confronteranno sul proprio campo d’azione per discutere limiti e difficoltà che spesso le persone disabili incontrano nelle strutture e nei contenuti di eventi e spettacoli di vario genere, con l’appuntamento “Good Morning, Oltranza” che vede un tavolo di lavoro a cura di Indiependence, Soundset Aps, Arci Torino, Circoscrizione 8, SAA School of Management. 

 

A corollario dell’intera giornata, si potrà visitare la mostra “I disegni incollati” un’esposizione tattile a cura dell’artista Tizio 0.32 che ha già collaborato con diversi writer della scena milanese e non solo, partecipando a progetti ed esposizioni collettive. A seguito di una retinite pigmentosa, che lo ha privato progressivamente della vista, nel 2018 ha inventato un modo per tornare a disegnare da pressoché non vedente, ritagliando cartoncini di mille e più colori e sovrapponendoli l’uno all’altro. Un QR code accanto alle opere permetterà al pubblico di accedere ad una didascalia audio dei disegni incollati, da lui registrata.

 

Durante tutta la giornata e per tutte le famiglie presenti sono tante le attività mirate, attraverso il gioco e il divertimento, a sensibilizzare i bambini rispetto al tema delle barriere comunicative. Dall’apertura alla chiusura saranno inoltre presenti bancarelle di artisti e artigiani del territorio e sarà possibile mangiare grazie allo stand di SILOS – CUCINA SINCERA, attento alla sostenibilità e a soddisfare le diverse esigenze alimentari.

 

Oltranza Festival è un progetto di Soundset Aps e Indiependence, realizzato con il sostegno di ArciCircoscrizione 8, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e l’agenzia Quattrolinee.

 

Ingresso a partire dalle ore 12:30 al costo di 12€. Gratuito per i bambini fino a 10 anni.

LINK acquisto biglietti: https://www.mailticket.it/manifestazione/TB36/oltranza-festival

 

Siti Unesco, a Torino il Salone mondiale del turismo culturale sostenibile

Prende il via dal Piemonte e dall’Italia – nazione con il maggior numero al mondo di riconoscimenti Unesco, ben 58 – la sfida per la promozione di un turismo sostenibile e consapevole nei siti Patrimonio dell’Umanità in grado di garantire la tutela dei beni stessi.

Dal 21 al 23 settembre sarà il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ad ospitare la 14aedizione del “World Tourism Event – Salone Mondiale del Turismo nei siti Patrimonio Mondiale”.

L’evento è realizzato con il contributo e la collaborazione della Regione Piemonte e il patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo. Il patrocinio e la collaborazione di: Enit – Agenzia Nazionale del Turismo; Associazione Italiana Beni Patrimonio Mondiale; Visit Piemonte; Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura; Federazione Italiana Club Unesco; Federazione Europea Associazioni e Club Unesco; Fiavet – Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo; Icomos Italia – Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti Comitato Nazionale Italiano.

La scelta del capoluogo piemontese come sede del WTE è motivata dall’ampia offerta di beni e siti che si fregiano di questi riconoscimento nella città e nel Piemonte: i 5 riconoscimenti Patrimonio mondiale(le Residenze Sabaude, i Sacri Monti, I Siti palafitticoli preistorici, I Paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, Ivrea Città Industriale del XX Secolo), i 4 riconoscimenti immateriali (L’arte della costruzione dei muretti a secco, l’Alpinismo, l’Arte musicale dei suonatori del corno da caccia, Cerca e cavatura del tartufo), le 3 riserve della biosfera (Ticino Val Grande, Monviso, Collina del Po), il Geoparco Sesia Val Grande. Completano il panorama Unesco piemontese le 3 città creative: Alba (Creative Cities per la Gastronomia), Biella (Creative Cities of Crafts&Folk Art) e Torino (Creative Cities per il Design).

«Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta il World Tourism Event a Torino – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo Vittoria Poggio – Un appuntamento importante che ci permetterà di dare visibilità all’incredibile e meraviglioso patrimonio del territorio, ricco di storia, arte, cultura, conoscenza e tradizioni. Stiamo lavorando alla valorizzazione e alla tutela dei beni Patrimonio mondiale, di cui siamo custodi e che abbiamo il dovere di preservare e proteggere per le generazioni future».

«Quest’anno – aggiunge l’assessore – ricorre il ventennale della convenzione per il Patrimonio immateriale. Intendiamo trasmettere questi valori soprattutto ai giovani perché possano farsene, a loro volta, ambasciatori. È a loro che il WTE riserverà una particolare attenzione coinvolgendo le scuole».

