CULTURA- Pagina 35

I vincitori del Premio Paliotto

 INDETTO DAL ROTARY CLUB TORINO DUOMO

Sabato 16 dicembre scorso si è tenuta la premiazione dei vincitori del Premio Letterario e Fotografico Nazionale “Il Paliotto”, organizzato dal Rotary Club Torino Duomo e giunto alla sua terza edizione.

Nella prestigiosa cornice della Sala Garden del Best Western Plus Executive Hotel and Suits di Torino, il patron del Premio, Marco Novara, e la Presidente del Rotary Club Torino Duomo, Rachele Gatto, hanno annunciato i nomi dei premiati nelle due categorie: fotografia e letteratura.

La giornata ha visto una nutrita e appassionata partecipazione sotto lo sguardo attento di una giuria d’eccezione che vanta nomi di spicco nel panorama artistico e culturale come Michelangelo De Biasio, il fotogiornalista Toni Spagone e il fotografo Angelo Fiore, Titti Gabella, l’autore, editore e noto personaggio televisivo l’architetto Angelo Garini, la giornalista e scrittrice Sabrina Gonzatto, il giornalista, regista e conduttore Giulio Gragna, la scrittrice ed editore Laura Graziano, la docente e scrittrice Elisabetta Piras e il giornalista e critico letterario di Tuttolibri Bruno Quaranta.

La Presidente del Rotary Club Torino Duomo ha aperto la giornata nella maniera tradizionale per il noto Rotary Club, con il suono della campana. A seguire, il patron Marco Novara ha condotto l’evento in un’atmosfera molto piacevole e spontanea che ha portato a una partecipazione sentita, con qualche commossa lacrima da parte dei vincitori.

Provenienti da tutta Italia, i premiati hanno avuto la possibilità di illustrare brevemente le loro opere letterarie e fotografiche, descrivendo l’ispirazione alla loro origine. Dopo l’elenco delle Menzioni d’onore della giuria, è arrivato il momento della premiazione dei vincitori. I premi sono stati offerti in collaborazione con la casa editrice Lisianthus Editore che ha messo in palio la pubblicazione per l’opera vincitrice assoluta nella sezione letteratura inedita, Mattarte di Raffaello Lucchese, che ha fornito pregiate opere di antiquariato, e Realy Easy Star che ha prodotto immagini fine art, tra le quali anche illustrazioni della Divina Commedia di Gustave Doré, per la categoria fotografia.

Ad aggiudicarsi il Primo Premio nella sezione fotografia è stato Gianluca Scardazza con “Silentium” che ha ottenuto anche il Premio Assoluto della categoria con la sua “Oltre le linee”. Nella letteratura edita ha vinto nella sezione libri per bambini, “Le avventure di Carlo il Tarlo” di Valeria Panero e Luca Reano, i quali si sono aggiudicati anche il premio assoluto nella categoria Letteratura Edita. Si è aggiudicato il primo posto nella categoria letteratura edita, sezione narrativa, “Le radici nell’acqua” di Vincenza Lorusso. “Con te ovunque andrai” di Iria Berardi è stata l’opera premiata nella categoria dei libri inediti per bambini, mentre Enrico Cabianca ha trionfato nella categoria narrativa inedita con il suo giallo ambientato a Torino, “La dea muta – delitti senza nome” che ha vinto anche il premio assoluto dedicato agli inediti, aggiudicandosi così la pubblicazione dell’opera con la casa editrice Lisianthus Editore.

La giornata si è conclusa tra gli applausi degli astanti e il suono della campana in perfetto accordo con la filosofia rotariana che anche quest’anno ha saputo offrire un evento di alta valenza culturale, unendo due arti compenetrate come la letteratura e la fotografia in un evento che speriamo di rivivere anche il prossimo anno.

Mara Martellotta

Fondazione Amendola, festa di fine anno

/

CON INAUGURAZIONE DELL’INSTALLAZIONE “SCENARIO”

Appuntamento aperto a tutti martedì 19 dicembre dalle ore 18 
nella sede di via Tollegno 52 a Torino, nel quartiere Barriera di Milano

In occasione delle festività natalizie, la Fondazione Amendola – da sempre protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nell’organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano – apre le porte della sua sede per un evento di fine anno aperto a tutti.

Appuntamento martedì 19 dicembre a partire dalle ore 18, in via Tollegno 52 a Torino: buffet e brindisi saranno accompagnati dal dj set a cura dell’associazione Original Artisti.

