CULTURA- Pagina 35

Palazzo Lascaris, online il Virtual tour mentre proseguono i lavori di risanamento

Mentre lavori di risanamento conservativo di Palazzo Lascaris proseguono senza sosta, in questi giorni, è stato messo online il “Virtual tour” della sede del Consiglio regionale del Piemonte.

Su parte delle facciate i ponteggi sono in fase di smontaggio e all’interno si prosegue a restaurare, ma i cittadini possono visitare virtualmente dal loro Pc o smartphone l’antica dimora, accedendo con il link https://virtualtour-lascaris.csi.it/virtualtour/lascaris-2023/index.html.

“La visita virtuale – ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio Regionale – rappresenta un modo nuovo, sia dal punto di vista tecnologico, sia della comunicazione, per entrare in contatto con i cittadini, mostrando loro la bellezza e la storia del palazzo in cui nascono le leggi che regolano la vita di tutti i piemontesi. La pubblica amministrazione deve essere aperta e trasparente: questo tour virtuale darà a tutti la possibilità di conoscerci meglio e di seguirci nelle nostre tante attività”.

Il tour utilizza foto ad altissima risoluzione e a 360 gradi, percorsi guidati, liberi, quiz, questionari, avatar, per valorizzare in maniera interattiva la sede del Consiglio. Lo scopo principale del progetto è la sperimentazione di differenti modalità con cui vivere le sale del palazzo storico in modo nuovo, sfruttando le tecnologie oggi disponibili. L’utente è libero di muoversi all’interno dell’ambiente focalizzandosi sugli elementi di interesse, senza vincoli di tempo, accedendo ai contenuti secondo una propria logica di navigazione, oppure lasciandosi guidare su percorsi tematici predefiniti.

L’utente è accolto nei vari ambienti da una voce narrante che evidenzia, come farebbe una guida tradizionale, gli elementi principali, mentre in automatico vengono modificate sia la posizione dell’osservatore all’interno dell’ambiente sia il suo punto di vista.

Tramite l’impiego di foto a 360 gradi ad alta risoluzione (fruibili anche con visori Vr) è possibile avere una percezione d’immersività per apprezzare l’architettura delle sale, la maestosità dei soffitti o dei pavimenti. Grazie a tecniche fotografiche di mosaico le principali opere sono state acquisite con livelli di dettaglio elevatissimi consentendo, ad esempio, di osservare i particolari dell’intreccio dei tessuti sugli arazzi dei Cinquecento oppure le sfumature degli affreschi degli alti soffitti, altrimenti difficilmente raggiungibili.

Il Virtual tour, realizzato da Csi Piemonte in collaborazione con il Consiglio, ha vinto il premio nella categoria Cultura e Turismo per il progetto “Valore pubblico. La pubblica amministrazione che funziona”. L’iniziativa, ideata dalla Sda Bocconi School of Management e dal gruppo editoriale Gedi, con il patrocinio del Ministro per la Pubblica Amministrazione, del Dipartimento della funzione pubblica e di Anci e Upi, ha premiato progetti e iniziative che dimostrano come la Pa può davvero funzionare ed essere motore di cambiamento per l’intero Paese. Hanno partecipato oltre 130 enti e imprese pubbliche con 179 progetti.

Quanto ai lavori, il restauro delle facciate di via Dellala e via Alfieri è stato completato, così come quello delle corrispondenti facciate nella corte interna. Le impalcature sono in fase di smontaggio. Sono stati anche sostituiti i serramenti sulle vie esterne e si sta proseguendo col restauro dell’atrio e della sala d’ingresso. La volta dell’atrio ha rivelato la presenza di affreschi di cui non si aveva più memoria. L’attività per il loro restauro è estremamente lunga e complessa, ma il risultato che si sta palesando è di assoluto rilievo e bellezza.

Nei prossimi giorni inizieranno i lavori di natura impiantistica, con lo smontaggio e smaltimento degli ingombranti impianti di trattamento aria, apparati molto vecchi, che risalgono agli anni dell’acquisizione del Palazzo da parte della Regione.

Si tratta in generale di un progetto di risanamento conservativo teso a valorizzare le peculiarità storiche del palazzo e a rendere attuale il sistema impiantisco, con il contenimento dei consumi e il rispetto per l’ambiente.