Il programma

Il Salone darà vita a una 3 giorni a ingresso gratuito alla scoperta dei siti Unesco dove i partecipanti potranno trovare informazioni sul Patrimonio mondiale e sull’offerta turistico-ricettiva, oltre a entrare in contatto con enti del turismo e operatori per scoprire esperienze da vivere in vacanza.

La Sala Plebisciti e la Sala Codici ospiteranno l’area Eventi ed esperienze, dedicata all’approfondimento e all’animazione con l’alternarsi di dibattiti e confronti su temi di particolare interesse con dimostrazioni e presentazioni di siti Patrimonio mondiale.

All’ampia offerta dei beni e siti piemontesi si aggiunge la partecipazione di 100 siti Unesco di 6 Paesi quali Cuba, Dalmazia (prima volta), Giappone (prima volta), Giordania, Gran Canaria e Svizzera (prima volta) e di 7 regioni italiane. Oltre al Piemonte, infatti, saranno presenti la Campania, la Calabria, il Lazio, la Toscana, l’Umbria, il Veneto e la Sicilia. Si uniscono a queste numerose città d’arte dal nord al sud Italia.

Tra i vari appuntamenti si segnalano:

il 21 un workshop b2b per gli operatori del settore turistico-commerciale con l’incontro tra 50 buyer italiani e internazionali provenienti da Australia, Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito, Svizzera, Spagna e Stati Uniti – selezionati in collaborazione con ENIT Agenzia Nazionale per il Turismo – e oltre 70 venditori delle aree inserite nella World Heritage List Unesco per conoscerne e acquistarne le esperienze;

– focus specifici dedicati alle scuole per sensibilizzare le nuove generazioni alla tutela dei beni Unesco e offrire loro nuove opportunità di crescita e di lavoro;

– ‘Fam Trip’ per i buyer organizzati e offerti dalleAgenzie turistiche Locali.

Un evento rinnovato che vedrà un’attenzione particolare al Patrimonio culturale immateriale in virtù del 20° anniversario dell’adozione della Convenzione di salvaguardia. Ricorrenza che verrà celebrata sabato 23 settembre con delle performance all’esterno di Palazzo Carignano.

In occasione del WTE, il Museo Nazionale del Risorgimento propone in via straordinaria il biglietto d’ingresso ridotto a 8 euro. Un’occasione per visitare il suo percorso espositivo in cui, attraverso oggetti, cimeli e opere d’arte, viene raccontato il processo storico che ha portato alla nascita del nostro Paese.

La scuola di oggi vista dai pittori di ieri

 

Così parlò  il Dio Algoritmo. 

Le procedure per l’assegnazione delle cattedre paiono terminate, molti precari sono già certi del proprio futuro, almeno per quest’anno scolastico, le molteplici istituzioni si sono presentate ai genitori impazienti degli alunni con un corpo docente al completo e tra un orario provvisorio e l’altro è addirittura trascorsa la prima effettiva settimana di lezione.
Settembre è un mese peculiare, segna l’inesorabile passaggio tra l’estate e lo studio, si fa portatore di buoni propositi, si investe dell’onere di nuove avventure, nuove situazioni, nuove esperienze.
Settembre è “l’inizio”, un inizio che fortunatemente ci viene riproposto annualmente e che magari prima o poi riusciremo a sfruttare a pieno.
In questo clima di fermento intorpidito, ho conosciuto anch’io leclassi con cui lavorerò per quest’anno, ho incrociato sguardiindagatori e respirato l’odore di aule e corridoi ancora inesplorati, lo ammetto con un’amalgama di curiosità e malinconia nel cuore, poiché ad ogni volto ancora sconosciuto corrisponde un alunnodel passato, lasciato nelle mani di qualcun altro.
È ovviamente presto per dichiarare le prime impressioni, eppure credo sia il momento opportuno per una piccola riflessione sulla scuola, proprio ora che siamo un po’ tutti rancorosi nei confronti delle vacanze e un po’ tutti annoiati del solito tran-tran che ci risucchierà, volenti o nolenti: ricordiamocelo che tra una sveglia presto, una macchina parcheggiata in seconda fila e un nonno che va a prendere all’uscita da scuola i suoi nipotini, vi è il senso vero e l’importanza effettiva dell’istruzione.

