Dopo il notevole successo delle tre precedenti edizioni con oltre 2500 partecipanti, domenica 15 settembre prossimo, nello scenario dei Giardini della Reggia di Venaria, torna la “Festa della nascita”, un gioioso evento di benvenuto alla vita, organizzato per celebrare ed accogliere in comunità l’arrivo dei nuovi nati e delle nuove nate nel 2023 e 2024.
Un’intera giornata dalle 10 alle 19 all’insegna del relax e della bellezza che quest’anno presenta molte novità. Il numero dei Comuni che promuove la festa sale a 31, nuovi partner, un’ampia mobilitazione del mondo della salute e un’area dedicata al rapporto con la natura.
La Festa è rivolta aTutte le famiglie con bambini e bambine nati nel 2023 e 2024, percorrere l’opportunità di far conoscere le offerte da parte dei servizi locali, del mondo della cultura, della Sanità e dell’educazione.
Nei giardini saranno allestite isole dedicate a vari temi e scopo della festa è quello di far conoscere le opportunità legate ai servizi locali, al mondo della cultura, della Sanità e dell’educazione. Si svolgeranno laboratori, attività ludico ricreative e formative e i genitori avranno l’occasione di vivere momenti emozionanti, scattare immagini indimenticabili e incontrare esperti, confrontarsi con loro sulla genitorialità, sul “ben-essere” dei bambini e delle bambine e su quello della famiglia.
Anche quest’anno il programma prevede una tappa musicale di MiTo per la Città, estensione del cartellone principale di Mito Settembre Musica all’intero tessuto urbano, che spesso era fuori dai confini cittadini, diffondendo il ben-essere attraverso l’ascolto di buona musica.
Le esperienze culturali e nella natura vissute dalle famiglie sono riconosciute da un corpus crescente di ricerche scientifiche come risorse determinanti per lo sviluppo sociale e biologico già dai primi mille giorni, il periodo che prende avvio dal concepimento è tra i più importanti sotto il profilo della crescita del patrimonio neurale e rimane una risorsa per tutta l’esistenza.
All’iniziativa partecipano i Comuni di Alpignano, Avigliana, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo, Bruino, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Cirié, Collegno, Cuorgnè, Druento, Foglizzo, Grugliasco La Cassa, La Loggia, Leinì, Moncalieri, Piacenza, Pinerolo, Rivoli, Rosta, San Gillio, San Maurizio Canavese e San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Torino, Venaria Reale, Volpiano. Queste città hanno adottato, come segno di attenzione verso la prima infanzia, il “passaporto culturale #nati con la cultura”, ideato dalla Fondazione Medicina a misura di donna, che consente il libero accesso alle famiglie in oltre 45 musei FAMILY AND KIDS FRIENDLY dell’abbonamento Musei nel primo anno di vita dei bambini e delle bambine. Il Passaporto è consegnato alla nascita dalle strutture sanitarie o inviato dalle amministrazioni cittadine aderenti ed è scaricabile per tutti i nati anche dal sito web naticonlacultura.it
L’appuntamento è curato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con CCW Cultural Welfare Center ETS e la Rete delle Donne.
In occasione della Festa della nascita viene lanciato dalla Regione Piemonte il progetto sperimentale “Nati con la natura”, sviluppato dal tavolo “Primi 1000 giorni nell’ambito del piano regionale di prevenzione”.
Il format Festa della Nascita è patrocinato da CSB- Centro per la Salute del Bambino, Fondazione Medicina a Misura di Donna UNICEF.
Il progetto rientra nell’azione del sistema ”Milleculle: nutrirsi di cultura”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con il bando Cultura per crescere, che pone in rete i principali progetticulturali dedicati alla prima infanzia in cooperazione con i mondi della sanità e dell’educazione , “Nati per leggere” ( biblioteche), “Nati con la cultura” (musei) “Nati per la musica” che abbracciano il mondo sanitario, sociale, educativo a favore delle famiglie.