Anche per l’adiacente Biblioteca del Consiglio regionale, i lavori continuano: sono state completate le demolizioni e hanno preso avvio la costruzione delle nuove partizioni e degli impianti. Sulla facciata invece sono in corso i campionamenti da poter far esaminare alla Soprintendenza per i beni culturali, fase essenziale per poter proseguire con il restauro delle facciate. Salvo imprevisti, potrà essere utilizzata sul finire dell’anno 2024.

L’omaggio di Torino a Giuseppe Mazzini

Alla scoperta dei monumenti di Torino / Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo

Collocato in via Andrea Doria, angolo via Dei Mille, precisamente sullo spiazzo di confluenza tra le due vie, Giuseppe Mazzini viene raffigurato in una scultura bronzea, seduto in atteggiamento pensoso, avente una mano poggiata a sostenere il capo e l’altra su un pastrano adagiato sulle gambe. Il piedistallo lapideo è ornato da simboli della classicità rappresentati superiormente da due tripodi, collocati ai lati della statua e inferiormente, da pannelli bronzei disposti in sequenza. Nel pannello centrale è rappresentata la lupa capitolina nell’atto di allattare i gemelli, in riferimento alla Repubblica Romana, mentre sui restanti prospetti figurano corone di lauro che circondano i nomi dei principali sostenitori di Mazzini. Il sottostante basamento presenta, anteriormente, dei gradini simmetrici in ascesa verso la scultura. Nato a Genova il 22 giugno 1805 (quando Genova era ancora parte della Repubblica Ligure annessa al Primo Impero Francese), Mazzini è stato un patriota, uomo politico, filosofo e giurista italiano. Costituì a Marsiglia nel 1831 la Giovine Italia, fondata sui principi di “Dio e popolo” e “pensieri e azioni” volti a promuovere l’indipendenza della penisola dagli stati stranieri e la costituzione dell’Italia fondata sui principi della repubblica. Anche se osteggiato dal protrarsi dell’esilio forzato e dai contrasti in patria con la ragione di stato (promossa da Camillo Benso Conte di Cavour e da Giuseppe Garibaldi), Mazzini perpetuò il suo impegno politico che contribuì in maniera decisiva alla nascita dello Stato Unitario Italiano.

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Nello stato riunificato risiedette nell’ultimo decennio della sua vita come “esule di patria”, sotto falso nome; morì a Pisa il 10 marzo del 1872. In Torino come in altre numerose città della nazione, quale atto di riconoscimento al suo impegno, fu eseguito postumo il monumento in suo onore. Per quanto riguarda la città di Torino, nell’intenso programma delle manifestazioni svolte nella città per il giubileo dell’Unità d’Italia, nel 1911, venne istituito un apposito Comitato per erigere un monumento in memoria di Giuseppe Mazzini, distintosi come uno dei principali rappresentanti del Risorgimento italiano. L’iniziativa, promossa dalla Sezione Repubblicana Torinese, sorse in concomitanza alla ricorrenza del quarantesimo anniversario dal decesso del patriota genovese, di cui erano in corso i preparativi per le celebrazioni. Il Comitato sottopose all’Amministrazione comunale la domanda di aderire all’iniziativa ma la proposta venne osteggiata in quanto, si affermava, fosse avanzata da un gruppo partitico; per non pregiudicare l’esito della richiesta venne costituito un nuovo Comitato dichiarante l’estraneità ad ogni questione politica. Nel 1913 l’istanza di questo nuovo Comitato venne favorevolmente accolta dal Consiglio Comunale. Assunse l’incarico per l’ideazione del complesso scultoreo, Luigi Belli, docente presso la regia Accademia Albertina di Belle Arti ed esecutore di significative opere nella città. Belli accettò l’incarico senza richiedere alcun compenso per la sua attività (consapevole forse che sarebbe anche stata la sua ultima opera data l’avanzata età) ma domandò unicamente il rimborso per le spese sostenute nella realizzazione della proposta.

