CULTURA- Pagina 43

La città che cambia: alla Cavallerizza reale il Polo delle Arti

Un Polo di alta specializzazione per le professioni del teatro musicale e di prosa, della musica elettroacustica e della composizione, della televisione, delle arti visive e dei nuovi linguaggi artistici in generale, capace di attrarre studenti, artisti, talenti e ricercatori dall’Italia e dall’estero, sarà ospitato alla Cavallerizza Reale su un’area di oltre 7mila metri quadrati.

Il Polo delle Arti sarà un progetto di alta formazione dedicato alle arti digitali, performative, multimediali: un luogo unico per la formazione.

Sarà un punto di riferimento per l’attività formativa post-diploma attraverso master professionalizzanti di primo e secondo livello in tutti i campi di produzione e di ricerca, che studiano l’applicazione delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale alle arti musicali e visive. Un luogo di primo piano per le attività di ricerca e sperimentazione interdisciplinare sui nuovi linguaggi e sulle espressioni artistiche contemporanee per contribuire al rinnovamento dei settori di competenza e promuovere dibattiti, incontri, convegni, seminari, festival di alto profilo artistico e culturale anche di carattere internazionale sui settori di competenza.

Un’iniziativa di ampio respiro che riunisce le principali istituzioni pubbliche e private del territorio, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Università degli Studi di Torino, Accademia Albertina di Belle Arti, Conservatorio Giuseppe Verdi e Fondazione Collegio Universitario Einaudi, decise a fare sistema per regalare a Torino una realtà unica in Italia.

“E’ con grande orgoglio che saluto questo progetto per l’alta formazione artistica nel cuore della Città – ha sottolineato l’assessora alla Cultura della Città, Rosanna Purchia- capace di mettere insieme enti pubblici e privati per realizzare un luogo unico in Italia per la ricerca, la sperimentazione e la formazione. Questo progetto non solo è un’idea innovativa che potrebbe trasformare il volto della Cavallerizza Reale, ma è anche la dimostrazione che la sinergia e l’unità d’intenti tra istituzioni pubbliche e private può portare a grandi risultati nel perseguimento di obiettivi ambiziosi e rivolti al bene comune”.

Giallo e thriller all’ombra del castello di Rivalta

Dal 13 al 15 ottobre torna il lungo week-end di RiStory Festival

Dal 13 al 15 ottobre a Rivalta torna la tre giorni di RiStory Festival, la
manifestazione letteraria diretta da Alessandro Perissinotto e dedicata al
racconto e alla narrazione breve. Protagonisti della sesta edizione saranno il
“giallo” e il “thriller”, due tra i generi letterari più popolari e soprattutto amati
dai lettori di tutte le età.

Enigmi, letture teatrali e incontri mozzafiato popoleranno dal venerdì alla
domenica le sale del Castello degli Orsini e il palco dell’auditorium Franca
Rame, accompagnando pubblico e scrittori all’inseguimento del filo rosso della
narrativa di investigazione che dal 2018 – anno della prima edizione del festival
– ha trovato casa proprio a Rivalta.

«Abbiamo deciso che il “giallo” ci piace. Ci piacciono i misteri, le indagini, gli
investigatori più o meno infallibili e le menti criminali più o meno ingegnose»
spiega il direttore artistico Alessandro Perissinotto. «Ecco perché RiStory
torna anche quest’anno al poliziesco e, più in generale, alle storie delittuose».

Ospiti della tre giorni saranno così scrittrici e scrittori che hanno dato vita
attraverso le loro pagine a personaggi originali e unici, che hanno saputo
ritagliarsi un loro spazio sugli scaffali e sui ripiani sempre più affollati delle
librerie di tanti lettori: Mariolina Venezia (la creatrice del sostituto procuratore
Imma Tataranni), Valerio Varesi (con il “suo” commissario Soneri), Marco
Magnone (autore con Fabio Geda della fortunata serie Berlin), Maurizio Blini
(creatore della coppia investigativa Meucci-Vivaldi), Elena Biondo (e la
psicologa-investigatrice Angelina Sperperi). Insieme a loro saranno a Rivalta
Gioele Urso e Marco G. Dibenedetto, Antonio Falco e Daniela Schembri Volpe.

«RiStory Festival è una scommessa che dura ormai da sei edizioni e ogni anno si
rinnova in un lungo week end a misura di lettore – ha detto l’assessora alla
Cultura della Città di Rivalta Nicoletta Cerrato – quasi un viaggio ideale dove i
libri e la scrittura prendono vita, diventano gioco, musica, cinema e soprattutto
condivisione».

A inaugurare il festival sarà venerdì mattina al Castello degli Orsini l’incontro di
Marco Magnone con i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado di Rivalta.
Venerdì sera poi, dopo il taglio del nastro nelle sale della biblioteca, toccherà al
genio di Edgar Allan Poe animare l’Apericena con Delitto, in una appassionante
ricerca del male assoluto grazie alle riflessioni di Franco Pezzini e al

le letture
teatrali delle pagine de L’uomo della folla.
Come da tradizione saranno ancora una volta gli Incontri con l’Autore a
caratterizzare il festival. Due i temi attorno ai quali si svilupperanno le
riflessioni: il giallo piemontese, che sarà protagonista nella mattinata di
sabato e nella colazione con l’autore la domenica mattina, e il rapporto tra
pagina scritta e serialità televisiva, al centro degli incontri del sabato
pomeriggio. Con Mariolina Venezia e Valerio Varesi parleremo di Imma
Tataranni, interpretata in televisione da Vanessa Scalera, e del commissario
Soneri, che nella serie TV Nebbie e delitti ha il volto di Luca Barbareschi.

Sabato sera spazio al DJ Set letterario, connubio tra musica e letteratura che
quest’anno è dedicato a Bram Stoker e alla sua più famosa creatura. Evocato
dalla musica di Ezra e dalle voci di Riccardo Niceforo e Giulia Berto lo spettro
del Conte Dracula per una sera aleggerà così sul Castello degli Orsini.
La domenica, infine, il festival si trasferisce nell’auditorium Franca Rame per
incontrare – grazie alla collaborazione con AIACE – due interpreti del
personaggio del commissario Maigret: Jean Gabin e Gérard Depardieu.
Saranno infatti due grandi film e qualche riflessione di Dafne Orlando sulla
scrittura di un vero maestro del giallo come Georges Simenon a chiudere il
programma di quest’anno.

Partite a scacchi con delitto, giochi investigativi per bambini e famiglie e visite
guidate al Castello offriranno, infine, tante occasioni di confronto con la
scrittura e con la lettura, adatte ai lettori e ai curiosi di tutte le età.
RiStory Festival partecipa al progetto Atlante del Giallo promosso da LINK,
Università di Torino e Bologna, Università Gabriele D’annunzio, IULM e MUR,
che si propone di indagare la storia del giallo italiano come chiave per rileggere
la storia culturale del nostro paese, anche alla luce delle contaminazioni tra
letteratura, cinema, radio e televisione.

Tutte le informazioni e gli aggiornamenti sull’edizione 2023 di RiStory sono
disponibili sul sito www.rivaltastory.it e sulla pagina facebook della Città di
Rivalta.

Gian Giacomo della Porta e Elisabetta Lugli, dialoghi tra prosa e poesia

In programma venerdì 13 ottobre prossimo presso GreenBox 

Venerdì 13 ottobre prossimo, alle ore 21, presso GreenBox in via Sant’Anselmo 25 a Torino, avrà luogo un nuovo appuntamento di “Dialoghi tra prosa e poesia”. Protagonisti della serata saranno il poeta  Gian Giacomo della Porta e la scrittrice Elisabetta Lugli.

Attraverso la lettura di alcuni estratti appartenenti a grandi opere e l’indagine su di un tema comune tra le due forme artistiche,  questa volta il sogno, verrà proposto un dialogo al quale il pubblico sarà chiamato a partecipare con le proprie condivisioni.

Sarà una preziosa occasione per entrare in contatto con la parte più profonda di noi stessi e, citando il grande poeta americano Allen Ginsberg, “allargare l’area della coscienza”.

Le riflessioni poetiche che verranno proposte spazieranno da Leopardi fino alla Merini e da Pessoa a Hikmet. Le letture in prosa riguarderanno grandi autori quali Lewis Carroll e il suo Alice nel Paese delle Meraviglie, Carlo Emilio Gadda e il Novecento della psicoanalisi con Pirandello e Svevo, oltre ai testi di poesia e narrativa scritti dalla stessa Elisabetta Lugli e Gian Giacomo della Porta.

Mara Martellotta

La città si tinge di giallo, torna il Torino crime festival

10 – 15 ottobre 2023 

I casi di cronaca con i protagonisti e i giornalisti d’inchiesta più seguiti del momento. Tra gli ospiti Nello Trocchia, Pino Maniaci, Gian Carlo Caselli e Pietro Orlandi.

 Dal 10 all’11 ottobre, due giornate di Anteprima, dal 12 al 14 ottobre il Festival al Circolo dei lettori, il 15 ottobre l’Off. Ritorna il primo festival dedicato alla criminologia e al racconto dei fenomeni criminali.

http://crimefestival.it

 

I casi di cronaca più discussi, i giornalisti d’inchiesta, le testimonianze dirette, le Forze dell’Ordine e i magistrati impegnati in prima linea. Il Torino Crime Festival torna per la sua 8° edizione e si prepara a gettare luce su molti segreti oscuri e misteri irrisolti della storia recente e non solo, con un ricco programma di eventi che si terranno dal 10 al 15 ottobre 2023, al Circolo dei lettori e diffusi in altre sedi cittadine.

Il tema scelto quest’anno è “Il capolinea”. Il capolinea nel crimine rappresenta il punto culminante di un’indagine o di un racconto investigativo, dove tutti gli indizi e le tracce conducono alla rivelazione finale del colpevole o della soluzione del mistero. È il momento in cui le tessere del puzzle si incastrano, svelando la verità dietro l’azione criminale e portando a una risoluzione del caso. Spesso però quello che sembra il capolinea è solo il punto di partenza per svelare altre verità nascoste.

Tanti i filoni affrontati, a partire dai grani misteri italiani come il caso Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a 15 anni il 22 giugno 1983 a Roma mentre ritornava a casa, la cui vicenda è diventata uno dei più celebri casi irrisolti della storia italiana, chiamando in causa lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, il terrorismo internazionale, i servizi segreti e la Banda della Magliana. Verrà a parlarne il fratello Pietro Orlandi che da anni si batte per raggiungere la verità e che da poco insieme alla famiglia Orlandi ha chiesto al Governo di poter avere i fascicoli custoditi dai servizi di intelligence italiani.

Rimanendo nell’area della Capitale, sarà proprio la saga dei Casamonica a inaugurare la nuova edizione del Festival grazie al reading “Roma, la mafia che non c’è”di Nello Trocchia, giornalista d’inchiesta e inviato di Domani. Ha firmato inchieste e copertine per “il Fatto Quotidiano” e “l’Espresso”. Ha lavorato in tv realizzando inchieste e reportage per Rai 2 (Nemo) e La7 (Piazzapulita). Ha scritto diversi libri tra cui Federalismo Criminale (2009); La Peste (con Tommaso Sodano, 2010); Casamonica (2019) dal quale ha tratto un documentario per Nove e Il coraggio delle cicatrici (con Maria Luisa Iavarone).

Sempre rimanendo sul filo rosso di chi fa informazione, mettendosi spesso in pericolo, un altro ospite di richiamo sarà Pino Maniaci, il giornalista e conduttore che da oltre 20 anni combatte la mafia con la sua emittente TV siciliana Telejato e che di recente è stato il protagonista di “Vendetta: la guerra nell’antimafia”, la docu-serie Netflix.

E ancora l’ex-magistrato Gian Carlo Caselli, che è stato anche Procuratore generale di Torino e poi Procuratore della Repubblica, veste nella quale ha coordinato le indagini sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte mentre oggi dirige in Coldiretti la segreteria scientifica dell’Osservatorio sulla criminalità nel settore agroalimentare. Insieme a Francesco Messina, Prefetto di Padova, toccheranno un tema diventato cruciale, soprattutto dopo la cattura e la morte di Matteo Messina Denaro, ovvero l’intreccio fatale tra mafia e massoneria.