Durante la festa ci sarà l’inaugurazione di “Scenario”, installazione visiva e sonora unica a cura di Matilde Ugolini, Matteo Bilotto, Leonardo Moiso e Michele Grosso. Sarà anche possibile visitare la mostra attualmente ospitata nelle sale della Fondazione Amendola, “La pittura dell’Invisibile. Piero Rambaudi e l’astrattismo torinese tra gli anni ’50 e ’70”, inaugurata lo scorso 7 dicembre, che mette in luce la figura dell’artista piemontese Piero Rambaudi in dialogo con sei astrattisti: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza.

SCENARIO 
L’installazione “Scenario” accompagna visivamente l’omonimo brano Scenario dei Casino Royale in una riflessione rivolta al futuro, sull’Io e sul Noi. Quali sono le priorità e in quale direzione andare?

Il percorso inizia con l’avvio del brano Scenario e si sviluppa in tre macroaree:

  • una mostra per i posteri sui risultati dell’Io consumistico e individualista, ovvero una galleria di rifiuti, che rappresenta il nostro percorso fino a oggi;
  • una tenda delle memorie, il punto centrale del percorso, dove il visitatore si immergerà in memorie fisiche (rappresentate da floppy disk, cd e vhs) in cui fermarsi a riflettere sulla direzione cui tendere, a partire da quanto imparato finora;
  • un salotto di ascolto, in cui l’utente sarà immerso nell’ascolto del podcast “Post – Un Radiodramma Post Apocalittico”, scritto da Davide Mela, producer e sceneggiatore torinese, e interpretato dall’attore Stefano Accomo. È la storia di un uomo comune che, dopo aver coltivato l’Io, si ritrova in un futuro prossimo in cui non esiste più il Noi e dovrà affrontarne le conseguenze. Questo ascolto porrà il visitatore fisicamente di fronte a quattro schermi, che proiettano immagini di accompagnamento, e uno specchio digitale, in cui monitorare la propria reazione all’esperienza.

Capitale Italiana della Cultura 2026: Alba Bra Langhe Roero tra le dieci finaliste

#ABLR2026

Alba Bra Langhe e Roero è tra le finaliste candidate a Capitale Italiana della Cultura 2026. Il Ministero Italiano della Cultura ha reso nota oggi la selezione delle dieci candidature in shortlist.

È un grandissimo orgoglio sapere che il nostro territorio è riuscito a entrare nella rosa finale dei candidati a diventare Capitale italiana della Cultura 2026″, dichiara Carlo Bosindaco di Alba e Presidente del Comitato per la candidatura di Alba Bra Langhe Roero a Città Capitale della Cultura“Una candidatura unica che ha coinvolto 88 comuni evidenziando la nostra capacità di lavorare in sinergia e che mette in luce l’importante patrimonio culturale alla base del successo delle nostre colline, riconosciute patrimonio dell’Umanità dall’Unesco”.

Dopo aver esaminato i sedici progetti, la Giuria, presieduta da Davide Maria Desario, ha presentato la lista delle dieci città finaliste che vede anche la partecipazione di Alba Bra Langhe Roero.
Gli enti presenteranno i propri dossier alla Giuria in un’audizione pubblica che si svolgerà al Ministero il 4 e 5 marzo 2024, in una serie di incontri di approfondimento dei progetti di candidatura, mentre la proclamazione ufficiale della Capitale Italiana della Cultura 2026 avverrà entro il 29 marzo 2024.

“Incammino. La porta di Torino” in mostra a Bruxelles

Il turismo religioso, inclusivo e sostenibile al centro del progetto “Via Francigena for All” con la mostra Incammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena, presentata a Palazzo Madama – MuseoCivico d’Arte Antica di Torino dal 13 luglio al 10 ottobre 2023, e ora allestita dal 13 dicembre 2023 al 14 giugno 2024 a Bruxelles, negli spazi di Regione Piemonte. Si tratta di un percorso multidisciplinare e interattivo, un vero e proprio cammino virtuale che dalla storia

conduce all’attualità con una prospettiva di visita aperta, dove la comunità e il suo territorio diventano accoglienti a 360 gradi.