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Nonostante la rinuncia dell’artista, il bozzetto dell’opera venne approvato stimando un importo considerevolmente superiore a quello stabilito per l’esecuzione del monumento, quindi per arginare i limiti economici incorsi, l’Amministrazione concesse una agevolazione per il pagamento del dazio sui materiali, contrattò con il Ministro della Guerra in Roma per l’acquisizione del bronzo necessario ad un prezzo agevolato, mentre il Comitato promosse una pubblica sottoscrizione presso municipi, istituti civili e militari nazionali. Successivamente i modelli in creta a scala reale della statua e di un altorilievo, furono inviati alla fonderia scelta dal Belli, con sede presso Milano, per eseguirne la fusione in bronzo; la statua bronzea ed il relativo modello in gesso, vennero recapitati a Torino, su un carro ferroviario atto al trasporto speciale, l’11 maggio 1917. Il complesso scultoreo fu posto in opera, nonostante fosse privo dell’altorilievo rappresentante la “Libertà” (non consegnata forse a causa di un compenso non corrisposto dal Comitato), figurando ugualmente come un altare alla repubblicana libertà. L’inaugurazione della scultura commemorativa dedicata a Mazzini si svolse il 22 luglio 1917. La cerimonia del monumento si celebrò in presenza di autorità nazionali e cittadine, in una città dall’atmosfera poco festosa a causa della popolazione mobilitata sui fronti della Prima Guerra Mondiale. Oggi il plumbeo monumento si erge fiero in mezzo a quella che è diventata una delle piazzette pedonali della città più “bazzicate” dai giovani, che hanno fatto della maestosa scultura e dei gradoni perimetrali del suo basamento, uno spontaneo ed appartato punto di ritrovo.

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(Foto: www.museo.torino.it)

Simona Pili Stella

“Crea Incipit” a Nichelino: gara di scrittura per aspiranti scrittori

Lunedì la cerimonia del Premio Soldati

Lunedì 12 febbraio ore 17 nella storica Aula del Consiglio Provinciale verrà conferito il Premio Mario Soldati 2024 a: prof. avv. Vittorio Barosio , prof . Elda Casetta ,Dott . Laura de Fonseca ,conte prof. Ruggero Grio, Dott. Roberto Pirino, Dott . Bianca Vetrino. A cura del Centro Pannunzio.

Al via la scuola di Politica della Fondazione Amendola

Storia, educazione civica e diritto al centro delle lezioni,
in programma da sabato 20 gennaio nella sede di via Tollegno 52 a Torino.

Domenico Cerabona: “Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli
che comprendano il ruolo della politica nella società
e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”

Una scuola politica, gratuita e aperta a tutti, per approfondire la conoscenza della storia, l’educazione civica, il diritto delle istituzioni repubblicana ed europea: si chiama “Il futuro ha un cuore antico”, è il nuovo progetto della Fondazione Giorgio Amendola, da sempre protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nell’organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano, a Torino.

“La scuola di politica intende mettere a valore il pensiero e l’opera di Giorgio Amendola attualizzando il sentire novecentesco alle nuove e sempre più stringenti richieste della società” spiega il direttore Domenico Cerabona, che continua: “In una società democratica, è fondamentale che i cittadini siano informati, critici e partecipativi. Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli che comprendano il ruolo della politica nella società e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”.

La scuola di politica della Fondazione Amendola, che sarà ospitata nella sede di via Tollegno 52, sarà strutturata in due sezioni distinte: una riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per approfondire i loro percorsi curricolari; l’altra rivolta agli adulti, tra cui studenti dell’Unito, appassionati e semplici cittadini. Corsi, seminari, workshop e conferenze si susseguiranno per 4 mesi, secondo il piano didattico stilato dal comitato scientifico composto da 18 membri di particolare spessore culturale, costituito da docenti universitari, ricercatori, personalità del mondo scientifico, artistico e culturale. Agli studenti saranno forniti diversi tipi di materiale didattico, come libri di testo, articoli, documenti storici, video, documentari e risorse online.

I docenti:

prof. Giovanni Cerchia, professore ordinario di storia presso l’Università del Molise, cui è affidata la direzione didattica scuola di politica della Fondazione Amendola;
prof.ssa Simona Colarizi, docente di storia presso l’Università La Sapienza di Roma;
dott. Giovanni Matteoli, già capo gabinetto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Amendola;
dott. Luca Motto, storico e ricercatore sulla storia di Torino
prof.ssa Francesca Varano, sociologa con dottorato di ricerca presso Unito;
prof. Paolo Borioni, professore ordinario di storia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Le prime lezioni sono in programma sabato 20 gennaio. Al mattino, dalle 10 alle 12, lo spazio dedicato ai ragazzi sul “ventennio fascista”, accompagnato dal docufilm sulla vita di Giovanni Amendola. Al pomeriggio, dalle 14 alle 16, la lezione sulle “società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori”. Iscrizioni aperte fino al 18 gennaio.