Questi sono solo alcuni dei tanti temi e ospiti che caratterizzeranno l’ottava edizione del Torino Crime Festival, organizzato dall’Associazione Torino Crime Festival in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori, qui di seguito il programma completo.

 

PROGRAMMA TORINO CRIME FESTIVAL 2023

 

Martedì 10 ottobre

  1. 21.00

Sala Toniolo, Palazzo Ceriana Mayneri; Corso Stati Uniti 27

GIORNALISMO E GIUSTIZIA

Stefano Tallia, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, e Roberto Capra, Presidente della Camera Penale Vittorio Chiusano, apriranno il festival con una discussione sulla cruciale relazione tra giornalismo e giustizia.

Mercoledì 11 ottobre

h.18.00

Mastio della Cittadella, Museo Nazionale dell’Arma di Artiglieria; C.so Galileo Ferraris,0

L’ARMA DEL DELITTO IMPERFETTO

Una serata dedicata alle armi utilizzate nei grandi attentati della storia, in collaborazione con la Polizia Scientifica e l’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia. Gli interventi del Vice Questore Luca Celeste e del Lgt. Enrico Galletti, curatore del Museo Nazionale di Artiglieria saranno accompagnati dalle suggestive letture dell’attrice Annalisa Besso. Verranno preceduti dai saluti del direttore del Museo, Ten.Col. Gerardo Demo

h.21.00

Casa del Pingone, Via della Basilica 13

SOTTO IL PESO DELL’INVISIBILE: UN’ANALISI PROFONDA SUI SUICIDI

Ogni anno oltre 800mila persone nel mondo perdono la vita per suicidio. Il suicidio è un atto estremo e intenzionale con cui si pone fine alla propria vita. Questo comportamento complesso comprende il suicidio effettuato, i tentativi e le ideazioni suicidarie, tutti segni di profondo disagio. Il suicidio raramente avviene improvvisamente e spesso nasconde una profonda sofferenza interiore. È cruciale riconoscere i segnali, anche quelli apparentemente insignificanti, che possono anticiparne la manifestazione.

Interventi: Lori Graziano, Presidente di Cerchio Blu, Caterina Signa, Psicoterapeuta e contributo video di Massimo Introvigne, Direttore del CESNUR. Modera: Fabrizio Russo

 

Giovedì 12 ottobre

Circolo dei lettori, Via Bogino 9

h.10.30

LA VIOLENZA E I SUOI VOLTI NASCOSTI

La violenza, un fenomeno complesso e pervasivo, assume spesso volti nascosti. Verranno esplorate le diverse manifestazioni della violenza, sia fisica che psicologica, analizzando i suoi contesti di origine, le vittime coinvolte e le conseguenze devastanti che può comportare. Un evento educativo per le scuole sul contrasto alla violenza.

Interventi: Avv. Maurizio Cardona, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri.

INAGURAZIONE UFFICIALE DEL FESTIVAL

  1. 21.00

ROMA, LA MAFIA CHE NON C’E’

Nonostante arresti, sequestri e le condanne per mafia, per i Casamonica Roma è ancora roba loro. Un controllo che, in alcune zone, è totale e una impunità che resta caratteristica della famiglia criminale.

Reading con il giornalista d’inchiesta Nello Trocchia

Venerdì 13 ottobre

Circolo dei lettori, Via Bogino 9

h.10.30

NUOVE DROGHE, CONOSCERE PER PREVENIRE

Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri offrono un evento informativo per le scuole sui rischi del consumo di sostanze stupefacenti e sulle operazioni antidroga effettuate sul territorio.

Interventi: Polizia scientifica e Arma dei Carabinieri

 

 

h.17.00

L’EVOLUZIONE DEL CYBERCRIME IN UNA SOCIETA’ SEMPRE PIU’ DIGITALIZZATA: L’ATTIVITÀ DELLA POLIZIA POSTALE

L’importante ruolo svolto dalla Polizia Postale nell’identificazione, la prevenzione e la repressione delle attività criminali online. Attraverso l’analisi delle tendenze emergenti e delle strategie investigative innovative, questo lavoro evidenzia l’importanza della collaborazione tra le autorità e il settore privato per affrontare con successo le minacce digitali.

Interventi: Manuela De Giorgi, Dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Piemonte e della Valle d’Aosta, e Gabriele Minniti, CEO & CyberSecurityExpert di Whysecurity Srl.

h.19.00

VIOLENZA GIOVANILE E BABY GANG

L’evento si concentrerà sulla crescente diffusione di varie forme di “devianza minorile”, che comprendono comportamenti antisociali e illeciti, talvolta non punibili penalmente. Esploreremo fenomeni come le “baby gang”, il “bullismo” e il “cyberbullismo”, con particolare attenzione alla complessa dinamica in cui i giovani possono essere sia autori che vittime di reato.

Interventi: Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri

h.21.00

“H.H.H. ARCHITETTURA E DELITTO”

Le oscure vicende dell’autore di un edificio pensato come macchina di morte sono il pretesto per ripercorrere la storia culturale della relazione tra spazio e crimine.

Letture e performance di: Maurizio Cilli

Sabato 14 ottobre

Circolo dei Lettori, Via Bogino 9

h.11.00

INTRECCIO FATALE, MASSONERIA E MAFIA

Legami tra massoneria mafia, le connessioni storiche e le dinamiche complesse che hanno influenzato la società italiana.

Interventi: Giancarlo Caselli, già Procuratore Capo di Palermo e Torino; Prefetto di Padova Francesco Messina, con la partecipazione dell’Arma dei Carabinieri.

h.16.00

LA MISTERIOSA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI

Dopo 40 anni, il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi rimane irrisolto. Suo fratello Pietro ha dedicato la vita a cercare di scoprire la verità sulla sua scomparsa. Nel 2023, su iniziativa del Papa Francesco, il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi e la gendarmeria hanno avviato ufficialmente le indagini, aprendo così la possibilità di sentire per la prima volta alcune persone ancora in vita che potrebbero fornire informazioni cruciali per l’inchiesta.

Interventi: Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi

h.18.30

LE VOCI DI SCAMPIA – SPACCIATORI DI LIBRI e LE PERIFERIE DI TORINO

Un gruppo di scugnizzi apre una libreria a Scampia nel pieno della faida di camorra. Scugnizzi che si trasformano in Spacciatori di Libri. Dove prima si vendeva la droga, oggi si spacciano libri. Un confronto tra Scampia e le realtà giovanili che vivono le zone periferiche della città di Torino.

Interventi: Maggie Borrelli della Scugnizzeria e Roberta Di Chiara

h.21.00

LA MAFIA OLTRE MATTEO MESSINA DENARO

Dai Misteri delle Stragi del ’92 all’Arresto di Matteo Messina Denaro. Un Viaggio nella Storia Criminale Italiana degli Anni ’90. L’oscurità dei depistaggi nelle indagini su Capaci e Via D’Amelio, e le drammatiche bombe del ’93. Tutti i tragici eventi che hanno preceduto l’arresto di uno dei criminali più ricercati d’Italia, Matteo Messina Denaro.

Interventi: Pino Maniaci, direttore di Telejato e protagonista della serie Netflix “Vendetta” e I.M.Dscrittore e già poliziotto della sezione Catturandi di Palermo.

 

Domenica 15 ottobre

h.18.00

Scalo Vallino, Via Nizza 40

TRUFFE AGLI ANZIANI: I METODI DI CIRCONVENZIONE E L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE

Un evento di chiusura dedicato alla prevenzione delle truffe agli anziani, con la partecipazione della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri.

Seguirà un evento conviviale di chiusura del Festival.

La cultura è una passeggiata. A Torino torna “Portici di carta”

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16ª EDIZIONE sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023Libri, letture, incontri, dialoghi, laboratori, passeggiate, degustazioni, azioni collettive con autrici e autori italiani e internazionali. 2 km di libri con editori e librerie lungo i portici. Dedica a Milan Kundera

05.10.2013, Torino, Portici di Carta 2013

Premio di letteratura sportiva Gianni Mura, al via le votazioni online

selezionati i finalisti delle sezioni “Miglior libro” e “Fuoriclasse”

www.salonelibro.it

“A Torino la cultura è una passeggiata”: con 2 chilometri di libreria lungo i portici del centro e oltre 100 appuntamenti legati al libro, sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023 torna Portici di Carta, la manifestazione letteraria che trasforma Torino in una delle librerie all’aperto più lunghe del mondo e in una straordinaria festa della comunità del libro, giunta alla sedicesima edizione. Quest’anno si propone al pubblico con l’anteprima di giovedì 5 ottobre al Teatro Gobetti, dal titolo “Il Salone che verrà”: un momento speciale in cui il Salone Internazionale del Libro di Torino illustrerà il progetto editoriale del triennio 2024-26 e annuncerà la lingua ospite dell’edizione 2024.

Il centro di Torino e i suoi eleganti portici (tra via Roma, piazza San Carlo, Piazza C.L.N., piazza Carlo Felice), patrimonio architettonico della città piemontese, sabato 7 e domenica 8 ottobre ospiteranno 63 librerie torinesi, fra indipendenti, di catena, remainders, antiquarie e bouquinistes, 68 case editrici e 49 espositori “Il libro ritrovato” (libri antichi e fuori catalogo), pronti ad accogliere lettrici e lettori di ogni età, oltre che turisti e visitatori. Proporranno un percorso di lettura caratterizzato da sedici aree tematiche per ogni gusto e passione: dalla narrativa alla saggistica, dai gialli ai fumetti, dai viaggi alla spiritualità e cultura orientale, dalla poesia alla storia e società, dalla scienza alle storie di genere, dalle letture per bambini, bambine, ragazze e ragazzi ai gialli, dall’arte alle lingue, alla storia locale, ai racconti.

Il programma culturale coinvolgerà scrittori e scrittrici da tutta Italia, ma anche ospiti internazionali (grazie anche alla collaborazione con Book Pride), bibliotecarie, bibliotecari, insegnanti e volontari: un caleidoscopico calendario di appuntamenti caratterizzato da incontri, dialoghi, celebrazioni editoriali,dediche autoriali, passeggiate e degustazioni letterarie, laboratori per bambine e bambini, azioni pittoriche in piazza, letture ad alta voce. Tra gli ospiti: Viola Ardone, Annalena Benini, l’illustratore Barroux, Roberto Colajanni, Lorenza Gentile, Paolo Giordano, Keith Kahn-Harris(Inghilterra), Felicia Kingsley, Beniamìn Labatut (Cile), Michela Marzano, Giorgio Pinotti, Marco Rossari, Tiziano Scarpa, Walter Siti, Chiara Valerio, Elena Varvello.

I luoghi degli incontri saranno l’Oratorio e la Chiesta San Filippo Neri, le Gallerie d’Italia-Torino di Intesa Sanpaolo, Piazza San Carlo e alcuni Caffè storici, pasticcerie ed esercizi commerciali che si affacciano sulla piazza stessa, orgogliosamente soprannominata il salotto di Torino (Caffè San Carlo, Biraghi, Caffetteria Torino, Pasticceria Iginio Massari, Costadoro, Mokita, Sinatra, Stratta).

Contraddistinta a ogni edizione da una dedica speciale a una grande personalità del mondo letterario, Portici di Carta omaggerà Milan Kundera, scrittore ceco naturalizzato francese, scomparso l’11 luglio, indimenticabile autore di libri tradotti in tutto il mondo, come L’insostenibile leggerezza dell’essere, Lo scherzo, Il valzer degli addii e i racconti Amori ridicoli, tutti pubblicati in Italia da Adelphi.

Anche quest’anno gli editori ospiti presenti saranno due, ciascuno con incontri sulla propria storia e con autori significativi in dialogo con il pubblico: Adelphi per l’editoria di narrativa e saggistica, Clichy per l’editoria dedicata all’infanzia.

Confermati gli appuntamenti per i più piccoli con il programma Mini Portici, pensato per bambine e bambini, ragazze e ragazzi in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi e TorinoReteLibri Piemonte, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli.

Tornano le proposte all’insegna della consapevolezza green al Gazebo Sambuy, grazie a Il Giardino Forbito con il mercato della Biodiversità Googreen, e gli incontri letterari Il giro del mondo in 40 libri per confrontarsi sui temi della multiculturalità, migrazione e inclusione grazie al Centro Interculturale della Città di Torino. Novità di quest’anno è la collaborazione con le Giornate della Legalità della Fondazione per la Cultura della Città di Torino e con Festival del Digitale Popolare.