 

A realizzarlo è Regione Piemonte in collaborazione con Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e la Fondazione Carlo Acutis. Il progetto, supportato anche da ENIT, vede al centro la via Francigena come una delle massime espressioni della promozione del turismo religioso e inclusivo e come occasione per soffermarsi su uno dei cammini più importanti italiani: quello che attraversa il Piemonte con la mostra/percorso che narra il territorio mettendo in risalto le centralità storiche e contemporanee della regione, casa della Sacra Sindone e accesso principale alla Penisola lungo il pellegrinaggio sulla Via Francigena.

 

Ad accompagnare il percorso, la riflessione sul tema del pellegrino — colui che si muove per la salvezza materiale, del corpo e dello spirito — e del viaggio dei Santi di Carità, da San Giovanni Bosco a San Giuseppe Cafasso, da San Giuseppe Benedetto Cottolengo ai beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, con una serie di incontri con l’anima della regione tramite un approfondimento visivo dedicato ai suoi temi fondanti. La mostra è strutturata in quattro sezioni, ognuna connessa a un tema specifico. Nella prima sono presentate sedici illustrazioni originali, realizzate da giovani artisti italiani ormai riconosciuti a livello mondiale.

 

Una serie di opere che si ispirano ai concetti del pellegrinaggio, della spiritualità, della Sindone, dei cammini, dei Santi di Carità ma anche di quelli che sono gli aspetti morfologici essenziali del Piemonte e del rapporto tra uomo, natura e cibo. Nella seconda sezione sono accolti tutta una serie di materiali videoappositamente realizzati a illustrare la Via Francigena e gli itinerari sindonici, permettendo ai visitatori di immergersi nei paesaggi dei luoghi attraversati. Nella terza sezione, una grande mappa interattiva evidenzia i cammini del progetto “Via Francigena for all” e i cammini sindonici illustrati nel libro di Sisto Giriodi Le altre Sindoni. La mappa è affiancata da fotografie delle decine di sindoni affrescate sulle pareti esterne di edifici collocati lungo i cammini del Piemonte. Opere poco conosciute anche da molti piemontesi, nonostante costituiscano un singolare caso di devozione popolare, un ciclo d’arte lungo tre secoli. Nella quarta sezione, infine, si trova una raffigurazione dell’opera ideata dall’artista torinese Carlo Gloria sul tema del cammino, esposta alla residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Bruxelles.

 

Il progetto espositivo si propone di offrire un’esperienza coinvolgente e interattiva e di sensibilizzare il pubblico sul tema del pellegrinaggio, della spiritualità e della natura, promuovendo il turismo sostenibile e inclusivo.

 

“Il Piemonte crede nel turismo religioso e lo sta valorizzando in modo da renderlo anche più accessibileattraverso il progetto “Via Francigena For All” che amplia la cultura dell’accoglienza rivolta alle persone in difficoltà” sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo eCultura Vittoria Poggio.

 

“La Fondazione dal 2022 promuove progetti ispirati al potente messaggio trasmesso dalla Sindone, bene di importante attrattiva internazionale. Con la mostra collegata al progetto “Via Francigena for all” si conferma la proficua collaborazione pubblico – privato, volto a far conoscere la centralità di Torino su questo tema” afferma Adriana Acutis, vicepresidente della Fondazione Carlo Acutis. “Il nuovo rinascimento dell’illustrazione italiana riunito a narrare il senso profondo del cammino, il viaggio personale, nel Piemonte delle montagne, nel Piemonte dei colli e delle acque. Ove sempre l’etica religiosa è stata sostenuta dall’etica del lavoro, e viceversa, in un paradigma che si fa Europa” dichiara Giovanni C.F. Villa, direttore di Palazzo Madama Torino.

 

 