È una battaglia continua, quella che si porta avanti tra i banchi, una lotta perpetua contro l’Ignoranza, contro il non saper pensare, a favore di quel “logos” tanto caro agli antichi e così essenziale oggi, in una società confusa e superficiale che va in un qualchemodo cambiata, modificata, resa più a portata d’uomo.
Non illudiamoci, non saranno di certo gli adulti ad innalzare le barricate –almeno non saranno la maggioranza- ormai troppo egoisti e disattenti, la speranza è tutta nei giovani, nei ragazzi, negli studenti.
È necessario non distogliere lo sguardo, poiché proprio le generazioni future paiono essere le vittime predilette di questo nostro tempo, relegati in un mondo virtuale dove quella fragilità insita nei più piccoli non può venir meno, ma al contrario èamplificata, fino a che –spesso- l’insicuro diviene bullo, il debole non è aiutato, mentre il calderone delle “vittime” si mostra ormai colmo fino all’orlo.
Concordo pienamente con le parole di Massimo Gramellini, riportate anche su “Il Resto del Carlino” : “Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina”.
Del resto, tralasciando il concetto di “paideia” e tutto ciò che riguarda l’erudizione in epoca classica, già lo stesso Carlo Magno aveva ben chiara l’essenzialità della formazione dei giovani, egli per primo infatti si impegna per introdurre nelle corti la figura del precettore, persona a cui è affidato il compito di educare i figli dei nobili, passeggiando sotto i colonnati e osservando il mondo, riprendendo l’esempio dei greci e dei latini.
Da sempre c’è chi sostiene l’importanza dello studio, i “maestri” compaiono in sculture e dipinti dai tempi più remoti, eppure è opportuno non dimenticare i veri protagonisti della vicenda, poiché ad ogni docente corrisponde un allievo o più.
La meraviglia della scuola è questa: è quella cosa che non può cambiare mai, mentre tutto il resto è in movimento. Essa non può che rimanere immobile, perché tale rimane la fugura dello studente: “intelligente ma non si applica”.
Lo testimonia l’opera di Benozzo Gozzoli “Presentazione di S. Agostino alla scuola di Tagaste”, appartenente al ciclo dedicato a S.Agostino, eseguito tra il 1464 e il 1465 nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano, su commissione di fra’ Domenico Strambi. Nella scena, su un tipico sfondo cittadino rinascimentale, si svolge una lezione di grammatica, il maestro declama e gli studenti attorno fingono visibilmente un falso interesse.
Gli atteggiamenti che riscontriamo noi docenti oggi, nelle nostre aule multimediali, tra LIM e corsi di robotica, sono i medesimi che dipingeva Isaac van Ostade nell’opera “Scuola del villaggio” (1642). In un ambiente umile e spoglio, l’unica fonte luminosa pervade la figura di uno scolaro dai capelli biondi, sarà stato il “primo della classe”, oggi l’avremmo definito “secchione”, è il più vicino al maestro, un uomo austero e attento, a sua volta concentrato sul quaderno che lo studente gli sta porgendo. A terra compaiono altri bambini, alcuni intenti a leggere, altri invece incuriositi da un buco nelle calze o dalla tipica mosca che entra sempre svolazzante nelle ore meno apprezzate.
Altre espressioni tipiche si osservano nella tela di Jan Steen, “Maestro di scuola” realizzata nel 1668, in cui un autoritario docente barbuto redarguisce un giovinetto che ascolta la fervente correzione, stropicciandosi un occhio, probabilmente per trattenere una lacrimuccia.  A fianco al povero interrogato c’è chi tenta di copiare, forse per evitare la medesima sgridata, e chi ridacchia”, divertito che la cosa non sia successa a lui.
Diciamoci la verità: abbiamo tutti visualizzato le “nostre” pesti, mentre si passano i fazzoletti, fanno cadere la gomma, starnutiscono e s’improvvisano maestri di yoga acrobatico mentre dalla loro postazione tentano di visualizzare il compito degli altri.
Lo sappiamo, non ci si può distrarre in classe, perché se accade qualcosa è sempre colpa del docente, poiché i ragazzi si sa, sono delle dolci creature che mai si comporterebbero in modo “non adeguato all’ambiente scolastico”. E se i genitori di oggi si sentono forti di tali convinzioni, Jan Steen, con mano lapidaria, immortala una verità assai diversa nel suo quadro “Una classe con il maestro addormentato”del 1672. Un paffuto insegnante, probabilmente sopraffatto dalla stanchezza post-Collegio docenti,si assopisce durante l’ora di lezione e ciò che ci stupisce davvero è come faccia a non ridestarsi in quella evidente bolgia infernale. La tela trasuda il baccano e le sonore risate: tre scolari non perdono l’occasione di vendicarsi dei brutti voti e, armati di calamaio, si apprestano a fare le proprie correzioni sul volto del professore; sullo sfondo un arzillo giovinetto dimostra le sue qualità canore, mentre davanti a lui c’è chi cerca specifiche terminologie sul dizionario, chi porta in aula un roseo maialino e chi invece si diverte ad andare contro il pubblico pudore, urinando nella brocca dell’acqua.
Una situazione similare, ma tutta al femminile, la dipinge Jacob Taanmann, nella sua “Quando il maestro è girato” del 1876. Un ignaro docente volta le spalle alle sue scolare. Potrebbe essere l’incipit” di un racconto dell’orrore, lo sappiamo, mai distogliere lo sguardo da chi non aspetta altro che un nostro passo falso, tuttavia talvolta ci costringiamo a fidarci dei nostri teneri allievi e cadiamo in errore. È andata bene al docente raffigurato, perché le ragazzine dipinte si limitano ad un chiacchiericcio diffuso, ma chissà quante malelingue tra quei sorrisini angelici!
Nell’opera di André Henri Dargelas, “Attorno al mondo” del 1906, sono di nuovo “i vivaci” della classe i protagonisti: un giovane irriverente cavalca un mappamondo, mentre un amico lo aiuta a ruotare la sfera terrestre un altro lo guarda assorto, ammirando il gesto eroico dello sfrontato compagno di classe.