In occasione del centenario di Italo Calvino e come omaggio agli editori ospiti, i librai di Portici di Carta esporranno sui propri banchi il libro del cuore che più hanno amato di Calvino e i titoli di Adelphi e Clichy che hanno particolarmente piacere di condividere con lettrici e lettori.

Portici di Carta si conferma così la manifestazione di promozione del libro e della lettura capace di coinvolgere tutti i soggetti della filiera, dagli editori ai librai, dalle biblioteche alle scuole.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito, con prenotazione consigliata su SalTo+ (saltopiu.salonelibro.it

IL PROGRAMMA

Autrici e autori

Il programma di Portici di Carta si apre con un’anteprima unica. Giovedì 5 ottobre al Teatro Gobetti alle ore 11 grande attesa per “Il Salone che verrà”,la presentazione alle istituzioni, ai partner pubblici e privati, alla stampa e al pubblico del progetto editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino per il triennio 2024-2026 (ingresso libero fino a esaurimento posti. Per partecipare scrivere a comunicazione@salonelibro.it).

Ricchezza, qualità e varietà caratterizzeranno il programma culturale che per due giorni porterà a Torino occasioni di condivisioni, riflessioni sulla contemporaneità e la storia e momenti di festa, sempre partendo dal libro. Gli appuntamenti per giovani e adulti di Portici di Carta si svolgeranno alle Gallerie d’Italia-Torino e all’Oratorio San Filippo Neri.

Uno speciale momento per tutte le età aprirà idealmente il cartellone sabato 7 ottobre, ore 11, alla Chiesa di San Filippo Neri con lo spettacolo Musβ es sein? Es muβ sein!” – omaggio a Milan Kundera a cura dell’Ensemble Futura, il gruppo di orchestra e coro della Rete “La musica del corpo, della mente e del cuore”, patrocinata dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte. Un viaggio in musica sulle tracce dell’autore ceco, partendo da L’insostenibile leggerezza dell’essere con la citazione del Quartetto di Beethoven No.16, Op. 135. Brani suonati, cantati e danzati dalla formazione artistico-musicale di giovani musicisti, cantanti, attori e ballerini EnsembleFutura provenienti dalle associazioni e dalle scuole elementari, medie e superiori di Torino e del Piemonte. Ingresso libero senza prenotazione.

Tra gli ospiti di sabato 7 ottobre: lo scrittore cileno Benjamín Labatut, in dialogo con Paolo Giordano, sul nuovo libro in uscita mondiale il 3 ottobre, Maniac (Adelphi; traduzione di Norman Gobetti), vincitore del Premio Malaparte 2023, incentrato sulla razionalità e la follia dell’uomo, partendo dall’invenzione del calcolatore Maniac, che alla fine della Seconda guerra mondiale aprì le porte all’informatica e all’intelligenza artificiale; la regina delle classifiche e del romance, con 200mila follower su Instagram, FeliciaKingsley, autrice di nove romanzi bestseller, a Portici di Carta con il fresco successo Una ragazza d’altri tempi (Newton Compton) in dialogo con la booktoker Francesca La Cava e con letture a cura della doppiatrice Annalisa Platania; Barroux, uno dei più importanti illustratori della scena internazionale, autore di pluripremiati libri per l’infanzia, caratterizzati dal gusto per il colore e la fantasia, edito in Italia da Clichy; Lorenza Gentile con il romanzo che ha scalato le classifiche negli ultimi mesi Le cose che ci salvano (Feltrinelli), un invito a trovare il coraggio di ritagliarsi il proprio spazio nel mondo, presentata dalla libraia Giorgia Mastroianni; GiorgioPinotti, editor capo di Adelphi, storico traduttore dei lavori di Milan Kundera, pubblicati in Italia da Adelphi, per la dedica speciale a un grande autore del Novecento; Roberto Colajanni, amministratore delegato e direttore editoriale di Adelphi, e la scrittrice Chiara Valerio sulla storia della casa editrice; il giornalista Paolo Morelli e il libraio Rocco Pinto sulla collana Stories (Graphot) dedicata alle storie e alle memorie dei luoghi; la libraia Silvana Sola Figure per Italo Calvino (Mondadori) omaggio alle illustrazioni e agli illustratori che hanno incrociato le opere di Calvino

Tra le autrici e gli autori di domenica 8 ottobre: Michela Marzano in libreria con il nuovo Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa (Rizzoli), sull’abuso e le molestie sessuali, sul consenso e sul rapporto delle donne con il proprio corpo dopo il #metoo, presentata dalla giornalista SimonettaSciandivasci; Viola Ardone, in dialogo con la direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino Annalena Benini, sul nuovo romanzo Grande Meraviglia (Einaudi), dedicato all’affetto che si viene a creare tra un giovane medico e una bambina rinchiusa in manicomio; Tiziano Scarpa e Marco Rossari, insieme con i loro due nuovi libri, rispettivamente La verità e la biro (Einaudi) e L’ombra del vulcano (Einaudi), un intreccio tra vita e letteratura, con la partecipazione di Elena Varvello; Walter Siti, con il poeta e traduttore Ottavio Fatica, in un omaggiano a Louis-Ferdinand Céline, di cui Adelphi ha appena pubblicato Guerra, uno degli inediti dell’autore rubati nel 1944 dalla sua abitazione e ricomparsi settant’anni dopo; il sociologo Keith Kahn-Harris, presente grazie alla collaborazione con Book Pride, con un’analisi sociologica sui negazionismi, descritta nel sui ultimo libro Negazione. La verità inconfessabile (People), in dialogo con Francesco Foti; i giallisti torinesi Giorgio Ballario, Maurizio Blini, Enrico Pandiani e Massimo Tallone; un momento dedicato a Piero Gobetti con l’incontro sul volume L’editore ideale, diario postumo e manifesto ancora oggi valido per l’editoria indipendente e di cultura (in collaborazione con il Centro studi Piero Gobetti);

Quest’anno, grazie alla collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa, attrici e attori daranno voce alle pagine più intense e significative di alcuni romanzi presentati a Portici di Carta.

Mini Portici

Piazza San Carlo sarà il centro pulsante del programma Mini Portici, dedicato a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, con tre spazi specifici,per tre tipologie di attività differenti, realizzate in collaborazione con l’editore ospite Clichy, le Biblioteche civiche torinesi, i Laboratori di lettura dei servizi educativi della Città di Torino, la Biblioteca pedagogica e il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.

Nello Spazio laboratori l’editore Clichy porteranno incontri, attività, letture e workshop (per bambini da 5 anni in su), in compagnia delle sue autrici, dei suoi autori, delle sue illustratrici e dei suoi illustratori come: il francese Barroux, le cui opere sono pubblicate in tutto il mondo, e Giulia Pastorino, originale talento del panorama dell’illustrazione italiana (sabato 7 ottobre), Sergio Olivotti, noto per le ambientazioni oniriche e i personaggi ironici, eMarianna Balducci, Premio Andersen 2021 e Premio Nati per Leggere 2018 (domenica 8 ottobre). Le Biblioteche civiche torinesi proporranno letture ad alta voce sui temi dell’amicizia, degli affetti e dell’ambiente, prendendo ispirazione, in particolare, dai libri pubblicati da Clichy

Lì accanto, lo Spazio Nati per Leggere (0-6 anni), aperto tutto il giorno, offrirà alle famiglie un luogo morbido e accogliente e tanti libri da leggere con i propri bambini (tra cui i titoli vincitori delle diverse edizioni del Premio Nati per Leggere), e la possibilità di richiedere letture personalizzate, a tu per tu, grazie ai volontari e agli addetti delle Biblioteche civiche torinesi e dei Laboratori di lettura della Città di Torino.

La grande azione collettiva, curata dal Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, farà divertire grandi e piccoli durante durante il weekend di Portici di Carta: Con la testa tra le nuvole, ispirata al titolo del libro più famoso di Milan Kundera L’insostenibile leggerezza dell’essere, sarà un dinamico gioco di trasparenze e sovrapposizioni di forme, leggère come nuvole, per creare la visione di un cielo sottosopra, ispirandosi ad artisti che lo hanno interpretato, da Giotto a Lichtenstein, da Friedrich a Magritte.

Approfondimenti e convegni

Portici di Carta sarà anche l’occasione per presentare e confrontarsi su progetti di promozione alla lettura: il Concorso letterario nazionale Lingua Madre con le autrici vincitrici della sua XVIII edizione Patrycja Holuk(Polonia), Hasti Naddafi (Iran), Chiara Nifosì (Italia) in dialogo con Daniela Finocchi domenica 8 ottobre; la Festa del libro medievale e antico di Saluzzo, quest’anno dedicata al viaggio nel Medioevo, il cui programma completo viene annunciato sabato 7 ottobre (tra gli ospiti Roberto Mercadini con uno spettacolo sull’Orlando Furioso); la tappa torinese sabato 7 ottobredell’Independent Book Tour (dopo la partenza a Verbania), ideato da Hangar del Libro – Regione Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino, per far conoscere la ricca realtà editoriale e libraria indipendente piemontese; il convegno Stati generali delle biblioteche scolastiche del Piemonte di sabato 7 ottobre, dedicato alle buone pratiche e al ruolo delle biblioteche scolastiche come strumento di crescita personale e sociale, curato da Torino ReteLibri Piemonte, momento finale di formazione regionale; l’appuntamento Ma… dove vanno i librai? con i librai di diverse parti d’Italia per parlare di scenari, prospettive, cambiamenti e scelte a cui oggi sono messi di fronte (tra i relatori Ines Pierucci, Assessora alla Cultura della Città di Bari con cui il Salone del Libro organizza Lungomare di Libri).

Le passeggiate letterarie

Saranno otto le passeggiate di questa edizione, attesissime ogni anno da lettrici e lettori: sei curate da Alba Andreini, una da Rocco Pinto e una dalla casa editrice Edt.

Le sei passeggiate letterarie a cura di Alba Andreini sono in programma domenica 8 ottobre mattina alle ore 10. Attraverseranno diversi quartieri del centro di Torino, per far scoprire la bellezza nascosta della città che ha ispirato tanti scrittori e che ha fatto entrare i suoi luoghi nel loro immaginario. Si potrà camminare per i Portici di via Po, il Quadrilatero, San Salvario, San Donato, Crocetta e Vanchiglia, sulle orme, fra gli altri, di Fruttero & Lucentini, Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Primo Levi, Mario Soldati, Jean Jacques Rousseau, Edmondo De Amicis, Augusto Monti, Vittorio Alfieri, Friedrich Nietzsche, Emilio Salgari, Italo Calvino, Natalia Ginzburg e anche degli scrittori migranti come Amara Lakhous e Younis Tawfik. L’itinerario letterario a cura di Rocco Pinto e Franca Viglongo, sempre domenica 8 ottobre, guiderà lettori e lettrici nella Torino dei copisti, degli editori, degli stampatori dei librai, partendo da piazzetta Viglongo; sarà l’occasione per ricordare Giovanna Viglongo. L’iscrizione alle passeggiate è obbligatoria su SalTo+ (saltopiu.salonelibro.it).

Novità di quest’anno è la passeggiata matematica a cura di Edt sabato pomeriggio, ore 17: un itinerario per scoprire le relazioni fra l’arte, l’architettura e il mondo dei numeri, in compagnia di Silvia Benvenuti, divulgatrice scientifica, docente e autrice del libro In viaggio con i numeri(EDT). Iscrizione obbligatoria: libreria.torinocastello@mondadori.it011 577 8802.

Altre iniziative

In Piazza San Carlo farà tappa anche il Bibliobus, la biblioteca itinerante della Città di Torino, con proposte di attività e servizi, inaugurato nell’edizione 2018 di Portici di Carta. Dotato di un catalogo di circa 6000 titoli per adulti e bambini, computer e connettività Wi-Fi, il Bibliobus mette gratuitamente a disposizione il prestito libri e documenti, la biblioteca digitale e iniziative per grandi e piccoli.