DOVE: SPAZI REGIONE PIEMONTE

Rue du Trône 62 – Bruxelles

QUANDO: 13 dicembre 2023 – 14 giugno 2024

LINK ALLE IMMAGINI: https://bit.ly/IncamminoaBruxelles

Vannacci e i Lions

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il generale Vannacci ha diritto a presentare il suo libro dappertutto e il presidente di una periferica circoscrizione torinese che glielo vorrebbe impedire, si rivela come sempre fazioso, vietando in un luogo pubblico di presentare un libro solo perché non piace al presidente. La cosa che stupisce è che il Lions o  meglio il Lions Taurasia (mai sentito) organizzi la presentazione e anche la cena   per festeggiare il generale. I valori del Lions non sono  proprio quelli espressi dal libro del generale. Il Lions è dedito a services di aiuto sociale e trascura da anni la cultura. La cultura al Lions non interessa? L’attuale governatore non si premura  neppure di prendere contatto con i pochi soci rimasti che occupino una posizione intellettuale. Essi danno fastidio? Il governatore in carica si è fissato con la gentilezza e ha ideato persino un biscotto che si richiama alla gentilezza, parola poco marziale. I Lions frequentano conventi religiosi e sono da tempo estranei alla vita culturale. Aprire gli occhi alla cultura di fronte alle pagine da caserma del generale non appare edificante. Molto ha messo di suo il Ministro – gigante alla Difesa nel decretare il successo a  Vannacci che forse dice anche qualcosa di vero perché il culturalmente  corretto è sempre più indigesto. Ma che il Lions promuova  Vannacci appare quanto meno poco “gentile “… Fatto a Natale poi appare proprio fuori posto. I miei amici Lions Romolo Tosetto e Dario Cravero forse si rigirano nella tomba.

Maria Callas e la stilista Elvira Leonardi Bouyeure, in arte Biki

Nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, a Torino, in via Verdi 9, nell’ambito di “Icona Callas” si terrà martedì 12 dicembre la masterclass sulla storia del rapporto speciale tra le due donne

 

Martedì 12 dicembre alle ore 11:00, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale in via Verdi 9, a Torino, si terrà una masterclass che fa parte di una serie di lezioni magistrali che fino al 14 dicembre indagheranno la figura di Maria Callas secondo una prospettiva transmediale e multidisciplinare.

La masterclass del 12 dicembre fa parte del programma “Icona Callas” e narra la storia del rapporto speciale tra il soprano greco e la stilista Elvira Leonardi Bouyeure, in arte Biki, conosciuta come la sarta della Callas. La masterclass prevede il dialogo tra Simona Segre-Reinach, docente di Cultura della Moda all’Università di Bologna e la Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio.

Simona Segre-Reinach è autrice del volume “Biki-visioni francesi per una moda italiana” che ricostruisce il rapporto speciale tra Maria Callas e Biki, nata nel 1906 e scomparsa nel 1999. Si tratta della storia di un sodalizio, ma anche di una figura pionieristica della moda italiana e internazionale, il cui contributo fu fondamentale nella creazione dell’immagine iconica della Callas. Biki, insieme al genero e couturier Alain Reinaud, disegnarono gran parte del guardaroba del soprano, dai primi abiti per la nuova silhouette, ottenuta con grandi sacrifici, fino alle mise più grandiose per gli intensi anni vissuti accanto ad Aristotele Onassis.

 

Mara Martellotta

A Bardonecchia la mostra fotografica ispirata al cinema “Art for film”

 

Il cinema che diventa fotografia o la fotografia che diventa cinema. Inaugurata, oggi, nella sala mostre del Palazzo delle Feste di Bardonecchia, l’esposizione “Art for film”. Undici scatti di Paolo Angelillo per un progetto curato da Sabrina Sottile, che ha già riscosso grande successo, lo scorso anno, al Museo del Cinema di Torino. Un racconto inedito dedicato al grande cinema girato e prodotto in Piemonte. Si tratta del primo appuntamento della rassegna “Scena 1312”, organizzata dal Comune di Bardonecchia e da Estemporanea, che propone spettacoli, mostre e presentazioni letterarie.

“L’idea è nata nel 2020 – racconta Sabrina Sottile – in occasione dell’appuntamento ‘Torino città del cinema’. Un progetto nato anche dalla mia grande passione per il cinema, che ha trovato in Paolo Angelillo il perfetto interprete”.

“Ho accettato di buon grado questa idea – aggiunge Paolo Angelillo – e mi sono adoperato per riuscire a tradurre ogni pellicola in un fotogramma”.

Tra i pezzi esposti a Bardonecchia non manca qualche interessante curiosità.
A cominciare dalla fotografia di
“Venuto al mondo” ispirato al film di Sergio Castellitto, che “fa da ponte – spiega Angelillo – tra due miei progetti fotografici, il primo “Caravaggio reloaded”, dove si reinterpretavano i quadri di Caravaggio ed Art for film. Questo quadro è assolutamente ispirato alla Deposizione di Caravaggio”. Ed ancora, la fotografia “Dopo Mezzanotte”, “realizzata in una sala del Museo del Cinema che oggi non c’è più e che rappresenta in un certo senso, quindi, un pezzo di storia “.

Dove è stato possibile i set fotografici sono stati realizzati proprio dove sono stati girati i film. Si veda “Italian Job” girato a Palazzo Madama sullo Scalone dello Juvarra o “Guerra e pace” nel Castello del Valentino”.