Mara Martellotta
Con la riapertura dei “Laboratori” – oltre alla “Sala Studio” con le sue 24 postazioni dotate di wi-fi gratuito e la “Caffetteria” diventata ormai un luogo di incontro, condivisione e tempo libero – prende nuovamente avvio anche lo “spazio di ascolto” di “Open”, con percorsi gratuiti di counseling a persone di età compresa tra i 18 e i 26 anni organizzato in collaborazione l’ “Istituto Change – Ecologia delle Comunicazioni nei Sistemi Umani” di via Valperga Caluso, a Torino.
Con il “Laboratorio di scrittura, recitazione, montaggio e registrazione di un podcast” (dall’11 ottobre al 29 novembre) – realizzato in collaborazione con “Fondazione TRG” e tenuto dalla speaker radiofonica e podcaster Francesca Bacinotti e dal conduttore Matteo di Palma – si scoprirà come raccontare storie e comunicarle in maniera efficace per realizzare contenuti originali, mentre con “Fare fotografia” – condotto da Paola Mongelli (dall’8 ottobre al 28 gennaio 2025) – si punterà a immortalare le immagini in modo creativo e personale, oltre allo studio dei lavori di grandi fotografi contemporanei e non.

Una passione narrata oggi, con saggia intelligenza, nelle sale del “Museomontagna” di Torino, in una rassegna (programmata fino a domenica 13 ottobreprossimo) con cui la struttura museale di Piazzale Monte dei Cappuccini inaugura insieme due importanti eventi: la celebrazione dei suoi primi 150 anni di vita e la “Giornata della Memoria”, in calendario, come ogni anno, il prossimo 27 gennaio. Il percorso espositivo (a cura di Guido Vaglio con Roberta Mori e sviluppato in collaborazione con il torinese “Centro Internazionale di Studi Primo Levi”) invita a scoprire il legame ancora poco conosciuto tra lo scrittore torinese e la montagna, nato negli anni dell’adolescenza e tragicamente legato al destino dello scrittore. Fu infatti in Valle d’Aosta, nel villaggio di Amay sul Col de Joux, che fu arrestato dalla milizia fascista, insieme ad altri due compagni della piccola banda di “Giustizia e Libertà”, nel dicembre del ’43, per essere trasferito, come ebreo e partigiano, nel Campo di Fossoli prima e successivamente ad Auschwitz, in Polonia. All’indomani dell’8 settembre 1943, l’espressione “andare in montagna” era infatti diventata sinonimo di una precisa scelta di campo, quella di aderire alla “lotta partigiana”. Sopravvissuto al lager (in quella perfetta tempesta di improbabile “casualità” raccontata nell’iconico “Se questo è un uomo”) e tornato a Torino nell’ottobre del ’45, sarà ancora una volta la montagna a favorire e a consolidare l’amicizia di Levi con altri due protagonisti del nostro Novecento: Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, testimoniata in mostra dalla “pietra” con incisione della poesia“A Mario e a Nuto”, proveniente dalla “Fondazione Nuto Revelli” di Cuneo.
Esemplari anche le “Citazioni” di Levi che accompagnano in mostra il visitatore. Otto parole-chiave in cui si traduce perfettamente l’essenza dell’amore dello scrittore per la montagna che era e sarà sempre per lui: Natura, Materia, Letteratura, Trasgressione,Riscatto, Amicizia, Scelta e Liberazione. In un’unica espressione: la “carne dell’orso”, di cui parla nel bellissimo capitolo “Ferro” da “Il sistema periodico”, quale frase a lui rivolta dal grande amico di vita e di scalate, Sandro Delmastro, durante un rischioso bivacco in quota in pieno inverno. “Il peggio che ci possa capitare – così Sandro – è di assaggiare la carne dell’orso”. Quella carne, molti anni dopo, rimpianta da Levi “poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino”.