Portici di Carta ripete la tradizione della serigrafia tirata a mano dalle Artenaute del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, inedita e originale rielaborazione grafica ideata da Paola Zanini, riservata a tutti quanti si iscriveranno al prestito bibliotecario presso il Bibliobus.

Per il secondo anno Portici di Carta amplia le proposte grazie al progetto Il giro del mondo in 40 libri, a cura del Centro Interculturale della Città di Torino. In Piazza San Carlo e Piazza C.L.N presso Caffè San Carlo, Biraghi, Caffè Torino, Pasticceria Igino Massari, Costadoro Social Coffee Factory, Caffè Mokita, Sinatra Galerie de Beauté, Stratta: 40 incontri letterari con autori e autrici di diverse nazionalità, occasioni per approfondire contesti storico-culturali plurali e confrontarsi sulle più attuali sfide legate ai diritti, alle migrazioni, alle questioni di genere, al colonialismo e la decolonizzazione, in collaborazione con le associazioni del territorio e grazie alla co-organizzazione di Associazione Piemonte-Grecia, AIA, Associazione Donne Africa Subsahariana e II generazione, ANGI, AMECE, Associazione Warà, FARMP. Tra gli ospiti: Amal Bouchareb, scrittrice e giornalista algerina; Leila El Houssi, docente di Storia e istituzioni dell’Africa presso La Sapienza di Roma; Claudileia Lemes Diaz, autrice italo-brasiliana; Antar Mohamed, co-autore con Wu Ming 2 del “romanzo meticcio” Timira; Elvira Mujcic,scrittrice e traduttrice bosniaca; Karim Metref giornalista algerino; Milton Fernandez, artista originario dell’Uruguay.

Tra le novità, la collaborazione con le Giornate della Legalità, manifestazione della Città di Torino, alla prima edizione, realizzata da Fondazione per la Cultura Torino, in collaborazione con Libera Piemonte e Avviso Pubblico, in partnership con Biennale Democrazia e con il sostegno di Camera di commercio Torino. Dalla sinergia con Portici di Carta, nascono i Portici della Legalità, uno spazio per riflettere sugli aspetti legati alla legge e alla vita comune, dalla disobbedienza civile al concetto di giustizia, passando per la rieducazione e le possibilità alternative alla pena detentiva. In piazza San Carlo, i Portici della Legalità offriranno al pubblico la possibilità di discutere con autrici, autori, giornaliste e giornalisti di diversi volumi, tra cui Curare il mondo con Simone Weil (Laterza, 2023), Caccia ai nazisti (Rizzoli, 2023), Barre. Rap, sogni e segreti in un carcere minorile (Minimum fax, 2021), Il carcere spiegato ai ragazzi (manifestolibri, 2019) e Io dico no! Storie di eroica disobbedienza (Einaudi, 2017). Grazie alla collaborazione con il Festival della Legalità, sotto i portici di Piazza San Carlo in corrispondenza dello shop Biraghi, sarà allestita la mostra di Letizia Battaglia, artista scomparsa nell’aprile del 2022, una delle più grandi fotografe italiane del Novecento, protagonista di lotte civili, in Sicilia e non solo: in esposizione alcuni tra i suoi scatti più famosi in bianco e nero, che raccontano la Palermo degli anni ‘80 e ‘90.

Al Giardino Sambuy di Piazza Carlo Felice, in occasione e in collaborazione con Vendemmia a Torino e Grapes in Town l’associazione Giardino forbito inaugurerà con Annalisa Benini il progetto SeminaTo con la prima aiuola didattica coltivata a vite, una piccola vigna simbolica e rappresentativa delle terre dei vini letterari del Piemonte.

Il Matota Festival di letteratura per ragazze e ragazzi, che per il secondo anno collabora con Portici di Carta, ospiterà protagonisti della narrativa per l’infanzia come Daniele Aristarco, Sergio Olivotti, Carlo Marconi, Stefano Garzaro e Matteo Saudino in più luoghi della città: dal Polo del 900 alla Fabbrica delle E, da Più Spazio Quattro al Centro del protagonismo giovanile Cartiera (www.matota.it).

I giovani a Portici di Carta

Anche quest’anno a Portici di Carta, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, un gruppo di studentesse e studenti è coinvolto attivamente nella logistica dell’evento. Grazie alla relazione strutturale con TorinoReteLibri Piemonte (rete di coordinamento delle biblioteche scolastiche che conta più di 69 scuole aderenti sul territorio), i ragazzi e le ragazze hanno la possibilità di svolgere le ore di alternanza scuola-lavoro aiutando nell’accoglienza del pubblico, nella gestione degli spazi e delle sale e nel supporto alle attività per bambine e bambini di Mini Portici. Tutti gli studenti e le studentesse hanno partecipato al percorso organizzato dal Salone del Libro, Lavorare con i libri, l’esperienza formativa che accompagna alla scoperta della filiera del libro. Un percorso per rendere più fruttuosa e consapevole la loro esperienza di PCTO.

Tornano a Portici di Carta anche e ragazze e i ragazzi del Bookblog, i giovani reporter del Salone Internazionale del Libro. Una decina di studentesse e studenti del Liceo Alfieri di Torino documenteranno con interviste, reportage e articoli le giornate di Portici di Carta raccogliendo riflessioni, temi, idee che saranno riportati sul blog onlinebookblog.salonelibro.it.

Così il Caval ‘d brons rimase senza fontane

Alla scoperta dei monumenti di Torino / Il re, dopo aver scartato un primo progetto nel quale Emanuele Filiberto a cavallo scavalca una palizzata, approvò, invece, un bozzetto di un ritratto equestre del Duca poggiante su un basamento, arricchito da quattro figure allegoriche sotto le quali trovavano posto quattro grandi vasche per altrettante fontane

 

Situata al centro della piazza, la statua in bronzo (detta Caval ‘ d brons) raffigura il Duca Emanuele Filiberto a cavallo, nell’atto di rinfoderare la spada dopo la battaglia di San Quintino (1557). Il basamento in granito è ornato su ogni lato dallo stemma sabaudo con la corona ducale e da due bassorilievi in bronzo che rappresentano il Duca mentre fa prigioniero il Montmorency, Gran Connestabile di Francia, e mentre legge i preliminari di pace per il trattato di Cateau-Cambrésis. L’annuncio ufficiale della realizzazione del monumento dedicato a Emanuele Filiberto di Savoia fu dato il 17 dicembre 1831 dalla Gazzetta PiemonteseL’opera venne commissionata da Carlo Alberto all’artista Carlo Marocchetti (stesso autore del monumento dedicato a Carlo Alberto), torinese di nascita ma formatosi in Francia dove risiedeva abitualmente. Il re, dopo aver scartato un primo progetto nel quale Emanuele Filiberto a cavallo scavalca una palizzata, approvò, invece, un bozzetto di un ritratto equestre del Duca poggiante su un basamento, arricchito da quattro figure allegoriche sotto le quali trovavano posto quattro grandi vasche per altrettante fontane. Prima di dare esecuzione al progetto lo scultore Carlo Marocchetti decise di erigere “un non intiero simulacro del monumento al centro della magnifica piazza”; una curiosa prova generale a cui assistette con grande soddisfazione anche “Sua Maestà con un corteggio di autorità”. Ma, pochi mesi dopo la simulazione in piazza, cominciò a circolare a Torino un opuscolo con “Osservazioni relative al Gran monumento” che condannò quasi per intero l’opera. La critica sortì il suo effetto e così un decreto del 24 settembre 1833, stabilì i fondi di L. 210.000 per una “statua equestre in bronzo, collocata sopra un piedistallo circondato da quattro statue allegoriche, il tutto in marmo”; scomparirono definitivamente le fontane. Nonostante le modifiche all’impianto monumentale le polemiche non si placarono, in particolare il critico francese Jean-Paul Ducros rimproverava che le quattro statue agli angoli del basamento apparivano “troppo simmetriche per essere considerate ornamenti architettonici”. 

Dopo innumerevoli contrasti tra Ducros e Marocchetti, la questione si concluse con l’approvazione, da parte dell’Accademia delle Belle Arti, del disegno originariamente concepito dallo scultore. Finalmente, dopo essere stato esposto per due mesi e con grande successo nel cortile del Louvre, il 4 novembre 1838 il monumento venne solennemente inaugurato. Carlo Alberto fu pienamente soddisfatto del monumento ed il Marocchetti ebbe il titolo di barone con in dono un gioiello di gran valore mentre, il fonditore Soyer, ricevette una medaglia d’oro con l’effigie del re. Un’opera, questa, considerata oltre che il capolavoro del Marocchetti, anche uno dei più significativi esempi di politica culturale di Carlo Alberto che, per celebrare l’avvento del suo regno, decise di erigere il primo monumento pubblico all’aperto dedicandolo al Duca Emanuele Filiberto. Dopo due rimozioni, nel 1943 per proteggerlo dai bombardamenti e nel 1979 per restaurarlo, nel 2006 sono inziati i lavori per un accurato restauro e nell’ottobre 2007, tolto il drappo rosso che lo copriva, i cittadini, che attendevano numerosi in piazza San Carlo, hanno potuto finalmente rivederlo. Il monumento, identificato con l’affettuoso nomignolo di “Caval ‘ d brons”, è ormai riconosciuto come uno dei simboli della città di Torino. Ma per poter conoscere il monumento equestre nella sua totalità bisogna anche tenere conto e “spendere qualche parola” per la magnifica piazza che lo ospita. Come ricordato prima, l’opera di Marocchetti a Emanuele Filiberto di Savoia, sorge nel mezzo della centralissima piazza San Carlo, uno spazio progettato da Carlo Castellamonte nel 1637 su un sito occupato prima dall’anfiteatro romano, poi da un tratto delle mura e della spianata della città cinquecentesca. La realizzazione si concluse nel 1650 e divenne il punto nodale del primo ampliamento meridionale della città seicentesca; divenne anche sede di spettacoli grandiosi, manifestazioni ufficiali e parate e la sua prima denominazione fu Place Royale. La realizzazione della piazza, impostata sull’asse della Contrada Nuova (oggi via Roma), rese necessaria prima la demolizione delle vecchie strutture fortificate, ed in seguito la delimitazione del contorno da un sistema di palazzi barocchi porticati, caratterizzati da eleganti facciate unitarie e continue.Per chiudere il lato meridionale vennero progettati i due lotti gemelli, donati, poi in seguito, ad ordini religiosi di stretta protezione ducale: gli Agostiniani Scalzi che fondarono la chiesa e il convento di S. Carlo Borromeo e le Carmelitane Scalze che costruirono la chiesa e il convento di Santa Cristina. Nel corso del tempo, a causa dei progressivi frazionamenti delle proprietà e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, gli edifici originari sono in gran parte andati distrutti e sono stati ricostruiti nel dopoguerra.Fino al 2004, la piazza è stata percorribile dal traffico veicolare e occupata in prevalenza dalle auto in sosta. Con gli interventi di riqualificazione dell’area centrale storica, è stato restituito a piazza San Carlo il suo ruolo da protagonista nello straordinario scenario della Torino Barocca. Il progetto di riqualificazione ha riportato la piazza al suo originario uso esclusivamente pedonale, mantenendo nella pavimentazione il disegno e i materiali esistenti in precedenza. Sperando che questo “tuffo nel passato per conoscere il presente” sia stato di vostro gradimento, Il Torinese vi da appuntamento alla prossima settimana alla scoperta di un’altra meraviglia di Torino.

Simona Pili Stella

(Foto: il Torinese)

Il luogo più gozzaniano di Agliè

Una bisavola della nostra nonna materna era sorella maggiore di quello paterno di Guido Gozzano. A partire dal 1965 e poi dal 1976 e in ultimo quasi ininterrottamente dal 1986, ho approfondito la storia di quegli antenati e parenti. Nel XV Secolo, un esponente dei Gedda (gruppo famigliare scandinavo originario del Gotland),che doveva aver combattuto i Tuchini con le compagnie di ventura, cessati i conflitti, fissò la sua dimora in Val Chiusella, e,tra i suoi discendenti, noi dividiamo con i Gozzano quegli antenatiche, nel corso del XVII Secolo, si spostarono ad Agliè, fissandovila loro dimora.