Format per adulti – Ogni appuntamento affronterà un argomento specifico mediante una lezione frontale di tre3 ore condotta di volta in volta da un esperto dell’argomento scelto, con la parte finale di ogni incontro dedicata alla discussione.

Lezione 1 (20 gennaio 2024) – Le società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori.

Lezione 2 (17 febbraio 2024) – Il movimento sindacale in Italia con focus su Torino

Lezione 3 – I partiti politici della fine del ‘800

Lezione 4 – La Repubblica italiana dalla resistenza alla costituente

Lezione 5 – La nascita dell’Unione Europea

Format per ragazzi – Il percorso per studenti sarà strutturato in modo divulgativo con l’intento di approfondire i temi riguardanti la storia del Novecento italiano e internazionale. Ad accompagnare il percorso sarà la serie documentaristica che mescola illustrazione, motion design, voce, musica e suono per raccontare la vita di Giorgio Amendola, partigiano, scrittore epolitico italiano tra le personalità più influenti della storia italiana del XX secolo.

Lezione 1 – Il ventennio fascista. Visione episodio 1 – La scelta di vita durata 15 minuti.

Lezione 2 – La seconda guerra mondiale. Visione episodio 2 – Un posto nella storia durata 16 minuti

Lezione 3 – La resistenza e la lotta partigiana. Visione episodio 3 – La resistenza durata 17 minuti

Lezione 4 – La Repubblica e la Costituzione Italiana. Visione episodio 4 – Il Rinnovamento durata 23 minuti

EVENTI, PRESENTAZIONI E MOSTRE ALLA FONDAZIONE AMENDOLA

La scuola di politica si inserisce in un fitto calendario di eventi organizzati dalla Fondazione Giorgio Amendola, tra cui ricordiamo:

Mercoledì 31 gennaio alle 18.30 – Proiezione dello spettacolo multimediale e interattivo “Odissea 2051” presso la sede della Fondazione.
Lunedì 5 febbraio alle 17.30 – Presentazione della docuserie su Giorgio Amendola presso la Sala Giulio Cesare del Campidoglio, a Roma.
Venerdì 9 febbraio alle 18 – Presentazione del volume “Il Sessantotto, il confronto tra PCI e movimento studentesco” con Gianni Cuperlo e Giovanni De Luna, presso la sede della Fondazione.
Giovedì 15 febbraio alle 17.30 – “Picasso a cinquant’anni dalla morte”. Proiezione di parti del film di Clouzot Le mystère Picasso (1956) e analisi del commento di Carlo Levi su La Stampa. Interventi di Pino Mantovani, Cesare Pianciola e Francesco Poli.

Inoltre, nelle sale espositive della sede di via Tollegno 52, sono aperte al pubblico due mostre d’arte:

l’installazione visiva e sonora Scenario”, realizzata da Matilde Ugolini, Matteo Billotto, Leonardo Moiso e Michele Grosso, una riflessione rivolta al futuro, sull’lo e sul Noi(fino al 31 gennaio);
la mostra “La pittura dell’invisibile. Pietro Rambaudi e l’astrattismo torinese tra gli anni ’50 e ‘70”, che mette in luce la figura dell’artista piemontese in dialogo con sei astrattisti: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza (fino al 29 febbraio).

Riapre oggi dopo più di dieci anni il Museo regionale di Scienze Naturali

Con la conferenza stampa di inizio anno del Presidente della Regione Alberto Cirio è stato riaperto di fatto questa mattina lo storico museo torinese.

E’ un protagonista d’eccezione ad annunciare la riapertura il 12 gennaio del Museo regionale di Scienze naturali, finalmente restituito alla cittadinanza dopo oltre dieci anni di lavori resisi necessari dopo l’incendio che nell’agosto 2013 ne ha provocato la chiusura e la realizzazione di opere di ripristino della zona interessata unitamente ad interventi strutturali e di messa in sicurezza e a norma dell’intero edificio di via Giolitti a Torino.

L’elefante Fritz, icona del Museo,  da Stupinigi per le strade di Torino è arrivato  in piazza Castello. Molto ricco il calendario della riapertura e il programma della maratona di talk show «Porte aperte alla scienza», in programma dal 12 gennaio al 2 febbraio ed organizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Circolo dei lettori.