Un racconto di cinema e fotografia, che ha conquistato il pubblico presente, oggi, all’inaugurazione e che potrà essere visto fino al prossimo 22 dicembre al Palazzo delle Feste di Bardonecchia.

 

“Lee Miller. Photographer & Surrealist” Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Cento scatti raccontano la vita e l’opera della grande fotografa americana che osò “profanare” la vasca da bagno che fu del Führer.

Fino al 7 gennaio 2024

Un incidente miracolosamente evitato. Da lì, l’inizio di una carriera artistica da “mille e una notte”. 1925: una graziosa studentessa dell’“Art Students League” di New York, cammina tranquillamente per le strade di Manhattan quando d’improvviso un’auto rischia di investirla. Per lei avrebbero potuto esserci gravi conseguenze, se un passante non fosse riuscito a trattenerla per un braccio evitandole seri guai. Incontro salvifico. Il destino aveva in mente ben altre cose per il futuro di quella giovane. Il suo nome: Elizabeth “Lee” Miller, nata nel 1907 a Poughkeepsie, nello Stato di New York, elegante e bella da togliere il fiato. Lui, il provvidenziale “angelo custode”: nientemeno che Condé Nest, editore di “Vanity Fair” e di “Vogue”, che, folgorato da “cotanta beltade”, le propone un contratto da fotomodella, dedicandole pochi anni dopo una copertina su “Vogue”. Lee diventa in breve una delle modelle più richieste dalle riviste di moda, ritratta da fotografi di gran calibro. Fra tutti e tanti: Man Ray, di cui fu, non solo modella, ma altresì musa ispiratrice ed amante. E forse proprio la frequentazione con il leggendario artista e padre della “fotografia surrealista” instillò in lei il desiderio di cambiar mestiere e “postazione”. Di stare cioè non più davanti, ma dietro l’obiettivo fotografico. Nel 1929 si trasferisce a Parigi, collabora con Ray e, insieme, sviluppano la tecnica della “solarizzazione”, così chiamata dai “dagherrotipisti”. Sue le parole di allora: “Preferisco fare una foto che essere una foto”. E fino agli anni ’50 (quando, dopo il secondo matrimonio con il pittore surrealista Roland Penrose e una vita accolta in tutte le sue estreme – e anche dolorose – sfaccettature, diventò soprattutto “Lady Penrose”, preferendo alla macchina fotografica, l’arte della cucina, anch’essa, estrosa e impeccabile) Lee Miller fu fotografa di “sguardo surrealista” di eccelsa bravura, eclettica senza limiti, tanto da diventare pur anche impavida corrispondente di guerra. A raccontarlo sono oggi i cento scatti (“Lee Miller. Photographer & Surrealist”), provenienti dall’“Archivio Lee Miller” presentati, fino al 7 gennaio del 2024, nelle antiche Cucine della “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, in una lodevolissima mostra  – a cura di “ONO Arte Contemporanea”, produzione “Next Exhibition” in collaborazione con l’“Associazione Culturale Dreams” – che ripercorre, sotto la curatela di Vittoria Mainoldi, la vicenda umana e professionale dell’artista americana, scomparsa a Chiddingly nel 1977, ponendo l’attenzione su immagini che travalicano il reale, “caratterizzate dall’uso di metafore, antitesi e paradossi visivi volti a rivelare la bellezza inconsueta della quotidianità”. Ricco e ben studiato il percorso espositivo. In parete si galoppa dalle prime “sperimentazioni” in studio a Parigi, al mondo della “moda” e della “pubblicità” con lavori realizzati nello studio di New York, fino alle poetiche “nature morte” e ai “paesaggi” (mirabile “Portrait of Space”) testimonianza del suo trasferimento al Cairo, dopo il matrimonio (1932) con l’uomo d’affari egiziano Aziz Eloui Bey. Assolutamente suggestivi e intriganti anche gli scatti dedicati agli artisti più famosi dell’epoca: da Charlie Chaplin, che posa con un candelabro in testa, a Picasso, a Ernst o alla superlativa Dora Maar, fino a Mirò a Magritte, al “ragazzo terribile” Cocteau e, ovviamente, a Man Ray. Poco prima dello scoppio della “Seconda Guerra Mondiale”, nel 1939, lascia l’Egitto per trasferirsi a Londra e, ignorando gli ordini dell’ambasciata americana di tornare in patria, inizia a lavorare come fotografa freelance per “Vogue”. Nel 1944 diventa corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman (da lei fotografato con in viso la maschera antigas) per le riviste “Life” e “Time”. E’ lei l’unica fotografa donna a seguire gli alleati durante il “D-Day” e a documentare le attività al fronte e durante la Liberazione. Le sue fotografie ci testimoniano anche gli orrori dei campi di concentramento di “Dachau” e “Buchenwald”. Ed é proprio nei giorni febbrili del dopo conflitto (1945), quando viene fatta la scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera, che l’inarrestabile Miller scatta quella che diventa la sua fotografia più celebre, presente in mostra: l’“Autoritratto nella vasca da bagno del Führer”: Lee al centro, a sinistra sul bordo della vasca una fotografia di Hitler, a destra una statuetta di “Venere al bagno”, davanti sul tappetino bianco i suoi scarponi sporchi di fango, su uno sgabello la sua uniforme e l’orologio. Immagine iconica. Violenta e triste. Nonostante l’eccentrica bizzarria. “Per lavare via – scrisse Lee – la polvere di Dachau”.