Da sempre Agliè mi è famigliare, e tanti dei cambiamenti che ha subito nel corso del tempo mi sono noti e facili da rilevare perché spesso li ho documentati avvalendomi anche di scritti e immagini, inoltre, giovandomi della formazione di architetto, mi sono soffermato sui cosiddetti luoghi “gozzaniani” cosicché, mentre sto liquidando per le stampe le diverse pagine sull’argomento, passo ad anticiparvi alcune notizie inedite.

Argomento di questo scritto sarà il Chiosco del Meletto Meletto, si badi, e non Meleto, perché proprio così il toponimo era scritto nei tempi più antichi, e anche Chiosco, e non Chalet, poiché questo sostantivo definisce correttamente quella tipologia architettonica da giardino. Il Chiosco, insieme all’ambiente naturale che lo circondava (isola, laghetto, ponte e bosco di piante esotiche), fu realizzato nel 1866 dal (più volte deputato al Parlamento Subalpino) comm. Massimo Secondo Mautino.All’epoca Diodata, la sua figlia minore e futura madre di GuidoGozzano, era una bambina di 9 anni, la sorellastra di lei, Ida Galletti, era morta da due anni, e i suoi due figli: Elvira e Arturo, avevano rispettivamente 11 e 9 anni.

Definendo quello il luogo gozzaniano per antonomasia, non intendo negare l’esistenza di quegli altri che in qualche modo possano evocare la presenza di Gozzano ad Agliè, sostengo peròche questo, in assoluto, è il più emblematico, perché, voluto dal nonno materno che non solo amava la poesia (come provano le opere della sua biblioteca) ma, in gioventù, ne scrisse anche di sue e le pubblicò su certi fogli ebdomadari e, per oltre cinquant’anni, fu frequentato dalla seconda figlia – che pure scrisse poesie e che, più del figlio Guido, ritornò spesso e pure dal nipote Arturoil quale, nato pochi mesi prima di lei,proprio a quell’ambiente accennava in una composizione poetica per il matrimonio della zia con il futuro padre del Poeta. Perquesto, il Chiosco del Meletto, era davvero un luogo di forti richiami poetici. Di significativa importanza lo fu poi anche per Guido Gozzano, che vi andava volentieri (come attesta la foto in cui è ritratto in piedi con la madre, la sorella Erina, il marito di lei,avvocato Giordano, e la loro figlia ragazzina), perché, come gli altri famigliari, riceveva un benefico influsso da quell’ambiente.

Fissati i riferimenti temporali e ricordati fatti, interpreti e motivazioni, sarà facile capire come, nel corso degli anni, quello spazio abbia avuto per i ragazzi il ruolo di ambiente di sogno, e, per le ragazze, forse sia stato anche qualcosa di più della casa delle fate (o delle bambole). La costruzione – tutta in legno – era posta su un isolotto al quale si accedeva da un ponticello (sul quale è bello rivedere Guido insieme alla sua mamma, nella foto ingiallita che il tempo ci ha tramandato) o dalla barca (l’unica che stazionasse sempre là), e il luogo, già ben dotato dalla natura che lo circondava, era arricchito dalle piante che il nonno deputato aveva voluto che crescessero tutto intorno al laghetto, in un’epoca in cui il parco del Castello di Agliè contava ancora diversi giardinieri in pianta stabile. I tre ragazzi ebbero là un luogo ideale di confronto in cui potevano ritrovarsi per parlareconfidenzialmente tra loro, mentre divenivano grandi.

Ciò detto, possiamo smontare l’affermazione di due studiosi della letteratura italiana (De Rienzo – che, codicendo, finisce per meritarsi lui quel titolo di “bugiardo” che troppo facilmente ha appioppato a Guido e Sanguineti – che sembra ignorare del tuttoi legami (di sangue e di affetto) che Gozzano aveva con la Liguria infatti entrambi, muovendosi in un contesto a loro ignoto, senzaconoscere la storia (che io vi ho raccontato), accusano Guido di un lapsus perché, in un foglio indirizzato a Amalia Guglielminetti, aveva scritto: «in questo casolare campestre (la cascina del Meletto, che era dei Mautino già nel XVIII Secolo), in riva di questo laghetto boschivo che ha visto l’infanzia di mia madre». Smentita che baso esclusivamente sulla relazione peritale di un geometra, che, nel 1938, su quei luoghi ebbe a scrivere, sentitaDiodata Mautino, la vedova ultra ottuagenaria dell’ingegner Gozzano, che a viva voce gli aveva fornito le testimonianzepreziose che io utilizzo. (Ma i letterati, forse, non considerano letteratura le relazioni tecniche, e allora chissà cosa avrebbero a ridire su Franz Kafka, ché le sue pagine di perizie trovano spazio tra i suoi scritti letterari?)

Ora, ritornando al chiosco e all’incantevole ambiente cheMassimo Mautino volle dare alla figlia e ai due nipoti quasi aconfortarli perché tutti ancora giovani erano rimasti privi dellamadre, ricorderò che quella costruzione, la cui esistenza qualche fotografia in bianco e nero attesta ancora negli anni Ottanta del Novecento, non ebbe affatto una vita breve e, giacché ebbe bisogno di tempo perché, senza aver mai conosciuto una manutenzione, si sancisse la sua fine (accettandone la demolizione o constatandone il crollo). Anche le piante di quel piccolo orto botanico conobbero soltanto il taglio di chi, negli anni, se ne servìper bisogno di legna da ardere: tutto era facile, libero l’accesso,senza recinzioni né barriere, si poteva prendere, manomettere edistruggere a volontà! Oggi che da vedere non rimane altro che le verdi canne che crescono rigogliose nell’acqua e i rifiuti abbandonati sullo spiazzo, il rustico cartello di legno che abbiamo fotografato segnala il luogo (ma quale?) con le parole di Guido(ma quali?). Lassenza di quell’ambiente si fa avverte, non solocome una perdita sentimentale, ma come grave danno per la storia dell’architettura stessa. Sappiamo infatti che il commendator Mautino (il cui padre, morto prima chegli venisse al mondo, era un misuratore diplomato all’ateneo torinese dove aspirava anche il titolo di architetto) era egli stesso in buoni rapporti con diversi professionisti anche tra i coetanei del padre. Uno per tutti, Ignazio Michela, al quale in una lettera egli accennava di aver visto il Crystal Palace durante un soggiorno a Londra. E poiché le costruzioni da giardino godevano nel Regno Unito di attenzioni particolari, non è possibile che Massimo Mautino non affidasse quel progetto per il suo a un architetto importante, magari a un giovane che gli era stato segnalato. Purtroppo però, quella costruzione non c’è più: avrebbe documentato, ad Agliè,l’intervento di un progettista attivo tra noi a metà Ottocentocertamente la tipologia del chiosco in legno (ma dall’interno tappezzato in stoffa e arredato con mobili rustici progettati su misura) per i più, ad Agliè, non era che una baracca di legnoma questo non giustifica affatto, anche se le motiva, incuria e trascuratezza ai danni di una tecnologia che, in uso in tante parti del mondo, qui si lasciò sparire nel nulla, perché “era una baracca ma stava in piedi da cento e vent’anni almeno!!!

Probabilmente mi si accuserà di essere ingiusto per considerare il chiosco “più importantedegli altri luoghi, che, ad Agliè, si dicono gozzaniani, diallora che, a cent’anni dalla morte di Guido, nel 2016, la realtà fisica della maggior parte di essi era del tutto compromessa e che quelle costruzioni, stravolte e malridottecome sono, oggi rimangono solo per testimoniare i più indegni interventi edilizi che, negli ultimi cento anni, il nostro Paese (qui sta per Nazione) ha sofferto.

Chiudo questa pagina con un’immagine di serenità, una fotografia, che in amicizia (credendo negli studi che porto avanti ormai da tanti anni sui nostri antenati e parenti) mi ha passato Valentina Sapio, la discendente diretta di Erina Gozzano, la sorella di Guido. In essa Diodata e Guido sono le figure dominanti che compaiono sfocate in una dimensione quasi trascendentale.

Il contesto è indefinito e non si riesce proprio a localizzalo, ma questo permette di affermare che per ogni uomo, per un Poeta soprattutto, ogni ambiente è carico di valori, e allora, se è vero che, come si legge ad Agliè in un’iscrizione funebre di San Gaudenzio, “la sua poesia è dappertutto”, si deve fare molto ancora perché la Poesia abbia un suo ruolo nella Storia, che è poi l’intento che per tanti anni ha mosso i miei studi su Guido Gozzano e i suoi.

Carlo Alfonso Maria Burdet

All’Auditorium Rai lo spettacolo di apertura del Festival delle Regioni

1° ottobre – ore 20.30

Auditorium Rai – Via Rossini 15 – Torino

In allegato anche

– il Villaggio delle Regioni in piazza Castello, 30/09 – 2/10

COMUNICATO

Domenica 1° ottobre si terrà, con inizio alle ore 20.30, nell’Auditorium Rai di Torino uno spettacolo di benvenuto – organizzato dalla Regione Piemonte con il coordinamento artistico di Magalì Berardo di Musicalista – rivolto in particolare alle comunità dei piemontesi di adozione che coinvolgerà, in una serie di esibizioni, gruppi di cultura popolare provenienti da tutta Italia.

L’accesso alla sala sarà possibile, fino a esaurimento posti disponibili, previa iscrizione da effettuare su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-2-festival-delle-regioni-e-delle-province-autonome-692988847297?aff=oddtdtcreator entro le ore 12 di sabato 30 settembre.

L’evento, che prevede una carrellata di esibizioni di vari artisti rappresentativi delle diverse Regioni d’Italia, è nato con l’idea di creare un incontro tra chi è venuto a vivere a Torino e in Piemonte – e ha costruito in questo territorio la sua vita – e la propria regione d’origine. In sala, infatti, saranno presenti esponente delle comunità regionali che per l’occasione potranno incontrare i Presidenti delle regioni e i rappresentanti delle loro comunità.

Per festeggiare l’inizio del Festival andrà in scena il meglio della cultura popolare delle regioni italiane – con la partecipazione dell’Orchestra sinfonica Nazionale della Rai diretta dal Maestro Giuseppe Mengoli – che darà l’avvio alla serata. La Folkestra, ensamble di talentuosi giovani, proporrà musica tradizionale piemontese in una nuova veste e si alternerà a Francesco Demuro, tenore sardo conosciuto in tutto il mondo; il coro trentino della Sosat, attivo dal 1926, che mantiene viva la tradizione della montagna lascerà il posto a un assaggio del ‘Piccolo Opera Festival’ dal Friuli Venezia Giulia; Simone Campa e Angelo Palma proporranno tributi a Lazio, Abruzzo, Campania e Lombardia con un medley di chitarra e tamburo. Il blues di Lino Rufo, si avvicenderà con le parole ironiche dello sceneggiatore Mattia Torre rappresentate dagli allievi dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni – Teatro Stabile del Veneto; la musica folk, proposta anche dal gruppo valdostano Lou Tintamaro e dal duo romagnolo Emisuréla composto dalle sorelle Anna e Angela De Leo, violinista e fisarmonicista, cederà lo spazio alla tradizione più classica, con la Scuola musicale di Fiesole e l’Accademia dell’Opera Carlo Felice Genova e alla all’altoatesino Max Castlunger & the Upcycling Band, il cui progetto green è basato sul riutilizzo di oggetti che diventano strumenti. Il cantautore popolare Mimmo Cavallaro, interprete della tradizione calabrese, si alternerà ai giochi di prestigio di Walter Rolfo, presidente di Masters of Magic e del Campionato del mondo di magia 2025 a Torino. La serata si concluderà con la musica e la danza sfrenata della Notte della Taranta.

PROGRAMMA

Ore 20.30

Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI

Direttore: Giuseppe Mengoli

Programma musicale:

Michele Novaro “Canto degli Italiani” (Inno nazionale)  Gioachino Rossini, Ouverture dal “L’Italiana in Algeri” (durata 9 min circa) (Marche)

PIEMONTE

Folkestra (ensemble folk)

Folkestra è un ensemble musicale che prende forma nel 2009 come sviluppo di un progetto formativo di musica tradizionale d’insieme, sotto la direzione dell’organettista e flautista Simone Bottasso, coadiuvato dal violinista Nicolò Bottasso.