Un evento che porta il presidente Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e Patrimonio Andrea Tronzano ad evidenziare che «il 2024 si apre con la rinascita di uno dei luoghi più̀ iconici del Piemonte» e ricordare che «quando ci siamo insediati questo Museo era chiuso e i lavori bloccati, così abbiamo riattivato il cantiere e individuato le risorse per finanziare i lavori, ricucendo uno strappo doloroso con la comunità piemontese che da anni attende la riapertura del Museo, che torna a essere fruibile per cittadini, turisti, scuole e associazioni».

Per consentire la riapertura di un museo che gode di una fama di livello nazionale per il valore delle collezioni che risalgono alla prima metà dell’Ottocento, la Regione ha investito oltre 8,3 milioni di euro, di cui buona parte a partire dal 2020. In particolare, 2,3 milioni sono serviti per la messa a norma degli impianti e l’agibilità tra il 2015 e il 2017, altri 2 milioni per interventi impiantistici ed edili necessari per il rilascio del certificato di agibilità dei locali dell’Arca, dello Storico Museo di Zoologia, della Crociera Manica Sud piano terreno e dei locali «Esposizione Permanente Paleontologia».


Il programma di inaugurazione

Venerdì 12 gennaio alle ore 18 la biologa marina Mariasole Bianco condurrà Pianeta oceano”: un viaggio alla scoperta delle sue meraviglie e delle sue problematiche soprattutto nella relazione con l’uomo (prenotazione obbligatoria su https://prenotazioni.circololettori.it/events/event/V7PhxfnN5PQbnG2K4qG9)

Sabato 13 gennaio alle ore 11 il Museo festeggerà il primo weekend di riapertura con uno show di Giovanni Muciaccia, che guiderà grandi e piccoli in un «attacco di creatività» (prenotazione obbligatoria su https://prenotazioni.circololettori.it/events/event/KCMO9RBjkMU8wxM2PNjC)

«Porte aperte alla scienza» continuerà il 19 e 26 gennaio e il febbraio con una serie di talk su scienza e arte curati da Luca Beatrice.

Bottero, il “papà” della Gazzetta del Popolo

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Alla scoperta dei monumenti di Torino / Oggi parleremo del monumento dedicato al giornalista e politico italiano Giovanni Battista Bottero, situato in Largo IV Marzo meglio conosciuta come piazzetta IV Marzo. (Essepiesse)

Su un ampio basamento in pietra al lato del giardino, verso il Duomo, si erge la figura in bronzo di Giovanni Battista Bottero. L’uomo è rappresentato in piedi con una redingote abbottonata (abbigliamento che il giornalista usava abitualmente nelle sue giornate di lavoro), mentre nella mano destra tiene una copia del giornale “La Gazzetta del Popolo” 

La statua poggia su un imponente basamento realizzato in prezioso marmo Botticino e sul cui fronte è posizionata una lastra con sopra delle epigrafi dedicatorie che, essendo posta alle spalle del monumento, funge da elemento architettonico di sfondo. In quest’opera è particolarmente ricercato l’effetto di contrasto tra la patina scura del bronzo e il bianco avorio del marmo del basamento.

Giovanni Battista Bottero nacque a Nizza il 16 dicembre del 1822. Dopo aver conseguito nel 1847 la laurea in medicina, decise di dedicarsi alla carriera giornalistica (sua passione fin da quando era ragazzo) e così il 16 giugno 1848 fondò a Torino, insieme allo scrittore Felice Goevan e al medico Alessandro Bottella, il quotidiano “La Gazzetta del Popolo”.Per Bottero gli anni che seguirono furono impregnati di grande passione politica: essendo il quotidiano più diffuso durante gli anni del Risorgimento, egli riuscì tramite il suo giornale a compiere azioni incredibili, come ad esempio far firmare (il 10 settembre 1849) il proclama agli elettori di Bobbio per la nomina a deputato di Giuseppe Garibaldi, oppure lanciare una sottoscrizione (il 14 gennaio 1850) per consegnare una spada d’onore sempre a Garibaldi che all’epoca si trovava in esilio.