Gianni Milani

“Lee Miller. Photographer & Surrealist”

“Palazzina di Caccia”, via Principe Amedeo 7, Stupinigi , Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.mostraleemiller.it

Fino al 7 gennaio 2024

Orari: dal mart. al ven. 10/17,30; sab. dom. e festivi 10/1830

Nelle foto: “Self Portrait with headband”, New York, 1932; “Portrait of Space”, Egypt, 1937; “David E. Sherman dressed for war”, Londra, 1943; “Picasso and Lee Miller in his studio”, Liberation of Paris, 1944

Caffetterie di Torino Paragonate a Libri Celebri: Un Tour da Raccontare

Le strade di Torino sono quotidianamente traboccanti di grandi storie di vita moderna, profumano di
aroma al caffè, e hanno spesso il suono delle pagine sfogliate dei giornali o dei libri.

Come capitoli di un libro, le caffetterie di Torino offrono esperienze uniche, simili alle trame di
celebri opere letterarie. Ognuna di esse racconta una storia avvincente, come se fosse parte
integrante di un romanzo indimenticabile.

Ma se collegassimo le caffetterie più rinomate di Torino a romanzi che hanno lasciato un’impronta
duratura nella letteratura, cosa verrebbe fuori? Scopriamolo!

Farmacia del Cambio: “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen
La Farmacia del Cambio, con la sua atmosfera elegante e raffinata, evoca il mondo di “Orgoglio e
Pregiudizio” di Jane Austen. Come l’eroina Elizabeth Bennet, che naviga tra le complesse dinamiche
sociali dell’Inghilterra del XIX secolo, i visitatori della Farmacia del Cambio si immergono in
un’atmosfera di classe e grazia. La trama del romanzo si svela tra chiacchiere intriganti, proprio come
le conversazioni che potrebbero svolgersi tra le pareti di questo luogo storico.


Caffè Platti: “La Solitudine dei Numeri Primi” di Paolo Giordano
Il Caffè Platti, con la sua eleganza senza tempo, richiama il romanzo di Paolo Giordano, “La
Solitudine dei Numeri Primi”. La trama del romanzo, che segue le vite di due personaggi accomunati
dalla loro singolarità, trova un riflesso nell’atmosfera unica del Caffè Platti. Come i protagonisti del
libro, i frequentatori del Platti sembrano portare con sé un alone di solitudine, avvolti da un’atmosfera
di raffinata melancolia.

Caffè Torino: “Il Grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald
Il Caffè Torino, situato in piazza San Carlo, trasporta i visitatori nel mondo glamour e simile ai
ruggenti anni ’20 de “Il Grande Gatsby”. La piazza stessa diventa un palcoscenico in cui si svolgono
storie di lusso e mistero, riflettendo il fascino ambiguo del romanzo di Fitzgerald. Gli ospiti del Caffè
Torino, sia nel locale che nella Piazza più bella di Torino, si trovano immersi in un’atmosfera di
opulenza e segreti, come se stessero partecipando a una delle feste sfarzose descritte nel libro.


Caffè Gerla: “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry
Il Caffè Gerla, con la sua atmosfera accogliente e familiare, si collega al mondo magico de “Il Piccolo
Principe”. Come il protagonista del libro che visita pianeti lontani, i visitatori del Gerla sembrano
viaggiare in un mondo di storie e incontri straordinari. La trama sottolinea il valore dell’amicizia e
dell’essenziale, elementi che emergono anche nella semplicità e nel calore del Caffè Gerla.