Musica tradizionale rivisitata ed arricchita da un’innovativa veste orchestrale: brani provenienti dalla musica tradizionale del Piemonte e delle Valli Occitane, della Toscana e della Liguria, melodie della cultura francese e composizioni degli stessi musicisti dell’orchestra. Fanno parte dell’orchestra musicisti giovani e talentuosi che propongono strumenti legati strettamente al mondo del folk, come ghironde, organetti, cornamuse, archi, mandolino, ed altri più contemporanei, tra cui flauti, sax, clarinetti, batteria, chitarra e basso. Su una solida base di melodie ed arrangiamenti evocativi si tesse una trama di impegno e passione, di relazioni personali, di momenti seri e scherzosi, di attimi conviviali accompagnati da una sana cucina casalinga, di notti insonni e piedi scalzi, di determinazione, tenacia e grandi soddisfazioni, che crea un tessuto sonoro di grande valore.

SARDEGNA

Francesco Demuro – tenore

Voce & Piano

Nessun Dorma

Originario della Sardegna, debutta nel 2007 a Parma in Luisa Miller. Nel corso degli anni si esibisce sui maggiori palcoscenici italiani e internazionali, fra cui Royal Opera House, Metropolitan Opera, Opera di Parigi, Teatro alla Scala, Staatsoper di Berlino, Opera di Roma, Opera di San Francisco, Opera di Seattle, Opera di Vienna, Teatro Real, La Fenice, Gran Teatre del Liceu, Teatro di San Carlo, Bayerische Staatsoper, Arena di Verona, Théâtre des Champs-Élysées, Maggio Musicale Fiorentino, Chorégies d’Orange, per citarne solo alcuni. Fra i titoli principali del suo repertorio ricordiamo La TraviataRigolettoLa BohèmeLucia di LammermoorFalstaffL’Elisir d’Amore, Les Pêcheurs de PerlesRoberto DevereuxMaria StuardaI PuritaniRoméo et JulietteFaustDon PasqualeCosì fan tutteWertherFaustLinda di ChamounixLa SonnambulaIn concerto, ha collaborato con Berliner Philharmoniker, Berlin Staatskapelle, Orchestra del Teatro alla Scala, Accademia di Santa Cecilia, NDR Leipzig, Hungarian National Philharmonic, Houston Symphony, esibendosi nel Requiem di Verdi, Requiem di Mozart, Petite Messe Solennelle, Nona Sinfonia di Beethoven, Stabat Mater di Rossini. La stagione 2022/23 lo ha visto protagonista all’Opera di Parigi (I Capuleti e i Montecchi, Roméo et Juliette), al Teatro Real (La sonnambula), all’Opera di Vienna (L’elisir d’amore), all’Opera di Amburgo (La traviata), alla Greek National Opera (Werther), alla Staatsoper di Berlino (Rigoletto).

I suoi prossimi impegni prevedono Norma al Teatro de la Maestranza di Siviglia, La bohème al Teatro Lirico di Cagliari, Maria Stuarda al Teatro di San Carlo, Médée al Teatro Real, Beatrice di Tenda al Teatro Carlo Felice di Genova, Lucia di Lammermoor al Teatro Bellini di Catania.

TOSCANA

Scuola Musicale di Fiesole

Giovanni Uscidda accompagnato dal Maestro Matteo Bogazzi

Pierre Max Dubois

Concerto per saxofono contralto e pianoforte

Giovanni Uscidda, saxofono contralto

Allievo del triennio della Scuola di Musica di Fiesole nella classe della Maestra Alda Dalle Lucche

Giovanni (Firenze 23-05-2003) inizia lo studio del Saxofono all’età di 6 anni sotto la guida di Giada Moretti, nell’ambiente de “La Polverosa” a Firenze. Nell’ A.A. 2019/2020 accede alla Scuola di Musica di Fiesole nella classe della Maestra Alda Dalle Lucche, frequentando dapprima il solo corso di musica da camera, l’ambiente trovato lo colpirà̀ a tal punto da prepararsi all’ammissione del percorso accademico triennale, che lo vedrà accedere nell’ A.A. 2021/2022. Dal suo ingresso, numerose sono le iniziative alle quali ha preso parte, a partire dal concerto nell’ambito dell’iniziativa “Dimore Storiche” di Firenze con “BQ – Baritone Sax Quartet” fondato da Alda Dalle Lucche. Vince la “Borsa di Studio-A.A. 2022/2023”, assegnata dalla scuola ai migliori esecutori, che lo ha visto figurare tra migliori premiati, prendendo parte al concerto finale, riservato a questi ultimi. Nello stesso anno vince il primo premio al “23° Concorso Nazionale di esecuzione musicale Riviera Etrusca di Piombino” nella categoria “Solisti”. Viene poi selezionato, sotto la guida della Maestra Alda Dalle Lucche, per collaborare con l’”Orchestra Giovanile Italiana”, con la quale debutterà al Teatro dell’Opera di Firenze, con “Quadri di un’Esposizione” di Modest Musorgskij, nell’orchestrazione di Maurice Ravel. Partecipa, con “BQ – Baritone Sax Quartet” al prestigioso “60° Festival Internazionale di Musica da Camera” di Cervo (Liguria). Parallelamente alla sua attività accademica Giovanni frequenta master-class importanti come quella tenuta dal Maestro Otis Murphy al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Segue poi, i corsi d’insieme tenuti dal Maestro Lorenzo Pusceddu a Villasimius . Nel 2023 si esibisce da solista con il complesso di fiati “La Polverosa” al Teatro dell’Opera di Firenze. Matteo Bogazzi, pianoforte Pianista accompagnatore della Scuola di Musica di Fiesole Nato nel 1992, studia al Conservatorio “G. Puccini” della Spezia dove si diploma in pianoforte con il M° Fabrizio Giovannelli – con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore – e si laurea in didattica della musica con la prof.ssa Donatella Bartolini, compiendo studi di composizione con il M° Andrea Nicoli. Intraprende nel 2015 lo studio della prassi storicamente informata su pianoforte storico con il M° Stefano Fiuzzi, affermandosi con il primo premio nella categoria Fortepiano al 28° Concorso Internazionale Città di Albenga. Si diploma all’Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola nel 2018, frequenta annualmente i cicli di masterclass Il pianoforte allo specchio alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e consegue nel 2023 il Master di II livello in pianoforte storico al Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia sotto la guida del M° Costantino Mastroprimiano. Frequentemente attivo come solista e in formazioni da camera su pianoforte moderno e storico, si dedica con passione alla messa in dialogo di linguaggi antichi e contemporanei. Prende parte a masterclasses e laboratori musicali con maestri quali Alexander Lonquich, Stefano Fiuzzi, Pietro De Maria, Jeffrey Swann, Malcolm Bilson, Costantino Mastroprimiano, Pietro De Maria, Arthur Schoonderwooerd, Temenushka Vessellinova e Jörg Demus. Nella primavera del 2023 incide per l’etichetta Da Vinci musiche di Dmítrij Šostakóvič con la violista Giulia Panchieri. Dal 2017 è docente di pianoforte e musica d’insieme all’Istituto di Istruzione Superiore “Alberti-Dante” di Firenze. Dal 2022 è pianista collaboratore alla Scuola di Musica di Fiesole.

LIGURIA

Teatro Carlo Felice

Accademia di Alto perfezionamento e inserimento professionale dell’Opera Carlo Felice Genova

voce e piano Marika Colasanto e Marco Zambelli

Marco Zambelli

Parallelamente agli studi classici, ha intrapreso la pratica del pianoforte a 7 anni. Si è diplomato in Organo al Conservatorio “Paganini” nel 1983 e ha ottenuto il Premier Prix de Virtuosité nella classe di Lionel Rogg a Ginevr nel 1986. Nello stesso anno ha vinto il 2° premio al Orgelwettbewerb di Kaltern. Ha fatto parte di svariati gruppi da camera sia come pianista che come organista/clavicembalista, ha accompagnato recitals di strumentisti e cantanti e ha svolto attività concertistica da solista ininterrottamente fino al 1988. Affascinato dalla polifonia vocale sin dalla più tenera età, nel 1989 è stato nominato Maestro del Coro all’Opera di Lione. Ha avuto il piacere e la fortuna di esser scelto come assistente da eminenti Maestri quali M. Arena, B. Campanella, E. Krivine, N. Marriner e J.E. Gardiner. Senza che la cosa fosse stata pianificata a tavolino, la Direzione d’Orchestra è stato lo sbocco naturale di tutte queste esperienze. Dal 1994 ha diretto repertorio sinfonico e operistico praticamente in tutti i continenti (dai Paesi Scandinavi a Israele, dagli USA all’Estremo Oriente, dalla Nuova Zelanda al Messico) ma soprattutto in Europa, dove è apparso alla testa di Orchestre come la London Philharmonic, la Royal Liverpool Philharmonic, la BBC NOW, la OSPA, la TSO, la Philharmonie de Monaco, la Jerusalem Symphony, la ICO, la Prague Philharmonia, la Radio Ungherese ecc., da solo o in compagnia di artisti quali Julian Lloyd-Webber, Peter Wispelwey, Leo Nucci e Rolando Villazon solo per nominarne alcuni, in sale da concerto come la Philharmonie a Monaco di Baviera, a Berlino e a Colonia, la Gewandhaus, l’Alte Oper di Francoforte, il TCE a Parigi, la Smetana Hall a Praga, l’Auditorium di Tivoli a Copenhagen, Ranieri III a Montecarlo, la National Concert Hall a Dublino, la Tchaikovsky Hall a Mosca, l’Israel Festival, Glyndebourne. In Italia ha diretto al San Carlo, al Regio di Parma e di Torino, alla Fenice, al Festival Donizetti, a Cagliari, Genova, Catania ecc. Ha registrato per la BBC, la TV Nazionale della Repubblica Ceca e Virgin Classics. Ha diretto la prima esecuzione pubblica dal 1838 del “Falstaff” di M.W. Balfe la cui registrazione LIVE, prodotta da RTÉ lyric fm/Naxos, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dalla critica internazionale specializzata. La stessa etichetta ha anche pubblicato “For Eternity”, dove Marco Zambelli dirige la RTÉ National Symphony Orchestra e la Soprano Irlandese Celine Byrne nel suo primo CD d’Arie d’Opera con Orchestra. Oltre all’attività direttoriale con i “professionisti”, è profondamente attratto dal rapporto umano e di lavoro con coloro che professionisti lo diventeranno presto e accetta sempre con entusiasmo le proposte di collaborazione che gli giungono frequentemente da Accademie, Conservatori e Orchestre Giovanili di tutto il mondo. In quest’ottica, Marco ha recentemente inaugurato “I Concerti del Gonfalone”, una serie di esecuzioni pubbliche a ingresso libero, dove professionisti e studenti suonano fianco a fianco assieme a un Coro semi-professionista di alto livello, in un magnifico Oratorio del 1643 situato nella periferia “difficile” di Genova, per dimostrare come sia possibile, anzi doveroso, riportare la cosiddetta “musica colta” nel quotidiano della gente comune.

Marika Colasanto

Nasce a Finale Ligure nel 1988 e inizia a dedicarsi allo studio vocale fin da giovanissima, ottenendo ampi consensi e numerosi riconoscimenti nel mondo della musica leggera.