Nel 1855, dopo diverse battaglie “mediatiche” portate a termine dal suo quotidiano, Bottero decise di entrare in politica e si presentò nel collegio elettorale di Nizza, dove vinse con 411 voti su 625 votanti; il 27 giugno 1855 entrò nel Parlamento subalpino. Nonostante si affermò come figura politica, nel 1870 decise di abbandonare la sua carriera all’interno del Parlamento per dedicarsi completamente al suo giornale.Prese la direzione del quotidiano nel maggio del 1861 (quando prese il posto di Govean) e mantenne tale posizione fino al 1897. In quegli anni “La Gazzetta del Popolo” fu un punto di incontro per personaggi di grande rilievo: in campo politico seguì un orientamento liberale, anticlericale e monarchico, appoggiando la politica di Cavour e il programma risorgimentale di unificazione italiana. Il quotidiano svolse inoltre una importante funzione sociale propulsiva e di coordinamento nei confronti dell’intero movimento delle società di mutuo soccorso dello Stato sardo.Giovanni Battista Bottero morì il 16 novembre del 1897 all’età di 75 anni.

A pochi giorni dalla sua morte un Comitato di cittadini presieduto da Tomaso Villa, si attivò per la realizzazione di un monumento alla sua memoria e grazie ad una sottoscrizione pubblica nazionale, vennero raccolti i fondi necessari e fu incaricato lo scultore Odoardo Tabacchi, che lavorò all’opera tra il 1898 e il 1899. Il monumento venne concluso nel settembre del 1899 e si decise di collocarlo proprio in Largo IV Marzo, dove vi era la sede della “Gazzetta del Popolo”; su consiglio di Odoardo Tabacchi e del Sovrintendente dei Giardini municipali, venne posizionato nella parte orientale dell’aiuola IV Marzo, proprio di fronte alla sede del quotidiano.Venne inaugurato e ceduto alla città, il 12 novembre del 1899 con una solenne cerimonia a cui parteciparono centinaia di persone.

Anche per oggi la nostra passeggiata “con il naso all’insù” termina qui. Vi aspetto per il prossimo appuntamento con Torino e le sue meravigliose opere da scoprire.

 (Foto: www.museotorino.it)

Simona Pili Stella

Quaglieni propone per Falzoni la Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura

VENERDÌ 12 GENNAIO ALLE ORE 17 nella sede del Centro Pannunzio in via Maria Vittoria a Torino  il presidente fondatore Pier Franco QUAGLIENI inaugurerà una foto del dott. Gianfranco FALZONI, salvatore della Reggia di Venaria, nella galleria dei soci illustri del Centro Pannunzio. Il dott. FALZONI ebbe il Premio “Francesco De Sanctis”. Nell’occasione Quaglieni proporrà il conferimento a Falzoni della Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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12 – 18 gennaio 2024

VENERDI 12 GENNAIO

 

Venerdì 12 gennaio ore 20:30

Trekking urbano tra le LUCI D’ARTISTA. LA DORA, IL PO E LE LUCI D’ARTISTA – 6,7 km: durata 2,5 ore c.ca

Fondazione Torino Musei – Luci d’Artista

Grazie alla collaborazione tra MetroTrail e Fondazione Torino Musei, per la prima volta quest’anno sono stati proposti 4 itinerari di trekking urbano che abbinano Natura e Luci d’Artista 2023, per un Public Program sempre più ecologico e sostenibile. Una guida escursionistica ambientale accompagna i visitatori a scoprire ambienti ecologicamente rilevanti a Torino – come fiumi, parchi, giardini e semplici aiuole – percorrendo impensabili sentieri urbani verdi, punteggiati dalle installazioni di Luci d’Artista. La silente fauna notturna dei fiumi fa da contrasto con le Luci stesse e la vita della città. Alberi monumentali e giardini segreti segnano la riscossa della Natura sulla metropoli.  Le camminate sono lunghe indicativamente dai 6 ai 7 chilometri e durano circa 2 ore e mezza.

Partenza e arrivo da Largo Regio Parco- Lungo Dora Firenze – Lungo Po (Parco Michelotti) – Via Po – Piazza Castello – Piazza della Repubblica – Borgo Dora

Questo trekking urbano ha il pregio di unire le bellezze fluviali dei due maggiori corsi d’acqua di Torino, il Po e la Dora, con le bellezze urbane del Centro e di Vanchiglia. Quante storie portano le acque dei fiumi di Torino, quanti segreti ormai dimenticati e quanta bellezza nel loro scorrere, che nel tempo ha significato anche alimentare l’operosa crescita della città. Tra parchi, ponti, corsi e piazzette nascoste, ci attendono, per lasciarci a bocca aperta, le installazioni di Luci d’Artista.