Caffè Elena: “Il Codice da Vinci” di Dan Brown
Il Caffè Elena, con la sua combinazione di modernità e tradizione, ricorda il mistero e l’intrigo de “Il
Codice da Vinci”. I visitatori possono sentire l’energia della scoperta mentre sorseggiano il loro caffè,
proprio come i protagonisti del romanzo di Dan Brown. L’atmosfera del Caffè Elena sembra essere
permeata da segreti nascosti e simboli enigmatici, invitando i clienti a immergersi in un mondo di
conoscenza e avventura.

Caffetteria al Bicerin: “Storie di Straordinaria Follia” di Charles Bukowski
La Caffetteria al Bicerin, con la sua atmosfera unica e il celebre Bicerin, evoca lo spirito ribelle e
anticonvenzionale di Charles Bukowski in “Storie di Straordinaria Follia”. Come i racconti di Bukowski
che esplorano la vita marginale e le eccentricità umane, la Caffetteria al Bicerin offre un rifugio per
coloro che cercano un’esperienza fuori dagli schemi, dove l’arte del caffè si intreccia con le storie più
stravaganti.

Baratti & Milano: “Colazione da Tiffany” di Truman Capote
Il Baratti & Milano, con la sua eleganza e la raffinatezza delle sue creazioni, ci trasporta nel mondo
glamour di “Colazione da Tiffany” . Come Holly Golightly, che ama immergersi nella bellezza e nel
lusso, i clienti del Baratti & Milano possono gustare prelibatezze squisite e caffè pregiato in un
ambiente che evoca lo stile e l’eleganza della protagonista di Capote.

Bar Zucca: “Gossip Girl” di Cecily von Ziegesar
Il Bar Zucca, emerge come il luogo ideale per chiunque sia in cerca di glamour, stile e un pizzico di
mistero. Questo affascinante caffè può essere paragonato, in molti aspetti, al mondo scintillante e
intrigante dei romanzi di “Gossip Girl”. Analogamente al legame dei personaggi di “Gossip Girl” con
l’alta società di Manhattan, il Bar Zucca diventa un punto di riferimento per l’alta società torinese. I
clienti, come veri e propri protagonisti di una trama sociale sembrano celare dietro un sorriso
enigmatico segreti e intrighi che si svelano solo sotto la luce soffusa del locale e sorseggiando caffè o
cocktail.

Caffetteria Mulassano: “L’Età dell’Innocenza” di Edith Wharton
La Caffetteria Mulassano, con la sua atmosfera un po’ da ruggenti anni ’20, ci riporta nell’era
aristocratica di “L’Età dell’Innocenza” di Edith Wharton. Come i personaggi del romanzo che navigano
tra convenzioni sociali e desideri proibiti, i visitatori del Mulassano possono sperimentare
un’atmosfera intrisa di nostalgia e eleganza, dove ogni dettaglio sembra raccontare una storia di
amori intensi e complicati.

Pasticceria Ghigo: “La Fabbrica di Cioccolato” di Roald Dahl
Come Willy Wonka crea cioccolato magico nella sua fabbrica, la Pasticceria Ghigo si distingue per
l’arte impeccabile nella creazione di incantevoli e squisiti dolci. Questa Pasticceria e Caffetteria è un
richiamo all’opera “La Fabbrica di Cioccolato” di Roald Dahl. Entrare nella Pasticceria Ghigo è come
aprire la porta della Fabbrica di Cioccolato: una varietà di delizie esposte come tentazioni irresistibili.
La selezione accurata di dolci e cioccolatini diventa la chiave per accedere a nuovi mondi di sapori,
così come i biglietti d’oro di Dahl erano la chiave per entrare nella fabbrica di Wonka.

Le caffetterie di Torino possono davvero diventare pagine di romanzi celebri, offrendo esperienze che
vanno ben oltre il semplice atto di bere un caffè. Ogni luogo, con la sua atmosfera unica e la sua
storia intrisa di cultura, si collega a romanzi che hanno plasmato la letteratura mondiale, creando un
connubio tra arte, gusto e narrazione che rende ogni visita un viaggio attraverso le pagine di storie
senza tempo.

Noi abbiamo sperimentato così, la prossima volta che entrerete in uno dei caffè celebri della città
torinese, provate anche voi e immaginate le opere che più vi sono care.