Dopo aver conseguito la Maturità Scientifica, affascinata dal mondo dell’opera lirica, sostiene nel 2007 l’esame di ammissione al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, dove si diploma in canto lirico a pieni voti nel Settembre 2012, sotto la guida del mezzosoprano Maria Trabucco. Conseguito il diploma, studia altri due anni con il mezzosoprano Gloria Scalchi. Intraprenderà̀ poi un importante percorso di perfezionamento con il soprano Mariella Devia. Si esibisce per le trasmissioni televisive RAI I Raccomandati Mezzogiorno in famiglia. Interpreta Bess (Porgy and Bess) sotto la direzione del M° Gian Marco Bosio in occasione del Festival Marenco all’Auditorium Dolci Terre di Novi Ligure. Prende parte allo spettacolo Telecamere su Verdi, ideazione, testo e regia di Roberto Iovino ed Andrea Nicolini, in scena all’Auditorium E.Montale di Genova e al Teatro Shalom di Empoli. Interpreta Cherubino ne Le Nozze di Figaro prima a Bosco Marengo (AL) e poi al Teatro Gustavo Modena di Genova e Norina per il Festival Sorrisi Lirici. Veste poi i panni del Piccolo Principe (cover) alla creazione dell’omonima opera di Alberto Caruso al Teatro Carignano di Torino. L’attività̀ concertistica la porta ad esibirsi in diversi Stati europei ed extra (in Francia al Teatro di Saint-Malo in occasione del Festival Internazionale Si tous les Ports du Monde; in Ungheria, nella Carmen, all’Audi Arena di Györ sotto la bacchetta del M°Attilio Tomasello; a Marrakech al teatro Nazionale; all’Ambasciata italiana a Casablanca; in Bulgaria, Irlanda etc.). Ha debuttato il ruolo di Valencienne ne La Vedova Allegra di F.Lehàr con LTL, l’Opera Studio italiana che mette in scena i suoi lavori al Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro Goldoni di Livorno e il Teatro Verdi di Pisa con la direzione di Nicola Paszkowski e la regia di Fabio Sparvoli. Partecipa come solista a due concerti della serie I Concerti Spirituali del Gonfalone diretti dal M° Marco Zambelli (Händel e Vivaldi). Sempre con il M° Zambelli, si esibisce frequentemente anche in duo. Debutta al Teatro Carlo Felice di Genova, nel Gloria di A.Vivaldi, in occasione del concerto di apertura del Congresso Eucaristico Nazionale 2016. Per la stessa Fondazione, veste i panni di Tebaldo nel Don Carlo di G.Verdi al fianco di artisti di fama internazionale, sotto la bacchetta del M° Valerio Galli.Dal 2022 è Direttore Artistico di Masterclass a Cairo, un Corso di alto perfezionamento vocale, nel quale coinvolge docenti di fama mondiale come il tenore Charles Castrovo, il M° Marco Zambelli etc. diretto ai giovani cantanti lirici di ogni nazionalità̀. Di recente, in occasione della presentazione del libro del musicologo Davide Mingozzi “Il Teatro a Genova a fine Settecento”, esegue al Teatro Carlo Felice in Anteprima Mondiale una selezione di arie inedite di Gnecco, Isola, Degola e Cerro. Tra i ruoli interpretati, ricordiamo anche Poppea, Pamina, Frasquita e LaurettaNel 2023 vince il Terzo Premio al Concorso Internazionale “Enzo Sordello” e ancora il Terzo Premio al Concorso.

Internazionale “Città di Monterosso – Cinque Terre”.

TRIBUTO A UMBRIA, LAZIO, CAMPANIA E LOMBARDIA

Simone Campa & Angelo Palma dell’Orchestra Terramadre

Simone Campa, musicista, percussionista, cantante, performer e studioso di Commedia dell’Arte, direttore artistico, ricercatore delle tradizioni musicali italiane, fondatore della Paranza del Geco e dell’Orchestra Terra Madre accompagnato dal polistrumentista Angelo Palma, eseguirà un medley di brani caratteristici delle regioni: Umbria, Lazio, Campania e Lombardia.

EMILIA ROMAGNA

Emisurela Folk Romagnolo – Duo musicale

Emisurela è una band indie folk fondata nel 2021 dalle sorelle faentine Anna e Angela De Leo al violino, fisarmonica e voce.

Appena nate hanno subito vinto il contest Il Liscio nella Retea aprendo loro le porte del mondo del folk e della tradizione romagnola. Oltre 100 le date fatte da allora ad oggi portando il nuovo verbo dei giovani under 25 alla nuova Generazione Z del Liscio diventando colonne della prima edizione di Birichina, il primo festival tutto di giovani artisti alle prese con il nuovo linguaggio del liscio di oggi superando le due precedenti generazioni e aprendo le porte a una terza e nuova generazione del Liscio per darle nuova linfa vitale. Lo show si sviluppa partendo dai balli delle aie contadine di fine ‘800, attraversando la storia del leggendario Maestro Secondo Casadei, per poi espandersi verso la musica kletzmer e le cumbie sudamericane. L’energia rock e l’attenzione alla tradizione musicale del territorio, sono il loro asso nella manica.

VALLE D’AOSTA

Lou Tintamaro

Il gruppo folkloristico e corale “Lou Tintamaro de Cogne”, che ha festeggiato nel 2022 i primi 65 anni di attività̀, è nato nell’autunno del 1957 ed è fondato sul principio della conservazione del patrimonio culturale, musicale e canoro unico del paese di Cogne. Filo conduttore dell’attività del gruppo è l’espressione di una cultura autentica, ereditata dagli antenati che, nei secoli passati, si riunivano durante le “veillà” per cantare i caratteristici motivi musicali. La ricerca dell’autentico e della tradizione è alla base della filosofia de Lou Tintamaro, il repertorio, infatti, è frutto di un paziente lavoro di ricerca sui canti più vecchi e tipici. I canti e i balletti dal ritmo allegro, a volte burlesco, sono accompagnati dai tamburi – “tambur” – fatti con pelle di camoscio ed ornati da nastri coloratissimi, e dalle fisarmoniche, che armonizzano una cornice genuina e vivace. Il costume, che riproduce fedelmente quello portato dai cogneins dal 1600 fino alla metà del secolo scorso, è composto in gran parte da pesante “drap” nero e lana, ornato da dettagli rossi e verdi che richiamano i colori del casato dei Savoia.

Lou Tintamaro, cuore musicale di Cogne, continua a trasmettere con passione, attraverso balli, canti, suoni e colori, il messaggio culturale antico ed originale dei cogneins. Dall’anno di fondazione ad oggi, il gruppo ha visto passare tra le sue fila oltre 250 persone ed ha partecipato ad un migliaio di manifestazioni in Valle d’Aosta, in molte città italiane e all’estero (Inghilterra, Austria, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Cecoslovacchia, Giappone). Inoltre Lou Tintamaro ha preso parte a numerosi spettacoli e trasmissioni televisive italiane ed estere e ad un film cinematografico (Grande slalom per una rapina, regia di Vittorio de Sica, con Jean-Claude Killy, 1971).

Lou Tintamaro nell’arco degli anni ha inciso nel 1975 un disco 33 giri ed un audiocassetta alla R.C.A. di Roma, nel 1997 il compact disc “Pin – Pin” e nel 2007 il compact disc “Mélodies retrouvées” con lo studio mobile SMC di Ivrea. All’interno della collana “ Tribù italiche – World Music” è inserito un brano musicale del gruppo. Inoltre il 50° anniversario di fondazione è stato celebrato con il volume “Cogne e il suo cuore musicale. Canti e balli ai piedi del Gran Paradiso“, a cura di Patrizia Guichardaz, che ripercorre la vita del gruppo e dei personaggi che ne hanno fatto la storia. Il coro di voci miste, composto da una trentina di elementi e diretto da Myriam Brocard, partecipa alla ricorrente Assemblée Régionale de Chant Choral organizzata annualmente dall’Assessorato all’Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta nella categoria A (coro o gruppi corali e strumentali a carattere popolare) presentando brani in lingua italiana, francese e patois ed è sempre stato segnalato dalla commissione d’ascolto per rappresentare la regione in manifestazioni corali e folkloristiche in Italia ed all’estero.

TRENTINO

Coro della Sosat (gruppo folkloristico, coro, danze e musica)

Il canto di montagna affonda radici lontane e profonde, sia nel canto sacro sia nella lirica. Il risultato, inaspettato e mirabile – quando il Coro della SOSAT (Sezione Operaia della Società Alpinisti Tridentini), primo fra tutti, esordì nel 1926 – fu la spontaneità fresca e immediata del cantare insieme, che si nutriva di talenti naturali particolarmente versati, benché per lo più digiuni di teoria e conoscenza della musica. In pochi anni il coro raggiunse una grande notorietà, anche a livello internazionale e, nei suoi 97 anni di intensa attività, ha effettuato oltre 2000 concerti in Italia e nel mondo, dando vita ad una bibliografia musicale ed una attività discografica ricca ed apprezzata. Dopo la stagione delle origini – che segna l’inizio di quel movimento imponente che diverrà la coralità trentina – altre ne sono arrivate e, con esse, l’ulteriore apporto di musicisti ed armonizzatori d’eccezione. Dentro questa storia, il Coro della SOSAT è forse quello, tra gli altri, che più ha mantenuto un tenace filo di collegamento con la tradizione che ne segna in maniera indelebile la nascita. È dunque il recupero di una poetica primigenia della montagna e del suo cantarla a rappresentare la motivazione forte che sostiene la nostra attuale cifra artistica. Essa intende interpretare nel presente lo spirito di quel sobrio e potente cantare insieme inaugurato dal Coro SOSAT nel 1926 ed arrivato sino a noi, nella convinzione che esso rappresenti un patrimonio che appartiene ormai a tutti.

BASILICATA

Peppone Calabrese

Giuseppe Calabrese, in arte Peppone è un gastronomo, docente di antropologia del cibo, conduttore Rai1 e direttore artistico di eventi legati allo sviluppo del territorio.

Diplomatosi al liceo classico di Potenza, studia giurisprudenza a Siena e frequenta un master in “organizzazione di eventi, comunicazione e marketing.

Dopo diversi anni di collaborazione al CNR, si dedica alla “cura” della persona formandosi in Terapia del sorriso e grazie a questo fa diverse esperienze tra cui una missione umanitaria in Senegal. Fonda e ne è presidente per molti anni dell’associazione di solidarietà sociale “ Potentialmente onlus, e poi entra nella cooperativa “la mimosa” dove lavora per anni nel centro socio educativo per disabili gravi “ Rothary” a Potenza. Nel contempo diventa socio del caffè gastronomico “Cibó” a potenza dove crea una comunità del cibo costituita da una cinquantina di agricoltori contadini custodi. Viene notato nel suo ristorante da un vicedirettore di rai1 che lo chiama per collaborare prima come inviato per la trasmissione televisiva “ la prova del cuoco” e poi diventa conduttore di “Lineaverde” la storica trasmissione della domenica mattina sempre su Rai1.

Oggi docente di antropologia del cibo e stile del territorio all’accademia “ Incibum” e “ Intrecci”, consulente per consorzi e amministrazioni pubbliche di progetti di sviluppo del territorio. Scrive per “ le frecce” di Trenitalia una rubrica dal titolo “ Genius loci”.

PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO

Max Castlunger & the Upcycling Band (musica sperimentale)

Max Castlunger é un musicista, insegnante di musica nonché costruttore di strumenti musicali altoatesino di madrelingua ladina. Oltre a svolgere un’intensa attivitá concertistica con varie formazioni e progetti musicali (Herbert Pixner, JEMM Music Project, Savana Funk, Sissamba, etc.) organizza workshop, esposizioni e performance di vario genere, usando esclusivamente strumenti musicali costruiti personalmente a mano. Alla base di tutti gli strumenti e le sculture sonore del progetto “Upcycling Music”, si trovano oggetti e materiali usati, quali mobili, bidoni, bombole, tubi di plastica..etc.

La UPCYCLING MUSIC BAND é composta da quattro polistrumentisti della Regione Trentino-Alto Adige, rappresentanti di tutte le 3 lingue ufficiali (tedesco, italiano, ladino), i quali trovano nella musica il miglior linguaggio per la comunicazione. Questo progetto musicale originale, fa uso esclusivo di strumenti e sculture sonore costruite personalmente a mano da Max Castlunger, quali tubofoni, gong, xylofoni, flauti, salterio, batteria, tamburi di vario genere e molti altri. La loro musica si ispira alle diverse culture musicali del mondo e trasporta l’ascoltatore in terre lontane. In scena

vengono utilizzati piú di 50 strumenti musicali unici al mondo e totalmente originali, poiché sapientemente assemblati a partire da materiali di riciclo, in grado quindi di dar vita a suoni unici e inaspettati, quanto la loro natura.