Oliviero RINALDI – Flammarion – Largo Regio Parco, Italgas (luce ospite)

Luca PANNOLI – L’amore non fa rumore – Biblioteca Geisser, Parco Michelotti

Joseph KOSUTH – Doppio passaggio – Ponte Vittorio Emanuele I

Luigi STOISA – Noi – Via Po

Mario MERZ – Il volo dei numeri – Mole Antonelliana

Luigi NERVO – Vento Solare – Piazzetta Mollino

Marco GASTINI – L’energia che unisce si espande nel blu, Galleria Umberto I

Grazia TODERI – …?… – Piazza della Repubblica

Michelangelo PISTOLETTO – Amare le differenze – Antica tettoia dell’Orologio

Vanessa SAFAVI – Ice Cream Light – Via Borgo Dora

Durata e tariffe: max 2,5 ore Tariffa intero: € 16,00 / Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 / Bambini under 5: Free. Minimo 4 persone

Info e prenotazioni:

www.metrotrail.it/luci-dartista

info@metrotrail.it

Tel: +39 342 7530853 (anche WhatsApp)

 

 

SABATO 13 GENNAIO

 

Sabato 13 gennaio ore 11

IL CONCERTO DEL SABATO

Palazzo Madama – con l’orchestra del Liceo Classico Musicale C. Cavour

Nell’ambito della mostra Liberty. Torino Capitale i Servizi Educativi di Palazzo Madama presentano tre concerti a cura delle classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino: i concerti sono a ingresso gratuito e immergeranno il pubblico nelle musiche prodotte a cavallo di Otto e Novecento, con una riscoperta della musica da camera.

Il programma (in allegato) presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.

Prossimi appuntamenti

Sabato 13 aprile ore 11

Sabato 11 maggio ore 11

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili

 

 

DOMENICA 14 GENNAIO

 

Domenica 14 gennaio ore 16

IL SOLE, IL SESAMO E GLI AQUILONI. La festa indiana di Makar Sankranti

MAO – attività per famiglie

Passeggiando tra le statue provenienti dall’India e dal Sud-est asiatico, tra rappresentazioni di figure e miti dell’Induismo, scopriremo come si festeggia in diverse parti dell’India – e non solo – la prima festa dell’anno, quando il sole entra nel segno zodiacale del Capricorno e la primavera si avvicina. Nell’attività di laboratorio si potrà sperimentare come costruire un aquilone.

Da 6 anni in su

Prenotazione obbligatorio al 0114436927-8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: bambini € 7 per l’attività, adulti ingresso ridotto in museo

 

 

MERCOLEDI 17 GENNAIO

 

Mercoledì 17 gennaio ore 18

Il patrimonio culturale himalayano fra antico e contemporaneo

TSHERIN SHERPA in dialogo con Davide Quadrio

MAO – talk in museo

Il MAO è felice di ospitare la talk dell’artista nepalese Tsherin Sherpa (Kathmandu, Nepal, 1968) in dialogo con Davide Quadrio, direttore del museo, per una riflessione sulla relazione fra il ricco patrimonio culturale della regione himalayana e una sua rilettura e reinterpretazione in chiave contemporanea.

L’evento, parte del programma #MAOtempopresente, che utilizza l’arte contemporanea come medium e motore di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale, sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il riallestimento della sezione dedicata alle prestigiose thang-ka tibetane appartenenti alle collezioni permanenti del museo, esposte dopo un delicato lavoro di restauro e consolidamento a cura del Centro di Conservazione e Restauro di Venaria.

Il restauro delle opere è stato reso possibile grazie al generoso contributo di UBI Unione Buddhista Italiana, con cui il museo collabora da alcuni mesi.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

L’associazione Caus e i suoi soci festeggiano quest’anno il 40° anniversario

Le “nozze di rubino”

Caro direttore, il 2024 ci porta nel quarantesimo anno di attività, quattro decenni rivolti costantemente all’innovazione, alla gratuità, alla solidarietà e alla costruttiva provocazione.

Un sentimento simboleggiato dal rubino appunto, dall’incessante passione che il Caus ed i suoi iscritti hanno sempre avuto nel concretizzare nuove e coinvolgenti idee.

Il Centro Arti Umoristiche e Satiriche, associazione culturale no-profit, nasce a Torino nel 1984 con la precisa finalità di promuovere l’umorismo e la satira quali strumenti d’analisi, stimolo, critica e formazione in ambito istituzionale, artistico ed educativo in ogni scibile umano. Una biblioteca specializzata fu gestita dai soci fondatori Massimo Tonelli e Claudia Enrico e coordinata da volontari sino al 2012. La sezione web (www.caus.it), nata nel 2008, deve il suo sviluppo all’opera, alla tenacia e alla pazienza di Tullio Macrì, Piero Ferraris, Marino Tarizzo e altri benemeriti volontari.