CRISTINA TAVERNITI

“Incipit Offresi”. Il tour continua … e siamo a nove edizioni

E’ attesa a Chivasso la nuova fermata della nona edizione del primo talent letterarioitinerante per aspiranti scrittori

Venerdì 1° dicembre, ore 18

Chivasso (Torino)

Dopo Cuorgné, sarà Chivasso ad ospitare, venerdì 1° dicembre (ore 18), presso la “Biblioteca Civica MoviMente” di piazzale XII maggio 1944 al civico 8, la nuova tappa della nona edizione di “Incipit Offresi”, il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla “Fondazione ECM – Biblioteca Archimede”di Settimo Torinese, in sinergia con “Regione Piemonte”. A presentare l’appuntamento chivassese sarà l’autrice e attrice – comica Giorgia Goldini del torinese “Teatro della Caduta”.

Novità di questa edizione: la vincitrice o il vincitore di tappa si aggiudicherà un buono libri del valore di 50 euro. Non tanti, ma sempre ben accetti. Ma cos’è “Incipit Offresi”? Ne avevamo già più volte scritto. Ma per chi ancora non lo sapesse, informiamo trattarsi di un format letterario a tappe: la sfida si giocherà, per l’appunto, a colpi di “incipit” all’interno di Biblioteche e di luoghi di cultura, ma anche attraverso gare di scrittura e letture animate nei mercati. L’obiettivo – precisano gli organizzatori – non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti”.  In 8 anni “Incipit Offresi” ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 Biblioteche e centri culturali. Incipit Trattasi insomma di un vero e proprio “talent della scrittura”, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro agli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto.

I partecipanti, in una sfida uno contro uno, avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio “incipit” o raccontare il proprio libro. Il/la concorrente che, secondo il giudizio del pubblico in sala, avrà ottenuto più voti, passerà alla fase successiva, dove avrà ancora 30 secondi di tempo per la lettura del proprio “incipit” prima del giudizio della giuria tecnica che assegnerà un voto da 0 a 10. Una volta designato il/la vincitore/trice di tappa, si aprirà il voto del pubblico per il secondo classificato. Chi otterrà più voti potrà partecipare alla gara di ballottaggio. I primi classificati di ogni tappa e gli eventuali ripescaggi potranno accedere alle semifinali per giocarsi la possibilità di approdare alla finale, in programma a giugno 2024.

I concorrenti primo e secondo classificato riceveranno rispettivamente un premio in denaro di 1.500 e 750 euro; saranno inoltre messi in palio, fra tutti i partecipanti alla finale, il “Premio Italo Calvino”, “Indice dei Libri del Mese”, “Golem”, “Leone Verde”, “Circolo dei Lettori” ed eventuali altri premi assegnati dagli editori.

La partecipazione è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, maggiorenni, di tutte le nazionalità. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’“incipit”, appunto, inedito (le opere autopubblicate sono parificate alle inedite poiché prive di regolare distribuzione) per un massimo di mille battutecon le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera (massimo, 1.800 battute). La gara si svolgerà in lingua italiana. La possibilità di partecipare alle tappe è garantita fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Il “Premio Incipit” e il “campionato” sono dedicati alla memoria di Eugenio Pintore(Bonorva- Ss, 1956 – Gassino-To, 2019), uno dei massimi bibliofili e cultori dell’“arte bibliotecaria”, già direttore della Biblioteca di Settimo Torinese, dal 2003 dirigente della “Regione Piemonte” con l’incarico di riorganizzare tutta la rete dei sistemi bibliotecari e di dare avvio al “Sistema Bibliotecario Area Metropolitana” di Torino (con la partecipazione di circa settanta Comuni della prima e della seconda cintura torinese), fino al 2008 quando assunse l’incarico di Dirigente del “Settore Regionale Biblioteche, Archivi e Istituti Culturali”, con la responsabilità sul patrimonio archivistico, gli istituti della cultura e l’editoria. A lui si devono anche i progetti “Nati per leggere” e “Lingua Madre” ( introdotto al “Salone Internazionale del Libro” di Torino), nonché l’attuazione della “Legge per la Piccola Editoria piemontese”, tesa a favorire la promozione e la diffusione delle opere degli editori locali, anche attraverso il sostegno alle traduzioni e la loro partecipazione alle principali “Fiere nazionali” ed internazionali.

Per info: “Incipit Offresi”, tel. 339/5214819 o www.incipitoffresi.it

g.m.