Tutto avviene in primo piano, intanto che sullo sfondo si apre una porticina, dalla quale fa capolino un giovane e inesperto maestro disperato, il quale, incapace di fronteggiare la situazione, si limita ad alzare le mani in gesto di costernazione.
È bene sottolineare che agli scolari disattenti, assonnati e svogliati, ben rappresentati da Gustav Igler, nel quadro “Banco per alunni indisciplinati” del 1882, fanno da contraltare gli allievivolenterosi e impegnati, come testimonia ad esempio l’opera di Paul Louis Martin des Amoignes, titolata “In classe” ed eseguita nel 1886. Il protagonista indiscusso della scena è un giovane studente, si staglia tra i suoi compagni vestiti con il medesimo grembiule di un azzurro sbiadito e logoro, sta ritto sullo scrittoio, alza le dita come se contasse e il suo sguardo assorto rivela la determinazione di raggiungere la soluzione del problema, il luccichio degli occhi rispecchia quello dell’animo volenteroso.  
Anche Nikolay Bogdanov-Belsky decide di soffermarsi su un gruppo di giovani assorti, nella tela “Aritmetica a mente nella scuola pubblica di S. Rachinsky” (1895), l’anziano maestro, impeccabile nei suoi abiti eleganti, sembra decisamente orgoglioso dei suoi alunni, tutti concentrati e pensosi a risolvere l’operazione scritta alla lavagna. Anche qui, ognuno di noi docenti potrà riconoscere i propri scolari: chi è più razionale e si prende il suo tempo, chi invece s’illumina arrivando alla risoluzione, chi invece non osa declamare i propri pensieri, chi si confronta con l’amico e chi è più audace e bisbiglia al professore il risultato.
L’iconografia raffigurante il meraviglioso mondo della scuola è assai numerosa, queste poche opere che ho voluto citare, sono solo alcune delle molteplici creazioni che testimoniano come alcune dinamiche non potranno cambiare, nonostante i banchi con le rotelle, gli ambienti d’apprendimento e tutte quelle novità in ambito pedagogico-metodologico che in realtà sono sempre esistite, solo non indicate con diciture anglofone.
L’arte ancora una volta testimonia la verità. La scuola sarà salva finchè gli studenti rimarrano studenti, fiammelle scoppiettanti, animi birichini e dispettosi, sguardi attenti e bocche annoiate. È il gioco delle parti, il maestro che s’arrabbia e lo scolaro che gli fa i dispetti, il maestro che insegna e l’alunno che non vuole imparare, il maestro che mette i voti e l’allievo che non accetta l’insufficienza, e infine il maetro e lo studente che escono dalla stessa porta, uno vicino all’altro, perché entrambi sanno che questo pezzo di vita lo si affronta insieme.