I fondatori Raffaele Palma e Giorgio Cavallo, unitamente ad Armando Testa e Franco Bruna, riuscirono in breve tempo a riunire un gruppo di umoristi italiani ed internazionali, studiosi, collezionisti e appassionati del settore, catturando l’attenzione dei media e delle istituzioni per la grande innovazione profusa capace di rendere popolare l’umorismo portandolo in campi non ancora esplorati. Una divisione dell’Associazione denominata “Caus per il sociale” attiva sin dalle origini, si è distinta per le proposte solidaristiche confluite in convegni, tour, mostre e progetti dedicati esclusivamente a coloro che hanno problematiche di varia natura.

Negli anni, l’attività del Caus si è sviluppata in differenti indirizzi: artegrafica, calligrafia, cabaret amatoriale, comunicazioneambientearchitettura, toponomastica, didatticapedagogia, nonché alla formazione scolastica grazie a corsi universitari, interventi nelle scuole di ogni ordine e grado e corsi di aggiornamento rivolti al corpo insegnanti. All’attività propriamente formativa e pedagogica, il Centro ha affiancato la divulgazione delle proprie ricerche al settore libri, organizzando inoltre manifestazioni, mostre, percorsi tematici, concorsi, conferenze e dibattiti a carattere nazionale ed internazionale e ha realizzato un inserto satirico intitolato “ Bazar, i guastafeste” del periodico indipendente Osservatore Terziario (1989- 1991 circa, con numerosi vignettisti accreditati). Moltissime sono state le tematiche, tutte nuove ed esclusive dedicate al capoluogo subalpino (oltre 70 percorsi in parte consultabili alla sezione “tours” e “tours virtuali” su www.caus.it), che hanno dato visibilità e pregio a opere artistiche e architettoniche poco analizzate e studiate, argomenti concretizzati in tour gratuiti assai apprezzati dai partecipanti, coadiuvati da pubblicazioni editoriali o tragitti scaricabili dal sito web del Caus, tutti gratuiti.

Numerosi sono stati i problemi da affrontare, per fortuna sempre superati positivamente, causati dalla “sensibilità” di alcuni esponenti di enti pubblici e società private (come non ricordare le interpellanze sulla mostra dedicata a Roland Topor vista da certuni come irrispettosa, volgare e inappropriata, oppure le interrogazioni sulla pubblicazione di alcune vignette ritenute offensive, poi la minaccia di denuncia per aver scoperto, fotografato e fatto pubblicare furti sacrileghi di opere d’arte al Cimitero Monumentale. Ancora: 35 giorni ininterrotti di sciopero della fame da parte del responsabile dell’Associazione per aver visto escludere i corsi d’aggiornamento e i laboratori scolastici dedicati alla didattica dell’umorismo nelle scuole di Torino (vennero esclusi non solo i corsi sull’umorismo e la satira, ma tutti le altre collaborazioni accreditate da numerose associazioni); poi il ritiro del patrocinio pubblico sui tour gratuiti pensati per persone con disabilità motoria e non vedenti e scaricabili gratuitamente dal sito nella sezione “Caus per il sociale” dal titolo “Torino Paratour” – e ancora la facile e scontata vittoria presso il Tribunale di Torino, dopo una denuncia penale di un piccolo tour operator contro il Caus (https://www.caus.it/raffaele-palma/amare-torino-vuol-dire/ )

Molteplici invece sono state le gratificazioni con istituzioni pubbliche e private nel corso dei quattro decenni. L’elenco delle collaborazioni e dei patrocinatori è sterminato e si possono leggere nella sintesi dell’allegato word.

Caus in dialetto piemontese vuol dire “calcio” ed è esattamente ciò che abbiamo fatto in quarant’anni: si sono prese a pedate la staticità delle cose, la banalità delle mode, la sicurezza dell’arroganza, la certezza delle patacche (fake news). Se qualche volta abbiamo scalciato con scarsa energia, promettiamo che in futuro tireremo pedate più forti e decise per cercare di cambiare in meglio cose e persone!

Caus – Centro Arti Umoristiche e Satiriche

Contatti: info@caus.it