VENETO

Accademia Teatrale Carlo Goldoni (allievi e allieve del terzo anno)

Gola di Mattia Torre da “In mezzo al mare”

sette atti comici a cura di Giorgio Sangati – regista assistente Michele Tonicello

(ACCOLLA Francesca, BISONI Teresa, FOLGONI Elena, PADERNO Lorenzo, PEDINI Simone, POGLIAGHI Natanaele Alessandro, TADDEO Laura, TAMMARO Giuseppe, VANNACCI Stefano, ZANI Andrea)

Un estratto da uno dei monologhi teatrali più divertenti di Mattia Torre, autore capace di restituire sempre con caustica ironia il ritratto di un paese, il nostro, che abbonda di contraddizioni e passioni. Il testo, con un titolo che evoca uno dei sette peccati capitali, sviscera il nostro rapporto col cibo, sacro e bizzarro allo stesso tempo, che ci identifica a livello storico e culturale molto più di quello che pensiamo. Gli allievi e le allieve dell’Accademia daranno vita a un breve intervento corale misurandosi con una scrittura agile e tagliente, immaginifica e concreta allo stesso tempo.

FRIULI VENEZIA E GIULIA

Piccolo Opera Festival

Repertorio (Medley di brani – canto lirico)

il Piccolo Festival è un consolidato e apprezzato appuntamento del cartellone estivo del Friuli Venezia Giulia, di cui arricchisce, con stimolanti ed inedite proposte, l’offerta culturale e turistica, richiamando pubblico anche dall’estero. Ogni anno per un mese la magia dell’opera lirica riecheggia in luoghi carichi di storia ed arte del Friuli-Venezia Giulia ma anche, da alcuni anni, della vicina Slovenia: giunto alla sua 14° edizione, il festival diretto da Gabriele Ribis è infatti diventato transfrontaliero, con un progetto in grado di offrire – come recita il suo claim – un’autentica “Esperienza di Opera senza confini”. Il tutto, avvalorato dal fatto che Nova Gorica in Slovenia e Gorizia

in Italia saranno assieme Capitale Europea della Cultura 2025! Lo spirito del Festival è, da sempre, non adattare il luogo allo spettacolo ma lo spettacolo, in particolare l’opera lirica, al luogo. Un castello, un giardino o una villa diventano quindi un palcoscenico costruito su misura, dove anche il pubblico stesso diventa parte integrante della messa in scena. Il Festival conduce gli spettatori in castelli, antiche dimore, giardini storici (alcuni dei quali aperti eccezionalmente per l’occasione), che fanno da splendido palcoscenico agli spettacoli ed hanno come corollario visite guidate, aperitivi, introduzioni all’ascolto, degustazioni, cene prima e dopo gli appuntamenti musicali. Per un’esperienza che permette di conoscere non solo architetture, storia, paesaggi di queste straordinarie terre di confine, ma anche sapori e vini. Un connubio vincente, apprezzato anche da tour operator italiani e stranieri (principalmente austriaci e della Germania del sud, aree che sono tradizionale bacino del festival, ma anche

francesi e svedesi).

Interpreti:

Daniela Esposito, soprano

Salvatore Angileri, tenore

Sebastiano Zorza, fisarmonica

PIEMONTE

Walter Rolfo

Spettacolo di Walter Rolfo presidente di Masters of Magic e del Campionato del mondo di magia 2025 a Torino. Walter Rolfo, ingegnere e psicologo, coach ed esperto di processi percettivi. Coniuga creatività e innovazione, legate alle sue radici nel pensiero filosofico illusionistico, con la razionalità del pensiero costruttivo, derivante dalla

sua formazione ingegneristica. Docente all’Università di Torino e al Politecnico di Torino, è stato speaker al TEDx Trastevere e speaker al WIRED Next Fest. Autore, conduttore e produttore televisivo per RAI, Mediaset e Sky, con oltre 1.000 programmi all’attivo, è fondatore e presidente di Masters of Magic, società di consulenza nel campo della formazione, del management e della comunicazione. È consulente di grandi aziende come Coca-Cola, Ferrero, Juventus, Milan, Inter, Generali, Philip Morris, FCA, Bayer, CNH Industrial, GoodYear, Pomellato, HP, Robe di Kappa, BNL, Wind|TRE, dove mette a disposizione la sua esperienza e lemetodologie del pensiero illusionistico per

supportare il raggiungimento dei loro obiettivi strategici.

ABRUZZO

Eleta accompagnata da Samuele Pigliapochi

Scrittrice di flussi di coscienza e compositrice di brani musicali (musica e parole), compone i suoi primi brani all’età di 12. All’età di 16 intraprende lo studio del canto lirico in una scuola di Lanciano (CH) fino all’incontro artistico, 2 anni più tardi, con Franco Potenza, direttore d’orchestra e compositore delle musiche corali del film Il tor

mento e l’estasi che la indirizzò alla cantante lirica Gigliola Frazzoni, cantante lirica che per anni si esibì alla Scala di Milano e all’Arena di Verona.

All’età di 22 anni diviene la voce e l’autrice dei brani del gruppo Rock sperimentale “i Maia”. Caratteristica principale: il fatto di accostare il canto lirico alla musica rock. Con i Maia si esprime nei locali e nei teatri dell’Abruzzo fino ad approdare al concerto del 1 maggio di Vasto (CH), dopo il quale il gruppo si scioglierà. Si trasferisce a Torino dove intraprende un percorso musicale con il gruppo elettronico Noise a.m. con il quale com

pone diverse colonne sonore per corti cinematografici.

SICILIA

Unavantaluna – Cumpagnia di Musica Siciliana

Ensemble di quattro musicisti uniti dalle comuni origini siciliane. Canzoni in Siciliano e voci possenti, strumenti musicali arcaici e storie millenarie, arrangiamenti e nuove sonorità internazionali: un gruppo di sicuro impatto che diviene addirittura trascinante nella propria dimensione più consona, quella dal vivo.

CALABRIA

Mimmo Cavallaro – Artista

Mimmo Cavallaro è, attualmente, il più autorevole interprete della tradizione musicale calabrese. Nato e vissuto nell’area culturale di cui è portavoce, ha da sempre condotto una sua particolare ricerca attraverso “indagini sul campo”, analizzando e registrando la varietà dei connotati stilistici che caratterizzano i diversi luoghi della Calabria.

Il cantato in dialetto e l’utilizzo di strumenti della tradizione, come la lira calabrese, missati a testi e armonie originali, lo rendono tra i principali autori della musica popolare italiana. Il suo progetto artistico nasce ufficialmente nel 2009 con la pubblicazione del primo disco “Sona Battenti”, prodotto da Taranta Power sotto la guida di Eugenio Bennato. La sua musica e la sua tradizione musicale, finora relegata all’ambito locale, viene sdoganata con esibizioni live in diversi festival di rilievo in Italia (Primo Maggio di Roma, Musicultura, Folkest, Notte della Taranta, Roma incontra il Mondo) e all’estero (Stimmen festival, Sfinks festival, Toronto Tarantella Festival).

La forza ipnotica e coinvolgente dei ritmi antichi rivive nella veste innovativa con cui brani vengono resi musicalmente attuali. Nasce spontaneamente un movimento di folk revival di carattere sociale che vede protagonisti musicisti di strumenti popolari,gruppi di musica etnica, liutai e scuole di strumenti e di balli popolari. Cavallaro viene riconosciuto quale principale fautore di questo movimento e il suo approccio stilistico si affaccia credibilmente alla scena nazionale interessando media,piazze ed eventi di rilievo.

CALABRIA

Gruppo Folkloristico – La Voce di Calabria

MOLISE

Lino Rufo, Cantautore

Lino Rufo, cantautore e bluesman bianco, Molisano d’origine, ma sin da giovane si trasferisce a Roma per iniziare la carriera di cantautore. Scoperto da Gianfranco Baldazzi noto paroliere di Lucio Dalla, collabora con Vasco Rossi, Rino Gaetano, i Pooh, Pino Daniele e tanti altri. All’attivo 12 album. Notissimo per la sua sigla per Radio Anch’io dal titolo: Laura G.

PUGLIA

L’Orchestra della Notte dellla Taranta

Ambasciatrice ufficiale della pizzica nel mondo è l’Orchestra Popolare Notte della Taranta, eclettico testimone della rinascita musicale della Puglia. Impegnata nel corso dell’anno in un’entusiasmante tour in Italia e all’estero durante il Festival nazionale della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome “L’Italia delle Regioni”, che animerà Torino dal 30 settembre al 3 ottobre, l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta proporrà un affascinante viaggio nella cultura pugliese. Attraverso 2 flash mob, ballerini e musicisti coinvolgeranno il pubblico con l’ipnotico ritmo della pizzica e del suo strumento principe: il tamburello. Un viaggio nella bellezza autentica della Puglia con le sonorità che richiamano i paesaggi mozzafiato e la danza che colora le feste d’estate. L’Orchestra Popolare proporrà poi un medley delle pizziche più conosciute dal pubblico nell’appuntamento previsto nell’Auditorium Rai di Torino.

Profilo letterario. Ana Andreu Baquero

La biografia romanzata su Mafalda di Savoia dal titolo ‘La princesa de Buchenwald’ pubblicato in Spagna dalla editrice Maria Josè de Jaime rappresenta il debutto letterario di Ana Andreu Baquero. Mafalda principessa d’Italia, d’Etiopia e di Albania, secondogenita del re Vittorio Emanuele III° e della regina Elena del Montenegro, passò dagli sfarzosi palazzi al campo di concentramento. Si era recata a Sofia per assistere il cognato Boris III° re di Bulgaria ormai in fin di vita, marito della sorella Giovanna. Nonostante fosse stata informata dalla regina Elena di Romania del disarmo delle truppe italiane dopo il giorno 8-9-1943, rientrò a Roma sicura che i tedeschi l’avrebbero rispettata. Anche se era cittadina tedesca fu subito arrestata, trasferita a Berlino e deportata nel lager di Buchenwald, mentre il marito ufficiale delle S.S. principe Filippo d’Assia era già stato internato per tradimento.

 Ana Andreu si è recata a Gaeta per intervistare l’ultimo sopravvissuto dei sette marinai della Regia Marina Italiana che presero parte alla ricerca di Mafalda dopo il 1945. Nel registro di un piccolo cimitero tedesco trovarono una persona descritta come ‘unbekannte frau’ (donna sconosciuta). Il nome di Mafalda era inciso sul paletto della tomba numerato 262. Dopo la pubblicazione avvenuta nel marzo 2023, Ana Andreu inviò il suo libro al re Simeone II° di Bulgaria, primo ministro dal 2001 al 2005, figlio di Boris III° e nipote di Mafalda di Savoia. L’incontro tra Ana Andreu Baquero e  il re Simeone II° è avvenuto a Madrid il giorno 26-9-2023, mentre il suo libro è stato presentato il giorno dopo a Madrid in Calle Serrano nella libreria Troa Neblí.
Armano Luigi Gozzano

Gli  studenti delle superiori che studiano cinese diventano guide museali 

Gli studenti piemontesi delle scuole superiori che studiano cinese
guideranno i visitatori di Palazzo Reale tra gli oggetti cinesi e le
chinoiseries del Museo. La speciale visita, dal titolo La Cina a Palazzo
Reale, è promossa dai docenti del dipartimento di Studi Umanistici insieme
ai Musei di Palazzo Reale e all’Istituto Confucio dell’Università di
Torino per Unight – Notte Europea delle Ricercatrici e Ricercatori 2023 ed
è prevista per venerdì 29 settembre dalle ore 17 alle 19.
Dopo tre incontri di formazione, studentesse e studenti delle scuole
superiori della regione in cui sono attivi i corsi di lingua cinese sono
pronti a fare da “ciceroni” per guidare il pubblico tra i saloni del
Palazzo, spiegando e descrivendo gli oggetti provenienti dalla Cina o
realizzati ad imitazione di oggetti cinesi. Parteciperanno
all’iniziativa 56 ragazzi dei licei Botta di Ivrea, Porporato di Pinerolo,
Valdese di Torre Pellice, Spinelli e Convitto Umberto I di Torino.
Tra Seicento e Settecento le corti europee condividevano il gusto per le
*chinoiseries* e Palazzo Reale ne custodisce un grande numero. In questa
peculiare occasione, saranno proprio gli studenti a illustrare tale
fenomeno artistico e culturale e a raccontare dell’interesse diffuso per
l’Estremo Oriente ai visitatori, guidandoli alla scoperta degli arredi e
delle collezioni presenti nel Museo.
Il progetto ha l’obiettivo di coinvolgere gli studenti in modo attivo sul
territorio, così che possano utilizzare le competenze acquisite durante gli
studi, mettendole al contempo a disposizione della comunità.