ALESSIA CAGNOTTO 

“Parliamo di soldi” In avvio a Biella la quarta edizione del Festival “ContemporaneA“

“Parole e storie di donne”

Dal 22 al 24 settembre

Biella

Non poteva scegliersi immagine – guida migliore per la quarta edizione di “ContemporaneA”, progetto di “BI-Box – APS” (a cura di Irene Finiguerra e Barbara Masoni) che, per tre giorni, da venerdì 22 a domenica 24 settembre, porterà a Biella alcune delle più interessanti protagoniste del mondo finanziario, letterario, artistico, storico e giornalistico di oggi, impegnate a confrontarsi – a Palazzo Ferrero, al Lanificio Sella e all’Auditorium di “Città Studi” – sul tema “Parliamo di soldi”, di “denaro” e senza reticenze, perché è intorno a questo che si gioca una partita fondamentale: quella dell’emancipazione femminile. E’ dunque il non plus ultra l’illustrazione – logo del “Festival edizione 2023” realizzata dall’artista torinese Elisa Seitzinger, che si è ispirata alla leggendaria Regina di Saba, sovrana di straordinaria ricchezza, adoratrice del Sole, dunque personificazione al femminile sia di potere che di sapienza.

“L’ho rappresentata – spiega l’artista – con un libro e un Oro in mano su un cavallo, colmo d’oro. Il cavallo infatti, emblema di vitalità, è l’animale che in mitologia è in stretto contatto con il Sole e di conseguenza con l’elemento Oro … Il simbolo degli Ori, o Denari, nei tarocchi e in generale nei mazzi di carte a semi latini, è legato alla realtà materiale, all’abbondanza e alla generosità. Questo ‘visual’ può essere interpretato anche come la fusione tra la ‘Regina di Denari’ con il ‘Cavaliere di Denari’. Ultimo dettaglio: anche il fiore di zafferano, che fa da pennacchio al cavallo, è un simbolo di prosperità”.

Tema trasversale, quello del “denaro” verrà affrontato nella tre giorni biellese, attraverso diverse lenti, dalla finanza al teatro, dalla letteratura alla moda com’anche dalla scienza ai “tarocchi”.

Per l’intero programma, le locations e gli orari, consultare www.contemporanea-festival.com .

38 le/gli ospiti per 28 appuntamenti. Di seguito alcuni, fra i più interessanti.

La serata inaugurale è all’insegna della comicità: venerdì 22 settembre, con “Uno spettacolo esecrabile al sole”, le due autrici di Mammadimerda”, al secolo Sarah Malnerich e Francesca Fiore, portano all’Auditorium di “Città Studi” (corso Pella, 10), la tappa conclusiva del loro tour estivo: una fotografia della condizione femminile attuale, uno “spettacolo esecrabile” appunto, con un’operazione di satira sociale nello stile dissacrante che le contraddistingue.

Di particolare interesse, anche quest’anno, gli incontri dedicati alla “letteratura” e al “giornalismo”. Due su tutti: quello con Annalena Benini, (scrittrice e direttrice del “Salone del Libro di Torino”) che dialogherà con Marco Cassini ( direttore editoriale di “Sur” e co-curatore del Festival “La grande invasione”) e, per quanto riguarda il “giornalismo”, quello con Carmen Lasorella, prima giornalista italiana a ricoprire il ruolo di “inviata di guerra” televisiva, anchor-woman e autrice di reportage, che  racconterà del suo approdo in libreria con il suo primo romanzo “Vera e gli schiavi del Terzo Millennio”(“Marietti1820”, 2023).

Novità di questa edizione, il “Salotto di ContemporaneA”: uno spazio informale allestito in una delle sale dello storico “Palazzo Ferrero”, costruito tra il XV e il XVI secolo, sede del festival dalla sua seconda edizione. Qui si terranno incontri e laboratori con alcuni degli ospiti e le ospiti di questa edizione: la poetessa e saggista Francesca Genti (editore per i tipi di “Sartoria Utopia”) con “Istantanee dal destino” effettuerà una lettura poetica dei tarocchi “ad personam”, intesi come mappe per orientare i propri desideri. In questa stessa location avrà luogo anche il laboratorio a cura di “Gomitolorosa”, tenuto da esperte maestre volontarie del “knit&crochet” (lavoro a maglia e all’uncinetto): un’occasione di condivisione, benessere e solidarietà volto alla realizzazione di “tante piastrelle colorate” che insieme comporranno una coperta da donare a persone in stato di fragilità.

Non mancherà un format molto atteso dal pubblico di “ContemporaneA”, quello del “Pranzo con la scrittrice”. Sabato 23 settembre, la scrittrice e traduttrice Franca Cavagnoli terrà un intervento sulla scrittrice neozelandese Katherine Mansfield (di cui ha curato l’edizione completa di “Tutti i racconti”(Mondadori, 2013), mentre domenica 24Marco Cassini parlerà di Grace Paley (1922 – 2007), scrittrice, poetessa ed attivista statunitense considerata una maestra delle “short stories”.

Info e location: venerdì 22 settembre gli incontri si tengono nella “Sala Mostre” del “Lanificio Sella” (via Corradino Sella); mentre gli eventi in programma nelle giornate del 23 e 24 settembre si svolgono a “Palazzo Ferrero”(corso del Piazzo 25, Biella) e sono a ingresso libero fino a esaurimento posti. Prenotazione obbligatoria per lo spettacolo di “Mammadimerda” all’“Auditorium” di “Città Studi” (Corso Giuseppe Pella, 10) e i due “Pranzi con la scrittrice” : segreteria.contemporanea@gmail.com o tel. 392/5166749.

g. m.

Nelle foto: Illustrazione Elisa Seitzinger; Annalena Benini; Carmen Lasorella

 

E’ morto Gianni Vattimo, maestro del pensiero debole

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
È’ morto Gianni Vattimo all’età di 87 anni dopo anni travagliati e difficili. E’ fatale per chi appartiene alla mia generazione riandare ai  miei ricordi universitari. Il mio primo esame all’Universita’ di Torino fu quello  di Estetica, sostenuto con Gianni Vattimo che fu molto buono con me: mi fece parlare liberamente , vide la mia emotività al primo esame   e mi promosse con un 27 non meritato. Ho poi avuto diverse occasioni di incontrarlo e di ascoltarlo, anche se le sue scelte sono sempre state distanti dalle mie. Ci furono occasioni di dialogo, senza mai andare oltre ad una certa formalità. Un discorso diverso quello con Luigi Payreson e con Giuseppe Riconda di cui sono diventato amico. Una mia collega “filosofa “ presento’ negli anni ‘80 Vattimo come un maestro di laicità perché il suo “pensiero debole “poteva prestarsi ad essere letto come il rifiuto delle metafisiche religiose. In effetti il suo  non fu un rifiuto delle metafisiche ideologiche  e delle vulgate. In Vattimo
anzi ci fu un’adesione sempre più’ marcata alla sinistra ideologica e giacobina con ampio recupero del pensiero di Marx .   Il suo iniziale cattolicesimo che lo portò ad essere dirigente dell’Azione cattolica, era rimasto in fondo al suo pensiero soprattutto quello degli ultimi anni. L’adesione ad una sinistra  radicale  Vattimo la senti non in contraddizione con  un cattolicesimo che trovava in Papa Francesco una visione religiosa a cui Vattimo si sentiva vicino. Ci fu anche un tempo in cui Vattimo  fu un seguace provvisorio di Pannella , ma la sua adesione ai radicali fu breve perché essenzialmente legata  alla dichiarazione  pubblica della sua omosessualità quando era preside della Facoltà di Lettere. Vattimo e Pannella furono profondamente diversi , direi incompatibili . Il liberalismo di Pannella fu estraneo al pensiero di Vattimo. Ad esempio, le posizioni contro Israele lo stanno a dimostrare. Credo che il pensiero di Vattimo sia destinato ad entrare nella storia della filosofia come neppure Abbagnano e’ riuscito a fare malgrado gli intenti apologetici dei suoi allievi e presunti continuatori.  In quale misura il suo pensiero abbia  inciso, lo vedremo sui tempi lunghi . Oggi il suo migliore allievo, Maurizio Ferraris, ha di gran lunga superato il maestro. L’impegno militante come deputato europeo ha un po’ guastato il percorso filosofico di  Vattimo. L’ultima volta che ci incontrammo fu in un negozio di computer di Via Mazzini: discutemmo piacevolmente di laicità e laicismo
e ci trovammo ancora una volta  in dissenso. Io sostenni la tesi di Bobbio sul laicismo incompatibile con la laicità, Vattimo ritenne che le mie posizioni fossero troppo rigide , anche io gli obiettai che il marxismo era una scelta agli antipodi della laicità. Resta una grande  figura dell’ateneo torinese che vede in lui un maestro di fama internazionale che ha oscurato gli allievi di Abbagnano Rossi  e Viano. Vattimo fu anche coraggiosamente contrario a certe esibizioni LGBT  che riteneva volgari. Anche in questa occasione ebbe il coraggio di andare controcorrente . Il suo pensiero critico ci mancherà.